Ich trank meinen Morgenkaffee und ahnte nichts Böses.
Es klingelte. Ich ahnte noch immer nichts Böses.
Der Briefträger brachte mir ein Schreiben. Nichts Böses ahnend, öffnete ich es.
Es stand nichts Böses darin.
Ha! rief ich aus. Meine Ahnung hat mich nicht betrogen.
Es klingelte. Ich ahnte noch immer nichts Böses.
Der Briefträger brachte mir ein Schreiben. Nichts Böses ahnend, öffnete ich es.
Es stand nichts Böses darin.
Ha! rief ich aus. Meine Ahnung hat mich nicht betrogen.
Contributed by Bartleby - 2010/12/6 - 15:49
Language: English
Traduzione inglese di Gary Bachlund
THE PREMONITION
I drank my morning coffee and felt no horrid premonition.
The doorbell rang. I felt still no approaching evil.
The postman brought me a letter. Feeling no trepidation, I opened it.
There was nothing horrible therein.
"Ha," I cried aloud. My hunches had not deceived me.
I drank my morning coffee and felt no horrid premonition.
The doorbell rang. I felt still no approaching evil.
The postman brought me a letter. Feeling no trepidation, I opened it.
There was nothing horrible therein.
"Ha," I cried aloud. My hunches had not deceived me.
Contributed by Bartleby - 2010/12/6 - 15:50
Language: Italian
Tentativo di traduzione italiana di Bartleby.
IL PRESAGIO
Bevetti il mio caffè del mattino e non ebbi nessun orrido presentimento.
Suonò il campanello. Di nuovo non avvertii il male avvicinarsi.
Il postino mi consegnò una lettera. Non sentii trepidazione, la aprii.
Non recava nessuna orribile notizia.
“Aaahhh!”, urlai. Le mie sensazioni non mi avevano ingannato.
Bevetti il mio caffè del mattino e non ebbi nessun orrido presentimento.
Suonò il campanello. Di nuovo non avvertii il male avvicinarsi.
Il postino mi consegnò una lettera. Non sentii trepidazione, la aprii.
Non recava nessuna orribile notizia.
“Aaahhh!”, urlai. Le mie sensazioni non mi avevano ingannato.
Contributed by Bartleby - 2010/12/7 - 07:49
L’orrido presentimento del Male che si avvicina… Chissà se Erich Mühsam si ricordò di questa breve poesia scritta 25 anni prima quando, all’alba del 28 febbraio 1933, i nazisti (e non il postino) suonarono il campanello della sua abitazione (o, più probabilmente, ne sfondarono la porta) mostrando a quel “giudeo sovversivo” un mandato di arresto firmato di suo pugno da Joseph Goebbels…
No, le sue sensazioni non lo avevano ingannato, ma non aveva fatto in tempo a fuggire…
Mühsam, come tantissimi altri, finì inghiottito nel buco nero concetrazionario che i nazisti già facevano funzionare a pieno regime…
Ed il Male, il Demonio che, non riuscendo a piegarne la coscienza, prima lo massacrò e poi lo uccise s’incarnò per Mühsam nell’orrido figuro Theodor Eicke, il suo esatto opposto.
Eicke, classe 1892, ultimo figlio di famiglia numerosa, cattolica, popolare, era un gran caprone a scuola e infatti la abbandonò presto per arruolarsi nell’esercito. Si fece le ossa in fanteria e nella prima guerra fu decorato con la croce di ferro per il coraggio dimostrato in battaglia. Tornato alla vita civile, non trovando occupazione, riprese gli studi ma, ancora una volta, non ce la fece e trovò più interessante fare prima la spia, l’informatore per la polizia, e poi diventarne un membro. Ma la carriera da poliziotto durò poco, un po’ perché Eicke non era riuscito a prendere uno straccio di diploma, un po’ perché fu coinvolto in risse e pestaggi gratuiti ai danni di sostenitori della Repubblica di Weimar. Finì così a lavorare all’industria chimica IG Farben dove gli fu affidato il compito di dirigere i servizi di controllo interno, le guardie che tenevano d’occhio sindacalisti e facinorosi.
Ma la carriera del nostro doberman era solo agli inizi: nel 1928 si arruolò nelle SA, l’organizzazione paramilitare nazista guidata da Ernst Röhm, per poi passare alle neonate SS e ricevere i gradi di colonnello direttamente dalle mani di Heinrich Himmler. Nel 1932 il colonnello Theodor Eicke fu arrestato mentre si accingeva a piazzare bombe nelle sedi di organizzazioni politiche avversarie dei nazisti ma, ovviamente, non fece un solo giorno di carcere e, anzi, con la salita di Hitler al potere fu promosso di grado ed incaricato del comando del campo di concentramento di Dachau. La ferocia di Eicke, il suo radicale antisemitismo, il suo odio per i comunisti, insieme alla devozione che per lui mostravano soldati ed ufficiali, suggerirono ad Himmler di farne un supervisore del già vasto e complesso e problematico universo concetrazionario.
Nell’estate del 1934 avvenne poi il fatto che segnò la definitiva consacrazione di Eicke. Fu proprio lui, nel corso della famigerata “Notte del Lunghi Coltelli”, ad uccidere con le sue mani l’ormai scomodo e incontrollabile capo delle SA Ernst Röhm.
Fatte fuori le camicie brune ed assurto per questo tra i fedelissimi di Hitler, l’ormai generale Theodor Eicke si dedicò intensamente all’attività che più gli piaceva e in cui davvero eccelleva: la “gestione” o, meglio, l’eliminazione dei prigionieri.
Sono i primi giorni di luglio di quel 1934 e il demonio Eicke si trova di passaggio ad Oranienburg per un’ispezione routinaria. Lì i responsabili del campo gli fanno sapere che da qualche mese è arrivato un prigioniero, tal Erich Mühsam, un ebreo del cazzo, per giunta anarchico e comunista, implicato nell’incendio del Reichstag, un irriducibile che, nonostante il fisico gracile e devastato dalle torture e dalla percosse che ogni giorno loro si curano di somministrargli, beh, non fa una piega, anzi, si mostra sempre allegro, sfida le guardie ed è arrivato addirittura ad osar cantare Die Internationale quando loro hanno cercato di costringerlo a cantare l’ Horst-Wessel-Lied, l’inno nazista… “Ci penso io a ‘sto bolscevico di merda, giudeo bastardo”, avrà sibilato il demonio.
La moglie di Mühsam, Kreszentia detta Zenzl, fa visita al marito prigioniero l’8 luglio e quasi non lo riconosce tanto il volto è devastato dalle botte. Ma lo spirito di Erich è incrollabile e riesce addirittura a mostrarsi allegro davanti alla consorte. Il 9 luglio, nella notte, il demonio Eicke fa prelevare Mühsam dalla sua baracca… Non lo vuole interrogare, vuole ucciderlo… Lui e altri due ufficiali SS lo picchiano fino a sfondargli il cranio… Mühsam perde coscienza ma non è ancora morto… Allora gli praticano un’iniezione, che lo uccide… Poi trascinano il corpo in una latrina e lo impiccano lì, per poter scrivere nel rapporto che si è trattato di un suicidio…
Quando la informano della morte del suo Erich, Zenzl Mühsam urla in faccia ai soldati: “Lo avete ucciso!”, ma quelli stringono le spalle e ridacchiano. L’autopsia richiesta dalla famiglia viene negata.
Il demonio Theodor Eicke, generale della divisione SS Totenkopf, morirà nel 1943 sul fronte russo.
Celebrato allora come un eroe di guerra, oggi viene qui ricordato solo come un assassino seriale, un genocida, un demone della storia…
Del grande Erich Mühsam, piccolo ebreo che dedicò ed offrì la sua vita agli oppressi, restano invece tutti i suoi scritti, le sue poesie, le sue canzoni ed il suo spirito incrollabile di chi lotta senza tregua contro l’ingiustizia, contro il fascismo, contro il Male, per la Libertà.
No, le sue sensazioni non lo avevano ingannato, ma non aveva fatto in tempo a fuggire…
Mühsam, come tantissimi altri, finì inghiottito nel buco nero concetrazionario che i nazisti già facevano funzionare a pieno regime…
Ed il Male, il Demonio che, non riuscendo a piegarne la coscienza, prima lo massacrò e poi lo uccise s’incarnò per Mühsam nell’orrido figuro Theodor Eicke, il suo esatto opposto.
Eicke, classe 1892, ultimo figlio di famiglia numerosa, cattolica, popolare, era un gran caprone a scuola e infatti la abbandonò presto per arruolarsi nell’esercito. Si fece le ossa in fanteria e nella prima guerra fu decorato con la croce di ferro per il coraggio dimostrato in battaglia. Tornato alla vita civile, non trovando occupazione, riprese gli studi ma, ancora una volta, non ce la fece e trovò più interessante fare prima la spia, l’informatore per la polizia, e poi diventarne un membro. Ma la carriera da poliziotto durò poco, un po’ perché Eicke non era riuscito a prendere uno straccio di diploma, un po’ perché fu coinvolto in risse e pestaggi gratuiti ai danni di sostenitori della Repubblica di Weimar. Finì così a lavorare all’industria chimica IG Farben dove gli fu affidato il compito di dirigere i servizi di controllo interno, le guardie che tenevano d’occhio sindacalisti e facinorosi.
Ma la carriera del nostro doberman era solo agli inizi: nel 1928 si arruolò nelle SA, l’organizzazione paramilitare nazista guidata da Ernst Röhm, per poi passare alle neonate SS e ricevere i gradi di colonnello direttamente dalle mani di Heinrich Himmler. Nel 1932 il colonnello Theodor Eicke fu arrestato mentre si accingeva a piazzare bombe nelle sedi di organizzazioni politiche avversarie dei nazisti ma, ovviamente, non fece un solo giorno di carcere e, anzi, con la salita di Hitler al potere fu promosso di grado ed incaricato del comando del campo di concentramento di Dachau. La ferocia di Eicke, il suo radicale antisemitismo, il suo odio per i comunisti, insieme alla devozione che per lui mostravano soldati ed ufficiali, suggerirono ad Himmler di farne un supervisore del già vasto e complesso e problematico universo concetrazionario.
Nell’estate del 1934 avvenne poi il fatto che segnò la definitiva consacrazione di Eicke. Fu proprio lui, nel corso della famigerata “Notte del Lunghi Coltelli”, ad uccidere con le sue mani l’ormai scomodo e incontrollabile capo delle SA Ernst Röhm.
Fatte fuori le camicie brune ed assurto per questo tra i fedelissimi di Hitler, l’ormai generale Theodor Eicke si dedicò intensamente all’attività che più gli piaceva e in cui davvero eccelleva: la “gestione” o, meglio, l’eliminazione dei prigionieri.
Sono i primi giorni di luglio di quel 1934 e il demonio Eicke si trova di passaggio ad Oranienburg per un’ispezione routinaria. Lì i responsabili del campo gli fanno sapere che da qualche mese è arrivato un prigioniero, tal Erich Mühsam, un ebreo del cazzo, per giunta anarchico e comunista, implicato nell’incendio del Reichstag, un irriducibile che, nonostante il fisico gracile e devastato dalle torture e dalla percosse che ogni giorno loro si curano di somministrargli, beh, non fa una piega, anzi, si mostra sempre allegro, sfida le guardie ed è arrivato addirittura ad osar cantare Die Internationale quando loro hanno cercato di costringerlo a cantare l’ Horst-Wessel-Lied, l’inno nazista… “Ci penso io a ‘sto bolscevico di merda, giudeo bastardo”, avrà sibilato il demonio.
La moglie di Mühsam, Kreszentia detta Zenzl, fa visita al marito prigioniero l’8 luglio e quasi non lo riconosce tanto il volto è devastato dalle botte. Ma lo spirito di Erich è incrollabile e riesce addirittura a mostrarsi allegro davanti alla consorte. Il 9 luglio, nella notte, il demonio Eicke fa prelevare Mühsam dalla sua baracca… Non lo vuole interrogare, vuole ucciderlo… Lui e altri due ufficiali SS lo picchiano fino a sfondargli il cranio… Mühsam perde coscienza ma non è ancora morto… Allora gli praticano un’iniezione, che lo uccide… Poi trascinano il corpo in una latrina e lo impiccano lì, per poter scrivere nel rapporto che si è trattato di un suicidio…
Quando la informano della morte del suo Erich, Zenzl Mühsam urla in faccia ai soldati: “Lo avete ucciso!”, ma quelli stringono le spalle e ridacchiano. L’autopsia richiesta dalla famiglia viene negata.
Il demonio Theodor Eicke, generale della divisione SS Totenkopf, morirà nel 1943 sul fronte russo.
Celebrato allora come un eroe di guerra, oggi viene qui ricordato solo come un assassino seriale, un genocida, un demone della storia…
Del grande Erich Mühsam, piccolo ebreo che dedicò ed offrì la sua vita agli oppressi, restano invece tutti i suoi scritti, le sue poesie, le sue canzoni ed il suo spirito incrollabile di chi lotta senza tregua contro l’ingiustizia, contro il fascismo, contro il Male, per la Libertà.
Bartleby - 2010/12/7 - 09:44
Language: French
Version française – LE PRESSENTIMENT – Marco Valdo M.I. – 2012
Chanson allemande - Die Ahnung - Erich Mühsam – 1909
Texte d'Erich Mühsam
Musique pour mezza voce e pianoforteécrite en 2010 par Gary Bachlund, chanteur lyrique et compositeur qui vit entre Los Angeles et Berlin.
Le pressentiment effroyable du Mal qui se rapproche... Qui sait si Erich Mühsam ne se rappela pas ce bref poème écrit 25 ans auparavant quand, à l'aube du 28 février 1933, les nazis et pas le facteur, appuyèrent sur la sonnette de son domicile, ou plus probablement, en défoncèrent la porte, en montrant à ce « juif subversif » un mandat d'arrêt signé de la main de Joseph Goebbels.
Non, ses sensations ne l'avaient pas trompé, mais il n'avait pas pu fuir à temps. Mühsam comme beaucoup d'autres finit englouti par le trou noir concentrationnaire que les nazis faisaient déjà fonctionner à plein régime.
Je sais, je sais, Lucien l’âne mon ami, je sais le reproche que l'on peut faire à ma version de ce poème chanté de Mühsam. Je sais bien qu'en allemand, il est écrit à l'imparfait ou au passé, comme tu voudras. Et que moi, je l'ai mis au présent. Mais c'est bien là une version... La version est une sorte de traduction-adaptation, une recréation dans une autre langue et ici, une autre époque d'un texte. De toute façon, ces choses-là se passent toujours au présent. La sensation, le sentiment, le pressentiment surgissent à l'instant où on les ressent. Après, quand ils sombrent dans le passé, ils deviennent des souvenirs.
Certes, j'imagine bien que ce soit là la seule solution raisonnable. Enfin, dis-moi quand même pourquoi tu as choisi de faire comme cela.
C'est fort simple, Lucien l'âne mon ami. Outre ce que j'ai dit , il y a le fait qu'en le mettant au présent ce poème prend une autre force et ramène très en avant la prémonition. Car ne t'y trompe pas, ce n'est pas là un texte sur l'absence d'inquiétude... Il n'y a quasiment que ce mot-là dedans. C'est un texte qui dit et redit l'inquiétude, le pressentiment de ce qui adviendra... ou de ce qui pourrait advenir. D'une part, cette inquiétude était la norme chez tout militant libertaire tant du temps du Kaiser que de ceux qui lui succéderont. Ces temps-là étaient durs. Certains étaient plus visés que d'autres, me diras-tu ? Oui, dans un premier temps, mais tout le monde est susceptible de pareille intrusion matinale... Rappelle-toi : Als die Nazis die Kommunisten holten.
Mais figure-toi que c'est encore le cas à présent. Et qui sait ce qui se passera demain ? Oh, tout a l'air calme... Tout a l'air de se passer dans une sorte d’ouate feutrée... Mais qu'on ne s'y trompe pas, tout pourrait bien basculer demain. REGARDEZ CE QU'ILS FONT AUX GRECS, ILS VOUS LE FERONT DEMAIN. Rappelle-toi : Quand ils sont venus rançonner les Grecs
Je prends un exemple... On est en démocratie... Toutes les garanties sont données que le suffrage universel sera respecté... Sans revenir au 11 septembre qui vit les putschistes assassiner le président chilien Allende, pourtant élu au suffrage universel, sans revenir à la trahison du généralissime félon Franco Bahamonde ( de son nom complet : Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde Salgado Pardo), qui massacra tant d'Espagnols... Non, je me place dans un contexte plus « serein », plus tranquille, plus « sûr », en quelque sorte. En 1981, en France... La veille de son élection, le futur président Mitterrand n'osa pas dormir chez lui... Pressentiment ? C'était un homme prudent. Victor Serge, cet écrivain militant, anarchiste lui aussi comme Mühsam, qu'il a dû croiser à Berlin dans les années vingt, dormait avec un revolver sous l'oreiller... Il finit brutalement dans un taxi à Mexico... Il avait d'ailleurs écrit, décrit ce qui l'attendait... Mais nous reparlerons de Serge.
Qui sait ce qui se passera demain ? Ou après-demain. Vois simplement ce qui se passe quand tu veux prendre l'avion... Écoute toutes ces sérénades que l'on fait à propos de terroristes... Ce n'est pas un hasard ce climat de terreur entretenu par les médias et les services de sécurité... Car de ma vie, je n'ai jamais croisé un seul terroriste. Oui, oui, mon ami Marco Valdo M.I., quoi qu'on en dise, on ne vit pas vraiment en paix... La Guerre de Cent Mille Ans n'est pas finie, les riches continuent à mener la guerre contre les pauvres (licenciements, privatisations, réduction des services au public, pressions financières...) et si nous sommes dans une sorte de trêve, n'est-ce pas le calme avant la tempête ? J'ai comme toi ce pressentiment...
Regarde, Lucien l'âne mon ami, il a fallu vingt-cinq ans pour que cette sensation de Mühsam se concrétise. Un matin, vingt cinq ans après, ils sont venus... Et puis, pour en revenir au présent, je voulais que ce poème soit ressenti en quelque sorte en direct, comme une pensée, comme un sentiment de celui qui le lit, de celui qui l'entend... Comme s'il se le disait à lui-même. Je ne te cacherai pas que j'ai souvent eu ce sentiment...
Moi aussi, dit Lucien l'âne, même si comme âne, je ne risque rien de ce genre... mais qui sait, si je revenais à ma première apparence ? Cela dit, reprenons notre tâche qui consiste à tisser le linceul de ce monde vieux, sénile, terriblement inquiétant, oppressant, intranquille et cacochyme. (Heureusement !)
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
Chanson allemande - Die Ahnung - Erich Mühsam – 1909
Texte d'Erich Mühsam
Musique pour mezza voce e pianoforteécrite en 2010 par Gary Bachlund, chanteur lyrique et compositeur qui vit entre Los Angeles et Berlin.
Le pressentiment effroyable du Mal qui se rapproche... Qui sait si Erich Mühsam ne se rappela pas ce bref poème écrit 25 ans auparavant quand, à l'aube du 28 février 1933, les nazis et pas le facteur, appuyèrent sur la sonnette de son domicile, ou plus probablement, en défoncèrent la porte, en montrant à ce « juif subversif » un mandat d'arrêt signé de la main de Joseph Goebbels.
Non, ses sensations ne l'avaient pas trompé, mais il n'avait pas pu fuir à temps. Mühsam comme beaucoup d'autres finit englouti par le trou noir concentrationnaire que les nazis faisaient déjà fonctionner à plein régime.
Je sais, je sais, Lucien l’âne mon ami, je sais le reproche que l'on peut faire à ma version de ce poème chanté de Mühsam. Je sais bien qu'en allemand, il est écrit à l'imparfait ou au passé, comme tu voudras. Et que moi, je l'ai mis au présent. Mais c'est bien là une version... La version est une sorte de traduction-adaptation, une recréation dans une autre langue et ici, une autre époque d'un texte. De toute façon, ces choses-là se passent toujours au présent. La sensation, le sentiment, le pressentiment surgissent à l'instant où on les ressent. Après, quand ils sombrent dans le passé, ils deviennent des souvenirs.
Certes, j'imagine bien que ce soit là la seule solution raisonnable. Enfin, dis-moi quand même pourquoi tu as choisi de faire comme cela.
C'est fort simple, Lucien l'âne mon ami. Outre ce que j'ai dit , il y a le fait qu'en le mettant au présent ce poème prend une autre force et ramène très en avant la prémonition. Car ne t'y trompe pas, ce n'est pas là un texte sur l'absence d'inquiétude... Il n'y a quasiment que ce mot-là dedans. C'est un texte qui dit et redit l'inquiétude, le pressentiment de ce qui adviendra... ou de ce qui pourrait advenir. D'une part, cette inquiétude était la norme chez tout militant libertaire tant du temps du Kaiser que de ceux qui lui succéderont. Ces temps-là étaient durs. Certains étaient plus visés que d'autres, me diras-tu ? Oui, dans un premier temps, mais tout le monde est susceptible de pareille intrusion matinale... Rappelle-toi : Als die Nazis die Kommunisten holten.
Mais figure-toi que c'est encore le cas à présent. Et qui sait ce qui se passera demain ? Oh, tout a l'air calme... Tout a l'air de se passer dans une sorte d’ouate feutrée... Mais qu'on ne s'y trompe pas, tout pourrait bien basculer demain. REGARDEZ CE QU'ILS FONT AUX GRECS, ILS VOUS LE FERONT DEMAIN. Rappelle-toi : Quand ils sont venus rançonner les Grecs
Je prends un exemple... On est en démocratie... Toutes les garanties sont données que le suffrage universel sera respecté... Sans revenir au 11 septembre qui vit les putschistes assassiner le président chilien Allende, pourtant élu au suffrage universel, sans revenir à la trahison du généralissime félon Franco Bahamonde ( de son nom complet : Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde Salgado Pardo), qui massacra tant d'Espagnols... Non, je me place dans un contexte plus « serein », plus tranquille, plus « sûr », en quelque sorte. En 1981, en France... La veille de son élection, le futur président Mitterrand n'osa pas dormir chez lui... Pressentiment ? C'était un homme prudent. Victor Serge, cet écrivain militant, anarchiste lui aussi comme Mühsam, qu'il a dû croiser à Berlin dans les années vingt, dormait avec un revolver sous l'oreiller... Il finit brutalement dans un taxi à Mexico... Il avait d'ailleurs écrit, décrit ce qui l'attendait... Mais nous reparlerons de Serge.
Qui sait ce qui se passera demain ? Ou après-demain. Vois simplement ce qui se passe quand tu veux prendre l'avion... Écoute toutes ces sérénades que l'on fait à propos de terroristes... Ce n'est pas un hasard ce climat de terreur entretenu par les médias et les services de sécurité... Car de ma vie, je n'ai jamais croisé un seul terroriste. Oui, oui, mon ami Marco Valdo M.I., quoi qu'on en dise, on ne vit pas vraiment en paix... La Guerre de Cent Mille Ans n'est pas finie, les riches continuent à mener la guerre contre les pauvres (licenciements, privatisations, réduction des services au public, pressions financières...) et si nous sommes dans une sorte de trêve, n'est-ce pas le calme avant la tempête ? J'ai comme toi ce pressentiment...
Regarde, Lucien l'âne mon ami, il a fallu vingt-cinq ans pour que cette sensation de Mühsam se concrétise. Un matin, vingt cinq ans après, ils sont venus... Et puis, pour en revenir au présent, je voulais que ce poème soit ressenti en quelque sorte en direct, comme une pensée, comme un sentiment de celui qui le lit, de celui qui l'entend... Comme s'il se le disait à lui-même. Je ne te cacherai pas que j'ai souvent eu ce sentiment...
Moi aussi, dit Lucien l'âne, même si comme âne, je ne risque rien de ce genre... mais qui sait, si je revenais à ma première apparence ? Cela dit, reprenons notre tâche qui consiste à tisser le linceul de ce monde vieux, sénile, terriblement inquiétant, oppressant, intranquille et cacochyme. (Heureusement !)
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
LE PRESSENTIMENT
Je bois mon café du matin et je ne pressens aucune inquiétude.
On sonne. Je ne pressens toujours rien d'inquiétant.
Le facteur m'apporte une lettre. Je l'ouvre sans aucune inquiétude..
Il n'y a rien d'inquiétant dedans.
« Ha ! », m'exclamé-je. Mon pressentiment ne m'a pas trompé.
Je bois mon café du matin et je ne pressens aucune inquiétude.
On sonne. Je ne pressens toujours rien d'inquiétant.
Le facteur m'apporte une lettre. Je l'ouvre sans aucune inquiétude..
Il n'y a rien d'inquiétant dedans.
« Ha ! », m'exclamé-je. Mon pressentiment ne m'a pas trompé.
Contributed by Marco Valdo M.I. - 2012/8/24 - 21:59
Language: Finnish
Traduzione finlandese / Finnish translation / Suomennos: Juha Rämö
AAVISTUS
Aamukahvia juodessani en aavistanut mitään pahaa.
Ovikellon soidessa en vieläkään aavistanut mitään pahaa.
Postinkantaja toi kirjeen. Pahaa aavistamatta avasin sen.
Siinä ei lukenut mitään pahaa.
Haa! huudahdin. Aavistukseni ei ollut pettänyt minua.
Aamukahvia juodessani en aavistanut mitään pahaa.
Ovikellon soidessa en vieläkään aavistanut mitään pahaa.
Postinkantaja toi kirjeen. Pahaa aavistamatta avasin sen.
Siinä ei lukenut mitään pahaa.
Haa! huudahdin. Aavistukseni ei ollut pettänyt minua.
Contributed by Juha Rämö - 2015/6/14 - 10:55
Sono un grande ammiratore di M. fuorché di questa poesia - che a mio giudizio - non gli rende onore. Suggerisco di spostare tutta la commovente nota biografica sotto 'Der Gefangene' - che invece la merita pienamente - e, al Vostro posto, neanche escluderei di cancellare questa.
Francesco RAUCEA - 2017/4/14 - 18:41
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Nella raccolta poetica “Der Krater”
Testo di Erich Mühsam
Musica per mezza voce e pianoforte scritta nel 2010 da Gary Bachlund, cantante lirico e compositore che vive tra Los Angeles e Berlino.
A proposito di Erich Mühsam, ho trovato il testo di questa sua poesia e, grazie alla traduzione in inglese, mi sono incuriosito di chi fosse costui.
Studente brillante ma ribelle, e simpatizzante socialista fin da giovanissimo, Mühsam subì e combattè sempre la repressione in punta di penna e attraverso un forte attivismo politico d’impronta anarco-comunista. Nei suoi scritti, nelle sue poesie, nelle sue canzoni per il cabaret Mühsam si scagliava sempre contro gli abusi dei potenti e delle autorità, contro la pena di morte, contro la censura letteraria ed artistica. Alla vigilia della prima guerra mondiale fu come molti interventista, ma cambiò in fretta opinione, tanto che la sua rivista “Kain” fu chiusa come tutte le pubblicazioni che osteggiavano la guerra. Nell’aprile del 1918, e fino a termine del conflitto, Mühsam fu sbattuto in carcere per aver organizzato uno sciopero contro la guerra. Uscito di galera, fu tra i promotori e sostenitori dei consigli operai in Baviera che tra il 1918 e il 1919 (una sorta di “Biennio rosso” tedesco) crearono la Bayerische Räterepublik, il Libero Stato di Baviera con capitale Monaco e bandiera nazionale integralmente rossa. E questa volta la pena per Mühsam fu davvero pesante: 15 anni di detenzione. Però nel 1924 fu scarcerato in seguito ad un’amnistia di cui godettero i prigionieri politici, la stessa che riportò in libertà un certo Adolf Hitler condannato nel 1923 a qualche mese per il “Putsch della birreria di Monaco”, il maldestro e fallito tentativo golpe che però costituì la prova generale di ciò che sarebbe successo di lì a qualche anno.
“Die Ahnung”, la premonizione, come scriveva profeticamente Mühsam in questa sua poesia.
Tornato a Monaco, Mühsam fondò un nuovo giornale politico, “Fanal”, dalle cui colonne si scagliava con grande veemenza contro la destra e i nazionalisti, contro le dottrine razziste del Partito Nazional Socialista e contro la magistratura che faceva perseguitare i militanti di sinistra e mandava impuniti i picchiatori nazisti.
Il 28 febbraio 1933, poche ore dopo l’incendio del Reichstag (attribuito ai comunisti ma in realtà ordito dai nazisti e atto fondante del regime), “Die Ahnung”, la strana premonizione del 1909, si avverò e Mühsam fu arrestato insieme alla quasi totalità dei dirigenti comunisti, socialisti ed anarchici che ancora non si erano messi in salvo espatriando. Nel campo di concentramento di Sonninburg dove fu rinchiuso subì torture e violenze indicibili: gli fu sfracellata la bocca col calcio del fucile, gli fu impressa a fuoco una svastica sul cranio, fu sottoposto a finte esecuzioni simulate ma quando cercarono di costringerlo a cantare l’ Horst-Wessel-Lied lui cantò L'Internationale.
Nel 1934 Erich Mühsam fu trasferito nel campo di concentramento di Oranienburg.
Le torture e le violenze continuarono.
Nella notte del 10 luglio 1934 le guardie prelevarono Mühsam dalla baracca dove alloggiava.
Theodor Eicke, un comandante SS già responsabile di Dachau, e due ufficiali, tali Ehrath e Konstantin Werner, lo picchiarono fino ad ucciderlo e poi impiccarono il suo corpo senza vita in una latrina, per simulare un suicidio. (fonte: en.wikipedia)