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Generalens visa

Cornelis Vreeswijk
Language: Swedish


Cornelis Vreeswijk

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(Cornelis Vreeswijk)
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(Dan Berglund)
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(Cornelis Vreeswijk)


[1970]
Testo e musica di Cornelis Vreeswijk
Lyrics and music by Cornelis Vreeswijk
Text och musik: Cornelis Vreeswijk
Album: Poem, ballader och lite blues

Stoccolma, 1933. Raduno del Partito Nazionalsocialista Svedese (Svenska Nationalsocialistiska Partiet).
Stoccolma, 1933. Raduno del Partito Nazionalsocialista Svedese (Svenska Nationalsocialistiska Partiet).


Canzone del 1970, tratta dall'album Poem, ballader och lite blues (“Poesie, ballate e un po' di blues”). Nella Svezia del 1970, ancora ben saldamente folkhem col suo “socialismo nel capitalismo” o roba del genere (l' “esperimento svedese” che tanto affascinava il mondo), Cornelis Vreeswijk, che era uno che si guardava intorno, aveva paura dei nazisti in Germania; e pure in Svezia, c'è da presumere. Il fatto storico è che il nazismo, in Svezia, ha radici salde e antiche. La foto sopra, del 1933 (vale a dire l'anno in cui Hitler prese il potere in Germania), mostra una riunione di un Partito Nazista Svedese già ben organizzato, ed è un fatto che formazioni naziste siano state presenti in Svezia fin dal 1926. Così, in questa sua Canzone del generale si passa per qualche strofa dedicata genericamente ai “generali sterminatori” per finire all'ultima, che è il vero bersaglio di tutto quanto.


Annika Norlin, "Generalens Visa"


Disgraziatamente e curiosamente, sul Tubo dove oramai si trova tutto non è presente l'interpretazione originale di Cornelis Vreeswijk (era scaricabile da Grooveshark, ma il link è stato tolto perché oramai inattivo). Se ne trovano solo delle “cover” recenti, tra le quali quella qui presente di Annika Norlin facente parte del recente Poem, Ballader och lite Blues – Återbesöket, vale a dire lo storico album di Cornelis Vreeswijk revisited da alcuni artisti svedesi. E' che questa canzone di Cornelis, come tutte le altre, non vuole proprio passare di moda. Tutt'altro. Nel 1970, a Cornelis pigliavano i bordoni se vedeva le camicie brune (vabbè, nella canzone sono i pantaloni ma fa lo stesso); chissà cosa gli sarebbe pigliato se avesse visto come viaggiano ora, gli stessi, con le camicine bianche.

nazister-pengar


La foto sopra è del 2016. La didascalia dice che “I nazisti marciano per una società aperta” (o anche: “per un paese aperto”). D'accordo, ok. Figuriamoci se avessero marciato per una società chiusa.

La canzone è anche, va detto, un ottimo esempio di come Cornelis Vreeswijk maneggiava lo svedese, quella lingua che, secondo la sentenza che gli rifiutò la cittadinanza nel 1968, “non parlava abbastanza bene”. Immagino che sulla creatività linguistica di Cornelis Vreeswijk sia stato scritto di tutto, ma non si può fare a meno, in questa canzone, di notare l'impasto fenomenale tra la base del tutto colloquiale del linguaggio, con alcune forme arcaiche (ad esempio il verbo “tala” al plurale, una forma che in svedese appartiene solo al linguaggio solenne). E loro? Loro marciano ancora, accidenti se marciano! [RV]
I Flatland bor dom flata, i Latland bor dom lata
i Krigland bor dom krigiska så där är allting väl
Dom lata ska vi dräpa, dom går blott kring och skräpa
Dom flata har vi tänkt oss att vi ska slå ihjäl
av ideella skäl

I Slöland bor dom slöa, i Döland bor dom döa
i Raskland bor dom raska, dom slöar aldrig till
Dom döda ska vi bränna, dom vill vi icke känna
Dom slöa ska vi spöa så snart dom sitter still
sen gör dom som vi vill

I Krigland bor dom flesta, dom krigar för det mesta
Dom kämpar flera år i sträck, sen vilar dom två dar
Deras medaljer blänker, dom sitter när dom tänker
Dom sitter på den kroppsdel där hjärnan säte har
säg kan du gissa var?

När generaler tala blir rösterna nasala
Dom stirrar stint på kartorna, men grips dom av panik
då blundar dom och pekar, kommandoropen ekar
Dom lyfter sina kikare och kommer med kritik
och räknar sina lik

I Blåland bor dom blåa, i Gråland bor dom gråa
i Tyskland bor den bruna byxans bleka herremän
Ser jag den bruna färgen ryser jag in i märgen
Och hör du taktfast stöveltramp så är det dom, min vän
för dom marscherar än!

Contributed by laverdure - 2005/9/12 - 11:06




Language: Italian

Nuova traduzione italiana di Riccardo Venturi
15 novembre 2017 09:20

vreespoemba


Due parole del traduttore. In questa pagina è stata presente finora una traduzione italiana di Jacopo “Laverdure”, che poi è stato colui che questa pagina la ha fabbricata nel lontano 2005. Mi ricordo bene di Jacopo, “pioniere” della canzone d'autore svedese in questo sito e al quale si deve praticamente l'originaria presenza di Cornelis Vreeswijk in questo sito. Se ben mi ricordo ancora, almeno per un certo periodo ha vissuto in Svezia. Però la traduzione che aveva fatto a suo tempo di questa canzone era, purtroppo, una sequela di errori e incomprensioni (ammettendo naturalmente che i testi di Cornelis Vreeswijk non sono mai semplicissimi). In questi giorni di “ristrutturazione vreeswijcchiana” ho quindi preparato questa nuova traduzione. Se per caso ci leggesse ancora, mi scuso con Jacopo: non sono certamente solito agire in questo modo. Però certe parti della sua vecchia traduzione le ho comunque mantenute.
CANZONE DEL GENERALE

Cornelis Vreeswijk. Si noti la sua incredibile somiglianza con Francesco Guccini.
Cornelis Vreeswijk. Si noti la sua incredibile somiglianza con Francesco Guccini.
In Sfigazia ci stanno gli sfigati, in Pigronia i pigri,
In Guerronia i guerreggianti, e così tutto va bene
I pigri li massacriamo, vanno solo in giro a far casino
I deboli abbiam deciso di bastonarli a morte
per ragioni idealistiche

In Tontonia ci stanno i tonti, a Mortorio i morti
In Sveglionia gli svegli, loro non sono mai pigri
I morti li bruceremo, non li sentiremo neppure
I tonti li frusteremo non appena si mettono giù a sedere
e poi faranno quel che pare a noi

In Guerronia ci stan quasi tutti, e per lo più fanno guerre
Combattono per anni di fila, poi si riposano due giorni
Con le medaglie lucenti si siedono assorti a pensare
Sulla parte del corpo dove ci hanno il cervello,
beh, indovina dove...?

Quando parlano i generali, le loro voci si fan nasali
Scrutano fissi le mappe, però sono in preda al panico
Poi puntano a occhi chiusi, echeggia un comando,
Alzano il binocolo e si mettono a criticare
E contano i cadaveri

In Azzurria [1] ci stanno gli azzurri, nella Grigia i grigi
In Germania quegli smorti e cupi coi pantaloni bruni
Se vedo il colore bruno, mi vengono i bordoni addosso
E se senti rumor di stivali al passo, amico mio, sono loro,
perché loro marciano ancora!
[1] Da tenere presente che, in svedese, Blåland è anche la denominazione tradizionale (risalente al Medioevo nordico) sia del "Paese dei Berberi" ("Gli uomini blu", ovvero i Tuareg), sia dell'Etiopia.

2017/11/15 - 09:21




Language: English

English translation by Riccardo Venturi
November 15, 2017 09:45


Marie Bergman, Cornelis Vreeswijk's "Generalens Visa" (Live @ Telegram från Cornelis Kulturfestivalen 2010)
GENERAL'S SONG

In Weakland live the weak, in Lazyland the lazy,
In Warland the warlike, and so ev'rything goes fine.
We'll slaughter the lazy, they only hang about making balls up,
And we've decided to beat the weak up dead
for idealistic reasons

In Dummyland live the dummies, in Deadland the dead
In Smartland the smart, no way are they dummies
And so we'll burn the dead, we won't even hear them
And we'll flog the dummies as soon as they sit down
and then they'll obey us

In Warland live most people, they mostly make wars
They fight year after year, then take a two days' pause
then they sit and think with their shining medals
Sitting on the body part where their brain is located,
well, guess where …?

When generals speak, their voice gets nasal
They scan the maps but yes they're panicking
Then they blindly point, an order is shouted,
They lift their field glasses and start finding fault
and counting the fallen

In Blueland live the Blues, in Greyland the Greys,
In Germany those bleak guys with brown trousers
Well the brown colour makes me shudder
And when you hear rhythmic tramp of boots, well it's them, my friend,
for they are still marching!

2017/11/15 - 09:45




Language: Finnish

Traduzione finlandese / Finnish translation / Traduction finnoise / Finsk översättning / Suomennos: Juha Rämö
KENRAALIN LAULU

Tasamaassa asuvat tasaiset, Laiskurimaassa asuvat laiskat,
Sotamaassa asuvat sotaisat niin että siellä on kaikki hyvin.
Laiskat me listimme, koska ne vain sotkevat paikkoja,
tasaiset me olemme ajatelleet panna matalaksi
aatteellisista syistä.

Löhömaassa asuvat löhöilijät, Kuolemanmaassa asuvat kuolleet,
Vikkelienmaassa asuvat vikkelät, jotka eivät koskaan laiskottele.
Kuolleet me poltamme, niitä me emme halua tuntea,
löhöilijät me pieksämme heti, kun ne istuvat hiljaa,
ja sitten ne tekevä niin kuin me haluamme.

Sotamaassa asuvat useimmat ja ne sotivat enimmäkseen.
Ne sotivat vuodesta toiseen ja lepäävät sitten kaksi päivää.
Niiden mitalit kiiltelevät ja ne istuvat ajatellessaan,
ne istuvat sillä ruumiinosalla, missä niiden aivot ovat,
osaatko arvata, mikä se on?

Kun kenraalit puhuvat, niiden ääni on honottava.
Ne tuijottavat silmä kovana karttojaan, mutta kun paniikki iskee,
ne sulkevat silmänsä ja osoittavat sormellaan, komennot kaikuvat,
ne tarttuvat kiikareihinsa ja alkavat etsiä syyllisiä
ja laskevat kaatuneensa.

Sinistenmaassa asuvat siniset, Harmaidenmaassa asuvat harmaat,
Saksanmaassa asuu kalpea herrakansa ruskeissa housuissaan.
Kun näen ruskeaa, minua kylmää luita ja ytimiä myöten.
Ja jos kuulet sotilassaappaiden kopseen, niin herrakansa siellä marssii,
sillä se marssii edelleen, ystäväni!

Contributed by Juha Rämö - 2018/1/16 - 12:29




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