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Leur bon Dieu

Eugène Pottier
Language: French


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L’auge
(Eugène Pottier)
Propagande des chansons
(Eugène Pottier)
Guillaume et Paris
(Eugène Pottier)


[1884]
Paroles d'Eugène Pottier
Musique d'Émile Bouillon

Testo di Eugène Pottier
Musica di Émile Bouillon

Chants révolutionnaires
(Pagina segnalata da Adriana)


chantsrev Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.

Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants révolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”.

Caserne et forêt - Défends-toi, Paris !‎ - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim‎ - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie‎ - N’en faut plus‎ - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ?‎ - Tu ne sais donc rien ?‎


Au citoyen Joseph Durand, de Lyon.

Dieu jaloux, sombre turlutaine,
Cauchemar d'enfants hébétés,
Il est temps, vieux croquemitaine,
De te dire tes vérités.
Le Ciel, l'Enfer : fables vieillottes,
Font sourire un libre penseur.
Bon dieu des bigotes,
Tu n'es qu'un farceur.

Tu nous fis enseigner par Rome
En face du disque vermeil,
Que Josué, foi d'astronome,
Un jour arrêta le soleil.
Ton monde, en six jours tu le bâcles,
0 tout-puissant Ignorantin.
Bon dieu des miracles,
Tu n'es qu'un crétin.

La guerre se fait par ton ordre,
On t'invoque dans les deux camps.
Comme à deux chiens prêts à se mordre,
Tu fais kss kss à ces brigands.
Les chefs assassins tu les sacres,
Tu les soûles de ta fureur.
Bon dieu des massacres,
Tu n'es qu'un sabreur !

On connaît tes capucinades
Et l'on te voit, mon bel ami,
Te pourlécher des dragonnades.
Humer les Saint-Barthélémy.
Bûchers flambants font tes délices,
Tu fournis la torche à Rodin.
Bon dieu des supplices,
Tu n'est qu'un gredin.

Macaire t'a graissé la patte.
Larrons en foire sont d'accord.
Saint Pierre tire la savate
Sitôt qu'on s'attaque au veau d'or.
Des compères de Bas-Empire,
C'est encor toi le plus marlou,
Bon dieu des vampires,
Tu n'es qu'un filou.

Contributed by Riccardo Venturi - 2005/11/5 - 14:43




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
6 novembre 2005
IL LORO BUON DIO

Al cittadino Joseph Durand, di Lione.

Dio geloso, cupa solfa,
incubo di bambini istupiditi,
ora è tempo, vecchio orco,
di dirti qualche verità.
Il paradiso, l’inferno : fole un po’ vecchie
che fanno sorridere un libero pensatore.
Buon Dio delle bigotte,
non sei che un buffone.

Ci hai fatto insegnare da Roma,
davanti a quella palla rossa
che Giosuè, all’anima dell’astronomo !,
un giorno ha fermato il sole.
Il tuo mondo lo raffazzoni in sei giorni,
onnipotente un po’ alla carlona.
Buon Dio dei miracoli,
non sei che un cretino.

La guerra si fa su tuo comando,
ti s’invoca in tutti e due i campi.
Come a due cani pronti a azzannarsi
fai grrr ! grrr ! a quei banditi.
I capi assassini li benedici
e li imebri col tuo furore.
Buon Dio dei massacri,
non sei che un tagliagole !

Li conosciamo, i tuoi predicozzi
poi ti si vede, caro amicaccio,
leccare il culo alle persecuzioni
e annusare i San Bartolommei.
Per te i roghi sono leccornie,
sei tu che dai la torcia a Rodin.
Buon Dio delle torture,
non sei che un mascalzone.

Gesù Cristo t’ha unto le ruote,
avete fatto comunella.
San Pietro ti tira le suole
appena ci si dedica al vitello d’oro.
Dei compari degli inferi
sei sempre tu il più magnaccione,
Buon Dio dei vampiri,
Non sei che un imbroglione.

2005/11/6 - 00:28




Language: Italian

Versione italiana di Salvo Lo Galbo


Con una interpolazione alla chiosa assolutamente inventata, ma, dé, ...è stato difficile resistere. E così, a naso, credo che il compagno Eugéne non avrebbe avuto da ridire.
Anzi.
IL VOSTRO BUON DIO

Dio, orco avido, funesto
incubo nell’oscurità
di bimbi rintontiti, questo
è il tempo della verità.
Di cieli e inferni, un pensatore
libero ride ormai; ché tu,
buon dio, sei un buffone
e niente di più.

Ci hanno insegnato, le tue Rome,
che un giorno Giosuè fermò
in mezzo al cielo il sole! Eccome,
all’anima di Niccolò*!
Miracoloso IgnoranTrino
che fa in sei giorni il mondo, tu
buon dio, sei un cretino
e niente di più.

La guerra, se gli animi arsi
non sono in nome tuo, non va.
Come a due cani per scannarsi,
gli fai “Ksss! Ksss!” di qua e di là.
E gli assassini sono sacri,
gli assassinati, non son più.
Buon Dio dei massacri,
il cane sei tu.

Le conosciamo le tue laudi,
e i sanbartolomei, però,
sei in prima fila che li applaudi,
e annusi il culo a ogni falò.
Sono per te dolci sospiri
roghi ed appesi a testa in giù.
Buon Dio dei martiri,
la strega sei tu.

Gesù ti dà ai cingoli l’olio:
avete fatto società
col Santo Spirito, il Petrolio.
Inscindibile trinità!
E dei compari dell’Inferno
Sei tu a fottere di più.
Buon Dio e Padre Eterno,
il porco sei tu

Ma ormai che la maschera casca,
vedremo dietro cosa c’è.
E dietro c’è una sola tasca
di sfruttatori, papi e re.
Tempo è che il popolo si allei
e quella tasca avrà per sé
e non tema déi
né niente, perché

il niente tu sei,
buon dio che non c’è.
* Niccolò: Copernico, naturalmente.

Contributed by Parvus - 2016/3/30 - 23:46




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