Il colonnello Pardi s'alza presto ogni mattina
benché in pensione ormai da anni tiene assai alla disciplina
"Meglio morto", ama dire, "che in qualche casa di riposo"
"Meglio morto che invecchiare in modo lento e indecoroso"
si rade con puntiglio, bacia la foto della moglie Amalia
poi scende al bar giù da Attilio: cornetto, cappuccino
e Secolo d'Italia.
Per strada il colonnello tiene un passo marziale
e, nonostante gli anni, un portamento esemplare
e guarda dall'alto in basso alle nuove generazioni
schiave del compromesso, della tv, dell'inflazione
e ricorda in un sospiro, quando i suoi 16 anni immolò
a quell'epico delirio che altri chiamano Repubblica
di Salò.
Di fronte al campo nomadi, affretta l'andatura
bensì non vilmente, né per ansia o per paura
ma perché colto da disgusto per questa sua città
col suo passato augusto ora in mano a zingari e mullah
e "Dio, patria, famiglia", dice, "hanno ancora un valore"
per questo - dice - simpatizza coi camerati
di Fiamma Tricolore
Ma mentre saluta l'appuntato mezzo allocchito alla fermata
del 12 rivede il figlio Italo in parata
fiero ed impettito come nella foto che s'è appeso in stanza
dal giorno che s'è giustiziato - dicono - pulendo l'arma d'ordinanza
e dell'altro figlio Romano, non sa dire poi granché
sa che faceva il pittore a Milano ma non lo vede dal Natale dell' '83.
E mentre con un balzo ancorché felino
raggiunge quasi senza sforzo del bus il predellino
gli tornano alla mente le lunghe pause di silenzio
d'un'Amalia vieppiù assente nei desolati dopopranzo
consumati come in attesa d'una telefonata
a distanza d'offesa, nel giro d'un'ostilità mal celata
"Ma le donne lo si sa", sospira il colonnello,
e guarda con voluttà una giunonica gonnella
che lo guarda di sottecchi e nasconde un risolino
"Non pare certo invecchi", si dice, "il piglio mascolino"
ma negli occhi della ragazza coglie come un'impressione
d'improvvisa tenerezza, frammista a derisione
e per una volta, insolitamente, il colonnello tende al rosso
perché s'accorge, con sgomento che, da imbecille,
s'è pisciato addosso.
benché in pensione ormai da anni tiene assai alla disciplina
"Meglio morto", ama dire, "che in qualche casa di riposo"
"Meglio morto che invecchiare in modo lento e indecoroso"
si rade con puntiglio, bacia la foto della moglie Amalia
poi scende al bar giù da Attilio: cornetto, cappuccino
e Secolo d'Italia.
Per strada il colonnello tiene un passo marziale
e, nonostante gli anni, un portamento esemplare
e guarda dall'alto in basso alle nuove generazioni
schiave del compromesso, della tv, dell'inflazione
e ricorda in un sospiro, quando i suoi 16 anni immolò
a quell'epico delirio che altri chiamano Repubblica
di Salò.
Di fronte al campo nomadi, affretta l'andatura
bensì non vilmente, né per ansia o per paura
ma perché colto da disgusto per questa sua città
col suo passato augusto ora in mano a zingari e mullah
e "Dio, patria, famiglia", dice, "hanno ancora un valore"
per questo - dice - simpatizza coi camerati
di Fiamma Tricolore
Ma mentre saluta l'appuntato mezzo allocchito alla fermata
del 12 rivede il figlio Italo in parata
fiero ed impettito come nella foto che s'è appeso in stanza
dal giorno che s'è giustiziato - dicono - pulendo l'arma d'ordinanza
e dell'altro figlio Romano, non sa dire poi granché
sa che faceva il pittore a Milano ma non lo vede dal Natale dell' '83.
E mentre con un balzo ancorché felino
raggiunge quasi senza sforzo del bus il predellino
gli tornano alla mente le lunghe pause di silenzio
d'un'Amalia vieppiù assente nei desolati dopopranzo
consumati come in attesa d'una telefonata
a distanza d'offesa, nel giro d'un'ostilità mal celata
"Ma le donne lo si sa", sospira il colonnello,
e guarda con voluttà una giunonica gonnella
che lo guarda di sottecchi e nasconde un risolino
"Non pare certo invecchi", si dice, "il piglio mascolino"
ma negli occhi della ragazza coglie come un'impressione
d'improvvisa tenerezza, frammista a derisione
e per una volta, insolitamente, il colonnello tende al rosso
perché s'accorge, con sgomento che, da imbecille,
s'è pisciato addosso.
Contributed by adriana e daniela -k.d.- - 2009/6/25 - 21:03
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"giannY sYmbolo e i Geni del Picco e Pala" sono
Fabio Ghelli e Gabriele D'Ascoli
Album: Le confessioni di un eiaculatore precoce
(Licio Gelli, Maestro venerabile della Loggia Massonica P2, conduttore televisivo)
Tutto l'album è scaricabile da questa pagina