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Dynamit

Mani Matter
Language: Alemannic


Mani Matter

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(Mani Matter)


[1973]
Testo e musica: Mani Matter
Worte und Musik: Mani Matter
Album: Ir Ysebahn

Mani Matter (1936-1972)
Mani Matter (1936-1972)


L'avvocato Hans-Peter Jan Matter, più noto come Mani Matter, è per forza di cose un fenomeno esclusivamente svizzero; anzi, della sola Svizzera tedesca. È stato, rimane e rimarrà il più celebre e celebrato Liedermacher prodotto dalla Confederazione Elvetica, ma anch'egli "figlio" della canzone d'autore francese e di Georges Brassens in particolare. Brassensiane "in toto" sono le canzoni di Mani Matter, ma con un tocco svizzero che potrebbe risultare difficilmente percettibile a chi non è, o è stato, un po' addentro alle cose di quel non comune paese. Sempre, ovviamente, che riesca a capire almeno un po' quel che dice nelle sue canzoni; Mani Matter, bernese fino nel midollo delle ossa (seppure sua madre fosse olandese), scriveva e cantava esclusivamente in Bärndüdsch, il tedesco alemannico bernese, un idioma assolutamente incomprensibile anche ai parlanti della lingua tedesca standard. Logico che, purtroppo, le sue canzoni siano note (anzi: notissime, arcinote) soltanto nella Svizzera tedesca o poco oltre; ed è veramente un peccato, perché sono dei capolavori di ironia solforosa. Come questa "Dynamit", dove in una ventosa e fredda Berna notturna (che ricorda almeno un po' le atmosfere del Giudice e il suo boia di un altro grande bernese, Friedrich Dürrenmatt), l'avvocato Hans-Peter Matter si trova a fronteggiare nientepopodimeno che un barbuto attentatore anarchico che vuole far saltare in aria il Parlamento Federale. Da buon cittadino, e con ardore patriottico, riesce a far desistere l'attentatore dai suoi insani propositi, tanto che quest'ultimo se ne torna a casa quasi commosso rimpacchettando la sua dinamite. Solo che, una volta a casa tutto bello fiero, è proprio l'avvocato Matter che comincia ad avere dei dubbi...



Una piccola nota personale. Nel tradurre anni e anni dopo questa canzone, vale a dire dopo essermi un po' impratichito nello Schwyzertüütsch, ho avuto quella strana impressione che coglie quando qualcosa si svolge in posti conosciuti. Sarò passato almeno qualche decina di volte dal Terrazzo Federale di Berna, e sulla Piazza Federale ho acquistato, al mercatino, una camicia da boscaiolo che ancora porto (ad una bancarella che vendeva solo pipe, fiammiferi e camicie da montanaro, tenuta da tale sig. Frankenstein, sic). Quanto al "discorso del Primo d'agosto", una volta ho assistito ad uno di essi, tenuto dal sindaco (di destra) di Friburgo. Tuttora è il discorso più breve e incredibile che abbia sentito in un'occasione del genere: in trenta secondi, il sindaco disse: "Cittadine, cittadini, oggi è giorno di festa per tutti: svizzeri, stranieri, immigrati, turisti. La Svizzera è di tutti; e ora divertitevi!" Al che cominciarono i balli e a passare gigantesche paiolate di zuppa al formaggio. [RV]
Einisch ir Nacht won i spät no bi gloffe
D'Bundesterrasse z'düruf gäge hei
Han i e bärtige Kärli atroffe
Und gseh grad, dass dä sech dert, jemers nei
Dass dä sech dert zu nachtschlafener Zyt
Am Bundeshus z'schaffe macht mit Dynamit

I bi erchlüpft und ha zuen ihm gseit: Säget
Exgüse, aber es gseht fasch so us
Wi dass dir da jitze würklech erwäget
Das grad id Luft welle z'spränge das Hus
Ja, seit dä Ma mir mit Für, es mues sy
Furt mit däm Ghütt, i bi für d'Anarchie

Was isch als Bürger mir da übrigblybe
Als ihm's probiere uszrede, i ha
Ihm afa d'Vorteile alli beschrybe
Vo üsem Staat, eso guet dass i cha
Ds Rütli und d'Freiheit und d'Demokratie
Han i beschworen, är sölls doch la sy

D'Angscht het mys Rednertalänt la entfalte
Chüel het dr Wind um üs gwäit i dr Nacht
Während ig ihm en Ouguschtred ha ghalte
Dass es es Ross patriotisch hätt gmacht
Zletscht hei dä Ma mini Wort so berückt
Dass är e Tränen im Oug het verdrückt

So han i schliesslech dr Staat chönne rette
Är isch mit sym Dynamit wieder hei
Und i ha mir a däm Abe im Bett en
Orde zuegsproche für my ganz allei
Glunge isch nume, dass zmonderischt scho
Über mi Red mir du Zwyfel si cho

Han ig ihm d'Schwyz o mit Rächt eso prise
Fragen i mi no bis hüt hindedry
Und no uf eis het dä Ma mi higwise
Louf i am Bundeshus sider verby
Mues i gäng dänke, s'steit numen uf Zyt
S'länge fürs z'spränge paar Seck Dynamit

Contributed by Riccardo Venturi - 2010/7/27 - 18:56




Language: Italian

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
31 gennaio 2016

Berna: L'attacco della Mani-Matter-Stutz (Bastione Mani Matter), la breve scalinata che porta al Terrazzo Federale. Un artista di strada vi ha dipinto un'immagine di Mani Matter seduto su una cassa di dinamite e con in mano una torcia accesa.
Berna: L'attacco della Mani-Matter-Stutz (Bastione Mani Matter), la breve scalinata che porta al Terrazzo Federale. Un artista di strada vi ha dipinto un'immagine di Mani Matter seduto su una cassa di dinamite e con in mano una torcia accesa.
DINAMITE

Una notte, mentre sul tardi attraversavo
a piedi il Terrazzo Federale [1], verso casa,
ho incontrato un tipo barbuto,
e santamadònna, o non ti vedo che questo,
all'ora in cui la gente dorme,
vuole far saltare il Parlamento in aria con la dinamite!

Mi sono atterrito e gli ho detto: „Mi scusi,
però mi sembra, come dire, che proprio
lei stia meditando con ogni intenzione
di far saltare in aria il Parlamento.“
„Eh sì“, mi ha detto quello, infuocato, „proprio così,
via dalle palle 'sta baracca, io sono per l'Anarchia.“

Da cittadino, che altro avrei potuto fare
se non provare a dissuaderlo?
E ho cominciato a parlargli di tutti i vantaggi
del nostro Stato, così alla bell'e meglio,
e poi del Rütli [2], della libertà e della democrazia,
e l'ho scongiurato di lasciar perdere.

L'angoscia mi ha sviluppato un talento d'oratore,
attorno a noi il vento freddo della notte.
Mentre gli facevo un discorso da Primo d'agosto [3]
che avrebbe reso patriota persino un cavallo,
quel tipo si è tanto commosso alle mie parole
da ricacciare via dagli occhi una làgrima

E così alla fine ho potuto salvare lo Stato,
e quello se n'è tornato a casa con la sua dinamite;
e io, quella sera, quando sono andato a letto
mi son decretato da solo una decorazione.
Però, strana cosa: già il giorno dopo
mi è preso qualche dubbio sul mio discorso.

Ma gli avrò, a quello, lodato la Svizzera
a buon diritto? Me lo sto ancora chiedendo.
E, insomma, quel tizio mi ha dato una dritta:
da allora, quando passerò davanti al Parlamento,
penserò che sta in piedi solo provvisoriamente,
e che per farlo saltare bastano un paio di sacchi di dinamite.
[1] Il „Terrazzo Federale“ (Bundesterrasse) è un passaggio sopraelevato, con relativo parco, che si trova al di sopra della „Piazza Federale“ di Berna, la piazza dove si trova il Parlamento (Federale, naturalmente). Esattamente al Terrazzo Federale porta la breve scalinata che è stata intitolata proprio a Mani Matter.

[2] Il Rütli, o Grütli, è il prato d'alta quota, nel cantone di Uri, dove il 1° agosto 1291 (e non è una leggenda: gli svizzeri, da buoni svizzeri quali sono, hanno conservato il documento originale), fu stilato e firmato il primitivo accordo tra i quattro cantoni che formarono il nucleo primitivo della Confederazione (die vier Waldstätter, vale a dire i „quattro posti boschivi“: per questo il Lago dei Quattro Cantoni reca l'impossibile nome di Vierwaldstättersee). Il Rütli, va da sé, è un luogo sacro per tutti gli svizzeri.

[3] Da quanto sopra, si capisce che il 1° agosto è il giorno della festa nazionale della Confederazione Elvetica. Fare un „discorso da Primo d'agosto“ significa tenere un discorso solenne e patriottico.

2016/1/31 - 21:21




Language: French

Version française – DYNAMITE – Marco Valdo M.I. – 2016
Chanson suisse alémanique (Schwyzertüütsch) – Dynamit – Mani Matter – 1973

Howard Zinn


L’avocat Hans-Peter Jan Matter, plus connu comme Mani Matter, est par la force des choses un phénomène exclusivement suisse ; bien plus, de la seule Suisse allemande. Il a été, reste et restera le plus célèbre et célébré Liedermacher (faiseur de chansons, trouvère) produit par la Confédération Helvétique, mais aussi, un « enfant » de la chanson d’auteur française et de Georges Brassens, en particulier. Les chansons de Mani Matter sont « in toto » brassensiennes, mais avec une touche suisse qui pourrait se révéler difficilement perceptible à qui ne l’est pas (Suisse), mais a été un peu initié aux choses de ce pays pas commun. Toujours assez, évidemment, pour qu’il réussisse à comprendre au moins un peu ce qui est dit dans ses chansons ; Mani Matter, Bernois jusqu’à la moelle (malgré sa mère hollandaise), écrivait et chantait exclusivement en Bärndüdsch, l’allemand alémanique bernois, un idiome absolument incompréhensible même aux locuteurs de la langue allemande standard.

Logique que, malheureusement, ses chansons soient connues (et même : très connues, archiconnues) seulement en Suisse allemande ou un peu au-delà ; et c’est vraiment un péché, car ce sont des chefs-d’œuvre d’ironie sulfureuse. Comme ce « Dynamit », où dans une venteuse et froide Berne nocturne qui rappelle au moins un peu l’atmosphère du Juge et son bourreau (Der Richter und sein Henker) d’un autre grand Bernois, Friedrich Dürrenmatt, l’avocat Hans-Peter Matter affronte rien moins qu’un barbu auteur d’attentat anarchiste (l’ombre de Marco Camenisch plane toujours sur la vertueuse Suisse, dit Lucien l’âne) qui veut faire sauter le Parlement Fédéral. En tant que bon citoyen, et avec une ardeur toute patriotique, il réussit à faire renoncer l’auteur d’attentat à ses intentions insensées, tellement bien que ce dernier s’en retourne chez lui, presque ému, remballant sa dynamite. Sauf que, une fois rentré chez lui tout fier, c’est l’avocat Matter qui commence à avoir des doutes…



Une petite note personnelle. À traduire cette chanson des années et des années après, à savoir après avoir un peu pratiqué le Schwyzertüütsch, j’ai eu l’étrange impression qu’on ressent lorsque quelque chose se déroule en des lieux connus. Je suis passé au moins des dizaines de fois sur la Terrasse Fédérale de Berne et sur la Place Fédérale, j’ai acheté, au marché du quartier, une chemise de bûcheron que je porte encore (à un étal où on vendait seulement des pipes, des allumettes et des chemises de montagnard, tenu par un certain M. Frankenstein, sic). Quant au « discours de Premier Août » (Le Premier Août est le Quatorze Juillet des Suisses – et inversement, dit Lucien l’âne), j’ai assisté une fois à un de ceux-ci, prononcé par le maire (de droite) de Fribourg. À l’heure actuelle, c’est le discours le plus bref et le plus incroyable qu’on ait entendu en une occasion du genre : en trente secondes, le maire a dit : « Citoyennes, citoyens, aujourd’hui, c’est jour de fête pour tous : Suisses, étrangers, immigrés, touristes. La Suisse est à tous ; et maintenant amusez-vous ! » Alors, commencèrent les bals et commencèrent à circuler de gigantesques marmites de soupe au fromage. [RV]
DYNAMITE

Une nuit, je rentre tard chez moi,
Je traverse la Terrasse Fédérale.
Un gars s’en vient vers moi
Et putain, voyez l’animal,
À l’heure où les gens cuvent leur cuite,
Veut faire sauter le Parlement à la dynamite.

Un peu effrayé, quand même, je lui dis :
Excusez-moi, mais il me semble, l’ami,
Que vous avez le désir surprenant
De faire sauter le Parlement.
Oui, dit-il, c’est bien mon envie :
Foutre en l’air la boutique, je suis pour l’Anarchie.

Qu’aurais-je, comme citoyen, pu tenter
Si ce n’est de l’en dissuader ?
Je lui parle de tous les avantages
De notre État et même davantage,
Je lui dis le Rütli, la démocratie, la liberté
Et je le supplie de laisser tomber.

L’angoisse me donne un talent d’orateur.
Autour de nous souffle un vent glacial,
Mooi, je lui tiens un discours de rhéteur
Qui rendrait patriote un cheval.
Le gars, ému de mes mots jusqu’à l’âme,
Tente vainement de retenir ses larmes.

Et c’est ainsi que j’ai sauvé l’État
Et que le gars est reparti avec sa dynamite.
Ce soir-là, en rentrant chez moi,
Je me félicite de ma conduite.
Mais chose étrange, le jour suivant,
Je me mis à douter de mon jugement.

J’aurais, à ce gars, vanté à bon droit la Suisse ?
Je me le demande encore à présent.
M’aurait-il passé son envie interdite ?
Car depuis, quand je passe devant le Parlement,
Je pense qu’il n’en a plus pour longtemps.
Car pour le faire sauter, il suffit d’un peu de dynamite.

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2016/2/5 - 21:03


Segnaliamo che si parla di Mani Matter su A - Rivista Anarchica (naturalmente nella rubrica ...E compagnia cantante a cura di Alessio Lega). E vi si parla un po' anche di noialtri, che forse siamo stati i primi a farne conoscere qualcosa in Italia (nell'articolo è fra l'altro presente anche la traduzione di questa canzone, ma anche altre di canzoni che non hanno specifica attinenza con questo sito). Un articolo da leggere, sperando, chissà, che Alessio Lega prima o poi ne faccia qualche traduzione artistica e, soprattutto, cantata.

CCG/AWS Staff - 2017/7/5 - 00:13


Una traduzione l'ha già fatta

Lorenzo - 2017/7/5 - 09:00




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