Era il dieci luglio di una terra senza colpa
bambini nei giardini giocavano nel sole
e l'aria era di casa, di sugo e di fatica
e vecchi nella piazza parlavano d'amore
e donne al davanzale lanciavano parole
sepolte ormai nel ventre di madri perdute,
perdute dal cielo proprio sopra di noi
che restiamo a guardare morire le radici,
i preti perdonare proprio sopra di voi,
che vivete tranquilli nella vostra coscienza di uomini giusti,
che sfruttate la vita per i vostri sporchi giochetti
allora allora ammazzateci tutti!
Noi siamo qui prigionieri del cielo
come giovani indiani risarciteci i cuori,
noi siamo qui, senza terra né bandiera,
aspettando qualcosa da fare
e che non porti ancora dei torroni a Natale,
telegrammi "ci pensiamo noi"
condoglianze! condoglianze!
bambini nei giardini giocavano nel sole
e l'aria era di casa, di sugo e di fatica
e vecchi nella piazza parlavano d'amore
e donne al davanzale lanciavano parole
sepolte ormai nel ventre di madri perdute,
perdute dal cielo proprio sopra di noi
che restiamo a guardare morire le radici,
i preti perdonare proprio sopra di voi,
che vivete tranquilli nella vostra coscienza di uomini giusti,
che sfruttate la vita per i vostri sporchi giochetti
allora allora ammazzateci tutti!
Noi siamo qui prigionieri del cielo
come giovani indiani risarciteci i cuori,
noi siamo qui, senza terra né bandiera,
aspettando qualcosa da fare
e che non porti ancora dei torroni a Natale,
telegrammi "ci pensiamo noi"
condoglianze! condoglianze!
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Nell'album "Ullallà", 1976 , Antonello Venditti canta la disperazione provocata dalla fuga di diossina (nel brano "Canzone per Seveso") , gas altamente tossico, che si verifica nel '76 all'Icmesa di Seveso.
(da Sole Gemello)