Che tipo d'uomo legge oggi il Vangelo?
Che t'hanno fatto agli occhi, Gesù Maria?!
Terza domanda, quanti ho sotto il cielo
e quante mosche ho torturato nella mia infanzia, buone e cattiva
Prima di diventare uno di loro
quanto c'ho messo
quante rabbia e quanto sesso dietro i vetri
Discutevano in quattro in un tramonto italiano
di politica, estetica e matematica
le loro sigarette tiravano il fumo al mulino
e all'improvviso un'esplosione da lontano
erano l'ultima guerra e il primo amore
miti tranquillizzanti
forse droghe pesanti
o mani pietose che chiudono gli occhi
E adesso dimmi: quando finirà la guerra?!
E adesso dimmi quando finirà la guerra?
Adesso per favore dimmi quando finirà la guerra!
Sono stufo di stare nella mia trincea di lusso
E a questo punto i tre quarti del pubblico cominciarono a fischiare e a gridare: "Ogni cosa al suo posto! Quest'uomo è nel posto sbagliato!
Ed io vi ho solamente raccontato, senza niente inventare,
l'ultimo discorso registrato dell'uomo che voleva parlare
dell'uomo che voleva parlare
dell'uomo che voleva parlare!
Che t'hanno fatto agli occhi, Gesù Maria?!
Terza domanda, quanti ho sotto il cielo
e quante mosche ho torturato nella mia infanzia, buone e cattiva
Prima di diventare uno di loro
quanto c'ho messo
quante rabbia e quanto sesso dietro i vetri
Discutevano in quattro in un tramonto italiano
di politica, estetica e matematica
le loro sigarette tiravano il fumo al mulino
e all'improvviso un'esplosione da lontano
erano l'ultima guerra e il primo amore
miti tranquillizzanti
forse droghe pesanti
o mani pietose che chiudono gli occhi
E adesso dimmi: quando finirà la guerra?!
E adesso dimmi quando finirà la guerra?
Adesso per favore dimmi quando finirà la guerra!
Sono stufo di stare nella mia trincea di lusso
E a questo punto i tre quarti del pubblico cominciarono a fischiare e a gridare: "Ogni cosa al suo posto! Quest'uomo è nel posto sbagliato!
Ed io vi ho solamente raccontato, senza niente inventare,
l'ultimo discorso registrato dell'uomo che voleva parlare
dell'uomo che voleva parlare
dell'uomo che voleva parlare!
envoyé par Gordon Cavalloni - 27/3/2006 - 09:41
Non credo che questo pezzo parli di guerra in senso stretto. In realtà la canzone risale al periodo appena dopo il "processo al palalido", dove de Gregori venne appunto "processato" da alcuni militanti di estrema sinistra, con l'accusa di arricchirsi sfruttando la fama di cantautore "impegnato".
Secondo me quindi la guerra del "dimmi quando finirà la guerra" è la tensione politica del '77 e seguenti: de Gregori è stufo di stare nella sua trincea di lusso, la sua attività di cantautore "di sinistra" (sempre virgolettato perchè a lui sembra non piacciano le definizioni stringenti). Ed ecco che "i tre quarti del pubblico cominciarono a fischiare e a gridare", e cosa? Ma ovviamente che "ogni cosa [deve andare] al suo posto", e "quell'uomo [de Gregori] è al posto sbagliato". Fila, così?
Secondo me quindi la guerra del "dimmi quando finirà la guerra" è la tensione politica del '77 e seguenti: de Gregori è stufo di stare nella sua trincea di lusso, la sua attività di cantautore "di sinistra" (sempre virgolettato perchè a lui sembra non piacciano le definizioni stringenti). Ed ecco che "i tre quarti del pubblico cominciarono a fischiare e a gridare", e cosa? Ma ovviamente che "ogni cosa [deve andare] al suo posto", e "quell'uomo [de Gregori] è al posto sbagliato". Fila, così?
Lore - 10/7/2007 - 02:44
La lettura è quella che avevo dato anch'io.
Purtroppo però, l'album è del '76 e la contestazione risale al '77.
Quindi credo che si possa trattare di un riferimento al periodo critico che in quegli anni coinvolgeva tutti gli intellettuali, ma il riferimento alla vicenda personale non può essere plausibile, per motivi temporali.
Purtroppo però, l'album è del '76 e la contestazione risale al '77.
Quindi credo che si possa trattare di un riferimento al periodo critico che in quegli anni coinvolgeva tutti gli intellettuali, ma il riferimento alla vicenda personale non può essere plausibile, per motivi temporali.
Paolo Andretta - 24/9/2007 - 16:06
Secondo me è una critica ai radical-chic di sinistra. I ricchi contestatori 68ni.... quelli che sobillavano gli anni di piombo chiusi nel loro castello di ricchi figli di papà.
Maurizio Ferrero - 13/11/2011 - 20:00
Il processo è avvenuto nell'aprile del '76 per cui ci sta temporalmente. Il brano dedicato a Tenco è "Festival", sempre contenuto nello stesso album.
La contestazione del Palalido è di aprile 1976 e il disco esce a maggio 76.Forse i tempi sono troppo ravvicinati,ma prima del Palalido ci furono altri episodi di contestazione e probabilmente sono questi che hanno suggerito la canzone.
Eribert - 28/7/2014 - 17:29
I 4 in un tramonto italiano potrebbero essere il gruppo dei fisici di via panisperna che erano cinque (il quattro e' una licenza poetica per una questione di musicalita') e l'esplosione la bomba atomica, che fu costruita grazie alle loro ricerche, l'ultima guerra proprio la seconda guerra mondiale.
Lino - 30/6/2017 - 07:51
Io sono abbastanza sicuro che il brano si riferisca alle contestazioni subite da De Gregori. Mi sembra di averlo letto già allora, all'uscita del disco e che l'episodio sia riportato e descritto nel docufilm "Finestre Rotte", se ricordo bene narrato da suo fratello Luigi Grechi. Comunque, trattandosi di De Gregori io non starei troppo all'analisi grammaticale, logica e del periodo. C'è, forse quella contestazione, c'è, forse il clima di quegli anni, c'è, probabilmente molto altro, molte altre guerre e battaglie nel tramonto italiano.
Tommaso - 17/7/2018 - 18:06
l'impressione è che nonostante l'ermetismo del ns Francesco
manca la poesia critica per sostenere la fatica di tutto questo "futuro che avanza" tutt'altro che rassicurante per tutti noi. Io credo che risentire dopo 30/40 anni queste canzoni non sia un solo esercizio di amarcord ma di intelligenza . La storia si ripete ma questa volta siamo soli , per adesso non sappiamo più cosa sia la solidarietà
l'empatia della lotta condivisa con altri per migliorare il tempo che abbiamo da vivere.
manca la poesia critica per sostenere la fatica di tutto questo "futuro che avanza" tutt'altro che rassicurante per tutti noi. Io credo che risentire dopo 30/40 anni queste canzoni non sia un solo esercizio di amarcord ma di intelligenza . La storia si ripete ma questa volta siamo soli , per adesso non sappiamo più cosa sia la solidarietà
l'empatia della lotta condivisa con altri per migliorare il tempo che abbiamo da vivere.
alessandro aste - 8/1/2019 - 17:27
È una canzone surreale. Da brividi. ERANO IN QUATTRO IN UN TRAMONTO ITALIANO A PARLARE SI ESTETICA POLITICA MATEMATICA. Sensibilità infinita
Si tratta in maniera incontrovertibile e scritta in un linguaggio solo in apparenza criptico di una feroce ironia contro le contestazione che stava subendo in quel periodo e, probabilmente, fece in tempo anche a parlare di quella dell'aprile del 1976 (disco uscito a maggio, ma a volte si fanno canzoni in pochi minuti). Il testo è lampante
con tutti i luoghi comuni della sinistra c.d extraparlamentare dell'epoca
con tutti i luoghi comuni della sinistra c.d extraparlamentare dell'epoca
Andrea - 28/11/2022 - 12:46
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Una delle tantissime canzoni contro la guerra del cantautore romano.
Tratta sostanzialmente del tentativo di censurare lo sfogo di rabbia e protesta di un uomo qualunque ("l'uomo che voleva parlare") contro una guerra combattuta probabilmente lontato dai confini nazionali di cui quindi la gente non vuol sentire parlare. Il protagonista della canzone è infatti stufo di stare nella sua "trincea di lusso" e di parlare solo di argomenti futili.