Extraordinaire, on se guérit des guerres
nouvelles croisades dans le désert
pour la paix militaire
Et nous les vauriens, on vous demande rien
on n'aime pas les Rambos
Schwarzkopf et Schwarznegger
Héros pourquoi t'as toujours du sang
dans les mains?
Extraordinaire, il n'y a plus rien à faire
on vend des armes aux rebelles
pour le massacrer, c'est démentiel
Et nous les italiens, on ne rêve plus de rien
on s'en fout des présidents
et de leur soif de fric puant
Héros, pourquoi t'as toujours du sang
dans les mains?
nouvelles croisades dans le désert
pour la paix militaire
Et nous les vauriens, on vous demande rien
on n'aime pas les Rambos
Schwarzkopf et Schwarznegger
Héros pourquoi t'as toujours du sang
dans les mains?
Extraordinaire, il n'y a plus rien à faire
on vend des armes aux rebelles
pour le massacrer, c'est démentiel
Et nous les italiens, on ne rêve plus de rien
on s'en fout des présidents
et de leur soif de fric puant
Héros, pourquoi t'as toujours du sang
dans les mains?
Langue: italien
Versione italiana di Riccardo Venturi
EROE
Straordinario, ci si sbarazza delle guerre
nuove crociate nel deserto
per la pace militare
e noi i buoni a nulla, non vi chiediamo nulla
non amiamo i Rambo
Schwarzkopf e Schwarzenegger
Eroe, perché hai sempre sangue
sulle mani?
Straordinario, non c'è più niente da fare
si vendono armi ai ribelli
per massacrarli, è demenziale
E noi italiani, non sogniamo più niente
ce ne sbattiamo dei presidenti
e della loro sete di denaro puzzolente
Eroe, perché hai sempre sangue
sulle mani?
Straordinario, ci si sbarazza delle guerre
nuove crociate nel deserto
per la pace militare
e noi i buoni a nulla, non vi chiediamo nulla
non amiamo i Rambo
Schwarzkopf e Schwarzenegger
Eroe, perché hai sempre sangue
sulle mani?
Straordinario, non c'è più niente da fare
si vendono armi ai ribelli
per massacrarli, è demenziale
E noi italiani, non sogniamo più niente
ce ne sbattiamo dei presidenti
e della loro sete di denaro puzzolente
Eroe, perché hai sempre sangue
sulle mani?
“Ogni storia ha una sua vita e ogni vita ha mille storie.
La mia vita è stata musica che accade, incontri di popoli, magie, racconti, mille soli splendenti e vento in faccia.
Non ho rimorsi, non ho rimpianti, la mia vita è stata tutta un’avventura.
Finalmente, dopo tanto inutile errare, ho trovato la donna perfetta e l’ho sposata, rendendola mia per sempre, la mia compagna di vita, di viaggio e di sogni, la mia migliore amica, la mia donna, mia moglie Silvia a cui devo tanto, a cui devo tutto.
Sono padre felice di un figlio strepitoso, il migliore che si possa desiderare, con il sorriso più bello del mondo. Rocco.
Ho goduto abbestia con i migliori compagni potessi avere, la mia Banda del cuore, la nostra creatura meravigliosa dai mille colori.
In questo grande girotondo saluto e ringrazio tutti quelli che mi hanno amato e tutti quelli che ho amato, i nomi sono tanti, voi sapete chi
Un abbraccio che circonda!
Aloha!!!”
(Erriquez)
bandabardoofficial
La mia vita è stata musica che accade, incontri di popoli, magie, racconti, mille soli splendenti e vento in faccia.
Non ho rimorsi, non ho rimpianti, la mia vita è stata tutta un’avventura.
Finalmente, dopo tanto inutile errare, ho trovato la donna perfetta e l’ho sposata, rendendola mia per sempre, la mia compagna di vita, di viaggio e di sogni, la mia migliore amica, la mia donna, mia moglie Silvia a cui devo tanto, a cui devo tutto.
Sono padre felice di un figlio strepitoso, il migliore che si possa desiderare, con il sorriso più bello del mondo. Rocco.
Ho goduto abbestia con i migliori compagni potessi avere, la mia Banda del cuore, la nostra creatura meravigliosa dai mille colori.
In questo grande girotondo saluto e ringrazio tutti quelli che mi hanno amato e tutti quelli che ho amato, i nomi sono tanti, voi sapete chi
Un abbraccio che circonda!
Aloha!!!”
(Erriquez)
bandabardoofficial
Addio a Erriquez, voce e anima "scatenata e libera" della Bandabardò
Il cantante combatteva da tempo con una grave malattia. "Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta", sono le parole commosse della sua famiglia
di Valeria Rusconi
14 FEBBRAIO 2021
È morto questa mattina nella sua abitazione di Fiesole, Enrico Greppi, in arte Erriquez, volto e anima della Bandabardò. A confermarne la notizia il suo manager Francesco Barbaro, al suo fianco sin dagli esordi. L'artista combatteva con un brutto male da tempo, ma la sua riservatezza e la sua energia non avevano mai permesso di far trasparire nulla all'esterno. Lo scorso primo settembre aveva compiuto 60 anni.
La Bandabardò, la famiglia 'allargata' del nostro folk rock
"Il più scatenato, roboante e colorato gruppo folk italiano in attività", si legge aprendo il sito ufficiale della band. Erriquez rappresentava al meglio questo spirito. Con la Bandabardò aveva da poco festeggiato i 25 anni di carriera con un grande evento al Mandela Forum di Firenze, insieme a tanti artisti amici, e sin dalla sua nascita, nel 1993, il gruppo era sempre rimasto fedele a se stesso e ai suoi ideali, diventando un punto di riferimento della scena musicale degli anni Novanta e non solo, tanto che ancora oggi il coro "Se mi rilasso collasso", continua ad essere cantato da ogni generazione. Molto riservato ma solare, Erriquez si è anche battuto da sempre nel sociale sposando le cause dei più deboli.
"Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta", sono le parole commosse della sua famiglia.
Il loro primo album uscì nel 1996 e si faceva notare fin dal titolo: "Il circo Mangione" e bastava guardare la copertina per capire che era già un programma: una due cavalli carica fino all'impossibile di persone, strumenti musicali tra cui un contrabbasso e una batteria, speaker, microfoni bassi e chitarre: l'eterno mito della strada come programma di vita, una vita piena di sacrifici ma anche di gioia, amore, bellezza, combattuta in nome della musica, dello stare insieme, del condividere esperienze. Era questa l'essenza più intima della Banda di cui Erriquez era il profeta, un profeta gentile, capelli lunghi e barba arrotolata, riportava sulla scena un romanticismo che mancava, che ad alcuni pareva sembrare fuori tempo e che invece era semplicemente senza tempo perché i valori di cui si faceva portatore erano i più belli di cui l'esperienza umana si è fatta portatrice. Il sogno eterno di una notte attorno al fuoco con una chitarra a raccontare storie e cantar canzoni, a inneggiare insomma alla vita, proprio come facevano quei beatnik che hanno fatto l'unica, vera rivoluzione non cruenta, portando come si diceva la vita e l'amore "On the Road", quella strada cantata da Kerouac in cui si sono riflesse le speranze di una vita migliore di tanti giovani. Quel messaggio veniva testimoniato, portato avanti dalla Banda con una presenza sul palco coinvolgente e generosa con canzoni fatte come sogni, anzi "Sogni grandiosi": "Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi/ E con la faccia verso il cielo/Viaggi avventurosi/ Ma tu mi dirai, "Ah, poesia!/E non si mangia, sai, con la poesia!". Eppure loro ci credevano e hanno dimostrato che invece ci si poteva mangiare con la poesia.
repubblica.it
Il cantante combatteva da tempo con una grave malattia. "Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta", sono le parole commosse della sua famiglia
di Valeria Rusconi
14 FEBBRAIO 2021
È morto questa mattina nella sua abitazione di Fiesole, Enrico Greppi, in arte Erriquez, volto e anima della Bandabardò. A confermarne la notizia il suo manager Francesco Barbaro, al suo fianco sin dagli esordi. L'artista combatteva con un brutto male da tempo, ma la sua riservatezza e la sua energia non avevano mai permesso di far trasparire nulla all'esterno. Lo scorso primo settembre aveva compiuto 60 anni.
La Bandabardò, la famiglia 'allargata' del nostro folk rock
"Il più scatenato, roboante e colorato gruppo folk italiano in attività", si legge aprendo il sito ufficiale della band. Erriquez rappresentava al meglio questo spirito. Con la Bandabardò aveva da poco festeggiato i 25 anni di carriera con un grande evento al Mandela Forum di Firenze, insieme a tanti artisti amici, e sin dalla sua nascita, nel 1993, il gruppo era sempre rimasto fedele a se stesso e ai suoi ideali, diventando un punto di riferimento della scena musicale degli anni Novanta e non solo, tanto che ancora oggi il coro "Se mi rilasso collasso", continua ad essere cantato da ogni generazione. Molto riservato ma solare, Erriquez si è anche battuto da sempre nel sociale sposando le cause dei più deboli.
"Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta", sono le parole commosse della sua famiglia.
Il loro primo album uscì nel 1996 e si faceva notare fin dal titolo: "Il circo Mangione" e bastava guardare la copertina per capire che era già un programma: una due cavalli carica fino all'impossibile di persone, strumenti musicali tra cui un contrabbasso e una batteria, speaker, microfoni bassi e chitarre: l'eterno mito della strada come programma di vita, una vita piena di sacrifici ma anche di gioia, amore, bellezza, combattuta in nome della musica, dello stare insieme, del condividere esperienze. Era questa l'essenza più intima della Banda di cui Erriquez era il profeta, un profeta gentile, capelli lunghi e barba arrotolata, riportava sulla scena un romanticismo che mancava, che ad alcuni pareva sembrare fuori tempo e che invece era semplicemente senza tempo perché i valori di cui si faceva portatore erano i più belli di cui l'esperienza umana si è fatta portatrice. Il sogno eterno di una notte attorno al fuoco con una chitarra a raccontare storie e cantar canzoni, a inneggiare insomma alla vita, proprio come facevano quei beatnik che hanno fatto l'unica, vera rivoluzione non cruenta, portando come si diceva la vita e l'amore "On the Road", quella strada cantata da Kerouac in cui si sono riflesse le speranze di una vita migliore di tanti giovani. Quel messaggio veniva testimoniato, portato avanti dalla Banda con una presenza sul palco coinvolgente e generosa con canzoni fatte come sogni, anzi "Sogni grandiosi": "Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi/ E con la faccia verso il cielo/Viaggi avventurosi/ Ma tu mi dirai, "Ah, poesia!/E non si mangia, sai, con la poesia!". Eppure loro ci credevano e hanno dimostrato che invece ci si poteva mangiare con la poesia.
repubblica.it
Dq82 - 14/2/2021 - 13:19
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dal primo album "Il circo mangione" (1996)