Spunta l'alba al quindici giugno,
l'artiglieria apriva il fuoco
e gli alpini in gran galoppo
il Monte Nero a conquistar.
Monte Nero, dove tu sei,
o traditor della vita mia?
Ho lasciato la mamma mia
per venirti a conquistar.
Per venirti a conquistare
abbiam perduto molti compagni,
e sull'età dei venti anni,
la loro vita non torna mai più,
E maledetta la Croce Rossa
perché non vuole più guerreggiare:
lascia i feriti a lacrimare
pien di sangue e di dolor.
l'artiglieria apriva il fuoco
e gli alpini in gran galoppo
il Monte Nero a conquistar.
Monte Nero, dove tu sei,
o traditor della vita mia?
Ho lasciato la mamma mia
per venirti a conquistar.
Per venirti a conquistare
abbiam perduto molti compagni,
e sull'età dei venti anni,
la loro vita non torna mai più,
E maledetta la Croce Rossa
perché non vuole più guerreggiare:
lascia i feriti a lacrimare
pien di sangue e di dolor.
Vorrei far notare che questa “Spunta l'alba al quindici giugno”, Montenero e Monte Nero 'n dove sei sono in realtà versioni dello stesso canto.
Ne ho trovata pure un’altra, in tutto simile alla versione “primitiva” ma con due significative strofe aggiuntive:
Si tratta di quella offerta da Ezio Cuppone con il Nuovo Canzoniere Milanese nello spettacolo del 1971 intitolato “Il bosco degli alberi. Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, scritto da Franco Coggiola (1939-1996), astigiano, etnomusicologo e archivista, e Gianni Bosio (1923-1971), mantovano, storico e socialista.
Ne ho trovata pure un’altra, in tutto simile alla versione “primitiva” ma con due significative strofe aggiuntive:
Ma se quest'anno non vien la pace
ma tutto il mondo l'è rovinato
e si potrà chiamar beato
chi la vita potrà salvar
Ma la pensione l'è del governo
l'è una lira e cinquantotto
bisogna fare il galeotto
per potersi a disfamar.
ma tutto il mondo l'è rovinato
e si potrà chiamar beato
chi la vita potrà salvar
Ma la pensione l'è del governo
l'è una lira e cinquantotto
bisogna fare il galeotto
per potersi a disfamar.
Si tratta di quella offerta da Ezio Cuppone con il Nuovo Canzoniere Milanese nello spettacolo del 1971 intitolato “Il bosco degli alberi. Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, scritto da Franco Coggiola (1939-1996), astigiano, etnomusicologo e archivista, e Gianni Bosio (1923-1971), mantovano, storico e socialista.
Bernart Bartleby - 2013/12/3 - 14:39
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(da "Canzoni italiane di protesta - 1794/1974 - Dalla Rivoluzione Francese alla repressione cilena", a cura di Giuseppe Vettori, Paperbacks poeti/26, Newton Compton Editori, 1974)[Alessandro]