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Lacreme 'e cundannate

Alfredo Bascetta
Langue: napolitain


Alfredo Bascetta

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[5 maggio 1927]
Testo e musica di Alfredo Bascetta
Lyrics and Music by Alfredo Bascetta

Alfredo Bascetta (1889-1982)
Alfredo Bascetta (1889-1982)


"Lacreme 'e cundannate" (Lacrime di condannati) è, forse, la canzone più completa, descrivendo minuziosamente l'episodio. È una vera e propria denuncia: accusa chi ha vigliaccamente infamato Sacco e Vanzetti, dai giurati ai magistrati che non ascoltando le ragioni di chi è innocente, non hanno fatto giustizia, ma solo vendetta. La canzone si conclude con una preghiera al governatore Fuller, poiché è l'unica persona ancora in grado di abolire la sentenza di morte per i due immigrati.
"Lacreme 'e cundannate" è realizzata il 5 maggio 1927, quando ancora non è annunciata la definitiva condanna a morte. Fino alla fine si spera nella conoscenza della verità, nella speranza che la menzogna sia smascherata. Questo brano entra nel repertorio di Gilda Mignonette, anche se la Regina degli Emigranti, per evitare persecuzioni, evita di portare su supporto a 78 giri la canzone. Coraggiosamente, invece, "Lacreme 'e cundannate" è incisa da Alfredo Bascetta che può essere considerato, senza dubbio, il poeta più coraggioso, l'artista che più d'ogni altro prende a cuore il caso. Bascetta, fino alla fine, ha sperato che la sentenza di morte fosse revocata.

(da questa pagina)

"Bascetta incide due canzoni per protestare contro il processo di Sacco e Vanzetti. Una è "Lacreme 'e cundannate" l'altra "Lettera a Sacco" ("P'o figlio suoio").

"Lacreme 'e cundannate" è senz'altro la più famosa canzone napoletana sulla vicenda di Sacco e Vanzetti. Recentemente è stata interpretata da Daniele Sepe (in "Fondali notturni") e da Les Anarchistes, nell'album "Figli di origine oscura" (2003)
Sta tutt'o munno sano arrevutato,
pe' Sacco e p'e Vanzetti cundannate.
E chì vigliaccamente la 'nfamate,
maie n'ora 'e pace nun addà truvà!
A tutte parte arrivano pruteste 'nquantità
Facenno appello, cercano e farle aggrazià!

Doppo sett'anne e pene carcerate,
tra vita e morte, chisti sventurate.
Mo c"a cundanna l'hanno cunfermata:
nun c'è sta mezze pe putè salvà!
Sulo 'o Guvernatore giustizia le po fa,
si Dio c'ho mette 'ncore, a grazia le farrà.

So state senza core tutt'e quante,
pure e giurate, ma che 'nfame e ggente!
Nun sentene e raggione e chì è 'nnuccente:
chesta nun è giustizia, è 'nfamità!
Sti sfurtunate chiagneno, so rassignate già
E dint'a celle aspettanno ca Dio l'addà salvà!

envoyé par Riccardo Venturi - 6/1/2006 - 13:42




Langue: italien

Versione italiana ripresa da
"La musica de L'altra Italia"
LACRIME DI CONDANNATI

Tutto il mondo sano è in rivolta
per Sacco e Vanzetti condannati
e chi vigliaccamente li ha infamati
mai un'ora di pace deve trovare.

Da ogni parte arrivano
proteste in quantità
facendo appello cercano
di farli graziare.

Dopo sette anni di pene, carcerati,
tra vita e morte questi sventurati
ora che la condanna l'hanno confermata
non c'è più mezzo di poterli salvare.

Solo il governatore
gli può fare giustizia
se Dio glielo suggerisce
la grazia gli farà.

Sono stati senza cuore tutti quanti
anche i giurati, ma che gente infame.
Non sentono le ragioni di chi è innocente
ma non è giustizia, no, è una viltà.

Questi infelici piangono
sono già rassegnati
e nella cella aspettano
che Dio li salvi.

envoyé par adriana - 28/4/2007 - 17:36




Langue: anglais

Traduzione e commento inglese di Robert D'Attilio.

Alfredo Bascetta was a Neopolitan tenor who had immigrated to New York City shortly after the turn of the 20th century. This is a song written by him in Neapolitan dialect, evidently shortly before the execution of Sacco and Vanzetti.

It never mentions the political beliefs, the anarchism of the two men but it expresses strongly the sense of injustice felt by greater part of the Italian community at the long and, in their eyes, barbarous treatment of Sacco and Vanzetti.

The powerful anguish felt in the music is one of the more moving examples of the emotion evoked by the trial and sentencing to death of the two men. One can read in its words that God will not move governors to do the right thing, nor will God help to cure social injustice created by man.
BITTER TEARS AND TWO CONDEMNED MEN

The whole world is turned upside down
for Sacco and for Vanzetti both found guilty,
And those villains who scorned them
should never find a minute's rest!
Protesters, and more protesters, come from everywhere,
they cry out and try to get them pardoned!

After seven years in jail,
between life and death, these two desperate men
Learn, just now, their fatal sentence has been confirmed.
There is no way that we can save them!
The governor is the only hope for justice;
only God can change his heart and let him grant them mercy.

Everyone has been so cold-hearted
even the jury -what a cruel company!
No they don't listen to reason or to innocence
No this is not justice, this is only wicked vileness!
These cursed prisoners, without hope, can only cry out
and wait in their cells for the grace of God.

envoyé par Bartleby - 14/7/2011 - 10:03


Anche nei dischi “Jesce Sole” di Marina Pagano ‎(1973) e “Noi chiamammo Libertà” realizzato nel 1976 dal Gruppo Sperimentale di Canto Popolare ‎con Margot e Fausto Cigliano, a cura di Anton Virgilio Savona.




Bernart Bartleby - 9/6/2014 - 11:06


La parola "sano" nel verso "Sta tutt'o munno sano arrevutato" va intesa come "intero".
Una versione in italiano del verso potrebbe essere: C'è il mondo intero in rivolta.

Paolo - 22/8/2019 - 10:18




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