Nasce il giorno intorno a noi
chiaro è l’orizzonte ormai
mille sguardi freddi e lontani
in un’alba senza domani
un minuto e poi forse anche per noi
solo il buio ci sarà.
Siam venuti fino a qui
ma nessuno sa per chi
sembra tutto un incubo strano
ed il mondo sembra lontano
ma la realtà fredda tornerà
quando il cielo brucerà.
Ci han portati sopra le nuvole
poi ci hanno gettati qui
dove i fiori muoiono subito
e nessuno sa per chi.
La mia casa sta laggiù
dove il cielo è sempre blu
dove il vento canta di sera
la canzone di primavera
la mia donna è la e mi aspetterà
finché tutto finirà.
Ora il vento muove le nuvole
e le porta via con sé
morta è la minaccia terribile
ma che cosa resta di me.
L’erba presto crescerà
le rovine coprirà
e nasconderà gli occhi stanchi
di fantasmi lividi e bianchi
ma non basterà un’eternità
per scordare la verità.
Anche nella mia città
più nessuno aspetterà
nel vento c’è una nuvola nera
che ha distrutto la primavera
chiaro è l’orizzonte ormai
mille sguardi freddi e lontani
in un’alba senza domani
un minuto e poi forse anche per noi
solo il buio ci sarà.
Siam venuti fino a qui
ma nessuno sa per chi
sembra tutto un incubo strano
ed il mondo sembra lontano
ma la realtà fredda tornerà
quando il cielo brucerà.
Ci han portati sopra le nuvole
poi ci hanno gettati qui
dove i fiori muoiono subito
e nessuno sa per chi.
La mia casa sta laggiù
dove il cielo è sempre blu
dove il vento canta di sera
la canzone di primavera
la mia donna è la e mi aspetterà
finché tutto finirà.
Ora il vento muove le nuvole
e le porta via con sé
morta è la minaccia terribile
ma che cosa resta di me.
L’erba presto crescerà
le rovine coprirà
e nasconderà gli occhi stanchi
di fantasmi lividi e bianchi
ma non basterà un’eternità
per scordare la verità.
Anche nella mia città
più nessuno aspetterà
nel vento c’è una nuvola nera
che ha distrutto la primavera
envoyé par i.fermentivivi - 20/4/2005 - 10:26
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Memorie
Testo e musica di Valerio Negrini e Roby Facchinetti
Questa è una canzone che parla di una guerra generica, anche se si intitola "Waterloo 70" potrebbe riferirsi a qualsiasi guerra e proprio questo forse le fa mantenere la sua forza primordiale, là dove racconta la battaglia vista da vicino da un soldato qualsiasi che si capisce buttato dentro al conflitto, e potrebbe trattarsi di un antico soldato greco, di uno romano o cartaginese, assiro, vichingo, normanno, spagnolo, francese, napoleonico, austriaco, inglese, prussiano, sudista, nordista e anche ad uno qualsiasi dei nostri contadini mandati a morire a migliaia nel macello della Prima Guerra Mondiale.
Ognuno di questi soldati potrebbe narrare la stessa storia con le stesse semplici parole.
Voglio dire che non c’è bisogno di eccelsi poeti per raccontare la guerra.