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Ò sentito sparà il cannone

Anonymous
Language: Italian


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Cannone


Racc. da R. Leydi e S. Mantovani, Aurano, Novara e da B. Pianta, Pezzaze, Brescia, inf. la famiglia Bregoli.

(Da: La musica dell'Altraitalia)
Ò sentito sparà il cannone
ò sentito tremar la terra
o moglie mia vado in guerra
chissà quando ritornerò

E se per caso io non tornassi
moglie mia l'avrai capito
cercati pure 'n altro marito
per allevare i figli miei

I figli tuoi son già allevati
lor vanno in giro pel Monte Nero
lor vanno in giro per Monte Nero
a vendicare il suo papà

Maledisco 'l porto di Bari
e la cinquina che ci à sbarcati
in Albania destinati
sempre soli a guerreggiar

Maledisco la croce rossa
che non faceva il suo servizio
lasciava i morti nella fossa
e i feriti a sospirar

Maledisco la val di Osta
coi suoi monti così alti
coi suoi sentieri stretti stretti
pien di sangue di soldà.

Contributed by Riccardo Venturi




Language: Italian

Altra versione dello stesso canto
HO SENTITO SPARA' IL CANNONE

Voglio fare 'na passeggiata
voglio andare fino alla posta
ma per vedere se c'è risposta,
se il mio amore mi ama ancor,
ma per vedere se c'è risposta
se il mio amore mi ama ancor!

E ho sentito sparà 'l cannone
e ho sentito tremar la terra,
o moglie mia io vado in guerra
e chissà quando ritornerò.

La risposta sì l'è 'rivata
assai triste e dolorosa,
e lui ha fatto 'n'altra morosa
più bellina assai di te,
e lui ha fatto 'n'altra morosa
più bellina assai di te.

E se per caso io non tornassi
o moglie mia l'avrai capito!
Cercati pure 'n'altro marito
per allevare i figli miei!

I figli tuoi son già partiti,
lor vanno in giro pel Monte Nero,
lor vanno in giro pel Monte Nero
a vendicare il suo papà.

E maledisco la Croce Rossa,
che non faceva il suo servisìo,
lasciava i morti lì nella fossa
e i feriti a sospirar,
lascia i morti lì nella fossa
e i feriti a sospirar!

2018/11/4 - 22:53




Language: Italian

SENTO IL ROMBO DEL CANNONE

Sento il rombo del cannone è un canto di guerra assai significativo, tanto diffuso nella memoria popolare quanto poco diffuso nei canzonieri a stampa (non compare nemmeno nella pure ottima antologia di Savona-Straniero del 1981!) né nel repertorio dei cori alpini. Come mai?
Credo sia per la sua assoluta antieroicità, cioè totale assenza di retorica guerriera.
AL ROMBO DEL CANNON. Grande Guerra e canto popolare
Quello del cannone è un rombo (ecco la “formula” testuale che abbiamo eletto a titolo del nostro libro, proprio per la sua emblematicità!) che incute terrore, che fa tremare la terra e gli uomini. I cannoni a lunga gittata, gli obici pesanti da 420, con il loro fragore annichiliscono la massa dei combattenti, ne incrinano il sistema nervoso, li fanno “uscir fuori di testa”. Il disegno di Morando messo in copertina (quel soldato raggomitolato su sé stesso, che si tappa le orecchie, sotto la vampa delle esplosioni) è al riguardo esplicito.

SENTO IL ROMBO DEL CANNONE è un canto straziante, che fa comprendere tutto l'orrore della guerra; Un canto di partenza e di non ritorno di un uomo che parla alla sua donna, come se le scrivesse una lettera, l'ultima, perché è la lettera di un condannato a morte.

Delle tante versioni di questo canto raccolte sul campo, soprattutto in Italia settentrionale, io trovo che la più intensa e struggente sia questa, a due voci soltanto. Non eseguita da un coro maschile, che ci mette sempre un po' di epica soldatesca, ma da due donne dell'Appennino piacentino che avevano pure lavorato in risaia: Serafina Pozzi (classe 1913) e Elsa Rossi (classe 1926), reg. di Mario Di Stefano, Cicogni di Pecorara (PC), 1974.

Franco Castelli
SENTO IL ROMBO DEL CANNONE

Sento il rombo del cannone
che faceva tremar la terra
o moglie mia sono in guerra
e non so se ritornerò

Se per caso più non tornassi,
moglie mia, io te lo dico
e sposi pure un altro marito
per allevare i figli tuoi”

I figli miei son già grandini
e vanno in chiesa per pregare
e lor stan sempre ad aspettare
il ritorno del suo papà

2019/5/7 - 14:48




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