Senti, un rumore lontano, più forte di un tuono
che scoppia e rimbomba da oltre Trieste
nelle nostre teste e non si ferma più
guarda, una macchia di rosso colora il canale
del bene e del male, il colore del mare
che sembra virare più al nero che al blu,
e poi la lingua che si secca e balbetta
nella fretta della nuova verità.
Tocca il mio cuore discreto che si alza e rimbalza
su costole rotte, e toccami il corpo
che freme di rabbia e di malinconia,
annusa il profumo del fango, la polvere bianca,
la guerra che avanza in facce tagliate,
oscurate dal sogno di un'altra etnia,
e poi la lotta che si staglia e si affretta
la battaglia della nuova bugia.
Mangiati questo dolore e gustati il succo
di questa impotenza a capire l'amore
che sembra il domani di questa città,
pensa, ti sembrano sensi, e ti sembrano cinque,
o ti sembrano sogni, oppure è un ricordo
più forte che vero dell'ambiguità
questo presente rosso sangue,
questo ritorno di barbarie-novità.
Senti che aria di fasci stasera, stanotte,
stasera mi lasci, lo so, non potrò
io lo so, non potrò più dormire con te.
Senti che aria di fasci stasera, stanotte,
stasera mi lasci, lo so, non potrò
io lo so, non potrò più dormire con te.
L'Italia è un aliante sospeso nel troppo silenzio
di un cielo confuso, è una scritta réclame
che ci osserva dal blu, ed è dipinta di blu
Si apre uno stadio fantasma, una luce accecante,
ma senza notturna, si sentono i cori,
bestemmie infelici, della curva Sud,
e i disperati stanno male,
soli e lontani anche dalle parole.
L'Italia è una macchina calda che va fuori strada,
è un processo alla moda, da un tempo lontano un saluto romano,
o un bambino di Napoli
che salta e che ride, che urla e che dice
che 'Duce', che 'Duce', che 'Duce', tu sei la mia luce,
tu sei proprio l'unica luce che ho,
una dolce grandissima luce vera.
e che aria, che aria, che aria, che aria stasera.
Stasera c'è aria di nebbia, neanche la luna
uno straccio di luna, o un'ombra di stelle
o un paracadute che mi tenga su,
L'Italia è una macchina pazza,
che aria di fasci, stanotte, stasera,
stanotte mi lasci, lo so che non posso dormire con te.
Senti che aria di fasci, esta hora, stasera
stanotte mi lasci, lo so non potrò, io lo so,
non potrò più dormire con te.
Senti che aria di fasci, esta hora, stasera
stanotte mi lasci, lo so non potrò, io lo so,
non potrò più dormire con te.
che scoppia e rimbomba da oltre Trieste
nelle nostre teste e non si ferma più
guarda, una macchia di rosso colora il canale
del bene e del male, il colore del mare
che sembra virare più al nero che al blu,
e poi la lingua che si secca e balbetta
nella fretta della nuova verità.
Tocca il mio cuore discreto che si alza e rimbalza
su costole rotte, e toccami il corpo
che freme di rabbia e di malinconia,
annusa il profumo del fango, la polvere bianca,
la guerra che avanza in facce tagliate,
oscurate dal sogno di un'altra etnia,
e poi la lotta che si staglia e si affretta
la battaglia della nuova bugia.
Mangiati questo dolore e gustati il succo
di questa impotenza a capire l'amore
che sembra il domani di questa città,
pensa, ti sembrano sensi, e ti sembrano cinque,
o ti sembrano sogni, oppure è un ricordo
più forte che vero dell'ambiguità
questo presente rosso sangue,
questo ritorno di barbarie-novità.
Senti che aria di fasci stasera, stanotte,
stasera mi lasci, lo so, non potrò
io lo so, non potrò più dormire con te.
Senti che aria di fasci stasera, stanotte,
stasera mi lasci, lo so, non potrò
io lo so, non potrò più dormire con te.
L'Italia è un aliante sospeso nel troppo silenzio
di un cielo confuso, è una scritta réclame
che ci osserva dal blu, ed è dipinta di blu
Si apre uno stadio fantasma, una luce accecante,
ma senza notturna, si sentono i cori,
bestemmie infelici, della curva Sud,
e i disperati stanno male,
soli e lontani anche dalle parole.
L'Italia è una macchina calda che va fuori strada,
è un processo alla moda, da un tempo lontano un saluto romano,
o un bambino di Napoli
che salta e che ride, che urla e che dice
che 'Duce', che 'Duce', che 'Duce', tu sei la mia luce,
tu sei proprio l'unica luce che ho,
una dolce grandissima luce vera.
e che aria, che aria, che aria, che aria stasera.
Stasera c'è aria di nebbia, neanche la luna
uno straccio di luna, o un'ombra di stelle
o un paracadute che mi tenga su,
L'Italia è una macchina pazza,
che aria di fasci, stanotte, stasera,
stanotte mi lasci, lo so che non posso dormire con te.
Senti che aria di fasci, esta hora, stasera
stanotte mi lasci, lo so non potrò, io lo so,
non potrò più dormire con te.
Senti che aria di fasci, esta hora, stasera
stanotte mi lasci, lo so non potrò, io lo so,
non potrò più dormire con te.
Bisognerebbe dire all'esimio Lolli che Belgrado venne bombardata con la partecipazione in primo piano del governo italiano quando al potere c'era il suo amico Massimo d'Alema.
Scusami, ma forse non conosci a sufficienza Claudio Lolli. Dire che uno come lui possa essere "amico di Massimo D'Alema" è una castroneria che assolutamente non sta in piedi. Bisognerebbe quanto meno informarsi prima di sparare simili cose. [RV]
No comment - 2006/8/28 - 18:22
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Intermittenze del cuore
"Perché la curva sud mi da l'idea del luogo della barbarie, della bestialità, dell'istinto più aggressivo e incontrollato e poi perché siamo in un paese che vive di metafore calcistiche tanto è vero che c'è un partito che si chiama Forza Italia."
(da un'intervista di Ivano Malcotti a Claudio Lolli)