Io sono sportivo,
ammazzo a cuor giulivo.
Sparo sul coniglio
come su mio figlio.
Stermino le foche,
anniento il cardellino
ah come son poche...
brindo con il vino.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Ah che orgoglio, ah che sollazzo
fucilar questa pernice!...
Dican pure che son pazzo,
frollo e marcio alla radice.
Alla nostra specie,
e a nessun'altra invece,
spetta di diritto
compiere ogni delitto.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Oh che gioia, che goduria
centrare un capriolo!
Sì la mia follia infuria
quando colpisco al volo.
Non avessi ¹sto cannone
sarei un bipede impotente,
ma io esplodo a profusione,
gli animal non sono niente.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Con gran coraggio affronto
e stendo l¹elefante.
Da cento metri pronto
lo fulmino all¹istante.
Gazzella e leone,
leopardo e voi primati
alla mia protezione
sarete affidati.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Sono un vero ecologista,
non credete alle menzogne.
Se mi dicono stragista
è perché sono carogne.
Io la fauna e la natura
amo venero e proteggo.
Solo i vili hanno paura
del fucile che posseggo.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Col fucile e con le frecce,
mille trappole e tagliole
siamo noi a dettar legge
e le bestie sono sole.
Le stagioni e le riserve
ARCIgrandi, sì, vogliamo.
Protestar nulla vi serve,
l'inno in coro intoniamo:
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
ammazzo a cuor giulivo.
Sparo sul coniglio
come su mio figlio.
Stermino le foche,
anniento il cardellino
ah come son poche...
brindo con il vino.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Ah che orgoglio, ah che sollazzo
fucilar questa pernice!...
Dican pure che son pazzo,
frollo e marcio alla radice.
Alla nostra specie,
e a nessun'altra invece,
spetta di diritto
compiere ogni delitto.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Oh che gioia, che goduria
centrare un capriolo!
Sì la mia follia infuria
quando colpisco al volo.
Non avessi ¹sto cannone
sarei un bipede impotente,
ma io esplodo a profusione,
gli animal non sono niente.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Con gran coraggio affronto
e stendo l¹elefante.
Da cento metri pronto
lo fulmino all¹istante.
Gazzella e leone,
leopardo e voi primati
alla mia protezione
sarete affidati.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Sono un vero ecologista,
non credete alle menzogne.
Se mi dicono stragista
è perché sono carogne.
Io la fauna e la natura
amo venero e proteggo.
Solo i vili hanno paura
del fucile che posseggo.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Col fucile e con le frecce,
mille trappole e tagliole
siamo noi a dettar legge
e le bestie sono sole.
Le stagioni e le riserve
ARCIgrandi, sì, vogliamo.
Protestar nulla vi serve,
l'inno in coro intoniamo:
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
Apri la porta aurora,
vado a cacciare ancora.
Ah che delizia il sangue!
Voglio la preda esangue.
Vieni cane fido schiavo,
segui il capo fai il bravo.
Poi il cinghiale massacrato
sarà dolce al tuo palato.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
CACCIATORE, CACCIATORE,
PASSI TU E LA VITA MUORE.
envoyé par Riccardo Venturi - 16/10/2005 - 08:08
Condor, pitoni, orsi e antilopi. Il business degli animali esotici
Un giro di affari che vale due miliardi ogni anno. Per il contrabbando in Italia spesso si rischia solo una multa, e così nel nostro Paese si ritrovano i maggiori collezionisti di specie selvagge.
Foto di Patrick Brown / Panos
Inchiesta di Corrado Zunino per La Repubblica del 27 agosto 2010
ROMA - Padre Fedele riuscì a portare un cercopiteco nella curva del Cosenza. In mezzo agli ultras. Rosso e blu come la squadra del cuore e con il muso bianco, sfumatura che al religioso non interessava. Padre Fedele Bisceglia missionario in Congo prelevò dai bacini della foresta tropicale la scimmia, la sistemò in una scatola degli attrezzi, saltò la dogana francese in partenza, la dogana italiana allo sbarco, e la domenica mostrò il cercopiteco agli amici del Cosenza calcio. Il suo trofeo. Si prese, rapido, una denuncia per "detenzione illegale di specie protetta" dal Corpo forestale.
Padre Fedele è un'icona dell'italiano all'estero, in viaggio in terre esotiche. Curioso, preleva animali, depreda habitat. L'Italia, lo hanno appurato report internazionali di autorità statali e organizzazioni non governative, è uno snodo decisivo del traffico di animali esotici, rari, in via d'estinzione: tre milioni di "parti morte" importate (pelli di pitone, denti di caimano e di squalo), duemila sequestri di animali vivi l'anno, 1.536 reati contestati, cinque arresti. Il giro d'affari del brand "animale esotico" arriva a due miliardi l'anno ed è "in crescita esponenziale", spiega Massimiliano Rocco, direttore dell'ufficio "Traffic" del Wwf.
Perché l'Italia è considerata, da tempo, un paese centrale del "commercio selvaggio"? E come si è formata questa cultura predatoria? L'archivio estemporaneo del Cites di Roma, acronimo che nel mondo segnala l'istituto che cura le specie protette e da noi s'incardina nel Corpo forestale di Stato, segnala che dall'Italia partono i più importanti serial killer di leopardi e orsi bianchi, i collezionisti di pappagalli dai colori abbacinanti e tartarughe protette. È da noi che si sono formati alcuni fra i più conosciuti raider di safari: Giorgio Barbero, oggi 81 anni, imprenditore vinicolo nato a Cuneo e residente nel Torinese, ha pubblicato un libro di 576 pagine pieno di foto per documentare gli ottanta safari organizzati nel mondo, tutti illegali. In trent'anni, illustrano i suoi video, non ha quasi mai sparato: gli bastava raggiungere il giorno dopo i sherpa assoldati per farsi fotografare con le corna ritorte strappate al Bos Gaur, bovino indiano che sarebbe intoccabile. Il libro di Barbero, "I miei sentieri", e l'incredibile museo di fiere impagliate che l'uomo in trent'anni ha organizzato sul Lago della Spina di Pralormo, sono diventate un atto di accusa schiacciante per la sua condanna (in Cassazione) per traffico di specie protette. Diecimila euro di ammenda e via, finché regge l'età, verso un altro raid predatorio.
La Convenzione di Washington. Dal 1975 la Convenzione di Washington definisce le mille specie animali "totalmente protette" e le 36mila che si possono muovere - vive o morte, intere o a pezzi - solo con un certificato allegato e in quote definite. L'Italia ha aderito alla Convenzione quattro anni dopo, ma l'ha trasformata in una legge nazionale solo nel 1992. Il "Wild life trade", il commercio del selvaggio, nel mondo vale 125 miliardi di euro l'anno (corrisponde agli investimenti in tecnologia pulita preventivati per i prossimi sette anni, per capire, e non è lontano dai fatturati del narcotraffico). Bene, secondo gli uffici Cites di Ginevra altri 35 miliardi sono frutto di esportazioni illegali, proibite, che mettono a rischio la sopravvivenza di specie intere.
I due mercati del "wild life" - emerso e sommerso - viaggiano insieme e si fondono con altri due settori primari del commercio internazionale: le transazioni del legname e quello di farmaci e parafarmaci (spesso estratti da piante rare e intoccabili). Anche qui il nostro paese è motore, legale e illegale.
Emerso e sommerso. L'Italia è il primo acquirente al mondo di pelli di rettile (diventeranno borse di Gucci, Versace, Prada) e il monopolista dell'importazione delle lane sudamericane (il 96% arriva nei nostri scali). Gli stilisti italiani importano le quote loro concesse con certificati allegati a ogni pelle di serpente. Ma l'ultima inchiesta del Corpo Forestale ha segnalato alle procure un raider senegalese pronto a spedire in pacchi postali 2.500 pelli illegali di pitoni delle rocce e varani del Nilo. Imbustati a Dakar, approdati nel centro di smistamento di Lonate Pozzolo, nel Milanese, venivano ritirati da immigrati ignari del contenuto e quindi portati dall'intermediario, un vero e proprio venditore all'ingrosso di frodo, alle grandi aziende di conceria di Prato e del Bolognese, produttori, loro, per conto dei grandi stilisti. Nel viaggio da Dakar all'atelier di via Montenapoleone il valore del "pezzo" si era centuplicato: quel sequestrò giudiziario ha messo in fila tre chilometri di pelle abusivamente importata. Dicevamo le lane, merce decisiva per i bilanci dell'import nazionale. Anche lì, parallelamente al business codificato, viaggia il proibito. Un grande produttore del Nord-Ovest, leader mondiale, ha avuto uno stock di "scialli dello scià" confiscato perché, si scoprì, quella lana era stata sfilata ad antilopi tibetane in via d'estinzione.
Qual è il rapporto fra i traffici di animali morti e i viaggi delle specie protette ancora vive? Anche qui c'è una commistione tra affari legali e affari di frodo? Lo schema è consolidato: all'interno dei grandi commerci si insidia una quota - consistente - di business abusivo fatto, perlopiù, di pelli, zanne d'avorio, coralli.
Macachi come souvenir. Laterale a questo, ancora, è cresciuto un florido mercato di animali vivi che dalle modalità distruttive degli anni Ottanta-Novanta, il turismo estivo che tornava con macachi come souvenir, è passato al saccheggio calibrato dei collezionisti e dei commercianti istruiti che spesso preferiscono prelevare uova non schiuse. Il nostro paese, ponte per i traffici delle specie che dall'Africa salgono in Nord-Europa, è diventato la base mondiale per il commercio dei rapaci sudamericani. Nel 2005 con l'"operazione Condor", la più importante sugli animali protetti fin qui condotta dalle nostre polizie, i sovrintendenti del Corpo forestale Marco Fiori e Ivan Severoni intercettarono un carico di uova al porto di Ancona e risalirono a un cittadino austriaco che aveva trasformato un hangar abbandonato nell'entroterra di Brindisi in un ranch per la ricezione di avvoltoi e aquile andine. Ne trovarono duecentocinquanta. Nell'hangar l'austriaco cambiava la storia anagrafica degli animali e, con la complicità di funzionari tedeschi, ne avviava coppie in tutta Europa. Due vennero acquistati, intorno ai 30 mila euro, dal deltaplanista dei record Angelo D'Arrigo: amava volare con i rapaci sopra la testa.
Gli interessi delle mafie. Mafie internazionali, nel Sud-Est asiatico e in Sudamerica soprattutto, aprono nuove rotte e offrono logistica al commercio selvaggio. Anche in Italia ci sono stati incroci tra la passione dei collezionisti senza scrupoli e la camorra. Riscontri investigativi e alcune intercettazioni telefoniche datate - le uniche fin qui concesse, all'inizio dei Novanta - ci dicono che, spesso, pappagalli amazzonici e i pericolosi pitoni reticolati viaggiano nei sottofondi di casse che già occultano stupefacenti. La criminalità organizzata controlla, per esempio, la vendita sui mercati della Campania delle tartarughe fatte arrivare dal Nilo e dal Nordafrica. E se Fabrizio De Andrè nel "Don Raffaè" ispirato dal boss Cutolo raccontava di un assessore, "Dio lo perdoni", che nella roulotte teneva i visoni, è letteratura acclarata quella della bestia rara usata dai capi della malavita per status symbol: pitoni moluro, storia di mezzo agosto, sono stati messi a guardia di pani di eroina. Un coccodrillo di due metri ha vissuto in semilibertà nel giardino di uno spacciatore, allocato sopra una scuola elementare di Napoli. Poi ci sono le due tigri di Francesco "Sandokan" Schiavone, storico capo dei casalesi.
Il titolare di un pub di Catania, per attirare clientela, aveva ospitato fra i tavoli un coccodrillo nano, iguane esotiche, scorpioni, tarantole, poi due gechi e una rana. Due cincillà sudamericani li aveva chiusi in una teca di vetro a forma di bara, sulla quale venivano serviti i cheeseburger. Le guardie zoofile dell'Ente nazionale per la protezione degli animali hanno fermato il macabro zoo fast food. A Quarto Oggiaro la testa di un pitone reale si è affacciata dal water di un bagno, e questa è notizia di inizio estate. In una casa di Brunico sono stati allevati per anni, nell'illegalità più temeraria, 400 ragni velenosi. Non è servito il sequestro della stagione 2003 all'aeroporto di Malpensa: la dogana aveva intercettato un carico di scorpioni per collezionisti, tra loro c'era l'Androctonus Australis, il cui veleno è più potente di quello di un cobra. La scoperta stimolò la rapida approvazione di una legge che avrebbe dovuto vietare la detenzione di animali pericolosi, ma sette anni dopo sui forum dei principali siti di aracnofilia si offrono a dieci euro l'uno la "Cyclosternum fasciatum", grosso ragno dell'America centrale dai peli urticanti, la Poecilotheria Regalis, "tarantola ornamentale indiana", e la Pterinochilus murinus, "imprevedibile, veloce, aggressiva e con un veleno da non sottovalutare". Il 70% delle inserzioni di animali, in rete, riguarda il commercio di animali rari e un sito francese segnala ai cacciatori quali sono le specie appena riscoperte dagli scienziati, e quindi più gustose da far fuori. La Società italiana veterinari animali esotici, poi, stima che in Italia ci siano dodicimila possessori di ragni. Chi li rifornisce? E perché da noi mancano i controlli? Giovanni Guadagna, responsabile dell'ufficio cattività dell'Enpa, segnala: "Alcuni collezionisti e organizzatori di mostre dove si è potuto vendere aracnidi poi sequestrati sono stati chiamati come membri della commissione ministeriale che avrebbe dovuto stilare l'elenco degli animali pericolosi".
Tartarughe in valigia. All'aeroporto di Fiumicino hanno fermato scimmie morte assiderate provenienti dalla Nigeria: se la stiva non è climatizzata, in volo si va a 50 gradi sotto zero. Poi 277 tartarughine del Nilo stipate in una valigia rosa fucsia, questo era bagaglio a mano. I pappagalli amazzonici la Finanza aeroportuale li scopre perché partono addormentati a forza e arrivano, dopo 12 ore e un paio di scali, svegli e rumorosi. Un funzionario del consolato italiano in Congo, forte della sua incontrollabile valigetta diplomatica, per anni ha importato rapaci a Roma, aquile, falchi, nibbi, mischiandoli a tappeti e pietre preziose. Quando l'hanno fermato ha protestato: "A Brazzaville li compravo per pochi dollari". È stato denunciato anche per maltrattamento. E in questi giorni, in tre regioni diverse, sono state segnalate "tartarughe azzannatrici" in libertà. Fanno male, e sarebbero protette.
L'ultima inchiesta del Corpo Forestale è nata da venti fotografie che ormai hanno fatto il giro di Internet: un obitorio italiano di animali esotici. Antilopi e cuccioli di zebra accatastati, macellati. Pance sfondate, grossi uccelli decapitati. Nel mucchio macabro c'è uno scimpanzè. Un sacco di farinacei arriva dalla provincia di Reggio Emilia, un altro di fertilizzanti dal Casertano. Quelle carcasse potrebbero essere "avanzi" di uno zoo in difficoltà, animali esotici ammalati e quindi abbattuti. Le indagini sono in corso. "Per capire la mentalità di un predatore italiano", ancora gli investigatori del Corpo forestale, "basta dire che il nostro raider da safari cerca l'illegalità, la pretende. In Alaska è possibile cacciare gli orsi bianchi, in Siberia è vietato. L'Interpol ci ha appena comunicato l'uccisione di due orsi bianchi in Siberia: sono stati due italiani".
Un giro di affari che vale due miliardi ogni anno. Per il contrabbando in Italia spesso si rischia solo una multa, e così nel nostro Paese si ritrovano i maggiori collezionisti di specie selvagge.
Foto di Patrick Brown / Panos
Inchiesta di Corrado Zunino per La Repubblica del 27 agosto 2010
ROMA - Padre Fedele riuscì a portare un cercopiteco nella curva del Cosenza. In mezzo agli ultras. Rosso e blu come la squadra del cuore e con il muso bianco, sfumatura che al religioso non interessava. Padre Fedele Bisceglia missionario in Congo prelevò dai bacini della foresta tropicale la scimmia, la sistemò in una scatola degli attrezzi, saltò la dogana francese in partenza, la dogana italiana allo sbarco, e la domenica mostrò il cercopiteco agli amici del Cosenza calcio. Il suo trofeo. Si prese, rapido, una denuncia per "detenzione illegale di specie protetta" dal Corpo forestale.
Padre Fedele è un'icona dell'italiano all'estero, in viaggio in terre esotiche. Curioso, preleva animali, depreda habitat. L'Italia, lo hanno appurato report internazionali di autorità statali e organizzazioni non governative, è uno snodo decisivo del traffico di animali esotici, rari, in via d'estinzione: tre milioni di "parti morte" importate (pelli di pitone, denti di caimano e di squalo), duemila sequestri di animali vivi l'anno, 1.536 reati contestati, cinque arresti. Il giro d'affari del brand "animale esotico" arriva a due miliardi l'anno ed è "in crescita esponenziale", spiega Massimiliano Rocco, direttore dell'ufficio "Traffic" del Wwf.
Perché l'Italia è considerata, da tempo, un paese centrale del "commercio selvaggio"? E come si è formata questa cultura predatoria? L'archivio estemporaneo del Cites di Roma, acronimo che nel mondo segnala l'istituto che cura le specie protette e da noi s'incardina nel Corpo forestale di Stato, segnala che dall'Italia partono i più importanti serial killer di leopardi e orsi bianchi, i collezionisti di pappagalli dai colori abbacinanti e tartarughe protette. È da noi che si sono formati alcuni fra i più conosciuti raider di safari: Giorgio Barbero, oggi 81 anni, imprenditore vinicolo nato a Cuneo e residente nel Torinese, ha pubblicato un libro di 576 pagine pieno di foto per documentare gli ottanta safari organizzati nel mondo, tutti illegali. In trent'anni, illustrano i suoi video, non ha quasi mai sparato: gli bastava raggiungere il giorno dopo i sherpa assoldati per farsi fotografare con le corna ritorte strappate al Bos Gaur, bovino indiano che sarebbe intoccabile. Il libro di Barbero, "I miei sentieri", e l'incredibile museo di fiere impagliate che l'uomo in trent'anni ha organizzato sul Lago della Spina di Pralormo, sono diventate un atto di accusa schiacciante per la sua condanna (in Cassazione) per traffico di specie protette. Diecimila euro di ammenda e via, finché regge l'età, verso un altro raid predatorio.
La Convenzione di Washington. Dal 1975 la Convenzione di Washington definisce le mille specie animali "totalmente protette" e le 36mila che si possono muovere - vive o morte, intere o a pezzi - solo con un certificato allegato e in quote definite. L'Italia ha aderito alla Convenzione quattro anni dopo, ma l'ha trasformata in una legge nazionale solo nel 1992. Il "Wild life trade", il commercio del selvaggio, nel mondo vale 125 miliardi di euro l'anno (corrisponde agli investimenti in tecnologia pulita preventivati per i prossimi sette anni, per capire, e non è lontano dai fatturati del narcotraffico). Bene, secondo gli uffici Cites di Ginevra altri 35 miliardi sono frutto di esportazioni illegali, proibite, che mettono a rischio la sopravvivenza di specie intere.
I due mercati del "wild life" - emerso e sommerso - viaggiano insieme e si fondono con altri due settori primari del commercio internazionale: le transazioni del legname e quello di farmaci e parafarmaci (spesso estratti da piante rare e intoccabili). Anche qui il nostro paese è motore, legale e illegale.
Emerso e sommerso. L'Italia è il primo acquirente al mondo di pelli di rettile (diventeranno borse di Gucci, Versace, Prada) e il monopolista dell'importazione delle lane sudamericane (il 96% arriva nei nostri scali). Gli stilisti italiani importano le quote loro concesse con certificati allegati a ogni pelle di serpente. Ma l'ultima inchiesta del Corpo Forestale ha segnalato alle procure un raider senegalese pronto a spedire in pacchi postali 2.500 pelli illegali di pitoni delle rocce e varani del Nilo. Imbustati a Dakar, approdati nel centro di smistamento di Lonate Pozzolo, nel Milanese, venivano ritirati da immigrati ignari del contenuto e quindi portati dall'intermediario, un vero e proprio venditore all'ingrosso di frodo, alle grandi aziende di conceria di Prato e del Bolognese, produttori, loro, per conto dei grandi stilisti. Nel viaggio da Dakar all'atelier di via Montenapoleone il valore del "pezzo" si era centuplicato: quel sequestrò giudiziario ha messo in fila tre chilometri di pelle abusivamente importata. Dicevamo le lane, merce decisiva per i bilanci dell'import nazionale. Anche lì, parallelamente al business codificato, viaggia il proibito. Un grande produttore del Nord-Ovest, leader mondiale, ha avuto uno stock di "scialli dello scià" confiscato perché, si scoprì, quella lana era stata sfilata ad antilopi tibetane in via d'estinzione.
Qual è il rapporto fra i traffici di animali morti e i viaggi delle specie protette ancora vive? Anche qui c'è una commistione tra affari legali e affari di frodo? Lo schema è consolidato: all'interno dei grandi commerci si insidia una quota - consistente - di business abusivo fatto, perlopiù, di pelli, zanne d'avorio, coralli.
Macachi come souvenir. Laterale a questo, ancora, è cresciuto un florido mercato di animali vivi che dalle modalità distruttive degli anni Ottanta-Novanta, il turismo estivo che tornava con macachi come souvenir, è passato al saccheggio calibrato dei collezionisti e dei commercianti istruiti che spesso preferiscono prelevare uova non schiuse. Il nostro paese, ponte per i traffici delle specie che dall'Africa salgono in Nord-Europa, è diventato la base mondiale per il commercio dei rapaci sudamericani. Nel 2005 con l'"operazione Condor", la più importante sugli animali protetti fin qui condotta dalle nostre polizie, i sovrintendenti del Corpo forestale Marco Fiori e Ivan Severoni intercettarono un carico di uova al porto di Ancona e risalirono a un cittadino austriaco che aveva trasformato un hangar abbandonato nell'entroterra di Brindisi in un ranch per la ricezione di avvoltoi e aquile andine. Ne trovarono duecentocinquanta. Nell'hangar l'austriaco cambiava la storia anagrafica degli animali e, con la complicità di funzionari tedeschi, ne avviava coppie in tutta Europa. Due vennero acquistati, intorno ai 30 mila euro, dal deltaplanista dei record Angelo D'Arrigo: amava volare con i rapaci sopra la testa.
Gli interessi delle mafie. Mafie internazionali, nel Sud-Est asiatico e in Sudamerica soprattutto, aprono nuove rotte e offrono logistica al commercio selvaggio. Anche in Italia ci sono stati incroci tra la passione dei collezionisti senza scrupoli e la camorra. Riscontri investigativi e alcune intercettazioni telefoniche datate - le uniche fin qui concesse, all'inizio dei Novanta - ci dicono che, spesso, pappagalli amazzonici e i pericolosi pitoni reticolati viaggiano nei sottofondi di casse che già occultano stupefacenti. La criminalità organizzata controlla, per esempio, la vendita sui mercati della Campania delle tartarughe fatte arrivare dal Nilo e dal Nordafrica. E se Fabrizio De Andrè nel "Don Raffaè" ispirato dal boss Cutolo raccontava di un assessore, "Dio lo perdoni", che nella roulotte teneva i visoni, è letteratura acclarata quella della bestia rara usata dai capi della malavita per status symbol: pitoni moluro, storia di mezzo agosto, sono stati messi a guardia di pani di eroina. Un coccodrillo di due metri ha vissuto in semilibertà nel giardino di uno spacciatore, allocato sopra una scuola elementare di Napoli. Poi ci sono le due tigri di Francesco "Sandokan" Schiavone, storico capo dei casalesi.
Il titolare di un pub di Catania, per attirare clientela, aveva ospitato fra i tavoli un coccodrillo nano, iguane esotiche, scorpioni, tarantole, poi due gechi e una rana. Due cincillà sudamericani li aveva chiusi in una teca di vetro a forma di bara, sulla quale venivano serviti i cheeseburger. Le guardie zoofile dell'Ente nazionale per la protezione degli animali hanno fermato il macabro zoo fast food. A Quarto Oggiaro la testa di un pitone reale si è affacciata dal water di un bagno, e questa è notizia di inizio estate. In una casa di Brunico sono stati allevati per anni, nell'illegalità più temeraria, 400 ragni velenosi. Non è servito il sequestro della stagione 2003 all'aeroporto di Malpensa: la dogana aveva intercettato un carico di scorpioni per collezionisti, tra loro c'era l'Androctonus Australis, il cui veleno è più potente di quello di un cobra. La scoperta stimolò la rapida approvazione di una legge che avrebbe dovuto vietare la detenzione di animali pericolosi, ma sette anni dopo sui forum dei principali siti di aracnofilia si offrono a dieci euro l'uno la "Cyclosternum fasciatum", grosso ragno dell'America centrale dai peli urticanti, la Poecilotheria Regalis, "tarantola ornamentale indiana", e la Pterinochilus murinus, "imprevedibile, veloce, aggressiva e con un veleno da non sottovalutare". Il 70% delle inserzioni di animali, in rete, riguarda il commercio di animali rari e un sito francese segnala ai cacciatori quali sono le specie appena riscoperte dagli scienziati, e quindi più gustose da far fuori. La Società italiana veterinari animali esotici, poi, stima che in Italia ci siano dodicimila possessori di ragni. Chi li rifornisce? E perché da noi mancano i controlli? Giovanni Guadagna, responsabile dell'ufficio cattività dell'Enpa, segnala: "Alcuni collezionisti e organizzatori di mostre dove si è potuto vendere aracnidi poi sequestrati sono stati chiamati come membri della commissione ministeriale che avrebbe dovuto stilare l'elenco degli animali pericolosi".
Tartarughe in valigia. All'aeroporto di Fiumicino hanno fermato scimmie morte assiderate provenienti dalla Nigeria: se la stiva non è climatizzata, in volo si va a 50 gradi sotto zero. Poi 277 tartarughine del Nilo stipate in una valigia rosa fucsia, questo era bagaglio a mano. I pappagalli amazzonici la Finanza aeroportuale li scopre perché partono addormentati a forza e arrivano, dopo 12 ore e un paio di scali, svegli e rumorosi. Un funzionario del consolato italiano in Congo, forte della sua incontrollabile valigetta diplomatica, per anni ha importato rapaci a Roma, aquile, falchi, nibbi, mischiandoli a tappeti e pietre preziose. Quando l'hanno fermato ha protestato: "A Brazzaville li compravo per pochi dollari". È stato denunciato anche per maltrattamento. E in questi giorni, in tre regioni diverse, sono state segnalate "tartarughe azzannatrici" in libertà. Fanno male, e sarebbero protette.
L'ultima inchiesta del Corpo Forestale è nata da venti fotografie che ormai hanno fatto il giro di Internet: un obitorio italiano di animali esotici. Antilopi e cuccioli di zebra accatastati, macellati. Pance sfondate, grossi uccelli decapitati. Nel mucchio macabro c'è uno scimpanzè. Un sacco di farinacei arriva dalla provincia di Reggio Emilia, un altro di fertilizzanti dal Casertano. Quelle carcasse potrebbero essere "avanzi" di uno zoo in difficoltà, animali esotici ammalati e quindi abbattuti. Le indagini sono in corso. "Per capire la mentalità di un predatore italiano", ancora gli investigatori del Corpo forestale, "basta dire che il nostro raider da safari cerca l'illegalità, la pretende. In Alaska è possibile cacciare gli orsi bianchi, in Siberia è vietato. L'Interpol ci ha appena comunicato l'uccisione di due orsi bianchi in Siberia: sono stati due italiani".
Bartolomeo Pestalozzi - 30/8/2010 - 13:58
Langue: français
Version française – LE CHASSEUR – Marco Valdo M.I. – 2017
Chanson italienne – Il cacciatore – Joe Fallisi – 2005
Paroles et musique de Joe Fallisi [Milan, sabato 24 settembre 2005]
« Chansons contre la guerre ». Ainsi s’appelle notre site. Eh bien, je ne sais pas si vous avez en tête que tous les ans, à la fin de l’été, dans notre pays comme dans des dizaines et dizaines d’autres, s’ouvre une guerre légalisée (le plus souvent définie « sport ») durant laquelle de véritables armées de types armés jusqu’aux dents envahissent les bois et les campagnes pour aller tirer sur des êtres vivants pacifiques et sans défense. Et c’est une guerre d’agression, véritable ; il n’est même pas rare que, comme dans toutes les guerres, les envahisseurs se tirent dessus « par erreur » ; souvent, les victimes sont des beaux-frères. On ne sait jamais comment, mais les titres du type « un chasseur tue son beau-frère par erreur, il l’avait pris pour un sanglier » sont à l’ordre du jour. Ach je sais, ces guerriers du dimanche, avec leurs fusils de précision… Cette chanson de Joe Fallisi trouve donc ici sa place plus que méritée. [RV]
Chanson italienne – Il cacciatore – Joe Fallisi – 2005
Paroles et musique de Joe Fallisi [Milan, sabato 24 settembre 2005]
« Chansons contre la guerre ». Ainsi s’appelle notre site. Eh bien, je ne sais pas si vous avez en tête que tous les ans, à la fin de l’été, dans notre pays comme dans des dizaines et dizaines d’autres, s’ouvre une guerre légalisée (le plus souvent définie « sport ») durant laquelle de véritables armées de types armés jusqu’aux dents envahissent les bois et les campagnes pour aller tirer sur des êtres vivants pacifiques et sans défense. Et c’est une guerre d’agression, véritable ; il n’est même pas rare que, comme dans toutes les guerres, les envahisseurs se tirent dessus « par erreur » ; souvent, les victimes sont des beaux-frères. On ne sait jamais comment, mais les titres du type « un chasseur tue son beau-frère par erreur, il l’avait pris pour un sanglier » sont à l’ordre du jour. Ach je sais, ces guerriers du dimanche, avec leurs fusils de précision… Cette chanson de Joe Fallisi trouve donc ici sa place plus que méritée. [RV]
Dialogue maïeutique
Mon ami Lucien l’âne, je peux facilement imaginer que tu ne sois pas un ardent partisan de la chasse.
Évidemment, Marco Valdo M.I. mon ami ; du moins, de cette sorte de chasse où un animal bipède armé d’un fusil s’en prend à un lapin sans arme. C’est cruel, c’est stupide, c’est ridicule et c’est bêtement assassin. Bien sûr mon point de vue est largement dicté par le fait que je suis moi-même un âne, même si pour ce qui me concerne c’est en apparence ; mais en l’occurrence, c’est l’apparence qui compte. Un âne et donc, un animal non humain et de ce fait, il me paraît assez odieux de se livrer à pareille occupation pour le loisir et plus encore, pour le sport. Pour le sport ? Ce serait un sport, si le jeu se déroulait à armes égales. Que peut-il se passer dans la tête d’un individu qui trouve son plaisir et sa glorification dans le massacre d’êtres vivants ? Passe encore, s’il s’agissait de chasser sportivement des humains armés comme lui ou qu’ils s’organisent des parties de chasse entre chasseurs, au cours desquelles ils seraient à la fois, le gibier et les chasseurs ; ce serait un jeu entre adultes consentants.
Ah, enchaîne Marco Valdo M.I., si les lapins avaient des fusils, je me demande s’il y aurait autant de chasseurs. Que peut-il bien se passer dans leur tête ? Faut-il y voir je ne sais quel résidu d’infantilisme ? C’est précisément la question que se pose tout être sensé. Que l’on chasse, que l’on tue d’autres êtres vivants est un comportement fréquent dans la nature. D’ailleurs comment et de quoi se nourriraient une grande partie des êtres vivants ?
Cependant, quand je vois parfois le chat ou l’enfant tuer un insecte comme par jeu ou par expérimentation. La question que je me pose alors est de savoir s’il a conscience de ce qu’il fait. Personnellement, je n’aimerais pas trop être l’insecte et de façon générale, je n’aimerais pas être le gibier.
Ce qui est vraiment en cause, c’est ce comportement de tueur « gratuit ». On est en droit d’attendre de l’homme un comportement plus en conformité avec une certaine conscience du droit à la vie des êtres déjà vivants et actifs.
Il faut reconnaître et admettre que des êtres vivants mangent d’autres êtres vivants et que la liste de ces carnivores est incommensurable ; elle commence aux unicellulaires. Certes, l’homme chasse ou pêche pour se nourrir et dans de tels usages, il ne voit pas malice. On ne peut le nier. Mais là encore une fois, il y a la limite de l’humanité.
Il n’y voit pas malice, intervient Lucien l’âne ; moi non plus, du temps où j’avais encore mon apparence d’être humain, je n’y voyais pas malice à manger du cochon, de la vache, du cheval, du faisan, de la poule ou du poisson, mais depuis que j’ai été métamorphosé en âne, je vois les choses différemment. Je t’assure, Marco Valdo M.I. mon ami, que je n’aimerais pas du tout finir prématurément en boudin ou en saucisson.
Moi non plus, dit Marco Valdo M.I. ; à la réflexion cependant, ce n’est pas de finir en côtelette ou en ragoût qui m’effraie, car une fois mort, peu m’importe par qui et comment je serai mangé. Il est indifférent d’être transformé par des vers, des poissons, des bactéries ou par le feu ; ce qui est gênant, c’est de passer prématurément de l’état d’être vivant conscient à celui de cadavre.
De fait, c’est fort dérangeant, reprend Lucien l’âne. Par ailleurs, j’ai cru entendre qu’il y aurait une « limite d’humanité », qui permettrait ou même, c’est à espérer, imposerait de réduire ces pratiques assassines. De quoi pourrait-il s’agir ?
Ce à quoi je pense, Lucien l’âne mon ami, est que – jusqu’à preuve du contraire – l’humanité disposerait d’une sorte de guide intérieur, d’une étrange boussole, qu’on appelle généralement la conscience et qui s’est créée et s’est développée au fil de l’évolution et devrait l’être encore.
Effectivement, dit Lucien l’âne.
Donc, Dit Marco Valdo M.I., cette conscience devrait, dans le cas qui nous occupe : la chasse, devrait indiquer ce qui acceptable et ce qui ne l’est pas. Ainsi, tuer un animal enragé qui vous attaque relève de l’autodéfense et dès lors, est un acte acceptable ; ce serait pareil si c’était un animal humain. Par contre, organiser un massacre volontaire d’êtres vivants, humains compris, sans autre raison que le sport, le loisir, le plaisir ou la haine est proprement intolérable. Elle est là entre les deux, la « limite d’humanité ».
Par parenthèse, remarque l’âne Lucien, je note que la chasse ou le massacre entre humains se pratique encore dans certains lieux, dans certaines circonstances et à grande échelle.
Et même là, Lucien l’âne, il y aurait nécessité à faire jouer la « limite d’humanité ». En fait,hors ces massacres d’un genre organisé et assez particulier, disons dans les circonstances courantes de la vie quotidienne de nos régions, cette limite d’humanité est un peu plus imperméable. Par exemple, si on admet l’idée de tuer pour manger, on admet également une restriction en ce qui concerne les humains eux-mêmes. Il est assez mal vu de tuer des humains pour les manger et même, de simplement l’envisager. Il est rassurant de constater que cette restriction s’étend de plus en plus aux animaux, à commencer par les animaux de compagnie et les espèces biologiquement proches.
Oh, dit Lucien l'âne, il ne nous reste plus qu’à espérer que l’humanité va continuer à progresser en ce sens et à affiner cette perception d’une « limite d’humanité » ; il lui faudra renforcer et étendre son usage autant qu’il est possible. Quant à nous, il nous faut reprendre notre tâche et tisser le linceul de ce vieux monde assassin, chasseur, imbécile, sportif et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
Mon ami Lucien l’âne, je peux facilement imaginer que tu ne sois pas un ardent partisan de la chasse.
Évidemment, Marco Valdo M.I. mon ami ; du moins, de cette sorte de chasse où un animal bipède armé d’un fusil s’en prend à un lapin sans arme. C’est cruel, c’est stupide, c’est ridicule et c’est bêtement assassin. Bien sûr mon point de vue est largement dicté par le fait que je suis moi-même un âne, même si pour ce qui me concerne c’est en apparence ; mais en l’occurrence, c’est l’apparence qui compte. Un âne et donc, un animal non humain et de ce fait, il me paraît assez odieux de se livrer à pareille occupation pour le loisir et plus encore, pour le sport. Pour le sport ? Ce serait un sport, si le jeu se déroulait à armes égales. Que peut-il se passer dans la tête d’un individu qui trouve son plaisir et sa glorification dans le massacre d’êtres vivants ? Passe encore, s’il s’agissait de chasser sportivement des humains armés comme lui ou qu’ils s’organisent des parties de chasse entre chasseurs, au cours desquelles ils seraient à la fois, le gibier et les chasseurs ; ce serait un jeu entre adultes consentants.
Ah, enchaîne Marco Valdo M.I., si les lapins avaient des fusils, je me demande s’il y aurait autant de chasseurs. Que peut-il bien se passer dans leur tête ? Faut-il y voir je ne sais quel résidu d’infantilisme ? C’est précisément la question que se pose tout être sensé. Que l’on chasse, que l’on tue d’autres êtres vivants est un comportement fréquent dans la nature. D’ailleurs comment et de quoi se nourriraient une grande partie des êtres vivants ?
Cependant, quand je vois parfois le chat ou l’enfant tuer un insecte comme par jeu ou par expérimentation. La question que je me pose alors est de savoir s’il a conscience de ce qu’il fait. Personnellement, je n’aimerais pas trop être l’insecte et de façon générale, je n’aimerais pas être le gibier.
Ce qui est vraiment en cause, c’est ce comportement de tueur « gratuit ». On est en droit d’attendre de l’homme un comportement plus en conformité avec une certaine conscience du droit à la vie des êtres déjà vivants et actifs.
Il faut reconnaître et admettre que des êtres vivants mangent d’autres êtres vivants et que la liste de ces carnivores est incommensurable ; elle commence aux unicellulaires. Certes, l’homme chasse ou pêche pour se nourrir et dans de tels usages, il ne voit pas malice. On ne peut le nier. Mais là encore une fois, il y a la limite de l’humanité.
Il n’y voit pas malice, intervient Lucien l’âne ; moi non plus, du temps où j’avais encore mon apparence d’être humain, je n’y voyais pas malice à manger du cochon, de la vache, du cheval, du faisan, de la poule ou du poisson, mais depuis que j’ai été métamorphosé en âne, je vois les choses différemment. Je t’assure, Marco Valdo M.I. mon ami, que je n’aimerais pas du tout finir prématurément en boudin ou en saucisson.
Moi non plus, dit Marco Valdo M.I. ; à la réflexion cependant, ce n’est pas de finir en côtelette ou en ragoût qui m’effraie, car une fois mort, peu m’importe par qui et comment je serai mangé. Il est indifférent d’être transformé par des vers, des poissons, des bactéries ou par le feu ; ce qui est gênant, c’est de passer prématurément de l’état d’être vivant conscient à celui de cadavre.
De fait, c’est fort dérangeant, reprend Lucien l’âne. Par ailleurs, j’ai cru entendre qu’il y aurait une « limite d’humanité », qui permettrait ou même, c’est à espérer, imposerait de réduire ces pratiques assassines. De quoi pourrait-il s’agir ?
Ce à quoi je pense, Lucien l’âne mon ami, est que – jusqu’à preuve du contraire – l’humanité disposerait d’une sorte de guide intérieur, d’une étrange boussole, qu’on appelle généralement la conscience et qui s’est créée et s’est développée au fil de l’évolution et devrait l’être encore.
Effectivement, dit Lucien l’âne.
Donc, Dit Marco Valdo M.I., cette conscience devrait, dans le cas qui nous occupe : la chasse, devrait indiquer ce qui acceptable et ce qui ne l’est pas. Ainsi, tuer un animal enragé qui vous attaque relève de l’autodéfense et dès lors, est un acte acceptable ; ce serait pareil si c’était un animal humain. Par contre, organiser un massacre volontaire d’êtres vivants, humains compris, sans autre raison que le sport, le loisir, le plaisir ou la haine est proprement intolérable. Elle est là entre les deux, la « limite d’humanité ».
Par parenthèse, remarque l’âne Lucien, je note que la chasse ou le massacre entre humains se pratique encore dans certains lieux, dans certaines circonstances et à grande échelle.
Et même là, Lucien l’âne, il y aurait nécessité à faire jouer la « limite d’humanité ». En fait,hors ces massacres d’un genre organisé et assez particulier, disons dans les circonstances courantes de la vie quotidienne de nos régions, cette limite d’humanité est un peu plus imperméable. Par exemple, si on admet l’idée de tuer pour manger, on admet également une restriction en ce qui concerne les humains eux-mêmes. Il est assez mal vu de tuer des humains pour les manger et même, de simplement l’envisager. Il est rassurant de constater que cette restriction s’étend de plus en plus aux animaux, à commencer par les animaux de compagnie et les espèces biologiquement proches.
Oh, dit Lucien l'âne, il ne nous reste plus qu’à espérer que l’humanité va continuer à progresser en ce sens et à affiner cette perception d’une « limite d’humanité » ; il lui faudra renforcer et étendre son usage autant qu’il est possible. Quant à nous, il nous faut reprendre notre tâche et tisser le linceul de ce vieux monde assassin, chasseur, imbécile, sportif et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
LE CHASSEUR
Je suis sportif,
Je tue d’un cœur festif.
Je tire sur le lapin
Comme sur mon gamin.
J’extermine les phoques,
J’anéantis le tarin,
Ah ! quelle époque !
Je trinque avec le vin.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ah quel orgueil, ah quel plaisir,
Fusiller cette perdrix !
J’exulte, je délire,
Je faisande et je pourris.
Notre espèce seule
Et aucune autre
N’a le droit
D’accomplir de tels dégâts.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien, fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Oh quelle joie, quel régal !
Buter un animal.
Ma folie s’envole
Lorsque je tue en vol.
Je n’aurais pas ce canon,
Je serais un bipède impuissant,
Mais je flingue à profusion,
Les animaux innocents.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Avec grand courage j’affronte
Et je combats l’éléphant ;
À plus de cent mètres, je tire
Et je le foudroie à l’instant.
Gazelles et lions,
Léopards et vous aussi, chimpanzés,
Sous ma protection,
Vous êtes placés.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ils me disent exterminateur,
Ne croyez pas leurs accusations,
Ce sont des exagérations.
Je suis un écologiste, de tout mon cœur.
J’aime, je vénère, je protège toute
La faune, la flore, la nature ;
Seuls les lâches redoutent
Le fusil que je possède.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Avec nos fusils et nos flèches,
Nos mille ruses et nos pièges,
Nous dictons notre loi
Et les bêtes sont sans voix.
Pour chasser, nous voulons
Des saisons, des réserves, des terrains
Plus vastes. Protester ne sert à rien,
Notre hymne en chœur, nous entonnons :
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Je suis sportif,
Je tue d’un cœur festif.
Je tire sur le lapin
Comme sur mon gamin.
J’extermine les phoques,
J’anéantis le tarin,
Ah ! quelle époque !
Je trinque avec le vin.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ah quel orgueil, ah quel plaisir,
Fusiller cette perdrix !
J’exulte, je délire,
Je faisande et je pourris.
Notre espèce seule
Et aucune autre
N’a le droit
D’accomplir de tels dégâts.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien, fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Oh quelle joie, quel régal !
Buter un animal.
Ma folie s’envole
Lorsque je tue en vol.
Je n’aurais pas ce canon,
Je serais un bipède impuissant,
Mais je flingue à profusion,
Les animaux innocents.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Avec grand courage j’affronte
Et je combats l’éléphant ;
À plus de cent mètres, je tire
Et je le foudroie à l’instant.
Gazelles et lions,
Léopards et vous aussi, chimpanzés,
Sous ma protection,
Vous êtes placés.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ils me disent exterminateur,
Ne croyez pas leurs accusations,
Ce sont des exagérations.
Je suis un écologiste, de tout mon cœur.
J’aime, je vénère, je protège toute
La faune, la flore, la nature ;
Seuls les lâches redoutent
Le fusil que je possède.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Avec nos fusils et nos flèches,
Nos mille ruses et nos pièges,
Nous dictons notre loi
Et les bêtes sont sans voix.
Pour chasser, nous voulons
Des saisons, des réserves, des terrains
Plus vastes. Protester ne sert à rien,
Notre hymne en chœur, nous entonnons :
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
Ouvre la porte, aurore,
Je vais chasser encore.
Ah quel délice, le sang !
J’aime le gibier saignant.
Viens chien fidèle esclave,
Suis ton maître, sois brave,
Le sanglier massacré
Sera doux à manger.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
CHASSEUR, CHASSEUR,
TU PASSES ET LA VIE TRÉPASSE.
envoyé par Marco Valdo M.I. - 12/12/2017 - 18:12
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Parole e musica di Joe Fallisi
Grazie a Adriana per l'invio del testo.
Questa canzone di Joe Fallisi trova quindi qui la sua più che giusta e doverosa collocazione.[RV]