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Federico Garcia Lorca

Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας
Langue: grec moderne


Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας

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(Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας)
Federico García Lorca
(Jean Ferrat)


Στίχοι: Νίκος Καββαδίας
Μουσική: Θάνος Μικρούτσικος
Πρώτη εκτέλεση: Γιάννης Κούτρας
Άλλες ερμηνείες: Βασίλης Παπακωνσταντίνου || Κώστας Θωμαΐδης || Υπόγεια Ρεύματα
'Αλμπουμ: Σταυρός του Νότου, 1979

Poesia di Nikos Kavvadias
Musica di Thanos Mikroutsikos
Primo interprete: Yannis Koutras
Altri interpreti: Vasilis Papakonstandinou || Kostas Thomaidis || Ypogia Revmata
Album: Σταυρός του Νότου, 1979

Nikos Kavvadias alla radio di bordo.
Nikos Kavvadias alla radio di bordo.


La poesia di Nikos Kavvadias, il poeta marinaio, per Federico Garcia Lorca. La scrisse nel 1947 e successivamente la inserì nella raccolta Πούσι (Nebbia) ; mentre la musica di Thànos Mikroutsikos, per il disco "Croce del Sud" (1979), è stata composta dopo la morte del poeta, come tutto quello che di lui è stato musicato. Kavvadias mette in relazione l'assassinio di Lorca con le sofferenze patite dal popolo greco per mano fascista. Riportiamo il commento di un visitatore del sito stixoi, che ci fornisce alcune chiavi per collocarla nel contesto storico. "Una realistica rappresentazione dell'esecuzione (nel poligono di Kessarianì, Atene - n.d.t.) di 200 comunisti, rinchiusi nel campo di Haidari, da parte dei Tedeschi (Primo Maggio 1944) e della strage di massa degli abitanti di Distomo di Beozia per mano dei nazisti e dei reparti di sicurezza (10 giugno 1944). La morte del grande poeta spagnolo Lorca per mano dei franchisti (Agosto 1936) lo colpisce: " e sopra la tua giumenta legato in croce.../ in mezzo ai suoi riarsi campi scoloriti..." Il poeta del mare Nikos Kavvadias è soprattutto conosciuto per le poesie del mare, nonostante la sua attività...Dopo l' ingresso dei nazisti ad Atene, Nikos Kavvadias si trovò nelle fila del Partito Comunista Greco (KKE). Fu incorporato nel Fronte di Liberazione Nazionale (EAM), dapprima nel reparto Navale (ELAN, n.d.t) e più tardi nell' EAM Artisti-Poeti. Nel periodo dell'occupazione Nikos Kavvadias pubblicò anche le sue poesie resistenziali, a cominciare da "Atene 1943", mentre nel 1944 pubblicò la poesia " Sulla tomba di un militante dell'EPON". Nel 1945 pubblicò "Federico Garcia Lorca" e la poesia "Resistenza". Poco prima del colpo di stato del 21 aprile 1967 concesse un'ampia intervista al periodico (studentesco - n.d.t.) Panspoudastikì dove dedicò anche la sua poesia "Studenti" (Nota a firma Atartee in stixoi)
Ανέμισες για μια στιγμή το μπολερό
και το βαθύ πορτοκαλί σου μεσοφόρι
Αύγουστος ήτανε δεν ήτανε θαρρώ
τότε που φεύγανε μπουλούκια οι σταυροφόροι

Παντιέρες πάγαιναν του ανέμου συνοδειά
και ξεκινούσαν οι γαλέρες του θανάτου
στο ρογοβύζι ανατριχιάζαν τα παιδιά
κι ο γέρος έλιαζε, ακαμάτης, τ'αχαμνά του

Του ταύρου ο Πικάσο ρουθούνιζε βαριά
και στα κουβέλια τότε σάπιζε το μέλι
τραβέρσο ανάποδο, πορεία προς το βοριά
τράβα μπροστά, ξοπίσω εμείς και μη σε μέλει

Κάτω απ' τον ήλιο αναγαλιάζαν οι ελιές
και φύτρωναν μικροί σταυροί στα περιβόλια
τις νύχτες στέρφες απομέναν οι αγκαλιές
τότες που σ' έφεραν, κατσίβελε, στη μπόλια

Ατσίγγανε κι αφέντη μου με τι να σε στολίσω;
φέρτε το μαυριτάνικο σκουτί το πορφυρό
στον τοίχο της Καισαριανής μας φέραν από πίσω
κι ίσα ένα αντρίκειο ανάστημα ψηλώσαν το σωρό.

Κοπέλες απ' το Δίστομο, φέρτε νερό και ξύδι
κι απάνω στη φοράδα σου δεμένος σταυρωτά
σύρε για κείνο το στερνό στην Κόρδοβα ταξίδι
μέσα απ' τα διψασμένα της χωράφια τα ανοιχτά

Βάρκα του βάλτου ανάστροφη
φτενή δίχως καρένα
σύνεργα που σκουριάζουνε σε γύφτικη σπηλιά
σμάρι κοράκια να πετάν στην ερήμην αρένα
και στο χωριό να ουρλιάζουνε τη νύχτα εφτά σκυλιά.

envoyé par Gian Piero Testa - 6/11/2010 - 14:25



Langue: italien

Gian Piero Testa.
Gian Piero Testa.

Versione italiana di Gian Piero Testa

Federico García Lorca.
Federico García Lorca.


Mi sono spinto in una traduzione con pretese metriche: perciò qualcosa si è perso. Meglio avvertire. (gpt)
FEDERICO GARCIA LORCA

Per un attimo breve il bolero sventolasti
e la sottoveste tua d' arancione cupo.
Si era d' agosto o forse no, non lo so bene,
quando alla rinfusa partirono i Crociati.

Col vento andavano bandiere in processione
e salpavano le galee della morte.
Al capezzolo i bimbi rabbrividivano
e ozioso il vecchio dava al sole le vergogne.

Dalle froge del suo toro soffiò Picasso
e a male allora andò il miele nelle arnie.
Venire tutto all'orza - prua voltata al Nord.
Apri la fila tu - noi dietro - e buona sorte.

Sotto il sole tripudiavano gli oliveti
e piccole croci spuntavano negli orti
restavan sterili gli abbracci quelle notti
quando all'oltraggio ti portarono, Gitano.

Gitano e Signor mio, di che ti adorno io?
Portate la purpurea cappa del Marocco.
Al muro di Kessarianì in gregge ci spinsero
e subito fummo un mucchio alto come un uomo.

Ragazze di Distomo recate acqua e aceto.
E sopra la tua giumenta legato in croce
a Cordoba trascìnati in quel viaggio estremo
tra le assetate e sconfinate sue campagne.

Di palude una piatta barca snella e capovolta.
In una grotta gitana strumenti a arrugginire.
Un volare a stormo di corvi sull' arena vuota
e di cani un abbaiare la notte nel villaggio.

envoyé par Gian Piero Testa - 6/11/2010 - 15:00


La pagina sulla poesia di Vrettakos musicata e interpretata dai greci della diaspora Arthur Rorris e Anthea Sidiropoulos, Επιμνημόσυνη γονυκλυσία ha riportato a questa pagina dove la strage nazista di Distomo (e quella di Kessarianì) è nominata. Anche questa, in origine, una poesia: una costante nella canzone greca contemporanea. Quindi, un'occasione sia per rinfrescare la poesia di Kavvadias tradotta magistralmente da Gian Piero Testa, sia per rifare questa pagina lasciata, sinceramente, un po' abbandonata con dati su un'altra canzone infilati in mezzo al testo ed altre mancanze. Prima o poi ci si arriva, comunque.

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 5/11/2012 - 19:06


A Distomo, in AWS, si accenna anche qui (Elladografia di Hatzidakis- Gatsos)

Suonate profeti della collera
la campana a Kessarianì
che venga stasera la gente di Distomo
che vengano quelli di Calavrita
con strazio e disperazione
per il loro inutile sacrificio.

Gian Piero Testa - 5/11/2012 - 21:24




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