Die Arbeitsmänner, oder Proletarierlied, oder Wer schafft das Gold zutage?
Johann MostLanguage: German
Wer schafft das Gold zutage?
Wer hämmert Erz und Stein?
Wer webet Tuch und Seide?
Wer bauet Korn und Wein?
Wer gibt den Reichen all ihr Brot
und lebt dabei in bittrer Not?
Wer plagt vom frühen Morgen
sich bis zur späten Nacht?
Wer schafft für andre Schätze,
Bequemlichkeit und Pracht?
Wer treibt allein das Weltrad
und hat dafür kein Recht im Staat?
Wer war von je geknechtet
von der Tyrannenbrut?
Wer mußte für sie kämpfen
und opfern oft sein Blut?
O Volk, erkenn, dass du es bist,
das immerfort betrogen ist!
Rafft eure Kraft zusammen
und schwört zur Fahne rot!
Kämpft mutig für die Freiheit!
Erkämpft euch bessres Brot!
Beschleunigt der Despoten Fall!
Schafft Frieden dann dem Weltenall!
Ihr habt die Macht in Händen,
wenn ihr nur einig seid.
Drum haltet fest zusammen,
dann seid ihr bald befreit.
Drängt Sturmschritt vorwärts in den Streit,
wenn auch der Feind Kartäschen speit!
Wer hämmert Erz und Stein?
Wer webet Tuch und Seide?
Wer bauet Korn und Wein?
Wer gibt den Reichen all ihr Brot
und lebt dabei in bittrer Not?
Das sind die Arbeitsmänner,
das Proletariat!
Das sind die Arbeitsmänner,
das Proletariat!
das Proletariat!
Das sind die Arbeitsmänner,
das Proletariat!
Wer plagt vom frühen Morgen
sich bis zur späten Nacht?
Wer schafft für andre Schätze,
Bequemlichkeit und Pracht?
Wer treibt allein das Weltrad
und hat dafür kein Recht im Staat?
Das sind die Arbeitsmänner,
das Proletariat!
Das sind die Arbeitsmänner,
das Proletariat!
das Proletariat!
Das sind die Arbeitsmänner,
das Proletariat!
Wer war von je geknechtet
von der Tyrannenbrut?
Wer mußte für sie kämpfen
und opfern oft sein Blut?
O Volk, erkenn, dass du es bist,
das immerfort betrogen ist!
Wacht auf, ihr Arbeitsmänner!
Auf, Proletariat!
Wacht auf, ihr Arbeitsmänner!
Auf, Proletariat!
Auf, Proletariat!
Wacht auf, ihr Arbeitsmänner!
Auf, Proletariat!
Rafft eure Kraft zusammen
und schwört zur Fahne rot!
Kämpft mutig für die Freiheit!
Erkämpft euch bessres Brot!
Beschleunigt der Despoten Fall!
Schafft Frieden dann dem Weltenall!
Zum Kampf, ihr Arbeitsmänner!
Auf, Proletariat!
Zum Kampf, ihr Arbeitsmänner!
Auf, Proletariat!
Auf, Proletariat!
Zum Kampf, ihr Arbeitsmänner!
Auf, Proletariat!
Ihr habt die Macht in Händen,
wenn ihr nur einig seid.
Drum haltet fest zusammen,
dann seid ihr bald befreit.
Drängt Sturmschritt vorwärts in den Streit,
wenn auch der Feind Kartäschen speit!
Dann siegt, ihr Arbeitsmänner,
das Proletariat!
Dann siegt, ihr Arbeitsmänner,
das Proletariat!
das Proletariat!
Dann siegt, ihr Arbeitsmänner,
das Proletariat!
Contributed by Riccardo Venturi - 2005/5/26 - 21:48
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 27-5-2005
Riccardo Venturi, 27-5-2005
I Lavoratori [Canto proletario; Chi, oggi, crea l'oro?]
Chi, oggi, crea l’oro?
Chi lavora metallo e pietra?
Chi tesse stoffa e seta?
Chi coltiva grano e vino?
Chi dà ai ricchi tutto il loro pane
e poi vive nel duro bisogno?
Chi patisce dalla mattina presto
fino a tardi nella notte?
Chi crea per le ricchezze altrui
comodità e lusso?
Chi, da solo, fa girar la ruota del mondo
na non ha per questo nessun diritto nello stato?
Chi è stato da sempre asservito
dal tiranno brutale?
Chi ha dovuto per lui combattere
e offrire spesso il suo sangue?
Popolo, riconosci che sei tu
che continui a essere imbrogliato!
Mettete insieme la vostra forza
e giurate sulla bandiera rossa!
Combattete arditamente per la libertà!
Guadagnatevi combattendo un pane migliore!
Accelerate la caduta dei despoti!
Create poi la pace per tutto il mondo!
Avete il potere nelle mani
solo quando siete uniti.
Quindi state sempre assieme
e sarete presto liberati.
Gettatevi nella lotta con passo d’assalto
anche quando il nemico sputa palle di cannone!
Chi, oggi, crea l’oro?
Chi lavora metallo e pietra?
Chi tesse stoffa e seta?
Chi coltiva grano e vino?
Chi dà ai ricchi tutto il loro pane
e poi vive nel duro bisogno?
Sono i lavoratori,
il proletariato!
Sono i lavoratori,
il proletariato!
il proletariato!
Sono i lavoratori,
il proletariato!
Chi patisce dalla mattina presto
fino a tardi nella notte?
Chi crea per le ricchezze altrui
comodità e lusso?
Chi, da solo, fa girar la ruota del mondo
na non ha per questo nessun diritto nello stato?
Sono i lavoratori,
il proletariato!
Sono i lavoratori,
il proletariato!
il proletariato!
Sono i lavoratori,
il proletariato!
Chi è stato da sempre asservito
dal tiranno brutale?
Chi ha dovuto per lui combattere
e offrire spesso il suo sangue?
Popolo, riconosci che sei tu
che continui a essere imbrogliato!
Svegliatevi, lavoratori!
In piedi, proletariato!
Svegliatevi, lavoratori!
In piedi, proletariato!
In piedi, proletariato!
Svegliatevi, lavoratori!
In piedi, proletariato!
Mettete insieme la vostra forza
e giurate sulla bandiera rossa!
Combattete arditamente per la libertà!
Guadagnatevi combattendo un pane migliore!
Accelerate la caduta dei despoti!
Create poi la pace per tutto il mondo!
Alla lotta, lavoratori!
In piedi, proletariato!
Alla lotta, lavoratori!
In piedi, proletariato!
In piedi, proletariato!
Alla lotta, lavoratori!
In piedi, proletariato!
Avete il potere nelle mani
solo quando siete uniti.
Quindi state sempre assieme
e sarete presto liberati.
Gettatevi nella lotta con passo d’assalto
anche quando il nemico sputa palle di cannone!
E la vittoria sarà vostra, lavoratori,
la vittoria del proletariato!
E la vittoria sarà vostra, lavoratori,
la vittoria del proletariato!
la vittoria del proletariato!
E la vittoria sarà vostra, lavoratori,
la vittoria del proletariato!
Language: Finnish
Köyhälistön laulu / Köyhälistön marssi
Versione finlandese [1899 / 1906]
Finnish version [1899 / 1906]
Version finnoise [1899 / 1906]
Suomenkielinen versio [1899 / 1906]
Performed by Reijo Frank
The earliest Finnish version of »Zu Mantua in Banden«, titled »Proletaarilaulu« (Proletarian Song), was written in 1899 and published for the first time in the 1900 edition of Työväen laulukirja (Workers' Songbook). The below version titled »Köyhälistön laulu« (Song of the Proletary) or »Köyhälistön marssi« (March of the Proletary) is from 1906. The author of the lyrics is unknown. [Juha Rämö]
Sono stato, a dire il vero, un po' incerto se inserire il Köyhälistön laulu (o marssi) finlandese anonimo del 1899 come versione del canto “proto-Hoferide” di Johann Most del 1870, oppure addirittura come canto autonomo con una propria pagina. Questa primissima (e, a quanto per ora risulta, unica) versione del canto è una vera e propria riscrittura in lingua finlandese (perdipiù con una strofa in meno: Die Arbeitsmänner ha cinque strofe, il Köyhälistön laulu/marssi soltanto quattro, che poi si saranno generalizzate in tutte le ulteriori riproposizioni tedesche e in altre lingue). Però appare altrettanto chiaro che la struttura “a domande e risposta” è la medesima, e che l'anonimo traduttore finnico del 1899 ha seguito l'originale anche nel riferimento preciso al Proletariat (il termine köyhälistö ne è la traduzione finlandese esatta, insistendo però maggiormente sulla “povertà” essendo derivato da köyhä “povero”; si potrebbe rendere anche genericament con “i poveri”. Modernamente si usa, in senso maggiormente ideologico, anche l'internazionalismo proletariaatti). In effetti, come opportunamente specificato da Juha Rämö (che è l'estensore originale di questa sezione, rimasta confinata per molto tempo nella pagina di un altro “Hoferide”, Ihr Brüder in den Städten dort), il titolo originale del 1899 presente per la prima versione pubblicata sul Työväen laulukirja era Proletaarilaulu. Sarebbe ovviamente molto interessante reperire questa prima versione, ma sospetto che si dovrebbe passare un po' di tempo in qualche biblioteca finlandese di prim'ordine. La versione qui presentata, che è poi quella generalmente presente in rete e che è stata almeno due volte incisa (da Reijo Frank con la sua bella voce tenorile, nell'album Veli, sisko del 1998 col titolo “laulu”; ma assai prima, nel 1972, dal KOM-Teatteri nello storico album di canti di lotta Kansainvälinen [“L'Internazionale”], già più volte utilizzato in questo sito), risale al 1906. Però la prima attestazione a stampa che risulta esistere proviene da un canzoniere del 1928, Työväenopiston laulukirja, pubblicato dalla Kustannusosakeyhtiö Otava, una delle più importanti e storiche case editrici di Finlandia. Un'ultima nota: in molte fonti presenti in Rete relative al testo di questo canto, vi è un'errato layout delle strofe. Qui è stato corretto. [RV]
Performed by / Interpretata da KOM-Teatteri, 1972
Versione finlandese [1899 / 1906]
Finnish version [1899 / 1906]
Version finnoise [1899 / 1906]
Suomenkielinen versio [1899 / 1906]
Performed by Reijo Frank
The earliest Finnish version of »Zu Mantua in Banden«, titled »Proletaarilaulu« (Proletarian Song), was written in 1899 and published for the first time in the 1900 edition of Työväen laulukirja (Workers' Songbook). The below version titled »Köyhälistön laulu« (Song of the Proletary) or »Köyhälistön marssi« (March of the Proletary) is from 1906. The author of the lyrics is unknown. [Juha Rämö]
Sono stato, a dire il vero, un po' incerto se inserire il Köyhälistön laulu (o marssi) finlandese anonimo del 1899 come versione del canto “proto-Hoferide” di Johann Most del 1870, oppure addirittura come canto autonomo con una propria pagina. Questa primissima (e, a quanto per ora risulta, unica) versione del canto è una vera e propria riscrittura in lingua finlandese (perdipiù con una strofa in meno: Die Arbeitsmänner ha cinque strofe, il Köyhälistön laulu/marssi soltanto quattro, che poi si saranno generalizzate in tutte le ulteriori riproposizioni tedesche e in altre lingue). Però appare altrettanto chiaro che la struttura “a domande e risposta” è la medesima, e che l'anonimo traduttore finnico del 1899 ha seguito l'originale anche nel riferimento preciso al Proletariat (il termine köyhälistö ne è la traduzione finlandese esatta, insistendo però maggiormente sulla “povertà” essendo derivato da köyhä “povero”; si potrebbe rendere anche genericament con “i poveri”. Modernamente si usa, in senso maggiormente ideologico, anche l'internazionalismo proletariaatti). In effetti, come opportunamente specificato da Juha Rämö (che è l'estensore originale di questa sezione, rimasta confinata per molto tempo nella pagina di un altro “Hoferide”, Ihr Brüder in den Städten dort), il titolo originale del 1899 presente per la prima versione pubblicata sul Työväen laulukirja era Proletaarilaulu. Sarebbe ovviamente molto interessante reperire questa prima versione, ma sospetto che si dovrebbe passare un po' di tempo in qualche biblioteca finlandese di prim'ordine. La versione qui presentata, che è poi quella generalmente presente in rete e che è stata almeno due volte incisa (da Reijo Frank con la sua bella voce tenorile, nell'album Veli, sisko del 1998 col titolo “laulu”; ma assai prima, nel 1972, dal KOM-Teatteri nello storico album di canti di lotta Kansainvälinen [“L'Internazionale”], già più volte utilizzato in questo sito), risale al 1906. Però la prima attestazione a stampa che risulta esistere proviene da un canzoniere del 1928, Työväenopiston laulukirja, pubblicato dalla Kustannusosakeyhtiö Otava, una delle più importanti e storiche case editrici di Finlandia. Un'ultima nota: in molte fonti presenti in Rete relative al testo di questo canto, vi è un'errato layout delle strofe. Qui è stato corretto. [RV]
Performed by / Interpretata da KOM-Teatteri, 1972
Köyhälistön laulu
Ken maasta hyisen hallan
loi pellot viljavat?
Ken nosti tehdasvallan
ja linnat korkeat?
Ken riemut rikkahille luo,
vaan kyynelmaljat itse juo?
Ken huomenesta varhain
ain' iltaan raataa saa?
Ken herkut laatii parhain
ja vallat vaatettaa?
Ken muille onnen porras on,
vaan itse koito, onneton?
Ken orjan kahleet kantoi
tyrannein laittamat?
Ken henkensäkin antoi,
kun vallat vaativat?
Se oli köyhä kansa tää,
mi oikeutta vaille jää.
On meidän maassa valta,
jos liitto vahva on.
Vapaaksi sorron alta
joukkomme nouskohon.
Eespäin kuin myrsky rynnätkää,
päin tykkienkin jyrinää. [*]
Ken maasta hyisen hallan
loi pellot viljavat?
Ken nosti tehdasvallan
ja linnat korkeat?
Ken riemut rikkahille luo,
vaan kyynelmaljat itse juo?
Se joukko köyhälistön,
työn raskaan raatajat.
Se joukko köyhälistön,
työn raskaan raatajat.
työn raskaan raatajat.
Se joukko köyhälistön,
työn raskaan raatajat.
Ken huomenesta varhain
ain' iltaan raataa saa?
Ken herkut laatii parhain
ja vallat vaatettaa?
Ken muille onnen porras on,
vaan itse koito, onneton?
Se joukko köyhälistön,
työn raskaan raatajat.
Se joukko köyhälistön,
työn raskaan raatajat.
työn raskaan raatajat.
Se joukko köyhälistön,
työn raskaan raatajat.
Ken orjan kahleet kantoi
tyrannein laittamat?
Ken henkensäkin antoi,
kun vallat vaativat?
Se oli köyhä kansa tää,
mi oikeutta vaille jää.
Oi, nouse köyhälistö,
työn raskaan raatajat.
Oi, nouse köyhälistö,
työn raskaan raatajat.
työn raskaan raatajat.
Oi, nouse köyhälistö,
työn raskaan raatajat.
On meidän maassa valta,
jos liitto vahva on.
Vapaaksi sorron alta
joukkomme nouskohon.
Eespäin kuin myrsky rynnätkää,
päin tykkienkin jyrinää. [*]
Niin voittaa köyhälistö,
työn raskaan raatajat.
Niin voittaa köyhälistö,
työn raskaan raatajat.
työn raskaan raatajat.
Niin voittaa köyhälistö,
työn raskaan raatajat.
[*] Var. Pois orjamieli jättäkää
Contributed by Juha Rämö (+ RV) - 2022/11/11 - 18:33
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Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Johann Most
Musica / Music / Musique / Sävel:
→ Zu Mantua in Banden (Andreas-Hofer-Lied)
[Julius Mosen, 1831 / Leopold Knebelsberger, 1844]
Lo Andreas Hofer-Lied e gli “Hoferidi”
From anti-Napoleon Tyrol to Workers' and Partisan Songs and their Versions:
The Andreas Hofer-Lied and the “Hoferides”
- Andreas Hofer-Lied (Zu Mantua in Banden), Julius Mosen 1831 / Leopold Knebelsberger 1844
- Die Arbeitsmänner, oder Proletarierlied, oder Wer schafft das Gold zutage?, Johann Most 1870
- Lied der Jugend, oder Dem Morgenrot entgegen, oder Die junge Garde, Arnold Heinrich Eildermann 1907
- Ihr Brüder in den Städten dort, Sylvester Heider 1943
Johann Most (1846-1906)
Per molti, Johann Most, nato a Augusta (Augsburg) il 5 febbraio 1846, ha rappresentato -sia per le idee e le azioni che propugnava, sia per il suo aspetto (specialmente in età matura)- il vero e proprio “prototipo dell'Anarchico”, con il tabarro, la barba lunga, il cappellaccio e la bomba in tasca. Secondo il suo biografo più accreditato, Frederic Trautmann, Johann Joseph Most era nato da una relazione adulterina tra una governante e un impiegato; sua madre morì di colera quando Johann era ancora piccolissimo. Durante l'infanzia fu letteralmente brutalizzato dalla matrigna e da un maestro di scuola, data la sua avversione nei confronti della religione fin dalla più tenera età. A scuola veniva picchiato costantemente. Noto ancora oggi per pamphlets come La peste religiosa (costantemente ristampato da ogni editore anarchico, e tradotto in moltissime lingue), per tutta la vita Johann Most fu un ateo e antireligioso militante “con lo zelo di un fanatico religioso” -scrive Trautmann-, peraltro con una conoscenza delle Sacre Scritture che superava di gran lunga quella della maggior parte dei sacerdoti.
Ancora bambino, per le condizioni di vita che doveva subire, Johann Most fu colpito dal congelamento della parte sinistra della faccia. L'infezione si sviluppò negli anni successivi, e i pessimi trattamenti medici ai quali fu sottoposto fecero via via peggiorare le sue condizioni, finché non gli fu diagnosticato un cancro alla mascella in fase terminale. Per salvarlo, un chirurgo gli asportò una parte della mascella, lasciandolo sfigurato per il resto della sua vita. All'età di dodici anni, Johann Most organizzò uno sciopero studentesco contro un insegnante particolarmente odiato; di conseguenza, fu espulso dalla scuola. L'istruzione scolastica terminò qui, e Johann Most fu costretto a andare a lavorare. All'età di tredici anni trovò lavoro come apprendista in una legatoria di libri, dove il padrone lo faceva lavorare dall'alba al tramonto: una condizione che, in seguito, Johann Most paragonò alla schiavitù. A diciassette anni, terminato l'apprendistato, divenne un legatore professionale e cominciò a lavorare di città in città (oltre cinquanta in Germania) e di paese in paese (sei in tutto, tra cui l'Italia). Nel 1868, a Vienna, fu licenziato e messo in lista nera per avere organizzato uno sciopero, rendendosi quindi non più impiegabile nel suo mestiere specifico. Imparò quindi a fabbricare scatole di legno per cappelli, sigari e fiammifero, che continuò a vendere per le strade finché la polizia non lo arrestò perché privo di licenza.
Fu proprio in quel periodo che Johann Most aderì alle idee del socialismo internazionalista; nelle idee di Karl Max e di Ferdinand Lassalle vedeva l'anelito ad una nuova società ugualitaria, divenendo così un fervido adepto della Socialdemocrazia (così il movimento marxista veniva detto all'epoca nei paesi di lingua tedesca). Most si impegnò molto come editore di giornali e periodici socialisti a Chemnitz e a Vienna, tutti regolarmente soppressi dalle autorità, e della Berliner Freie Presse (“Libera Stampa Berlinese”). Divenne quindi un ferreo propugnatore e propagandista del socialismo rivoluzionario, aderendo alle idee e alle teorie di Wilhelm Liebknecht (1826-1900), il padre di Karl Liebknecht. In un discorso del 1869, Johann Most così si espresse: ”Il socialismo non può essere realizzato nel presente stato delle cose. Il socialismo deve rovesciare lo stato delle cose presente.”
Nel 1873, Most scrisse un compendio del Capitale di Karl Marx, che giudicava di troppo difficile lettura. Su richiesta di Liebknecht, Marx e Friedrich Engels vi operarono delle correzioni per una seconda edizione pubblicata nel 1876, sebbene non ritenessero pienamente soddisfacente tale compendio. Alle elezioni federali del 1874, Johann Most si presentò come candidato per il Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Germania all'Assemblea Costituente di Chemnitz, e fu eletto deputato al Reichstag (carica che ricoprì fino al 1878). Nel frattempo era stato ripetutamente arrestato per i suoi attacchi al patriottismo, alla religione e alla morale convenzionale; ma, soprattutto, per il suo sostegno al terrorismo come forma di lotta, espresso in articoli, opuscoli ed in molte canzoni, raccolte nel Proletarier Liederbuch (“Canzoniere Proletario”). Le esperienze carcerarie di Johann Most furono invece raccontate nel suo Die Bastille a Plötzensee: Blätter aus meinem Gefängnis-Tagebuch (“La Bastiglia sul Plötzensee: Pagine dal mio diario in carcere”), pubblicato nel 1876.
Dopo tale sostegno all'azione diretta e violenta (compreso l'uso di bombe e esplosivi) come strumento per ottenere un cambiamento rivoluzionario, Most, una volta liberato nel 1878, fu esiliato dal governo tedesco. Si stabilì in un primo momento in Francia, dalla quale però fu presto espulso; alla fine del 1878 era a Londra, dove fondò il suo giornale Freiheit (“Libertà”), il cui primo numero reca la data del 4 gennaio 1879. Convinto dalla propria esperienza della completa inutilità del parlamentarismo, Most si convertì all'Anarchismo, venendo di conseguenza immediatamente espulso dal Partito Socialdemocratico (1880). Nel giugno del 1881, dalle pagine di Freiheit espresse la sua felicità per l'assassinio dello zar Alessandro II di Russia (13 marzo 1881), propugnandone l'emulazione: le autorità britanniche lo fecero arrestare senza attendere un istante. Rimase in carcere a Londra per un anno e mezzo.
Incoraggiato dalle notizie di lotte rivendicative e lavorative negli Stati Uniti, Johann Most vi emigrò definitivamente nel 1882. La sua opera di agitatore presso gli emigrati tedeschi ebbe inizio immediatamente; tra i suoi adepti vi era August Spies, uno degli anarchici tedeschi fatti arrestare e poi impiccati per l'attentato di Haymarket Square a Chicago del 4 maggio 1886 (l'episodio che, in definitiva, portò alla creazione della festa del 1° maggio). Nella scrivania di Spies, la polizia rinvenne una lettera del 1884 in cui prometteva l'invio di “medicine”, il termine in codice usato per la dinamite. A Johann Most, del resto, non faceva difetto l'estrema e non fraintendibile chiarezza: nella sua famosa opera in inglese Science of Revolutionary Warfare (1885), così si era espresso:
Most riprese la pubblicazione di Freiheit a New York. Fu incarcerato nel 1886, nel 1887 e infine (per due mesi) nel 1902, dopo aver pubblicato un editoriale in seguito all'assassinio del presidente McKinley da parte dell'anarchico Leon Czolgosz, in cui sosteneva che non era un reato uccidere un governante: ”Chiunque guardi l'America, vedrà che tutta la sua nave è governata dalla stupidità, dalla corruzione e dal pregiudizio”.
In un primo momento, Johann Most aveva aderito all'Anarchismo collettivista; si rivolse poi al comunismo anarchico, divenendo famoso per la teoria detta Propaganda dell'Attentato (“Propaganda of the Deed”). Così scrisse: ”Il sistema esistente sarà abbattuto più rapidamente e radicalmente con l'annientamento dei suoi esponenti. Quindi, dovranno essere intrapresi attentati contro i nemici del popolo”. Most non propugnava soltanto l'eliminazione dello Stato come istituzione: dovevano essere eliminati anche la proprietà privata ed il libero mercato, e questo mediante atti violenti che avrebbero ispirato le masse ed incoraggiato in esse il fervore rivoluzionario. Si tratta delle idee basilari espresse in The Science of the Revolutionary Warfare, uno dei libri più proibiti dell'Anarchismo (che pure ne conta parecchi). L'opera ha un carattere anche molto pratico, in quanto vi vengono insegnati sistemi per fabbricare bombe (per questo motivo, Johann Most fu soprannominato da allora “Dynamost”).
Con la sua oratoria fluente, Johann Most propagò tali idee presso i circoli marxisti e anarchici negli Stati Uniti, ed attrasse in particolare due personaggi di spicco nella storia dell'Anarchismo: i giovani Emma Goldman (emigrata negli USA ancora sedicenne, nel 1885) e Alexander Berkman. Johann Most, allora quarantaseienne, si era probabilmente innamorato della ventitreenne Goldman, che però formava coppia -seppur molto libera- con il coetaneo Berkman. Ispirati dalle teorie di Most, Emma Goldman e Alexander Berkman le misero in pratica: nel 1892, Berkman attentò alla vita dell'industriale, finanziere e mecenate Henry Clay Frick (Pittsburgh, 23 luglio 1892). Frick rimase seriamente ferito, ma si salvò. L'attentato avvenne nell'ambito del cosiddetto Homestead Strike dei lavoratori delle acciaierie Carnegie (il famoso “filantropo”); Frick era un importante dirigente di tali acciaierie. Lo sciopero, che si svolse tra il 1° e il 6 luglio 1892 e che vide una vera e propria battaglia armata tra i lavoratori e la polizia privata degli industriali, si risolse in una sconfitta terribile per il sindacato e in migliaia di licenziamenti. Catturato. Berkman fu incarcerato e, in seguito, condannato a 22 anni di prigione. Dalle colonne di Freiheit, Johann Most si rivelò assai critico nei confronti dell'attentato: sostenne infatti che l'atto della Goldman e di Berkman aveva destato simpatia nei confronti di Frick, e che quindi era stato controproducente. Secondo Alice Wexler, biografa di Emma Goldman, nelle critiche di Most si avvertiva anche una certa qual gelosia nei confronti di Berkman. Emma Goldman ne rimase assai contrariata; talmente tanto, che chiese a Johann Most precise spiegazioni delle sue insinuazioni. Poiché quest'ultimo si rifiutò, la Goldman irruppe in una sala dove Most stava tenendo una conferenza, e gli chiese di nuovo spiegazioni. Al suo ennesimo rifiuto, la Goldman tirò fuori un frustino da cavallo, colpì ripetutamente Most in faccia, poi spezzò il frustino contro il ginocchio e ne gettò i pezzi addosso a Most. Emma Goldman si pentì poi di quell'atto, confidando a un amico: ”Non si ragiona molto quando si ha ventitré anni”.
Dopo anni di invecchiamento e di progressiva scomparsa dell'Anarchismo -tedesco e di altri paesi- dagli Stati Uniti (scomparsa dovuta alla feroce repressione operata dalle autorità USA), Johann Most continuava comunque la sua attività, tenendo conferenze e organizzando attività e rappresentazioni teatrali. Tra le sue maggiori iniziative, ci fu quella della prima grande campagna di disaffiliazione dalle chiese mai organizzata negli USA. Nel marzo del 1906 si trovava a Cincinnati, in Ohio, per tenere un discorso, quando si sentì male all'improvviso; gli fu diagnosticato un attacco letale di erisipela. Johann Most morì pochi giorni dopo, il 17 marzo 1906.
La canzone
La canzone è, con tutta probabilità, la più famosa scritta da un Johann Most ancora giovane e non ancora convertito alle teorie anarchiche. Scritta attorno al 1870, fa parte del Proletarier Liederbuch scritto interamente da Most. Poiché Johann Most non conosceva la musica, tutte le sue canzoni sono adattate a melodie già esistenti e generalmente note: quella di Die Arbeitsmänner utilizza il notissimo canto tirolese detto Andreas-Hofer-Lied (o Zu Mantua in Banden), scritto da Julius Mosen nel 1831 e musicato da Leopold Knebelsberger nel 1844, che in seguito (1907) sarà utilizzato anche da Arnold Heinrich Eildermann per il famoso canto Dem Morgenrot entgegen e, come si vedrà meglio nelle relative pagine, anche per diversi altri canti (dal 1948, lo Andreas-Hofer-Lied è anche inno ufficiale del Tirolo austriaco). L'uso della melodia scritta da Leopold Knebelsberger per lo Andreas-Hofer-Lied sembra però essere stato inaugurato, per un canto operaio e proletario, proprio da Johann Most (non bisogna scordare che la sua canzone è soltanto di circa 25 anni posteriore alla melodia di Knebelsberger). Si tratta di un testo tipicamente strutturato sulle “domande operaie”; nel caso specifico, vi è contenuta anche la risposta (da ciò si vede come Bertolt Brecht, per la sua celeberrima Fragen eines lesenden Arbeiters, utilizzò modelli già esistenti nella tradizione tedesca).
Nel titolo della canzone, “lavoratori” sono considerati soltanto gli uomini. La lingua tedesca non lascia qui adito a dubbi: Arbeitsmänner possono essere soltanto uomini (da notare che, il termine, suona comunque assai antiquato adesso in tedesco, dove si è generalizzato l'uso di Arbeiter e del femminile Arbeiterin). Ma siamo comunque centoventi anni fa, e la cosa non deve ovviamente stupire, neppure nel ribelle e solforoso Johann Most. Forse anche per questo motivo, però, per il titolo si utilizza molto spesso il primo verso, Wer schafft das Gold zutage? [RV]