Da un mese sto insegnando in una scuola media
un mese fa studente, e adesso ho il potere, ma...
Ho conosciuto Baradel, che non sta fermo dietro il banco.
Non scrive i temi Baradel, perché compone nella testa.
Sei già schedato Baradel, sei ripetente Baradel
e ti han bocciato, tu lo sai, perché non rispondevi mai.
Hai fatto bene Baradel, non si risponde a chi vorrebbe
fare di te quello che lui si è messo in testa per paura.
Ma io ti parlo Baradel, non ti istruisco Baradel,
tu mi rispondi perché sai che non ti giudicherò mai.
Ma il preside dagli occhi morali di chi non fa mai l'amore
ha controllato temi e registri vari e ha deciso che così non va.
Io me ne frego Baradel, però ti dico chi domanda.
Non gira il vento Baradel, attento da che parte spira.
Nell'oro c'è la storia antica, la storia poi non è cambiata.
Menenio Agrippa conta palle che un certo Kissinger ripete.
È morto Allende Baradel, ci son le bombe dei padroni,
e chi li serve accusa me di far politica anche a scuola.
I vostri banchi in mezzo al mondo, i vostri temi poesie.
L'ortografia violentata dal voto non è vendicata.
È primavera Baradel, Pablo Neruda in classe muore.
Ai tuoi compagni Baradel, la vita scoppia nelle mani.
Vi ho portati un po' a giocare nel prato che c'è lì davanti,
e non ho chiesto alcun permesso perché credevo fosse giusto.
Ma il boia con quegli occhi morali di chi non fa mai l'amore
ha scritto che ho commesso peccato grave: ho preso e dato troppa libertà.
Mi han trasferito Baradel, ha dunque vinto quel bastardo.
Ti stangheranno Baradel, è proprio questo che ci vuole.
Non sei un servo Baradel, e non fai comodo lo sai,
perché tu porti in mezzo ai banchi la lotta che non si fa mai.
Mordi le labbra Baradel, quando hanno voglia che tu parli,
e grida sempre Baradel, se ti si impone di tacere.
Impara a scrivere per te e non ti fare emarginare.
La me la marcia sparirà, il verme poi sarà farfalla.
Non sei un servo Baradel, e non fai comodo lo sai,
ma porta sempre in mezzo ai banchi la lotta che non si fa mai.
un mese fa studente, e adesso ho il potere, ma...
Ho conosciuto Baradel, che non sta fermo dietro il banco.
Non scrive i temi Baradel, perché compone nella testa.
Sei già schedato Baradel, sei ripetente Baradel
e ti han bocciato, tu lo sai, perché non rispondevi mai.
Hai fatto bene Baradel, non si risponde a chi vorrebbe
fare di te quello che lui si è messo in testa per paura.
Ma io ti parlo Baradel, non ti istruisco Baradel,
tu mi rispondi perché sai che non ti giudicherò mai.
Ma il preside dagli occhi morali di chi non fa mai l'amore
ha controllato temi e registri vari e ha deciso che così non va.
Io me ne frego Baradel, però ti dico chi domanda.
Non gira il vento Baradel, attento da che parte spira.
Nell'oro c'è la storia antica, la storia poi non è cambiata.
Menenio Agrippa conta palle che un certo Kissinger ripete.
È morto Allende Baradel, ci son le bombe dei padroni,
e chi li serve accusa me di far politica anche a scuola.
I vostri banchi in mezzo al mondo, i vostri temi poesie.
L'ortografia violentata dal voto non è vendicata.
È primavera Baradel, Pablo Neruda in classe muore.
Ai tuoi compagni Baradel, la vita scoppia nelle mani.
Vi ho portati un po' a giocare nel prato che c'è lì davanti,
e non ho chiesto alcun permesso perché credevo fosse giusto.
Ma il boia con quegli occhi morali di chi non fa mai l'amore
ha scritto che ho commesso peccato grave: ho preso e dato troppa libertà.
Mi han trasferito Baradel, ha dunque vinto quel bastardo.
Ti stangheranno Baradel, è proprio questo che ci vuole.
Non sei un servo Baradel, e non fai comodo lo sai,
perché tu porti in mezzo ai banchi la lotta che non si fa mai.
Mordi le labbra Baradel, quando hanno voglia che tu parli,
e grida sempre Baradel, se ti si impone di tacere.
Impara a scrivere per te e non ti fare emarginare.
La me la marcia sparirà, il verme poi sarà farfalla.
Non sei un servo Baradel, e non fai comodo lo sai,
ma porta sempre in mezzo ai banchi la lotta che non si fa mai.
envoyé par Riccardo Venturi
×
Testo e musica di Enzo Maolucci
Da/From: "L'industria dell'obbligo"