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Il pilota di Hiroshima

Nomadi
Language: Italian


Nomadi

List of versions



[1985]
(Gionata-Rossi-Dennis)
da "Ci penserà poi il computer"


"È il disco più bello degli anni '80. Tutte canzoni di un certo spessore, con una sola pecca a mio parere: oltre la solita qualità di registrazione non certo perfetta (ma con quella i Nomadi non potevano farci nulla), la mancanza quasi totale di una buona chitarra e la troppa presenza di tastiere, a volte "soffocante".
Sul contenuto nulla da dire, è il disco della mitica "Il pilota di Hiroshima", che scava nella coscienza di coloro che commisero quell'atroce e insensato gesto, e della bellissima "Lontano".
Altre canzoni molto belle sono: "Bianchi e neri", una bellissima e intensa favola del grande Cortesi sul razzismo in una chiave molto molto originale, e le sottovalutate, a mio parere, "Edith" e "Tra loro", che sempre secondo il mio modestissimo parere non stonerebbero affatto riproposte oggi dal vivo, anzi...
Una musica e un arrangiamento particolare fanno di "Agguanta il leone" una canzone molto interessante, una di quelle canzoni che spiccano dalla discografia dei Nomadi come vere sorprese.
"Sempre di corsa" ha un testo molto bello, e anche questa canzone andrebbe rivalutata.
"La bomba", "La deriva" e "Nuvole basse" sono degli ottimi pezzi che completano un album davvero bello e interessante.
Degna di nota anche la copertina, disegnata da Augusto, con un fumetto che ritrae tutti i componenti del gruppo in un fiume con l'acqua alla gola, e con Augusto che esclama sarcastico il titolo dell'album "Ci penserà poi il computer", il tutto in puro stile western."
(da Solonomadi)

La canzone si riferisce probabilmente non a Paul Tibbets, ma a Claude Eatherly, pilota in una missione di ricognizione prima della partenza di Enola Gay.


Fuori nel mondo chissà dove
o su nel cielo fra gli eterni eroi,
ma nel fondo di un profondo eterno
vive un uomo, vive il suo inferno.

La sua bocca più non parla,
le sue notti non le dorme più
sta nascosto dietro il suo pensiero,
muore un uomo, muore senza il vero.

Il pilota di Hiroshima,
un duro alla maniera di John Wayne,
Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
ma negli occhi
quel bimbo sulla terra.

Fuori nel mondo chissà dove,
nel riflesso del cielo nello stagno,
striscia ancora la scia di vapore
del suo aereo e di quelle ore.

Il pilota di Hiroshima,
un duro alla maniera di John Wayne,
Ray Ban scuri, il lavoro era guerra,
ma negli occhi
quel bimbo sulla terra.

Sente battere le ali,
sente il freddo tutto intorno a sé,
vede luci di luce più abbagliante,
di quel sole esploso in un istante.



Language: English

Versione inglese di Riccardo Venturi
English Version by Riccardo Venturi
5 agosto 2005 /August 5, 2005
THE PILOT OF HIROSHIMA

Outside in the world, who knows where,
or upside in heaven, among eternal heroes,
but in the eternal, deepest depths
lives a man, and he lives in his hell.

His mouth doesn’t talk anymore,
he doesn’t sleep anymore in his nights.
He’s hidden behind his thoughts,
a man is dying, and he doesn’t know the truth.

The pilot of Hiroshima,
a rude man just like John Wayne,
dark green raybans, war was his job
but in his eyes
he kept that kid down there.

Outside in the world, who knows where
in the sky reflecting in the pond
the vapour trail of his airplane
and of those hours is still creeping

The pilot of Hiroshima,
a rude man just like John Wayne,
dark green raybans, war war his job
but in his eyes
he kept that kid down there.

He hears a wingbeat,
he feels cold all around him,
he sees the dazzling lights
of that sun exploding in a moment.

2005/8/5 - 23:37




Language: French

Version française – LE PILOTE D'HIROSHIMA – Marco Valdo M.I. – 2009
Chanson italienne – Il pilota di Hiroshima – Nomadi – 1985

La chanson se rapporte probablement non pas à Paul Tibbets, pilote d'Enola Gay, qui lâcha la bombe sur Hiroshima, mais à Claude Eatherly, pilote de la mission de reconnaissance précédant le départ d'Enola Gay.
LE PILOTE D'HIROSHIMA

En dehors du monde qui sait où
Ou en haut dans le ciel parmi les héros éternels,
Mais au plus profond de son éternité,
Un homme vit, un homme vit son enfer.

Sa bouche ne parle plus,
Ses nuits, il ne les dort plus,
Il se cache derrière ses pensées,
Un homme meurt, un homme meurt sans sa vérité.

Le Pilote d'Hiroshima
Un dur à la John Wayne
Rya Ban sombres, son travail était la guerre,
Mais dans ses yeux,
Un gamin sur la terre.

En dehors du monde qui sait où,
Dans le reflet du ciel sur un étang,
Traîne encore la trace de vapeur
De son avion et de ces heures.

Le Pilote d'Hiroshima
Un dur à la John Wayne
Ray Ban sombres, son travail était la guerre,
Mais dans ses yeux,
Un gamin sur la terre.

Il sent battre ses ailes,
Il sent le froid tout autour de lui
Il voit les lumières d'une lumière plus aveuglante
Que celle du soleil, exploser en un instant.

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2009/12/1 - 14:30


Una canzone bellissima!

2006/5/7 - 09:17


Non è Tibbets ad essersi pentito, ma il pilota dell'aereo che lo precedeva e che aveva perlustrato le condizioni metereologiche. Dopo lo sgancio della bomba ha lasciato l'attività militare, si svegliava gridando tutte le notti, è finito in manicomio.

Annette - 2007/10/11 - 10:00


Infatti Paul Tibbets non si è mai pentito di quello che ha compiuto, perchè sosteneva che in guerra "non esiste alcuna morale" A pentirsi fu invece Claude Eatherly il pilota che con un Boing precedeva l'Enola Gay, per dare indicazioni meteo, vide Hiroschima scomparire dentro una nube gialla, di notte era preda degli incubi. Si congedò subito dopo lo sgancio della bomba attomica rinunciando alla carriera militare. Venne poi ricoverato in un ospedale psichiatrico e morì pochi anni dopo. Probabilmente è lui quello della canzone dei Nomadi.

roberto - 2007/11/2 - 14:13


Invece Paul Tibbets, quello che dopo aver ucciso in un colpo più di duecentomila persone, dichiarava di dormire serenamente la notte, è morto ieri a 92 anni.

Da Wikipedia:
Tibbets expressed no regret regarding the decision to drop the bomb. In a 1975 interview he said: "I'm proud that I was able to start with nothing, plan it and have it work as perfectly as it did... I sleep clearly every night".
In March 2005, he stated “If you give me the same circumstances, hell yeah, I'd do it again.”

Lorenzo Masetti - 2007/11/2 - 14:48




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