Mil novecientos setenta y ocho, mes de Marzo en cualquier lao
Pudo amanecer gris. Correrá a coger el último vagón
La violencia anduvo vestida de uniforme
En una celda de Carabanchel
Desayunó demasiado temprano,
Quiso dejar claro quién es quién
Y la justicia cada vez más vieja,
Papeles perdidos en alguna mesa
Un simple error
De imprudencia, rueda, rueda en la rueda
Correrá a coger el último vagón.
Correrá a coger el último vagón.
Vivirá en el último vagón
Vivirá en el último vagón
Saben tapar bocas pasando la guadaña
De manera lenta y cruel
Nunca sabrá nadie la angustia de esas horas
Antes de coger el último vagón
Y la justicia cada vez más vieja,
Papeles perdidos en alguna mesa
Un simple error
De imprudencia, rueda, rueda en la rueda
Pudo amanecer gris. Correrá a coger el último vagón
La violencia anduvo vestida de uniforme
En una celda de Carabanchel
Desayunó demasiado temprano,
Quiso dejar claro quién es quién
Y la justicia cada vez más vieja,
Papeles perdidos en alguna mesa
Un simple error
De imprudencia, rueda, rueda en la rueda
Correrá a coger el último vagón.
Correrá a coger el último vagón.
Vivirá en el último vagón
Vivirá en el último vagón
Saben tapar bocas pasando la guadaña
De manera lenta y cruel
Nunca sabrá nadie la angustia de esas horas
Antes de coger el último vagón
Y la justicia cada vez más vieja,
Papeles perdidos en alguna mesa
Un simple error
De imprudencia, rueda, rueda en la rueda
Contributed by Alessandro - 2010/4/14 - 09:29
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Album “Rojo”
Canzone dedicata ad Agustín Rueda Sierra (1952-1978), torturato ed ucciso dalle guardie del carcere di Carabanchel, Madrid, nella notte tra il 13 e il 14 marzo 1978.
Agustín Rueda Sierra era nato in un villaggio di minatori della Catalogna, in una famiglia molto umile. Faceva l’operaio, e a soli 18 anni proprio in fabbrica mise su un’associazione che organizzava proiezioni, conferenze spettacoli e tornei di calcio, di cui era appassionato. Per tenersi vivi, per non soccombere ad un destino di sfruttamento ed alienazione…
Nel 1972 aderì ad uno sciopero dei minatori della sua città natale, Sallent de Llobregat, e così fu licenziato per ritorsione. Poco dopo fu arrestato per aver partecipato ad un’altra manifestazione di protesta contro le miserevoli condizioni di vita di minatori e operai a Sallent. Da quel momento Agustín non riuscì più a trovare un lavoro e continuò ad essere perseguitato dalla polizia che lo riteneva un inconforme pericoloso. Così si avvicinò agli ambienti libertari e cominciò a fare la spola tra Spagna e Francia aiutando giovani spagnoli renitenti alla leva ad espatriare per scampare alla galera. Nel 1977 fu arrestato alla frontiera con l’accusa di appartenere ai Grupos Autónomos de Combate del Movimiento Ibérico de Liberación (MIL), i gruppi di azione diretta anti-capitalista cui era appartenuto anche Salvador Puig Antich, fatto garrotare da Franco nel 1974. Entrato nella prigione di Carabanchel a Madrid, Agustín Rueda Sierra aderì subito alla Coordinadora de Presos en Lucha (COPEL) che nella carceri spagnole organizzava proteste contro le condizioni di detenzione, per l’amnistia e per la riforma delle leggi penali fasciste ancora vigenti.
Nel marzo del 1978 le guardie carcerarie scoprirono un tentativo di evasione di massa attraverso un tunnel che Agustín e compagni stavano scavando.
Agustín fu picchiato con ferocia, per diverse ore, alla presenza del direttore del carcere e dei suoi funzionari, dai secondini che volevano strappargli i nomi dei complici.
Morì il mattino del 14 marzo 1978, dopo diverse ore di agonia.
Al giudice che lo interrogava circa l’accaduto, un secondino rispose: “Tutte quelle lesioni se le procurò ieri mattina, quando lo stavamo trasferendo nella cella di isolamento. E’ caduto dalla scale, sa? E quando siamo andati ad aiutarlo a tirarsi su, ci ha minacciati con un coltello, era molto aggressivo, e così abbiamo dovuto ridurlo con i nostri manganelli di gomma regolamentari…”
Sempre la stessa storia…
(Fonte)