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Au nom de Dieu

Pierre Perret
Langue: français


Pierre Perret

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Una canzone contro la guerra, sì, ma soprattutto ferocemente anticlericale e antireligiosa. Per questo mi piace doppiamente. Non ne consiglio la lettura ai pacifisti con gli occhi rivolti troppo al cielo. [RV]
Depuis la nuit des temps,
On s'étripe gaiement
Au nom de Dieu.
On continue pourtant
En faisant toujours mieux.
Il est jamais content.
On lui a fait des églises
Pour calmer son courroux,
Couroucoucou,
Des temples et des Mecques
Ou des femmes et des mecs
L'honorent à genoux.

Parmi tous ces mordus,
Ces millions de fanas,
Tout's ces brebis,
Y a ceux qui ador' Jésus,
Ceux qui préférent Allah,
D'autres leur canari.
Si t'es athée, sais-tu,
Pour ces gars, t'est foutu.
Turlututu.
Ils dis'que tu te gourres
Et que Dieu est amour
Et après, ils te tuent.

On brûla les sorciers,
Les homos, sans-papiers,
Les francs-maçons
Et, même, on fit becqueter
A de pauvres lions
Blandine et les Garçons.
Le Bon roi Saint-Louis
Massacra les harkis
Jusqu'à Tunis
Puis revint sous le gui
Mettre l'étoile aux Juifs
Et rendre l'injustice.

Charles-Neuf, le catho,
Offrit aux parpaillots,
Au nom de Dieu,
La Saint-Barthélemy.
Les Irlandais, depuis,
N'ont pas fait beaucoup mieux.
Monsieur Christoph' Colomb
Qui, l'vendredi, n'aimait
Que le poisson,
Grilla au chalumeau
Le grand Géronimo
Qui mangeait du bison.

"Pas de préservatif",
Dit le souv'rain Pontife
Au nom de Dieu,
Et cette manière sage
De réduire le chômage
En fit un homme heureux.
Pis y a ces fous de Dieu
Qui, au nom d'la vertu,
Chapeau pointu,
Egorgent bravement
Des femmes et des enfants
En lisant le Coran.

Depuis la nuit des temps,
On s'étripe gaiement
Au nom de Dieu.
On continue pourtant
En faisant toujours mieux.
Il est jamais content.
Si ce Dieu juste et bon
N'envoie ses oraisons
Qu'à des tueurs,
Doit-on penser qu'alors
L'oraison du plus fort
Est toujours la meilleure ?
Doit-on penser qu'alors
L'oraison du plus fort
Est toujours la meilleure ?

envoyé par Riccardo Venturi - 14/11/2004 - 04:19



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
8 marzo 2004
IN NOME DI DIO

Fin dalla notte dei tempi
ci si sbudella allegramente
in nome di Dio.
Eppure si continua
facendo sempre meglio.
Non è mai contento.
Gli hanno fatto delle chiese
Per placare il suo cruccio,
cuccrucciuccù,
E dei templi, delle Mecche
dove uomini e donne
lo onorano in ginocchio.

Fra tutti 'sti coglioni,
'sti milioni di fanatici
e tutte 'ste pecore
C'è chi adora Gesù
e chi preferisce Allah,
e chi ancora il suo canarino.
Se sei ateo, lo sai,
Per 'sti tizi, sei fottuto.
Tutturuttù.
Dicon che hai preso un abbaglio,
che Dio è amore,
e dopo, ti ammazzano.

Hanno bruciato le streghe,
Gli omosessuali, i clandestini,
I frammassoni,
E fecero pure sbocconcellare
A dei poveri leoni
Santa Blandina e i suoi ragazzi. (*)
Il buon re San Luigi
massacrò gli harkis (**)
fino a Tunisi
Poi tornò per l’anno nuovo (***)
a metter la stella agli ebrei
e a rendere ingiustizia.

Carlo Nono, il cattolico,
offrì ai miscredenti (****),
in nome di Dio
la notte di San Bartolommeo.
Gli irlandesi, poi,
non han fatto molto meglio.
Il signor Cristoforo Colombo
cui, il venerdì,
non piaceva che il pesce
grigliò alla fiamma ossidrica
il grande Geronimo
che mangiava bisonte.

“Niente preservativi”,
disse il sommo pontefice
in nome di Dio,
e questo saggio modo
di ridurre la disoccupazione
lo rese un uomo felice.
Poi ci son quei folli di Dio
che, in nome della virtù,
col loro cappello a punta
sgozzano allegramente
donne e bambini
leggendo il Corano.

Fin dalla notte dei tempi
ci si sbudella allegramente
in nome di Dio.
Eppure si continua
facendo sempre meglio.
Non è mai contento.
Se ‘sto Dio è buono e giusto
non manda le sue preghiere
che a dei killers:
si deve pensare, allora,
che la preghiera del più forte
è sempre la migliore?

9/3/2005 - 13:39


NOTE

(*) Santa Blandina, una giovane schiava, fu martirizzata a Lione nell’anno 177 dopo Cristo assieme a un’altra quarantina di cristiani di Lione e Vienne, tra i quali S. Potino, vescovo di Lione. E’ la santa patrona della città di Lione.

(**) Gli Harkis erano i soldati tunisini e algerini inquadrati nell’esercito francese prima dell’indipendenza delle due colonie nordafricane. "Harkis" furono detti anche quegli algerini e tunisini residenti in Francia e cittadini francesi, che al momento dell’indipendenza optarono per la cittadinanza algerina o tunisina e furono quindi rimpatriati. Qui, in riferimento a San Luigi, "harkis" viene usato da Pierre Perret semplicemente come sinonimo di "arabi, musulmani".

(***) letteralmente: "sotto il vischio". L’augurio tradizionale francese per l’anno nuovo è "au gui l’an neuf".

(****) "Parpaillot" era il tradizionale appellativo spregiativo con cui i cattolici chiamavano i calvinisti ginevrini. Oggi si usa perlopiù in tono scherzoso come "miscredente".

9/3/2005 - 13:40




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