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Devils & Dust

Bruce Springsteen
Langue: anglais


Bruce Springsteen

Liste des versions


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1945
(Joe Grushecky)
Hey Blue Eyes
(Bruce Springsteen)
Sinaloa Cowboys
(Bruce Springsteen)


title track dell'album del 2005

Un soldato statunitense di guardia a un posto di blocco in Iraq. Le sue certezze che diventano dubbi.
checkpoint

Leggi l'interessante articolo di Sandro Portelli
I got my finger on the trigger
But I don't know who to trust
When I look into your eyes
There's just devils and dust
We're a long, long way from home, Bobbie
Home's a long, long way from us
I feel a dirty wind blowing
Devils and dust

I got God on my side
I'm just trying to survive
What if what you do to survive
Kills the things you love
Fear's a powerful thing
It can turn your heart black you can trust
It'll take your God filled soul
And fill it with devils and dust

Well I dreamed of you last night
In a field of blood and stone
The blood began to dry
The smell began to rise
Well I dreamed of you last night
In a field of mud and bone
Your blood began to dry
The smell began to rise

We've got God on our side
We're just trying to survive
What if what you do to survive
Kills the things you love
Fear's a powerful thing
It'll turn your heart black you can trust
It'll take your God filled soul
Fill it with devils and dust

Now every woman and every man
They want to take a righteous stand
Find the love that God wills
And the faith that He commands
I've got my finger on the trigger
And tonight faith just ain't enough
When I look inside my heart
There's just devils and dust

Well I've got God on my side
And I'm just trying to survive
What if what you do to survive
Kills the things you love
Fear's a dangerous thing
It can turn your heart black you can trust
It'll take your God filled soul
Fill it with devils and dust

It'll take your God filled soul
Fill it with devils and dust

4/5/2005 - 09:48




Langue: italien

Versione italiana
DIAVOLI & POLVERE

Ho il dito sul grilletto
ma non so di chi fidarmi
Quando guardo nei tuoi occhi
vedo solo diavoli e polvere
Siamo molto lontani da casa, Bobbie
La casa è molto molto lontano
Sento soffiare uno sporco vento
Diavoli e polvere

Ho Dio dalla mia parte
e sto solo cercando di sopravvivere
Cosa succede se quello che fai per sopravvivere
uccide le cose che ami?
La paura è una cosa potente
e, credimi, ti annerisce il cuore
Prenderà la tua anima piena di Dio
e la riempirà di diavoli e polvere

Ti ho sognato questa notte
in un campo di sangue e pietre
Il sangue cominciava ad asciugarsi
cominciava a sollevarsi l'odore
Ti ho sognato questa notte
in un campo di fango e ossa
Il sangue cominciava ad asciugarsi
cominciava a sollevarsi l'odore

Abbiamo Dio dalla nostra parte
e cerchiamo solo di sopravvivere
Cosa succede se quello che fai per soppravvivere
uccide le cose che ami?
La paura è una cosa potente
e, credimi, ti annerirà il cuore
Prenderà la tua anima piena di Dio
e la riempirà di diavoli e polvere

Ora, ogni donna e ogni uomo
vuole una vita giusta
Trovare l'amore che Dio vuole
e la fede che Lui comanda
Ho il dito sul grilletto
e stanotte la fede proprio non mi basta
Quando guardo nel mio cuore
trovo solo diavoli e polvere

Ho Dio dalla mia parte
e sto solo cercando di sopravvivere
Cosa succede se quello che fai per sopravvivere
uccide le cose che ami?
La paura è una cosa pericolosa
e, credimi, ti annerisce il cuore
Prenderà la tua anima piena di Dio
e la riempirà di diavoli e polvere

Prenderà la tua anima piena di Dio
e la riempirà di diavoli e polvere

4/5/2005 - 09:50


ARTICOLO DI SANDRO PORTELLI DA "IL MANIFESTO"

DIAVOLI E POLVERE
di SANDRO PORTELLI *
da "Il Manifesto" del 4 Maggio 2005

«Ho il dito sul grilletto, non so di chi mi posso fidare... sono lontano da casa, casa è lontana da qui... ho Dio al mio fianco, cerco solo di sopravvivere...». In un certo senso, il rapporto sull'uccisione di Nicola Calipari l'aveva già scritto Bruce Springsteen, in Devils and Dust: il soldato spaventato, che non capisce dove si trova e perché, ha paura di tutto e al tempo stesso si sente onnipotente - e spara. «Chi ha sparato», si legge nel rapporto del Sismi, «si è sentito minacciato e ha detto di aver pensato alle figlie piccole mentre contava freneticamente i secondi»: contrariamente a quello che credono i giornalisti col cervello embedded, anche i militari americani (sia pure di origine ispanica) tengono famiglia, e hanno paura.Non c'è nulla di più tremendo della combinazione fra onnipotenza e paura. La condizione del soldato lontano da casa, col dito sul grilletto, circondato da notturne minacce di cui non sa neanche il nome - e al tempo stesso certo di avere tutto il potere, tutto il diritto, tutta l'impunità - diventa, nella canzone di Bruce Springsteen, una figura dell'America intera dopo l'11 settembre: una superpotenza spaventata, dove il potere alimenta la paura, il senso di isolamento, e insieme la certezza di poter colpire dovunque e chiunque e di essere dalla parte del bene e del giusto (il «Dio è con me» del soldato di Springsteen cita l'altrettanto ironico «God on our side» di una delle prime grandi canzoni di Bob Dylan contro le guerre). La versione americana dei fatti di quella notte presenta lacune e contraddizioni che altri hanno già rilevato (ne vorrei aggiungere una, marginale, anch' io: quando ci hanno detto che secondo il satellite la macchina di Calipari andava a 96,6 chilometri orari, l'effetto previsto era quello di una scientifica precisione garantita dai superiori mezzi tecnologici americani. In realtà 96,6 è solo la traduzione metrica di una cifra tonda approssimata - 60 miglia - di quelle che uno giudica più o meno a occhio e croce, come pare faccia lo «specialista in velocità» Michael Brown, il quale - leggiamo su Repubblica - invece «ritiene che la Toyota andasse a circa 80 chilometri l'ora», altra cifra tonda). Ma al di là di tutto questo, la cosa importante è che alle spalle di quella tragedia c'è lo stato d'animo di un paese intero che si sente assediato e, visto che lo può fare preventivamente, spara. «Cerco solo di sopravvivere», dice il soldato di Springsteen - e un'altra voce, o forse è solo la voce del dubbio dentro di sé, gli chiede: «E che succede se quello che fai per sopravvivere uccide le cose che ami?» Perché questo è quello che sta succedendo all'America dopo l'11 settembre e nel deserto «di sangue e di pietre, di fango e di ossa» (sempre Springsteen) dove s'è impantanata in Iraq. «La paura è una cosa potente», canta Bruce Springsteen.

La paura onnipotente dell'America post-11 settembre non ha ucciso solo Calipari (e qualche decina di migliaia di afghani e iracheni): non sono queste le «cose che ama». Ha ucciso, o ferito e sfigurato, molte delle cose che amava, o almeno credeva di amare: per esempio, la verità. Certo, noi italiani abbiamo imparato fin dai tempi del golpe De Lorenzo a non credere ai servizi segreti italiani; ma perché mai dovremmo credere a quelli americani, ai loro satelliti capaci di inventarsi armi di distruzione di massa inesistenti, alle loro istituzioni capaci di raccontare balle all'assemblea dell'Onu? A un paese tranquillo, sicuro di sé, non costerebbe niente ammettere un errore, ripensare a delle «regole d'ingaggio» che evidentemente non funzionano; ma il misto di paura e arroganza induce un arroccamento, una chiusura a riccio nella pretesa di impunità.

Se non avessero paura, gli Stati uniti potrebbero riconoscere, davanti a se stessi in primo luogo, che Abu Ghraib non è questione di qualche «mela marcia» ma il sintomo di problemi seri, che un paese sicuro e forte risolverebbe con risolutezza.

Ma il fatto è che l'America post-11 settembre ha sparato anche addosso a un'altra delle cose che amava e di cui era orgogliosa: lo stato di diritto. Lasciamo perdere Guantanamo (con la penosa scusa che siccome non è territorio americano allora lì le leggi non valgono); pensiamo alle centinaia di arresti e detenzioni prolungate, senza nessuna di quelle garanzie legali che pure l'America stessa ha contribuito a rendere principi generali di democrazia e civiltà - e che adesso, presa dal panico, sta contribuendo a distruggere.

Chiusa a riccio nella paura (in parte autentica, in parte strumentalmente attizzata) l'America spara per prima cosa addosso a se stessa. E si riempie l'anima di diavoli e polvere.


* Alessandro Portelli insegna letteratura anglo-americana all'Università «La Sapienza» di Roma. Dirige la rivista "I giorni cantati" ed è tra i fondatori del Circolo Gianni Bosio. Ha pubblicato tra l'altro: "Woody Guthrie e la cultura popolare americana" (Bari 1975, Roma 1989); "Bianchi e neri nella letteratura americana" (Bari 1977); "Biografia di una città" (Torino 1985); "The Death of Luigi Trastulli and other Stories" (Albany, N.Y., 1991). Collabora a il manifesto dal 1971.

5/5/2005 - 14:08




Langue: irlandais

Irish transcreation by Gabriel Rosenstock
DEAMHAIN IS CRÉ

Tá mo mhéar agam ar an truicear
Ach níl muinín agam as éinn’
Nuair a fhéachaim ort sna súil’
Níl ach deamhain is cré.
Táimid i bhfad ón seanfhód, Bobbie
Tá an baile i bhfad i gcéin
Braithim gaoth shalach ag séideadh
Deamhain is cré.

Tá Dia le mo thaobh
Is mé ag iarraidh teacht slán
Ach más é is brí le teacht slán
Teacht salach ar ghrá
Rud an-láidir uamhan, béibí,
Agus dubhaíonn an croí, sin é é,
Tógfaidh d’anam diaga
Le líonadh le deamhain is cré.

Bhuel, bhí taibhreamh a’m aréir
Do bhí fuil is cloch’ gach áit
An fhuil do thriomaigh sí
Is boladh ag éirí
Bhuel bhí taibhreamh agam fút, Bobbie
I ngort na láibe is na gcnámh
An fhuil do thriomaigh sí
Is an boladh ag éirí.

Tá Dia lenár dtaobh
Is sinn ag iarraidh teacht slán
Ach más é is brí le teacht slán
Teacht salach ar ghrá
Rud an-láidir uamhan, béibí,
Agus dubhaíonn an croí, sin é é,
Tógfaidh d’anam diaga
Le líonadh le deamhain is cré.

Níl aon bhean ar domhan ná fear ar bith
Nach mian leo seasamh leis an gceart
Faigh an grá atá Uaidh
Is an creideamh is an neart
Tá mo mhéar agam ar an truicear
Is anocht táim imithe ar strae
Nuair a fhéachaimse im’ chroí
Níl ach deamhain is cré.

Bhuel, tá Dia le mo thaobh
Is mé ag iarraidh teacht slán
Ach más é is brí le teacht slán
Teacht salach ar ghrá
Rud an-láidir uamhan, béibí,
Agus dubhaíonn an croí, sin é é,
Tógfaidh d’anam diaga
Le líonadh le deamhain is cré.
Yé, tógfaidh d’anam diaga
Le líonadh le deamhain is cré.

envoyé par Gabriel Rosenstock - 27/7/2018 - 17:47




Langue: italien

Traducanzone di Andrea Buriani

POLVERE E DEMONI (Andrea Buriani)

Appoggio il dito sul grilletto
non mi fido : troppi tuoni
Quando guardo nei tuoi occhi
vedo polvere e demoni
E’ lontan, Bobbie, la casa
son chilometri a milioni
Sporco vento ho nei polmoni
polvere e demoni.

Ma Dio è qui con noi
Prova a vivere se puoi
Ma se poi quello che fai
Uccide ciò che ami?
La paura è tanta, sai ? :
Può mutar cuori in carboni
e render l’anime innocenti
Piene di polvere e demoni

Ti ho sognato questa notte
pietre e sangue in una fossa
s’asciugava il sangue e poi
odore acre su di noi
Ti ho sognato questa notte
In un campo fango ed ossa
s’asciugava il sangue e poi
odore acre su di noi

Ma Dio è qui con noi
Prova a vivere se puoi
Ma se poi quello che fai
Uccide ciò che ami?
La paura è tanta, sai ? :
Può mutar cuori in carboni
e render l’anime innocenti
Piene di polvere e demoni
e render l’anime innocenti
Piene di polvere e demoni

Ogni donna o uomo ora
Non vuole più sbagliare
Vuol trovar l’amor di Dio
E la fede che Lui vuole

Appoggio il dito sul grilletto
E or la fede non mi basta
Scruto in cuore le emozioni
Trovo polvere e demoni

Ma Dio è qui con noi
Prova a vivere se puoi
Ma se poi quello che fai
Uccide ciò che ami?
La paura è tanta, sai ? :
Può mutar cuori in carboni
e render l’anime innocenti
Piene di polvere e demoni
e render l’anime innocenti
Piene di polvere e demoni

2/7/2023 - 14:51




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