Se tu sarai vero, tra chi non lo è mai
Se il vento di strada, sarà quel che vuoi
Se saprai guardare negli occhi di chi
Ti ha sparato in fronte, per dirgli son qui
Se troverai il cuore del tempo che va
Se cercherai invano la tua verità
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se viaggi lontano da mafie ed eroi
Se il pane migliore, lo dividerai
Se vittorie e pene che trovi per via
Non saranno padrone della vita tua
Se perderai tutto, tutto quello che hai
Ma non la tua voce che dice “resisterai”
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se saprai giocare in mezzo a chi non lo fa
Se non conta niente chi ti maledirà
Se non è il successo quello che inseguirai
Ma sarà il colore di ogni carezza che dai
Se saprai morire con chi combatte con te
Se cercherai l’innocenza, in ogni istante che c’è
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se penserai che ogni strada in ogni pezzo che ha
Avrà bisogno di luce, di pane e di libertà
Se l’oro che vedi e che non avrai mai
Non darà mai un prezzo a tutto quello che sei
Se saprai ballare con gli straccioni e coi re
E poi non cambierà niente di quel che conta per te
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se il vento di strada, sarà quel che vuoi
Se saprai guardare negli occhi di chi
Ti ha sparato in fronte, per dirgli son qui
Se troverai il cuore del tempo che va
Se cercherai invano la tua verità
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se viaggi lontano da mafie ed eroi
Se il pane migliore, lo dividerai
Se vittorie e pene che trovi per via
Non saranno padrone della vita tua
Se perderai tutto, tutto quello che hai
Ma non la tua voce che dice “resisterai”
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se saprai giocare in mezzo a chi non lo fa
Se non conta niente chi ti maledirà
Se non è il successo quello che inseguirai
Ma sarà il colore di ogni carezza che dai
Se saprai morire con chi combatte con te
Se cercherai l’innocenza, in ogni istante che c’è
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Se penserai che ogni strada in ogni pezzo che ha
Avrà bisogno di luce, di pane e di libertà
Se l’oro che vedi e che non avrai mai
Non darà mai un prezzo a tutto quello che sei
Se saprai ballare con gli straccioni e coi re
E poi non cambierà niente di quel che conta per te
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
Il mondo che vedi sarà un giorno tuo e tu sarai un uomo dolce figlio mio
envoyé par DonQuijote82 - 1/12/2010 - 09:33
Langue: anglais
La poesia originale di Kipling
Alcuni adattamenti musicali del brano:
Joni Mitchell on her 2007 album Shine.
Roger Whittaker under the title "A Song for Erik"
'If (When You Go)' by Judie Tzuke from the album Moon on a Mirrorball
Brand New on their album The Devil and God Are Raging Inside Me.
Alcuni adattamenti musicali del brano:
Joni Mitchell on her 2007 album Shine.
Roger Whittaker under the title "A Song for Erik"
'If (When You Go)' by Judie Tzuke from the album Moon on a Mirrorball
Brand New on their album The Devil and God Are Raging Inside Me.
IF
If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you,
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don’t deal in lies,
Or being hated, don’t give way to hating,
And yet don’t look too good, nor talk too wise:
If you can dream—and not make dreams your master;
If you can think—and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth you’ve spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build ’em up with worn-out tools:
If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: ‘Hold on!’
If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings—nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds’ worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that’s in it,
And—which is more—you’ll be a Man, my son!
If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you,
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don’t deal in lies,
Or being hated, don’t give way to hating,
And yet don’t look too good, nor talk too wise:
If you can dream—and not make dreams your master;
If you can think—and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth you’ve spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build ’em up with worn-out tools:
If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: ‘Hold on!’
If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings—nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds’ worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that’s in it,
And—which is more—you’ll be a Man, my son!
envoyé par dq82 - 29/4/2015 - 14:44
Un capolavoro vero!
Uno dei più grandi cantautori italiani, e soprattutto un uomo libero e vero come pochi altri, specie nel suo ambiente.
Forse sono proprio queste sue due particolarità che stanno a ragione della scarsa conoscenza e diffusione della sua musica.
Si rincorrono le merdate, le banalità, le insulsaggini. Gente senz'arte nè parte che esce da un reality del cazzo e subito diventa una 'star' nazionale. Poco conta che non abbia nulla da dire e da dare, conta l'immagine e l'apparire e solo quello.
Qualità artistica, spessore etico e morale, elevati contenuti che si vorrebbe diffondere con l'arte musicale, tutto questo non conta invece nulla. E così tanti 'Massimo Priviero' diventano elitari, ristretti alla cerchia di pochi veri amanti della buona musica. E questo è un gran peccato, perché c'è bisogno di artisti come lui, che sappiano dire le cose che dice lui, con passione e sincerità.
Uno dei più grandi cantautori italiani, e soprattutto un uomo libero e vero come pochi altri, specie nel suo ambiente.
Forse sono proprio queste sue due particolarità che stanno a ragione della scarsa conoscenza e diffusione della sua musica.
Si rincorrono le merdate, le banalità, le insulsaggini. Gente senz'arte nè parte che esce da un reality del cazzo e subito diventa una 'star' nazionale. Poco conta che non abbia nulla da dire e da dare, conta l'immagine e l'apparire e solo quello.
Qualità artistica, spessore etico e morale, elevati contenuti che si vorrebbe diffondere con l'arte musicale, tutto questo non conta invece nulla. E così tanti 'Massimo Priviero' diventano elitari, ristretti alla cerchia di pochi veri amanti della buona musica. E questo è un gran peccato, perché c'è bisogno di artisti come lui, che sappiano dire le cose che dice lui, con passione e sincerità.
Alessandro Carènzan - 24/9/2013 - 12:14
Langue: italien
Traduzione italiana di Antonio Gramsci. 17 dicembre 1916
SE-BREVIARIO PER LAICI DI RUDYARD KIPLING
Se puoi conservarti calmo, mentre tutti attorno a te hanno perduto la testa, e dicono che ciò è per colpa tua,
Se sei sicuro di te mentre tutti ne dubitano, e tuttavia puoi trovare delle scuse per questo dubbio,
Se puoi aspettare, senza stancarti di aspettare,
Se vivendo in mezzo alla menzogna non menti,
O, essendo odiato, non ti lasci trasportare dall'odio, non avendo l'aria, pertanto, di essere né troppo buono, né troppo saggio,
Se puoi sognare senza essere schiavo del tuo sogno,
Se sai pensare, senza fare del pensiero il solo scopo della tua vita,
Se, imbattendoti nel successo o nel disastro, tu tratti questi due impostori allo stesso modo,
Se puoi sentirti ripetere la verità che hai espresso, imbellettata dai furbi per prendere intrappola gli scemi,
Se puoi guardare le cose che hai creato spezzarsi, e se, abbassandoti, tu le ricostruisci con strumenti già usati,
Se puoi fare un mucchio di tutti i tuoi guadagni, arrischiarli con un sol colpo di fortuna, gettare il dado, perderli, e ricominciare tutto dal principio, senza mai dir parola sulla tua perdita,
Se puoi costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi muscoli, a servirti a lungo, anche dopo che essi si sono logorati, e così tener fermo, quando non avrai in te altro che la volontà che dice al resto: sii fermo,
Se puoi parlare alle moltitudini conservando la tua virtù, e parlare con i re conservando il senso comune,
Se un nemico non può ferirti, e neppure un amico,
Se tutti gli uomini hanno un valore per te, ma nessuno di essi troppo,
Se riesci a riempire il minuto che non perdona con sessanta secondi che valgono la distanza percorsa...
Allora la terra sarà tua e tutto ciò che essa contiene, e, ciò che piú importa, tu sarai un Uomo, figlio mio.
Se puoi conservarti calmo, mentre tutti attorno a te hanno perduto la testa, e dicono che ciò è per colpa tua,
Se sei sicuro di te mentre tutti ne dubitano, e tuttavia puoi trovare delle scuse per questo dubbio,
Se puoi aspettare, senza stancarti di aspettare,
Se vivendo in mezzo alla menzogna non menti,
O, essendo odiato, non ti lasci trasportare dall'odio, non avendo l'aria, pertanto, di essere né troppo buono, né troppo saggio,
Se puoi sognare senza essere schiavo del tuo sogno,
Se sai pensare, senza fare del pensiero il solo scopo della tua vita,
Se, imbattendoti nel successo o nel disastro, tu tratti questi due impostori allo stesso modo,
Se puoi sentirti ripetere la verità che hai espresso, imbellettata dai furbi per prendere intrappola gli scemi,
Se puoi guardare le cose che hai creato spezzarsi, e se, abbassandoti, tu le ricostruisci con strumenti già usati,
Se puoi fare un mucchio di tutti i tuoi guadagni, arrischiarli con un sol colpo di fortuna, gettare il dado, perderli, e ricominciare tutto dal principio, senza mai dir parola sulla tua perdita,
Se puoi costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi muscoli, a servirti a lungo, anche dopo che essi si sono logorati, e così tener fermo, quando non avrai in te altro che la volontà che dice al resto: sii fermo,
Se puoi parlare alle moltitudini conservando la tua virtù, e parlare con i re conservando il senso comune,
Se un nemico non può ferirti, e neppure un amico,
Se tutti gli uomini hanno un valore per te, ma nessuno di essi troppo,
Se riesci a riempire il minuto che non perdona con sessanta secondi che valgono la distanza percorsa...
Allora la terra sarà tua e tutto ciò che essa contiene, e, ciò che piú importa, tu sarai un Uomo, figlio mio.
envoyé par dq82 - 29/4/2015 - 15:03
Bene. Beccatevi questo Anti-Kipling del poeta brasiliano Domingos Carvalho da Silva (1915-2004). "Un pezzo - annota Ruggero Jacobbi, che lo ha tradotto in italiano - (...) che si incide con amaro e tagliente pessimismo sulle pareti coloniali ove da tempo una mano, non sai se più umanitaria od imperialistica, ha affisso - a edificazione di padri, madri e bambini - l’If del poeta inglese". (in R. Jacobbi, Poesia brasiliana del Novecento, Ravenna, Longo, 1973, p. 51)
ANTI-KIPLING
Se cresceres sinuoso como entre esguias
árvores cresce o cipó, meu filho,
ou se engordares no charco, como lodosa planta,
olha o azul do céu
que o mais não tem a mínima importância.
Águia ou chacal serás. O mundo
tudo comporta e o sol não discrimina
entre alcantis e pântanos.
Cometerás os pecados mais torpes
e eu te absolverei. Nada compromete
ou dignifica a vida. A verdade e a virtude
agonizam na mesma solidão do ataúde
onde os vermes e os ratos
não mais têm importância.
Estarás com Cristo, sem Cristo ou contra Cristo
e te importunarás num mundo desolado
e assaltado
pelos lôbos do bem, pelas pombas do mal,
os cordeiros da guerra, os tigres da bonança.
Hás de amar alguém que um dia trairá
a tua confiança.
Poderás vingar-te na mulher de teu irmão,
na tua própria irmã. Cometerás ainda
outros incestos sem nenhuma importância.
Se fores ausente a tudo – e isto nada importa –
e fôr teu sol brilhante, logo atrás
dêsse brilho acharás tua face morta
e a nada mais darás
a menor importância.
Mas se participares, sofreres, morreres
maldizendo a vida que foi tua única herança
e teu pai e tua mãe e o mundo que, um dia,
te aborreceu do fórceps à última agonia,
na hora derradeira saberás ainda
que isso tudo não teve a mínima importância.
VERSIONE ITALIANA DI RUGGERO JACOBBI
Se crescerai sinuoso come cresce
tra snelli alberi la liana, figlio mio,
o ingrasserai nel brago, come fangosa pianta,
contempla l’azzurro del cielo
perché il resto non ha la minima importanza.
Aquila o sciacallo sarai. Il mondo
ammette tutto, e il sole non distingue
fra aiuole e pantani.
Commetterai i peccati più turpi
e io ti assolverò. Nulla danneggia
o nobilita la vita. La verità, la virtù
agonizzano nella stessa solitudine di bara
dove i vermi e i topi
non hanno più importanza.
Sarai con Cristo, senza Cristo o contro Cristo
e t’irriterai in un mondo desolato,
aggredito
dai lupi del bene, dalle colombe del male,
dagli agnelli della guerra, dalle tigri della bonaccia.
Amerai qualcuno che un giorno tradirà
la tua fiducia.
Potrai vendicarti sulla donna di tuo fratello,
sulla tua stessa sorella. Commetterai ancora
altri incesti privi di qualsiasi importanza.
Se rimarrai assente ad ogni cosa – e questo nulla importa –
e il tuo sole sarà fulgido, ebbene
dietro quel fulgore scorgerai la tua faccia morta
e a null’altro darai
la minima importanza.
Ma se parteciperai, se soffrirai, se morrai
maledicendo la vita che fu la tua unica eredità
e tuo padre e tua madre e il mondo che, un giorno,
ti infastidì dal forcipe all’ultima agonia,
nell’ultima ora saprai tuttavia
che tutto ciò non ebbe alcuna importanza.
(in Poesia brasiliana del Novecento, cit., pp. 270-273)
ANTI-KIPLING
Se cresceres sinuoso como entre esguias
árvores cresce o cipó, meu filho,
ou se engordares no charco, como lodosa planta,
olha o azul do céu
que o mais não tem a mínima importância.
Águia ou chacal serás. O mundo
tudo comporta e o sol não discrimina
entre alcantis e pântanos.
Cometerás os pecados mais torpes
e eu te absolverei. Nada compromete
ou dignifica a vida. A verdade e a virtude
agonizam na mesma solidão do ataúde
onde os vermes e os ratos
não mais têm importância.
Estarás com Cristo, sem Cristo ou contra Cristo
e te importunarás num mundo desolado
e assaltado
pelos lôbos do bem, pelas pombas do mal,
os cordeiros da guerra, os tigres da bonança.
Hás de amar alguém que um dia trairá
a tua confiança.
Poderás vingar-te na mulher de teu irmão,
na tua própria irmã. Cometerás ainda
outros incestos sem nenhuma importância.
Se fores ausente a tudo – e isto nada importa –
e fôr teu sol brilhante, logo atrás
dêsse brilho acharás tua face morta
e a nada mais darás
a menor importância.
Mas se participares, sofreres, morreres
maldizendo a vida que foi tua única herança
e teu pai e tua mãe e o mundo que, um dia,
te aborreceu do fórceps à última agonia,
na hora derradeira saberás ainda
que isso tudo não teve a mínima importância.
VERSIONE ITALIANA DI RUGGERO JACOBBI
Se crescerai sinuoso come cresce
tra snelli alberi la liana, figlio mio,
o ingrasserai nel brago, come fangosa pianta,
contempla l’azzurro del cielo
perché il resto non ha la minima importanza.
Aquila o sciacallo sarai. Il mondo
ammette tutto, e il sole non distingue
fra aiuole e pantani.
Commetterai i peccati più turpi
e io ti assolverò. Nulla danneggia
o nobilita la vita. La verità, la virtù
agonizzano nella stessa solitudine di bara
dove i vermi e i topi
non hanno più importanza.
Sarai con Cristo, senza Cristo o contro Cristo
e t’irriterai in un mondo desolato,
aggredito
dai lupi del bene, dalle colombe del male,
dagli agnelli della guerra, dalle tigri della bonaccia.
Amerai qualcuno che un giorno tradirà
la tua fiducia.
Potrai vendicarti sulla donna di tuo fratello,
sulla tua stessa sorella. Commetterai ancora
altri incesti privi di qualsiasi importanza.
Se rimarrai assente ad ogni cosa – e questo nulla importa –
e il tuo sole sarà fulgido, ebbene
dietro quel fulgore scorgerai la tua faccia morta
e a null’altro darai
la minima importanza.
Ma se parteciperai, se soffrirai, se morrai
maledicendo la vita che fu la tua unica eredità
e tuo padre e tua madre e il mondo che, un giorno,
ti infastidì dal forcipe all’ultima agonia,
nell’ultima ora saprai tuttavia
che tutto ciò non ebbe alcuna importanza.
(in Poesia brasiliana del Novecento, cit., pp. 270-273)
L.L. - 30/4/2015 - 16:55
Langue: français
Version française – LETTRE À MON FILS (SI...) – Marco Valdo M.I. – 2016
Chanson italienne – Lettera al figlio (Se) – Massimo Priviero – 2010
Librement inspirée du poème If de Kipling
Chanson italienne – Lettera al figlio (Se) – Massimo Priviero – 2010
Librement inspirée du poème If de Kipling
Voici donc, Lucien l’âne mon ami, une chanson de Massimo Priviero dont je viens de faire une version en langue française. Cependant, je vais commencer par te parler un peu d’un texte inséré en annexe à cette chanson, un très étonnant « BRÉVIAIRE POUR LAÏCS » ; étonnant à plus d’un titre. D’abord, par son auteur Antonio GRAMSCI Quello lì (compagno Gramsci), dont on ne s’attendrait pas à ce qu’il traduise Rudyard Kipling, que George Orwell définissait comme « prophet of British Imperialism » ; un prophète de l’impérialisme, c’est tout dire, quand on pense au méridionalisme de Gramsci. Ensuite, un « BRÉVIAIRE POUR LAÏCS » est en soi une chose inattendue…
C’est en effet étonnant dans ce nid de papes, de cardinaux, d’archevêques, d’évêques, de frères, de moines, de sœurs, de nonnettes, etc.
Évidemment, on comprend mal aujourd’hui, mais cela s’explique par le moment où Gramsci écrit ce bréviaire, cet abrégé de doctrine. On était en 1916 et malgré la guerre, l’Italie était encore un État laïque, c’est-à-dire un pays adulte qui avait débarrassé le domaine public des religieux. Ce n’est plus le cas à présent depuis que le fascisme a réinstallé l’Église au milieu du village et pire encore, de l’école.
Ah, Brecht avait raison, dit Lucien l’âne en dressant les pils de l’échine. Le ventre est encore fécond où se reproduit la chose immonde.
Pourtant, quand j’avais choisi de traduire cette « Lettera al figlio » de Massimo Priviero ou plus sommairement intitulée « Se... » (Si…), j’ignorais tout de son importance et où elle allait m’emmener.
C’est souvent le cas des chansons qu’on rencontre ici et qu’on découvre. J’ajouterais « forcément », car ton inculture est immense, presque comme la mienne.
Certes, mais cette chanson-ci est ornée d’appendices non négligeables ; ce qui en accroît la taille et la complexité. Je m’en vais m’en expliquer à l’instant, car je vois bien ton œil qui vibre d’interrogation.
Bien sûr que je suis tout tremblant d’interrogation après un tel préambule. J’en suis tout coi. Alors, sans attendre, dis-moi quoi.
A priori, comme je t’ai dit, il n’y avait pas de quoi fouetter un chat. Ce n’est qu’en avançant que je me suis aperçu de l’ampleur de cet ensemble qui m’a conduit à toute une série de découvertes et de traductions supplémentaires. En résumé, il y a :
La « Lettera al figlio » de Massimo Priviero et sa version française que j’ai établie ;
le poème de Rudyard Kipling « If » (Si... ) – 1910, dont existent un certain nombre de versions interprétées par divers chanteurs et groupes ;
une version italienne de ce texte de Kipling par Antonio Gramsci : Se-Breviario per Laici di Rudyard Kipling (1916) et ma version française du BRÉVIAIRE POUR LAÏQUES;
une chanson française de Bernard Lavilliers, intitulée sobrement « IF... », dont le texte est celui de la version française d’André Maurois (1918), ainsi qu’une série d’autres versions françaises [http://www.crescenzo.nom.fr/kipling.html] ;
ensuite, un très remarquable ANTI-KIPLING du poète brésilien Domingos Carvalho da Silva (1915-2004) et la version italienne de Ruggiero Jacobbi (1973), dont je me suis fait un devoir et un plaisir de faire une version française, sans en changer le titre.
Fort bien, dit Lucien l’âne en ouvrant des yeux de hibou pour marquer son ébahissement. Et sur le fond ?
Oh ! Il y aurait beaucoup à dire. En premier lieu, il faudrait parler de la parenté de cette chanson avec les chansons de Georges Brassens « La mauvaise herbe La mauvaise herbe» et « La mauvaise réputation La mauvaise réputation » et aussi, de situer ses origines philosophiques, avant la colonisation judéo-chrétienne de l’Europe, quelque part en Grèce du côté d’Épicure ou de Diogène. Pour nos derniers siècles, j’y verrais assez bien une parenté avec le courant anarchiste ou libertaire, sans doute d’un anarchisme bien tempéré…
Un bémol cependant, dit Lucien l’âne en souriant. Une lettre au fils, c’est bien, mais que fait-on des filles ?
Pour les filles, on indiquera d’autres chansons d’initiation à la vie. Je renverrais volontiers à Boris Vian qui disait : « Ne vous mariez pas les filles !Boris Vian: Ne Vous Mariez pas les Filles » et à Brassens encore qui suggérait : « Embrasse-les tous ! » et « La Chansonnette à celle qui reste pucelle », qu’il nous faudra insérer ici un de ces jours.
Bien, bien, dit Lucien l’âne un peu effaré. Laissons mûrir cette mauvaise herbe…
Halte ! Lucien l’âne mon ami, je t’arrête là avant que tu ne conclues à ton habitude, il me plaît de signaler aussi – c’est indispensable ! – une autre chanson italienne au titre similaire ; c’est la « Lettera al figlio Lettera al figlio» de notre ami Germano Bonaveri, dont j’avais fait une version française, il y a déjà quelques années. Enfin, reprenons notre tâche et tissons, tissons le linceul de ce vieux monde trop riche, trop affairiste, trop sombre, trop envahissant et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
C’est en effet étonnant dans ce nid de papes, de cardinaux, d’archevêques, d’évêques, de frères, de moines, de sœurs, de nonnettes, etc.
Évidemment, on comprend mal aujourd’hui, mais cela s’explique par le moment où Gramsci écrit ce bréviaire, cet abrégé de doctrine. On était en 1916 et malgré la guerre, l’Italie était encore un État laïque, c’est-à-dire un pays adulte qui avait débarrassé le domaine public des religieux. Ce n’est plus le cas à présent depuis que le fascisme a réinstallé l’Église au milieu du village et pire encore, de l’école.
Ah, Brecht avait raison, dit Lucien l’âne en dressant les pils de l’échine. Le ventre est encore fécond où se reproduit la chose immonde.
Pourtant, quand j’avais choisi de traduire cette « Lettera al figlio » de Massimo Priviero ou plus sommairement intitulée « Se... » (Si…), j’ignorais tout de son importance et où elle allait m’emmener.
C’est souvent le cas des chansons qu’on rencontre ici et qu’on découvre. J’ajouterais « forcément », car ton inculture est immense, presque comme la mienne.
Certes, mais cette chanson-ci est ornée d’appendices non négligeables ; ce qui en accroît la taille et la complexité. Je m’en vais m’en expliquer à l’instant, car je vois bien ton œil qui vibre d’interrogation.
Bien sûr que je suis tout tremblant d’interrogation après un tel préambule. J’en suis tout coi. Alors, sans attendre, dis-moi quoi.
A priori, comme je t’ai dit, il n’y avait pas de quoi fouetter un chat. Ce n’est qu’en avançant que je me suis aperçu de l’ampleur de cet ensemble qui m’a conduit à toute une série de découvertes et de traductions supplémentaires. En résumé, il y a :
La « Lettera al figlio » de Massimo Priviero et sa version française que j’ai établie ;
le poème de Rudyard Kipling « If » (Si... ) – 1910, dont existent un certain nombre de versions interprétées par divers chanteurs et groupes ;
une version italienne de ce texte de Kipling par Antonio Gramsci : Se-Breviario per Laici di Rudyard Kipling (1916) et ma version française du BRÉVIAIRE POUR LAÏQUES;
une chanson française de Bernard Lavilliers, intitulée sobrement « IF... », dont le texte est celui de la version française d’André Maurois (1918), ainsi qu’une série d’autres versions françaises [http://www.crescenzo.nom.fr/kipling.html] ;
ensuite, un très remarquable ANTI-KIPLING du poète brésilien Domingos Carvalho da Silva (1915-2004) et la version italienne de Ruggiero Jacobbi (1973), dont je me suis fait un devoir et un plaisir de faire une version française, sans en changer le titre.
Fort bien, dit Lucien l’âne en ouvrant des yeux de hibou pour marquer son ébahissement. Et sur le fond ?
Oh ! Il y aurait beaucoup à dire. En premier lieu, il faudrait parler de la parenté de cette chanson avec les chansons de Georges Brassens « La mauvaise herbe La mauvaise herbe» et « La mauvaise réputation La mauvaise réputation » et aussi, de situer ses origines philosophiques, avant la colonisation judéo-chrétienne de l’Europe, quelque part en Grèce du côté d’Épicure ou de Diogène. Pour nos derniers siècles, j’y verrais assez bien une parenté avec le courant anarchiste ou libertaire, sans doute d’un anarchisme bien tempéré…
Un bémol cependant, dit Lucien l’âne en souriant. Une lettre au fils, c’est bien, mais que fait-on des filles ?
Pour les filles, on indiquera d’autres chansons d’initiation à la vie. Je renverrais volontiers à Boris Vian qui disait : « Ne vous mariez pas les filles !Boris Vian: Ne Vous Mariez pas les Filles » et à Brassens encore qui suggérait : « Embrasse-les tous ! » et « La Chansonnette à celle qui reste pucelle », qu’il nous faudra insérer ici un de ces jours.
Bien, bien, dit Lucien l’âne un peu effaré. Laissons mûrir cette mauvaise herbe…
Halte ! Lucien l’âne mon ami, je t’arrête là avant que tu ne conclues à ton habitude, il me plaît de signaler aussi – c’est indispensable ! – une autre chanson italienne au titre similaire ; c’est la « Lettera al figlio Lettera al figlio» de notre ami Germano Bonaveri, dont j’avais fait une version française, il y a déjà quelques années. Enfin, reprenons notre tâche et tissons, tissons le linceul de ce vieux monde trop riche, trop affairiste, trop sombre, trop envahissant et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LETTRE À MON FILS (SI…)
Si tu es vrai parmi ceux qui ne le sont pas,
Si le vent des routes est celui que tu veux,
Si tu sais regarder dans les yeux,
Celui qui a visé ton front et lui dire « je suis là »,
Si tu trouves le cœur du temps passé,
Si tu cherches en vain ta vérité,
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Si tu te tiens à l’écart des mafias et des héros
Si tu partages ton meilleur pain,
Si les joies et les peines de ton destin
Ne régissent pas ton existence
Si tu perds tout, tout ce que tu tiens
Mais pas ta voix qui dit « Résistance ! »
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Si tu sais jouer parmi ceux qui ne savent pas
Si tu comptes pour rien qui te maudit
Si ce n’est pas le succès que tu poursuis
Mais la couleur des caresses que tu feras.
Si tu sais mourir aux côtés de tes amis en souriant
Si tu recherches l’innocence à chaque instant
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Si tu penses que tout chemin à chaque pas de chaque pied
A besoin de lumière, de paix et de liberté,
Si l’or que tu vois et que tu n’auras pas
Est sans intérêt pour jauger ce que tu seras
Si tu sais danser avec les mendiants et les rois
Et ne changes rien à ce qui compte pour toi
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
« SI » – BRÉVIAIRE POUR LAÏCS
Version française de la traduction d’Antonio Gramsci (17/12/1916) - « SI » – BRÉVIAIRE POUR LAÏCS – Marco Valdo M.I. – 2016
Si tu peux garder ton calme, quand tous ont perdu la tête et disent que c’est ta faute
Si tu es sûr de toi quand tous doutent et que tu comprends ces doutes
Si tu peux attendre, sans te lasser d’attendre
Si tu ne mens pas au milieu des mensonges
Ou, haï, tu ne te laisses pas emporter pa la haine, sans avoir l’air trop bon, ni trop sage
Si tu peux rêver sans être esclave de ton rêve,
Si succès ou désastre, tu traites ces deux imposteurs de même manière
Si tu peux entendre reprise la vérité que tu as émise, arrangée par des fourbes pour piéger des osts,
Si tu peux regarder les choses que tu as créées se détruire et si t’abaissant, tu les reconstruis avec tes mêmes instruments,
Si tu peux entasser tes gains, les risquer en un coup, jeter le dé, les perdre et recommencer tout du début, sans jamis dire un mot de ta défaite,
Si tu peux contraindre ton cœur, tes nerfs, tes muscles à servir, même après qu’ils se sont abîmés et tenir ferme, quand tu n’auras plus en toi que la volonté de dire à ce qui reste : tenez ferme,
Si tu peux parler aux multitudes en gardant ta vertu, et parler aux rois en gardant le sens commun,
Si un ennemi ne peut te blesser, ni même un ami,
Si tous les hommes ont une valeur pour toi, mais aucun n’en a trop,
Si tu arrives à remplir ta minute fatale de soixante secondes qui vaillent,
Alors, la terre est tienne et avec elle, tout ce qu’elle contient et ce qui importe plus encore, tu seras un homme, mon fils.
ANTI-KIPLING
Version française – ANTI-KIPLING – Marco Valdo M.I. – 2016
d’après la version italienne de RUGGERO JACOBBI
de l’Anti-Kipling du poète brésilien Domingos Carvalho da Silva (1915-2004).
Si, mon fils, tu croîs tordu comme
Croît le long de l’arbre tord la liane,
Ou tu t’engraisses dans la boue,
Comme la plante grasse dans la vase,
Contemple le bleu du ciel et pense,
Car le reste n’a aucune importance.
Aigle ou chacal tu seras.
Le monde admet tout et
Le soleil ne distingue pas
Entre les fleurs et le fumier.
Tu feras les péchés les plus pervertis
Je t’absoudrai. Rien n’avilit
Ou n’anoblit la vie.
La vérité et la vertu agonisent
Dans la même solitude funèbre
Où les vers et les rats
N’importent pas.
Avec Dieu, sans Dieu ou contre Dieu,
Tu te hérisseras dans un monde envieux
Agressé par les loups du bien, les agneaux de la guerre,
Les colombes du mal, les tigres de la bienveillance.
Tu aimeras celle qui un jour trahira ta confiance.
Tu te vengeras sur la femme de ton frère,
Sur ta propre sœur. Tu commettras encore
D’autres incestes de moindre importance.
Tu seras absent à toutes choses -
Cela importe nullement -
Et ton soleil sera brillant
Même si derrière cette splendeur se tient ta face morte
Et à rien d’autre tu n’accorderas la moindre importance.
Mais si tu participes, tu meurs, tu souffres
Maudissant ta vie qui fut ton seul héritage
Et ton père, et ta mère et le monde
Qui un jour, te poussa aux forceps à ton ultime agonie,
À ta dernière heure, tu sauras quand même
Que tout cela n’avait aucune importance.
Tu seras un Homme, mon fils
Version française du poème “If” de Rudyard Kipling (1910)
traduit de l’anglais par André Maurois (1918).
Interprète : Bernard Lavilliers : IF (1988) [https://www.youtube.com/watch?v=zY3dnHlGggY]
Si tu peux voir détruit l’ouvrage de ta vie
Et sans dire un seul mot te mettre à rebâtir,
Ou perdre en un seul coup le gain de cent parties
Sans un geste et sans un soupir ;
Si tu peux être amant sans être fou d’amour,
Si tu peux être fort sans cesser d’être tendre,
Et, te sentant haï, sans haïr à ton tour,
Pourtant lutter et te défendre ;
Si tu peux supporter d’entendre tes paroles
Travesties par des gueux pour exciter des sots,
Et d’entendre mentir sur toi leurs bouches folles
Sans mentir toi-même d’un mot ;
Si tu peux rester digne en étant populaire,
Si tu peux rester peuple en conseillant les rois,
Et si tu peux aimer tous tes amis en frère,
Sans qu’aucun d’eux soit tout pour toi ;
Si tu sais méditer, observer et connaître,
Sans jamais devenir sceptique ou destructeur,
Rêver, mais sans laisser ton rêve être ton maître,
Penser sans n’être qu’un penseur ;
Si tu peux être dur sans jamais être en rage,
Si tu peux être brave et jamais imprudent,
Si tu sais être bon, si tu sais être sage,
Sans être moral ni pédant ;
Si tu peux rencontrer Triomphe après Défaite
Et recevoir ces deux menteurs d’un même front,
Si tu peux conserver ton courage et ta tête
Quand tous les autres les perdront,
Alors les Rois, les Dieux, la Chance et la Victoire
Seront à tous jamais tes esclaves soumis,
Et, ce qui vaut mieux que les Rois et la Gloire
Tu seras un homme, mon fils.
Si tu es vrai parmi ceux qui ne le sont pas,
Si le vent des routes est celui que tu veux,
Si tu sais regarder dans les yeux,
Celui qui a visé ton front et lui dire « je suis là »,
Si tu trouves le cœur du temps passé,
Si tu cherches en vain ta vérité,
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Si tu te tiens à l’écart des mafias et des héros
Si tu partages ton meilleur pain,
Si les joies et les peines de ton destin
Ne régissent pas ton existence
Si tu perds tout, tout ce que tu tiens
Mais pas ta voix qui dit « Résistance ! »
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Si tu sais jouer parmi ceux qui ne savent pas
Si tu comptes pour rien qui te maudit
Si ce n’est pas le succès que tu poursuis
Mais la couleur des caresses que tu feras.
Si tu sais mourir aux côtés de tes amis en souriant
Si tu recherches l’innocence à chaque instant
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Si tu penses que tout chemin à chaque pas de chaque pied
A besoin de lumière, de paix et de liberté,
Si l’or que tu vois et que tu n’auras pas
Est sans intérêt pour jauger ce que tu seras
Si tu sais danser avec les mendiants et les rois
Et ne changes rien à ce qui compte pour toi
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
Le monde que tu vois sera un jour à toi et tu seras un homme doux, mon fils.
« SI » – BRÉVIAIRE POUR LAÏCS
Version française de la traduction d’Antonio Gramsci (17/12/1916) - « SI » – BRÉVIAIRE POUR LAÏCS – Marco Valdo M.I. – 2016
Si tu peux garder ton calme, quand tous ont perdu la tête et disent que c’est ta faute
Si tu es sûr de toi quand tous doutent et que tu comprends ces doutes
Si tu peux attendre, sans te lasser d’attendre
Si tu ne mens pas au milieu des mensonges
Ou, haï, tu ne te laisses pas emporter pa la haine, sans avoir l’air trop bon, ni trop sage
Si tu peux rêver sans être esclave de ton rêve,
Si succès ou désastre, tu traites ces deux imposteurs de même manière
Si tu peux entendre reprise la vérité que tu as émise, arrangée par des fourbes pour piéger des osts,
Si tu peux regarder les choses que tu as créées se détruire et si t’abaissant, tu les reconstruis avec tes mêmes instruments,
Si tu peux entasser tes gains, les risquer en un coup, jeter le dé, les perdre et recommencer tout du début, sans jamis dire un mot de ta défaite,
Si tu peux contraindre ton cœur, tes nerfs, tes muscles à servir, même après qu’ils se sont abîmés et tenir ferme, quand tu n’auras plus en toi que la volonté de dire à ce qui reste : tenez ferme,
Si tu peux parler aux multitudes en gardant ta vertu, et parler aux rois en gardant le sens commun,
Si un ennemi ne peut te blesser, ni même un ami,
Si tous les hommes ont une valeur pour toi, mais aucun n’en a trop,
Si tu arrives à remplir ta minute fatale de soixante secondes qui vaillent,
Alors, la terre est tienne et avec elle, tout ce qu’elle contient et ce qui importe plus encore, tu seras un homme, mon fils.
ANTI-KIPLING
Version française – ANTI-KIPLING – Marco Valdo M.I. – 2016
d’après la version italienne de RUGGERO JACOBBI
de l’Anti-Kipling du poète brésilien Domingos Carvalho da Silva (1915-2004).
Si, mon fils, tu croîs tordu comme
Croît le long de l’arbre tord la liane,
Ou tu t’engraisses dans la boue,
Comme la plante grasse dans la vase,
Contemple le bleu du ciel et pense,
Car le reste n’a aucune importance.
Aigle ou chacal tu seras.
Le monde admet tout et
Le soleil ne distingue pas
Entre les fleurs et le fumier.
Tu feras les péchés les plus pervertis
Je t’absoudrai. Rien n’avilit
Ou n’anoblit la vie.
La vérité et la vertu agonisent
Dans la même solitude funèbre
Où les vers et les rats
N’importent pas.
Avec Dieu, sans Dieu ou contre Dieu,
Tu te hérisseras dans un monde envieux
Agressé par les loups du bien, les agneaux de la guerre,
Les colombes du mal, les tigres de la bienveillance.
Tu aimeras celle qui un jour trahira ta confiance.
Tu te vengeras sur la femme de ton frère,
Sur ta propre sœur. Tu commettras encore
D’autres incestes de moindre importance.
Tu seras absent à toutes choses -
Cela importe nullement -
Et ton soleil sera brillant
Même si derrière cette splendeur se tient ta face morte
Et à rien d’autre tu n’accorderas la moindre importance.
Mais si tu participes, tu meurs, tu souffres
Maudissant ta vie qui fut ton seul héritage
Et ton père, et ta mère et le monde
Qui un jour, te poussa aux forceps à ton ultime agonie,
À ta dernière heure, tu sauras quand même
Que tout cela n’avait aucune importance.
Tu seras un Homme, mon fils
Version française du poème “If” de Rudyard Kipling (1910)
traduit de l’anglais par André Maurois (1918).
Interprète : Bernard Lavilliers : IF (1988) [https://www.youtube.com/watch?v=zY3dnHlGggY]
Si tu peux voir détruit l’ouvrage de ta vie
Et sans dire un seul mot te mettre à rebâtir,
Ou perdre en un seul coup le gain de cent parties
Sans un geste et sans un soupir ;
Si tu peux être amant sans être fou d’amour,
Si tu peux être fort sans cesser d’être tendre,
Et, te sentant haï, sans haïr à ton tour,
Pourtant lutter et te défendre ;
Si tu peux supporter d’entendre tes paroles
Travesties par des gueux pour exciter des sots,
Et d’entendre mentir sur toi leurs bouches folles
Sans mentir toi-même d’un mot ;
Si tu peux rester digne en étant populaire,
Si tu peux rester peuple en conseillant les rois,
Et si tu peux aimer tous tes amis en frère,
Sans qu’aucun d’eux soit tout pour toi ;
Si tu sais méditer, observer et connaître,
Sans jamais devenir sceptique ou destructeur,
Rêver, mais sans laisser ton rêve être ton maître,
Penser sans n’être qu’un penseur ;
Si tu peux être dur sans jamais être en rage,
Si tu peux être brave et jamais imprudent,
Si tu sais être bon, si tu sais être sage,
Sans être moral ni pédant ;
Si tu peux rencontrer Triomphe après Défaite
Et recevoir ces deux menteurs d’un même front,
Si tu peux conserver ton courage et ta tête
Quand tous les autres les perdront,
Alors les Rois, les Dieux, la Chance et la Victoire
Seront à tous jamais tes esclaves soumis,
Et, ce qui vaut mieux que les Rois et la Gloire
Tu seras un homme, mon fils.
envoyé par Marco Valdo M.I. - 27/2/2016 - 15:28
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Brano inedito dall'album dal vivo "Rolling live"
Liberamente ispirata alla poesia If di Kipling
"Se viaggi lontano da mafie ed eroi"
“Scrissi LETTERA AL FIGLIO qualche anno fa, giusto per i diciotto anni di mio figlio. E gli feci trovare la prima registrazione sul tavolo, giusto prima che sia io che sua madre ce ne andassimo e gli lasciassimo disporre di quel suo giorno importante come meglio gli piaceva. Il testo era ovviamente debitore di una celebre poesia di Kipling che io tanto avevo amato e che lui stesso considerava come un frammento importante dove ogni tanto mettere l’occhio. Fu dunque il mio modo di augurargli buon viaggio in quel giorno così speciale per lui. La poesia, per quanti non la conoscano, si intitola If ed è una sorta di traduzione di un modo di stare al mondo e di affrontare la vita. Che continuo ad amare. Il senso se volete è nel difendere quanto si ritiene importante nella propria vita curandosi poco dei suoi rovesci allo stesso modo di quelle che potremo chiamare vittorie. Semplicemente perché chi aspira ad essere un uomo vero ha da metterli in conto entrambi. Senza far venire meno il valore della propria esistenza ed anzi cercando di essere il più possibile pronti a scrivere nuovi pezzi di strada. Da ragazzo tenevo questa poesia in un frammento di carta che avevo dentro al mio diario. Nella mia inquietudine, nelle mie difficoltà, nelle mie pene, ogni tanto metterci gli occhi sopra serviva un po’ a darmi forza. In fondo, questa canzone voleva semplicemente trasmettere a lui, ma anche a voi che mi ascoltate, proprio quel senso di valore della nostra vita nel suo insieme, con tutto quel che ci sta dentro. Proprio con dentro quell’aspirazione ad essere uomini veri che ognuno di noi dovrebbe avere, nel mio modo di vedere, a prescindere da quanto ci si riesca. E da Lettera al Figlio, potete facilmente trasformarla in lettera a chi sta al mondo in modo simile al tuo.”
Massimo Priviero