Unni sunu l'omini
e li fimmini 'i "Marina"?
Ccu u sa' se poi ci pensanu
a ddi strati, a dda matina?
Li fabbrichi ca fumanu,
focu e poi sireni.
Li camia e li partenzi,
valigi di cartuni.
Li casi russi ccu li vucchi storti,
lu suli li rimodda e poi li futti.
Li casi gialli ccu li 'ntinni 'n testa,
si sentunu azzizzati ancora a festa.
Chi resta?? Chi resta??
Unni sunu dd'omini,
li pulitici 'i "Marina"?
Hannu sempri ddi gran machini,
e la panza sempri china?!
Li borsi ca ci fetunu,
di merda e di dinari?!
Duminica a la missa!
E poi cci piaci u mari!
Li casi russi ccu li vucchi storti,
lu suli li rimodda e poi li futti.
Li casi gialli ccu li 'ntinni 'n testa,
si sentunu azzizzati ancora a festa.
Chi resta?? Chi resta??
e li fimmini 'i "Marina"?
Ccu u sa' se poi ci pensanu
a ddi strati, a dda matina?
Li fabbrichi ca fumanu,
focu e poi sireni.
Li camia e li partenzi,
valigi di cartuni.
Li casi russi ccu li vucchi storti,
lu suli li rimodda e poi li futti.
Li casi gialli ccu li 'ntinni 'n testa,
si sentunu azzizzati ancora a festa.
Chi resta?? Chi resta??
Unni sunu dd'omini,
li pulitici 'i "Marina"?
Hannu sempri ddi gran machini,
e la panza sempri china?!
Li borsi ca ci fetunu,
di merda e di dinari?!
Duminica a la missa!
E poi cci piaci u mari!
Li casi russi ccu li vucchi storti,
lu suli li rimodda e poi li futti.
Li casi gialli ccu li 'ntinni 'n testa,
si sentunu azzizzati ancora a festa.
Chi resta?? Chi resta??
Contributed by The Lone Ranger - 2010/5/12 - 09:26
Language: Italian
Versione italiana di Giorgio
MARINA DI MELILLI
Dove sono gli uomini
e le donne di Marina?
Chissà se ci pensano ancora
a quelle strade, a quella mattina?..
Le fabbriche che fumano
fuoco e poi sirene..
I camion e le partenze
valige di cartone..
Le case rosse dagli ingressi storti,
il sole le ammansisce e le trafigge.
Le case gialle con le antenne in testa
si sentono ancora adornate a festa..
Chi resta? Chi resta??
E dove si son nascosti quegli uomini,
i politici di Marina?
Hanno ancora quelle grandi automobili
e sempre la pancia piena?
E le borse che puzzano
di merda e di denaro?!
Domenica tutti a messa!
E poi la gita a mare..
Le case rosse dagli ingressi storti,
il sole ci stanca e poi ci fotte.
Le case gialle con le antenne in testa
si credono ancora adorne a festa?
Chi resta? Chi resta??
Dove sono gli uomini
e le donne di Marina?
Chissà se ci pensano ancora
a quelle strade, a quella mattina?..
Le fabbriche che fumano
fuoco e poi sirene..
I camion e le partenze
valige di cartone..
Le case rosse dagli ingressi storti,
il sole le ammansisce e le trafigge.
Le case gialle con le antenne in testa
si sentono ancora adornate a festa..
Chi resta? Chi resta??
E dove si son nascosti quegli uomini,
i politici di Marina?
Hanno ancora quelle grandi automobili
e sempre la pancia piena?
E le borse che puzzano
di merda e di denaro?!
Domenica tutti a messa!
E poi la gita a mare..
Le case rosse dagli ingressi storti,
il sole ci stanca e poi ci fotte.
Le case gialle con le antenne in testa
si credono ancora adorne a festa?
Chi resta? Chi resta??
Contributed by giorgio - 2010/5/12 - 11:10
E' una vergogna quello che hanno fatto in una delle zone più belle della Sicilia,dopo che ci hanno tempestato di porcherie e la beffa che non c'è piu lavoro all'interno delle raffinerie perchè se le stanno mangiando con le spartizioni di potere.
E poi prendersela con un vecchietto roba da terzo mondo,questa e la sicilia che noi giovani abbiamo ereditato dal passato.Noi giovani ci dobbiamo ribellare a questo sistema.
E poi prendersela con un vecchietto roba da terzo mondo,questa e la sicilia che noi giovani abbiamo ereditato dal passato.Noi giovani ci dobbiamo ribellare a questo sistema.
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Album “Stella Maris”
Testo trovato sul sito dell’autore
Marina di Melilli (più anticamente Fondaco Nuovo, Funnucu Novu, in siciliano), in provincia di Siracusa, era un paese di poco meno di mille abitanti, quasi tutti pescatori. A partire dagli anni 50, proprio lì cominciò la costruzione del polo petrolchimico siracusano, che poi negli anni 60 crebbe dilagando – è proprio il caso di dirlo – a macchia d’olio, anche grazie ad un robusto sistema di corruzione (lo scandalo Isab, che vide coinvolti molti esponenti democristiani) e di elusione delle normative in tema di sicurezza ambientale. Negli anni 70 la fascia costiera in prossimità del petrolchimico era già così inquinata ed irreparabilmente compromessa che il governo decise di evacuare Marina di Melilli, indennizzando gli abitanti. Ma alcuni di loro opposero resistenza e allora il Potere passò alle minacce e alle intimidazioni, e alla fine tagliò acqua, luce e gas ai resistenti. Alla fine solo uno di loro, tal Salvatore Gurreri, volle rimanere nella sua casa in riva al mare.
Salvatore, classe 1908, era già anziano quando tra il 1979 e il 1980 il paese fu forzatamente abbandonato, ma era un uomo che la vita aveva reso combattivo e tenace: era stato imprenditore, rappresentante per aziende di livello nazionale, corridore ciclista e pure pilota d’aerei. Politicamente era un liberale o, meglio, un liberista, visti i suoi trascorsi come organizzatore locale del famoso “Fronte dell’Uomo Qualunque” di Guglielmo Giannini. Ma, soprattutto, Salvatore Gurreri era un uomo che amava il lavoro, la legalità e la propria terra. Lui era di Vizzini, il paese dove il Verga aveva ambientato il suo romanzo “Mastro Don Gesualdo” e la novella “Cavalleria rusticana”, ma si era innamorato di Marina di Melilli, uno dei tratti più belli della costa siciliana, e vi si ra trasferito nel 1961. Aveva così potuto assistere di persona alla dissennata e criminale industrializzazione dell’area ed alla sua morte lenta: la Rasiom chimica e fertilizzanti, la raffineria Esso di Augusta, la Liquichimica, il petrolchimico dell’Isab, l’Enichem polietilene… il territorio dei comuni di Melilli, Priolo Gargallo e Augusta fu occupato dalle più mortifere e pestilenziali produzioni industriali dell’epoca, e cominciò a morire avvelenato con tutti i suoi abitanti: le patologie tumorali sono ancora oggi tra il 10 e il 20% al di sopra della media nazionale e molto più frequenti che altrove sono le malformazioni dei feti, soprattutto quelle che interessano l’apparato genito-urinario.
Nel 1980 a Marina di Melilli erano rimaste otto famiglie, ma in un paese fantasma, semi distrutto dalle ruspe e assediato dagli impianti del petrolchimico. Così anche quei pochi fecero fagotto, tutti tranne Salvatore Gurreri, l’irriducibile vecchietto, che continuò da solo la sua battaglia, tanto coraggiosa quanto inutile, per difendere il suo paese… Fece decine e decine di esposti, denunce e proteste: tutto inutile.
Una notte di giugno del 1992 Salvatore fu aggredito ed ammazzato in casa sua… lo picchiarono selvaggiamente e poi lo incaprettarono, lasciandolo ad agonizzare… una morte terribile, per asfissia, secondo un tipico rituale mafioso. Infierirono su un vecchio di 84 anni perché era l’ultimo simbolo della resistenza contro i soprusi dei potenti e dei loro servi.
Qualche anno più tardi, per il brutale assassinio di Salvatore Gurreri, l’ultimo custode del paese fantasma di Marina di Melilli, venne condannato un altro fantasma, un mafioso di Priolo Gargallo nel frattempo a sua volta scomparso, forse vittima della “lupara bianca”…