1
Meine Herren, heute sehen Sie mich Gläser abwaschen
Und ich machte das Bett für jeden.
Und Sie geben mir einen Penny und ich bedanke mich schnell
Und Sie sehen meine Lumpen und dies lumpige Hotel
Und Sie wissen nicht, mit wem Sie reden.
Aber eines Abends wird ein Geschrei sein am Hafen
Und man fragt: Was ist das für ein Geschrei?
Und man wird mich lächeln sehn bei meinen Gläsern
Und man sagt: Was lächelt die dabei?
Und ein Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird liegen am Kai.
2
Man sagt: Geh, wisch deine Gläser, mein Kind
Und man reicht mir den Penny hin.
Und der Penny wird genommen, und das Bett wird gemacht!
(Es wird keiner mehr drin schlafen in dieser Nacht.)
Und Sie wissen immer noch nicht, wer ich bin.
Aber eines Abends wird ein Getös sein am Hafen
Und man fragt: Was ist das für ein Getös?
Und man wird mich stehen sehen hinterm Fenster.
Und man sagt: Was lächelt die so bös?
Und das Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird beschießen die Stadt.
3
Meine Herren, da wird wohl Ihr Lachen aufhörn
Denn die Mauern werden fallen hin
Und die Stadt wird gemacht dem Erdboden gleich
Nur ein lumpiges Hotel wird verschont von jedem Streich
Und man fragt: Wer wohnt Besonderer darin?
Und in dieser Nacht wird ein Geschrei um das Hotel sein
Und man fragt: Warum wird das Hotel verschont?
Und man wird mich sehen treten aus der Tür gen Morgen
Und man sagt: Die hat darin gewohnt?
Und das Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird beflaggen den Mast.
4
Und es werden kommen hundert gen Mittag an Land
Und werden in den Schatten treten
Und fangen einen jeglichen aus jeglicher Tür
Und legen ihn in Ketten und bringen vor mir
Und frage: Welchen sollen wir töten?
Und an diesem Mittag wird es still seinam Hafen
Wenn man fragt, wer wohl sterben muß.
Und dann werden Sie mich sagen hören: Alle!
Und wenn dann der Kopf fällt, sage ich: Hoppla!
Und das Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird entschwinden mit mir.
Meine Herren, heute sehen Sie mich Gläser abwaschen
Und ich machte das Bett für jeden.
Und Sie geben mir einen Penny und ich bedanke mich schnell
Und Sie sehen meine Lumpen und dies lumpige Hotel
Und Sie wissen nicht, mit wem Sie reden.
Aber eines Abends wird ein Geschrei sein am Hafen
Und man fragt: Was ist das für ein Geschrei?
Und man wird mich lächeln sehn bei meinen Gläsern
Und man sagt: Was lächelt die dabei?
Und ein Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird liegen am Kai.
2
Man sagt: Geh, wisch deine Gläser, mein Kind
Und man reicht mir den Penny hin.
Und der Penny wird genommen, und das Bett wird gemacht!
(Es wird keiner mehr drin schlafen in dieser Nacht.)
Und Sie wissen immer noch nicht, wer ich bin.
Aber eines Abends wird ein Getös sein am Hafen
Und man fragt: Was ist das für ein Getös?
Und man wird mich stehen sehen hinterm Fenster.
Und man sagt: Was lächelt die so bös?
Und das Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird beschießen die Stadt.
3
Meine Herren, da wird wohl Ihr Lachen aufhörn
Denn die Mauern werden fallen hin
Und die Stadt wird gemacht dem Erdboden gleich
Nur ein lumpiges Hotel wird verschont von jedem Streich
Und man fragt: Wer wohnt Besonderer darin?
Und in dieser Nacht wird ein Geschrei um das Hotel sein
Und man fragt: Warum wird das Hotel verschont?
Und man wird mich sehen treten aus der Tür gen Morgen
Und man sagt: Die hat darin gewohnt?
Und das Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird beflaggen den Mast.
4
Und es werden kommen hundert gen Mittag an Land
Und werden in den Schatten treten
Und fangen einen jeglichen aus jeglicher Tür
Und legen ihn in Ketten und bringen vor mir
Und frage: Welchen sollen wir töten?
Und an diesem Mittag wird es still seinam Hafen
Wenn man fragt, wer wohl sterben muß.
Und dann werden Sie mich sagen hören: Alle!
Und wenn dann der Kopf fällt, sage ich: Hoppla!
Und das Schiff mit acht Segeln
Und mit fünfzig Kanonen
Wird entschwinden mit mir.
envoyé par Riccardo Venturi - 30/3/2005 - 02:09
Langue: italien
La traduzione di seguito proposta fu curata da Giorgio Strehler per L'Opera Da Tre Soldi che venne rappresentata (sotto la sua regia) al Teatro Piccolo di Milano nelle stagioni del 1958-59 e del 1972-73.
JENNY DEI PIRATI
Oh signori voi mi vedete asciugare le posate rifare i letti,
e mi date tre spiccioli di mancia e guardate i miei stracci
e questo albergo tanto povero e me,
ma ignorate chi son io davvero,
ma ignorate chi son io davvero.
Ma una sera al porto grideranno e ci si domanderà:
"cosa diavolo mai c'è?!"
Mi vedran che servo il vino sorridendo,
si dirà "da ridere che c'è?!"
Tutta vele e cannoni
una nave pirata
al molo starà.
M'han detto "asciuga i bicchieri ragazza" e m'han dato di mancia un cent,
mi son presa il soldino e sono andata a rifare un letto
che nessuno domani disferà,
chi son io non c'è nessuno che lo sa,
chi son io non c'è nessuno che lo sa.
Ma ecco gran rumore laggiù al porto e ci si domanderà
"che succede mai laggiù?!"
mi vedranno apparire alla finestra,
si dirà "qualcosa certo c'è!"
Tutta vele e cannoni
la nave pirata
raderà la città.
Oh, signori quando vedrete crollare la città vi farete smorti,
questo albergo starà in piedi in mezzo a un mucchio di sporche rovine
e di macerie e ci si chiederà il perchè,
il perchè di questo strano caso,
il perchè di questo strano caso.
Poi s'udranno grida vicino a noi e ci si domanderà
"come mai non sparan qui?!"
verso l'alba mi vedranno uscire in strada,
si dirà "chi è dunque quella lì?!"
Tutta vele e cannoni
il vascello pirata
la bandiera isserà.
E più tardi cento uomini armati verranno avanti e tenderanno agguati,
faranno prigionieri tutti quanti, li porteranno
legati davanti a me,
mi diranno "chi dobbiamo far fuori?!"
mi diranno "chi dobbiamo far fuori?!"
E il cannone allora tacerà e ci si domanderà
"chi dovrà morire?!"
ed allora mi udranno dire
"Tutti"
e ad ogni testa mozza io farò
"Oplà!"
Tutta vele e cannoni
la mia nave pirata
lascerà la città.
Oh signori voi mi vedete asciugare le posate rifare i letti,
e mi date tre spiccioli di mancia e guardate i miei stracci
e questo albergo tanto povero e me,
ma ignorate chi son io davvero,
ma ignorate chi son io davvero.
Ma una sera al porto grideranno e ci si domanderà:
"cosa diavolo mai c'è?!"
Mi vedran che servo il vino sorridendo,
si dirà "da ridere che c'è?!"
Tutta vele e cannoni
una nave pirata
al molo starà.
M'han detto "asciuga i bicchieri ragazza" e m'han dato di mancia un cent,
mi son presa il soldino e sono andata a rifare un letto
che nessuno domani disferà,
chi son io non c'è nessuno che lo sa,
chi son io non c'è nessuno che lo sa.
Ma ecco gran rumore laggiù al porto e ci si domanderà
"che succede mai laggiù?!"
mi vedranno apparire alla finestra,
si dirà "qualcosa certo c'è!"
Tutta vele e cannoni
la nave pirata
raderà la città.
Oh, signori quando vedrete crollare la città vi farete smorti,
questo albergo starà in piedi in mezzo a un mucchio di sporche rovine
e di macerie e ci si chiederà il perchè,
il perchè di questo strano caso,
il perchè di questo strano caso.
Poi s'udranno grida vicino a noi e ci si domanderà
"come mai non sparan qui?!"
verso l'alba mi vedranno uscire in strada,
si dirà "chi è dunque quella lì?!"
Tutta vele e cannoni
il vascello pirata
la bandiera isserà.
E più tardi cento uomini armati verranno avanti e tenderanno agguati,
faranno prigionieri tutti quanti, li porteranno
legati davanti a me,
mi diranno "chi dobbiamo far fuori?!"
mi diranno "chi dobbiamo far fuori?!"
E il cannone allora tacerà e ci si domanderà
"chi dovrà morire?!"
ed allora mi udranno dire
"Tutti"
e ad ogni testa mozza io farò
"Oplà!"
Tutta vele e cannoni
la mia nave pirata
lascerà la città.
envoyé par Greta Giavedoni - 22/7/2008 - 16:19
Langue: italien
Versione italiana di Emilio Castellani dal Libretto dell'Opera rappresentato al Teatro Regio di Torino nel 2004.
Ricordiamo anche l'esecuzione che a suo tempo ne diede Milva, grande interprete brechtiana.
Ricordiamo anche l'esecuzione che a suo tempo ne diede Milva, grande interprete brechtiana.
JENNY DEI PIRATI
Lor signori vedono: oggi sciacquo i bicchieri
e per tutti rifaccio il letto.
E se mi danno un penny io ringrazio fra i denti
e son piena di cenci in un albergo di cenci
e loro non sanno chi sono.
Ma una certa sera si udrà un vociare giù dal porto
e: che sono queste grida? si dirà.
E io sorriderò in mezzo ai miei bicchieri
e diranno: perché ride? perché?
E una nave a otto vele
e cinquanta cannoni
alla fonda starà.
Mi dicono: va’, piccola, risciacqua i tuoi bicchieri
e qualcuno mi allunga un penny.
E il penny viene preso e qualche letto vien rifatto
(ma nessuno potrà più dormirci quella notte)
e ancora di me non sanno niente.
Perché quella sera ci sarà un parapiglia già al porto
e: che cos’è questo subbuglio? si dirà.
E io sorriderò dietro la mia finestra
e diranno: perché ride così?
E la nave a otto vele
dai cinquanta cannoni
spara sulla città!
Oh, allora smetterete di ridere, signori,
perché tutto intorno a voi cadrà,
la città sarà spianata, le muraglie crolleranno,
solo un infimo alberguccio sarà immune da ogni danno
e diranno: ma lì, chi ci sta?
E tutta quella notte ci sarà un vociare lì d’intorno
e: perché l’albergo è salvo? si dirà.
E al mattino mi vedranno sulla soglia
e diranno: guarda, c’era lei!
E la nave a otto vele
e cinquanta cannoni
il pavese alzerà.
E a mezzogiorno in cento discenderanno a riva,
li vedrete avanzare nell’ombra,
e prenderanno tutti, una porta dopo l’altra
e li incateneranno e me li porteranno
e diranno: chi dobbiamo ammazzare?
E a metà di quel giorno sarà silenzio al porto
quando chiedono: chi muore, adesso?
E allora la mia voce dirà: tutti!
E: opplà! ad ogni testa che va già.
E la nave a otto vele
e cinquanta cannoni
con me salperà.
Lor signori vedono: oggi sciacquo i bicchieri
e per tutti rifaccio il letto.
E se mi danno un penny io ringrazio fra i denti
e son piena di cenci in un albergo di cenci
e loro non sanno chi sono.
Ma una certa sera si udrà un vociare giù dal porto
e: che sono queste grida? si dirà.
E io sorriderò in mezzo ai miei bicchieri
e diranno: perché ride? perché?
E una nave a otto vele
e cinquanta cannoni
alla fonda starà.
Mi dicono: va’, piccola, risciacqua i tuoi bicchieri
e qualcuno mi allunga un penny.
E il penny viene preso e qualche letto vien rifatto
(ma nessuno potrà più dormirci quella notte)
e ancora di me non sanno niente.
Perché quella sera ci sarà un parapiglia già al porto
e: che cos’è questo subbuglio? si dirà.
E io sorriderò dietro la mia finestra
e diranno: perché ride così?
E la nave a otto vele
dai cinquanta cannoni
spara sulla città!
Oh, allora smetterete di ridere, signori,
perché tutto intorno a voi cadrà,
la città sarà spianata, le muraglie crolleranno,
solo un infimo alberguccio sarà immune da ogni danno
e diranno: ma lì, chi ci sta?
E tutta quella notte ci sarà un vociare lì d’intorno
e: perché l’albergo è salvo? si dirà.
E al mattino mi vedranno sulla soglia
e diranno: guarda, c’era lei!
E la nave a otto vele
e cinquanta cannoni
il pavese alzerà.
E a mezzogiorno in cento discenderanno a riva,
li vedrete avanzare nell’ombra,
e prenderanno tutti, una porta dopo l’altra
e li incateneranno e me li porteranno
e diranno: chi dobbiamo ammazzare?
E a metà di quel giorno sarà silenzio al porto
quando chiedono: chi muore, adesso?
E allora la mia voce dirà: tutti!
E: opplà! ad ogni testa che va già.
E la nave a otto vele
e cinquanta cannoni
con me salperà.
envoyé par Riccardo Venturi - 30/3/2005 - 02:16
Langue: anglais
La versione inglese dalla "Threepenny Opera", in realtà una vera e propria riscrittura eseguita dallo stesso Brecht e da Kurt Weill. E' ripresa da questa pagina.
PIRATE JENNY
You people can watch while I'm scrubbing these floors
And I'm scrubbin' the floors while you're gawking
Maybe once ya tip me and it makes ya feel swell
In this crummy Southern town
In this crummy old hotel
But you'll never guess to who you're talkin'.
No. You couldn't ever guess to who you're talkin'.
Then one night there's a scream in the night
And you'll wonder who could that have been
And you see me kinda grinnin' while I'm scrubbin'
And you say, "What's she got to grin?"
I'll tell you.
There's a ship
The Black Freighter
with a skull on its masthead
will be coming in
You gentlemen can say, "Hey gal, finish them floors!
Get upstairs! What's wrong with you! Earn your keep here!
You toss me your tips
and look out to the ships
But I'm counting your heads
as I'm making the beds
Cuz there's nobody gonna sleep here, honey
Nobody
Nobody!
Then one night there's a scream in the night
And you say, "Who's that kicking up a row?"
And ya see me kinda starin' out the winda
And you say, "What's she got to stare at now?"
I'll tell ya.
There's a ship
The Black Freighter
turns around in the harbor
shootin' guns from her bow
Now
You gentlemen can wipe off that smile off your face
Cause every building in town is a flat one
This whole frickin' place will be down to the ground
Only this cheap hotel standing up safe and sound
And you yell, "Why do they spare that one?"
Yes.
That's what you say.
"Why do they spare that one?"
All the night through, through the noise and to-do
You wonder who is that person that lives up there?
And you see me stepping out in the morning
Looking nice with a ribbon in my hair
And the ship
The Black Freighter
runs a flag up its masthead
and a cheer rings the air
By noontime the dock
is a-swarmin' with men
comin' out from the ghostly freighter
They move in the shadows
where no one can see
And they're chainin' up people
and they're bringin' em to me
askin' me,
"Kill them NOW, or LATER?"
Askin' ME!
"Kill them now, or later?"
Noon by the clock
and so still by the dock
You can hear a foghorn miles away
And in that quiet of death
I'll say, "Right now.
Right now!"
Then they'll pile up the bodies
And I'll say,
"That'll learn ya!"
And the ship
The Black Freighter
disappears out to sea
And
on
it
is
me.
You people can watch while I'm scrubbing these floors
And I'm scrubbin' the floors while you're gawking
Maybe once ya tip me and it makes ya feel swell
In this crummy Southern town
In this crummy old hotel
But you'll never guess to who you're talkin'.
No. You couldn't ever guess to who you're talkin'.
Then one night there's a scream in the night
And you'll wonder who could that have been
And you see me kinda grinnin' while I'm scrubbin'
And you say, "What's she got to grin?"
I'll tell you.
There's a ship
The Black Freighter
with a skull on its masthead
will be coming in
You gentlemen can say, "Hey gal, finish them floors!
Get upstairs! What's wrong with you! Earn your keep here!
You toss me your tips
and look out to the ships
But I'm counting your heads
as I'm making the beds
Cuz there's nobody gonna sleep here, honey
Nobody
Nobody!
Then one night there's a scream in the night
And you say, "Who's that kicking up a row?"
And ya see me kinda starin' out the winda
And you say, "What's she got to stare at now?"
I'll tell ya.
There's a ship
The Black Freighter
turns around in the harbor
shootin' guns from her bow
Now
You gentlemen can wipe off that smile off your face
Cause every building in town is a flat one
This whole frickin' place will be down to the ground
Only this cheap hotel standing up safe and sound
And you yell, "Why do they spare that one?"
Yes.
That's what you say.
"Why do they spare that one?"
All the night through, through the noise and to-do
You wonder who is that person that lives up there?
And you see me stepping out in the morning
Looking nice with a ribbon in my hair
And the ship
The Black Freighter
runs a flag up its masthead
and a cheer rings the air
By noontime the dock
is a-swarmin' with men
comin' out from the ghostly freighter
They move in the shadows
where no one can see
And they're chainin' up people
and they're bringin' em to me
askin' me,
"Kill them NOW, or LATER?"
Askin' ME!
"Kill them now, or later?"
Noon by the clock
and so still by the dock
You can hear a foghorn miles away
And in that quiet of death
I'll say, "Right now.
Right now!"
Then they'll pile up the bodies
And I'll say,
"That'll learn ya!"
And the ship
The Black Freighter
disappears out to sea
And
on
it
is
me.
envoyé par Riccardo Venturi - 30/3/2005 - 02:23
Langue: français
Versione francese, da La Chambre Claire.
LA FIANCEE DU PIRATE
ou Chanson de l'Humiliation
ui c'est moi qui lave les verres et les plats
On m'appelle une Marie-couche-toi là
Quand on me donne un penny
Faut encore que j'dise merci
Me v'là en habits loqu'teux
Au fond d'cet hôtel miteux
Vous n'savez pas aujourd'hui qui je suis
Vous n'savez pas aujourd'hui qui je suis
Mais un soir, un beau soir
Grand branle-bas
Les gens courent sur la rive,
Disant : Voyez qui arrive !
Et moi je sourirai pour la première fois
On dira : Voilà que tu souris, toi ?
Un navire de haut bord
Cent canons aux sabords
Entrera dans le port !
Moi toujours je laverai
Les verres et les plats
J'serai toujours une Marie-couche-toi là
Quand on m'donnera un penny
Toujours je dirai merci
J'gardrai mes habits loqu'teux
Au fond d'cet hôtel miteux
Et demain, demain comme aujourd'hui
Vous ne saurez toujours pas qui je suis !
Mais un soir, ce beau soir pour qui je vis
Voilà que les canons
S'éveilleront et tonneront
Pour la première fois, j'éclaterai de rire
Quoi méchante, t'as le coeur à rire ?
Le navire du haut bord
Cent canons aux sabots
Bombardera le port !
Alors viendront à terre les matelots
Plus de cent, ils marqueront d'une croix de sang
Chaque maison, chaque porte
Et c'est devant moi qu'on apporte
Enchaînés, implorants, mutilés et saigneux
Vos pareils, tous vos pareils, beaux messieurs !
Vos pareils, tous vos pareils, beaux messieurs !
Alors paraîtra celui que j'attends, il me dira :
Qui veux-tu de tous ces gens que je tue ?
Et moi je répondrai doucement :
Tue-les tous! Chaque tête qui tombera
Je battrai des mains, hop là !
Et le navire du haut bord
Loin de la ville où tout sera mort
M'emportera vers la vie !
ou Chanson de l'Humiliation
ui c'est moi qui lave les verres et les plats
On m'appelle une Marie-couche-toi là
Quand on me donne un penny
Faut encore que j'dise merci
Me v'là en habits loqu'teux
Au fond d'cet hôtel miteux
Vous n'savez pas aujourd'hui qui je suis
Vous n'savez pas aujourd'hui qui je suis
Mais un soir, un beau soir
Grand branle-bas
Les gens courent sur la rive,
Disant : Voyez qui arrive !
Et moi je sourirai pour la première fois
On dira : Voilà que tu souris, toi ?
Un navire de haut bord
Cent canons aux sabords
Entrera dans le port !
Moi toujours je laverai
Les verres et les plats
J'serai toujours une Marie-couche-toi là
Quand on m'donnera un penny
Toujours je dirai merci
J'gardrai mes habits loqu'teux
Au fond d'cet hôtel miteux
Et demain, demain comme aujourd'hui
Vous ne saurez toujours pas qui je suis !
Mais un soir, ce beau soir pour qui je vis
Voilà que les canons
S'éveilleront et tonneront
Pour la première fois, j'éclaterai de rire
Quoi méchante, t'as le coeur à rire ?
Le navire du haut bord
Cent canons aux sabots
Bombardera le port !
Alors viendront à terre les matelots
Plus de cent, ils marqueront d'une croix de sang
Chaque maison, chaque porte
Et c'est devant moi qu'on apporte
Enchaînés, implorants, mutilés et saigneux
Vos pareils, tous vos pareils, beaux messieurs !
Vos pareils, tous vos pareils, beaux messieurs !
Alors paraîtra celui que j'attends, il me dira :
Qui veux-tu de tous ces gens que je tue ?
Et moi je répondrai doucement :
Tue-les tous! Chaque tête qui tombera
Je battrai des mains, hop là !
Et le navire du haut bord
Loin de la ville où tout sera mort
M'emportera vers la vie !
envoyé par Riccardo Venturi - 12/8/2005 - 23:25
L’adattamento francese dovrebbe risalire al 1930, regia di Gaston Baty, su testi di Nicole Steinhof e André Mauprey. In scena, Lucien Nat (Mackie) et Marguerite Jamois (Polly).
“La fiancée du pirate” è celebra anche nell’interpretazione di Juliette Gréco.
“La fiancée du pirate” è celebra anche nell’interpretazione di Juliette Gréco.
Bernart Bartleby - 18/12/2013 - 10:34
Langue: finnois
Traduzione finlandese / Finnish translation / Finnische Übersetzung / Suomennos: Elvi Sinervo
MERIROSVO-JENNY
1
Vielä tänään seison tässä lasejanne pesemässä,
sijatkin teen herrojen maata.
Ja kun heitätte kolikon niin kiitettävä siitä on,
ja kun kurjat on nää lumppuni ja kurja koko hotelli,
kuka olen, ette arvata saata.
Mutta kerran illalla kuuluu hurjaa huutoa
ja te sanotte: onpa kamalaa.
Ja kun minun tässä hymyilevän näätte,
sanotte: Mikä noin huvittaa?
Ja se suuri purjelaiva -
sata tykkiä siinä -
juuri saapunut on.
2
Mene siitä jo hommiisi, mulle sanotaan.
Sitten kouraani saan kolikon,
ja sen rahan otan vastaan ja vuoteetkin sijaan
(vaikka sinä yönä kukaan ei nukukaan).
Mutta yhä vielä teille olen tuntematon.
Ja kun sinä yönä kuullaan satamasta räiske,
te kysytte: mitä tuo merkitsee?
Ja kun minä katson ulos ikkunasta,
sanotte: mitä hän hymyilee?
Ja se suuri purjelaiva -
sata tykkiä kääntää -
ja se pommitus on.
3
Hyvät herrat, kun seinät niskaanne saatte,
kai se hymyn teiltä hyydyttää.
Pian on kaupunki ammuttu tasalle maan,
vaan kun yksi kurja majatalo pystyyn jää,
kysytään: kuka kumma siellä asuukaan?
Kyllä sinä yönä rähinää on tässä lähistöllä,
kun udellaan: miksi jäi tuo hotelli?
Ja kun minä aamun tullen ulos astun,
kuiskitaan: tuo siellä asusti.
Ja sen suuren tykkilaivan
joka ainoaan mastoon
nousee liehuva lippu.
4
Päivä kun on puolessa, niin siitä tykkilaivasta
sata miestä laiturille lappaa.
He kaikki talot kiertää, kunnes koko kaupunki
on kahleihin lyöty ja tuotu eteeni.
Ja he kysyy: kenet siis tahdot tappaa?
Hiskumaton hiljaisuus on satamassa silloin kun
kysytään: kuka tapetaan?
Ja te kuulla saatte, kuinka sanon: kaikki!
Ja kun sitten pää putoo, sanon: oho!
Ja se suuri purjelaiva -
minä kannella laivan -
meren taa katoaa.
1
Vielä tänään seison tässä lasejanne pesemässä,
sijatkin teen herrojen maata.
Ja kun heitätte kolikon niin kiitettävä siitä on,
ja kun kurjat on nää lumppuni ja kurja koko hotelli,
kuka olen, ette arvata saata.
Mutta kerran illalla kuuluu hurjaa huutoa
ja te sanotte: onpa kamalaa.
Ja kun minun tässä hymyilevän näätte,
sanotte: Mikä noin huvittaa?
Ja se suuri purjelaiva -
sata tykkiä siinä -
juuri saapunut on.
2
Mene siitä jo hommiisi, mulle sanotaan.
Sitten kouraani saan kolikon,
ja sen rahan otan vastaan ja vuoteetkin sijaan
(vaikka sinä yönä kukaan ei nukukaan).
Mutta yhä vielä teille olen tuntematon.
Ja kun sinä yönä kuullaan satamasta räiske,
te kysytte: mitä tuo merkitsee?
Ja kun minä katson ulos ikkunasta,
sanotte: mitä hän hymyilee?
Ja se suuri purjelaiva -
sata tykkiä kääntää -
ja se pommitus on.
3
Hyvät herrat, kun seinät niskaanne saatte,
kai se hymyn teiltä hyydyttää.
Pian on kaupunki ammuttu tasalle maan,
vaan kun yksi kurja majatalo pystyyn jää,
kysytään: kuka kumma siellä asuukaan?
Kyllä sinä yönä rähinää on tässä lähistöllä,
kun udellaan: miksi jäi tuo hotelli?
Ja kun minä aamun tullen ulos astun,
kuiskitaan: tuo siellä asusti.
Ja sen suuren tykkilaivan
joka ainoaan mastoon
nousee liehuva lippu.
4
Päivä kun on puolessa, niin siitä tykkilaivasta
sata miestä laiturille lappaa.
He kaikki talot kiertää, kunnes koko kaupunki
on kahleihin lyöty ja tuotu eteeni.
Ja he kysyy: kenet siis tahdot tappaa?
Hiskumaton hiljaisuus on satamassa silloin kun
kysytään: kuka tapetaan?
Ja te kuulla saatte, kuinka sanon: kaikki!
Ja kun sitten pää putoo, sanon: oho!
Ja se suuri purjelaiva -
minä kannella laivan -
meren taa katoaa.
envoyé par Juha Rämö - 5/6/2015 - 08:31
Langue: italien
La traduzione in italiano di Cattia Salto della versione inglese “Pirate Jenny” dalla “Threepenny Opera”
http://terreceltiche.altervista.org/je...
http://terreceltiche.altervista.org/je...
JENNY DEI PIRATI
Lor signori vedono mentre passo il cencio sui pavimenti
e passo il cencio sui pavimenti, mi guardate infastiditi,
e forse mi date la mancia solo per sentirvi meglio,
in questa sudicia città del Sud
in questo miserabile vecchio albergo (1)
Ma non indovinerete mai a chi state parlando
Ma non indovinerete mai a chi state parlando
Poi una sera ci sarà un grido nella notte
e vi domanderete che cosa potrebbe essere stato
e mi vedrete un po’ sogghignare mentre passo il cencio
e direte “Che cosa avrà da ridere?”
Ve lo dirò
C’è una nave
il Vascello Nero
con un teschio sull’albero maestro
e arriverà qui
Lor signori dicono “Ehi ragazza, finisci questi pavimenti!
Vai di sopra! Cos’hai che non va!Guadagnati da vivere!”
Mi lanciate le vostre mance
e fate attenzione alle navi.
Ma io conto le teste mentre rifaccio i letti
perchè non ci sarà nessuno che verrà a dormire qui, tesoro,
nessuno,
nessuno
Quella sera ci sarà un grido nella notte
e direte:”Che cos’è tutto questo subbuglio?”
e mi vedrete affacciata alla finestra
e direte “Che cosa avrà da guardare proprio adesso?”
Te lo dirò
C’è una nave
il Vascello Nero
che gira nel porto
sparando con i cannoni di prua
Ora
signori, potete cancellare quel sorriso dalla faccia
perchè ogni edificio in città cadrà
tutto questo posto marcio sarà raso al suolo
tranne questo albergo scadente che resterà in piedi, sano e salvo
e voi direte “Perchè hanno rispiarmiato proprio quello?
Si,
questo è quello che direte
“Perchè hanno rispiarmiato quello?
Tutta la notte tra il rumore e la confusione
vi chiederete “Chi è quella persona che vive lassù?”
E mi vedrete uscire in mattinata
tutta carina con un nastro tra i capelli
E la nave
il Vascello Nero
isserà la bandiera in cima all’albero
e l’aria risuonerà per il tripudio.
A mezzogiorno il molo
brulicherà di uomini
che usciranno dal vascello fantasma
per muoversi nell’ombra
dove nessuno possa vederli
e incateneranno le persone
e me le porteranno
e mi chiederanno
“Li uccidiamo adesso o più tardi?”
e mi chiederanno
“Li uccidiamo adesso o più tardi?”
Nel pomeriggio al rintocco
ci sarà silenzio al molo,
si potrebbe sentire un corno da nebbia in lontananza e in quella quiete mortale
dirò “Adesso
proprio adesso!”
Allora ammucchieranno i corpi
e io dirò
“Che vi serva da lezione!”(2)
e la nave
il Vascello Nero
scompare in mare
e
a
bordo
ci sono
io
Lor signori vedono mentre passo il cencio sui pavimenti
e passo il cencio sui pavimenti, mi guardate infastiditi,
e forse mi date la mancia solo per sentirvi meglio,
in questa sudicia città del Sud
in questo miserabile vecchio albergo (1)
Ma non indovinerete mai a chi state parlando
Ma non indovinerete mai a chi state parlando
Poi una sera ci sarà un grido nella notte
e vi domanderete che cosa potrebbe essere stato
e mi vedrete un po’ sogghignare mentre passo il cencio
e direte “Che cosa avrà da ridere?”
Ve lo dirò
C’è una nave
il Vascello Nero
con un teschio sull’albero maestro
e arriverà qui
Lor signori dicono “Ehi ragazza, finisci questi pavimenti!
Vai di sopra! Cos’hai che non va!Guadagnati da vivere!”
Mi lanciate le vostre mance
e fate attenzione alle navi.
Ma io conto le teste mentre rifaccio i letti
perchè non ci sarà nessuno che verrà a dormire qui, tesoro,
nessuno,
nessuno
Quella sera ci sarà un grido nella notte
e direte:”Che cos’è tutto questo subbuglio?”
e mi vedrete affacciata alla finestra
e direte “Che cosa avrà da guardare proprio adesso?”
Te lo dirò
C’è una nave
il Vascello Nero
che gira nel porto
sparando con i cannoni di prua
Ora
signori, potete cancellare quel sorriso dalla faccia
perchè ogni edificio in città cadrà
tutto questo posto marcio sarà raso al suolo
tranne questo albergo scadente che resterà in piedi, sano e salvo
e voi direte “Perchè hanno rispiarmiato proprio quello?
Si,
questo è quello che direte
“Perchè hanno rispiarmiato quello?
Tutta la notte tra il rumore e la confusione
vi chiederete “Chi è quella persona che vive lassù?”
E mi vedrete uscire in mattinata
tutta carina con un nastro tra i capelli
E la nave
il Vascello Nero
isserà la bandiera in cima all’albero
e l’aria risuonerà per il tripudio.
A mezzogiorno il molo
brulicherà di uomini
che usciranno dal vascello fantasma
per muoversi nell’ombra
dove nessuno possa vederli
e incateneranno le persone
e me le porteranno
e mi chiederanno
“Li uccidiamo adesso o più tardi?”
e mi chiederanno
“Li uccidiamo adesso o più tardi?”
Nel pomeriggio al rintocco
ci sarà silenzio al molo,
si potrebbe sentire un corno da nebbia in lontananza e in quella quiete mortale
dirò “Adesso
proprio adesso!”
Allora ammucchieranno i corpi
e io dirò
“Che vi serva da lezione!”(2)
e la nave
il Vascello Nero
scompare in mare
e
a
bordo
ci sono
io
(1) un albergo dei poveri
(2) nella versione tedesca Jenny dice "Olpà" la rivalsa di Jenny è un grido di vendetta per gli abusi subiti, la sua è sete di sangue (così come accade nelle sommosse e rivoluzioni popolari, quando il popolo sobillato e al giusto punto di cottura esplode la sua rabbia e furia cieca); Jenny non rivendica la giustizia sociale, vuole "diventare" uguale ai suoi aguzzini, è pronta a prenderne il posto per poter avere la sua fetta di torta.
(2) nella versione tedesca Jenny dice "Olpà" la rivalsa di Jenny è un grido di vendetta per gli abusi subiti, la sua è sete di sangue (così come accade nelle sommosse e rivoluzioni popolari, quando il popolo sobillato e al giusto punto di cottura esplode la sua rabbia e furia cieca); Jenny non rivendica la giustizia sociale, vuole "diventare" uguale ai suoi aguzzini, è pronta a prenderne il posto per poter avere la sua fetta di torta.
envoyé par Cattia Salto - 13/2/2018 - 20:18
Vorrei solo proporre l’annotazione che la sopra riportata «versione italiana dal libretto dell'opera rappresentato al Teatro Regio di Torino nel 2004» è di Emilio Castellani (Milano, 1911 – 1985), uno dei principali traduttori di Brecht. Nell’immediato dopoguerra fu pubblicata nel 1946 a Milano da Rosa e Ballo, e poi a Torino, da Einaudi a partire dal 1956. Questa è la traduzione più fedele al testo originale.
Francesco Mazzocchi - 25/6/2024 - 11:52
×
Da "Die Dreigroschenoper" ("L'opera da tre soldi")
Musica di Kurt Weill
Assieme a "Moritat von Meckie Messer", che non rientra in questa raccolta, "Jenny dei Pirati" (questo il suo titolo italiano) è senz'altro la più famosa ballata di Bertolt Brecht tratta dall' "Opera da tre soldi" ed anche, probabilmente, al tempo stesso una delle vette dell'arte brechtiana, della musica di Kurt Weill e del canto di Lotte Lenya.
Una cupa e potente ballata che parla di un'umile domestica e della distruzione di una città, e che ha ispirato più di un artista tra i quali spicca senz'altro Bob Dylan con la sua When the Ship comes in.
*
"La Canzone Di Jenny Dei Pirati" fu scritta da Bertolt Brecht e composta da Kurt Weill per "Die Dreigroschenoper" e rappresenta il sentimento rivoluzionario. In essa compaiono infatti i simboli della nave (antitesi della casa borghese) e dei pirati (uomini che non permettono ad alcuna regola o legge di assoggettarli, ovvero emblema del potere sovversivo). Queste sono le figure che evoca Jenny, la sguattera d'un albergo d'infimo ordine (che impersonifica "tutti coloro che stanno in basso"), esprimendo la propria sete di vendetta secondo alcuni e di giustizia secondo altri, nei confronti di coloro che l'additano e la deridono senza sapere chi lei sia e quale enorme potenza rappresenti e si celi di sotto agli sporchi cenci che la ricoprono.
(Greta Giavedoni)