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Beatrice

Armando Gill
Langue: italien


Armando Gill

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Interpretata da / Performed by Roberto Murolo


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(Roberto Murolo)
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[1911]
Versi di Armando, musica di Gill, cantati da Armando Gill
(secondo la precisa dicitura di presentazione dell'autore)
“Lyrics by Armando, music by Gill, sung by Armando Gill”
“Paroles d’Armando, musique de Gill, chantée par Armando Gill”
“Sanat: Armando, sävel: Gill, laulaa Armando Gill”

Armando Gill, "il primo cantautore italiano"
Armando Gill, "il primo cantautore italiano"


[...]Ed ecco invece un esempio di negazione spontanea della cultura "militarista". E’ una canzone del 1912: in pieno clima di sacralità militaresca determinato dalla guerra di Libia e dalle prime avvisaglie della Grande Guerra, clima che l’autore, Armando Gill, uno dei primi "cantautori" italiani, riesce a smitizzare. Il rifiuto del militarismo vien fuori qui dall’uso e dal gioco divertente del linguaggio. Si tratta di un naturale rifiuto mentale da parte di questo soldato attento solo alla Beatrice che vede dirimpetto mentre fa la sentinella: una ignoranza ingenua delle cose di guerra come cose assolutamente estranee, una specie di pacifismo naif. La troviamo per esempio nel repertorio del bravissimo Roberto Murolo."

Enrico De Angelis, da Nonviolenti.org
Su Armando Gill si veda anche questo breve ma divertente articolo da Wikipedia in napoletano.


gillbeatrice
Dirimpetto al mio quartiere ci sta una bruna
Grassa e tonda ch'è un piacere, pare una luna
E allorquando monto, al giorno, di sentinella
Per far segni con la mia bella
Che consegna me stò a piglià!
Passa il tenente, il maggiore, il capitano
Ma io, col fucile in mano, non me ne accorgo, no
E tante volte per far segni e non sbagliarmi
Resto in presentat'armi e non mi muovo più

Signori miei, il cittadino paesano
Quando arriva a vent'anni, entra nella malizia
Perché è già ammaliziato e perciò è chiamato al servizio del governo
E noi ci entriamo dentro come si può
Vi sono tre categorie di soldati:
L'involontarietà, l'arrotolamento e la chiamata
Il soldato sta nel reggimento
Il quale è una parola composta da reggi e mento
Il mento sarebbe la vavera o la squessera
Ora, ci voleva una cosa che regge
Allora, vicino al cheppì, hanno messo una corregge
Quella, scorrettando, passa sotto il mento e lo regge
Così è venuto, da reggi e mento, il reggimento
Ieri, quando io mi presentò, il caporale di distruzione
Mi domandò l'andamento di corpo
Se volevo andare nei cavalloleggieri
Nei bersagliati, in artigliosità
Artisti o soldati del genio
Ma io non stavo di genio e rifiutai
Allora lui mi disse: "Vorresti forse andare in fantasia?"
E io allora: "E jammo in fantasia e bonanotto"
Giunto al distretto, invece di darmi tutto stretto
Mi dettero tutto largo
Poi abbiamo fatto le distruzioni delle marce sforzate
Di trenta ettolitri e centoquarantasei centilitri
Dopo mi misero di sentinella fuori al quartiere
Dov'io mi misi a guardare la mia bella Beatrice
La quale:

Tiene un corpo, tiene un petto, la mia Beatrice
Che, parlando con rispetto, fa la nutrice
Ed il bimbo s'è ingrassato come un maiale
Perché non gli fa male quel latte che gli dà
Quand'esce al giorno, pare a me una principessa
Con quella pettinessa piena di palle d'or
Con quelle nocche, col vestito di merletto
Col bimbo stretto al petto
Fa proprio consolà

Oggi mi hanno messo di guarnizione
Vicino a un pezzo di artigliosità
Poi mi hanno dislocato e sono passato in mezzo ai digeribili
E un ufficiale sta studiando
L'indigeribilità dei corpi aristocratici
Prima cosa: quando un corpo aristocratico
Ci ha un gas interno, non può sottoporlo
Per cui lui ha bisogno di una sfogatrice
Così si è pensato alla valvola di sicurezza
Che fa sfuggire il gas che si mantiene internamente
Il digeribile è composto di un involùcro alluminoso
Metallurgico dalla forza di cinquanta cavalli aerei
Che fanno muovere lo stantuffo
Di dietro all'elica roteante nell'area crepuscolare
La forza del gas si sposta nell'angolo
Del trapezoide ondulatorio laparellassi simultanea
Che premendo nella parete equatoriale
Trascendendo nella immensità dello spazio
Esce dal peristilio del parallelopipedo della base
Ed entra nel sistema metrico decimale
Avete capito?
In tempo di guerra, il pallone si deve tenere
Quanto più possibile, alzato
Guai si 'o pallone se ne scenne!
Ma ora voglio parlavi della mia Beatrice
Con la quale :

Ogni giorno ci vediamo nei giardinetti
E parlando noi facciamo tanti progetti
Lei m'ha detto che la roba ce l'ha a Cardito
Che le lasciò il marito la casa ed il maial
In fra sei mesi, il bambino sarà svezzato
Io sarò congedato, potremo combinar
Vado a Cardito, dove stanno le donne belle
Là quanta muzzarelle ca me voglio magnà!

envoyé par Riccardo Venturi - 21/4/2006 - 01:52


Nessuno ha controllato che questo è solo un pezzetto della prima strofa? Questo è il testo completo che ho appena trascritto:

Alberto Scotti - 15/9/2024 - 22:06


Grazie Alberto, non avevamo controllato perché in effetti non è disponibile all'ascolto almeno su youtube.

15/9/2024 - 22:19


La canzone si intitola Beatrice ed è disponibile nella versione di Roberto Murolo, presente nel bellissimo LP del 1967 "Come rideva Napoli", dedicato al repertorio di 4 grandi artisti legati alla macchietta: Nicola Maldacea, Peppino Villari, Gennario Pasquariello e Armando Gill. Questo il link alla canzone ... [si veda box video]

Questa invece è la scheda dell'LP Roberto Murolo – Come Rideva Napoli

Alberto Scotti - 16/9/2024 - 00:57


E’ assolutamente vero che non avevo più controllato questa pagina dal 21 aprile 2006, lo riconosco come ho dovuto riconoscerlo per chissà quant’altre canzoni. Il 21 aprile 2006, chissà dove avevo scovato questo testo, incompleto e col titolo sbagliato; le disponibilità di diciotto anni fa erano queste. Grazie a Alberto Scotti rimediamo oggi. Certo, va da sé, occorrerebbe controllare più o meno tutte le pagine più antiche di questo sito, o perlomeno una discreta parte (alcune, va detto, sono state “rimesse a posto” nel corso degli anni).

Riccardo Venturi - 16/9/2024 - 09:28


Io son sempre contento quando posso rendermi utile. È chiaro che quando si gestisce una mole di lavoro del genere delle cose possono sfuggire.

Alberto Scotti - 16/9/2024 - 13:43


Diàvolo se sei utile, Alberto! Oltretutto, a parte il "riaggiustamento" della pagina, tutto questo ha permesso di riscoprire un vero e proprio capolavoro, a mio parere. Meglio tordi che mais, come diceva il cacciatore che aveva sparato a una pannocchia di granturco!

Riccardo Venturi - 16/9/2024 - 19:20




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