Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha de mis pies cansados
Con ellos anduve ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Gracias a la vida, que me ha dado tanto.
Italian translation reproduced from the Mediatori Culturali website, from which it is also possible to download (in .wav format) the song performed by Mercedes Sosa (see introduction).
Traducción italiana desde el sitio Mediatori Culturali, desde el cual se puede también descargar (en formato .wav) la versión original ejecutada por Mercedes Sosa (v. introducción)
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato,
e tra le moltitudini l'uomo che amo.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'ascolto che in tutta la sua apertura
cattura notte e giorno grilli e canarini,
martelli turbine latrati burrasche
e la voce tanto tenera di chi sto amando.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l'abbecedario
con lui le parole che penso e dico,
madre, amico, fratello luce illuminante,
la strada dell'anima di chi sto amando.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi,
con loro andai per città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e piani
e la casa tua, la tua strada, il cortile.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo confine
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,
così distinguo gioia e dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:26
La versione italiana cantata da Gabriella Ferri
Italian version performed by Gabriella Ferri
Versión italiana ejecutada por Gabriella Ferri
Trascrizione all'ascolto di Lorenzo Masetti
Transcribed on direct listening by Lorenzo Masetti
Transcripción directa de Lorenzo Masetti
N.B. Precedentemente veniva riportata come versione cantata da Gabriella Ferri questa versione italiana, ma così non è. Vuole essere un'omaggio alla grande Gabriella, anche lei morta suicida come Violeta Parra. La versione è del 1974, e non è una data a caso: Gabriella Ferri era una cantante con una precisa e grande coscienza civile, e con questa canzone volle fare un omaggio all'intero Cile piombato da poco sotto la dittatura fascista. Fu pubblicata nell'album Remedios.
Cos'è che distruggeva Gabriella? Francamente è difficile a dirsi, perché la ragazza di Testaccio che conoscevo era inafferrabile, aveva un fuoco dentro, una irrequietezza feroce che era impossibile da afferrare. Anche chi gli era stato molto amico non riusciva più ad avere un rapporto con lei, a parlarle. Ti passava sopra con gli occhi e andava oltre. Diversamente da quando, negli anni Sessanta e Settanta, condivideva con i colleghi le canzoni popolari, e si divertiva a fare le seconde voci ed era capace di stare una intera nottata a cantarle, e guai se te ne volevi andare a dormire. Era una personalità forte e spigolosa che non si era certo piegata alle leggi dello spettacolo neanche dopo essere andata a Sanremo nel 1969 a cantare, in coppia con Stevie Wonder, Se tu ragazzo mio, un pezzo beat al quale teneva molto.
Era nata nel 1942 a Testaccio, quartiere che lei rivendicava con foga, la sua formazione musicale era popolaresca e ne era orgogliosa. Aveva una voce solare e negli ambienti intellettuali romani aveva destato simpatia e ammirazione per quel suo modo beffardo di lanciare la voce e per quel volto col caschetto biondo che esprimeva grande ironia. Le sue prime canzoni erano state quelle da osteria, come La società dei magnaccioni, interpretate accanto ad una ragazza timida, Luisa De Sanctis, figlia del regista Giuseppe, quello di Riso amaro. Due ragazze che cantano canzoni sfrontate, che intonano Alla renella ed altri stornelli romaneschi con il piacere di cantare, che ti perforano con gli occhi, non potevano passare inosservate. Ed eccole a Milano, ospiti di Camilla Cederna, che le presenta al maestro Intra, che le fa cantare nei localini di Brera. Giungono così (è il 1963) alla Fiera dei sogni di Mike Bongiorno. Ma il sodalizio con Luisa dura poco e Gabriella, che non si accontenta del folklore romanesco, si mette in proprio. Una delle tappe della sua carriera è una avventurosa tournée in Canada, assieme ad altri esponenti del folk, come Caterina Bueno, Otello Profazio, Carla Cassola, Lino Toffolo in uno spettacolo teatrale che ha la regia di Aldo Trionfo. Ma lo spettacolo è rivolto agli emigrati italiani i quali restano di sasso nel vedere che nessuno degli artisti (salvo uno, un siciliano, suonatore di friscaleddu) ha il costume regionale e le donne addirittura le minigonne! Storie che divertivano Gabriella, che nel frattempo si era sposata con un dirigente della Rca (il precedente matrimonio era con un funzionario del ministero degli esteri e Gabriella aveva vissuto un lungo periodo in Africa). Ma già allora, Gabriella era un mistero e le notti di New York (dove i folksinger si erano intrattenuti di ritorno dal Canada) si trasformavano nell'ossessione di non dormire e tirar mattina ad ogni costo. È come se quell'esperienza sia stata il giro di boa delle sue scelte musicali: diventa l'artista di punta del Bagaglino, allora in una stradina al lato di Corso Vittorio a Roma e aiutata da Piero Pintucci, musicista e arrangiatore, asseconda la sua vena beffarda.
Il suo fisico, da sottile, si è andato via via irrobustendo e questo nuovo aspetto fa parlare di lei come di una mamma Roma che tiene testa (in Tv in una trasmissione che è divenuta culto) a Claudio Villa: stornellando, i due si dicono le cose peggiori e Gabriella ne esce come l'erede di un genere romanesco che non è solo voce, ma aspetto. È così che si appropria delle canzoni, vecchie o nuove non importa, che le diano la possibilità di costruire dei veri e propri numeri, quasi delle «macchiette», nelle quali però non c'è imitazione dei vecchi artisti napoletani ma il filtro di una personalità esuberante e irrefrenabile. Così Dove sta Zazà, che nel dopoguerra era stata il simbolo dell'Italia dissolta («Dove sta Zazà/ uh Madonna mia») tornava ad essere nella sua interpretazione un brano intriso di perfidia e di amarezza. E così era per Ciccio Formaggio, vecchio numero di Nino Taranto.
Dal Bagaglino alla tv il passo era stato breve ma dopo i trionfi di Mazzabubù ed altri incentrati su di lei, il rapporto con la canzone si era fatto difficile. Anzi, più che con la canzone, con il complesso mondo dello spettacolo, dal quale lei cominciava a rifuggire. Per una celebrazione di Villa era stato difficile portarla sul palco del Palazzo delle esposizioni ma più difficile ancora farla cantare. Si sapeva che non voleva più cantare ma qualche anno fa un impresario era riuscito a farle incidere un nuovo disco e contava di organizzarle una tournée. Tutti lo guardavano con incredulità, infatti la tournée non ci fu. L'impresario combinò allora una settimana al Teatro Vittoria ma anche quello spettacolo non andò in porto. Appariva raramente in show televisivi, come testimone di un'epoca e non so francamente come riuscissero a vincere le sue resistenze. Sabato ha scavalcato una balaustra.
Leoncarlo Settimelli – L'UNITA' – 03/04/04
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato due occhi che quando li apro
chiaramente vedo il nero e il bianco
chiaramente vedo il cielo alto brillare al fondo
nella moltitudine l'uomo che amo
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato l'udito così certo e chiaro
sento notti e giorni, grilli e canarini
turbini, martelli ed i lunghi pianti di cani
e la voce tenera del mio amato
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il passo dei miei piedi stanchi
con loro ho attraversato città e pozze di fango
lunghe spiagge vuote, valli e poi alte montagne
e la tua casa e la tua strada e il tuo cortile
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
del mio cuore in petto il battito chiaro
quando guardo il frutto della mente umana
quando vedo la distanza tra il bene e il male
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto
così io distinguo la buona o brutta sorte
così le sensazioni che fanno il mio canto
grazie alla vita che mi ha dato tanto
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:33
Versione italiana di Herbert Pagani
Italian version by Herbert Pagani
Versión italiana de Herbert Pagani
Tutte le informazioni e il testo con le correzioni autografe su questa pagina
Ti ringrazio vita
che m'hai dato tanto
che m'hai dato gli occhi
per vedere il mondo
nero quando è nero
bianco quando è bianco
per vedere il cielo, il mare e l'altopiano
e fra mille donne quella che io amo!
Ti ringrazio vita
Che m'hai dato tanto
Un amore vero
Per il quale canto
E domani un figlio
Tenero e sereno
Che m'hai dato l'arco dell'arcobaleno
Sotto il quale passa quella che io amo!
Ti ringrazio vita
Che m'hai dato tanto
Tutte le parole
Del vocabolario
Con le quali dico
Ciò che ho nella mente
Con le quali apro il cuore della gente
Ed il cuore grande di colei che amo!
Ti ringrazio vita
Che m'hai dato tanto
Che m'hai dato un cuore
Che mi segna il tempo
Che non perde un colpo
Che non batte invano
Quando vedo il frutto del pensiero umano
Quando vedo gli occhi di colei che amo!
Ti ringrazio vita
Che m'hai dato tanto
Musica di rime, di risate e pianto
Canto dell'amore
Canto del dolore
Canto della vita che per tutti canto!
Canto di voi tutti che è il mio stesso canto
Ti ringrazio vita che m'hai dato tanto.
Grazie alla vita che tanto mi ha dato,
mi ha dato due astri che quando li apro
distinguo perfettamente il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato,
e nelle moltitudini l'uomo che amo.
Grazie alla vita che tanto mi ha dato,
mi ha dato l'udito che nella sua ampiezza
registra notte e giorno grilli e canarini,
martelli, turbine, latrati, acquazzoni,
e la così tenera voce del mio beneamato.
Grazie alla vita che tanto mi ha dato,
mi ha dato il suono e l'abbecedario
con esso le parole che penso e declamo,
madre, amico, fratello e luce illuminante,
la strada dell'anima di colui che sto amando.
Grazie alla vita che tanto mi ha dato,
mi ha dato il passo dei miei piedi stanchi,
con loro camminai per città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e pianure
e a casa tua, la tua strada e il tuo cortile.
Grazie alla vita che tanto mi ha dato,
mi ha dato il cuore che agita la sua cornice
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il buono così lontano dal cattivo,
quando guardo in fondo ai tuoi occhi chiari.
Grazie alla vita che tanto mi ha dato,
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto,
così distinguo la gioia dal dispiacere
i due materiali che costruiscono il mio canto
e il vostro che è il mio stesso
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.
Italian singable version by Andrea Buriani
Versión italiana cantable de Andrea Buriani
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.
Mi ha dato due luci, che quando le apro
perfetto distinguo, il nero dal bianco.
E nell’alto del cielo, il suo fondo stellato.
E là tra la folla, colei che amo.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.
Mi ha dato l’udito, che in tutto il suo raggio
sente notte e giorno, grilli ed uccelli.
turbinii e ubriachi, martellii e latrati
e la voce soave del mio bene amato.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.
Mi ha dato la voce, e l’Abecedario
così le parole che penso e declaro:
madre, amico, fratello e lume acceso,
ed il cammino del cuore di chi sto amando.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.
Mi ha dato la marcia, dei miei piedi stanchi.
Con i quali ho varcato le città e nel fango
spiagge, deserti, vallate e innevate e cime,
la tua casa, la strada e poi quel confine.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.
Mi ha dato il cuore che aumenta il suo passo
quando vedo il frutto della mente umana,
quando vedo il bene dal male lontano,
quando il fondo dei tuoi occhi mi è più chiaro.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto.
Mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto.
Così io distinguo “deciso” da “infranto”,
sole essenze che formano il mio canto
e il canto di voi tutti, che è lo stesso mio canto
e il canto di tutti, che è il mio stesso canto.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto.
Contributed by Andrea Buriani - 2011/10/16 - 21:09
Versione italiana di Diana Di Francesca
Italian version by Diana Di Francesca
Versión italiana de Diana Di Francesca
"Grazie a una discreta conoscenza dello spagnolo con particolarità linguistiche Latinoamericane ho cercato di mediare la fedeltà al testo originale con la suggestione poetica delle immagini." (Diana Di Francesca)
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato due astri che quando li apro
perfetto distinguo il nero dal bianco
e nell'alto cielo il suo fondo stellato
e in mezzo alla gente il viso del mio amato.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'udito che in tutto il suo raggio
notte e giorno registra grilli e canarini,
latrati e piovaschi,martelli e turbìne,
e la tenera voce dell'uomo che io amo.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono, il vocabolario,
tutte le parole che penso e che dico,
fratello, madre, amico,
luce da illuminare
la strada del cuore di chi voglio amare.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cammino dei miei piedi stanchi,
con essi ho traversato città e ruscelli,
montagne e pianure,e spiagge e deserti,
e la tua casa,la tua via, il cortile.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che scuote la sua gabbia
quando vedo il frutto del pensiero umano,
quando vedo il bene dal male lontano,
quando vedo il fondo del tuo sguardo chiaro.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,
così distinguo la gioia dal dolore
i due materiali che fanno il mio canto,
e il vostro canto che è il mio stesso canto,
e il vostro canto che è il mio stesso canto.
Contributed by Diana Di Francesca - 2013/10/5 - 15:02
Versione italiana di Bruno Lomele
Italian version by Bruno Lomele
Versión italiana de Bruno Lomele
Propongo una mia traduzione alternativa di questa canzone. Il desiderio era di renderla maggiormente cantabile in italiano, pur cercando di rimanere più fedele possibile all'intenzione del testo.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto
mi ha dato due lumi, quando li accendo
chiaramente distinguo ogni sfumato colore,
e nell'alto del cielo lo stellato splendore
e, tra mille volti, il viso del mio amore.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'udito, che sa cogliere il canto
di grilli e cicale, e dei cani il richiamo
di martelli e turbine, del vento e del tuono
e la dolce voce di colei che amo.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il passo del mio piede stanco
per sentieri di polvere, pozze di fango
deserti, città, valli e cime di ghiaccio
fin alla tua strada, la tua casa, il tuo abbraccio.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha dato la voce e l'abecedario
per creare parole che penso e declamo
madre, amico, fratello, fanno luce al cammino
che sa condurmi nell'anima di chi amo.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
m'ha dato il cuore che s'agita in petto
quando guardo il frutto dell'uomo nel mondo
quando guardo l'abisso tra il bene ed il male
quando mi perdo negli occhi del mio amore.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto
grazie a loro distinguo gioia e tormento
i due materiali che fanno il mio canto
che è il canto di voi, che è il mio stesso canto
che è il canto di tutti, che è il mio proprio canto.
Contributed by Bruno Lomele - 2015/8/3 - 08:35
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato due occhi, che quando li apro
distinguo perfettamente il nero dal bianco
e nel cielo alto il suo sfondo stellato
e, in mezzo alla folla, l'uomo che amo.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'udito, che in tutta la sua ampiezza
percepisce, notte e giorno, grilli e canarini
martelli, turbine, latrati, temporali
e la voce così dolce del mio caro amato.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato la parola e l'alfabeto,
con esso i vocaboli che penso e pronuncio:
madre, amico, fratello, e luce che illumina
il cammino dell'anima di colui che amo.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cammino dei miei piedi stanchi,
con essi ho attraversato città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e pianure
e la tua casa, la tua strada e il tuo cortile.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore, che scuote il suo scrigno
quando ammiro i frutti della mente umana,
quando osservo il bene, così distante dal male,
quando vedo il fondo dei tuoi occhi chiari.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto,
mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto,
così io distinguo la gioia dalla tristezza,
i due temi che danno forma al mio canto
e al vostro canto, che è il mio stesso canto
e al canto di tutti, che è anche il mio canto.
Grazie alla vita, che mi ha dato tanto!
Contributed by Ferdinando Panzica - 2023/4/3 - 16:38
English translation by David Anderson, from this page [broken link]
Traducción inglés de David Anderson desde esta página [link inactivo]
Thanks to Life, which has given me so much
It gave me two eyes which, when I open them,
clearly tell black from white
And in the sky, the background of stars
And in the multitudes, the one that I love.
Thanks to Life, which has given me so much
It has given me hearing with all its range
Which records, night and day, crickets and canaries
Hammers, fans, barking, downpours
And the tender voice of my loved one.
Thanks to Life, which has given me so much
It has given me voice and alphabet
And the words that I think and speak:
Mother, friend, brother, and shining light
The road to the heart of the one I'm loving.
Thanks to Life, which has given me so much
It has given me the steps of my tired feet
With which I walked through cities and puddles
Beaches and deserts, mountains and plains
And your house, your street, and your patio.
Thanks to Life, which has given me so much
It gave me the heart that shakes its own frame
When I see the fruit of the human mind
When I see the good, so far from the bad
When I see the depths of your clear eyes.
Thanks to Life, which has given me so much
It has given me laughter and it has given me tears
Thus I distinguish happiness from sorrow
The two materials that form my song
And your song, which is the same song
And the song of everyone, which is my own song.
Thanks to Life, which has given me so much.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 19:32
From a YouTube video including the original version performed by Mercedes Sosa we reproduce here a reliable English translation.
Desde un vídeo YouTube de la versión original cantada por Mercedes Sosa se reproduce aqui una traducción inglés muy fiel. [CCG/AWS Staff]
Thanks to life, which has given me so much.
It gave me two beams of light, that when opened,
Can perfectly distinguish black from white
And in the sky above, her starry backdrop,
And from within the multitude
The one that I love.
Thanks to life, which has given me so much.
It gave me an ear that, in all of its width
Records— night and day—crickets and canaries,
Hammers and turbines and bricks and storms,
And the tender voice of my beloved.
Thanks to life, which has given me so much.
It gave me sound and the alphabet.
With them the words that I think and declare:
"Mother," "Friend," "Brother" and the light shining.
The route of the soul from which comes love.
Thanks to life, which has given me so much.
It gave me the ability to walk with my tired feet.
With them I have traversed cities and puddles
Valleys and deserts, mountains and plains.
And your house, your street and your patio.
Thanks to life, which has given me so much.
It gave me a heart, that causes my frame to shudder,
When I see the fruit of the human brain,
When I see good so far from bad,
When I see within the clarity of your eyes...
Thanks to life, which has given me so much.
It gave me laughter and it gave me longing.
With them I distinguish happiness and pain—
The two materials from which my songs are formed,
And your song, as well, which is the same song.
And everyone's song, which is my very song.
Thanks to life
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/3 - 20:35
As far as I know, the only English version of Gracias a la vida actually sung and included in an album is that made by the Canadian folksinger Nancy White, who should be thanked also for the extraordinary title of one of her best know songs, Leonard Cohen's Never Gonna Bring my Groceries in. This version is called Gracias a la vida/Thanks to Life and is included in Nancy White's 1998 album Gaelic Envy. As the complete lyrics were not available in the Web, we have transcribed them by direct listening. [RV]
Gracias a la vida, life has given me so much
The large and the small things, two eyes to see all things
To perfectly distinguish the blackness from the whiteness
And in the sky the brightness of the stars above me
And in the crowded streets I can pick out the one who loves me.
Gracias a la vida, life has given me so much
Gave me sounds I can't forget and all the letters of the alphabet
To make the words and the phrases that tell my heart's desires
Like mother, friend and fire and light that shows clearly
The path to the soul of the one I love so dearly.
Gracias a la vida, life has given me so much
Gave me hearing and memory to record nature's melody
I hear crickets and canaries and giant hammers pounding
Thunder resounding and the cry of the starling
And the sweet and tender voice of my own dear darling.
Gracias a la vida, life has given me so much
Tired feet for traveling, and roads for unraveling
I wandered through the cities, the prairies and the mountains
Saw the streams and the fountains, but my sweetest hours
Were spent in your house with your garden flowers.
Gracias a la vida, life has given me so much
Gave me all of the laughter and the weeping that comes after
So I can perfectly distinguish the joy from the sorrow
Two things I borrow, to make melody
I hold the guitar but you gave the song to me.
Es el canto de ustedes que es mi proprio canto,
Es el canto de todos que es el mismo canto,
Gracias a la vida que me ha dado tanto.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/3 - 20:56
Cantata con l'accompagnamento dei Quilapayún
da questa pagina
Poème reproduit par Herbert Pagani d'après l'œuvre originale de Violeta Parra (1974).
Accompagnement musical du groupe Quilapayún, ambassadeur culturel du Chili de Mr Salvador Allende.
(traduction assez libre pour notre plus grand plaisir)
Gracias a la vida,
Merci l'existence,
Pour ces yeux que j'ouvre
Quand le jour commence,
Ils m'ont fait connaître,
L'océan, les plaines,
Le soleil des routes
Et l'ombre des fontaines
Et parmi les femmes
La seule femme que j'aime
Gracias a la vida,
Pour les bruit du monde,
Du vol des abeilles
Au volcans qui gronde,
Pour le son des cloches,
Le cri des sirènes,
Pour les chants d'oiseaux
Après la pluie soudaine,
Pour la voix si tendre
de la femme que j'aime
Gracias a la vida,
Pour mon cœur fidèle,
C'est mon métronome,
Et ma sentinelle,
Je l'entends qui vibre,
Dans sa cage d'homme,
Quand je goutte aux fruits
De la pensée humaine,
Quand je fais l'amour
Avec la femme que j'aime.
Gracias a la vida,
Merci l'existence,
Pour ces mots qui dansent
Dans mes dictionnaires
Et qui m'aident à dire,
Tout ce que je pense,
Qui m'ouvre les coeurs
Et brisent les frontières
Et qui font qu'un inconnu
Devient mon frère
Gracias a la vida,
Merci l'existence,
Pour chaque musique,
Pour chaque poème,
Pour le chant des peuples
Qui brisent leurs chaînes,
Pour le chant d'un seul
Qui brise le silence
Et devient pour tous
Un chant de délivrance.
Gracias a la vida
Merci l'existence...
Versione francese di Angélique Duruisseau
Version française d'Angélique Duruisseau
Versión francés de Angélique Duruisseau
Angélique Duruisseau (born 23 May, 1981), a Québecoise by birth, is well known in all French-speaking countries for her performances of Edith Piaf's songs, but she also devoted a whole album to Jacques Prévert's poems and another, “Léo et Leonard”, to Léo (Ferré's) and Leonard (Cohen's) songs. [CCG/AWS Staff]
Merci à la vie qui m'a tant donné.
Elle m'a donné deux yeux et quand je les ouvre
Je distingue parfaitement le noir du blanc
Et là-haut dans le ciel, un fond étoilé
Et parmi les multitudes, l'homme que j'aime.
Merci à la vie qui m'a tant donné.
Elle m'a donné d'entendre, oreilles grandes ouvertes
Enregistrer nuit et jour grillons et canaris,
Marteaux, turbines, aboiements, orages,
Et la voix si tendre de mon bien-aimé.
Merci à la vie qui m'a tant donné.
Elle m'a donné la voix et des lettres
Avec lesquelles je pense les mots, et je dis
Mère, ami, frère, lumière qui éclaire
Le chemin de l'âme que j'aime.
Merci à la vie qui m'a tant donné.
Elle m'a donné de marcher de mes pieds fatigués
Et j'ai ainsi parcouru villes et marécages,
Plages et déserts, montagnes et plaines
Jusqu'à ta maison, ta rue, ta cour.
Merci à la vie qui m'a tant donné.
Elle m'a donné un coeur qui devient débordant
Quand je vois le fruit du cerveau humain ;
Quand je vois la distance qu'il y a entre le bien et le mal
Quand je vois le fond de tes yeux clairs.
Merci à la vie qui m'a tant donné.
Elle m'a donné le rire, elle m'a donné les pleurs.
Ainsi, je distingue le bonheur du désespoir
Ces deux éléments qui forment mon chant,
Et votre chant qui est le même chant,
Et le chant de tous, qui est encore mon chant.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:42
The version by the lyrical poet Heinz Kahlau (born 1931 in Drewitz and died 2012 in Greifswald) may be a perfect exemple of the so-called “Web legends”: it has been credited long (in this site, too) to “Erich Aurich” (a seemingly inexistent personage), but it is the first, historical German version of Gracias a la vida although not often recorded (we include here a performance by Regina Saskia Huber). Heinz Kahlau is no minor personality: a poet and playwright, he was taught in the Akademie der Künste by Bertolt Brecht in person. A DDR citizen, he published 1956 some critical poems against the Soviet invasion of Hungary after the revolt, and was thus threatened with imprisonment; the threaten must have been serious, as he worked between 1956 and 1964 as an employee for the Ministry of State Security (the same ministry in charge for STASI; in 1990, Kahlau recognized all this spontaneously). In 1961, Kahlau published a number of poems where he approved and praised the building of the Berlin Wall. In the 70's he was an active member of DDR's Writers Union and wrote several songs for a rock band, Karat. He was a member of SED (the Communist Party of DDR) and, then, of Die Linke. [RV]
(GRACIAS A LA VIDA)
Ich danke dem Leben, das mir so viel gegeben:
Es gab mir zwei Augen, um deutlich zu trennen
das Weiße vom Schwarzen; die Welt zu erkennen,
den sternklaren Grund überm endlosen Himmel
und den, den ich liebe im Menschengewimmel.
Ich danke dem Leben, das mir so viel gegeben:
Es gab mir zwei Ohren, die Welt zu erlauschen,
Gesang von Zikaden, des Regenguß’ Rauschen,
Geräusch von Turbinen, vom Hämmern an Bauten,
die zärtliche Stimme des lange Vertrauten.
Ich danke dem Leben, das mir so viel gegeben:
Es gab mir die Stimme, es gab mir die Laute,
so konnte ich rufen, den, dem ich vertraute:
die Mutter, den Freund und den Bruder zu finden,
den Weg zu der Seele des Liebsten ergründen.
Ich danke dem Leben, das mir so viel gegeben:
Es gab mir zwei Füße, um sie zu benützen,
so laufe ich müde durch Städte und Pfützen,
auf Berge, durch Wüsten, so heiß ohnegleichen,
dein Haus, deine Strasse, um dich zu erreichen.
Ich danke dem Leben, das mir so viel gegeben:
Es gab mir mein Herz, und das klopft zum Zerspringen,
will ich die Früchte des Geistes besingen,
seh ich wie weit ist das Gute vom Bösen,
seh ich deine Augen und kann mich nicht lösen.
Ich danke dem Leben, das mir so viel gegeben:
Es gab mir mein Lachen, es gab mir mein Weinen,
und läßt mich das Glück von dem Leid unterscheiden,
mein Lied ist aus diesen zwei Quellen entsprungen,
mein Lied für mich selber und für euch gesungen,
mein Lied für mich selber und für alle gesungen.
Gracias a la vida, gracias a la vida. Gracias a la vida.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:54
Gerhard Schöne, nato nel 1952 vicino a Dresda, è stato -finché è esistita- uno dei cantautori più noti della Repubblica Democratica Tedesca, o DDR che dir si voglia, sebbene fosse considerato una “voce critica”. Occorre tenere in mente che Violeta Parra era famosissima nella DDR: non solo vi si esibì, ma vi incise anche un disco, ed è probabile che vi siano delle precise reminiscenze da parte di Gerhard Schöne che, nel 1990, a muro di Berlino già caduto e in prossimità della Wiedervereinigung incise questa sua Nachdichtung di Gracias a la vida.
Gerhard Schöne, born 1952 near Dresden, has been one of former DDR's best known folksingers, although he was considered as a “critical voice”. It should be borne in mind that Violeta Parra was a celebrity in the German Democratic Republic: not only did she perform, but also she recorded a whole album there, and this could have impressed Gerhard Schöne who recorded 1990, when the Berlin Wall had already fallen down and just about the Wiedervereinigung, his Nachdichtung of Gracias a la vida. [CCG/AWS Staff]
Liebes Leben, Danke für all deine Gaben!
Du gabst mir zwei Augen, um zu unterscheiden:
das Dunkle vom Hellen, das Nahe vom Weiten,
zu sehen die Sterne und was sie uns künden
und aus Millionen meine Liebste zu finden.
Liebes Leben, Danke für all deine Gaben!
Du gabst mir zwei Ohren, mit denen ich höre:
den Klang der Turbinen, Sirenen und Chöre,
das Prasseln des Regens, die Schreie der Tiere,
der Liebsten Stimme, die mich sanft berühre.
Liebes Leben, Danke für all deine Gaben!
Du gabst mir die Stimme, die Worte und Laute,
mit denen ich singe und sag das Vertraute
der Mutter, dem Bruder, dem Freund und dem Kinde,
bis ich den Weg zum Herz der Liebsten finde.
Liebes Leben, Danke für all deine Gaben!
Du gabst mir zwei Füße, die müde mich schleppen
durch Wiesen und Städte durch Straßen und Steppen,
durch traurige Dörfer, vertrocknete Seen,
zum Haus der Liebsten, um vor ihr zu stehen.
Liebes Leben, Danke für all deine Gaben!
Mein Herz ohne Ruhe, das schlägt für die Schwachen,
das trommelt für alle, die endlich erwachen
zum Leben im Leben, die sich ganz verschwenden.
Und es schlägt lauter unter ihren Händen.
Liebes Leben, Danke für all deine Gaben!
Du gabst mir die Freude, du gabst mir das Leiden.
Und was ich auch singe, ich form es aus beiden,
aus Lachen und Weinen entstehn meine Lieder.
Und meine Lieder sind auch eure Lieder.
Und eure Lieder sind auch meine Lieder.
Und meine Lieder sind auch eure Lieder.
Liebes Leben, Danke!
Liebes Leben, Danke!
Gracias a la vida
Gracias a la vida
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 11:47
Manfred Maurenbrecher's family name may evoke much to a German: it means “wall breaker”, and that's why we can see him there with an axe in his hands. While referring to the official website for further information, we can say here that Manfred Maurenbrecher's Nachdichtung of Gracias a la vida is the youngest in time among the German versions: written 2003, it was issued 2004 in the album Ende der Nacht (“End of Night”, a definitely célinian title). [RV]
(GRACIAS A LA VIDA)
So gut tut das Leben,
hat mir die Augen gegeben,
die für mich wie zwei Sterne
schaun in die Nähe und Ferne,
auf das Schwarze und Weiße,
all die Farben dazwischen,
auf das Helle und Trübe,
Himmel nachts, aufgerissen,
Blicke unzähliger Menschen,
und die von dem, den ich liebe.
So gut tut das Leben,
hat mir zu hören gegeben
Glocken an frühen Tagen,
Regen und Türenschlagen,
Grillen, Bellen und Surren,
das Geheul der Motoren,
Wasserfall, Lederhiebe,
nächtliches Schluchzen und Gurren,
flüsternde Stimmen von Fremden
und auch von dem, den ich liebe.
So gut tut das Leben,
Worte und Töne, die geben
Halt meinen klaren Gedanken,
dass die mich führ’n und nicht wanken,
wenn ich das Gute und Böse
sehr getrennt seh und nicht löse,
nicht zueinander es schiebe,
nicht das Licht mildre und trübe,
klares Licht dem, den ich liebe
und dem Weg seiner Seele.
Ich danke dem Leben,
hat diesen Gang mir gegeben,
Schwung meiner müden Füße,
durch die Städte und Wüste,
über steinige Scharten,
durch die Pfützen zur Küste,
die wollten nie lange warten,
kamen durch so viele Türen,
kamen durch noch mehr Straßen,
streiften dein Haus und Garten.
Und so gut tut das Leben,
hat mir das alles gegeben,
Weinen und auch das Lachen,
um mir dies Lied hier zu machen,
Trauer und Glück für’s eine,
gemeinsam und doch alleine,
ob ich jetzt ging oder bliebe,
ein Lied von allen genommen
für alle, oder für keine,
und auch für den, den ich liebe.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 13:04
In the Portuguese-speaklng countries, Gracias a la vida is always sung in the Spanish original lyrics. The performance by the great Elis Regina (from the music show Falso Brilhante, 1976) is particularly well known. The present translation (and the following one) are literal translations to be found in the Web, not expressly made for singing though the first one fits fairly well. [CCG/AWS Staff]
Obrigada à vida
que me deu tanto
Deu-me dois olhos
que quando os abro
perfeito distingo
o preto do branco
no alto céu seu fundo estrelado
e nas multidões o homem que eu amo.
Obrigada à vida
que me deu tanto
Deu-me o ouvido
que em toda sua extensão
grava noite e dia
grilos e canários
martelos, turbinas, latidos, chuvaradas
e a voz tão terna do meu bem amado
Obrigada à vida
que me deu tanto Deu-me o som
e o abecedário
com ele as palavras
que penso e declaro
"mãe, amigo, irmão"
e a luz, iluminando
o rumo da alma do que estou amando
Obrigada à vida
que me deu tanto
Deu-me a marcha
dos meus pés cansados
com eles andei
cidades e charcos
praias e desertos, montanhas e planos
tua casa, tua rua e teu pátio.
Obrigada à vida
que me deu tanto
Deu-me o coração
que agita seu marco
quando olho o fruto
do cérebro humano
quando olho o bom tão longe do mal
quando olho o fundo de teus olhos claros
Obrigada à vida
que me deu tanto
Deu-me a risada
e deu-me o pranto
assim distingo
felicidade de fraqueza
os dois materiais que formam meu canto
o canto de todos que é mesmo canto
o canto de todos que é meu próprio canto.
Obrigada à vida
que me deu tanto.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:46
See the 1st Portuguese translation. Also this translation has been present in the Web for several years.
Véase la primera traducción al Portugués. Esta traducción tiene también años de presencia en la Red.
Graças à Vida que me tem dado tanto
me deu dois olhos que quando os abro
perfeito distingo o negro do claro
e no alto céu seu fundo estrelado
e nas multidões o homem que eu amo.
Graças à Vida que me tem dado tanto
me deu o som do abedecedário
com ele as palavras que penso e declaro
mãe amigo irmão e luz alumiando,
a rota da alma do que estou amando.
Graças à Vida que me tem dado tanto
me deu a marcha de meus pés cansados
com eles andei cidades e charcos,
praias e desertos montanhas e planos
e a casa tua, tua rua e teu pátio.
Graças à Vida que me tem dado tanto
me deu o coração que agita seu marco
quando olho o fruto do cérebro humano,
quando olho o bom tão longe do mau,
quando olho o fundo de teus olhos claros.
Graças à Vida que me tem dado tanto
me deu o riso e me deu o pranto,
assim eu distingo dita de quebranto
os dois materiais que formam meu canto
e o canto de vocês que é o mesmo canto
e o canto de todos que é meu próprio canto.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:49
Marc Parrot's Catalan adaptation of Gracias a la vida is quite new (2012) and was made on purpose for a Catalan anti-cancer fundraising TV marathon (La Marató de TV3 2012, where it wasn't performed by the author, but by Miguel Poveda). Marc Parrot's performance came later, as well as that by Albert Pla.
Gràcies a la vida que tot m’ho regala.
M’ha donat la vista per poder mirar-te.
Veure claror i ombres, colors que m’envolten,
i totes les llums de la nit estrellada,
i entre un mar de gent a la gent estimada.
Gràcies a la vida que tot m’ho regala.
M’ha donat l’oïda, que amb la seva amplada
grava nit i dia els ocells que canten,
udols i turbines, tempestes i aire,
i paraules tendres que l’amor escampa.
Gràcies a la vida que tot m’ho regala.
M’ha donat el so i l’abecedari,
amb ell les paraules que penso i declaro.
Mare, amics, germans, i la llum que ara em marca.
El camí d’amor que persegueixo encara.
Gràcies a la vida que tot m’ho regala.
M’ha donat les passes per als meus peus que marxen,
que trepitgen platja, deserts i muntanyes,
Prats, ciutats i boscos, bassals i esplanades,
casa teva, el teu carrer i la teva cambra.
Gràcies a la vida que tot m’ho regala.
M’ha donat el riure i el plor que el cor trenca.
Així jo separo l’amor de la pena,
els dos materials on el meu cant arrela,
i un cant que és el vostre però que tant s’hi assembla.
Aquest cant de tots que és el que canto sempre.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/4 - 11:04
The literal Dutch version, Dank aan het leven, is to be found everywhere on the Web as a support for the original Spanish lyrics (but see also here). The author is unknown.
(GRACIAS A LA VIDA)
Dank aan het leven dat me zoveel heeft gegeven.
Het gaf mij twee ogen zodat wanneer ik ze open,
ik perfect het donker van het licht onderscheid,
en in de hoge hemel zijn diepte vol sterren,
en in de massa’s de man die ik liefheb.
Dank aan het leven dat me zoveel heeft gegeven.
Het heeft mij het gehoor gegeven dat in al zijn omvang
opneemt, ‘s nachts en overdag, krekels en kanaries,
hamers, turbines, geblaf, stortbuien,
en de tedere stem van mijn fijne lief.
Dank aan het leven dat me zoveel heeft gegeven.
Het heeft mij de klank gegeven en het alfabet,
en daarmee de woorden die ik denk en uitspreek,
“moeder, vriend, broeder” en licht schijnend
op de route van de ziel van hem die ik liefheb.
Dank aan het leven dat me zoveel heeft gegeven.
Het heeft mij de voortgang van mijn vermoeide voeten gegeven.
Met hen ging ik naar steden en plassen,
stranden en woestijnen, bergen en vlakten,
en jouw huis, jouw straat en jouw binnenplaats.
Dank aan het leven dat me zoveel heeft gegeven.
Het gaf mij m’n hart dat opgewonden klopt,
wanneer ik de vruchten zie van het menselijk brein,
wanneer ik het goede zie ver weg van het kwade,
wanneer ik in het diepst van je heldere ogen kijk.
Dank aan het leven dat me zoveel heeft gegeven.
Het heeft mij vreugde gegeven, het heeft me verdriet gegeven.
Zo onderscheid ik geluk van verlies,
de twee elementen die mijn lied vormen,
en het lied van jullie dat hetzelfde lied is,
als het lied van allen dat mijn eigen lied is.
Dank aan het leven, dank aan het leven,
dank aan het leven, dank aan het leven.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/4 - 11:41
There's also a singable Dutch version of the song, Graag zie ik je heel het leven, performed by Saskia Jonker accompanied by Maxim Baghuis (curiously enough, the author of the German version is also called “Saskia”, Regina Saskia Huber). Here's the version in this YouTube video. Sadly, the Dutch lyrics are not available. [CCG/AWS Staff]
Riccardo Venturi - 2015/5/4 - 12:08
La versione svedese di Brita Åman cantata da Arja Saijonmaa assieme agli Inti Illimani.
Swedish version by Brita Åman, performed by Arja Saijonmaa with Inti Illimani
Versión sueca de Brita Åman, ejecutada por Arja Saijonmaa junto con Inti-Illimani
Brita Åmans svensk version sjungen avArja Saijonmaa tillsammans med Inti Illimani
Album: Jag vill tacka livet - 13 sanger av Violeta Parra [1979]
Era, sembra, la canzone preferita dal primo ministro svedese Olof Palme. Socialdemocratico di sinistra, terzomondista e amico della causa palestinese, aveva anche preso una decisa posizione contro la guerra nel Vietnam, definendo gli USA come "autori di uno dei peggiori crimini contro l'umanità". Era sostenitore del disarmo unilaterale, pacifista convinto e sostenitore della più rigorosa neutralità della Svezia in campo internazionale, e di una politica di welfare socialmente avanzatissima nei confronti delle classi più disagiate (che gli aveva ovviamente fatto guadagnare enormi simpatie nelle classi popolari, e altrettanto enormi antipatie nel padronato).
Olof Palme fu "misteriosamente" assassinato la sera del 28 febbraio 1986 a Stoccolma, mentre in compagnia della moglie stava tornando dal cinema a piedi e senza nessunissima scorta (com'era nel costume dei paesi scandinavi fino a quella data); un uomo gli sparò due colpi a bruciapelo e da non più di un metro, uccidendolo sul colpo. Da allora nessuno è stato mai incolpato ufficialmente di quell'assassinio, anche se numerose inchieste giornalistiche, e anche di cittadini comuni che avevano assistito ad un ripetuto pedinamento del primo ministro la sera del suo assassino, riconoscendo vari esponenti della polizia svedese notoriamente collusi con l'estrema destra nazista, hanno probabilmente chiarito che Palme fu ucciso proprio da un complotto ordito da una squadra speciale della polizia al cui iniziatore e capo, Hans Holmer, fu affidata l'indagine. Indagine che si preoccupò sapientemente prima di sviare le indagini (con inesistenti "piste curde", ad esempio, che portarono all'arresto di numerosi curdi poi risultati del tutto estranei all'accaduto), e poi di insabbiarle definitivamente. A tutt'oggi, per l'assassinio di Olof Palme non esiste nessun colpevole.
A Olof Palme sono intitolate in tutto il mondo fondazioni ed associazioni internazionali che sotengono la pace e il disarmo nucleare. Una delle principali ha sede a Barcellona.
Ai funerali di Olof Palme, Arja Saijonmaa cantò questa canzone davanti al feretro, nella versione in lingua svedese che qui presentiamo.[RV]
Arja Saijonmaa's Swedish version has its own peculiar story.
It is said to be Olof Palme's favorite song. A left-wing social-democrat, third-worldist and a recognized friend of the Palestinian cause, the old Swedish prime minister had also taken a strong position against the Vietnam war and called the US “the authors of one of the worst crimes against humanity”. He supported unilateral disarmament and was an out-and-out pacifist and a supporter of Sweden's uncompromised neutrality. His socially advanced welfare policies gained him immense popularity among the lower classes, and, of course, immense unpopularity among the higher ones.
Olof Palme was “misteriously” murdered on the night of February 28, 1986 while he was walking on his way home from the movies, with his wife and totally unescorted (as it was usual in the Scandinavian countries until that date); someone shot him twice point-blank from very short distance and killed him on the spot. The murderer remains, and will probably remain, unknown, although several reports by journalists (and even precise witnesses by common people) talked about insisted tailing of the prime minister on the night of his assassination. Many witnesses recognized a number of Swedish policemen, notoriously colluding with the Nazi extreme right, and it has been well ascertained that Palme was the victim of a complot organized by a special squad of the Swedish police, whose chief, Hans Holmer, was appointed for official inquiry. Holmer was definitely keen, first in turning the inquiry in the wrong direction (with inexistent “Kurdish tracks” that led to arrestation of several Kurds totally unconnected with the facts), and then in shelving it completely.
Olof Palme has given his name to world-renowned foundations and associations supporting peace and nuclear disarmament; one of the most important of such associations is officially located in Barcelona.
Arja Saijonmaa sang this song in Swedish on Olof Palme's solemn burial, before his open coffin. [RV]
Jag vill tacka livet som gett mig så mycket
det gav mig två ögon och när jag dem öppnar
kan jag klart urskilja det svarta från det vita
och högt där uppe himlens mantel strödd med stjärnor,
i mängden mänskor mannen som jag älskar.
Jag vill tacka livet som gett mig så mycket,
det gav mig hörseln som i all sin vidhet
fångar natten och dagen syrsor och små fåglar,
turbiner, hammare, ett hundskall och ett ösregn
och röstens ömhet hos den som jag älskar.
Jag vill tacka livet som gett mig så mycket,
det har gett mig ljudet och hela alfabetet
så att jag får orden för tankarna jag tänker,
moder, vän och broder, ljuset som upplyser
den karga väg min älsklings själ ska vandra.
Jag vill tacka livet som gett mig så mycket,
det gav mig lång vandring för så trötta fötter,
jag gick genom städer, genom öknar och i slättland,
hem till ditt hus, din väg och dina gröna ängar.
Jag vill tack livet som gett mig så mycket,
det gav mig ett hjärta som i grunden darrar
när jag ser på frukten av det hjärnan skapar,
och det goda så avlägset från det onda
när jag ser djupt i dina klara ögon.
Jag vill tacka livet som gett mig så mycket,
det har gett mig skrattet, det har gett mig smärtan
så att jag kan urskilja lyckan ifrån sorgen,
de två ting som skapar alla mina sånger,
och era sånger som är mina sånger,
och allas sånger som är mina sånger.
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/27 - 23:57
Dansk oversættelse af Riccardo Venturi
Danish translation by Riccardo Venturi
Traducción al danés de Riccardo Venturi
5.5.2015
Takket være livet, som har givet mig så meget,
det gav mig to øjne, og når jeg åbner dem
skelner jeg perfekt mellem sort og hvidt
og på himlen over den stjerneklare baggrund
og midt i skarerne den mand, jeg elsker.
Takket være livet, som har givet mig så meget,
det gav mig hørelsen, der i al sin bredde
nat og dag registrerer fårekyllinger og kanariefugle,
hamre og turbiner og hundgøen og storme
Og den søde stemme af den mand, jeg elsker.
Takket være livet, som har givet mig så meget,
den gav mig lydene og alfabetet
og med dem de ord, som jeg tænker og erklærer
mor bror ven og skynnende lys
stien til sjælen af den mand, jeg elsker.
Takket være livet, som har givet mig så meget,
det gav mig marchen af mine trætte fødder,
med dem har jeg gået til byer og vandpytter,
til strande og ørkener, til bjerge og sletter
og til dit hus, din gade, din gårdsplads.
Takket være livet, som har givet mig så meget,
det gav mig hjertet, der gør mig ryste inden
når jeg ser på frugten af den menneskelige hjerne,
når jeg ser godet så langt borte fra slemmet,
når jeg ser på bunden af dine klare øjne.
Takket være livet, som har givet mig så meget,
det gav mig latter og det gav mig tårer
så jeg kan skelne mellem glæde og smerte,
de to materialer, der danner min sang
og jeres sang, som er den samme sang
og vi alles sang, som er min egen sang.
Takket være livet, som har givet mig så meget.
La versione in norvegese bokmål è riprodotta da questo video YouTube della versione di Mercedes Sosa; se l'autore è chi ha inserito il video (Miguel Tinizaray), si tratterebbe evidentemente di una persona di lingua spagnola che vive in Norvegia o che, comunque, conosce il norvegese. Ma la traduzione norvegese, oltre a contenere qualche errore di digitazione, presenta anche qualche incertezza linguistica che qui è stata corretta. Non risulta ad ogni modo che la canzone sia mai stata cantata in norvegese. [RV]
The translation into Norwegian bokmål is reproduced from this YouTube video of Mercedes Sosa's version; should the author be the same person who contributed the video (Miguel Tinizaray), it would clearly be some Spanish-speaking person who lives in Norway or who can write in Norwegian, anyway. But the Norwegian translation shows a number of misspellings and other language blunders that have been corrected here. [RV]
Takk til livet som har gitt meg så mye,
Du ga meg stjerner til øyne og når jeg åpner de
Kunne jeg se forskjellen på sort og hvit
Og oppe på den høye himmelen
Kunne jeg se stjernekonstellasjonene
Og i skyene mannen jeg elsker.
Jeg vil takke livet som har gitt meg så mye,
Du ga meg lydene og alfabetet
Og med dem ord tenker jeg og vil deklarere
Mor, venn, bror og skynnende lys,
Ruten til min kjæres sjel.
Jeg vil takke livet som har gitt meg så mye,
Du ga meg marsjen til mine trøtte føtter
På dem har jeg besøkt byer og sølepytter,
Strender og ørkener, fjell og daler
Og ditt hus, din gate, din bakgård.
Jeg vil takke livet, for du har gitt meg så mye,
Du ga meg mitt hjerte som slår som en tromme
Når jeg ser fruktene av menneskets hjerne,
Når jeg ser det gode så langt fra det onde,
Når jeg ser i dypet av dine klare øyne.
Jeg vil takke livet, for du ga meg så mye,
Du ga meg latter og tårer
Så jeg kan uttrykke sorg og lykke,
De to elementer min sang er laget av,
Og dine sanger, som former mine sanger,
Og din sang som er den samme sangen som min.
Jeg vil takke livet, jeg vil takke livet,
Jeg vil takke livet, jeg vil takke livet.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/4 - 21:42
Versione islandese di Þórarin Eldjárn
þýðing Þórarins Eldjárns
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Icelandic version by Þórarin Eldjárn
Versión al islandés de Þórarin Eldjárn
La versione è stata incisa dalla cantante Kristín A. Ólafsdóttir nell'album Á morgun ("al mattino"), pubblicato nel 1985.
Tekið af plötu Kristínar Ólafsdóttur, Á morgun , útg. 1985. Birt með leyfi Þórarins Eldjárns.
Recorded by Kristín A. Ólafsdóttir in the album "Á morgun" ("In the morning"), 1985.
Grabada por Kristín A. Ólafsdóttir en el álbum "Á morgun" (En la mañana), 1985
Þökk sé þessu lífi
hve það var mér örlátt
af því hlaut ég augun
opna ég þau bæði
sé og sundurgreini
svart frá hinu hvíta
og efst í hæðum
sé ég himin þakinn stjörnum
í mannhafinu
manninn sem ég elska.
Þökk sé þessu lífi
hve það var mér örlátt
heyrnina af því hlaut ég
heyri daga og nætur
engisprettur óma
eða fugla syngja
dyn í vélum, hundgá,
hamarshögg og regnið
og mjúka róminn
mannsins sem ég elska.
Þökk sé þessu lífi
hve það var mér örlátt
hlaut ég af því hljóðin
hlaut ég einnig stafróf
eignaðist ég orðin
um allt það sem ég hugsa
móðir, vinur, bróðir
- eru ljós sem lýsir
þá grýttu braut
er gengur sál þín eftir.
Þökk sé þessu lífi
hve það var mér örlátt.
Vegferð hlaut ég harða
handa þreyttum fótum
yfir óvæð síki
arkaði um borgir
vítt um strendur, fjöll,
um óbyggðir og engi
til þín heim
í hús við völlinn græna.
Þökk sé þessu lífi
hve það var mér örlátt
af því hlaut ég hjarta
hrærist það að rótum
er ég sé hvern ávöxt
elur hugsun mannsins
og allt sem gott er
svo víðsfjarri því vonda
er lít ég í þín
augun undurskæru.
Þökk sé þessu lífi
hve það var mér örlátt
hlaut ég af því hlátur
hlaut ég einnig tregann
til að greint ég gæti
gleðina frá harmi
þetta tvennt sem elur
alla mína söngva
og söngvar mínir eru ykkar söngvar
og söngvar allra eru sömu söngvar
-og söngvar mínir eru ykkar söngvar
-og söngvar allra eru sömu söngvar.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/8/18 - 23:47
Ulteriore versione islandese di Aðalsteinn Ásberg
Þýðing Aðalsteins Ásbergs
Alternative Icelandic version by Aðalsteinn Ásberg
Otra versión al islandés de Aðalsteinn Ásberg
da/úr/from/desde questa pagina/þessari síðu
Interpretata da Anna Pálína e Aðalsteinn Ásberg nell'album Á einu máli ("in una volta"), pubblicato nel 1992.
Tekið af diski Önnu Pálínu og Aðalsteins Ásbergs, Á einu máli, útg. 1992. Birt með leyfi Aðalsteins Ásbergs.
Lífinu ég þakka
það sem mér er gefið;
þessi opnu augu,
undur margt þau greina;
svart frá hinu hvíta,
sem og ljós í myrkri
og hundruð stjarna,
sem í himinhvolfi tindra;
í manngrúanum
manninn sem ég elska.
Lífinu ég þakka
það sem mér er gefið;
heyrnina, sem hljóðin
nemur nótt og dag;
suð í engisprettu,
söngfuglanna tóna,
hundgá, hamar, vél
og nið í næturregni
og milda röddu
mannsins sem ég elska.
Lífinu ég þakka
það sem mér er gefið;
þessi hljóð og stafróf,
orðin sem ég á mér
um það sem ég hugsa
og ég vil þér segja;
móðir, vinur, bróðir,
orð, sem endurvarpa
ljósi því er lýsir
veginn sálar þinnar.
Lífinu ég þakka
það sem mér er gefið;
þessa lúnu fætur,
er farið hafa víða
um stórborgir og stendur,
mýrarkeldur, móa,
um eyðisanda, heiðar,
fjöll og djúpa dali,
um götuna þína,
garðinn þinn og húsið.
Lífinu ég þakka
það sem mér er gefið;
hjarta mitt sem hrífst af
hugarflugi mannsins,
þegar ég sé gæðin
greind svo vel frá illsku
og ávöxt uppskerunnar
efla mannsins drauma;
og björtu augun þín
sem blika djúp og fögur
Lífinu ég þakka
það sem mér er gefið;
hláturinn og grátinn,
svo að greint ég fái
gleðina og harminn,
þetta tvennt sem myndar
mína söngva' og ykkar,
sem og eru mínir söngvar
og allra söngva,
sem og eru mínir söngvar,
og allra söngva,
sem og eru sömu söngvar.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/8/18 - 23:52
Pentti Saaritsa's Finnish version, performed by Arja Saijonmaa with Inti-Illimani
La versión finlandés de Pentti Saaritsa, cantada por Arja Saijonmaa junto con Inti-Illimani
Pentti Saaritsan suomennos. Esitys: Arja Saijonmaa ja Inti Illimani
La finlandese Arja Saijonmaa, oltre ad essere una grande cantante, è ovviamente e totalmente bilingue: se la sua versione svedese di Gracias a la vida è giustamente celebrata anche per motivi storici, non meno bella è la sua versione nella sua lingua materna, sempre eseguita assieme agli Inti-Illimani. A questo contribuisce senz'altro la bellezza della lingua finlandese: credo che anche Violeta Parra stessa ne sarebbe rimasta colpita.
Arja Saijonmaa, a Finn, is not only a great singer, but also, rather obviously, totally bilingual in Finnish and Swedish: if her Swedish version of Gracias a la vida is rightly celebrated also for historical reasons, her version of the song in her native language is no less beautiful. Arja Saijonmaa is accompanied by Inti-Illimani also in this version. No doubt, the beauty of the Finnish language plays its role: I'm sure Violeta Parra herself would have been struck. [RV]
Miten voin kyllin kiittää elämää rikkaudestaan;
sain kaksi silmää ja kun ne vain avaan
erotan tarkkaan valosta varjon,
yön, avaruuden ja tähtisen taivaan.
Ja ihmispaljoudesta hahmon rakkaan.
Miten voin kyllin kiittää elämää rikkaudestaan,
kun herkin korvin öin, päivin kuulen
sirinät kaskaan ja kanarialinnun.
Vasaran kalkkeen, sadekuuron, koiran haukun
ja oman rakkaimpani äänen hellän.
Miten voin kyllin kiittää elämää rikkaudestaan,
kun sain oman äänen ja sain kielen aarteen.
Kun sain selvän järjen ja sanojen voiman,
äidin, ystävän, veljen, sain valon hohteen
sen joka rakkaimpani teitä ohjaa.
Miten voin kyllin kiittää elämää rikkaudestaan,
kun uupunein jaloin sain taivalta taittaa.
Rapakot tarvoin ja kaupungit kiersin,
rannikot, vuoret, karun autiomaan helteet
ja sinun pihallesi viimein päädyin.
Miten voin kyllin kiittää elämää rikkaudestaan,
sydämen sainhan, pakahtuvan, täyden.
Kun aivojen voiman näen hedelmää luovan
ja kun pahuus haihtuu, kun hyvyys sen voittaa.
Kun näen silmiesi loiston kirkkaan.
Miten voin kyllin kiittää elämää rikkaudestaan,
sain siltä itkun ja sain siltä naurun.
Onnen ja tuskan eron niin huomaan
ja niistä pystyn oman lauluni luomaan,
sen jota kaikki luovat kaikkialla.
Laulun, jota luodaan kaikkialla.
Contributed by Riccardo Venturi - 2010/7/11 - 00:57
Finnish translation by Jaana Lappo performed by Liisa Tavi
Versión al finlandés de Jaana Lappo, ejecutada por Liisa Tavi
Suomennos Jaana Lappo; Esitys: Liisa Tavi
Colpisce il fatto che Gracias a la vida abbia avuto più versioni artistiche nella lingua nazionale specialmente nei paesi nordici: Finlandia e Islanda, ad esempio. La presente versione finlandese, eseguita da un'altra grande cantante locale, Liisa Tavi, ne è un esempio.
The fact that Gracias a la vida has more than one artistic version in the national language in some Nordic countries (e.g. Finland and Iceland) should be considered noteworthy. The following Finnish version, performed by another great local singer, Liisa Tavi, is an exemple. [RV]
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Sain lyhtyä kaksi kun niillä katson
Niin erotan selvään kirkkaan ja mustan
Korkean taivaan, sen tähtien pohjan
Läpi ihmisjoukon miehen jonka tahdon
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Sain siltä kuulon leveän virran
Se imee öin ja päivin liverryksen, laulun
Jyryn, naputuksen, pauhun, sateen pauhun
Ja ne hellät äänet joilla minua kutsut
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Kun sain siltä äänen ja kirjainten muodon
Ne sanoiksi yhtyy ja lausuu selvään
Nimet äidin, veljen ja valon heittää
Sille tielle jota yksin kuljet
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Jalat joilla kuljin uuvuttavat matkat
Kaupunkien halki, poikki lammikoiden
Arojen ja hiekan, vuorien ja soiden
Lattiasi poikki, pihas puutarhoiden
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Se sydämen antoi joka ilosta takoo
Kun kasvavan huomaan ihmisen taidon
Kun pahasta irti näen hyvän ja aidon
Kun silmiesi syvää kirkkautta katson
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Kun sain siltä naurun, sen vierelle itkun
Niin erotan selvään onnen ja tuskan
Jokaisen laulun läikkyvän pohjan
Yhteisen laulun jota itsekin laulan
Elämälle kiitos sain siltä paljon
Contributed by Juha Rämö - 2015/3/5 - 15:09
Versione ungherese di Gábor Domján di Agykontroll
Hungarian version by Gábor Domján of Agykontroll
Versión al húngaro de Gábor Domján de Agykontroll
A magyar nyelvbe fordította Domján Gábor.
Köszönöm neked élet, hogy annyi mindent adtál:
Hangot és beszédet, a gondolatnak formát.
Hogy kérdezzek s feleljek, egyenes utat leljek,
Anyát, barátot, testvért összefűző fénysugárt,
A lélektől lélekig elérő szeretet útját
Köszönöm neked élet, hogy annyi mindent adtál:
Figyelmet a csendre és a hangra hallást,
Hogy hallhassak éji neszt, madárdalt, rikoltást,
Tengert, zúgó tengert, eső lágy kopogását,
S szeretőmnek élettel telt, zengő hangját.
Köszönöm neked élet, hogy annyi mindent adtál:
Fényt a két szememnek s bele éles látást,
Hogy felismerhessek feketét, fehéret,
A magas égről a benne rengő csillagtengert,
S az emberek tömegéről Téged, az egyetlent.
Köszönöm neked élet, hogy annyi mindent adtál:
Fájdalmat, örömet, nevetést és sírást,
S azt, mi megmér, megrostál szót, szándékot, tettet.
A tüzet, a vizet, mi bennem dalt formál,
E dalt, mely nem enyém, de ím a tied most már.
Köszönöm neked élet, hogy annyi mindent adtál:
Inaimba iramot, lábaimba járást,
Hogy bejárhassak síkot, dombot, hegyvidéket,
Üres tanyát, zsúfolt várost és ezer népet,
Hogy végre házadba , tehozzád, hazatérjek.
Köszönöm az életet,
Köszönöm élet.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 02:20
Russian translation
Traducción al ruso
Русский перевод
La traduzione russa è ripresa da Lyricstranslate (l'autore risulta essere “El Selenita”).
The Russian translation is reproduced from Lyricstranslate (the author happens to be “El Selenita”).
Спасибо жизни, что дала мне так много:
Она мне дала два светила, и когда я открываю их,
То прекрасно различаю черное и белое,
И высоко в небесах - их усеянную звездами глубину,
И во множестве людей - человека, которого люблю.
Спасибо жизни, что дала мне так много:
Она мне дала слух, который всей своей широтой
Объемлет и ночь, и день, и стрекотание сверчков, и пение канареек,
И стук молотков, и гром турбин, и лай, и ливни,
И такой нежный голос моего возлюбленного.
Спасибо жизни, что дала мне так много:
Она мне дала звук и азбуку,
А вместе с ней и слова, что рождаются в моей голове и что я произношу:
И "мать", и "друг", и "брат", и "свет", что освещает
Путь души того, кого я люблю.
Спасибо жизни, что дала мне так много:
Она мне дала шаги моих усталых ног;
Они пронесли меня через города и топи,
Через пляжи и пустыни, через горы и равнины,
И привели меня к твоему дому, твоей улице и твоему двору.
Спасибо жизни, что дала мне так много:
Она дала мне сердце, которое стучит в моей груди,
Когда я гляжу на плоды человеческого ума,
Когда я гляжу, как далеко добро от зла,
Когда я гляжу в глубину твоих ясных глаз.
Спасибо жизни, что дала мне так много:
Она мне дала улыбку и дала мне рыдание,
Так что я отличаю счастье от горя, -
Это две сущности, из которых состоит и моя песня,
И ваша песня; а ваша песня - это и моя песня;
И песня всех - и она тоже есть моя собственная песня.
Спасибо жизни, что дала мне так много.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/4 - 22:37
Polish translation
Traducción al polaco
Polski przewód
La traduzione polacca è ripresa da Lyricstranslate.
This Polish translation is reproduced from Lyricstranslate.
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
Światło moich oczu, kiedy je otwieram
Potrafię oddzielić czarne od białego
I w niebie wysokim gwiaździstą materię
I wśród ludzi tylu mego kochanego
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
To, że mogę słyszeć to co dookoła
Dzień i noc rejestruję, świerszcze i kanarki
Młoty i turbiny, deszcz i psie szczekanie
I ten głos tak czuły mego kochanego
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
Dałeś mi i dźwięki i liter alfabet
w którym mogę myśleć i wyrażać słowa
Matka, brat, przyjaciel i blask, co oświetla
Drogę, którą chadza dusza kochanego
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
Mych stóp umęczonych ciągłe wędrowanie
Na nich przechodziłam miasta i kałuże
Plaże i pustynie, góry i doliny
I twoją ulicę, dom i twe podwórko
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
Dałeś mi to serce, które pierś porusza
Gdy patrzę na owoc ludzkiego rozumu
Gdy patrzę na dobro dalekie od złego
Gdy patrzę w głębinę twoich jasnych oczu
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
Dałeś mi uśmiechy i chwile ze łzami
W ten sposób odróżniam radość od cierpienia
Te dwa materiały, z których tkam swe pieśni
I pieśń, co jest wasza, jest tą samą pieśnią
I pieśń, co jest wszystkich, jest mą własną pieśnią
Dziękuję ci życie, że mi dałeś tyle
Contributed by dq82 - 2015/5/4 - 11:40
Versione polacca di Antonina Krzysztoń
Dall'album "Dwa księżyce" [Due lune] (2004)
Quando la cercavo non la trovavo, una versione polacca cantabile di questa bella canzone. È pure ce ne deve esistere almeno l'una, mi dicevo. Ed ecco, proprio oggi, toc, la ho trovata per caso su YT. Indovinate un po' chi la canta... e sì, la indistruttibile Antonina.
Il video che accompagna il brano mostra i valori naturalistici della riserva "Dolina Baryczy" presso Milicz, una cittadina di Bassa Slesia, poco distante da Breslavia (Wrocław). Alla fine del filmato il canto di Antonina viene supportato dal cannareccione)
Il testo invece, viene leggermente stravolto (partendo dal titolo "Dziękuję za słońce", cioè "Grazie per il sole") visto che Antonina sia una persona dalla fede abbastanza fervente.
Dziękuję za miłość przez wszystkich zdradzoną
Dziękuję za gwiazdy, pośród których błądzę
I za samotność spotkaną po drodze
Potrafię dziś śpiewać, choć łzy z sercem płyną
Dziękuję, Panie, dziękuję za miłość
Potrafię się cieszyć, choć łzy z sercem płyną
Dziękuję, Panie, dziękuję za miłość
Potrafię się cieszyć, choć łzy z sercem płyną
Dziękuję, Panie, dziękuję za miłość
Choćby i niechcianą i jakby niczyją
Bezbronną i słabą, ale przecież miłość
I za dni co przeszły, za braki i pełnię
Dziękuję za miłość, wiem, że nie jest ze mnie
Potrafię dziś śpiewać, choć łzy z sercem płyną
Dziękuję Panu, dziękuję za miłość
Potrafię się cieszyć, choć łzy z sercem płyną
Dziękuję, Panie, dziękuję za miłość
Contributed by Krzysiek - 2016/2/5 - 20:12
Serbian translation from Lyricstranslate. In Cyrillic characters (ćirilica).
Traducción al servio desde Lyricstranslate. En carácteres cirílicos (ćirilica)
Srpski prevod iz Lyricstranslate. U ćirilici.
Хвала животу што ми толико даде.
Дао ми два светла, које кад отворим
јасно разликујем црно од белог
и горе, високо небо са звездама
и у том мноштву човека ког волим.
Хвала животу што ми толико даде.
Дао ми је слух, да у свом његовом простирању
заувек запамтим ноћи и дане, цврчке и славује,
чекиће, турбине, лајање, шум воде
и тако нежан глас мог вољеног.
Хвала животу што ми толико даде.
Дао ми је звук и дао говор
са речима које мислим и исказујем,
мајка, пријатељ, брат и светост што обасјава
пут душе до оног кога неизмерно волим.
Хвала животу што ми толико даде.
Дао ми је пешачим дуго мојим уморним ногама.
Да са њима ходам градове и мочваре
Плаже и пустиње, планине и равнице
И твоју кућу, улицу и врт.
Хвала животу што ми толико даде.
Дао ми је срце што се тако узбуди
Кад видим плод људских мисли,
када видим Добро, тако далеко од лошег
када видим дно, твојих очију светлих.
Хвала животу што ми толико даде.
Дао ми је смех и дао ми је сузе.
Тако разликујем срећу од туге,
две ствари које чине моју песму,
и вашу песму, која је и моја
и песму свих, која је моја властита песма.
Хвала животу што ми толико даде.
Contributed by Donquijote82 - 2015/5/5 - 23:43
Serbian translation from Lyricstranslate. In Latin characters (latinica).
Traducción al servio desde Lyricstranslate. En carácteres latinos (latinica)
Srpski prevod iz Lyricstranslate. U latinici.
Hvala životu što mi toliko dade,
dao mi dva svetla, koje kad otvorim
jasno razlikujem crno od belog
i gore, visoko nebo sa zvezdama
i u tom mnoštvu čoveka kog volim.
Hvala životu što mi toliko dade,
dao mi je sluh, da u svom njegovom prostiranju
zauvek zapamtim noći i dane, cvrčke i slavuje,
čekiće, turbine, lajanje, šum vode
i tako nežan glas mog voljenog.
Hvala životu što mi toliko dade,
dao mi je zvuk i dao govor
sa rečima koje mislim i iskazujem,
majka, prijatelj, brat i svetos što obasjava
put duše do onog koga neizmerno volim.
Hvala životu što mi toliko dade,
dao mi je nešačim dugo mojim umornim nogama,
da sa njima hodam gradove i močvare
plaže i pustinje, planine i ravnice
i tvoju kuću, ulicu i vrt.
Hvala životu što mi toliko dade,
dao mi je srce što se tako uzbudi
kad vidim plod ljudskih misli,
kada vidim Dobro, tako daleko od lošeg
kada vidim dno, tvojih očiju svetlih.
Hvala životu što mi toliko dade,
dao mi je smeh i dao mi je suze.
Tako razlikujem sreću od tuge,
dve stvari koje čine moju pesmu,
i vašu pesmu, koja je i moja
i pesmu svih, koja je moja vlastita pesma.
Hvala životu što mi toliko dade.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/6 - 01:57
The Croatian translation reproduced from Mojnet looks fully singable and of artistic workmanship; but the author is not stated, and up to now all researches proved vain. The version is noteworthy for another feature, that is sex inversion compared with the Spanish original (a token it must be sung by a man): e.g., “the man I love” becomes “the woman I love”. This is a unique case. [CCG/AWS Staff]
Hvala živote što mi mnogo dade
izvora dva svijetla, oka moja dva
da jasno dijelim crno od bijelog
da vidim na nebu zvijezda sjenu
i u mnoštvu svijeta voljenu ženu.
Hvala živote što mi mnogo dade
biserne školjke da čujem zvuke
tutanj turbina i čekića buke
i pčele i ptice, šum dana i noći
i nježne riječi žene što ce doći.
Hvala živote što mi mnogo dade
glasove svijeta, sve riječi moje
da zovem one što mi u srcu stoje
Majku, druga, brata sve milo to je
i da priđem glasom do duše drage moje.
Hvala živote što mi mnogo dade
Umorne mi noge da lutaju do tebe
iz grada, kroz rijeke i gore gdje zebe
kroz pustinje i obale do najdaljeg rta
do kuće tvoje, ulice i vrta.
Hvala živote što mi mnogo dade
srce što lupa, i neće da sluša
kad' vidim ljepotu plemenitih duša
i kako se dijeli dobro od zloga
i kada tonem u dubinu oka tvoga.
Hvala živote što mi mnogo dade
sav smijeh, veselje i sve suze koje
dijele radosti i tuge moje
iz kojih mi dvoje pjesma ova tece
od srca moga k vašim da uteče
pjesma za mene, i sve ljude svijeta.
Hvala živote, hvala živote, hvala živote, hvala živote.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/6 - 02:33
The Slovene version (by Mea Valens) is reproduced from the blog Začimbe vsakdana.
Hvala ti, življenje, daješ mi toliko …
oči sem dobila in ko jih odpiram
popolnoma vidim vse mavrične barve,
zvezdnate vzorce na nebu neskončnem,
v množici njega, ki ga vroče ljubim.
Hvala ti, življenje, daješ mi toliko …
še sluh sem dobila, ki zvesto mi služi,
ujame nianse v tonu človeškem,
zaznava slapove, valove in krike,
glas vesel otroški, ki ga tiho ljubim.
Hvala ti, življenje, daješ mi toliko …
glas svoj uporabljam in govorico.
Z besedami pojem in pišem resnico
o sebi in tebi in svetu za svetom,
tlakujem pot, ki je posuta s smislom.
Hvala ti, življenje, daješ mi toliko …
stopala neutrudna, da hodim in tečem,
prehajam obale, puščave, planine,
mesta, parke, oblake in luže, doline,
plešem po poti svoje ljube usode.
Hvala ti, življenje, daješ mi toliko …
v meni srce si nenehno prepeva,
ko opazujem plodove domišljije,
ko čutim vso radost ob dejstvu, da tu sem,
ko srečam dno svojih oči prejasnih.
Hvala ti, življenje, daješ mi toliko,
dobila sem smeh svoj, dobila sem solze.
Tako pač ločujem svetlobo od teme,
ta dva materiala, ki tvorita pesem,
in pesem tvojo, ki je ista pesem,
in pesem vseh nas – moja lastna pesem.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/6 - 02:46
Bulgarian translation from Lyricstranslate.
Traducción al búlgaro desde Lyricstranslate
Благодаря на живота че толкоз ми даде
Даде ми две светулки и когато ги пусна
Чудесно различвам черното от бялото
И високо в небето звездите далечни
И сред тълпата мъжът когото обичам.
Благодаря на живота че толкоз ми даде
даде ми слухът който, който
ден и нощ записва песента на щурци и канарчета
чукане, бълбукане, лаене, гърмежи
и гласът нежен на мъжът когото обичам.
Благодаря на живота че толкоз ми даде
Даде ми песните и азбуката
И със нея думите които мисля и защитавам
Майка, приятел и брат, и свтетлината която показва
пътят към душата на мъжът когото обичам.
Благодаря на живота че толкоз ми даде
Даде стъпките на нозете ми уморени
Така че пребродих градове и калища
Брегове и пустини, гори, долини
И твоята къща, улица и градина.
Благодаря на живота че толкоз ми даде
Даде ми сърцето което в гърдите се блъска
Когато виждам плодовете на човешкия мозък
Когато виждам доброто така далече от злото
Когато виждам небето в очите ти светли.
Благодаря на живота че толкоз ми даде
Даде ми смехът, и ми даде плачът
Така аз различвам щастие от нещастие
Двата материала на моята песен
И на вашата песен която е същата песен
И песента на всички която е моята песен.
Благодаря на живота,
Благодаря на живота.....
Contributed by dq82 - 2015/5/5 - 23:38
Greek translation
Traducción al griego
Ελληνικἠ μετάφραση
Una libera traduzione in lingua greca tratta da una pagina di Athens Indymedia (ancora attiva) dedicata espressamente alla traduzione di canzoni latinoamericane.
A free Greek translation reproduced from a page of Athens Indymedia (still active) expressly dedicated to translations of Latino-American songs.
Μία ελεύθερα Ελληνική μετάφραση από μια σελίδα του Athens Indymedia ειδικά αφιερωμένη στη μετάφραση Λατινοαμερικανικών τραγουδιών. [RV]
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά
Μου έδωσε δύο φώτα που, όταν τ' ανοίγω,
διακρίνω τέλεια το μαύρο από το άσπρο
και το γεμάτο από άστρα βάθος του πανάρχαιου ουρανού
καιcανάμεσα στους πολλούς τον άνθρωπο που αγαπώ.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά
μου έδωσε την ακοή που, σ΄όλο το εύρος της,
σμιλεύει τη μέρα και τη νύχτα, τους γρύλλους και τα καναρίνια
σφυριά και τουρμπίνες, φωνές, νεροποντές
και την τόσο απαλή φωνή, το πιο αγαπητό σε μένα.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά
Μου έδωσε τον ήχο και το αλφάβητο
και μ΄αυτά τις λέξεις με τις οποίες σκέπτομαι και εκφράζομαι
τη μάνα, τον φίλο, τον αδερφό
την κατεύθυνση της ψυχής για να αγαπηθώ
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά
Μου έδωσε το βήμα των ποδιών μου που κουράζονται
μ΄αυτά έφθασα σε πολιτείες και σε βάλτους
σε παραλίες και σε ερήμους,σε βουνά και σε πεδιάδες
και στο σπίτι σου, στο δρόμο και στην αυλή σου
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά
μου έδωσε την καρδιά που σείει το περίβλημά της
όταν αντικρύζει τον καρπό του ανθρώπινου εγκέφαλου
όταν αντικρύζει το καλό τόσο μακριά από το κακό
όταν αντικρύζει το βάθος των καθαρών σου ματιών
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά
Μου έδωσε το γέλιο και μου έδωσε το κλάμα
έτσι διαχωρίζω τη χαρά από τη λύπη
τα δύο υλικά που δίνουν μορφή στο τραγούδι μου
και το δικό σας τραγούδι που είναι το ιδιο τραγούδι
και το τραγούδι όλων που είναι το δικό μου τραγούδι
Ευχαριστώ τη ζωή που μου έδωσε τόσα πολλά.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/4/17 - 15:28
The translation is reproduced from the blog Θεαμαπάτες & Δικτυώματα (“Show-addicted & Networks”, or so) where it was posted on November 16, 2007. The author of the translation, which is almost singable in Greek, signs Αφάσιος (“The Speechless”, or “The Dumb”). [RV]
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα.
Μου ‘δωσε δυο λαμπρά αστέρια που σαν τ’ ανοίγω
Διακρίνω τέλεια το μαύρο απ’ το άσπρο,
Και στον ξάστερο ουρανό το βάθος των αστεριών του,
Και στα πλήθη τον άντρα που αγαπώ.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα.
Μου ‘δωσε την ακοή, που καταγράφει τα πάντα,
Νύχτα και μέρα, γρύλους και καναρίνια,
Σφυριά, τουρμπίνες, αλυχτίσματα, μπόρες,
Και την τόσο τρυφερή φωνή του πολυαγαπημένου μου.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα.
Μου ‘δωσε τον ήχο και το αλφαβητάριο,
Και μ’ αυτό τις λέξεις που σκέφτομαι και λέω:
Μητέρα, φίλος, αδελφός και φως, φωτίζοντας
Το δρόμο της ψυχής εκείνων που αγαπώ.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα.
Έδωσε ρυθμό στα κουρασμένα μου πόδια,
Που μ’ αυτά βάδισα σε πόλεις και λιμνούλες,
Παραλίες κι ερήμους, βουνά και πεδιάδες,
Και στο σπίτι σου, στο δρόμο σου και στην αυλή σου.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα.
Μου ‘δωσε την καρδιά που φτερουγίζει άγρια
Σαν αντικρίζω τους καρπούς του ανθρώπινου μυαλού,
Σαν αντικρίζω το καλό τόσο μακριά απ’ το κακό,
Σαν αντικρίζω το βάθος των φωτεινών ματιών σου.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα
Μου ‘δωσε το γέλιο και μου ‘δωσε το κλάμα,
Για να διακρίνω τη χαρά απ’ τη θλίψη,
Που τα δυο τους φτιάχνουν το τραγούδι μου,
Και το τραγούδι σας, που είναι το ίδιο τραγούδι,
Και το τραγούδι όλων, που είναι το δικό μου τραγούδι.
Ευχαριστώ τη ζωή που μου ‘δωσε τόσα…
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 2015/5/4 - 23:27
Turkish translation
Traducción al turco
La traduzione è riprodotta da Lyricstranslate. L'autore si firma Atheros.
The translation is reproduced from Lyricstranslate. The author signs Atheros.
Bana bu kadar çok şey verdiği için hayata teşekkür ederim
Bana iki parlak yıldız verdi ve onları açtığımda
Mükemmel bir biçimde siyahla beyazı birbirinden ayırdım
Ve yüksek gökyüzünde yukarısı yıldızlarla kaplı
Ve kalabalıkta sevdiğim adam
Bana bu kadar çok şey verdiği için hayata teşekkür ederim
Bana gece ve gündüz cırcırböceklerinin
Ve kanaryaların sesini duymamı sağladı
Çekiçler, türbinler, tuğlalar, fırtınalar
Ve sahip olduğum cılız ses
Bana bu kadar çok şey verdiği için hayata teşekkür ederim
Bana ses ve alfabeyi verdi
Onlarla birlikte kelimeleri düşünebiliyorum ve ifade edebiliyorum
Anne, arkadaş, kardeş
Ve ışık sevdiğimin ruhunun üzerinde yolda parlıyor
Bana bu kadar çok şey verdiği için hayata teşekkür ederim
Yorgun ayaklarıma adımları verdi
Onlarla birlikte şehirleri ve su birikintilerini dolaşabilirim
Vadiler ve çöller, dağlar ve ovalar
Ve senin evin, senin sokağın ve senin bahçen
Bana bu kadar çok şey verdiği için hayata teşekkür ederim
Çerçevesinden sallanan bu kalbi verdi
İnsan beyninin meyvesini gördüğümde
Kötüden daha çok iyiyi gördüğümde
Senin açık renkli gözlerindeki derinliğe baktığımda
Bana bu kadar çok şey verdiği için hayata teşekkür ederim
Bana kahkaha ve gözyaşı verdi
Onlarla mutluluğu acıdan ayırabiliyorum
Şarkımı yapan iki element ve aynı zamanda aynı şarkı olan senin
Şarkını yapan da ve en çok da benim şarkım olan herkesin şarkısını
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 00:46
Al video della versione cantata assieme da Mercedes Sosa e Joan Baez, inserito da Ercüment Gürçay su Dailymotion, è allegata una traduzione in turco assieme ad un commento in turco che qui riproduciamo:
The video of the version sung in duet by Mercedes Sosa and Joan Baez, contributed to Dailymotion by Ercüment Gürçay, is provided with a Turkish translation and a commentary in Turkish commentary we reproduce here:
”1960’ lı yıllarda Latin Amerika’ da ortaya çıkan “Nuevo Cancion/ Yeni Türkü” akımının en önemli temsilcilerinden Violetta del Carmen Parra Sandoval veya bilinen adıyla Violetta Parra 1917’ de Şili’ nin güneyinde küçük bir kentte, San Carlos’ da sekiz çocuklu yoksul bir ailenin üyesi olarak dünyaya gelir. Dokuz yaşında gitar çalmayı ve şarkı söylemeyi öğrenir. On iki yaşına geldiğinde kendisine ait ilk şarkılarını da bestelemeye başlar. Öğretmenlik eğitimi alırken bolero, corrido ve tonadolar besteler, barlarda, küçük dans salonlarında ve sirklerde sahneye çıkar. 1952’ den sonra çocukları İsabel ve Angel Parra dünyaya gelir. 1966’ da, 49 yaşında ölümüne kadar müzik çalışmalarına çocukları ile devam eder. Bugün İsabel ve Angel Parra da Yeni Türkü akımının en önemli temsilcileri arasında sayılıyorlar...
Parra’ nın “Gracias A La Vida” şarkısı dünyaca ünlüdür ve çok sayıda sanatçı bu şarkıyı yorumlamıştır.
Bu video kaydında yer alan yorum Latin Amerika müziğinin diğer iki güçlü kadın yorumcusu Joan Baez ve Mercedes Sosa’ nın 1988’ de birlikte verdikleri konserin kaydından alınmıştır. Arjantinli şarkıcı Mercedes Sosa, 4 Ekim 2009’ da, 74 yaşında, geride otuzu aşkın albüm kaydı bırakarak hayata veda etti.
Videonun ikinci bölümünde Violeta Parra’ nın yorumu da yer alıyor...”
Teşekkürler hayat, bütün verdiklerin için
İki göz verdin bana, her açtığımda onları
kusursuzca ayırt edebiliyorum siyahı beyazdan,
ve cennetin yıldızlı görüntüsünü,
ve de kalabalıklar içerisindeki sevdiğimi
Teşekkürler hayat, verdiğin her şey için
hayatın sesi ve kelimelerim
düşüncelerim, ettiğim kelamlar,
annem, dostlarım, kardeşim ve parlayan güneş
ve aşkın izleri için
Teşekkürler hayat, verdiğin her şey için;
duyduğum tüm sesler; gece, gündüz,
ağustos böcekleri, kanaryalar, çekiçler
motorlar, köpek bağırışları, rüzgar
ve yarin sakin fısıltıları için
teşekkürler hayat, verdiğin her şey için;
caddelerinde, göl kıyılarında, dağlarında
ovalarında, leb-i deryada
Yahut suya hasret çöllerinde
ve evlerinde yorulan adımlarım için
Teşekkürler hayat, her şey için;
yıkıntılardan kendimi yeniden yaratabildiğim
ve yeniden hayata sunabildiğim için
kahkahalarım, göz yaşlarım
ve bu şarkı için.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 01:44
Arabic translation
Traducción al árabe
La traduzione in lingua araba è ripresa, e la cosa va sottolineata, da Pezhvakeiran, un sito iraniano in lingua fârsi dove è riportata assieme a traduzioni in dodici lingue (alcune delle quali sembrano essere riprese proprio da questo sito, cosa che ci fa assai piacere). Non sapremmo ovviamente dire se si tratti di una traduzione letterale o cantabile.
The following Arabic translation is reproduced, and this should be duly pointed out, from Pezhvakeiran, an Iranian site in the Fârsi language where it is included along with other translations in 12 languages (a number of which seem to have been reproduced from our site, to our great pleasure). Rather obviously, we can't tell if this translation is singable or not. [CCG/AWS Staff]
شکراً للحیاه
التی أعطتنی الکثیر
أعطتنی عینین
اللتین حین أفتحهما :
أمیز تماماً بین الأبیض والأسود...
وفی السماء العالیه خلفیتها الملیئه بالنجوم
وفی الجموع الرجل الذی أحب...
شکــــراً للحیاه
التی منحتنی الکثیر
أعطتنی السمع الذی بکل عظمتهِ
یسجلُ لیلاً ونهاراً غناء العندلیب
وطیور الکناری
المطرقات والمُحرکات ونباح الکلاب والعواصف
وصوت حبیبی الحنون
شکراً للحیاه
التی أعطتنی الکثیر
أعطتنی صوتی ولغتی
ومعها الکلمات التی أفکر وأقول
أم , أخ , صدیق , وضوء متقدّ
طریق وروح " الرجل" الذی أحب
شکراً للحیـــــاه
التی أعطتنی الکثیر
منحتنی خطوات قدمی المتعبتین
بهما رکضتُ الى مدن وقطعتُ برکاً
شواطئ وصحاری وجبال وسهول
منزلک وشارعک وباحه منزلک
شکراً للحیاه
التی أعطتنی الکثیرا
أعطتنی قلبی الذی یخفقُ
عندما أرى ثمره العقل الإنسّانی
عندما أرى الطیب بعیداً جداً عن الشّریر
عندما أرى جوهر عینیک الصّافیتین
شکرا للحیاه
أعطتنی الضحک, أعطتنی البکاء
هکذا أمیز بین السّعاده والعذاب
المادتان اللتان تشّکلان أغنیتی
وأغنیتکم التی هی ذاتها أغنیتی
وأغنیه الجمیع التی هی أغنیتی
شکراً للحیـاه !
Contributed by dq82 - 2015/5/4 - 11:51
Modern Persian translation reproduced from fa.wikipedia
Traducción al persa moderno desde fa.wikipedia
سپاس از زندگی، که به من چیزهای زیادی داد.
دو پرتو نورانی داد که وقتی باز میشوند،
به خوبی میتوانم سیاهی را از سپیدی تمیز دهم.
و بنگرم پس زمینه پر ستاره را در آسمان بالای سرم
و ببینم از میان انبوه مردمان،
کسی را که دوستش دارم.
سپاس از زندگی، که به من چیزهای زیادی داد.
گوشی داد تا با تمام وسعتاش
ضبط کنم - شب و روز - آوای جیرجیرک و قناری را،
چکشها و توربینها و آجرها و طوفانها را،
و صدای دلنشین محبوبم را.
سپاس از زندگی، که به من چیزهای زیادی داد.
صدا و الفبا را داد
و با آنها کلماتی که بیندیشم و بیان کنم:
«مادر»، «دوست»، «برادر» و روشنایی بتابد
به مسیر روحی که عشق میورزد.
سپاس از زندگی، که به من چیزهای زیادی داد.
توان رفتن داد با پاهای خستهام.
با آنها از شهرها و گودالها گذشتم،
از درهها و دشتها، کوهها و بیابانها،
و از خانه تو، از خیابان و حیاط خلوت ات.
سپاس از زندگی، که به من چیزهای زیادی داد.
دلی را داد که باعث میشود چهار ستون تنم بلرزد
وقتی که میبینم میوه و ثمره ذهن آدمی را.
وقتی که میبینم خوبی چقدر از بدی فاصله دارد.
وقتی که میبینم در روشنی چشمان تو…
سپاس از زندگی، که به من چیزهای زیادی داد.
بلند خندیدن و اشتیاق را داد.
با آنها شادی و رنج را تمیز دادم،
دو مادهای که به ترانههایم شکل میدهند،
و به ترانههای تو نیز هم که همچون همان اند،
و به ترانههای همه که همان ترانههای من اند.
سپاس از زندگی، به خاطر همه آنچه به من ارزانی داشت.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 14:57
Hebrew translation
Traducción al hebreo
Anche questa traduzione letterale proviene dal sito iraniano Pezhvakeiran, e la cosa ci sembra ancor più degna di nota.
Also this literal translation is reproduced from the Iranian site Pezhvakeiran, and this should be seen as still more noteworthy than usual... [CCG/AWS Staff]
תודה לחיים, שלי נתנו כה הרבה
נתנו לי שתי עיניים שכאשר אני פותחת אותם
אני מבדילה בצורה מושלמת בין לבן לשחור
ובשמים הגבוהים, המלאים בכוכבים
ובתוך ההמון, בגבר אותו אני אוהבת
תודה לחיים, שלי נתנו כה הרבה
לי נתנו את השמיעה, אשר בכל רוחבה (היקפה)
קולטת לילה ויום, צרצרים וכנריות
הלמות פטישים, טורבינות, נביחות וממטרים (של גשם)
וקולו הכה עדין של אהובי הטוב.
תודה לחיים, שלי נתנו כה הרבה
נתנו לי את הצליל ואת האלף-בית
ועמן את המילים אותן אני חושבת ומדקלמת
"אמא", "חבר", "אח" ואור אשר מאיר
את שביל הנשמה של זה שאני אוהבת
תודה לחיים, שלי נתנו כה הרבה
לי נתנו את הצעידה של רגליי העייפות
עמן הלכתי ערים ושלוליות
חופים ומדבריות, הרים וערבות
ואת ביתך, הרחוב שלך והחצר שלך
תודה לחיים, שלי נתנו כה הרבה
נתנו לי את הלב שמתנועע במסגרתו
כאשר אני רואה את הפרי של המוח האנושי
כאשר אני רואה שהטוב רחוק מאוד מהרע
כאשר אני רואה את העומק של עיניך הבהירות
תודה לחיים, שלי נתנו כה הרבה
נתנו לי את הצחוק, ואת הבכי
כך אני מבדילה בין אושר לצער
שני החומרים שמרכיבים את השיר שלי
ואת השיר שלכם, שהוא כמו שלי
והשיר של כולם שהוא שלי
תודה על החיים שלי נתנו כה הרבה
Contributed by dq82 - 2015/5/4 - 11:50
Miri Mesika, cantante israeliana di origine irachena da parte di padre e tunisina da parte di madre, canta questa sua traduzione ebraica abbreviata facendola o meno precedere dalla prima strofa originale in spagnolo:
Miri Mesika, an Israeli singer of Iraqi and Tunisian descent, sings her abridged Hebrew translation of Gracias a la vida sometimes preceded by the 1st verse in Spanish:
תודה לחיים שנתנו לי הכל
שנתנו לי עיניים לראות זריחה מתקרבת
מבדילות חושך מאוד ולבן משחור
לראות גן סודי ושמטה נעזבת
לזהות פעמון ושכר שאני אוהבת
תודה לחיים שהאירו בי לב
לב בועט בסגור נוגס בפרי הדעת
נחבט בידוע מתעופף סביב האש
מבקש חוף בטוח
מוצא את עיניך עצומות ברוח
תודה לדרך ארוכה ונמשכת
כל הכח לקום לשאול וללכת
לטפס בהרים נוגעים בשמיים
לחצות עמק אבוד בלי צל טבלי מים
עד שבאתי אליך לחצר ובית
תודה לחיים שנתנו לי הכל
שנתנו צחוק ובכי ואת כל מה שבנו
כל-כך הרבה צער והאושר היכן הוא?
והם בשיר שהולך איתנו
והשיר שלי והשיר שלנו...
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 01:17
Roman Grinberg is a Vienna based Jewish Artist. He wrote the Yiddish version in 2020 during the COVID pandemic and performed it for the first time as a world premiere during his online concert for the international project:
"Yiddish Song Step Forverts"
Listen to the song in Yiddish
Gracias a la vida – ikh dank dir, mayn lebn!
Du host mir tsum lebn – azoy fil gegebn.
Tsvey oygn tsum zen – dem himl gants vayt.
Tsu zen di volkens – un di zun, vi zi shaynt.
Ikh ken untershaydn tsvishn vays un shvarts.
Un ze mayn gelibte – nor far ir shlogt mayn harts.
Gracias a la vida – ikh dank dir, mayn lebn!
Du host mir tsum hern – mayn geher gegebn.
Ikh her feyglekh zingen – her dos fayfn fun vind,
Dos royshn fun taykh un dos lakhn fun mayn kind.
Ikh her di muzik – un ir getlikhn klang,
Her mayn gelibten's shtil-tsartn gezang.
Gracias a la vida – ikh dank dir, mayn lebn!
Du host mir tsum leben mayn harts gegebn.
Es shlogt far di shvachn, s'iz take gerekht,
Der mentsh darf zayn fray, un keyn mol nisht keyn knekht.
Es shlogt far di libe – der natur shenstes bild.
Kuk ikh in dayne oygn, shlogt es heftik un vild.
Gracias a la vida – ikh dank dir, mayn lebn!
Du host mir tsum vandern – dem gang gegebn.
Tsu geyn iber barg, durkh a feld mit a trit,
Ikh ge durkh dos lebn – un ver gor nisht mid.
Ikh kum in a shtot, tsu dayn hoyz, tsu dayn tir.
Dos lebn hot mikh – gefirt do tsu dir.
Gracias a la vida – ikh dank dir, mayn lebn!
Du host mir tsum leben azoy fil gegebn.
Dos lachen un veynen – vider un vider.
Fun di tsvey gefiln – zing ikh mayne lider.
Un mayne lider zen'n dokh ayere lider.
Un ayere lider zenen dokh mayne lider.
Ikh dank dir, mayn leben – Host azoy fil gegebn.
Contributed by Roman Grinberg - 2020/6/19 - 18:51
Versione cinese, da questo blog
Chinese translation from this blog
Traducción al chino desde este blog
历经磨难,行将就木,却对生命说,Gracias.我不知道自己以后能否做到。我也不知道Violeta Parra是否真的在心里如此认为。
大约两年前,在QQ上碰到一个女孩,个人资料是“起床后,我急急地拉开窗帘,对着窗外的一片生机盎然说一声:早上好啊,重庆;早上好啊,我自己。” 我问,这样的说明太积极了,是不是她其实很消沉,所以需要这么积极的东西来振作自己。她说,是的。这个女孩后来结婚,然后再也没有在QQ上碰到过。祝愿她幸福。
我只是害怕,Gracias a la Vida是否也只是Violeta Parra一个借以振作自己的东西。
感谢生命 曾给我这许多
给我两只眼睛 每次张开
完美地分明黑白
在高天上寻出星星
在人群中寻出我爱的人
感谢生命 曾给我这许多
给我声音与文字
给我文字中的语词 我得以思考与诉说
给我母亲,朋友,兄弟,和照耀之光
给我道路通向我爱之人的灵魂
感谢生命 曾给我这许多
给我听力 在他的领域
日夜感知蝈蝈和金丝雀
锤击?涡轮声?吠叫与嚎啕
和爱人温柔的声音
感谢生命 曾给我这许多
给了我疲惫的步伐
我走过城市走过水洼
走过海岸与沙漠,山脉与平原
和你的家,你的街道与庭院
感谢生命 曾给我这许多
给了我心灵 她颤栗了
每当我看到人类智慧的果实
每当我看见离邪恶如此遥远的美好
每当我看着你清澈眼眸的深处
感谢生命 曾给我这许多
给我哭 给我笑
如是分明悲伤与欢乐
那悲伤与欢乐成就了我的歌
和你们的歌(那都是同样的歌)
和所有人的歌(也是我自己的歌).
Contributed by Adriana e Riccardo - 2006/8/30 - 12:33
The Japanese translation is reproduced from Songcoleta, where it is included however as a translation of a song by the Puertorican singer Lucecita Benítez.
そんなに私を与えている生活に感謝します。
彼は、私に開かれたつの目を与えた
完全に白と黒の区別
と彼女の星の背景に、上空の
と私は愛する人を大勢。
そんなに私を与えている生活に感謝します。
私は、公聴会を与えられたが、そのすべての幅が
昼と夜の記録コオロギやカナリア;
ハンマー、タービンやレンガや嵐、
私の最愛のとは、愛情のこもった声。
そんなに私を与えている生活に感謝します。
それは、私の音とアルファベット与えている
その私が考えて宣言する言葉がで:
母、友人、兄弟、照明光
人生のパスが、私は大好きです。
そんなに私を与えている生活に感謝します。
それが私の疲れた足で歩くに与えている。
彼らと私は、横断都市や水たまりを持っている
ビーチや砂漠、山、平野
そして、あなたの家、あなたの通り、あなたのパティオ。
そんなに私を与えている生活に感謝します。
彼は私に舞う心を与え、その
私は人間の脳の果実を参照してくださいとき。
私は、これまでの善悪を見るとき
私はあなたの美しい目の一番下を見て。
そんなに私を与えている生活に感謝します。
それは、私笑い与えて涙が私に与えている。
だから私は幸せと痛みを区別する
私の歌を構成する2つの材料、
あなたの曲は同じ曲です
私自身の曲は、すべての歌。
そんなに私を与えている生活に感謝します。
Contributed by dq82 - 2015/5/4 - 11:49
The Korean translation of Gracias a la vida belongs to those having a fairly long "tradition" in the Web without knowing anything about its author. It is anyway no singable version, but a simple literal translation. To be found f.ex. in Pezhvakeiran and in this page.
내가 두 눈을 떴을 때 흰 것과 검은 것,
높은 하늘의 많은 별,
그리고 많은 사람 중에서 내 사랑하는 사람을
또렷하게 구별 할 수 있는 빛나는 두 눈
그 많은 것을 나에게 준 삶에 감사합니다.
귀뚜라미와 까나리오 소리, 망치 소리, 터빈 소리,
개 짖는 소리, 소나기 소리
그리고 내 사랑하는 사람의 부드러운 목소리
이런 소리들을 밤낮으로 어느 곳에서나 들을 수 있는 귀
그 많은 것을 나에게 준 삶에 감사합니다.
어머니, 친구, 형제
그리고 내 사랑하는 영혼의 길을 비춰주는 빛
이런 것들을 생각하고 말하는 단어의 소리와 문자
그 많은 것을 나에게 준 삶에 감사합니다.
도시와 웅덩이, 해변과 사막, 산과 평원
그리고 너의 집과 너의 길, 너의 정원을 걸었던
그 피곤한 나의 다리로 행진을 하게 한
그 많은 것을 나에게 준 삶에 감사합니다.
인간의 지식에서 나온 열매를 볼 때
惡에서 아주 멀리있는 善을 볼 때
너의 맑은 두 눈의 깊이를 볼 때
그것을 알고 떨리는 심장
그 많은 것을 나에게 준 삶에 감사합니다.
행운과 불행을 구별할 수 있게 한
웃음과 눈물을 나에게 준 삶에 감사드립니다.
웃음과 눈물로 나의 노래는 만들어졌고
모든 이들의 노래는 모두 같은 노래이고
모든 이들의 노래는 바로 나의 노래입니다
Contributed by dq82 - 2015/5/4 - 11:47
The Vietnamese translation reproduced from Born for Love seems to have been translated not from the Spanish original, but from the Nancy White's English version. In addition to this, and for unclear reasons, the 2nd verse has not been translated. [CCG/AWS Staff]
Cám ơn đời, đời luôn cho tôi thật nhiều
Cho tôi việc to vật nhỏ, cặp mắt để nhìn thấy tất cả
Để tôi có thể nhận ra thật rõ nơi đen tối có vùng trong trắng
Như trên bầu trời sáng chiếu những vì sao
Và qua những con đường chen chút tôi có thể tìm ra người yêu tôi.
Cám ơn đời, đời luôn cho tôi thật nhiều
Cho tôi thính giác trí nhớ, để ghi âm điệu nhạc thiên nhiên
Tôi nghe ve kêu, chim hoàng yên hót và máy búa khổng lồ đập ầm ỹ
Như đòn sấm vang dội cùng tiếng gọi của chim sáo đá
Và giọng nói dịu ngọt của người tôi yêu qúy.
Cám ơn đời, đời luôn cho tôi thật nhiều
Đôi chân du hành mỏi mệt, và những con đường để tháo gỡ
Tôi vẫn đến nhiều phố phường, đồng bằng và non núi
Đã thấy nhiều dòng nước cùng thác chảy nhưng thời giờ êm dịu nhất
Trôi qua tại nhà em trên con đường em ở trong khu vườn em trồng hoa.
Cám ơn đời, đời luôn cho tôi thật nhiều
Tất cả những tiếng cười rồi tiếng khóc nó đến tiếp sau đó
Để tôi có thể nhận ra thật rõ niềm vui từ nỗi đau
Hai cái tôi có thể mượn, để tạo nhạc điệu
Tôi ôm cây đàn nhưng em đã cho tôi bài hát.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/6 - 02:03
A complete Basque translation of Gracias a la vida must have been unavailable until October 7, 2009, when the task has been fulfilled by a List for Basque Translators to which we owe this precious document. The author of the translation is Asier Larrinaga Larrazabal, who must have made no ordinary translation (as it can be seen from the song's title that doesn't sound in Basque “Thanks to life”, but “I live my life”). [RV]
Biziak bizi nau, hari zordun nago
Artizar pare hau eman didalako
Garbi bereizteko beltz, zuri, gris, margo
Zeru goi ederra izarrez oparo
Jendetzan maitea, izar ederrago.
Biziak bizi nau, hari zordun nago
Soinu eta letra eman didalako
Hiztegi oso bat barru honen gako
Ama, lagun, laztan, argi biderako
Hel dadin maitea gogo-argiago.
Biziak bizi nau, hari zordun nago
Hark nau erabili oin astunoz txango
Hala ditut hiri, putzuak igaro
Hondartza, eremu, mendi, zelai, arlo
Maite, zure kale, etxe, zokoraino.
Biziak bizi nau, hari zordun nago
Zor diot bihotza, zirraron arrago
Garunaren fruituz neguan uztaro
Ongia gaizkitik geroz urrunago
Zure begi biok argizko abaro.
Biziak bizi nau, hari zordun nago
Zor dizkiot irri bezainbeste malko
Zorion-saminen isla direlako
Biak dira urrats bakar baten zango
Bideak kantu hau badigu emango
Zuek, ni, kantu hau bagara izango.
Contributed by Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 21:32
Franko Luin, born in Trieste April 6, 1941 and died in Tyresö (Sweden) September 15, 2005, was one of those extraordinary personalities about which few or nothing is known. A Triestine of Slovene family and language and an outspoken pacifist and anti-militarist, fluent in both Slovene and Italian, Franko Luin moves to Sweden in the 60's and becomes a renowned and important type designer (the inventor of Bodoni Classico, Garamond and Omnibus, just to mention three fonts created by him). He learns Swedish perfectly, but he reaches relative celebrity as a skilled Esperantist. He is the authour of this artistic version of Gracias a la vida. [CCG/AWS Staff]
Dankon al la vivo, la riĉaĵdonanto,
pro la du okuloj, kies vidkapablo
helpas min distingi nigron de la blanko
kaj la stelojn brilajn en la ĉielalto
kaj l'amaton mian en la homamaso.
Dankon al la vivo, la riĉaĵdonanto,
pro la du oreloj, kies aŭdovasto
kaptas tagon, nokton, grilojn kaj birdkantojn,
batojn kaj turbinojn, bojojn kaj pluvfalojn
kaj la voĉon mildan de la koramato.
Dankon al la vivo, la riĉaĵdonanto,
pro la voĉdonaco kaj la literaro,
kiuj donis vortojn al la pensimago,
panjo, amiko, frato kaj la luma pado,
kiun laŭiras lante la amata paŝo.
Dankon al la vivo, la riĉaĵdonanto,
pro la longaj vojoj kaj la piedlaco.
Ili min kondukis al urboj kaj vilaĝoj,
bordoj kaj dezertoj, valoj kaj montaroj
kaj al via domo, korto kaj loĝstrato.
Dankon al vi vivo, la riĉaĵdonanto,
pro la kor' sentema al la homaj agoj.
Tremas ĝi vidante homajn cerbumaĵojn,
tremas ĝi vidante la malbonovaston,
tremas ĝi vidante vian okulklaron.
Dankon al la vivo, la riĉaĵdonanto,
pro la rid' kaj ploro, kiuj pro la kvanto
distingigas ĝojon de malĝojoplanto,
tiujn du enhavojn de ĉiu mia kanto
kaj de via kanto, tutegala kanto,
kaj de ĉies kanto, tiu sama kanto.
Contributed by Riccardo Venturi - 2005/5/5 - 10:42
leylaaaa09
Həyata təşəkkürlər,mənə çox şey verib,
O, mənə iki işıq şöləsi verdi ;
Açdıqda, qaranı ağdan tamamilə ayıra bilir,
Və yuxarıda səmada onun ulduzlu fonunda,
Və çoxluğun içərisindən sevdiyimi ayıra bilir.
Həyata təşəkkürlər, mənə çox şey verib,
O, mənə qulaq verdi, hansı ki, onun bütün genişliyi ilə
Qeydə alır, gecə və gündüz, danadişi və sarıbülbülləri,
Çəkicləri,turbinləri,kərpicləri və fırtınaları,
Və mənim sevgilimin zərif səsini.
Həyata təşəkkürlər, mənə çox şey verib,
O, mənə səs verdi və əlifbanı.
Onlarla düşündüyüm və səsləndirdiyim sözləri :
"Ana" , "dost", "qardaş" və o zərif işartını
Hansı ki, o, sevginin gəldiyi yoldur.
Həyata təşəkkürlər, mənə çox şey verib,
O, mənə yorğun ayaqlarla gəzmək bacarığı verdi.18
Onlarla mən şəhərlər və suları gəzmişəm,
Vadilər və səhraları, dağlar və çölləri.
Və sənin evini, sənin küçəni və sənin səkini.
Həyata təşəkkürlər, mənə çox şey verib,
O, mənə qəlb verdi,hansı ki, bütün bədənimi lərzəyə gətirir
Nə vaxt ki, insan beyninin bəhrəsini görürəm,
Nə vaxt ki, yaxşını pisdən ayıra bilirəm,
Nə vaxt ki, mən sənin gözlərinin aydınlığından görürəm...
Həyata təşəkkürlər, mənə çox şey verib,
O mənə gülüş verdi və mənə arzu verdi.
Onlarla mən xoşbəxtlik və kədəri ayırıram--
Bunlarla isə mənim mahnılarım yaranır,
Və sənin mahnıların da həmçinin, hansı ki, elə eyni mahnılardır.
Və elə hər kəsin musiqisi, hansı ki, mənim ən yaxşı musiqimdir.
Həyata təşəkkürlər
Həyata təşəkkürlər
Həyata təşəkkürlər
Həyata təşəkkürlər
Contributed by Riccardo Venturi (per Lucia F.) - 2022/1/31 - 09:45
Depperò sta vita m'avrà dào 'na cèa!
M'ha dào ir Livorno 'e vo sempre all'Ardenza,
quest'anno fa caà però 'un ci so stà senza,
e forza Amaranto, si vinca o si perda,
e poi soprattutto sempre Pisamerda!
Depperò sta vita m'avrà dào 'na cèa!
M'ha dào duottré tope, 'e so' sempre pòe,
ir resto der tempo lo passo ar gabbione
co' mi' amici a 'un fà nulla o a gioà a scopone,
po' si va affà ir bagno, però a Calambrone.
Depperò sta vita m'avrà dào 'na cèa!
M'ha dào ir preariato da quando vo alle medie,
ho campào di tutto, da svernicià le sedie
affà la 'omparza ne' firmi di potta,
mi manca solo andà sur viale affà la zotta.
Depperò sta vita m'avrà dào 'na cèa!
M'ha dào 'e venisse Sarvini a Livorno
e menomàle 'e s'è levào di torno,
un fascio in Piazzagrande dé s'è un fatto novo,
varcuno n'ha tirào sulla ghigna un ovo.
Depperò sta vita m'avrà dào 'na cèa!
M'ha dào 'ponci 'e mi ci so' arroìto,
comincio di mattina, ar tocco so' finito,
a sera so' uno zombi e casco giù ne' fossi,
un giornollàrtro dé ci troveranno ll'ossi.
Depperò sta vita m'avrà dào 'na cèa!
Ciò da pagàmmi ir Ciao 'e ho dào la 'aparra,
però 'un ciò un vaìno, cara Violetta Parra,
dé te ti se' ammazzata, dice, per amore,
io mi dovre' ammazzà, budello, ogni du' ore.
Bel sito davvero, non sapevo che l'autrice fosse morta suicida.
Ciao a tutti.
(valentina)
L'altra faccia di "Gracias a la Vida"
Ho trovato sul blog Nuevas Luces questa canzone della Parra, "Maldigo del alto cielo"... Anche questa non è propriamente una canzone contro la guerra, sebbene alcune strofe siano abbastanza esplicite in questo senso ("Maldigo... también la paz y la guerra", "Maldigo la solitaria figura de la bandera, maldigo cualquier emblema"...)
Come sottolinea, mi pare giustamente, il curatore del blog, sembra quasi trattarsi de "la otra cara de Gracias a la Vida"... Posto qui il testo, vedete voi se includerlo o meno fra le CCG, se conservarlo come commento o se non c'entra proprio nulla...
Maldigo del alto cielo
la estrella con su reflejo
maldigo los azulejos
destellos del arroyuelo
maldigo del bajo suelo
la piedra con su contorno
maldigo el fuego del horno
porque mi alma está de luto
Maldigo los estatutos
del tiempo con sus bochornos
cuánto será mi dolor.
Maldigo la cordillera
de los Andes y de la Costa
maldigo señor la angosta
y larga faja de tierra
también la paz y la guerra
lo franco y lo veleidoso
maldigo lo perfumoso
porque mi anhelo está muerto
maldigo todo lo cierto
y lo falso con lo dudoso
cuánto será mi dolor.
Maldigo la primavera
con sus jardines en flor
y del otoño el color
yo lo maldigo de veras
a la nube pasajera
la maldigo tanto y tanto
porque me asiste un quebranto
maldigo el invierno entero
con el verano embustero
maldigo profano y santo
cuánto será mi dolor.
Maldigo la solitaria
figura de la bandera
maldigo cualquier emblema
la venus y la araucaria
el trino de la canaria
el cosmos y sus planetas
la tierra y todas sus grietas
porque me aqueja un pesar
maldigo del ancho mar
sus puertos y sus caletas
cuánto será mi dolor.
Maldigo luna y paisaje
los valles y los desiertos
maldigo muerto por muerto
y al vivo de rey a paje
al ave con su plumaje
yo la maldigo a porfía
las aulas, las sacristías
porque me aflije un dolor
maldigo el vocablo amor
con toda su porquería
cuánto será mi dolor.
Maldigo por fin lo blanco
lo negro con lo amarillo
obispos y monaguillos
ministros y predicantes
yo los maldigo llorando
lo libre y lo prisionero
lo dulce y lo pendenciero
lo pongo en mi maldición
en griego y en español
por culpa de un traicionero
cuánto será mi dolor.
Alessandro - 2007/10/8 - 15:18
Maledico dell’alto cielo
la stella con il suo riflesso
maledico l’azzurro
luccichio del ruscello,
maledico del basso suolo
la pietra con il suo contorno
maledico il fuoco del forno
perché la mia anima è a lutto,
maledico le leggi del tempo
con il suo caldo asfissiante.
Quanto sarà il mio dolore?
Maledico la Cordigliera
Delle Ande e la Costa
maledico, signore, la stretta
E lunga fascia di terra,
anche la pace e la guerra
ciò che e chiaro e ciò che è ambiguo,
maledico tutto ciò che profuma
perché il mio desiderio è morto,
maledico tutto il vero
il falso e l’incerto.
Quanto sarà il mio dolore?
Maledico la primavera
con i suoi giardini in fiore,
e dell’autunno il colore
io lo maledico davvero;
la nube passeggera
la maledico tanto
perché mi accompagna una pena.
Maledico l’inverno intero
con l’estate bugiarda,
maledico il sacro e il profano.
Quanto sarà il mio dolore?
Maledico la solitaria
figura della bandiera
Maledico ogni emblema
Venere e l’Araucaria
il canto del canarino,
il cosmo e i suoi pianeti
la terra ed ogni sua crepa,
perché mi affligge una pena,
maledico del vasto mare
i suoi porti e le sue insenature.
Quanto sarà il mio dolore?
Maledico luna e paesaggio
le valli e i deserti,
maledico morto per morto
e i vivi, dal re ai servi,
l’uccello con le sue piume
io lo maledico più che posso,
le aule, le sacrestie
perché mi affligge un dolore,
maledico la parola amore
con tutta la sua porcheria.
Quanto sarà il mio dolore?
Maledico infine il bianco,
il nero e il giallo,
vescovi e chierichetti,
ministri e predicatori
io li maledico piangendo,
il libero e il prigioniero
il tenero e il rabbioso
gli impongo la mia maledizione
in greco e in spagnolo
per colpa di un traditore
Quanto sarà il mio dolore?
Antonio - 2013/5/19 - 18:55
rosella.maestra@tiscali.it - 2007/6/12 - 23:22
marzia carocci - 2007/7/13 - 16:56
Cantata da Violeta è fortemente commovente per la sua tensione musicale ed emotiva.
Francesco G. Biondo - 2007/9/1 - 16:13
MARCELLA - 2007/9/2 - 23:01
marcella - 2007/9/2 - 23:02
Ho una raccolta di ben 40 artisti, stupendamente interpretate..... ciao a tutti gli ammiratori di Violeta Parra!!!!!!!
K@los60 - 2007/9/9 - 10:52
il vostro sito è proprio un bel regalo. grazie di cuore
Andreina
Andreina - 2007/9/10 - 12:06
E' una canzone contro tutto e contro tutti, uomini, animali, cose, elementi, contro il mondo e l'universo intero, maledetti dal furore di una donna tradita. Bellissima, una delle mie preferite; come dice giustamente Alessandro, è l'altra faccia di Gracias a la vida... Grande Violeta!
Maria Cristina - 2007/10/9 - 10:45
Il concerto si aprì proprio con l'esecuzione di "Gracias a la Vida" della Parra...
Questa la scaletta del concerto, che si può scaricare al link qui sotto:
01. Gracias a la vida 4:33
02. Con tres heridas viene 4:19
03. Los hijos de los 80 5:12
04. Aire israelí 0:59
05. Canción del folclore tunecino 1:10
06. Soplando en el viento 2:46
07. No llores por mi Argentina 3:37
08. The boxer 3:45
09. Te recuerdo Amanda 2:47
10. Imagina 3:17
11. Balada de Sacco y Vanzetti 2:35
Gracias a la vida (Joan Baez en Chile, 1981)
Alessandro - 2008/8/7 - 15:36
(Texto y música de Jaime Atria)
En mi patria una Violeta
nació bajo de una parra;
quiso ser la más hermosa,
Dios le dio voz y guitarra.
Cantó a los corazones
de los chilenos,
cantándole al mundo entero,
corazón de los chilenos.
De los chilenos, sí,
que están llorando,
porque ella no está cantando.
Alma, voz y guitarra,
Violeta Parra.
Para descargar: mp3
Riferendosi a questo ricamo Violeta ha detto: "Succede spesso che nel mio paese ci siano disordini politici e questo non mi piace. In questa tela ci sono tutti i personaggi che amano la pace. La prima sono io, in viola, che è il colore del mio nome.
Tradotto da Cantemos como quien respira
Il Maestro sarebbe morto di lì a poco, il 23 maggio del 1992.
Testo trovato su sito della Cancioneros.com
Ya no le cabían en la cabeza
los pájaros azules
así fue que un mediodía
de extraña luminosidad
les abrió un trágico orificio
de escapada
y los pájaros azules se fueron
pero le llevaron la vida.
Dead End - 2012/10/5 - 14:29
Riporto il testo:
Dulce vecina de la verde selva
Huésped eterno del abril florido
Grande enemiga de la zarzamora
Violeta Parra
Has recorrido toda la comarca
Desenterrando contactaros de greda
Y liberando pájaros cautivos
Entre las ramas
Pero los secretarios non te quieren
Y te cierran la puerta de su casa
Y te declaran una guerra a muerte
Viola doliente.
Porque tu no te compras ni te vendes
Porque tu no te vistes de payaso
Porque tu hablas la lengua de la tierra
Viola chilensis
Se qualcuno trova la musica e il testo completo della canzone mi piacerebbe ascoltarla
Silva - 2012/10/6 - 12:13
La poesia, scritta da Nicanor Parra, compare nel disco di Violeta Parra intitolato “Una chilena en París – Recordando a Chile” registrato tra il 1964 ed il 1965. La “Defensa de Violeta Parra” è recitata dallo stesso Nicanor mentre la sorella in sottofondo suona e canta mormorando il “Tema libre Nº 2”, brano strumentale da lei composto nel 1957. (fonte: www.cancioneros.com)
Il verso d’avvio è una citazione da “Oda al céfiro” del poeta spagnolo seicentesco Esteban Manuel de Villegas.
Il brano è stato anche interpretato da Mercedes Sosa nel suo “Homenaje a Violeta Parra” del 1971 e, in frammento, da Osvaldo Gitano Rodríguez (“Tiempo de vivir”, 1972). Più recentemente la poesia è stata ripresa dal vivo da Los Bunkers proprio nella versione breve di Rodríguez.
Sul sito Violeta Parra si può ascoltare Nicanor che recita la poesia.
Qui la versione di Osvaldo Rodríguez
Qui quella de Los Bunkers
DEFENSA DE VIOLETA PARRA
Dulce vecina de la verde selva
Huésped eterno del abril florido
Grande enemiga de la zarzamora
Violeta Parra.
Jardinera
............. locera
....................... costurera
Bailarina del agua transparente
Árbol lleno de pájaros cantores
Violeta Parra.
Has recorrido toda la comarca
Desenterrando cántaros de greda
Y liberando pájaros cautivos
Entre las ramas.
Preocupada siempre de los otros
Cuando no del sobrino
................................. de la tía
Cuándo vas a acordarte de ti misma
Viola piadosa.
Tu dolor es un círculo infinito
Que no comienza ni termina nunca
Pero tú te sobrepones a todo
Viola admirable.
Cuando se trata de bailar la cueca
De tu guitarra no se libra nadie
Hasta los muertos salen a bailar
Cueca valseada.
Cueca de la Batalla de Maipú
Cueca del Hundimiento del Angamos
Cueca del Terremoto de Chillán
Todas las cosas.
Ni bandurria
................. ni tenca
............................... ni zorzal
Ni codorniza libre ni cautiva
Tú
solamente tú
................... tres veces tú
....................................... Ave del paraíso terrenal.
Charagüilla gaviota de agua dulce
Todos los adjetivos se hacen pocos
Todos los sustantivos se hacen pocos
Para nombrarte.
Poesía
.......... pintura
...................... agricultura
Todo lo haces a las mil maravillas
Sin el menor esfuerzo
Como quien se bebe una copa de vino.
Pero los secretarios no te quieren
Y te cierran la puerta de tu casa
Y te declaran la guerra a muerte
Viola doliente.
Porque tú no te vistes de payaso
Porque tú no te compras ni te vendes
Porque hablas la lengua de la tierra
Viola chilensis.
¡Porque tú los aclaras en el acto!
Cómo van a quererte
............................... me pregunto
Cuando son unos tristes funcionarios
Grises como las piedras del desierto
¿No te parece?
En cambio tú
..................... Violeta de los Andes
Flor de la cordillera de la costa
Eres un manantial inagotable
De vida humana.
Tu corazón se abre cuando quiere
Tu voluntad se cierra cuando quiere
Y tu salud navega cuando quiere
Aguas arriba!
Basta que tú los llames por sus nombres
Para que los colores y las formas
Se levanten y anden como Lázaro
En cuerpo y alma.
¡Nadie puede quejarse cuando tú
Cantas a media voz o cuando gritas
Como si te estuvieran degollando
Viola volcánica!
Lo que tiene que hacer el auditor
Es guardar un silencio religioso
Porque tu canto sabe adónde va
Perfectamente.
Rayos son los que salen de tu voz
Hacia los cuatro puntos cardinales
Vendimiadora ardiente de ojos negros
Violeta Parra.
Se te acusa de esto y de lo otro
Yo te conozco y digo quién eres
¡Oh corderillo disfrazado de lobo!
Violeta Parra.
Yo te conozco bien
............................ hermana vieja
Norte y sur del país atormentado
Valparaíso hundido para arriba
¡Isla de Pascua!
Sacristana cuyaca de Andacollo
Tejedora a palillo y a bolillo
Arregladora vieja de angelitos
Violeta Parra.
Los veteranos del Setentaynueve
Lloran cuando te oyen sollozar
En el abismo de la noche oscura
¡Lámpara a sangre!
Cocinera
............. niñera
....................... lavandera
Niña de mano
.................... todos los oficios
Todos los arreboles del crepúsculo
Viola funebris.
Yo no sé qué decir en esta hora
La cabeza me da vueltas y vueltas
Como si hubiera bebido cicuta
Hermana mía.
Dónde voy a encontrar otra Violeta
Aunque recorra campos y ciudades
O me quede sentado en el jardín
Como un inválido.
Para verte mejor cierro los ojos
Y retrocedo a los días felices
¿Sabes lo que estoy viendo?
Tu delantal estampado de maqui.
Tu delantal estampado de maqui
¡Río Cautín!
................. ¡Lautaro!
.............................. ¡Villa Alegre!
¡Año mil novecientos veintisiete
Violeta Parra!
Pero yo no confío en las palabras
¿Por qué no te levantas de la tumba
A cantar
............ a bailar
....................... a navegar
En tu guitarra?
Cántame una canción inolvidable
Una canción que no termine nunca
Una canción no más
.............................. una canción
Es lo que pido.
Qué te cuesta mujer árbol florido
Álzate en cuerpo y alma del sepulcro
Y haz estallar las piedras con tu voz
Violeta Parra
Esto es lo que quería decirte
Continúa tejiendo tus alambres
Tus ponchos araucanos
Tus cantaritos de Quinchamalí
Continúa puliendo noche y día
Tus toromiros de madera sagrada
Sin aflicción
................... sin lágrimas inútiles
O si quieres con lágrimas ardientes
Y recuerda que eres
Un corderillo disfrazado de lobo.
Dead End - 2012/10/8 - 09:21
grazie di essere vissuta
poche come te
penso al " llanto " di Lorca per la morte di un torero.
chi potrebbe scrivere un " llanto " per la morte di Violeta ?
che invece di essere un valiente matador era una valiente cantora della vita.
adriana - 2012/10/9 - 03:14
Lina
Lorenzo - 2013/5/19 - 20:52
ci sto provando, ma a casa non mi funziona la rete. Cercherò di postarla in qualche modo, magari rivediamo insieme i passaggi dubbi. Besos
Maria Cristina - 2013/5/21 - 09:59
Thank you so much for updating this page.
I don't have any new language versions to post. Instead, I would like to submit the audio link to a version of this song which to me is the most precious one. It's the interpretation of the song by Omara Portuondo and Martin Rojas from their 1974 album »Omara Portuondo & Martin Rojas« which, by the way, was recorded in Finland.
I have heard this version thousands of times, but I have to admit that her warm, profound voice and his amazig guitar playing still make me shiver. So I hope you enjoy it too.
Juha Rämö - 2015/5/5 - 19:44
Riccardo Venturi - 2015/5/5 - 21:24
Lorenzo - 2015/5/6 - 08:50
ΕΙΣ ΤΑ ΒΕΛΤΙΟΝΑ ΠΡΑΤΤΟΜΕΝ
Questa pagina, costruita originariamente nel 2003 e facente parte delle CCG Primitive , è stata integralmente restaurata, aggiornata e ampliata nei giorni 3, 4 e 5 maggio 2015.
This page, originally built 2003 and making part of the Primitive AWS , has been integrally restored, updated and enlarged on May 3, 4 and 5, 2015.
CCG/AWS Staff - 2015/5/5 - 15:08
Maria Cristina Costantini - 2015/8/27 - 20:30
Behhh... grrr
Tanto, tutto il mondo è un paese.
E la musica non ha frontiere :)
E viva Argentina!!!
Saludos
Krzysiek - 2015/9/1 - 20:42
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
[1965]
Parole e musica di Violeta Parra
Lyrics and music by Violeta Parra
Letra y música de Violeta Parra
Album: Las últimas composiciones [1966]
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