Por las calles vacías noche sin rostro,
los trigales quemados, bandera herida.
¿Es que el aire en su vuelo se ha detenido?
¿O es que murió la llama en todos los fuegos?
Una mano del fuego hizo herramienta
y detrás de sus pasos dejó caminos
y de tierra y de fuego pan hace el hombre
y el pan, antes que trigo, es mano que siembra.
Y detrás de sus pasos dejó caminos.
Hay torrentes que corren bajo la tierra,
como muerte que en vida germinará.
Así arde en las venas una palabra.
Su palabra creciendo,
un sol nuevo alimenta cada mirada
como trigo sembrado,
cuando hay junto a una mano manos hermanas,
hermanada conciencia
cuando contra el tirano se alza la Patria,
cuando contra el tirano se alza la Patria.
Un sol nuevo alimenta cada mirada
un sol nuevo alimenta cada mirada
cuando hay junto a una mano manos hermanas,
cuando se alza la Patria contra el traidor.
Un día el cobre se alzará
y en las entrañas del carbón
temblará el grito contenido de la tierra.
¡Para el traidor no habrá perdón!
Un día el cobre se alzará
y en las entrañas del carbón
temblará el grito contenido de la tierra.
¡Para el traidor no habrá perdón!
los trigales quemados, bandera herida.
¿Es que el aire en su vuelo se ha detenido?
¿O es que murió la llama en todos los fuegos?
Una mano del fuego hizo herramienta
y detrás de sus pasos dejó caminos
y de tierra y de fuego pan hace el hombre
y el pan, antes que trigo, es mano que siembra.
Y detrás de sus pasos dejó caminos.
Hay torrentes que corren bajo la tierra,
como muerte que en vida germinará.
Así arde en las venas una palabra.
Su palabra creciendo,
un sol nuevo alimenta cada mirada
como trigo sembrado,
cuando hay junto a una mano manos hermanas,
hermanada conciencia
cuando contra el tirano se alza la Patria,
cuando contra el tirano se alza la Patria.
Un sol nuevo alimenta cada mirada
un sol nuevo alimenta cada mirada
cuando hay junto a una mano manos hermanas,
cuando se alza la Patria contra el traidor.
Un día el cobre se alzará
y en las entrañas del carbón
temblará el grito contenido de la tierra.
¡Para el traidor no habrá perdón!
Un día el cobre se alzará
y en las entrañas del carbón
temblará el grito contenido de la tierra.
¡Para el traidor no habrá perdón!
envoyé par Riccardo Venturi - 21/3/2006 - 17:42
Langue: italien
Versione italiana di Riccardo Venturi
22 marzo 2006
Anche per questa canzone esisteva già la storica traduzione di Ignazio Delogu, dal volume "Inti Illimani. Canzoni", edito dalla Newton Compton nel 1977. La ho rifatta ricercando una maggiore secchezza. [RV]
22 marzo 2006
Anche per questa canzone esisteva già la storica traduzione di Ignazio Delogu, dal volume "Inti Illimani. Canzoni", edito dalla Newton Compton nel 1977. La ho rifatta ricercando una maggiore secchezza. [RV]
CANTO AI CADUTI
Per le strade vuote, notte senza volto,
i campi bruciati, bandiera ferita.
L’aria si è fermata in volo?
La fiamma è morta in tutti i fuochi?
Una mano si è servita del fuoco,
e dietro ai suoi passi ha lasciato strade.
Con la terra e col fuoco l’uomo fa pane,
e il pane, prima che grano, è mano che semina.
E dietro ai suoi passi ha lasciato strade.
Ci son torrenti che scorrono sotto la terra,
come morte che in vita germinerà.
Così arde nelle vene una parola.
La sua parola che cresce,
un sole nuovo alimenta ogni sguardo,
come grano seminato,
quando accanto a una mano ci son mani fraterne,
coscienza affratellata
Quando contro il tiranno si solleva la Patria,
quando contro il tiranno si solleva la Patria
un sole nuovo alimenta ogni sguardo,
un sole nuovo alimenta ogni sguardo,
quando accanto a una mano ci son mani fraterne,
quando la Patria si solleva contro il traditore.
Un giorno il rame insorgerà
e nelle viscere del carbone
tremerà il grido sommesso della terra.
Per il traditore nessun perdono!
Un giorno il rame insorgerà
e nelle viscere del carbone
tremerà il grido sommesso della terra.
Per il traditore nessun perdono!
Per le strade vuote, notte senza volto,
i campi bruciati, bandiera ferita.
L’aria si è fermata in volo?
La fiamma è morta in tutti i fuochi?
Una mano si è servita del fuoco,
e dietro ai suoi passi ha lasciato strade.
Con la terra e col fuoco l’uomo fa pane,
e il pane, prima che grano, è mano che semina.
E dietro ai suoi passi ha lasciato strade.
Ci son torrenti che scorrono sotto la terra,
come morte che in vita germinerà.
Così arde nelle vene una parola.
La sua parola che cresce,
un sole nuovo alimenta ogni sguardo,
come grano seminato,
quando accanto a una mano ci son mani fraterne,
coscienza affratellata
Quando contro il tiranno si solleva la Patria,
quando contro il tiranno si solleva la Patria
un sole nuovo alimenta ogni sguardo,
un sole nuovo alimenta ogni sguardo,
quando accanto a una mano ci son mani fraterne,
quando la Patria si solleva contro il traditore.
Un giorno il rame insorgerà
e nelle viscere del carbone
tremerà il grido sommesso della terra.
Per il traditore nessun perdono!
Un giorno il rame insorgerà
e nelle viscere del carbone
tremerà il grido sommesso della terra.
Per il traditore nessun perdono!
Langue: italien
Ho provato a farne una versione cantabile.
CANTO AI CADUTI
Per le calli deserte, ignota notte,
per i campi bruciati, bandiera uccisa.
Forse l'aria nel volo si è fermata?
Forse è morta la fiamma in ogni fuoco?
Una mano del fuoco si è servita
e le strade ha lasciato dietro ai suoi passi
e con terra e con fuoco pane fa l'uomo
ed il pan più che grano è man che coltiva.
E le strade ha lasciato dietro ai suoi passi.
Hai torrenti che scorron sotto la terra
come morte che in vita germinerà.
Così arde nel sangue una parola,
la parola che cresce,
un sol nuovo alimenta tutti gli sguardi
come semi di grano
quando accanto alla mano hai mani fraterne,
dei fratelli coscienza,
quando contro il tiranno si alza la Patria,
quando contro il tiranno si alza la Patria.
Un sol nuovo alimenta tutti gli sguardi,
un sol nuovo alimenta tutti gli sguardi,
quando accanto alla mano hai mani fraterne,
quando la Patria è contro il traditor.
Un giorno il rame s'alzerà
e nelle cave del carbon
tremerà il grido contenuto della terra:
nessun perdono al traditor!
Per le calli deserte, ignota notte,
per i campi bruciati, bandiera uccisa.
Forse l'aria nel volo si è fermata?
Forse è morta la fiamma in ogni fuoco?
Una mano del fuoco si è servita
e le strade ha lasciato dietro ai suoi passi
e con terra e con fuoco pane fa l'uomo
ed il pan più che grano è man che coltiva.
E le strade ha lasciato dietro ai suoi passi.
Hai torrenti che scorron sotto la terra
come morte che in vita germinerà.
Così arde nel sangue una parola,
la parola che cresce,
un sol nuovo alimenta tutti gli sguardi
come semi di grano
quando accanto alla mano hai mani fraterne,
dei fratelli coscienza,
quando contro il tiranno si alza la Patria,
quando contro il tiranno si alza la Patria.
Un sol nuovo alimenta tutti gli sguardi,
un sol nuovo alimenta tutti gli sguardi,
quando accanto alla mano hai mani fraterne,
quando la Patria è contro il traditor.
Un giorno il rame s'alzerà
e nelle cave del carbon
tremerà il grido contenuto della terra:
nessun perdono al traditor!
envoyé par Jacopo Capurri - 27/7/2015 - 23:37
×
Musica di Luis Advis
Testo di Jorge Coulón Larrañaga, Luis Advis e José Seves Sepúlveda
Music by Luis Advis
Lyrics by Jorge Coulón Larrañaga, Luis Advis and José Seves Sepúlveda
Da/From Cancioneros de Trovadores
Dalla colonna sonora del film La tierra prometida (La terra promessa) di Miguel Littín [1973]
From the soundtrack of the motion picture La tierra prometida (The Promised Land) by Miguel Littín
Inserito nell'album "Chile Resistencia" [1974]
Then included in the album "Chile Resistencia" [1974]
Il film La tierra prometida, del regista cileno Miguel Littín Cucumides (l’autore di Actas de Marusia, basato sugli stessi avvenimenti narrati nella Cantata Santa María de Iquique dei Quilapayún, e che più tardi (1985) tornerà di nascosto in Cile per girarvi un documentario clandestino sulla dittatura di Pinochet la cui avventura è stata narrata da Gabriel García Márquez ne Le avventure di Miguel Littín, esule clandestino in Cile), è considerato a ragione il capolavoro della breve stagione cinematografica del Cile di Unidad Popular. Interpretato da Nelson Vilagra, Marcelo Gaete e Shenda Roman, il film narra le tragiche vicende di una rivolta contadina nel Cile di inizio secolo, repressa nel sangue, come di consueto, dall’esercito. Un atto d’accusa violentissimo contro il potere politico e agrario e la sua armata, che viene presentato nelle sale di Santiago il 17 agosto 1973. Neanche un mese dopo, è l’11 settembre 1973, con il golpe fascista di Pinochet.
Agli Inti-Illimani, ancora con la musica del grande Luis Advis (e con la collaborazione sotterranea dello scrittore Luis Sepúlveda), Littín chiede la colonna sonora del film, per il quale compongono anche la sigla finale, Canto a los caídos, capolavoro assoluto dello storico gruppo cileno. Una canzone terribile, potente, non fraintendibile, sottolineata da una musica da fare venire i brividi e dal canto e controcanto della parte centrale del testo (qui riprodotto con l’alternanza tra carattere normale e corsivo). Questa non è una canzone contro la guerra. E’ una canzone contro un esercito di massacratori. Lo stesso esercito che, neanche un mese dopo l’uscita del film, ucciderà migliaia di persone e ne costringerà altrettante, tra le quali lo stesso regista e gli autori della colonna sonora, ad un esilio ventennale. La canzone cessa di essere riferita al passato, e torna tragicamente nel presente.
Riccardo Venturi, 22 marzo 2006.