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Paris, Oct61

La Tordue
Langue: français


La Tordue

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[1995]
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Testo (corredato di approfondita scheda storica) trovato sull’imprescindibile l’histgeobox



Parigi, 1961.
In Algeria la guerra era al suo culmine e, anzi, si era ormai da tempo trasferita in suolo francese, dove vivevano già all’epoca non meno di 400.000 immigrati algerini, 150.000 solo nella regione di Parigi. La comunità algerina, e per analogia con essa, tutti i nordafricani immigrati in Francia vivevano in un clima di insicurezza permanente, vessati di continuo dai controlli, dalle retate e dalle violenze della polizia e vittime del razzismo e del fascismo di molti francesi. Un paio d’anni prima, il prefetto di Parigi Maurice Papon (già funzionario di polizia durante il regime di Vichy) aveva avuto l’idea geniale di istituire una forza di polizia speciale, costituita da volontari di origine maghrebina, dedicata alla repressione delle cellule del Fronte di Liberazione Algerino (FLN) attive nella capitale. La Force de police auxiliaire (FPA) si era subito distinta per ferocia, agendo quasi sempre fuori dalla legalità con arresti arbitrari, violenze e torture. Logico che i poliziotti (in gran parte fascisti, ex combattenti d’Africa e membri dell’OAS), ed in particolare i collaborazionisti della FPA, divenissero obiettivo legittimo degli attentati dell’FLN sul suolo francese.
A partire dal settembre 1961 la violenza subì un’escalation… i patrioti algerini uccisero una trentina di poliziotti e ne ferirono decine di altri… Papon, avvezzo ai metodi nazi-fascisti, non si smentì e dichiarò pubblicamente “Pour un coup donné, nous en porterons dix”. Ed infatti quell’anno i nordafricani uccisi dalle rappresaglie poliziesche (o da formazioni paramilitari riconducibili ad ambienti dell’esercito e della polizia) furono oltre 300, proprio come aveva pronosticato Papon… Questi, non contento, impose pure il coprifuoco a partire dalle 20 a tutti i francesi musulmani d’Algeria…

Il 17 ottobre 1961 l’FLN indisse una manifestazione a Parigi, per l’indipendenza dell’Algeria, contro il coprifuoco di Papon e per denunciare ancora una volta la sanguinosa campagna di repressione poliziesca ai danni della comunità maghrebina di Francia.
Più di 20.000 manifestanti si ritrovarono con l’intenzione di sfilare in corteo verso gli Champs-Élysées, l’Opéra ed il quartiere latino. Ma la polizia aveva avuto carta bianca da Papon e caricò quasi subito, con estrema violenza… Non si conosce ancora oggi il numero esatto delle vittime, ma furono tra le 50 e le 200… Nei giorni successivi la Senna restituì ancora molti cadaveri… Più di 11.000 persone, oltre la metà dei manifestanti, furono arrestate e rinchiuse per giorni in diversi centri di detenzione improvvisati… Si trattò del più grande arresto di massa mai effettuato dall’epoca della deportazione degli ebrei di Francia compiuta dalle SS del regime di Vichy…
Paris sous Paris
Paris sous la pluie
Trempé comm’un’soupe
Saoul comm’un’barrique

Notre-Dame est vierge
Mêm’si elle est à tout l’monde
Et malgré son penchant
Pour les cierges

A l’heure où les gargouilles baillent
Le bossu du parvis
S’en va pisser sa nuit
Dans les gogues du diable
Alors bavent les gargouilles
Sur les premières grenouilles
S’entend de bénitier
Bien plus bêtes que leur pied
Qui ne fut jamais pris
O pas de mauvais plis
Dans leur lit refroidi
Tombeau des vieilles filles
Cachot de la vertu
Pourtant pas d’ciel en vue
Surtout pas de septième
Pour ces corps en carême
Au coeur empaillé
Au cul embastillé
A l’abri des bascules
Et à leur grand dam
Qui est tou’minuscule
Ne connaîtront jamais
ni la grâce ni les
Grasses matinées

C’pendant que Paris
Paris sous Paris
Paris Paris saoul
En dessous de tout
Dessaoule par d’ssus les ponts
Que la Seine est jolie
Ne s’raient ces moribonds
Qui déshonorent son lit
Mais qu’elle traîne par le fond
Inhumant dans l’oubli
Une saine tuerie
C’est paraît-il légal

Les ordres sont les ordres
c’est Paris qui régale
Braves policières hordes
De coups et de sang ivres
Qui eurent carte et nuit blanches
Pour leur apprendre à vivre
A ces rats d’souche pas franche
Qu’un sang impur et noir
Abreuve nos caniveaux
Et on leur fit la peau
Avant d’perdre la mémoire.....

Des pandores enragés
Aux fenêtres consentantes
et en passant soit dit
Qui ne dit mot acquiesce
Durent pourtant résonner
De la chaussée sanglante
Jusque dans les Aurès
Leurs cris ensevelis
Sous la froide chaux-vive
D’une pire indifférence
Accompagnée de “vivent
les boules Quiès et la France!”

Croissez chères grenouilles
Que l’histoire ne chatouille
Pas t’jours au bon endroit
O bon peuple françois
Dort sur tes deux oreilles
Mais je n’jurerai pas
Loin s’en faut aujourd’hui
Que l’histoire ne s’enraye
Sous le ciel de Paris.

envoyé par Alessandro - 23/12/2009 - 12:32




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