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Τα λουστράκια

Manos Hatzidakis / Μάνος Χατζιδάκις
Langue: grec moderne


Manos Hatzidakis / Μάνος Χατζιδάκις

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(LA CCG NUMERO 10000 / AWS NUMBER 10000 - 6 dicembre 2009 - December 6, 2009)


Ta loustrákia
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Μάνος Χατζιδάκις
Πρώτη εκτέλεση: Ορχιστρικό
America America - 1963

Testo di Nikos Gatsos
Musica di Manos Hatzidakis
Prima esecuzione: Οrchestra
Soundtrack del film "America America" di Elia Kazan - 1963

hatzilapis

I Greci manifestano sentimenti fraterni per gli Armeni, con i quali hanno condiviso le violente persecuzioni dei Turchi, già in atto ben prima (1894-96) del genocidio armeno del 1915-16 e della cacciata dei Greci del 1922. Quando l'armeno Elìa Kazan progettò di girare il film "America America" sulla traccia di un suo omonimo racconto, dove Armeni e Greci, negli anni Novanta del XIX sec., condividono le medesime peripezie e il sogno di raggiungere ad ogni costo l'America, per le musiche pensò al greco Manos Hatzidakis, che aveva già raggiunto una notevole notorietà negli U.S.A. grazie alla canzone "I ragazzi del Pireo" del film "Mai di domenica" di Jules Dassin. E Hatzidakis coinvolse l'amico Nikos Gatsos per i testi delle canzoni. Se non faccio errori, Gatsos ne scrisse almeno tre: "Τ'αστερι του βορριά" (La stella polare), Μια Παναγιά (Una Madonna) e Τα λουστράκια (I lustrascarpe/Shoeshine Boys). Le prime due, scorrendo i numerosi e ampi spezzoni del film che si rintracciano facilmente nel "tubo" digitando - America America Kazan - , si possono in qualche modo acoltare. La terza non risulta eseguita con le parole nel film: per quanto sia una canzone valida, non solo musicalmente, ma anche per il testo che "fotografa" l'inumana lotta per la sopravvivenza dei disperati approdati nel grande paese della speranza.
Tutte le musiche e le canzoni stanno in un CD dal titolo "America America", che riproduce il LP del 1963. (gpt)
Δουλειά και χαμαλίκι
και βρώμα κι απλυσιά
μαζεύτηκαν οι λύκοι
να μπουν στην εκκλησιά.

Κοιμάμαι στο χαλίκι
χορταίνω από βρισιά
και μ' έχει σαν σκουλήκι
του κόσμου η μπαμπεσιά.

Πού θα πάμε, πού θα πάμε
τι θα φάμε, τι θα φάμε;
Έκλεψα μια λαμαρίνα
με ζεστή-ζεστή φαρίνα.

Σώπα σώπα, σώπα σώπα,
δε μου το 'πες δε σου το 'πα
πάψε πάψε, πάψε πάψε
κι ό,τι βρεις μπροστά σου χάψε.

envoyé par Gian Piero Testa - 7/12/2010 - 17:16



Langue: italien

Versione italiana di Gian Piero Testa
I LUSTRASCARPE

Un lavoro da facchini
e puzza e sporcizia
si sono adunati i lupi
per entrare nella chiesa.

Dormo sul selciato
mi sazio di male parole
e mi tratta da verme
l'insulsaggine della gente.

Dove si andrà, dove si andrà
che si mangerà, che si mangerà ?
Ho rubato una padella
di farinata calda calda

Zitto zitto, zitto zitto
non ho sentito niente
smettila smettila, smettila smettila
e quello chi ti si para davanti divoralo.

envoyé par CCG/AWS Staff - 8/12/2010 - 06:45


O Gian Piero, non è che ti eri dimenticato qualcosa, tipo -che so io- il testo greco...? :-)

Però va anche detto che la pagina stixoi relativa alla canzone dà attualmente un bel 404 Not Found: caso che, ohimé, accade spesso su quel galattico sito. Le pagine di kithara.vu invece, semplicemente, non si aprono di default da Google: un autentico mistero eleusino! Comunque il testo l'ho trovato su Song of the Day, che poi sarebbe Τραγούδι της ημέρας. Certo che i greci son proprio fissati con l'inglese; e visto il trattamentino loro riservato dalla Gran Bretagna, che prima li spoglia di non so quanti tesori artistici per portarli al British Museum e poi organizza loro un bel supportino alle forze della reazione durante la guerra civile...

Un paio di parole, forse, andrebbero spese anche su Elia Kazan (o meglio, Ηλίας Καζαντζόγλου, nato a Cesarea di Cappadocia in una famiglia greca ma portatore di un cognome turco). Grande, grandissimo regista, senz'altro; e anche gran traditore, lui il comunista che poi andò a far parte del "Comitato McCarthy" contribuendo a formare la "Lista Nera di Hollywood". In questo sito, forse la più importante "Pagina Speciale", quella per la CCG n° 10000, è dedicata a "E Johnny prese il fucile" di Dalton Trumbo: e Dalton Trumbo fu una delle principali vittime artistiche del maccartismo. Quando a Kazan fu concesso l'Oscar alla carriera, molti dei presenti non si alzarono affatto per applaudirlo, memori di quella cosa che, a mio parere, non ha e non può avere nessun "distinguo". Resta semplicemente un atto infame. Ad ogni modo, Kazan non era affatto armeno: i suoi genitori erano greci di Cappadocia (la madre si chiamava Αθήνα Σισμανόγλου).

Riccardo Venturi - 8/12/2010 - 06:51


Lo sai, Riccardo, che è un bel mistero? Dico dei meandri del sito. Andavo un po' di fretta, ma volevo mandare comunque il mio piccolo contributo: ho fatto e spedito. All'apparire della pagina in attesa di approvazione, mi sono accorto che dal testo di commento era sparito il mio rinvio generico agli spezzoni del film, che avevo trovato in you tube. Siccome avevo usato, per inquadrarlo, le virgolette basse semplici, mi è venuto in mente che fossero loro la causa, perché me le facevi usare tu per predisporre i miei invii via email già adattati alla pagina web. Praticamente non sono segni grafici, ma comandi. Ho provveduto a correggere e subito spedito: ma, veloce come un lampo, la canzone era già stata inserita. Solo a quel punto mi sono accorto che ne avevo combinata una ancora più grossa: avevo copiato e incollato la traduzione al posto del testo... Allora ho ricominciato da capo. Giunto all'inserimento del titolo, è uscito l'avviso che la canzone già c'era, con la domanda se la si dovesse o no considerare un doppione. Ho risposto di no, e l'invio è stato accettato. Pensavo che vi bastasse sostituire l' "arrosto" con il nuovo invio corretto. Invece leggo che hai dovuto cercarlo tu, il testo, e me ne dispiace. Ma dove sarà finito il secondo invio?
L'altro mistero che mi affligge è quello dell'inserimento delle note biografiche. Trattandosi di Greci, scopro che spesso, al posto di una nota fatta ad hoc, c'è l'apertura di una pagina web in greco. Allora, quando ho il tempo, me la copio, la traduco, magari la riduco (o la amplio), e tento di "postarla". Ma per fare questo devo passare per l'elenco dei nomi di cui già esiste la biografia: e non sempre li trovo, e devo rinunciare. Senza peraltro capirne il perché.
Ti ringrazio delle precisazioni su Kazan: con il cognome in -an credevo fosse di origine armena. E invece aveva un bel cognome di conio turco in -oglu...Ed era greco... (avevo letto che in Anatolia c'erano greci turcofoni che scrivevano però il turco con i caratteri greci: e li chiamavano karaman: da cui penso derivi il cognome Karamanlìs). Delle sue porcherie maccartiste sapevo qualche cosa; ma personalmente io non amo le damnatio memoriae. Se uno ha fatto qualcosa di buono, quella resta, indipendentemente dalle porcherie fatte successivamente. Certo, sapendolo, avrei dovuto scriverlo io, sia pure in una parentesi: ma non ne sapevo abbastanza, e chiedo scusa. Il film America America non l'ho mai visto: ma gli spezzoni visibili in you tube mi sono sembrati di una straordinaria qualità ed efficacia. Peccato, per il poi.

Gian Piero Testa - 8/12/2010 - 11:59


Dal webmaster... un impegno preciso a rifare la pagina per aggiornare le biografie ;)

Mi scuso anche per tutti gli altri problemi ma per una serie di motivi gestire i caratteri in greco (ma anche in cirillico e in arabo) è sempre un gran casino. E tutto perché i computer li hanno inventati negli Stati Uniti dove hanno un alfabeto senza neanche gli accenti!

Lorenzo - 8/12/2010 - 12:21


Io so di aver corretto "l'arrosto" come richiesto.... ma non so se c'era o non c'era il testo in greco

Chiedo venia :)

adriana - 8/12/2010 - 13:06


In linea di massima non amo nemmeno io le "damnationes memoriae", però ci sono delle eccezioni. Prendere e consegnare alla morte civile (e alla galera) delle persone che ti consideravano un compagno, è un atto schifoso che non può essere dimenticato. Anche perché di uno come Kazan si ha più "indulgenza" perché ha fatto dei bei film; fosse stato un muratore o un impiegato non si avrebbero avuti poi tanti scrupoli. Credo che nemmeno io mi sarei alzato ad applaudirlo per l'Oscar alla carriera; lui la sua carriera l'ha potuta avere, a differenza di coloro cui l'ha troncata. E vorrei vedere se qualcuno, Gian Piero, l'avesse fatto a te. La memoria non va "damnata" a priori, ma analizzata. Ed avere un giudizio su chi è morto vuole semplicemente dire che da vivo ha agito in un certo modo. Saluti!

Riccardo Venturi - 8/12/2010 - 15:52


Scusami se ti leggo solo adesso. Quello che scrivi mi trova perfettamente d'accordo. Quello che a me non va (e lo dico in primo luogo a me stesso) è che si finga che qualcuno, o un fatto, non sia esistito. Il mio errore è stato non di avere riproposto un'opera di uno che poi si fece bastardo, ma di non avere fatto cenno, contemporaneamente, che Kazan è la stessa persona che si rese di lì a poco responsabile di quelle infamie. Omissione del tutto involontaria, imputabile a una mia ignoranza, ma non per questo meno grave. E ti ringrazio di quello che hai aggiunto tu, che rimette le cose a posto, e che mi dà sollievo, perché non mi sarebbe piaciuto accorgermi,chissà quando, di avere combinato, insieme con gli altri due, anche questo "arrosto", che è un bel po' più indigesto degli altri...

Gian Piero Testa - 8/12/2010 - 18:07


No, mi sta girando un tarlo per la testa e mi rendo conto di avere scritto presupponendo una cronologia fasulla. Infatti ho dato per scontato che Kazan ha fatto la carogna dopo il film America America. Ma non può essere: quando ha fatto il film (1963), le sue infamie le aveva già abbondantissimamente commesse, visto che risalgono al maccartismo e quindi all'inizio degli anni Cinquanta. C'è da rimanerci male: ma se le cose sono queste, sono queste. No, no: nemmeno io mi sarei alzato in piedi, al conferimento dell'Oscar alla carriera.

Gian Piero Testa - 8/12/2010 - 18:57


Nella pagina per inviare le biografie si può ora cercare facilmente l'artista con l'autocompletamento, come al momento dell'inserimento. Spero che questo semplifichi le cose!

Lorenzo - 8/12/2010 - 23:06


C'è anche da dire che questa canzone non è di Elia Kazan, ma di Nikos Gatsos e di Manos Hatzidakis, sui quali certamente non si può dire alcunché. Ed è, e rimane, una bella canzone.

Riccardo Venturi - 8/12/2010 - 23:42




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