Nel giardino dei mirti un etiope parlava
Azena parola di tagliola
diceva a un ingegnere mezzo apuo e mezzo niente
che a un poeta basta una parola sola
per scintillare mondi e sciogliere frontiere
saltare oltre ogni retta via
parlò finalmente il giovane ingegnere
io voglio la mia parte di Dio
la mia parte di anarchia
L'anarchia non smette mai di domandare
diceva la donna dei deserti
e il giovane sostava e aveva voglia di baciare
quella bocca sopra i suoi seni offerti
dopo il caffè speziato mentre colava miele
schiudeva amore splendeva Fatiha
e un'altra volta ancora parlò il giovane ingegnere
io voglio la mia parte di Dio
la mia parte di anarchia
Stare dentro un cerchio che non ha circonferenza
un cerchio con il centro in ogni dove
rispondere in silenzio sguardo all'orizzonte
altrove
Bello è il deserto, puro e pulito
e nulla ci può marcire
c'è solo pietra e silenzio infinito
e nessuna voglia di morire
Risplende forte e lieve il pensiero
che pare illumini la via
e come cantasse al mondo intero
io voglio la mia parte di Dio
la mia parte di anarchia
Brucia di vita in quelle notti
deserte al centro del cielo
brucia di vita il giovane aspetta
e si trova disarmato e solo
Strappati il cuore, il poeta declama
voce saggia di follia
strappalo e mangia, ché Fatiha ti ama
lei è la tua parte di Dio
la tua parte di anarchia
Stare dentro un cerchio che non ha circonferenza
un cerchio con il centro in ogni dove
risplendere in silenzio sguardo all'orizzonte
altrove
Azena parola di tagliola
diceva a un ingegnere mezzo apuo e mezzo niente
che a un poeta basta una parola sola
per scintillare mondi e sciogliere frontiere
saltare oltre ogni retta via
parlò finalmente il giovane ingegnere
io voglio la mia parte di Dio
la mia parte di anarchia
L'anarchia non smette mai di domandare
diceva la donna dei deserti
e il giovane sostava e aveva voglia di baciare
quella bocca sopra i suoi seni offerti
dopo il caffè speziato mentre colava miele
schiudeva amore splendeva Fatiha
e un'altra volta ancora parlò il giovane ingegnere
io voglio la mia parte di Dio
la mia parte di anarchia
Stare dentro un cerchio che non ha circonferenza
un cerchio con il centro in ogni dove
rispondere in silenzio sguardo all'orizzonte
altrove
Bello è il deserto, puro e pulito
e nulla ci può marcire
c'è solo pietra e silenzio infinito
e nessuna voglia di morire
Risplende forte e lieve il pensiero
che pare illumini la via
e come cantasse al mondo intero
io voglio la mia parte di Dio
la mia parte di anarchia
Brucia di vita in quelle notti
deserte al centro del cielo
brucia di vita il giovane aspetta
e si trova disarmato e solo
Strappati il cuore, il poeta declama
voce saggia di follia
strappalo e mangia, ché Fatiha ti ama
lei è la tua parte di Dio
la tua parte di anarchia
Stare dentro un cerchio che non ha circonferenza
un cerchio con il centro in ogni dove
risplendere in silenzio sguardo all'orizzonte
altrove
Contributed by adriana - 2010/8/3 - 15:38
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Testo: Maurizio Maggiani e Marco Rovelli
Musica: Marco Rovelli
“L'anarchia an se po' dir”, diceva un cavatore, echeggiando inconsapevolmente Cusano e i mistici della teologia negativa. Non si può dire l'anarchia, come non si può dire l'amore. (L'anarchia e l'amore. O l'anarchia è l'amore?). Sono cose che si fanno, e poi si tentano confusamente di raccontare. O, ancora meglio, di cantare.
La mia parte, ovvero il corpo amante. Anarchico e amante.