Voici venu le temps de délivrance
Loin de nous toute idée de vengeance
Nous garderons notre amitié avec le peuple de France
Mais nous abattrons les murailles honteuses
qui nous empêchent de regarder la mer
Les miradors qui nous interdisent nos plus proches frères
de Galles, d'Ecosse, d'Irlande
Et nous, dont le nom est connu des goëlands et des cormorans,
fut banni de tous les langages humains,
de toutes les bibliothèques, de toutes les cartes terrestres
Nous ouvrirons nos cœurs
de paysans et de marins-pêcheurs à tous les peuples
de la planète Terre
Et nous offrirons nos yeux au Monde
Est-ce prétentieux de nous croire égaux ?
Est-ce trop demander que de vouloir vivre ?
Nous ferons tomber la pluie sur le monde meurtri
Et nettoyer le sang graisseux dont se nourrissent
les soi-disant puissants
Et donner à boire aux assoiffés de justice
Et les feuilles repousseront de Bretagne en Espagne
du Mali au Chili, d'Indochine en Palestine
Bretagne, centre du monde habité, tu seras un
refuge pour les oiseaux chassés pétrolés
Pour les femmes torturées en prison
Pour les vieillards bombardés
Celtie, au croisement des peuples du Nord
Et du Sud, aux confins du vieux monde et
du nouveau monde, aux frontières de la terre
et de la mer, à la limite du monde visible
et du monde invisible...
Loin de nous toute idée de vengeance
Nous garderons notre amitié avec le peuple de France
Mais nous abattrons les murailles honteuses
qui nous empêchent de regarder la mer
Les miradors qui nous interdisent nos plus proches frères
de Galles, d'Ecosse, d'Irlande
Et nous, dont le nom est connu des goëlands et des cormorans,
fut banni de tous les langages humains,
de toutes les bibliothèques, de toutes les cartes terrestres
Nous ouvrirons nos cœurs
de paysans et de marins-pêcheurs à tous les peuples
de la planète Terre
Et nous offrirons nos yeux au Monde
Est-ce prétentieux de nous croire égaux ?
Est-ce trop demander que de vouloir vivre ?
Nous ferons tomber la pluie sur le monde meurtri
Et nettoyer le sang graisseux dont se nourrissent
les soi-disant puissants
Et donner à boire aux assoiffés de justice
Et les feuilles repousseront de Bretagne en Espagne
du Mali au Chili, d'Indochine en Palestine
Bretagne, centre du monde habité, tu seras un
refuge pour les oiseaux chassés pétrolés
Pour les femmes torturées en prison
Pour les vieillards bombardés
Celtie, au croisement des peuples du Nord
Et du Sud, aux confins du vieux monde et
du nouveau monde, aux frontières de la terre
et de la mer, à la limite du monde visible
et du monde invisible...
envoyé par Riccardo Venturi - 19/5/2005 - 16:42
Langue: italien
Versione italiana di Riccardo Venturi
19 maggio 2005
19 maggio 2005
LIBERAZIONE
Ecco che è venuto il tempo di liberazione
lungi da noi ogni idea di vendetta
manterremo la nostra amicizia col popolo francese
ma abbatteremo le muraglie vergognose
che ci impediscono di guardare il mare
le altane che ci proibiscono i nostri fratelli più prossimi
del Galles, della Scozia, d'Irlanda
e noi, il cui nome è noto ai gabbiani e ai cormorani
e che fu bandito da tutte le lingue umane,
da tutte le biblioteche, da tutte le carte catastali,
noi apriremo i nostri cuori
di contadini, di marinai e di pescatori a tutti i popoli
del pianeta Terra
e offriremo i nostri occhi al Mondo:
è presunzione crederci uguali?
È troppo domandare di voler vivere?
Faremo cadere la pioggia sul mondo afflitto
e ripuliremo il sangue untuoso di cui si nutrono
i cosiddetti potenti,
e daremo da bere agli assetati di giustizia
dal Mali al Cile, dal Vietnam alla Palestina
Bretagna, centro del mondo abitato,
sarai un rifugio per gli uccelli cacciati
e sconciati dal petrolio
per le donne torturate e in prigione
per i vecchi vittime dei bombardamenti
Celtia, all'incrocio tra i popoli del Nord
e del Nuovo Mondo, alle frontiere tra la terra
ed il mare, al limite del mondo visibile
e del mondo invisibile.
Ecco che è venuto il tempo di liberazione
lungi da noi ogni idea di vendetta
manterremo la nostra amicizia col popolo francese
ma abbatteremo le muraglie vergognose
che ci impediscono di guardare il mare
le altane che ci proibiscono i nostri fratelli più prossimi
del Galles, della Scozia, d'Irlanda
e noi, il cui nome è noto ai gabbiani e ai cormorani
e che fu bandito da tutte le lingue umane,
da tutte le biblioteche, da tutte le carte catastali,
noi apriremo i nostri cuori
di contadini, di marinai e di pescatori a tutti i popoli
del pianeta Terra
e offriremo i nostri occhi al Mondo:
è presunzione crederci uguali?
È troppo domandare di voler vivere?
Faremo cadere la pioggia sul mondo afflitto
e ripuliremo il sangue untuoso di cui si nutrono
i cosiddetti potenti,
e daremo da bere agli assetati di giustizia
dal Mali al Cile, dal Vietnam alla Palestina
Bretagna, centro del mondo abitato,
sarai un rifugio per gli uccelli cacciati
e sconciati dal petrolio
per le donne torturate e in prigione
per i vecchi vittime dei bombardamenti
Celtia, all'incrocio tra i popoli del Nord
e del Nuovo Mondo, alle frontiere tra la terra
ed il mare, al limite del mondo visibile
e del mondo invisibile.
Caro Riccardo, ti segnalo che Delivrance fa parte del disco dal vivo a Dublino (26 e 27 novembre 1975)e non era mai stata interpretata in alcun disco precedente, tantomeno in Reflets.
Approfitto dell'occasione per complimentarmi con te e le tue traduzioni, ho inoltre notato che la maggior parte delle tue scelte(passioni) musicali coincidono esattamente con le mie e ciò mi conforta moltissimo. Un abbraccio. Flavio Poltronieri.
Approfitto dell'occasione per complimentarmi con te e le tue traduzioni, ho inoltre notato che la maggior parte delle tue scelte(passioni) musicali coincidono esattamente con le mie e ciò mi conforta moltissimo. Un abbraccio. Flavio Poltronieri.
Flavio Poltronieri - 9/3/2014 - 16:33
Carissimo Flavio, come potrai notare dalla pagina ho modificato l'introduzione (inserendo anche l'immagine della copertina del vero album di appartenenza); purtroppo, non di rado, procedo a memoria e la mia memoria è al tempo stesso un mio limite (nel senso che, contrariamente a quanto si dice, è fallibilissima). Ti ringrazio quindi per le precisazioni; ti faccio anch'io però una piccola correzione, perché controllando mi sono accorto che il famoso concerto stivelliano al National Stadium di Dublino avvenne il 26 e 27 novembre 1974, non 1975 (nella primavera del '75 l'album fu pubblicato). Ti segnalo una curiosità: ho tuttora la stereocassetta di un concerto intero di Stivell registrato clandestinamente da me e da un mio amico al vecchio & dismesso Teatro Apollo di Firenze il 1° giugno 1981; mi son sempre detto di doverlo riversare in rete prima che quella cassetta ultratrentennale "svanisca" del tutto (per dare un po' un'idea dell'atmosfera dell'epoca, entrammo in teatro piazzando tranquilli in mezzo alla sala un'asta di due metri e mezzo col microfono in cima. Quando Stivell dal palco se ne accorse indicò l'asta alla sua band e poi si mise a fare risatine...). Sulla copertina della cassetta poi scrissi col pennarello "E Florañs" ("A Firenze") per fare il verso a "E Dulenn"...beh, certo, il teatro Apollo (ora ridotto a un luogo spettrale) non sarà stato lo Stadio Nazionale di Dublino, ma ti assicuro che era pieno zipillo di gente. Che tempi...!
Riccardo Venturi - 9/3/2014 - 21:24
Riccardo, nel secolo scorso anch'io mi sono impegnato contribuendo a portare Stivell alla Dogana Veneta di Lazise il 12 luglio del 1990 in duo con Patrice Clementin alle tastiere a interpretare tutta la Symphonie Celtique e poi in teatro in città il 21 febbraio 1992 col gruppo a presentare The Mist of Avalon all'interno delle manifestazioni per il Carnevale (pensa te...)ma l'avevo già registrato anche a Lorient credo nel 1983 e ancora iniziava con Spered Hollvedel e Delivrance (mi aveva donato il suo primo mitico disco Mouez Breiz dove si chiamava ancora Alan Cochevelou con tanto di dedica e firma), hai ragione: che tempi..!
Se vuoi fare qualche scambio di registrazioni contattami privatamente nella mia mail, magari sarà l'occasione per riversare le cassette su cd
Se vuoi fare qualche scambio di registrazioni contattami privatamente nella mia mail, magari sarà l'occasione per riversare le cassette su cd
Flavio Poltronieri - 9/3/2014 - 22:04
Ulteriore nota/ricordo: anche il concerto a Firenze del 1° giugno 1981 si aprì con Spered Hollvedel/Délivrance, con me e col mio amico (che condivideva la passione) che ci si prese per la mano guardandoci increduli di poter sentire dal vivo quella musica... madonna, sono tornato davvero indietro di 35 anni, stasera... (non avevamo nemmeno 18 anni)...
Riccardo Venturi - 10/3/2014 - 00:02
...e come apoteosi di questo nostro bagno emozionale di ricordi, vorrei inviare il testo originale scritto da Stivell.
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Flavio Poltronieri - 5/5/2014 - 22:19
Riccardo, solo il tempo di una piccola precisazione ulteriore : la melodia iniziale che tanto ha emozionato chiunque, in ogni dove e che apriva quei lontani concerti di Alan Stivell con organo e bombarda, identificata col titolo di "Spered Hollvedel" (Spirito Universale), è in realtà quella del tradizionale bretone "Kantig Santez Anna", un tema che solitamente viene interpretato nelle corali religiose della Bretagna. Yves Ribis, compositore, arrangiatore e musicista di Lorient che con Stivell ha suonato dal 1986 al 1992, lo ripropone in una versione meno sontuosa, ma più raccolta (per quartetto d'archi) col titolo di "Ar Seizh Skleur Itron Varia Rostren". Sempre una delizia per l'anima.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri - 19/6/2014 - 11:06
Scopro solo ora, bighellonando su internet e su YouTube,questa bellissima pagina che mi riporta al mio sempre presente passato:non avevo 20 anni quando scoprii E langonned e poi, via via, tutti gli album di Alan Stivell fino a Before landing Erano tempi in cui si ascoltava tanta e diversa e ottima musica (tra i miei amori Zappa, i King Crimson, i Gong, R. Wyatt, il Banco... e poi il folk irlandese, inglese: Pentangle, SteeleySpan, Fairport Convention... Ah, che ricordi!
Questa, in ogni modo, è la mia email:marcodercole56@gmail.com e io sono Marco D'Ercole 62enne romano, ancora capace di emozionarmi ascoltando queste meraviglie. Grazie per la traduzione di Deliverance. Ci sono!
Questa, in ogni modo, è la mia email:marcodercole56@gmail.com e io sono Marco D'Ercole 62enne romano, ancora capace di emozionarmi ascoltando queste meraviglie. Grazie per la traduzione di Deliverance. Ci sono!
Fatemi sapere se vi è arrivata la mia mail mandata pochi minuti fa.
Grazie!
Grazie!
Marco D'Ercole - 2/1/2019 - 23:22
Segnalo che la traduzione italiana di Délivrance contiene alcune omissioni/variazioni rispetto all'originale francese e precisamente:
- l'assenza della traduzione di "et les feuilles repousseront de Bretagne en Espagne" (e le foglie rispunteranno dalla Bretagna alla Spagna)
- la sostituzione di Vietnam con Indocina (che oltretutto non rispetta la rima)
- "au croisement des peuples du Nord et du Sud, aux confins du vieux monde et du nouveau monde" viene tradotto sinteticamente con "all'incrocio tra i popoli del Nord e del Nuovo Mondo"
- l'assenza della traduzione di "et les feuilles repousseront de Bretagne en Espagne" (e le foglie rispunteranno dalla Bretagna alla Spagna)
- la sostituzione di Vietnam con Indocina (che oltretutto non rispetta la rima)
- "au croisement des peuples du Nord et du Sud, aux confins du vieux monde et du nouveau monde" viene tradotto sinteticamente con "all'incrocio tra i popoli del Nord e del Nuovo Mondo"
Spered Hollvedel
“Spered Hollvedel” il maestoso inizio del live “E Dulenn” di Alan Stivell
Flavio Poltronieri - 16/4/2023 - 18:00
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Paroles et musique: Alan Stivell-Cochevelou
De l'album en vif E Dulenn [1975]
Testo e musica di Alan Stivell-Cochevelou
Dall'album dal vivo E Dulenn ("A Dublino", 1975)
La canzone è in realtà un recitativo; nello storico album dal vivo E Dulenn ("A Dublino"), registrato il 26 e 27 novembre 1974 durante una serie di concerti tenuti al National Stadium della capitale irlandese e pubblicato nella primavera del 1975, il brano è preceduto senza soluzione di continuità dal brano musicale di apertura, Spered Hollvedel ("Spirito universale"). Pur considerata come uno dei manifesti indipendentisti bretoni, Délivrance fa parte di quell'indipendentismo socialista bretone degli anni '70 che, riscoprendo le proprie radici culturali, non indulgeva certamente né a certo "celtismo" di maniera (o, peggio, di destra), né al mito delle "piccole patrie" che in seguito tanti sconquassi provocherà in Europa. Era il sogno di una Bretagna "centro del mondo abitato" che potesse far rinascere le speranze in tutto il mondo, e non a caso nella canzone sono citati il Cile, la Palestina, l'Indocina e la Spagna (si era ancora al tempo della guerra nel Vietnam e della dittatura franchista).