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La ballata dell'ex

Sergio Endrigo
Language: Italian


Sergio Endrigo

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Di Endrigo e Bardotti, Fonit Cetra 1966
La versione che conosco e' stata incisa dai Gufi, ne "Il Cabaret dei Gufi N.2", 1967 [Piersante Sestini]

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Un brano degli anni '60 dalla tematica veramente originale: la guerra partigiana, ma con un taglio ironico e non celebrativo, che sottolinea la distanza tra i sogni e la realtà degli anni '50, con la ritrovata continuità, in molti aspetti, all'Italia di prima della guerra, e degli anni '60, con l'arrivo al governo e al potere, nel primo centro-sinistra, di alcuni di quei compagni (si riferisce al partito socialista) degli anni della guerra.

Interessante infine il riferimento ai regolamenti di conti verificatisi nei giorni della liberazione, e anche in quelli immediatamente successivi, oggetto di inchieste giornalistiche pubblicizzate con grande clamore in particolare dal giornalista Giampaolo Pansa ("Il sangue dei vinti", "La grande bugia") e tendenti a una sorta di pareggio delle colpe tra le due parti, con assoluzioni (o condanne) equamente distribuite.

Come si vede non era affatto un argomento tabù, né per la destra, che da sempre opponeva, ad esempio, l'uccisione dei sette fratelli Govoni a quella dei sette fratelli Cervi, né per la sinistra, che ne parlava in canzoni come queste o in notissimi romanzi come La ragazza di Bube di Carlo Cassola, da cui è stato tratto nel 1963 il film di successo con lo stesso titolo, regista Luigi Comencini e interprete principale Claudia Cardinale. Bube era appunto il nome di battaglia di un partigiano toscano accusato e condannato per l'uccisione di fascisti a guerra finita, e infine catturato e incarcerato per lunghi anni.

Nessun tabù e nessuna verità nascosta da rivelare quindi, ma soltanto un tentativo di rivendere come nuove informazioni vecchie a lettori smemorati e desiderosi di trovare argomenti per liquidare la "memoria della resistenza" (titolo peraltro del miglior libro sulla guerra partigiana, scritto da Mario Spinella). Sarebbe utile semmai riflettere sui limiti del perdono, della giustizia e della vendetta, dopo aver fissato in modo condiviso le rispettive responsabilità, ormai consegnate alla storia.

Alberto Truffi, da Musica e Memoria

È nata dalle letture di Calvino, Pratolini, il Cassola della “Ragazza di Bube”. Questa canzone esprime l’amarezza di quanti avevano creduto nella grande rivoluzione che doveva avvenire nel dopoguerra e che ovviamente non c’è stata.
Questo brano è stato censurato dalla Presidenza del Consiglio per i versi:

“Se il tempo è galantuomo io son figlio di nessuno
Vent’anni son passati e il nemico è sempre là”

Il biglietto autografo di censura l’ho visto con i miei occhi. La Fonit-Cetra allora era legata all’IRI e quindi probabilmente doveva dar conto a qualcuno che stava in alto, a cui questa canzone dava fastidio. Fatto sta che il verso incriminato compare nello spartito ed è sostituito dal fischio nel disco.

da “Sergio Endrigo” (Lato Side Editori, 1982)
Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano
Di notte solo il vento gli faceva compagnia
Laggiù nella vallata è già pronta l'imboscata
Nell'alba senza sole eccoci qua
Qualcuno il conto oggi pagherà.

Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano
Il mondo è un mondo cane ma stavolta cambierà
Per tutti finiranno i giorni neri di paura
Un mondo tutto nuovo sorgerà
Per tutti l'uguaglianza e la libertà.

A soli cinque anni questa guerra è già finita
È libera l'Italia, l'oppressore non c'è più
Si canta per i campi dove il grano ride al sole
La gente è ritornata giù in città
Ci son nell'aria grandi novità.

E scese giù dai monti fino ai boschi fino al piano
Passava fra la gente che applaudiva gli alleati
Andava a consegnare mitra barba e bombe a mano
Ormai l'artiglieria non serve più
Un mondo tutto nuovo sorgerà:
Per tutti l'uguaglianza e la libertà.

E torna al suo paese che è rimasto sempre quello
Con qualche casa in meno ed un campanile in più
C'è il vecchio maresciallo che lo vuole interrogare
Così per niente per formalità
Mi chiamano Danilo e sono qua.

E vogliono sapere il perchè il quando e il come
E tanto per vedere se ho diritto alla pensione
Mi chiede come è andata quella sera un anno fa
Che son partiti il conte e il podestà
E chi li ha fatti fuori non si sa.

Se il tempo è galantuomo io son figlio di nessuno
Vent'anni son passati ma il nemico è ancora là
Ma i tuoi compagni ormai non ci son più
Son tutti al ministero o alla tivvù
Ci fosse un cane a ricordare che

Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano.


Language: Italian

Questo dovrebbe essere il testo corretto come cantato da Endrigo
LA BALLATA DELL'EX

Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano
La notte solo il vento gli faceva compagnia
Laggiù nella vallata è già pronta l'imboscata
Nell'alba senza sole eccoci qua
Qualcuno il conto oggi pagherà
Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano
Il mondo è un mondo cane ma stavolta cambierà
Tra poco finiranno i giorni neri di paura
Un mondo tutto nuovo sorgerà
Per tutti l'uguaglianza e la libertà

In soli cinque anni questa guerra è già finita
È libera l'Italia l'oppressore non c'è più
Si canta per i campi dove il grano ride al sole
La gente è ritornata giù in città
Ci son nell'aria grandi novità
E scese dai suoi monti per i boschi fino al piano
Passava tra la gente che applaudiva gli alleati
Andava a consegnare mitra barba e bombe a mano
Ormai l'artiglieria non serve più
Un mondo tutto nuovo sorgerà
Per tutti l'uguaglianza e la libertà

E torna al suo paese che è rimasto sempre quello
Con qualche casa in meno ed un campanile in più
C'è il vecchio maresciallo che lo vuole interrogare
Così per niente per formalità
Mi chiamano Danilo e sono qua
E vogliono sapere perché come quando e dove
Soltanto per vedere se ha diritto alla pensione
Gli chiedono per caso come è andata quella sera
Che son partiti il conte e il podestà
E chi li ha fatto fuori non si sa
E chi li ha fatto fuori non si sa

Se il tempo è galantuomo io son figlio di nessuno
Vent'anni son passati e il nemico è sempre là
Ma i tuoi compagni ormai non ci son più
Son tutti al ministero o all'aldilà
Ci fosse un cane a ricordare che

Andavi per i boschi con due mitra e tre bombe a mano...
Un mondo tutto nuovo sorgerà
Per tutti l'uguaglianza e la libertà

2013/4/28 - 23:44


Finalmente questo brano è divenuto disponibile - seppure con colpevole ritardo: nella versione originale da studio lo è divenuto appena cinque mesi prima della morte di Endrigo ... - su supporto CD.

- La versione da studio si trova ora all'interno della doppia compilation "Sergio Endrigo '65-'73 - i 45 giri" pubblicata dalla Warner agli inizi del 2005:

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- Una bella versione live, originalmente distribuita in tre distinti segmenti che inframmezzano il I° tempo dello spettacolo svoltosi il 7 marzo 1970 al Piccolo Teatro di Milano, è contenuta all'interno dell'album dal vivo "L'arca di Noè", del 1970, ristampato - sempre dalla Warner - nel 2003:

Link Pagina

Alberta Beccaro - 2008/1/6 - 01:38


Chiamare "regolamenti di conti" quello "che è successo e non si sa" di Endrigo è proprio mal interpretare la MERAVIGLIOSA canzone di Endrigo. Un testo che non ha nulla a che fare con la succitata pseudo-storia tanto in voga anche a sinistra dei Pansa-Placidi-De Felice etc etc...
Io credo che questa canzone sia una delle più belle canzoni partigiane. Quando l'ho scoperta è stata una rivelazione...

Partigiani - 2009/7/19 - 05:05


Totalmente d'accordo con Partigiani, se non su un solo punto. Definire un Pansa "di sinistra", ora come ora, non ha nessun senso. E' uno degli equivoci terrificanti che promanano dal fatto che i pennaioli italiani abbiano, per un certo periodo di tempo, scritto o collaborato con "Repubblica" (quotidianone sulla cui "sinistra" avrei ben più di una cosa da dire, tra l'altro). Ci collaborava tempo fa, se ben ricordo, anche il fascista Forattini ora finito armi e bagagli a svignettare sui quotidiani tipo "Nazione" o "Resto del Carlino". Per non parlare di Gianni Riotta che addirittura lavorava al "Manifesto". Furbastri che sanno benissimo vedere dove tira il vento; non è improbabile che, se rigirasse, ce li vedremmo tutti di nuovo a fare i "compagni". Per quel che mi riguarda, il loro credito lo hanno esaurito da tempo.

Riccardo Venturi - 2009/7/20 - 16:30


La verita' non abita né a destra né (sopratutto) a sinistra...


(Don Curzio)

La verità, fortunatamente, non abita da nessuna parte. Soprattutto quella cosiddetta "rivelata", direi, ancor più di quelle "destre" o "sinistre". Fosse per me, farei una lotta senza quartiere per abolirla del tutto, la "verità". Nel suo nome sono state commesse le peggiori tragedie dell'umanità, da qualsiasi parte. Saluti! [RV]

2009/7/27 - 17:45


Passano gli anni e vedo che dal 2009 nessuno ha commentato, segni del tempo che trascorre e che lascia tutto nell'oblio....
Conosco questa bella canzone dagli anni sessanta, cantata dai Gufi ed incisa nel 1967, due anni dopo averli conosciuti al CAB 65 che esisteva a Firenze dal 1965 e dove ero nell'elenco stabile degli artisti. Li tenemmo a battesimo e lo scrissero nella loro bibliografia sul retro delle bustone degli LP.
L'ho molto cantata in giro per l'Italia, e continuo a cantarla. Stanotte mi sono svegliato con questa canzone in testa ed ho a lungo pensato a questi ultimi 50 anni della mia vita, fra 5 gg compio 75 anni...
L'ho rimessa nel mio programma per uno spettacolo musicale (sono musicista) che si chiamerà "Canti partigiani di una Resistenza negata" con tante altre canzoni fiorite su questo tema fra il 1948 ed il 1970.
Mario Galasso

2016/1/23 - 07:00


Una perplessità: quando Endrigo parla della censura, afferma che " il verso incriminato compare nello spartito ed è sostituito dal fischio nel disco". Io ho sia il 45 giri sia l'album, e in nessuno dei due c'è il fischio, ma il testo normale. Bisognerebbe capire se esiste veramente questa versione. La censura potrebbe anche essere riferita solo all'esecuzione in televisione o in radio (come in molti altri casi).

Vito Vita - 2018/4/25 - 22:14


La versione censurata, il fischio compare al minuto 3.05

Dq82 - 2018/4/26 - 06:33


Non capisco che cosa ci sia da vantarsi... Ammazzare la gente è ammazzare la gente, chiunque sia a farlo. Ammazzare qualcuno solo perché reputato "fascista" equivale a ammazzare qualcuno perché accusato di essere "comunista". Cianciare di uguaglianza prendendo a esempio il comunismo e la Russia, si è visto come è andata a finire: proprio in Russia, intendo. Una presa in giro per i lavoratori. E non è vero che Pansa abbia parlato di cose risapute: ha citato fatti e personaggi ormai dimenticati o sottaciuti.
Una canzone modesta, faziosa e triste. Dimenticata, infatti.

Iginio - 2024/11/1 - 23:46


Omo de pansa, omo de sostansa

Melisendo - 2024/11/2 - 11:16


Uccidere fuori dalle deliberazioni di un movimento di lotta politica e di Resistenza condivise, prima ancora che crimine, è atto che offende la dignità umana. Sui morti si stenda la pietà senza riserve, anche sui fascisti e sulla feccia, ma sia condanna ferma delle idee e dei seguaci che di per sé spingono alla sottomissione, alla violenza, alle stragi, senza attenuanti.
La Resistenza non è stata esente da errori e da eccessi di violenza ma rimane un insieme di valori irrinunciabile da tenere alto e da presidiare a qualunque costo. Non è una posizione soltanto ideologica, ma etica, è anche rispetto per sé stessi.
Non sono ammissibili confusioni di idee né scambi trasversali con i morti di orientamento diverso. Di ricerche e di interpretazioni storiche ne vengano quante se ne vuole in ossequio al diritto di espressione senza limiti, ma sia chiaro: nessuna accettazione di riscritture storiche slabbrate e confezionate all’insegna del revisionismo. Nella nostra notte le vacche sono di colori diversi: non ci sono e non ci saranno storiografi e giornalisti storici che le renderanno tutte nere promuovendo il consenso con presunte oggettivazioni, metodologicamente discutibili e spesso sgrammaticate.
Lo dobbiamo anche a loro: non vogliamo seppellire una seconda volta quei martiri che fecero a meno della loro vita anche per noi.

Riccardo Gullotta - 2024/11/2 - 15:57




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