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Cortez The Killer

Neil Young
Language: English


Neil Young

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Album: Zuma (1975)
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Un ritratto del conquistador spagnolo Hernán Cortés, che nel XVI secolo assicurò alla Spagna il controllo del Messico facendo strage della popolazione azteca. In realtà Neil Young dipinge nella canzone un quadro alquanto idealizzato della società azteca, contribuendo tuttavia a portare al centro dell'attenzione il genocidio perpetrato dai conquistatori del "Nuovo Mondo".

La canzone fu censurata nella Spagna franchista dove Cortés era considerato un eroe nazionale.

"Cortez The Killer" è il brano portante dell'album Zuma, del 1975, dedicato dal cantautore canadese alle vicende della conquista del Messico.
Neil Young sposa in questo brano una versione della storia nella quale gli Aztechi rappresentano una primigenia purezza, contrapposti allo spietato avventuriero Hernan Cortes, che con audacia e ferocia conquista il loro enorme e ricco impero. L'interesse principale del brano è evidentemente quello di rimarcare in modo netto l'atteggiamento distruttivo e di rapina dell'occidente, incapace di acquisire le altre culture, ma orientato soltanto ad imporre la propria.
All'ultimo controverso imperatore degli aztechi, Montezuma II (abbreviato in Zuma) è anche dedicato l'album.

Nella realtà l'impero azteco era a sua volta oppressivo, nei confronti dei popoli sottomessi e costretti a versare tributi, ed organizzato attorno ad una ristretta casta di aristocratici e sacerdoti. Proprio sfruttando queste contraddizioni interne, assieme alle superstizioni religiose e fatalistiche, Cortes riuscì nella incredibile impresa di conquistare con 400 uomini armati un impero che contava decine di migliaia di guerrieri.

Cortes era peraltro effettivamente un avventuriero senza scrupoli, di coraggio e incoscienza non comuni, interessato soltanto alla conquista delle ricchezze del nuovo mondo, e poco o nulla alla sua cultura o al mantenimento delle sue bellezze e delle sue opere, che infatti vennero cancellate in pochi anni. Il giudizio del canadese su questo personaggio storico è netto, e Neil Young registrava a suo tempo con malcelata soddisfazione che il disco fosse stato bandito in Spagna.

Elemento non secondario nella forzata sottomissione del popolo azteco e nella sua stessa debolezza nei confronti dei conquistadores era la pratica frequente dei sacrifici umani, in realtà riconducibili ai riti, presenti in tutte le civiltà agricole, della uccisione rituale del dio, e della sua rinascita, come auspicio per la perpetuazione dei raccolti e della vita stessa, in definitiva quindi riconducibili al desiserio di esorcizzare la morte. Nel caso degli Aztechi però la pratica dei sacrifici umani, per alimentare i quali avevano un continuo bisogno di prigionieri di guerra, era arrivata a livelli e numeri raramente riscontrati nella storia dell'uomo.

(Alberto Truffi, da Musica e Memoria)
He came dancing across the water
With his galleons and guns
Looking for the new world
In that palace in the sun.

On the shore lay Montezuma
With his coca leaves and pearls
In his halls he often wondered
With the secrets of the worlds.

And his subjects gathered 'round him
Like the leaves around a tree
In their clothes of many colors
For the angry gods to see.

And the women all were beautiful
And the men stood straight and strong
They offered life in sacrifice
So that others could go on.

Hate was just a legend
And war was never known
The people worked together
And they lifted many stones.

They carried them to the flatlands
And they died along the way
But they built up with their bare hands
What we still can't do today.

And I know she's living there
And she loves me to this day
I still can't remember when
Or how I lost my way.

He came dancing across the water
Cortez, Cortez
What a killer.

Contributed by Lorenzo Masetti - 2005/10/12 - 22:37




Language: Italian

Versione italiana di Alberto Truffi
da Musica e Memoria
CORTEZ L'ASSASSINO

È arrivato danzando sull'acqua
con i suoi galeoni e i suoi cannoni (1)
cercando un Nuovo Mondo
e un palazzo (splendente) nel sole

Sulla spiaggia lo attende Montezuma
con le sue foglie di coca e le perle
nelle sua grandi sale egli vagava di frequente
accompagnato dai segreti del suo mondo

E i suoi sudditi sono raccolti attorno a lui
come le foglie attorno a un albero
con i loro vestiti multicolori
per essere visti dai loro collerici dei

E le donne erano tutte bellissime
e gli uomini erano fieri e forti
offrivano la loro vita come sacrificio
perché altri potessero andare avanti

L'odio era soltanto una leggenda
e la guerra era sconosciuta
la gente lavorava tutta assieme
e insieme sollevavano molte pietre.

Le portavano nelle grandi pianure
e morivano lungo la strada
ma costruivano con le loro mani nude
quello che persino oggi non riusciamo a fare (2)

Ed io so che lei vive laggiù (3)
e che mi ama ancora oggi
tuttora non riesco a ricordare quando
o come ho smarrito la mia strada

È arrivato danzando sull'acqua
Cortez, Cortez
che assassino.
NOTE A CURA DI ALBERTO TRUFFI

(1) Hernan Cortes, un nobile decaduto che cercava nel Nuovo Mondo un riscatto, ebbe in dotazione dall'imperatore Carlo V 11 navi, 500 soldati, 100 marinai, 16 cavalli e 10 cannoni, un ben piccolo esercito per conquistare un impero.

(2) Si riferisce ovviamente alle grandi costruzioni a piramide terrazzata di Tenochtitlan, la capitale degli Aztechi costruita nella stessa valle dove ora sorge la megalopoli di Città del Messico, che fungevano da templi, osservatori astronomici e altari per i sacrifici.

(3) Può darsi che Neil Young alluda qui all'affascinante e inquietante personaggio di Donna Malinche, una ragazza di probabile stirpe nobile venduta dai mercenari Tlaxcalani (un altro popolo indio, che forniva guerrieri mercenari agli Aztechi) agli spagnoli, che divenne la traduttrice e poi la amante di Cortes, e mise anche al mondo un suo figlio, il primo meticcio. Sarebbe quindi anche Cortes, e tutto l'occidente, a rimpiangere la via perduta della purezza.

2005/10/12 - 22:44




Language: French

Traduzione francese da l'histgeobox
CORTEZ, QUEL ASSASSIN

Il arriva traversant l'océan en dansant
Avec ses galions et ses canons
Cherchant le nouveau monde
Dans ce palais au soleil.

Sur le rivage était étendu Moctezuma
Avec ses feuilles de coca et ses perles
Dans ses halls il avait souvent réfléchi
Aux secrets des mondes.

Et ses sujets se rassemblèrent autour de lui
Comme les feuilles autour d'un arbre
Habillés de leurs vêtements multicolores
Pour que les dieux en colère les voient

Et les femmes étaient toutes belles
Les hommes se dressèrent et déployèrent leur force
Ils offrirent leur vie en sacrifice
Pour que les autres puissent continuer.

La haine n'était qu'une légende
Et la guerre était inconnue
Les gens travaillaient ensemble
Et ils soulevèrent de nombreux rochers.

Ils les portèrent jusqu'aux plaines
Et ils mourûrent en chemin
Mais ils édifièrent de leurs mains nues
Ce que nous sommes encore incapables d'édifier à ce jour.

Et je sais qu'elle habite là
Et qu'elle m'aime jusqu'à ce jour
Je n'arrive toujours pas à me souvenir quand
Ou comment je me suis perdu en chemin.

Il arriva traversant l'océan en dansant
Cortez, Cortez
Quel assassin.

Contributed by Alessandro - 2009/12/2 - 23:24


Grandissima canzone, da brividi.
Interessanti anche le analisi...

Ci terrei a precisare che la versione (resa scaricabile su questo sito) della Dave Matthews Band, vede la partecipazione di uno dei + grandi chitarristi rock viventi (e non): Warren Haynes.

Bellissima la sua voce.

I suoi 3 assoli (uno + bello dell'altro) sono commoventi.

Mr. Haynes rules!

www.nakedshot.org

Carlo - 2005/11/21 - 00:32


ecco di chi è la bella canzone che cantano la dave m. band

giammarco - 2007/2/16 - 07:56


Il 13 maggio scorso, Papa Ratzinger, durante il suo viaggio apostolico in America Latina, ha pronunciato un discorso inaugurale in apertura della V conferenza dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi.

In un passaggio del discorso si legge: "Ma, che cosa ha significato l'accettazione della fede cristiana per i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi? Per essi ha significato conoscere ed accogliere Cristo, il Dio sconosciuto che i loro antenati, senza saperlo, cercavano nelle loro ricche tradizioni religiose. Cristo era il Salvatore a cui anelavano silenziosamente. Ha significato anche avere ricevuto, con le acque del Battesimo, la vita divina che li ha fatti figli di Dio per adozione; avere ricevuto, inoltre, lo Spirito Santo che è venuto a fecondare le loro culture, purificandole e sviluppando i numerosi germi e semi che il Verbo incarnato aveva messo in esse, orientandole così verso le strade del Vangelo. In effetti, l'annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un'alienazione delle culture precolombiane, né fu un'imposizione di una cultura straniera."
(Leggere qui)

Ecco, secondo Papa Ratzinger, l'evangelizzazione forzata che accompagnò e seguì il genocidio indigeno durante la Conquista non fu "in nessun momento" una "alienazione delle culture precolombiane" e nemmeno una "imposizione"...

Dico, ma questo non è negazionismo storico? Se a capo della Chiesa Cattolica abbiano un personaggio di tal fatta, allora Irving o Faurisson potrebbero essere tranquillamente proposti come direttore della fondazione per la memoria della Shoah!

A onor del vero, dieci giorni dopo quel discorso, durante l'udienza del 23 maggio, Papa Ratzinger ha provato a spiegarsi meglio: "Certo, il ricordo di un passato glorioso non può ignorare le ombre che accompagnarono l’opera di evangelizzazione del continente latinoamericano: non è possibile infatti dimenticare le sofferenze e le ingiustizie inflitte dai colonizzatori alle popolazioni indigene, spesso calpestate nei loro diritti umani fondamentali. Ma la doverosa menzione di tali crimini ingiustificabili - crimini peraltro già allora condannati da missionari come Bartolomeo de Las Casas e da teologi come Francesco da Vitoria dell’Università di Salamanca - non deve impedire di prender atto con gratitudine dell’opera meravigliosa compiuta dalla grazia divina tra quelle popolazioni nel corso di questi secoli".
(Leggere qui)

Insomma, la Conquista quasi spazzò via le popolazioni indigene ma la cosa importante è che oggi il cattolicesimo trionfi. SIA LODATO IDDIO, SIGNORE DEGLI ESERCITI!

Alessandro - 2007/7/15 - 18:06


Uno splendido pezzo. È vero che il ritratto fatto della società atzeca è idealizzato, ma la potenza del messaggio resta intatta. Comunque, la canzone è un lungo brivido elettrico.

marco musicbox - 2007/8/28 - 14:36


Cortez convici a un grupo di ufficiali i soldati a tradire e rubare i galleoni al governatore di Cuba Don Diego Velazquez(che gia preparava la conquista a mexico) mostrando cosi la sua vera facia di bandito e rapinatore poi valendose della sua amante indigena convici ai popoli opresi per gli aztezca a unirsi a lui per conquistare Tecnochiclan...senza la aiuta di questi popoli non reuciva a vincere mai.

Julio Cesar - 2008/6/6 - 23:37


grazie

stefano - 2012/1/29 - 20:30




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