Barzh e parrez Sant Serve
War vordig Mene Bre
'Z'eus ur c'habiten yaouank o sevel un arme
Me 'm'eus ur mab, Silvestrig, zo o vonet ivez
"Roit din va mab Silvestrig, n'am eus mab nemetañ
Me 'bako deoc'h, kabiten, an arc'hant deut gantañ
- Ne dalv ket ; graet ar marc'had, diwezhat eo bremañ ;
N'eus soudard all en arme a blij din eveltañ
- Na te, labousig bihan, war-bouez da zivaskell
A nije dreist ar broioù da gaout va mabig pell ?
A c'houlennfe digantañ keleier ar brezel
Mard eo yac'h hag e buhez, dont da di e gavell..."
Pa oa an tad glac'haret oc'h ober e gañvoù
E oa e vab Silvestrig 'toull an nor o selaou
- O tizreiñ eus an arme emaon war ho treuzoù
Na ouelit ket, o va zad, ha sec'hit ho taeloù !"
War vordig Mene Bre
'Z'eus ur c'habiten yaouank o sevel un arme
Me 'm'eus ur mab, Silvestrig, zo o vonet ivez
"Roit din va mab Silvestrig, n'am eus mab nemetañ
Me 'bako deoc'h, kabiten, an arc'hant deut gantañ
- Ne dalv ket ; graet ar marc'had, diwezhat eo bremañ ;
N'eus soudard all en arme a blij din eveltañ
- Na te, labousig bihan, war-bouez da zivaskell
A nije dreist ar broioù da gaout va mabig pell ?
A c'houlennfe digantañ keleier ar brezel
Mard eo yac'h hag e buhez, dont da di e gavell..."
Pa oa an tad glac'haret oc'h ober e gañvoù
E oa e vab Silvestrig 'toull an nor o selaou
- O tizreiñ eus an arme emaon war ho treuzoù
Na ouelit ket, o va zad, ha sec'hit ho taeloù !"
Contributed by Riccardo Venturi - 2005/5/19 - 17:17
Language: Italian
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
13 gennaio 2016
13 gennaio 2016
SILVESTRIG
Nella parrocchia di St. Servais
Alle pendici dei Monti d'Arrée
C'era un giovane capitano che raccoglieva un'armata,
Io ho un figlio, Silvestrig, che pure ci sta andando
"Datemi mio figlio Silvestrig, non ho altro figlio che lui,
Vi renderò, capitano, il denaro che ho avuto per lui."
"E' inutile; l'affare è fatto, e oramai è tardi;
Non c'è altro soldato nell'armata che mi piaccia come lui."
"Allora tu, uccelletto, a forza delle tue ali,
Vuoi volare sopra le terre per trovare mio figlio lontano?
Io vorrei da lui notizie della guerra,
Se è in buona salute e vivo, torna qua alla sua culla..."
Mentre il padre era afflitto e in lutto,
Suo figlio Silvestrig stava ascoltando sulla soglia della porta:
"Ritorno ora da''armata sulle strade di casa [1],
Non piangete, padre mio, e asciugatevi le lacrime!"
Nella parrocchia di St. Servais
Alle pendici dei Monti d'Arrée
C'era un giovane capitano che raccoglieva un'armata,
Io ho un figlio, Silvestrig, che pure ci sta andando
"Datemi mio figlio Silvestrig, non ho altro figlio che lui,
Vi renderò, capitano, il denaro che ho avuto per lui."
"E' inutile; l'affare è fatto, e oramai è tardi;
Non c'è altro soldato nell'armata che mi piaccia come lui."
"Allora tu, uccelletto, a forza delle tue ali,
Vuoi volare sopra le terre per trovare mio figlio lontano?
Io vorrei da lui notizie della guerra,
Se è in buona salute e vivo, torna qua alla sua culla..."
Mentre il padre era afflitto e in lutto,
Suo figlio Silvestrig stava ascoltando sulla soglia della porta:
"Ritorno ora da''armata sulle strade di casa [1],
Non piangete, padre mio, e asciugatevi le lacrime!"
[1] lett. "Sui vostri cammini, sulle ciò che si attraversa per tornare a casa" [treuz]
Language: Breton
La versione interpretata da Alan Stivell
(Nell'album Reflets, 1970)
Nota. E' sostanzialmente identica alla precedente, con qualche differenza testuale nella prima strofa (cambia, ad esempio, il nome della parrocchia di provenienza; ma praticamente tutte le parrocchie bretoni si sono attribuite Silvestrig, con un procedimento tipico di localizzazione). E' però assente l' "happy end"; al posto della strofa finale col ritorno a casa di Silvestrig, viene ripetuta la prima strofa. [RV]
(Nell'album Reflets, 1970)
Nota. E' sostanzialmente identica alla precedente, con qualche differenza testuale nella prima strofa (cambia, ad esempio, il nome della parrocchia di provenienza; ma praticamente tutte le parrocchie bretoni si sono attribuite Silvestrig, con un procedimento tipico di localizzazione). E' però assente l' "happy end"; al posto della strofa finale col ritorno a casa di Silvestrig, viene ripetuta la prima strofa. [RV]
SILVESTRIG
Etre chapel Sant-Efflam ha tosenn Menez-Bre
'Zo ur c'habitenn yaouank o sevel un arme;
Da glask soudarded yaouank pep lec'h dre ar c'hoñtre;
Me 'm euz ur mab Silvestrik a lavar mont ivez.
"Roit din va mab Silvestrig, n'am eus mab nemetañ
Me 'bako deoc'h, kabiten, an arc'hant deut gantañ -
Ne dalv ket ; graet ar marc'had, diwezhat eo bremañ ;
N'eus soudard all en arme a blij din eveltañ.
Na te, labousig bihan, war-bouez da zivaskell
A nije dreist ar broioù da gaout va mabig pell ?
A c'houlennfe digantañ keleier ar brezel
Mard eo yac'h hag e buhez, dont da di e gavell.
Etre chapel Sant-Efflam ha tosenn Menez-Bre
'Zo ur c'habitenn yaouank o sevel un arme;
Da glask soudarded yaouank pep lec'h dre ar c'hoñtre;
Me 'm euz ur mab Silvestrik a lavar mont ivez.
Etre chapel Sant-Efflam ha tosenn Menez-Bre
'Zo ur c'habitenn yaouank o sevel un arme;
Da glask soudarded yaouank pep lec'h dre ar c'hoñtre;
Me 'm euz ur mab Silvestrik a lavar mont ivez.
"Roit din va mab Silvestrig, n'am eus mab nemetañ
Me 'bako deoc'h, kabiten, an arc'hant deut gantañ -
Ne dalv ket ; graet ar marc'had, diwezhat eo bremañ ;
N'eus soudard all en arme a blij din eveltañ.
Na te, labousig bihan, war-bouez da zivaskell
A nije dreist ar broioù da gaout va mabig pell ?
A c'houlennfe digantañ keleier ar brezel
Mard eo yac'h hag e buhez, dont da di e gavell.
Etre chapel Sant-Efflam ha tosenn Menez-Bre
'Zo ur c'habitenn yaouank o sevel un arme;
Da glask soudarded yaouank pep lec'h dre ar c'hoñtre;
Me 'm euz ur mab Silvestrik a lavar mont ivez.
Contributed by Richard Gwenndour - 2016/1/13 - 17:32
Language: Italian
SILVESTRIG
Tra la cappella di Sant'Efflam e la cima dei monti d'Arrée
un giovane capitano stava raccogliendo un'armata;
cercava giovani soldati in ogni parte della contrada,
Io ho un figlio, Silvestrig, che dice ci andrà anche lui.
"Datemi mio figlio Silvestrig, non ho altro figlio che lui,
Vi renderò, capitano, il denaro che ho avuto per lui."
"E' inutile; l'affare è fatto, e oramai è tardi;
Non c'è altro soldato nell'armata che mi piaccia come lui."
"Allora tu, uccelletto, a forza delle tue ali,
Vuoi volare sopra le terre per trovare mio figlio lontano?
Io vorrei da lui notizie della guerra,
Se è in buona salute e vivo, torna qua alla sua culla."
Tra la cappella di Sant'Efflam e la cima dei monti d'Arrée
un giovane capitano stava raccogliendo un'armata;
cercava giovani soldati in ogni parte della contrada,
Io ho un figlio, Silvestrig, che dice ci andrà anche lui.
Tra la cappella di Sant'Efflam e la cima dei monti d'Arrée
un giovane capitano stava raccogliendo un'armata;
cercava giovani soldati in ogni parte della contrada,
Io ho un figlio, Silvestrig, che dice ci andrà anche lui.
"Datemi mio figlio Silvestrig, non ho altro figlio che lui,
Vi renderò, capitano, il denaro che ho avuto per lui."
"E' inutile; l'affare è fatto, e oramai è tardi;
Non c'è altro soldato nell'armata che mi piaccia come lui."
"Allora tu, uccelletto, a forza delle tue ali,
Vuoi volare sopra le terre per trovare mio figlio lontano?
Io vorrei da lui notizie della guerra,
Se è in buona salute e vivo, torna qua alla sua culla."
Tra la cappella di Sant'Efflam e la cima dei monti d'Arrée
un giovane capitano stava raccogliendo un'armata;
cercava giovani soldati in ogni parte della contrada,
Io ho un figlio, Silvestrig, che dice ci andrà anche lui.
Language: French
"Sylvestre", la versione tradizionale in lingua francese.
SYLVESTRE
À Saint-Michel-en-Grève mon fils est engagé,
Je fus au capitaine pour le lui demander.
"Mon vieux c'est impossible, c'est mon meilleur soldat,
Il a touché la somme je ne me rendrais pas."
Oiseaux de ma muraille, va-t-en vers mon enfant
Savoir s'il est en vie si il est au régiment.
"Bonjour, petit Sylvestre!" "Bonjour, petit oiseau!
Va dire à mon vieux père que je reviens bientôt."
Le vieux bonhomme pleure là-bas dans son grand lit,
Au loin les filles chantent la chanson de son fils.
Le soldat sur la porte l'écoute avec amour,
"Ne pleure plus mon père, Sylvestre est de retour."
À Saint-Michel-en-Grève mon fils est engagé,
Je fus au capitaine pour le lui demander.
"Mon vieux c'est impossible, c'est mon meilleur soldat,
Il a touché la somme je ne me rendrais pas."
Oiseaux de ma muraille, va-t-en vers mon enfant
Savoir s'il est en vie si il est au régiment.
"Bonjour, petit Sylvestre!" "Bonjour, petit oiseau!
Va dire à mon vieux père que je reviens bientôt."
Le vieux bonhomme pleure là-bas dans son grand lit,
Au loin les filles chantent la chanson de son fils.
Le soldat sur la porte l'écoute avec amour,
"Ne pleure plus mon père, Sylvestre est de retour."
Contributed by Richard Gwenndour - 2016/1/13 - 18:39
Language: Italian
Traducanzone in italiano di Andrea Buriani
Nel "traducantare" Silvestrig, Andrea Buriani si è servito della versione eseguita dalla "nostra" Véronique Chalot, che è presente nello storico album "Canti di Bretagna e di Provenza" allegato alla defunta rivista "Avvenimenti" nel 1995: la versione interpretata da Véronique con la sua voce impareggiabile è quella classica in lingua francese. Nel video qui presente, Andrea Buriani canta in italiano la sua "traducanzone" sovrapponendosi a Véronique Chalot: incidentalmente, si tratta anche dell'unica attestazione in rete presente del "Sylvestrik" di Véronique Chalot. Andrea Buriani ha preso però un piccolo abbaglio per il suo video: presenta infatti "Sylvestrik" come una "ballata provenzale di anonimo", sicuramente fuorviato dal "mix" di canti tradizionali bretoni e occitani che Véronique propose in quel suo album tanto famoso quanto oramai introvabile. Come dire: Silvestrig è stato spedito dalle tempeste bretoni al sole di Provenza. In fondo, forse non gli avrà fatto nemmeno dispiacere.... [RV]
SILVESTRO SOLDA’
A Saint-Michel en Grève il figlio si arruolò;
ìl padre al Capitano andò e l’implorò.
Mio Dio non è possibile, é il mio miglior soldà;
non posso rinunciarvi, e poi l’ho già pagà.
Usignol che stai sul muro ti prego vai da lui,
vorrei sapere se è vivo, se è al Reggimento, vuoi?
Buondì, soldà Silvestro. Buondì anche a te usignol,
ritorna e dì a mio padre che non sarà più sol.
Il vecchio padre piange, è cieco ed ammalà;
un usignolo canta Il canto del soldà.
Sull’ uscio c’è chi ascolta, è l’ombra di un soldà;
non pianger, padre mio, Silvestro è ritornà.
A Saint-Michel en Grève il figlio si arruolò;
ìl padre al Capitano andò e l’implorò.
Mio Dio non è possibile, é il mio miglior soldà;
non posso rinunciarvi, e poi l’ho già pagà.
Usignol che stai sul muro ti prego vai da lui,
vorrei sapere se è vivo, se è al Reggimento, vuoi?
Buondì, soldà Silvestro. Buondì anche a te usignol,
ritorna e dì a mio padre che non sarà più sol.
Il vecchio padre piange, è cieco ed ammalà;
un usignolo canta Il canto del soldà.
Sull’ uscio c’è chi ascolta, è l’ombra di un soldà;
non pianger, padre mio, Silvestro è ritornà.
Contributed by DoNQuijote82 - 2015/11/16 - 12:32
Language: Breton
Laa versione più lunga della canzone, ripresa da "Trente chansons populaires de Basse-Bretagne", recueil de Bourgault- Ducoudray (1885)
Come si può vedere, le versioni più lunghe e meno stilizzate di Silvestrig sono una specie di "anello di congiuzione" tra la più antica An distro euz a Vro-Zaoz [Silvestik] e le versioni più brevi e più moderne. In questo modo è quindi possibile seguire l'evoluzione della canzone attraverso le epoche. [RV]
SILVESTRIG
I.
Etre Iliz sant Lorenz ha Chapel sant Hervé
Zo un den jentil yaouank o sevel e arme
Zo un den jentil yaouank o sevel e arme
Me 'm'eus ur mab, Silvestrig, hag e lar mont ivez
Me 'm eus ur mab, Silvestrig, ha n'am eus nemetañ
N'eus soudard 'barzh ar vandenn a garer eveltañ
Ma am bo ar vadelezh da vonet d'hen goulenn
Gant kalz a dud a-feson digant e gabiten
Ar c'habiten, p'hen klevas, da selaou zo chomet :
"Ganeoc'h, denig ansien, me a zo saouezet !
Fellout deoc'h tromplañ 'r roue, ha koaut e soudarded ?
Touchet en deus an arc'hant, d'an arme 'rank monet
Pa rofec'h din pemp kant skoed, n'ho po ket anezhañ
Na eus soudard er vandenn a blij din eveltañ"
"Adieu eta, Silvestrig, er giz ur mab prodik !
Ma vijec'h chomet er gêr, ni 'vije pinvidik !"
Me 'm eus un evnig bihan, e-kichen toull ma dor
En un toullig ar voger, me gred emañ en gor
"Na te, ma evnig bihan, te az peus div askell,
A nijfe dreist ar mor bras, o ya ! dreist ar mor pell
A nijfe evidon-me betek enn an arme
Da c'houzout hag emañ Silvestrig en buhez ?"
II.
"Demat deoc'h-c'hwi, Silvestrig, demat deoc'h a laran
- Ha dit ivez, evnig bihan, pa'z out deut be' amañ
- Me zo degaset amañ gant ho tad dezolet
Hag a lavar, Silvestrig, ez eo c'hwi zo kiriek
- Diskennet, evnig bihan, diskennet war h' taoudroad
Ma skrivin deoc'h ul lizher da gas d'ar gêr d'am zad
Ma skrivin deoc'h ul lizher da gas da'r gêr dezhañ
'Barzh daou vloaz a hiziv e vin arru gantañ"
Pa oan-me 'barzh ma gwele, ma gwele kousket mat,
Me 'gleve merc'hed Roudour o kanañ son ma mab
Pa oa an tad dezolet oc'h ober e gañvoù
A oa e vab Silvestrig 'n toull an nor o selaou
"Na seset, tad dezolet, seset-c'hwi da ouelañ
Sellet ho mab Silvestrig a zo erru amañ !"
I.
Etre Iliz sant Lorenz ha Chapel sant Hervé
Zo un den jentil yaouank o sevel e arme
Zo un den jentil yaouank o sevel e arme
Me 'm'eus ur mab, Silvestrig, hag e lar mont ivez
Me 'm eus ur mab, Silvestrig, ha n'am eus nemetañ
N'eus soudard 'barzh ar vandenn a garer eveltañ
Ma am bo ar vadelezh da vonet d'hen goulenn
Gant kalz a dud a-feson digant e gabiten
Ar c'habiten, p'hen klevas, da selaou zo chomet :
"Ganeoc'h, denig ansien, me a zo saouezet !
Fellout deoc'h tromplañ 'r roue, ha koaut e soudarded ?
Touchet en deus an arc'hant, d'an arme 'rank monet
Pa rofec'h din pemp kant skoed, n'ho po ket anezhañ
Na eus soudard er vandenn a blij din eveltañ"
"Adieu eta, Silvestrig, er giz ur mab prodik !
Ma vijec'h chomet er gêr, ni 'vije pinvidik !"
Me 'm eus un evnig bihan, e-kichen toull ma dor
En un toullig ar voger, me gred emañ en gor
"Na te, ma evnig bihan, te az peus div askell,
A nijfe dreist ar mor bras, o ya ! dreist ar mor pell
A nijfe evidon-me betek enn an arme
Da c'houzout hag emañ Silvestrig en buhez ?"
II.
"Demat deoc'h-c'hwi, Silvestrig, demat deoc'h a laran
- Ha dit ivez, evnig bihan, pa'z out deut be' amañ
- Me zo degaset amañ gant ho tad dezolet
Hag a lavar, Silvestrig, ez eo c'hwi zo kiriek
- Diskennet, evnig bihan, diskennet war h' taoudroad
Ma skrivin deoc'h ul lizher da gas d'ar gêr d'am zad
Ma skrivin deoc'h ul lizher da gas da'r gêr dezhañ
'Barzh daou vloaz a hiziv e vin arru gantañ"
Pa oan-me 'barzh ma gwele, ma gwele kousket mat,
Me 'gleve merc'hed Roudour o kanañ son ma mab
Pa oa an tad dezolet oc'h ober e gañvoù
A oa e vab Silvestrig 'n toull an nor o selaou
"Na seset, tad dezolet, seset-c'hwi da ouelañ
Sellet ho mab Silvestrig a zo erru amañ !"
Contributed by Riccardo Venturi - 2005/5/19 - 17:23
Language: Italian
Traduzione italiana integrale di Riccardo Venturi
13/14 gennaio 2016
13/14 gennaio 2016
SILVESTRIG
I.
Tra la chiesa di San Lorenzo e la cappella di Sant'Hervé
un giovane gentiluomo sta raccogliendo un'armata
Un giovane gentiluomo sta raccogliendo un'armata;
Io ho un figlio, Silvestrig, e dice che ci andrà anche lui.
Io ho un figlio, Silvestrig, e non ne ho altri che lui,
Non c'è soldato nella banda cui voglia bene come a lui.
Se potrò avere la cortesia di andare a richiederglielo,
Andrò da molte nobili persone tra cui il capitano.
Il capitano, quando lo udì, è restato ad ascoltare:
"Vecchio, di voi son proprio stupefatto!
Volete ingannare il re e avere i suoi soldati?
Lui ha avuto il suo denaro, deve andare nell'armata.
Anche se mi deste cinquecento scudi, no, non lo avrete,
Non c'è soldato nella banda cui io voglia bene come a lui."
"Allora addio, Silvestrig, ritornate da figlio prode!
Se tornerete a casa, saremo ricchi !"
Ho un piccolo uccelletto in un buco alla mia porta,
In un buchetto nel muro, credo stia covando.
"Ma tu, mio uccelletto, tu hai due ali,
Voleresti sul grande mare, sì! Sul grande mare,
Voleresti per me fino all'armata
Per sapere se Silvestrig è ancora vivo?"
II.
"Buongiorno a voi, Silvestrig, vi do il buongiorno
- Anche a te, uccelletto, perché sei venuto qui?
- Mi manda qui tuo padre desolato
E dice, Silvestrig, la colpa è vostra
- Scendete, uccelletto, scendete sulle vostre due zampe,
Vi scriverò una lettera da portare a mio padre a casa
Vi scriverò una lettera da portargli a casa
Di qui a due anni da oggi sarò tornato da lui."
Quand'ero nel mio letto, nel mio letto a dormir bene,
Sentivo le ragazze di Roudour cantare la canzone di mio figlio
Quando il padre desolato se ne stava in lutto
Suo figlio Silvestrig era sulla soglia della porta a ascoltare
"Cessate, padre desolato, cessate di piangere,
Guardate vostro figlio Silvestrig che è arrivato qua!"
I.
Tra la chiesa di San Lorenzo e la cappella di Sant'Hervé
un giovane gentiluomo sta raccogliendo un'armata
Un giovane gentiluomo sta raccogliendo un'armata;
Io ho un figlio, Silvestrig, e dice che ci andrà anche lui.
Io ho un figlio, Silvestrig, e non ne ho altri che lui,
Non c'è soldato nella banda cui voglia bene come a lui.
Se potrò avere la cortesia di andare a richiederglielo,
Andrò da molte nobili persone tra cui il capitano.
Il capitano, quando lo udì, è restato ad ascoltare:
"Vecchio, di voi son proprio stupefatto!
Volete ingannare il re e avere i suoi soldati?
Lui ha avuto il suo denaro, deve andare nell'armata.
Anche se mi deste cinquecento scudi, no, non lo avrete,
Non c'è soldato nella banda cui io voglia bene come a lui."
"Allora addio, Silvestrig, ritornate da figlio prode!
Se tornerete a casa, saremo ricchi !"
Ho un piccolo uccelletto in un buco alla mia porta,
In un buchetto nel muro, credo stia covando.
"Ma tu, mio uccelletto, tu hai due ali,
Voleresti sul grande mare, sì! Sul grande mare,
Voleresti per me fino all'armata
Per sapere se Silvestrig è ancora vivo?"
II.
"Buongiorno a voi, Silvestrig, vi do il buongiorno
- Anche a te, uccelletto, perché sei venuto qui?
- Mi manda qui tuo padre desolato
E dice, Silvestrig, la colpa è vostra
- Scendete, uccelletto, scendete sulle vostre due zampe,
Vi scriverò una lettera da portare a mio padre a casa
Vi scriverò una lettera da portargli a casa
Di qui a due anni da oggi sarò tornato da lui."
Quand'ero nel mio letto, nel mio letto a dormir bene,
Sentivo le ragazze di Roudour cantare la canzone di mio figlio
Quando il padre desolato se ne stava in lutto
Suo figlio Silvestrig era sulla soglia della porta a ascoltare
"Cessate, padre desolato, cessate di piangere,
Guardate vostro figlio Silvestrig che è arrivato qua!"
Language: Breton
Ancora una delle tante versioni di “Silvestrig”, o “An distro euz a Vro-Zaoz” (Le retour d'Angleterre)”, ripresa da Son A Ton – Chansons traditionelles bretonnes, come tratta dal primo volume della raccolta “Gwerziou Breiz-Izel = Chants populaires de la Basse-Bretagne” (1868) compilata dal poeta e folklorista bretone Fañch an Uhel (François-Marie Luzel, 1821-1895). La musica di questa versione fu arrangiata da Maurice Duhamel (1884-1940), musicista e uomo politico bretone.
La propongo perché – disponendo della traduzione francese – ho potuto intendere che nel finale il figlio che “bet 'n euz ann hardieges da vont a-rok he benn”, che ha fatto il colpo di testa di arruolarsi per la guerra (non è certo qui quella dell’XI sec. per la conquista dell’Inghilterra, visto che allora non c’erano ancora le “pistolets”, le armi da fuoco… Forse la versione si riferisce alla guerra dei Sette Anni di metà 700…), torna qual “figliol prodigo” e chiede perdono al padre di avergli causato tanto dolore e gli consegna le armi e la pipe (che non so se sia da intendersi come pipa da tabacco o come strumento musicale…)
La propongo perché – disponendo della traduzione francese – ho potuto intendere che nel finale il figlio che “bet 'n euz ann hardieges da vont a-rok he benn”, che ha fatto il colpo di testa di arruolarsi per la guerra (non è certo qui quella dell’XI sec. per la conquista dell’Inghilterra, visto che allora non c’erano ancora le “pistolets”, le armi da fuoco… Forse la versione si riferisce alla guerra dei Sette Anni di metà 700…), torna qual “figliol prodigo” e chiede perdono al padre di avergli causato tanto dolore e gli consegna le armi e la pipe (che non so se sia da intendersi come pipa da tabacco o come strumento musicale…)
I
Me 'm euz ur mab Silvestrik, ha n'am euz nemet-han,
Hag 'n euz bet hardison da zont d'am glac'haran ;
Bet 'n euz ann hardieges da vont a-rok he benn,
Ema zoudart en arme, dirag he gabitenn.
Me 'm euz bet ar vadeles da vonet d'hen goulenn,
Dirag kalz tud-a-feson, digant he gabitenn.
Ar c'habitenn, p'am gwelaz, a chommaz saouezet :
- Ganac'h-c'hui, den ansienn, me a zo saouezet !
Lemel digant ar roue 'sonjoc'h he zoudarded ?
Touchet hen euz paeamant, ambarkin a zo red. -
- Lavaret d'in, kabitenn, pegement eo koustet,
Ha m'am euz arc'hant 'walc'h, a vezo rambourset. -
- Hag ho pe pemp kant skoed, n'ho pe ket ann-ez-han,
Rag n'euz soudart er vandenn a blij d'in evel-t-han. -
II
Pa oann-me en Roz-Julou em gwele kousket-mad,
Me 'glewe merc'hed 'r Roudour o kana zon ma mab.
Ha me 'treï euz ar voger, hag o komanz goela :
Aotro Doue, Silvestrik pe-lec'h out-te brema ?
Marteze te 'zo maro pemp kant lew diouz-in
Taolet da eskernigou d'ar pesked da zibri !
Taolet da eskernigou da zibri d'ar pesked,
Ma vijent ganin brema, me 'm boa ho briated !
Me 'm euz un evnik bihan du-man, en toul ma dor,
Bars-e-kreiz tre daou vean, en un toul ar vogor;
Bars-e-kreiz tre daou vean, en un toul ar vogor,
Tromplet eo ma speret, mar n'ema ket en gor.
Mar deu d'am evn da zevel, da ober bloaves-mad,
Me a lako ma evnik d' vont da welet ma mab.
- Oh ! ia, skrivet ho lizer, denik-koz, pa garfet,
Me a zo prest d'hen dougenn raktal en ho reket. -
Pa oa skrivet al lizer, laket d'ann evn 'n he vek,
Etrezeg Metz-sant-Lauranz gant-han 'z eo partiet...
- Arretet-c'hui, Silvestrik, lennet al lizer-ma,
A zo digasset d'ac'h-c'hui gant ho tad 'zo duma. -
- Diskennet, evnik bihan da vordik ann ablestr, (3)
Ma skrivinn d'ac'h ul lizer da gass d'am zad d'ar ger;
Ma skrivinn d'ac'h ul lizer ewit laret d'ez-han
Barz pemzek dez a hidu me em gavo gant-han..... -
III
- Bonjour d'ac'h, evnik bihan, brema pa 'z oc'h c'hui bet;
Hah hen 'zo iac'h Silvestrik, mar ho euz-han gwelet? -
- Ia, iac'h ez eo Silvestrik, komzet am euz gant-han,
Bars pemzek dez a hidu, en em gavo aman..... -
Pa oa ann tad glac'haret ho ober he ganvou,
Ez oa he vab Silvestrik 'n toul ann or o selaou :
- Tawet, tawet, eme-z-han, tad a volonte-vad,
Na skuillet ken a zaelou, setu aman ho mab;
Na skuillet ken a zaelou, setu aman ho mab,
O tizreï euz ann arme, ma fardonet, ma zad :
Dalit c'hui ma c'horn-butun ha ma ziou bistolenn,
Ar re-ze a roann d'ac'h ewit ho pinijenn ;
Ewit ma c'hallfet laret ho po maget ur mab
Ewit ho glac'hari : ma fardonet, ma zad. –
Me 'm euz ur mab Silvestrik, ha n'am euz nemet-han,
Hag 'n euz bet hardison da zont d'am glac'haran ;
Bet 'n euz ann hardieges da vont a-rok he benn,
Ema zoudart en arme, dirag he gabitenn.
Me 'm euz bet ar vadeles da vonet d'hen goulenn,
Dirag kalz tud-a-feson, digant he gabitenn.
Ar c'habitenn, p'am gwelaz, a chommaz saouezet :
- Ganac'h-c'hui, den ansienn, me a zo saouezet !
Lemel digant ar roue 'sonjoc'h he zoudarded ?
Touchet hen euz paeamant, ambarkin a zo red. -
- Lavaret d'in, kabitenn, pegement eo koustet,
Ha m'am euz arc'hant 'walc'h, a vezo rambourset. -
- Hag ho pe pemp kant skoed, n'ho pe ket ann-ez-han,
Rag n'euz soudart er vandenn a blij d'in evel-t-han. -
II
Pa oann-me en Roz-Julou em gwele kousket-mad,
Me 'glewe merc'hed 'r Roudour o kana zon ma mab.
Ha me 'treï euz ar voger, hag o komanz goela :
Aotro Doue, Silvestrik pe-lec'h out-te brema ?
Marteze te 'zo maro pemp kant lew diouz-in
Taolet da eskernigou d'ar pesked da zibri !
Taolet da eskernigou da zibri d'ar pesked,
Ma vijent ganin brema, me 'm boa ho briated !
Me 'm euz un evnik bihan du-man, en toul ma dor,
Bars-e-kreiz tre daou vean, en un toul ar vogor;
Bars-e-kreiz tre daou vean, en un toul ar vogor,
Tromplet eo ma speret, mar n'ema ket en gor.
Mar deu d'am evn da zevel, da ober bloaves-mad,
Me a lako ma evnik d' vont da welet ma mab.
- Oh ! ia, skrivet ho lizer, denik-koz, pa garfet,
Me a zo prest d'hen dougenn raktal en ho reket. -
Pa oa skrivet al lizer, laket d'ann evn 'n he vek,
Etrezeg Metz-sant-Lauranz gant-han 'z eo partiet...
- Arretet-c'hui, Silvestrik, lennet al lizer-ma,
A zo digasset d'ac'h-c'hui gant ho tad 'zo duma. -
- Diskennet, evnik bihan da vordik ann ablestr, (3)
Ma skrivinn d'ac'h ul lizer da gass d'am zad d'ar ger;
Ma skrivinn d'ac'h ul lizer ewit laret d'ez-han
Barz pemzek dez a hidu me em gavo gant-han..... -
III
- Bonjour d'ac'h, evnik bihan, brema pa 'z oc'h c'hui bet;
Hah hen 'zo iac'h Silvestrik, mar ho euz-han gwelet? -
- Ia, iac'h ez eo Silvestrik, komzet am euz gant-han,
Bars pemzek dez a hidu, en em gavo aman..... -
Pa oa ann tad glac'haret ho ober he ganvou,
Ez oa he vab Silvestrik 'n toul ann or o selaou :
- Tawet, tawet, eme-z-han, tad a volonte-vad,
Na skuillet ken a zaelou, setu aman ho mab;
Na skuillet ken a zaelou, setu aman ho mab,
O tizreï euz ann arme, ma fardonet, ma zad :
Dalit c'hui ma c'horn-butun ha ma ziou bistolenn,
Ar re-ze a roann d'ac'h ewit ho pinijenn ;
Ewit ma c'hallfet laret ho po maget ur mab
Ewit ho glac'hari : ma fardonet, ma zad. –
Note dal sito “Son A Ton” citato nell’introduzione
(1) Faire un coup de tête.
(2) Sa prime
(3) La chanteuse prononçait ablest, mot inintelligible; elle devait peut-être dire ma lestr, mon navire. Peut-être aussi le mot ablestr désigne-t-il quelque partie d'un navire, puisque, comme nous l'avons vu au vers 10, Sylvestrik était marin, quoique son père lui envoyât son petit oiseau à Metz en Lorraine.
Contributed by Bernart Bartleby - 2015/11/5 - 11:14
Language: French
Traduzione francese dal sito “Son A Ton” citato
SILVESTRIG
I
J'ai un fils Sylvestre, et je n'ai que lui,
Et il a eu la hardiesse de venir m'affliger;
Il a eu la hardiesse d'aller au-devant de sa tête, (1)
Il est soldat dans l'armée, devant son capitaine.
J'ai eu la bonté d'aller le demander,
Devant beaucoup de gens honorables, à son capitaine.
Le capitaine, quand il me vit, resta étonné;
- Par vous, vieillard (dit-il), je suis étonné :
Vous pensez enlever au roi ses soldats?
Il a touché son payement, (2) il faut qu'il s'embarque. -
- Dites-moi, capitaine, combien il a coûté,
Et si j'ai assez d'argent, il sera remboursé. -
- Vous auriez cinq cents écus, que vous ne l'auriez pas,
Car il n'y a pas dans la compagnie de soldat qui me plaise autant que lui. -
II
Quand j'étais à Roz-Julou, dans mon lit, bien couché,
J'entendais les filles du Roudour chanter la chanson de mon fils.
Et moi de me tourner du côté du mur et de commencer à pleurer :
Seigneur Dieu! Sylvestre chéri, où es-tu à présent?
Peut-être es-tu mort à cinq cents lieues de moi,
Tes chers os jetés aux poissons à manger!
Tes chers os jetés à manger aux poissons,
Si je les avais maintenant, je les embrasserais.
J'ai un petit oiseau, ici, près le seuil de ma porte,
Entre deux pierres, dans un trou du mur;
Entre deux pierres, dans un trou du mur,
Et je me trompe s'il n'est pas à couver.
Si mon oiseau vient à lever (faire éclore), à faire bonne année,
Je ferai que mon oiseau chéri aille voir mon fils.
- Oh ! oui, écrivez-lui votre lettre, cher vieillard, quand vous voudrez,
Je suis prêt à la porter tout de suite, à votre requête. -
Quand la lettre fut écrite, mise à l'oiseau dans le bec,
Vers Metz en Lorraine avec lui elle partit.....
- Arrêtez-vous, cher Sylvestre, lisez cette lettre-ci,
Qui vous est envoyée par votre père, qui est chez nous. -
-- Descendez, petit oiseau, au bord de mon navire (?)
Que je vous écrive une lettre à porter à mon père à la maison ;
Que je vous écrive une lettre pour lui dire
Que dans quinze jours, à partir d'aujourd'hui, je me trouverai auprès de lui..... -
III
- Bonjour à vous, petit oiseau, à présent que vous êtes revenu;
Mon cher Sylvestre est-il bien portant, si vous l'avez vu? -
-- Oui, Sylvestre se porte bien, je lui ai parlé,
Dans quinze jours, à partir d'aujourd'hui, il se trouvera ici... -
Pendant que le père affligé se lamentait,
Son fils chéri Sylvestre était au seuil de la porte à l'écouter.
- Taisez-vous, taisez-vous, dit-il, père de bonne volonté,
Ne versez plus de larmes, voici votre fils.
Ne versez plus de larmes, voici votre fils,
Qui revient de l'armée; pardonnez-moi, mon père.
Prenez ma pipe et mes deux pistolets;
Je vous les donne, pour votre pénitence,
Afin que vous ne puissiez dire que vous avez nourri un fils
Pour vous affliger. Pardonnez-moi, mon père! -
I
J'ai un fils Sylvestre, et je n'ai que lui,
Et il a eu la hardiesse de venir m'affliger;
Il a eu la hardiesse d'aller au-devant de sa tête, (1)
Il est soldat dans l'armée, devant son capitaine.
J'ai eu la bonté d'aller le demander,
Devant beaucoup de gens honorables, à son capitaine.
Le capitaine, quand il me vit, resta étonné;
- Par vous, vieillard (dit-il), je suis étonné :
Vous pensez enlever au roi ses soldats?
Il a touché son payement, (2) il faut qu'il s'embarque. -
- Dites-moi, capitaine, combien il a coûté,
Et si j'ai assez d'argent, il sera remboursé. -
- Vous auriez cinq cents écus, que vous ne l'auriez pas,
Car il n'y a pas dans la compagnie de soldat qui me plaise autant que lui. -
II
Quand j'étais à Roz-Julou, dans mon lit, bien couché,
J'entendais les filles du Roudour chanter la chanson de mon fils.
Et moi de me tourner du côté du mur et de commencer à pleurer :
Seigneur Dieu! Sylvestre chéri, où es-tu à présent?
Peut-être es-tu mort à cinq cents lieues de moi,
Tes chers os jetés aux poissons à manger!
Tes chers os jetés à manger aux poissons,
Si je les avais maintenant, je les embrasserais.
J'ai un petit oiseau, ici, près le seuil de ma porte,
Entre deux pierres, dans un trou du mur;
Entre deux pierres, dans un trou du mur,
Et je me trompe s'il n'est pas à couver.
Si mon oiseau vient à lever (faire éclore), à faire bonne année,
Je ferai que mon oiseau chéri aille voir mon fils.
- Oh ! oui, écrivez-lui votre lettre, cher vieillard, quand vous voudrez,
Je suis prêt à la porter tout de suite, à votre requête. -
Quand la lettre fut écrite, mise à l'oiseau dans le bec,
Vers Metz en Lorraine avec lui elle partit.....
- Arrêtez-vous, cher Sylvestre, lisez cette lettre-ci,
Qui vous est envoyée par votre père, qui est chez nous. -
-- Descendez, petit oiseau, au bord de mon navire (?)
Que je vous écrive une lettre à porter à mon père à la maison ;
Que je vous écrive une lettre pour lui dire
Que dans quinze jours, à partir d'aujourd'hui, je me trouverai auprès de lui..... -
III
- Bonjour à vous, petit oiseau, à présent que vous êtes revenu;
Mon cher Sylvestre est-il bien portant, si vous l'avez vu? -
-- Oui, Sylvestre se porte bien, je lui ai parlé,
Dans quinze jours, à partir d'aujourd'hui, il se trouvera ici... -
Pendant que le père affligé se lamentait,
Son fils chéri Sylvestre était au seuil de la porte à l'écouter.
- Taisez-vous, taisez-vous, dit-il, père de bonne volonté,
Ne versez plus de larmes, voici votre fils.
Ne versez plus de larmes, voici votre fils,
Qui revient de l'armée; pardonnez-moi, mon père.
Prenez ma pipe et mes deux pistolets;
Je vous les donne, pour votre pénitence,
Afin que vous ne puissiez dire que vous avez nourri un fils
Pour vous affliger. Pardonnez-moi, mon père! -
Contributed by Bernart Bartleby - 2015/11/5 - 11:15
Scopro ora che l’intero “Gwerziou Breiz-Izel » di Luzel, anche nella sua traduzione francese, è on line su fr.wikisource: Gwerziou Breiz-Izel
Bernart Bartleby - 2015/11/5 - 11:16
Mi pare - se non sbaglio - che la traduzione francese che ho appena contribuito non corrisponda perfettamente alla versione lunga in bretone procurata da Riccardo nell'ormai lontano 19/5/2005...
Direi che quella corrisponde alla versione 2 (che poi sarebbe la terza) contenuta su "Son Ha Ton".
La parte finale con il pentimento del figlio e la consegna delle armi (il passo che ritengo più significativo) è invece presente nella versione 1 (che poi sarebbe la terza) di cui al sito citato, che è più lunga ancora della versione qui già accolta, e infatti si articola in 3 parti...
Su "Son Ha Ton" sono riportate almeno 6 versioni di "Silvestrig/Distro eus a Vro-Saoz"...
Direi che quella corrisponde alla versione 2 (che poi sarebbe la terza) contenuta su "Son Ha Ton".
La parte finale con il pentimento del figlio e la consegna delle armi (il passo che ritengo più significativo) è invece presente nella versione 1 (che poi sarebbe la terza) di cui al sito citato, che è più lunga ancora della versione qui già accolta, e infatti si articola in 3 parti...
Su "Son Ha Ton" sono riportate almeno 6 versioni di "Silvestrig/Distro eus a Vro-Saoz"...
Bernart Bartleby - 2015/11/5 - 13:19
Il 5 novembre del 2015 Bernart Bartleby aveva ragione, ma forse non sospetta neppure che la "scintilla" per il rifacimento dell'intera Sezione Bretone del sito me la ha data lui proprio con quel suo intervento. Questa pagina era, ad esempio, in piena confusione; ma anche quasi tutte le altre erano incomplete e in gran parte prive di traduzioni. Il fatto è dovuto in gran parte alla notevole antichità di molte di queste pagine, risalenti ad un'epoca del sito in cui ancora non maneggiavo il bretone con la scioltezza di adesso; mi ricordo che, durante la "raccolta primitiva" del 2003, feci una fatica immane a tradurre An distro euz a Vro-Zaoz [Silvestik]. Come dire: prima di essermi veramente impratichito con la lingua, non lo avrei potuto fare. Tutto è bene quel che finisce bene...
Richard Gwenndour - 2016/1/14 - 02:16
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Versioni di varie epoche
Interpretata tra gli altri da Alan Stivell
(in Reflets, 1970)
An outspring from An distro euz a Vro-Zaoz [Silvestik] (11th Century)
Versions from different periods
Performed among others by Alan Stivell
(in Reflets, 1970)
Diroudet eus An distro euz a Vro-Zaoz [Silvestik] (11vet kantv.)
Stummoù eus mareoù disheñvel
Jubennet gant Alan Stivell
(e Reflets 1970)
Le ballate che, nella tradizione bretone, vanno sotto il nome di Silvestrig (Silvestik, Silvestrick) ecc., come detto anche nella relativa pagina, sono filiazioni e varianti dirette dalla più antica (e fondata storicamente) An distro euz a Vro-Zaoz [Silvestik] ("Il ritorno dall'Inghilterra"), le cui radici affondano nella guerra anglo-normanna dell'XI secolo, che si concluse con la famosa battaglia di Hastings con cui Guglielmo il Conquistatore si prese l'Inghilterra. Fondamentalmente, tutto il ceppo "An distro euz a Vro-Zaoz / Silvestrik" sono la medesima tradizione, con però le ballate del ramo "Silvestrik" parecchio più tarde e più stilizzate; a differenza del cupo e lugubre originale, che si conclude tragicamente con la morte del giovane mercenario nell'armata normanna, le ballate "Silvestrik" hanno un happy end, con il ritorno a casa del giovane mentre il padre già lo sta piangendo morto. La figura di un padre è abbastanza rara in questo tipo di ballate (di solito, chi piange il soldato in guerra è una figura femminile, la madre, la moglie o la fidanzata); la cosa si spiega con il fatto che Silvestrik è un mercenario, e che le trattative per l'ingaggio (ovvero l' "affare", come si dice esplicitamente nel testo) dovevano essere condotte tra uomini. E non si torna indietro: il pentimento del padre è del tutto inutile. Se "An distro euz a Vro-Zaoz" è il capostipite, tutti i "Silvestrig" hanno formato una rete di discendenza consistente in letteralmente decine e decine di varianti che sarebbe impossibile inserire; in questa pagina ne sono presenti alcune rappresentative, dalle più brevi e stilizzate (che sono quelle generalmente cantate, come ha fatto ad esempio -tra gli innumerevoli altri- Alan Stivell nell'album Reflets del 1970) alle più lunghe e più storicamente vicine all'originale medievale. Si tratta del resto, probabilmente, della più nota leggenda bretone con precisi fondamenti storici; talmente nota che non ha tardato ad entrare anche nella tradizione di lingua francese, pur mantenendo sia il nome di Silvestro, sia l'ambientazione bretone (nella più nota versione francese, Silvestro è di Saint-Michel-en-Grève, in bretone Lokmikael-an-Traezh, nel dipartimento delle Côtes d'Armor). [RV]