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I banditi della Acqui

Yo Yo Mundi
Language: Italian


Yo Yo Mundi

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Guardali negli occhi
(C.S.I.)
Viva l'Italia
(Francesco De Gregori)
Wir sind partisanen!
(Umberto Palazzo e il santo niente)


L'ordine inviato da Brindisi a Gandin il 11 settembre 1943
L'ordine inviato da Brindisi a Gandin il 11 settembre 1943


L’8 settembre 1943 la Divisione Acqui che, forte di 525 ufficiali e 11.500 soldati, presidiava le isole di Cefalonia e Corfù agli ordini del generale Antonio Gandin, si trovò di fronte alla consueta alternativa: o arrendersi e cedere le armi ai tedeschi o affrontare la resistenza armata, sapendo di non poter contare su alcun aiuto esterno. Tra il 9 e l’11 settembre si svolsero estenuanti trattative tra Gandin e il tenente colonnello tedesco Barge, che intanto fece affluire sull’isola nuove truppe. L’11 settembre arrivò l’ultimatum tedesco, con l’intimazione a cedere le armi.
All’alba del 13 settembre batterie italiane aprirono il fuoco su due grossi pontoni da sbarco carichi di tedeschi. Barge rispose con un ulteriore ultimatum, che conteneva la promessa del rimpatrio degli italiani una volta arresi. Gandin chiese allora ai suoi uomini di pronunciarsi su tre alternative: alleanza con i tedeschi, cessione delle armi, resistenza. Tramite un referendum i soldati scelsero all’unanimità di resistere.
Il 15 settembre cominciò la battaglia che si protrasse sino al 22 settembre, con drastici interventi degli aerei Stukas che mitragliarono e bombardano le truppe italiane. I nostri soldati si difesero con coraggio, ma non ci fu scampo: la città di Argostoli distrutta, 65 ufficiali e 1.250 i soldati caduti in combattimento.
L’Acqui si dovette arrendere, la vendetta tedesca fu spietata e senza ragionevole giustificazione. Il Comando superiore tedesco ribadì che "a Cefalonia, a causa del tradimento della guarnigione, non devono essere fatti prigionieri di nazionalità italiana, il generale Gandin e i suoi ufficiali responsabili devono essere immediatamente passati per le armi secondo gli ordini del Führer".
Il 24 settembre Gandin venne fucilato alla schiena; in una scuola 600 soldati italiani con i loro ufficiali furono falciati dal tiro delle mitragliatrici; 360 ufficiali furono uccisi a gruppetti nel cortile della casetta rossa. Questi gli ordini del generale Hubert Lanz, responsabile dell’eccidio: "Gli ufficiali che hanno combattuto contro le unità tedesche sono da fucilare con l’eccezione di: 1) fascisti, 2) ufficiali di origine germanica, 3) ufficiali medici, 4) cappellani. 5) fucilazioni fuori dalla città, nessuna apertura di fosse, divieto di accesso ai soldati tedeschi e alla popolazione civile. 6) nessuna fucilazione sull’isola, portarsi al largo e affondare i corpi in punti diversi dopo averli zavorrati".
Alla fine saranno 5.000 i soldati massacrati, 446 gli ufficiali; 3.000 superstiti, caricati su tre piroscafi con destinazione i lager tedeschi, scomparirono in mare affondati dalle mine. In tutto 9.640 caduti, la Divisione Acqui annientata.
Molti dei superstiti dell’eccidio si rifugiarono nelle asperità dell’isola e continuarono la resistenza nel ricordo dei compagni trucidati e si costituirono nel raggruppamento Banditi della Acqui, che fino all’abbandono tedesco di Cefalonia si mantenne in contatto con i partigiani greci e con la missione inglese operando azioni di sabotaggio e fornendo preziose informazioni agli alleati.

(dalla pagina dedicata a Cefalonia nel sito dell'ANPI, dove si possono trovare ulteriori testimonianze)

Si veda anche la voce Eccidio di Cefalonia su Wikipedia



Il testo del canto, naturalmente anonimo, è stato nel dopoguerra raccolto da Paolo Virgilio Savona e poi inserito nell’antologia dei Canti della Resistenza italiana (Milano, Collana del Gallo Grande, 1960, pag.102).
Alle parole composte sulle isole Jonie veniva associata la melodia di un altro canto della II guerra mondiale (una delle poche eccezioni del repertorio alpino): si tratta de Sul ponte di Perati bandiera nera.

Lo attribuiamo qui agli Yo Yo Mundi, perché è stato ripreso da questo gruppo e incluso nel disco "Materiale Resistente", dove vari gruppi italiani rileggono canzoni della Resistenza.

La musica è di Paolo Archetti Maestri, voce degli Yo Yo Mundi.


Materiale resistente 1945-1995 è il titolo di una raccolta di brani di vari artisti italiani, pubblicato nell'aprile 1995, in occasione del cinquantesimo anniversario della liberazione d'Italia dal fascismo. Il disco raccoglie una serie di canti partigiani reinterpretati da vari gruppi contemporanei, accanto a canzoni inedite, sempre ispirate al tema della Resistenza italiana.materiale resistente

La raccolta è parte di un progetto ideato e curato dal Consorzio Produttori Indipendenti a partire da una richiesta del Comune di Correggio per festeggiare il cinquantenario della Festa della Liberazione con l'intento di unire idealmente due generazioni, quella del rock e quella dei partigiani, che difficilmente si sarebbero incontrate in una giornata di celebrazioni rituali. Oltre al CD musicale, furono prodotti e pubblicati un libro e un documentario e il 25 Aprile del 1995 fu organizzato un concerto nella campagna intorno a Correggio, vicino ai luoghi dove avevano agito i gruppi partigiani.

1.Üstmamò - Siamo i ribelli della montagna - 4:53
2.Officine Schwartz - Ciao bella - 3:33
3.Umberto Palazzo e Il Santo Niente - Wir sind partisanen! - 3:23
4.A.F.A. - Con la guerriglia - 3:55
5.Settore Out - Amore ribelle - 1:45
6.Consorzio Suonatori Indipendenti - Guardali negli occhi - 4:55
7.Corman & Tuscadu - Complainte du partisan - 3:25
8.Disciplinatha - Vi ricordate quel 18 aprile - 3:20
9.Yo Yo Mundi - I banditi della Acqui - 3:19
10.Mau Mau - Resistenza, marzo '95 - 4:56
11.Gang - Eurialo e Niso - 5:38
12.Lou Dalfin - Lo pal - 3:25
13.Coro "I 101" di Fabbrico - Spara Jurij - 1:40
14.Modena City Ramblers - Bella Ciao - 3:15
15.Marlene Kuntz - Hanno crocifisso Giovanni - 3:20
16.Skiantos - Fischia il vento - 2:41
17.Africa Unite - Il Partigiano John - 3:41
18.Rosso Maltese - Il Canto dei Deportati - 4:43


Banditi della Acqui
In alto il cuore:
Sui monti di Cefalonia
Sta il tricolore.

Quelli che han combattuto
Non son tornati,
Sui monti di Cefalonia
Sono restati.

Soldati prigionieri
Già trucidati
Nel mare e nelle cisterne
Furon gettati.

Quelli che han combattuto
E torneranno
Le sorti dei compagni
Vi narreranno.

E proprio oggi si è saputo che un tribunale di Monaco di Baviera ha assolto l'ex-sottotenente Otmar Mulhauser che aveva ordinato le fucilazioni... i soldati italiani che si rifiutarono di arrendersi alla Wehrmacht sono da considerarsi a tutti gli effetti "disertori".

"A Cefalonia erano traditori"- sentenza choc in Germania

ma è mai possibile che in questo mondo di merda non basti ammazzare la povera gente una volta?
No, c'è sempre il bisogno di ammazzarla una seconda volta, riversando su di loro qualsiasi bugia e/o infamità pur di assolvere da ogni responsabilità chi ha ucciso!!!

semmy - 2006/9/22 - 10:52




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