La Biblioteca Nazionale di Sarajevo
Dentro il mio povero cuore brucia ancora
Pezzi di carta, storia, fuoco e cenere,
appiccicati alle pareti della memoria
da troppo tempo sono lontano da un buco nero
verso il quale non si può tornare
non c’è più festa, viso amico, sentiero
dove dire casa, rifugio, dimora
non c’è più sono solo straniero
dovunque vada resto solo straniero
anche se torno sono solo straniero
in fondo sono fortunato davvero
se dici guerra tutti pensano al sangue
orrore morte distruzione soldati
la vita non è più moneta corrente
fummo sbalzati in un istante improvviso
da un’esistenza fatta di cose note
un orizzonte volti amici materia
dentro un abisso dove niente è più uguale
là dove niente ha più quell’ordine certo
del coltivare abitudini e cura
là dove il volto di una donna di un uomo
non ha più le sembianze di essere umano
siamo cresciuti in terra fertile e viva
con le sementi dell’Europa e del Turco
dove i confini di pensiero e nazione
erano infranti dai corpi sprovvisti
di steccati tristi
e fecondati da mille migliaia
di matrimoni misti
In fondo sono fortunato lo giuro,
Ho perso solo la mia casa il lavoro
La mia città
Ho affrontato solo la diffidenza
Della vostra polizia di frontiera
Vivo per dieci per cento per mille
Ma nel mio cuore rimane la stessa
Ferita aperta cosparsa di sale
Si chiama Mostar Sarajevo Srebrenica
Pezzi di carta storia fuoco e cenere
Appiccicati alle pareti della memoria
E MALEDICO
chi ha desiderato
E MALEDICO
Chi ha trattato
E MALEDICO
Chi ne ha tratto vantaggio
E MALEDICO MALEDICO MALEDICO
La stupidità… L’ ignoranza…
La violenza…
Dentro il mio povero cuore brucia ancora
Pezzi di carta, storia, fuoco e cenere,
appiccicati alle pareti della memoria
da troppo tempo sono lontano da un buco nero
verso il quale non si può tornare
non c’è più festa, viso amico, sentiero
dove dire casa, rifugio, dimora
non c’è più sono solo straniero
dovunque vada resto solo straniero
anche se torno sono solo straniero
in fondo sono fortunato davvero
se dici guerra tutti pensano al sangue
orrore morte distruzione soldati
la vita non è più moneta corrente
fummo sbalzati in un istante improvviso
da un’esistenza fatta di cose note
un orizzonte volti amici materia
dentro un abisso dove niente è più uguale
là dove niente ha più quell’ordine certo
del coltivare abitudini e cura
là dove il volto di una donna di un uomo
non ha più le sembianze di essere umano
siamo cresciuti in terra fertile e viva
con le sementi dell’Europa e del Turco
dove i confini di pensiero e nazione
erano infranti dai corpi sprovvisti
di steccati tristi
e fecondati da mille migliaia
di matrimoni misti
In fondo sono fortunato lo giuro,
Ho perso solo la mia casa il lavoro
La mia città
Ho affrontato solo la diffidenza
Della vostra polizia di frontiera
Vivo per dieci per cento per mille
Ma nel mio cuore rimane la stessa
Ferita aperta cosparsa di sale
Si chiama Mostar Sarajevo Srebrenica
Pezzi di carta storia fuoco e cenere
Appiccicati alle pareti della memoria
E MALEDICO
chi ha desiderato
E MALEDICO
Chi ha trattato
E MALEDICO
Chi ne ha tratto vantaggio
E MALEDICO MALEDICO MALEDICO
La stupidità… L’ ignoranza…
La violenza…
envoyé par Marco Milozzi - 26/3/2011 - 18:24
Nel maggio scorso, a 22 anni dalla sua distruzione, è stata riaperta la Biblioteca Nazionale di Bosnia ed Erzegovina, nello storico palazzo della Vijećnica a Sarajevo. Nella notte tra il 25 ed il 26 agosto 1992, all’inizio del secondo dei quattro lunghi e terribili anni d’assedio cui la città fu sottoposta, la Biblioteca era stata quasi competamente distrutta nel corso di un bombardamento serbo-bosniaco. Allora i cittadini di Sarajevo, indipendentemente dalla loro etnia e religione, cercarono di salvare i preziosi volumi contenuti nella loro “Banca della memoria e della cultura”. Qualcuno riuscì anche a salvare un’antica Haggadah ebraica, scampata a pogrom e persecuzioni naziste, e quel qualcuno pare fosse un musulmano…
Finita la guerra iniziò una lentissima ricostruzione, finanziata in buona parte dalla Turchia e nell’ultima fase anche dalla Comunità europea. Ma pure dalle donazioni di tanti privati cittadini raccolte in tutto il mondo.
Sono purtroppo costretto a mettere questa bella notizia in relazione con un’altra della nostra cronaca nera, anzi, nerissima.
Nei giorni scorsi la magistratura ha reso noto di aver proceduto al sequestro di circa 20.000 volumi antichi, del valore economico complessivo di svariati milioni, inestimabile quello culturale, appartenuti al senatore Dell’Utri, in galera per mafia. Sarebbe a dire che il bastardo non li aveva regolarmente acquistati ma rubati, trafugati, ricettati, asportati da biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche sull’intero territorio nazionale, un po’ come avvenne nella progressiva spoliazione, durata anni, della storica biblioteca dei Girolamini a Napoli, dove il direttore/predatore rispondeva al nome di Marino Massimo De Caro, guarda caso caro amico di Dell’Utri e di grossi porporati vaticani.
Da una parte gente comune, anonima, disposta a rischiare la vita sotto i bombardamenti per salvare un volume, un pezzo di cultura, e vederlo poi restituito alla collettività; dall’altra, avvoltoi rapaci, bestie potenti e voraci, amici di padrini, di boss, di cavalieri e di cardinali, che predano il bene collettivo per assecondare i propri vizi ed appetiti smisurati o semplicemente per arricchirsi alla faccia di tutti.
Degli assassini di massa, tali e quali a coloro che distrussero Sarajevo e la sua Biblioteca, che purtroppo staranno in celle dorate per qualche anno e poi, più feroci ed affamati di prima, torneranno a far danni incalcolabili che tutti pagheremo a caro prezzo.
“E maledico chi ne ha tratto vantaggio, maledico la stupidità, l’ignoranza, la violenza…”
Finita la guerra iniziò una lentissima ricostruzione, finanziata in buona parte dalla Turchia e nell’ultima fase anche dalla Comunità europea. Ma pure dalle donazioni di tanti privati cittadini raccolte in tutto il mondo.
Sono purtroppo costretto a mettere questa bella notizia in relazione con un’altra della nostra cronaca nera, anzi, nerissima.
Nei giorni scorsi la magistratura ha reso noto di aver proceduto al sequestro di circa 20.000 volumi antichi, del valore economico complessivo di svariati milioni, inestimabile quello culturale, appartenuti al senatore Dell’Utri, in galera per mafia. Sarebbe a dire che il bastardo non li aveva regolarmente acquistati ma rubati, trafugati, ricettati, asportati da biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche sull’intero territorio nazionale, un po’ come avvenne nella progressiva spoliazione, durata anni, della storica biblioteca dei Girolamini a Napoli, dove il direttore/predatore rispondeva al nome di Marino Massimo De Caro, guarda caso caro amico di Dell’Utri e di grossi porporati vaticani.
Da una parte gente comune, anonima, disposta a rischiare la vita sotto i bombardamenti per salvare un volume, un pezzo di cultura, e vederlo poi restituito alla collettività; dall’altra, avvoltoi rapaci, bestie potenti e voraci, amici di padrini, di boss, di cavalieri e di cardinali, che predano il bene collettivo per assecondare i propri vizi ed appetiti smisurati o semplicemente per arricchirsi alla faccia di tutti.
Degli assassini di massa, tali e quali a coloro che distrussero Sarajevo e la sua Biblioteca, che purtroppo staranno in celle dorate per qualche anno e poi, più feroci ed affamati di prima, torneranno a far danni incalcolabili che tutti pagheremo a caro prezzo.
“E maledico chi ne ha tratto vantaggio, maledico la stupidità, l’ignoranza, la violenza…”
Bernart Bartleby - 31/3/2015 - 11:58
Parole sante. Visto che si parla di libri e biblioteche, vorrei aggiungere una cosa. Dell'Utri è ceramente un mafioso e un delinquente che ha letteralmente spoliato storiche biblioteche italiane; ma detesto senza nessuna cordialità la stessa categoria dei "bibliofili", ai quali infilerei volentieri un palo appuntito nel culo (per Dell'Utri ci potrebbe essere la variante dell'arroventamento). Il "bibliofilo" è l'antitesi della cultura; per lui il libro, possibilmente "antico" o "prezioso", è un puro oggetto, visto dal lato del valore estetico e economico. Non gli interessa una mazza se contenga un evangeliario, un trattato di stregoneria o un orripilante poema arcadico; basta che sia una editio princeps o roba del genere. Il "bibliofilo" si fa sempre fotografare in biblioteche di villone, davanti agli scaffali con la scala e il libro in mano. Odio i Franco Maria Ricci e compagnia cantante. Colgo l'occasione per farvi vedere com'è ridotta casa mia, un buco di 28 metri quadri ricavato da un vecchio garage:
Finiranno tutti, per lascito, alla Biblioteca Comunale dell'Isolotto (la quale si ritroverà, tra l'altro, col più grosso fondo linguistico di tutte le biblioteche comunali fiorentine: quello attuale sarà al massimo 1/3 di quello che ho in casa). Non c'è stato un momento della mia vita nel quale questi libri non siano stati letti, assimilati, usati, maltrattati, assorbiti, scarabocchiati, sottolineati, studiati, amati. Continueranno a esserlo anche quando non ci sarò più, e a disposizione di tutti. Per questo odio i "bibliofili", anche in versione più presentabile di Mafiello Dell'Utri. Per questo la notizia della riapertura della Biblioteca di Sarajevo è bellissima.
Finiranno tutti, per lascito, alla Biblioteca Comunale dell'Isolotto (la quale si ritroverà, tra l'altro, col più grosso fondo linguistico di tutte le biblioteche comunali fiorentine: quello attuale sarà al massimo 1/3 di quello che ho in casa). Non c'è stato un momento della mia vita nel quale questi libri non siano stati letti, assimilati, usati, maltrattati, assorbiti, scarabocchiati, sottolineati, studiati, amati. Continueranno a esserlo anche quando non ci sarò più, e a disposizione di tutti. Per questo odio i "bibliofili", anche in versione più presentabile di Mafiello Dell'Utri. Per questo la notizia della riapertura della Biblioteca di Sarajevo è bellissima.
Riccardo Venturi - 31/3/2015 - 14:36
'Sti ca'! Ti facevo più disordinato...
E il gatto? Non si fa le unghie su tutti quei libri invitanti? Non te le butta giù tutte quelle belle pile?
Saluzzi
E il gatto? Non si fa le unghie su tutti quei libri invitanti? Non te le butta giù tutte quelle belle pile?
Saluzzi
Bernart Bartleby - 31/3/2015 - 15:48
Io sono schifosamente ordinatissimo. Mi vergogno quasi di me stesso, ma è così. Il gatto si fa le unghie liberamente, ma attualmente è impegnato a dare la caccia alla lucertola Matilde, che gli va nel culo. E' furbissima, fa la profuga in casa e gli metto le foglie di insalata mentre mi libera dai ragni. Però il gatto è rispettosissimo dei libri, come lo era gatto Redelnoir, Gatto pro-palestinese: l'unica cosa che ha rotto nella sua vita è stata una bottiglia di birra israeliana.
Casali Monferrati & Mondovì!
Casali Monferrati & Mondovì!
Riccardo Venturi in modalità provvisoria - 31/3/2015 - 22:59
Esibizionista? No, Krzysiek, testimonialista. Credimi, sono quanto di meno esibizionista possa esistere sulla faccia della terra. Casomai, sono sotterraneo. Però, per capirlo meglio, dovresti venire da queste parti. Che ne diresti di fare un salto in via dell'Argingrosso al n° 65/C, una volta? Ti assicuro che sono un ottimo cuoco e so fare anche i pierogi polacchi, me li insegnarono a fare due ragazzi di Gdansk che raccattai nel '93 in piazza Signoria senza un soldo e che tenni con me per tutta un'estate. Ti farei vedere anche una grammatica polacca del 1928 scritta in francese, e pure un corso di greco moderno scritto in polacco, e magari anche un dizionario polacco-casciubico che mi fu regalato da un camionista vicino a Siena. Porta, casomai tu venissi, un paio di bottiglie di vodka fatta ammodino. Saluti.
Riccardo Venturi - 1/4/2015 - 00:15
Salve
Sono l'autore della canzone. Sarebbe bello togliere i commenti che leggo: l'auspicio di usare ferri arroventati o "pali appuntiti su per il culo" mi sembrano assolutamente incongruenti rispetto al testo e all'argomento della canzone. Anche l'argomentazione rispetto a dell'utri -che io detesto e che contestai pubblicamente in una sua apparizione pubblica nel 2008- non è per niente attinente. per non parlare degli altri commenti a seguire che sembra di essere in una chat.
Nessuna censura ma chiedo rispetto per la mia canzone e, pertanto, di intervenire con commenti attinenti. Grazie
Sono l'autore della canzone. Sarebbe bello togliere i commenti che leggo: l'auspicio di usare ferri arroventati o "pali appuntiti su per il culo" mi sembrano assolutamente incongruenti rispetto al testo e all'argomento della canzone. Anche l'argomentazione rispetto a dell'utri -che io detesto e che contestai pubblicamente in una sua apparizione pubblica nel 2008- non è per niente attinente. per non parlare degli altri commenti a seguire che sembra di essere in una chat.
Nessuna censura ma chiedo rispetto per la mia canzone e, pertanto, di intervenire con commenti attinenti. Grazie
Marco Milozzi - 16/5/2019 - 19:53
Buona sera Marco Milozzi,
siccome alcuni dei commenti che Lei ritiene sgradevoli o non attinenti sono miei, mi permetto di risponderle che, per quanto io rispetti la Sua canzone, non me ne importa un fico di quello che Lei pensa circa l'attinenza o gradevolezza dei commenti che qui son stati fatti.
La sua è una pura opinione personale come lo sono tutte le altre.
Lei evidentemente è un po' troppo preoccupato di se stesso, troppo autoreferenziale e per giunta non conosce per nulla questo sito dove, se Dio vuole, molto spesso si va a ruota libera, senza preoccuparsi per nulla degli egocentrici rompicoglioni come Lei.
Saluti
Splendida canzone, comunque.
Peccato solo che sia sta sporcata dai commenti di quattro pezzentoni...
siccome alcuni dei commenti che Lei ritiene sgradevoli o non attinenti sono miei, mi permetto di risponderle che, per quanto io rispetti la Sua canzone, non me ne importa un fico di quello che Lei pensa circa l'attinenza o gradevolezza dei commenti che qui son stati fatti.
La sua è una pura opinione personale come lo sono tutte le altre.
Lei evidentemente è un po' troppo preoccupato di se stesso, troppo autoreferenziale e per giunta non conosce per nulla questo sito dove, se Dio vuole, molto spesso si va a ruota libera, senza preoccuparsi per nulla degli egocentrici rompicoglioni come Lei.
Saluti
Splendida canzone, comunque.
Peccato solo che sia sta sporcata dai commenti di quattro pezzentoni...
Bernart Bartleby - 16/5/2019 - 21:24
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"4 aerei serbi che sganciarono decine di bombe su Vijecnica, la Biblioteca Nazionale di Sarajevo. 4 aerei e 4 secondi per cancellare 400 anni di storia. Cadevano precise le bombe sull’edificio ricco di libri. Non era un errore, non era un errore. La biblioteca era il bersaglio dei serbi. Perché bombardare un biblioteca, perché sprecare bombe, tempo e uomini per distruggere qualcosa che non spara. Questo si chiese Ludovic Boban, quando in piazza insieme a decine di giovani con secchi di acqua sporca cercava di spegnere le fiamme. Gli rispose Kemal Bakaršić, il bibliotecario “perché qui dentro la loro guerra non esiste. Perché qui dentro scrittori serbi sono nello stesso scaffale di quelli bosniaci. "