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Langue: yiddish


Dovid Edelshtot [David Edelstadt] / דוד עדעלשטאָט

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In kamf
[1889]
Testo di Dovid Edelshtot (David Edelstadt)
Sulla melodia – di autore anonimo – di una popolare canzone rivoluzionaria russa , “Torturati a morte in prigionia”, scritta dal poeta G. A. Machtet in onore degli studenti massacrati durante i moti rivoluzionari del 1870.



Questa canzone fu scritta da un giovane poeta ebreo (bielo)russo, fra i tanti sudditi dello zar che furono costretti ad emigrare negli USA – solo tra il 1881 ed il 1890 più di 5 milioni, in maggioranza ebrei –per sfuggire alla miseria ed soprattuto ai pogrom antisemiti scatenati dopo l’assassinio dello zar Alessandro II da parte di un gruppo di rivoluzionari… Al solito gli ebrei in quanto tali non c’entravano nulla ma – si sa – c’è sempre stato nel corso della storia un buon pretesto per far fuori un po’ di “perfidi giudei” ogni tanto…
David Edelstadt era un poeta precoce: aveva pubblicato la sua prima raccolta a soli 12 anni.
Ed era un ragazzino molto incazzato coi potenti di casa sua che gli avevano “rapito” il padre, arruolato a forza nell’esercito dello zar per una ferma che per coloro che erano invisi al regime, come gli ebrei, poteva durare anche 25 anni, qualcosa di ancora peggio di una lunga pena detentiva.
Così, quando nel 1881, dopo il terribile pogrom di Kiev dell’8 maggio, David Edelstadt approdò ad Ellis Island, New York, aderì subito al movimento anarchico e ne divenne uno dei militanti più in vista, specie dopo l’affare Haymarket del 1886, quando alcuni anarchici furono messi a morte ingiustamente incolpati di aver fatto esplodere una bomba durante una manifestazione operaia a Chicago.
Nel movimento fu responsabile della rivista “Freie Arbeiter Stimme (“Free Voice of Labor”), periodico anarchico in yiddish, sulla quale pubblicava anche le sue poesie.
Morì di tubercolosi a soli 26 anni nel 1892, a causa dei lavori insani nei cosiddetti “sweatshops”, piccole fabbriche dove la manodopera era sfruttata e sottopagata, cui era stato costretto per vivere.

"That Is Anarchy" by David Edelstat

A world where no one shall govern
over another's labor and toil
Every heart and mind shall be free
that is anarchy

A world where freedom will bring fortune for all
the weak the strong the 'he' the 'she'
where "yours" and "mine" will oppress none
that is anarchy


Nota. Il testo originale in alfabeto ebraico è stato ripreso, assieme ad alcune traduzioni, da Yidlid - Des chansons en yiddish.
מיר ווערן געהאַסט און געטריבן,
מיר ווערן געפּלאָגט און פֿאַרפֿאָלגט.
און אַלץ נאָר דערפֿאַר ווײַל מיר ליבן
דאָס אָרעמע שמאַכטנדע פֿאָלק.

מיר ווערן דערשאָסן, געהאַנגען,
מען רױב אונדז דאָס לעבן און רעכט;
דערפֿאַר ווײַל מיר אמת פֿאַרלאַנגען
און פֿרײַהײט פֿאַר אָרעמע קנעכט!

אָבער אונדז וועט ניט דערשרעקן,
געפֿענקעניש און טיראַנײַ,
מיר מוזן די מענטשהײט דערוועקן
און מאַכן זי גליקלעך און פֿרײַ.

שמידט אונדז אין אײַזערנע קײטן,
ווי בלוטיקע חיות אונדז רײַסט;
איר קענט אונדזער קערפּער נאָר טײטן
נאָר קײן מאָל אונדזער הײליקן גײַסט!

טיראַנען! איר קענט אים ניט טײטן,
דאָס איז אַן אומשטערבלעכע בלום,
זײַנע שמעקענדע פֿלאַמענדע קווײטן
בליִען שױן איצט אומעטום!

זײ בליִען אין דענקענדיקע מענטשן,
וואָס ליבן גערעכטיקײט, ליכט
אַלײן די נאַטור טוט זײ בענטשן
צום קאַמף, צו די הײליקע פֿליכט.

באַפֿרײַען די אָרעמע שקלאַפֿן,
וואָס שמאַכטן אין הונגער און קעלט,
און פֿאַר דער מענטשהײט באַשאַפֿן,
אַ פֿרײַע, אַ ליכטיקע וועלט.

װוּ עס זאָל ניט גיסן קײן טרערן,
ניט פֿליסן אומשולדיקעס בלוט,
און מענטשן ווי גלענצענדע שטערן,
שײַנען מיט ליבע און מוט!

איר קענט אונדז דערמאָרדן, טיראַנען,
נײַע קעמפֿער וועט ברענגען די צײַט;
און מיר קעמפֿן, מיר קעמפֿן ביזוואַנען,
די גאַנצע וועלט וועט ווערן באַפֿרײַט.

envoyé par Bartleby + CCG/AWS Staff - 10/3/2011 - 14:15




Langue: yiddish

La trascrizione in caratteri latini.

Ripresa anch'essa da Yidlid - Des chansons en yiddish.
IN KAMF

Mir vern gehast un getribn,
Mir vern geplogt un farfolgt;
Un alts nor derfar vayl mir libn
Dos oreme shmakhtnde folk.

Mir vern dershosn, gehangen,
Men royb undz dos lebn un rekht;
Derfar vayl mir emes farlangen
Un frayhayt far oreme knekht!

Ober undz vet nit dershrekn
Gefenkenish un tiranay,
Mir muzn di mentshhayt dervekn
Un makhn zi gliklekh un fray.

Shmidt undz in ayzerne keytn,
Vi blutike khayes undz rayst;
Ir kent undzer kerper nor teytn
Nor keyn mol undzer heylikn gayst!

Tiranen! ir kent im nit teytn,
Dos iz an umshterblekhe blum,
Zayne shmekende, flamende kveytn
Blien shoyn itst umetum!

Zey blien in denkendike mentshn,
Vos libn gerekhtikayt, likht
Aleyn di natur tut zey bentshn
Tsum kamf, tsu di heylike flikht.

Bafrayen di oreme shklafn,
Vos shmakhtn in hunger un kelt,
Un far der mentshhayt bashafn
A fraye, a likhtike velt.

Vu es zol nit gisn keyn trern,
Nit flisn umshuldikes blut,
Un mentshn vi glentsende shtern,
Shaynen mit libe un mut!

Ir kent undz dermordn, tiranen,
Naye kemfer vet brengen di tsayt;
Un mir kemfn, mir kemfn bizvanen
Di gantse velt vet vern bafrayt.

envoyé par CCG/AWS Staff - 3/5/2013 - 01:28




Langue: italien

La versione italiana di Riccardo Venturi
3 maggio 2013
(Dal testo originale yiddish)

La pagina presente fino a pochi giorni fa conteneva un testo incompleto della poesia/canzone di David Edelstad, anche se si tratta -è vero- della versione ridotta comunemente cantata. Restaurando il testo originale completo, si è resa necessaria una traduzione integrale.
NELLA LOTTA

Siamo detestati e reietti,
siamo torturati e perseguitati;
e tutto perché noi amiamo
il popolo povero e oppresso.

Siamo impiccati e fucilati,
ci ruban la vita e i diritti;
perché esigiamo verità
e libertà per i poveri schiavi.

Ma non ci faremo spaventare
dalla prigione e dalla tirannia;
dobbiamo svegliar l'umanità
e renderla libera e allegra.

Incatenateci in ceppi di ferro,
cacciateci come belve sanguinarie;
ucciderete solo il nostro corpo,
ma la nostra mente non la avrete!

Tiranni, non potrete ucciderla,
è come una pianta immortale,
i suoi fiori odorosi e sgargianti
si schiudono già dappertutto.

Fioriscono negli uomini che pensano
che amano la giustizia e la chiarezza;
solo la natura li benedice
per la lotta, per questo sacro dovere.

Ove lacrime non versasse,
ove non scorresse sangue innocente;
ed ove gli uomini, come stelle lucenti,
brillassero d'amore e coraggio.

Ci potete assassinare, tiranni,
il tempo recherà nuovi combattenti.
E noi combatteremo, combatteremo finché
il mondo intero non sarà liberato.

3/5/2013 - 11:27




Langue: anglais

La traduzione integrale inglese ripresa da Yidlid - Des chansons en yiddish.
IN THE STRUGGLE

We are hated and driven
We are tormented and persecuted
And all that only because we love
The poor downtrodden people.

We are shot and hung
We are robbed of our lives and rights
Because we desire the truth
And freedom for the poor slave

But we won't be frightened
By prison and tyranny
We must awaken humanity
And make it happy and free

Bind us in iron chains
Like bloody beasts pull us
You can only kill our body
But never our holy spirit

Tyrants, you can't kill it
It is an immortal flower
Its smelling, flaming flowers
Already blossom everywhere

They bloom in thinking men
Who love justice and light
The nature blesses them
For their holy fight

Free the poor slaves
Dying from hunger and cold
And for humanity create
A free, a bright world

Where it won't shed tears
Where innocent blood won't flow
And where men like bright stars
Will gleam with love and courage

You can murder us, tyrants
Time will bring new fighters
And we will fight and fight till
The whole world is set free.

envoyé par Riccardo Venturi - 3/5/2013 - 11:34




Langue: anglais

Traduzione inglese di Jerry Silverman da “Songs of the Jewish People”.

E' la traduzione finora riportata nella "vecchia" pagina non ristrutturata; come si può vedere, si attiene alla versione corrente della canzone, di quattro o cinque strofe. Questa ne ha quattro. [RV]
IN STRUGGLE

With hatred and scorn we are driven,
Despised under tyrant’s cruel yoke.
And this is the reason that’s given:
Our love for the poor, weakest folk,
Our love for the poor, weakest folk.

By gun and by rope and by fire
They steal our rights and our lives;
Beacause of our one true desire:
Freedom for the poor working slaves,
Freedom for the poor working slaves.

Cast us in cold iron shackles,
Like beasts to destroy us you try.
It’s only our bodies you’re killing,
But our spirit never will die,
But our spirit never will die.

You tyrants can try to destroy us;
New soldiers will answer the call.
To battle, to battle till that day
When we have brought freedom to all,
When we have brought freedom to all.

envoyé par Bartleby - 10/3/2011 - 14:17




Langue: anglais

Traduzione inglese dei Klezmatics, dall’album “Jews with Horns” del 1994.

Anche la versione dei Klezmatics si attiene a quella corrente in quattro strofe. La pratica era comune per i canti anarchici in ogni lingua, che erano generalmente troppo lunghi per essere cantati da tutti a memoria. Come tutte le versioni ridotte, però, sono mantenuti (e, forse, in questo modo messi anche in evidenza) i punti chiave del pensiero espresso. [RV]
IN STRUGGLE

We are despised and driven
We are tortured and persecuted
only because we love
the poor and weak people.

We are shot and hanged,
robbed of our lives and our rights,
for we demand truth and freedom
for downtrodden slaves.

Cast us into iron chains,
tear us apart like bloody beasts;
you can only kill our bodies;
but never our holy spirit.

You can murder us, tyrants,
but time will bring new fighters;
and we fight, we fight until
the entire world is freed.

envoyé par Bartleby - 10/3/2011 - 14:55




Langue: français

La traduzione francese integrale ripresa da Yidlid - Des chansons en yiddish
AU COMBAT

Nous sommes détestés et dirigés
Nous sommes tourmentés et persécutés
Et tout cela seulement parce que nous aimons
Le peuple pauvre et opprimé.

Nous sommes tués par balle et par corde
On nous vole nos vies et nos droits
Parce que nous recherchons la vérité
Et la liberté pour les esclaves démunis

Mais nous ne serons pas effrayés
Par la prison et la tyrannie
Nous devons éveiller l'humanité
Et la rendre gaie et libre

Enchaînez-nous
Comme des bêtes sanguinaires traînez-nous
Vous pouvez tuer seulement notre corps
Mais jamais notre esprit.

Tyrans, vous ne pouvez pas le tuer
C'est une plante immortelle
Ses fleurs odorantes et flamboyantes
Éclosent déjà partout.

Elles fleurissent dans les hommes qui pensent
Qui aiment la justice et la clarté
La nature les bénit
Pour ce combat, cette tâche sacrée.

Libérer les pauvres esclaves
Qui dépérissent de faim et de froid
Et créer pour l'humanité
Un monde libre, un monde lumineux.

Où elle ne verserait pas de larmes
Où ne coulerait pas le sang innocent
Et où les hommes, comme des étoiles scintillantes
Brilleraient avec amour et courage.

Vous pouvez nous assassiner, tyrans
De nouveaux combattants apportera le temps
Et nous combattrons, nous combattrons, jusqu'à ce que
Le monde entier devienne libre.

envoyé par Riccardo Venturi - 3/5/2013 - 11:51




Langue: français

Version française - AU COMBAT – Marco valdo M.I. – 2011
Chanson yiddish – In Kamf – David Edelstadt – 1889
à partir du texte yiddish avec l'aide des versions anglaises de Jerry Silverman et de Klezmatics.

Eseguita a partire dal testo originale ridotto (e dalle analoghe versioni), anche la versione di Marco Valdo M.I. si attiene alle quattro strofe. [RV]

Avertissement : l'auteur de la version française tient à préciser qu'il ne connaît pas le yiddish et très mal l'anglais. Dès lors, il accepte par avance toute correction ou amélioration... Cependant, il a fait de son mieux pour donner une idée de ce que raconte « Au combat », en tentant toutefois de rester au plus près du texte original.

Sur la mélodie – d'un auteur anonyme – d'une chanson populaire révolutionnaire russe - « Torturés à mort en prison », écrite par le poète G. A. Machtet en honneur des étudiants massacrés durant les mouvements révolutionnaires de 1870.

Cette chanson fut écrite par une jeune poète juif russe un de ces multiples sujets du tsar qui furent contraints à émigrer aux USA ; rien qu'entre 1881 et 1890 plus de 5 millions, en majorité des Juifs pour fuir la misère et surtout les pogroms antisémites déclenchés après l'assassinat du tsar Alexandre II par un groupe de révolutionnaires... Comme à l'habitude, les Juifs en tant que tels n'y étaient pour rien mais – on sait – il y a toujours eu dans le cours de l'histoire un bon prétexte pour mettre à la porte un peu de ces « Juifs perfides »...
David Edelstadt était un poète précoce ; il avait publié son premier recueil à 12 ans. C'était un garçon très furieux contre les maîtres de chez lui qui lui avaient pris son père, enrôlé de force dans l'armée du tsar pour un service militaire qui pour les gens qui étaient mal vus du régime comme les Juifs, pouvait durer jusqu'à 25 ans, chose encore pire qu'une longue peine de détention. Ainsi, quand en 1881, après le terrible pogrom de Kiev du 8 mai, David Edelstadt débarqua à Ellis Island, New York, il adhéra immédiatement au mouvement anarchiste et en devînt un des militants les plus en vue, particulièrement après l'affaire de Haymarket del 1886, quand des anarchistes ( August Spies, George Engel, Adolph Fischer et Albert Parsons, pendus le 11 novembre 1887.) furent mis à mort, injustement inculpés d'avoir fait exploser une bombe durant une manifestation ouvrière à Chicago. Dans ce mouvement, il fut responsable de la revue « Freie Arbeiter Stimme » (Voix du travailleur libre), périodique anarchiste en yiddish, dans laquelle il publiait également ses poèmes.

Il mourut de tuberculose à seulement 26 ans à cause du travail insalubre dans les « svetshop », petites fabriques où la main d’œuvre est exploitée et sous-payée, auquel il était contraint pour vivre.

C'EST L'ANARCHIE
par David Edelstadt

Un monde où personne ne gouvernera
Le travail et le labeur d'autrui
Chaque cœur et esprit sera libre
C'est l'anarchie

Un monde où la liberté donnera sa chance à tous
Au faible au fort à lui à elle
Où le « tien » et le « mien » n'opprimera personne
C'est l'anarchiez
AU COMBAT

Nous sommes haïs et dirigés
Nous sommes torturés et persécutés
Et pour cela, nous voulons aimer
Le pauvre malheureux peuple
Le pauvre malheureux peuple

Nous sommes fusillés, pendus
On nous vole la vie et le droit
Pour cela, nous voulons obtenir vérité
Et liberté pour les pauvres gens
Et liberté pour les pauvres gens.

Ils nous tiennent dans des chaînes d'acier
Ils nous flinguent comme des bêtes sauvages.
Vous pouvez tuer notre corps
Mais jamais notre esprit sacré
Mais jamais notre esprit sacré

Vous pouvez nous assassiner, tyrans
Le temps apportera de nouveaux combattants
Et nous combattrons, nous combattrons jusqu'à ce que
Le monde entier soit rendu libre
Le monde entier soit rendu libre.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 12/3/2011 - 21:17


Con questa pagina, terminate le revisioni a fondo delle pagine della "Sezione Yiddish" già contenenti i testi in alfabeto ebraico, inizia la revisione di quelle che sono state inserite esclusivamente coi testi in trascrizioni più o meno esatte. La revisione prevede naturalmente che tutte le pagine della "Sezione Yiddish" siano restituite nella loro veste originale, prendendo come criterio le norme ortografiche, sia per la grafia ebraica sia per la trascrizione, dello Yidisher Visenshaftlekher Institut (Istituito Scientifico Yiddish, YIVO); a tale riguardo, anche i nomi degli autori(come forse qualcuno avrà notato) sono stati riportati tutti nella vera forma Yiddish, seguita da quella "vulgata" (o più comune) tra parentesi quadre. L'opera sarà lunga; anche per questo motivo prego tutti (admins e collaboratori) di non inserire eventuali altre canzoni in yiddish senza prima consultarmi; altrimenti "non ne esco più". Grazie.

Riccardo Venturi - 2/5/2013 - 11:16




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