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Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù

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Salvagente

Salvagente
2019
Salvagente

Feat. Willie Peyote

Brano vincitore del premio Voci per la Libertà di Amnesty International
Portami con te
(continua)
inviata da Dq82 2/10/2019 - 11:24
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Keep the Wolves Away

Keep the Wolves Away
[2013]
Scritta da Kevin Galloway e Mike Carpenter, gli Uncle Lucius, da Austin, Texas.
Nell'album "And You Are Me"
Took my first breath, where the muddy Brazos
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/9/2019 - 22:19
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That 25¢ (That You Paid)

That 25¢ (That You Paid)
[1960s]
Una canzone scritta da Jim Garland (1905-1978), cantautore del Kentucky, strettamente imparentato con Aunt Molly Jackson e Sarah Ogan Gunning
Trovo questo brano innanzitutto nella raccolta "Come All You Coal Miners" come interpretato da Sarah Ogan. Quindi in "Mountain Songs" di Guy Carawan,1974. Infine nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs", 1984, ancora con la voce della Ogan Gunning.
Testo trovato su LyricWiki
Sad the day when I saw the steam shovels a-comin'
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/9/2019 - 13:37
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Hello, Coal Miner

Hello, Coal Miner
[1970s]
Forse una delle ultime canzoni di Sarah Ogan Gunning (1910-1983), cantautrice ed attivista per i diritti dei minatori nel Kentucky.
Un brano – un vero e proprio testamento di vita e spirituale – che non compare nella discografia dell'autrice ma solo nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs", pubblicata un anno dopo la scomparsa della Ogan Gunning.
Testo trovato su LyricWiki
Hello, coal miners, I'm so proud to be your friend
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/9/2019 - 13:11
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The Battle of Jericol

The Battle of Jericol
[1978]
Scritta da Mary Lou Layne, membro di questa band bluegrass, tutta femminile, proveniente dal Kentucky.
Nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs" del 1984.
Testo trovato su Mudcat Café

Durante scioperi come quelli di Brookside (1973) – cui si riferisce il film di Barbara Kopple "Harlan County, USA – di Stearns (1976-1979), di Jericol (1978) e altri, i gruppi organizzati di donne giocarono un ruolo fondamentale. Non solo organizzavano le riunioni ma si confrontavano fisicamente con crumiri e picchiatori delle compagnie minerarie e con poliziotti e soldati. Molte di loro hanno patito il carcere per via delle loro lotte...
Bless the fathers, bless the brothers
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/9/2019 - 16:57
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Forty-Two Years

Forty-Two Years
[1974]
Parole di Nimrod Workman (1895-1994), su di una melodia tradizionale appalachiana
Nell'album "Passing Thru The Garden", con al figlia Phyllis Boyens.

Nimrod Workman – nomen omen – trascorse 42 anni nelle miniere di carbone ad Harlan County, USA. Questa canzone non è nella colonna sonora dell'omonimo film di Barbara Kopple, premio Oscar nel 1977, ma solo perchè è interpretata dall'autore stesso nell'incipit del documentario...
For forty-two years
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/9/2019 - 23:10
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Clay County Miner

Clay County Miner
[1970s]
Una canzone scritta da Hazel Dickens, probabilmente nel 1972.
La trovo nella raccolta "Come All You Coal Miners" del 1973 e nella colonna sonora del film di Barbara Kopple "Harlan County, USA" (1976). Poi anche nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs" del 1984.
Testo trovato su West Virginia Music Hall of Fame
Clay County è toponimo molto diffuso negli USA, ma credo proprio che qui ci troviamo in Kentucky...

Della colonna sonora di "Harlan County, USA" fanno parte parecchie canzoni già presenti sul sito e altre – come questa - che inserirò trovandone i testi:

1 - Coal Tattoo
2 - Shut Up in Coal Creek Mine
3 - Come All You Coal Miners
4 - Blue Diamond Mines
5 - The Yablonski Murder (Cold Blooded Murder)‎
6 - Last Train From Poor Valley
7 - Black Lung
8 - Dark As A Dungeon
9 - Trouble Among The Yearlings
10 - Lawrence Jones... (continua)
He’s a poor man ‘cause mining’s all he’s known
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/9/2019 - 22:29
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Dream of a Miner's Child

Dream of a Miner's Child
[1920s]
Parole e musica attribuite ad Andrew W. Jenkins (1885-1957), georgiano, cieco, pastore evangelista, prolifico compositore di musica folk, sacra e non, leader della Jenkins Family, forse il primo gruppo familiare ad incidere country music negli anni 20.
La prima incisione che trovo è del 1925, ad opera di Vernon Dalhart.
Ma esistono tantissime versioni del brano, che si trova pure nella colonna sonora del film di Barbara Kopple "Harlan County, USA" (1976) – interpretata da Phyllis Boyens con suo padre, Nimrod Workman - nell'album di George Davis "When Kentucky Had No Union Men" (1967) e nella raccolta "They'll Never Keep Us Down: Women's Coal Mining Songs" (1984)
Testo trovato su The John Quincy Wolf Folklore Collection

Della colonna sonora di "Harlan County USA" fanno parte parecchie canzoni già presenti sul sito e altre – come questa - che inserirò trovandone i testi:

1 - Coal... (continua)
A miner was leaving his home for his work
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/9/2019 - 13:35
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Coal Miner's Grave

Coal Miner's Grave
[1970s]
Nella colonna sonora del film "Harlan County, USA", di Barbara Kopple. In seguito nell'LP They Will Never Keep Us Down, 1984.
Testo trovato sulla Raymond's Folk Song Page

Una canzone dedicata a Francis F. Estep e Cleve Woodrum, due minatori uccisi dalle guardie della miniera Baldwin-Felts a Paint e Cabin Creek, West Virginia, durante un lungo sciopero nel 1912-13.

Il documentario, vincitore di un premio Oscar nel 1977, racconta la storia di un gruppo di minatori del carbone che, insieme alle loro famiglie, nel 1973 furono protagonisti di un lunghissimo e durissimo sciopero contro lo sfruttamento e le paghe da fame loro imposte dai padroni della Duke Power Company.

La Contea di Harlan, nel Kentucky, è stata per più di un secolo un fulcro dell'industria carbonifera americana e fin dai primi anni del XX° secolo fu teatro di scontri sanguinosi tra i lavoratori e le compagnie, sostenute... (continua)
Up there on that hillside there's an old miner's grave
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/9/2019 - 18:25
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Coal Black Mining Blues

Coal Black Mining Blues
[1972]
Parole di Nimrod Workman, sulla melodia di un paio di canzoni risalenti agli anni 20 e 30, in particolare Winnsboro Cotton Mill Blues.
Incisa per la prima volta in un EP del 1972 e poi inclusa nella colonna sonora del film "Harlan County, USA", di Barbara Kopple. In seguito nell'LP "Mother Jones' Will", 1976.
Testo trovato su Musical Traditions

Il documentario, vincitore di un premio Oscar nel 1977, racconta la storia di un gruppo di minatori del carbone che, insieme alle loro famiglie, nel 1973 furono protagonisti di un lunghissimo e durissimo sciopero contro lo sfruttamento e le paghe da fame loro imposte dai padroni della Duke Power Company.

La Contea di Harlan, nel Kentucky, è stata per più di un secolo un fulcro dell'industria carbonifera americana e fin dai primi anni del XX° secolo fu teatro di scontri sanguinosi tra i lavoratori e le compagnie, sostenute dalle autorità,... (continua)
I got the blues, got the blues Lord, Lord
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/9/2019 - 17:52
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Joint Français / E Sant-Brieg

Joint Français / E Sant-Brieg
[1972]
Paroles et musique / Testo e musica / Lyrics and music / Sanat ja sävel: Evgen Kirjuhel
Album / Albumi: a) Evgen Kirjuhel - Kemperlé-Médréac [Kelenn 1972]
b) Underdroug - Discocanar 1 - Aspects de la nouvelle chanson populaire en Bretagnbe [Disques Droug - Fay-de-Bretagne 1973]



Sullo sciopero al Joint Français di Saint-Brieuc (13 marzo-8 maggio 1972) si veda, abbondantemente, Stourmoù Breizh pubblicata sul sito il 22 dicembre 2015 (ma si veda anche pagina del sindacato SLB). Tra i numerosi artisti che portarono il loro sostegno agli scioperanti, anche il “neo-bretone” Evgen Kirjuhel che scrisse questa canzone sia in versione francese che in brezhoneg: in Bretagna, il vero maggio fu quello del 1972 e tutta quell'annata rappresenta un vero e proprio spartiacque. Fa parte del suo primo album (del 1972; in quell'anno, Kirjuhel pubblicò prima un 45 giri, Breizh kozh ha yaouank “Bretagna... (continua)
Beaucoup de jeunes et de femmes
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/9/2019 - 20:48
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L'émigrant

L'émigrant
[1954]
Testo / Paroles / Lyrics / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Musique / Music / Sävel: Marc Heyral
In album / En album / Albumissa: Charles Aznavour chante Charles Aznavour vol.2 [1956]

Շահնուր Վաղինակ Ազնավուրյան, Šahnowr Vaγinaγ Aznavowryan, Charles Aznavour; e מאַריוס הערשקאָביטש, Мариус Герсшкович, Marius Hershkovitch, Marc Heyral: un figlio di emigranti armeni e uno di emigranti ebrei russi di lingua yiddish. Sono gli autori, rispettivamente, del testo e della musica di questa canzone del 1954 e che ha, quindi, sessantacinque anni. Disgraziatamente, non sembra affatto dimostrarli. Per forza di cose, Charles Aznavour, durante tutta la sua lunghissima carriera durata praticamente fino alla morte (è scomparso un anno fa, il 1° ottobre 2018), ha sempre cantato di emigrazione e di estraneità in terra straniera (si veda, ad esempio, Les émigrants, canzone dal titolo quasi identico... (continua)
Toutes les gares se ressemblent
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/9/2019 - 09:39
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Last Train From Poor Valley

Last Train From Poor Valley
[1973?]
Scritta dal musicista folk e chitarrista bluegrass Norman Blake e registrata per la prima volta dal gruppo The Seldom Scene nel loro album "Act Two".
Poi nell'album dello stesso autore intitolato "The Fields Of November",1974

Ma soprattutto è una canzone che fa parte della bella colonna sonora di uno splendido film, "Harlan County, USA", di Barbara Kopple.

Il documentario, vincitore di un premio Oscar nel 1977, racconta la storia di un gruppo di minatori del carbone che, insieme alle loro famiglie, nel 1973 furono protagonisti di un lunghissimo e durissimo sciopero contro lo sfruttamento e le paghe da fame loro imposte dai padroni della Duke Power Company.

La Contea di Harlan, nel Kentucky, è stata per più di un secolo un fulcro dell'industria carbonifera americana e fin dai primi anni del XX° secolo fu teatro di scontri sanguinosi tra i lavoratori e le compagnie, sostenute... (continua)
It was good one time, every thing was mighty fine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/9/2019 - 20:22

Madama Pollak

Madama Pollak
[1972]
Canzone di lotta interpretata da tal Lillo Spina per l'Unione Inquilini.
Sul lato B di un 45" pubblicato dalla I Dischi del Sole.
Testo reperibile su La Musica dell'Altra Italia, sito ormai raggiungibile solo con la WayBack Machine...

La canzone sembra parlare di emigrati italiani in Germania alla prese con una locatrice avida e cattiva... Evidentemente l'Unione Inquilini era attiva anche nelle comunità degli italiani emigrati all'estero...
Cari inquilini sentite sentite
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/9/2019 - 17:54

È giunta l'ora

È giunta l'ora
[1972]
Canzone di lotta interpretata da tal Lillo Spina per l'Unione Inquilini.
Sul lato A di un 45" pubblicato dalla I Dischi del Sole.
Testo reperibile su La Musica dell'Altra Italia, sito ormai raggiungibile solo con la WayBack Machine...
Attacchiamo di santa ragione
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/9/2019 - 17:32
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Quando l'alber comincia a fiorire

anonimo
Quando l'alber comincia a fiorire
[fine 800 / inizio 900]
Da La Musica dell'Altra Italia, oggi non più consultabile se non attraverso la WayBack Machine...

Canzone popolare di origine trentina su quel tema dell'emigrazione, dell'abbandono e dell'amore perduto che si ritrova in molte altre canzoni regionali.
Il testo si trova nel volume "Canti dell'emigrazione", a cura di M. L. Straniero e A. V. Savona, Garzanti, 1976
Il brano era anche compreso in un disco curato da Savona stesso alcuni anni prima, nel 1970, intitolato "Le canzoni degli emigranti", pubblicato dalla I Dischi dello Zodiaco, con l'interpretazione di Antonio, Giorgio e Daniela. La voce solista in questo brano sarebbe quella di Daniela Fava, ma ignoro se si tratti proprio della famosa doppiatrice, classe 1954...
Quando l’alber comincia a fiorire
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/9/2019 - 19:53
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È fatto giorno

È fatto giorno
[1972]
Scritta da Mario Pogliotti a partire dalla poesia e dalla raccolta poetica "È fatto giorno" di Rocco Scotellaro. L'ultima strofa riprende infatti creativamente il testo originale del grande poeta della Basilicata:


È fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi
con i panni e le scarpe e le facce che avevamo.
Le lepri si sono ritirate e i galli cantano,
ritorna la faccia di mia madre al focolare.

(da "È fatto giorno. 1940-1953", 1954)

Nell'album "Maria Monti e i contrautori".
Testo trovato su YouTube
Io sono meno di niente
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/9/2019 - 21:17
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Le p't'it soldat

Le p't'it soldat
Bonjour

Encore une chanson sur les gilets jaunes...
C'est vrai! Mais...
Quand la poésie s'intéresse au mouvement gilets jaunes.
Ca donne une chanson très spéciale.
Un retour vers le passé en quelque sorte... très fin XIXe.

Merçi

(photo mephisto gray)
C'est nous que v'là... les p'tits soldats
(continua)
inviata da Larella 20/9/2019 - 09:25

Werkloosheid

Werkloosheid
Poesia di / Gedicht van / A poem by / Poème de: Geert van Istendael/in runo
"Plattegronden", 1987
Musica / Muziek / Music / Musique / Sävel: Luc Wynants (Strijdkoor Kontrarie)

Geert van Istendael, nato il 29 marzo 1947 a Ukkel, si chiama in realtà Geert Maria Mauritius Julianus Vanistendael. E' uno scrittore, poeta, saggista e traduttore belga. I belgi, e ne ho conosciuti -fiamminghi o valloni che fossero-, sono in generale persone inclassificabili; è possibile classificare Jacques Brel, per esempio? Ad esempio, Geert van Istendael si definisce ed è un “reazionario” (ad esempio, lui stesso ha intitolato una sua raccolta di saggi del 1994 Bekentenissen van een reactionair “Confessioni di un reazionario”). Di famiglia e formazione cattolica, suo padre August era stato consigliere personale del cancelliere tedesco democristiano Konrad Adenauer e del cardinale Frings van Keulen. Geert van... (continua)
De dagen zijn hier grijze wegen
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/9/2019 - 17:49
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Cans

Cans
Una bellissima canzone sulle giornate di un barbone
Pubblicata per la prima volta nel 1991 in Francia nella raccolta Collection e ancora nel 1994 (Minus III) e in altre raccolte, con lievi differenze fra le varie versioni (ad esempio una versione live presente su Youtube)

Trascritta a orecchio, con mooolta difficoltà. E' molto probabile che necessiti di correzioni, di cui sarò grato.
homeless, helpless, hopeless
(continua)
inviata da Piersante Sestini 14/9/2019 - 22:41
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L'inizio è il confine

L'inizio è il confine
2018
Controumano

Il tema immigrazione oggi è più attuale che mai, ma la prospettiva, differente in ognuno di noi
spesso tralascia ciò che conta veramente: l'uomo.
In "L'inizio è il confine" il tema immigrazione è analizzato e raccontato con gli occhi di un
migrante. Una prospettiva insolita, che mostra la colpevole leggerezza su temi tanto delicati,
quanto la mancanza di umanità che sempre più contraddistingue la quotidianità collettiva.
il giorno che pioverà’ non potrai nasconderti siamo case in mezzo agli alberi carta bianca sopra banchi inutili
(continua)
inviata da Dq82 6/9/2019 - 19:01

Angelo Balzarini, minatore

Angelo Balzarini, minatore
[1966]

“Fine Luglio 1966. Nella cronaca dei giornali si legge che un uomo, per tre giorni, ha rantolato, allo stremo delle sue forze, in via Avogadro, al centro di Brescia. E' Angelo Balzarini, un uomo di cinquant'anni senza parenti ed amici, che ha fatto il minatore nelle cave micidiali della Valtellina. Nessuno dei passanti per tre giorni si è fermato. Le mamme dicevano ai loro bambini: non t'avvicinare, è un ubriaco. E i benpensanti aggiungevano: a che coca può ridurre il vizio! Finché un giovane udì il gemito del minatore Angelo Balzarini. Così per tre giorni (e per quanti altri ancora?), a Brescia (e in quante altre città?), un popolo cristiano strappò dal suo piccolo Vangelo la parabola del buon Samaritano. Noi non facciamo molto caso alle pagine che mancano dal nostro Vangelo. Ci accontentiamo delta sua rilegatura di lusso. Tanto Basta per la nostra etichetta di cristiani.” - Da viboldone.it... (continua)
Per tre giorni sei rimasto
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/8/2019 - 19:52

In memoria di Andrea Bergonier prete operaio

In memoria di Andrea Bergonier prete operaio
[1966]
Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Fra' Galdino (Luisito Bianchi)
Voce e chitarra / Voice and guitar / Voix et guitare / Ääni ja kitara: Giorgio Pazzini
Album / Albumi: Fra' Galdino racconta e canta

"Andrea Bergonier era un giovanissimo prete che lavorava nel porto di Marsiglia. Un giorno del febbraio 1966, mentre scaricava delle casse, ebbe il cranio fracassato. La notizia della sua morte si confuse fra quelle che quotidianamente i giornali ci danno di lavoratori morti per incidenti di lavoro. Una notizia come tante altre alle quali, ormai, la nostra buona coscienza ha fatto il callo. Ricordandoti, fratello nostro Andrea, vogliamo ricordare tutti i lavoratori che perdono la vita mentre stanno guadagnando il pane per la testimonianza che non potrà essere cancellata; vogliamo ricordare a noi stessi, spesse volte piccoli borghesi in cerca di... (continua)
Tu sei morto stamattina
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/8/2019 - 17:38
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Caffè Fortuna

Caffè Fortuna
2017
Caffè Fortuna

Caffè Fortuna, il brano che dà il titolo all’album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. La visita alle miniere di Esch-Sur-Alzette, in cui lavoravano tanti italiani, ha fatto nascere una canzone che parla di migrazione, speranza e lavoro. Lungo la strada verso la miniera, l’insegna di un bar che portava questo nome ha evocato una melodia di fisarmonica, la visione di un valzer tra passato e presente, il dialogo sognato tra un figlio e un padre. Il videoclip è stato girato al Bois du Cazier, Museo della Miniera di Marcinelle, teatro di una grande tragedia avvenuta nel 1956 nella locale miniera di carbone.

Ludovica Valori: voce, fisarmonica, pianoforte
Paolo Camerini: contrabbasso, percussioni
Adriano Dragotta: violino
Franco Pietropaoli: chitarre
Mio padre scendeva nella miniera
(continua)
inviata da Dq82 26/8/2019 - 22:53
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Canto del servo pastore

Canto del servo pastore
[1981]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Fabrizio de André - Massimo Bubola
Album / Albumi: Fabrizio de André (1981) ["L'Indiano"]



Il servo pastore di De André è un uomo semplice che non conosce neppure il proprio nome e le proprie origini. In questa canzone scritta in lingua italiana viene adombrato, in traduzione, un termine sardo che pure (nella sua forma gallurese, ziraccu) aveva fatto capolino nei testi di Fabrizio De André (in Zirichiltaggia, per la precisione: ...e andaranu a cujuassi a qualche ziraccu “e sposeranno qualche servo pastore”). La denominazione sarda del “servo pastore” riflette strutture enormemente arcaiche anche nel suo stesso nome di etimologia sconosciuta e di evoluzione semantica particolare: theraku / theraccu / saraccu ecc. compare nei documenti più antichi nel significato di “minorenne di dipendenza tutelare” (come nella... (continua)
Dove fiorisce il rosmarino c'è una fontana scura
(continua)
inviata da Riccardo Venturi e Dq82 26/8/2019 - 20:33
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The Joke

The Joke
(2018)
Album: By the Way, I Forgive You


The song is just for people that feel under-represented, unloved or illegal.

Brandi Carlile


Un ragazzo che non rientra negli stereotipi maschilisti e per questo viene preso di mira, una donna emigrante (dalla Siria, dal Messico?) con un bambino in braccio sono i primi protagonisti di questa canzone.

Ma più in generale è una canzone per tutti coloro che non rientrano nella rappresentazione standard e omologata dei nostri tempi, che sono derisi, dichiarati illegali, emarginati. Ma persone uniche, con la loro storia e capaci di andare avanti, di ignorare quelli che ridono di loro... una canzone bellissima.
You're feeling nervous, aren't you, boy?
(continua)
inviata da Lorenzo 18/8/2019 - 00:19
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Mattanza

Dall'album Viaggio (2015).
Pi’ secula jittammu la tunnara
(continua)
inviata da Andrea 4/8/2019 - 19:48
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Capitana

Capitana
(2019)

"Capitana”
dedicato alla Capitana Carola Rackete – testo e musica di Francesco Camattini
E fischia forte il vento
(continua)
inviata da Francesco Camattini 29/7/2019 - 16:14
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All Some Kind of Dream

All Some Kind of Dream
2019
Fever Break
I saw my brother in a stranger's face
(continua)
inviata da Dq82 28/7/2019 - 22:18
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Bloody Border

Bloody Border
(2019)

nuova canzone dalla ristampa dello storico album Clandestino

Un brano dalla melodia allegra ma che tratta delle condizioni di vita nei campi per migranti in Arizona. La canzone è stata scritta dopo che l’ex frontman dei Mano Negra ha visitato lo stato americano in occasione del suo tour nel 2011.
Arizona blues no more
(continua)
24/7/2019 - 21:01
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Nero

Nero
(2019)
ft. El Bombasin & Andrea Smiderle

Sono stati i Grace N Kaos con la canzone “Nero” (sul tema dello sfruttamento del lavoro agricolo e del caporalato) a vincere il Premio Amnesty International Italia nella sezione Emergenti domenica sera a Rosolina Mare (Rovigo). Il contest si è svolto nell’ambito del festival “Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty”, evento in collaborazione con Amnesty International Italia che ospita ogni anno vari artisti, tra emergenti e affermati, che si sono contraddistinti per la loro sensibilità verso i diritti umani
Nero è il colore che sporca il lavoro su questa terra
(continua)
22/7/2019 - 22:58
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Born in a Prison

Born in a Prison
[1971-72]
Parole e musica di Yoko Ono
Nell'album con John Lennon intitolato "Some Time in New York City"
A dirla tutta i crediti vanno a "John & Yoko - Plastic Ono Band With Elephants Memory And Invisible Strings"
Testo ripreso da Genius

Bellissima canzone, interpretata da John e Yoko, con il sax di Stan Bronstein. Un album prodotto da Phil Spector (oggi quasi ottantenne, detenuto per omicidio, molto malato e quindi ricoverato nell'ospedale di un carcere californiano...)
We are born in a prison
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/7/2019 - 22:17
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Vossi Bop

Vossi Bop
(2019)
Rifacimento dell'omonima canzone di Stormzy, di cui mantiene la seconda strofa e l'outro (estrapolata dal ritornello), oltre che la produzione originale di Chris Andoh.
Testo da Genius

"Salvini dice che chi è arrivato col gommon non può stare .it ma stare .com".
Poi aggiunge: "Alla partita del Milan ero in tribuna con gente. C'era un politico fascista che annusava l'ambiente. La squadra da aiutare a casa propria praticamente. Forse suo figlio è pure fan, che mi guardava nel mentre". Sono frasi tratte da Vossi Bop, successo da 74 milioni di streaming e 46 milioni di visualizzazioni su YouTube del rapper inglese Stormzy, oggi pubblicato in una nuova versione remix con il testo di Ghali.

Sono un artista e fare politica non è necessariamente il mio compito. La mia musica racconta la mia storia e il rap, che è nato come denuncia sociale e che da sempre è il mio pane quotidiano, era il mezzo migliore per soddisfare la mia esigenza di prendere una posizione nei confronti di chi sfrutta la paura per creare un nemico.
Ghali
[Intro: Stormzy & Ghali]
(continua)
21/7/2019 - 11:20
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Työmiehen lauantai

Työmiehen lauantai
[1965]
Sävel / Music / Musica / Musique: Irwin Goodman [Antti Yrjö Hammarberg, 1943-1991]
Sanat / Lyrics / Testo / Paroles: Emil von Retee [Veikko Olavi »Vexi« Salmi, 1942-2020]
Single : 1965
Albumi / Album: Irwinismi [1966]
Viideltä saunaan ja kuudelta putkaan
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/7/2019 - 21:40
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Il sogno di von Hayek

Il sogno di von Hayek
Una rivisitazione dei miti greci ai tempi della cosiddetta "crisi", sia essa di carattere economico, politico, climatico nonché culturale.

La crisi... un termine utilizzato per addolcire le ripercussioni causate dal libero mercato. Anch'esso un mito, altro non è che la libertà capitalistica di poter impunemente originare contraccolpi finanziari, provocare guerre ed emigrazione, appropriarsi dei mezzi di produzione di un popolo e sfruttare i suoi lavoratori, le sue risorse, il suo territorio. La libertà incontrastata di poter aggirare le costituzioni, corrompere, disinformare e considerare l'essere umano come un individuo su cui trarre un profitto, anziché un cittadino a cui assicurare beni e servizi. La libertà di imporre consumi effimeri e di spianare la strada alla moderna spettacolarizzazione della cultura, del corpo e delle aspirazioni di ognuno. La libertà di normalizzare e illudere... (continua)
Gea ha una febbre da cavallo,
(continua)
inviata da Ivan Guillaume Cosenza 5/7/2019 - 20:04
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Ballata per Carola

Ballata per Carola
(2019)
da Il Deposito

Ballata dedicata a Carola Rackete, capitano della Sea Watch che il 26 giugno 2019 ha violato il divieto di entrare nel porto di Lampedusa per portare in salvo 42 migranti, salvati in mare 17 giorni prima.
Scritta da Alessandro Fanari e Mauro Tetti sull'aria del canto popolare "Marcellina".
Giù a sud in mare aperto
(continua)
4/7/2019 - 12:07
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Come un cocal

Come un cocal
La canzone è stata composta nel 2018 per essere presentata al 40° Festival della canzone triestina, risultando vincitrice del successivo referendum musicale cittadino con votazione popolare.
Il tema è l'abbattimento dei confini e la libera circolazione delle persone, pensato inizialmente con riferimento alle barriere costruite dai vari Trump e Orbán e dal filo spinato disseminato sul confine sloveno-croato per fermare i migranti. Purtroppo il testo ben si adatta ai nuovi deliri dei sovranisti locali che hanno minacciato perfino l'erezione di un muro sul confine italo-sloveno.
Il brano è dedicato a "Ospiti in arrivo", associazione di volontariato nata per assicurare la prima assistenza ai richiedenti asilo a Udine, ed è eseguito dallo stesso autore, Pai Benni, accompagnato da una selezione di musicisti della Banda Berimbau, noto gruppo triestino di percussioni brasiliane.
Il testo è in dialetto triestino mentre la musica è nel tipico stile del "samba de mesa" brasiliano.
Sarà anca vero, no digo de no
(continua)
inviata da Benni 2/7/2019 - 18:50
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Le Petit Navire, la Capitaine et les Réfugiés

Le Petit Navire, la Capitaine et les Réfugiés
Chanson française – Le Petit Navire, la Capitaine et les Réfugiés – Marco Valdo M.I. – 2019

Cette canzone a été écrite pour saluer la capitaine Courage – Carola Rackete, capitaine du Sea Watch 3, qui avait forcé (force majeure que ça s’appelle) le blocus des eaux territoriales italiennes imposé par le ministre de l’Intérieur d’extrême droite – catho-fasciste, dont on ne veut pas prononcer le nom qui donne la nausée – Que la honte et la peste emportent cet idiot (ce qualificatif est juste la constatation d’un fait) ! Comme chantait Georges Brassens : « Quand on est con, on est con ! » Le temps ne fait rien à l'affaire
Carola Rackete a été arrêtée dans la nuit de vendredi à samedi, avant que ne débarquent 40 migrants bloqués à bord depuis 17 jours.

Dialogue Maïeutique

J’avais déjà abordé, commence Marco Valdo M.I.

C’est le cas de le dire, dit Lucien l’âne.

Ne m’interromps pas, Lucien... (continua)
Il était un petit navire (bis)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 29/6/2019 - 18:35
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Eva era nera

Eva era nera
2019
Mondo dentro
Scusa quando dici l'Italia agli italiani
(continua)
inviata da Dq82 27/6/2019 - 12:16
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Esplanadi

Esplanadi
[1966]
Sanat ja sävel / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique: Keijo Räikkönen
Hootenanny Trio: Pertti Reponen - Keijo Räikkönen - Juhani Joutsenniemi
Albumi / Album: Esplanadi [1966]
Esplanadi - 20 suosikkia [1997]

La discesa agli inferi di un uomo che ha perso il lavoro: in sintesi, è questa la storia di questa canzone dello Hootenanny Trio, formato nel 1964 da Pertti Reponen (1941-1998), Keijo Räikkönen (1945) e Juhani Joutsenniemi, e scioltosi nel 1971 con all'attivo tre album. Il brano proviene proprio dal primo album omonimo, Esplanadi del 1966. La Esplanadi (cioè, proprio “Spianata”, ripreso dal francese esplanade “piazzale”) è, come tutti sanno, è il “salotto” di Helsinki: un piazzale e parco urbano di grande bellezza, realizzato nel 1818 dall'architetto Carl Ludwig Engel. Sull'Esplanadi si trova il ristorante Kappeli, un locale di lusso dove una persona si... (continua)
Sinä yönä minä itkin yksin murheissain.
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/6/2019 - 05:37

Siemu avviliti 'mmezzu a li disprezzi

anonimo
Siemu avviliti 'mmezzu a li disprezzi
[1890]
Canto popolare siciliano
Sicilian folksong
Chanson populaire sicilienne
Sisilian kansanlaulu

Testo ripreso dal sito del "Casale di Emma" - Canti: "Sono qui proposte alcune di queste esternazioni, espresse sotto forma di canti, poesie e motti o semplici modi di dire: sono le voci dei picconieri o dei carusi, i più afflitti da una tale forma di lavoro." Dalla pagina si riprendono anche l'iconografia e le note. Si tratta di un "Canto nato intorno al 1890 durante una grave crisi zolfifera". [RV]


Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo gli zolfatari erano, in Italia, tra i lavoratori che mostravano una maggiore propensione a scioperare. Certamente, gli scioperi esprimevano le tensioni che caratterizzavano i loro rapporti di lavoro. Nelle zolfare ogni cosa cospirava perché la vita quotidiana fosse punteggiata da conflitti individuali che scoppiavano tra picconieri e carusi,... (continua)
Siemu avviliti 'mmezzu a li disprezzi,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 26/6/2019 - 08:00
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Mein Mann war Kumpel

Mein Mann war Kumpel
[1962]
Parole e musica di Fasia Jansen
Nel suo EP d'esordio, intitolato semplicemente "Fasia"
Testo trovato su LyricWiki




Fasia Jansen (1929-1997), era la figlia illegittima di un console liberiano e di una cameriera tedesca. Cresciuta ad Amburgo in pieno nazismo, Fasia subì inevitabilmente il razzismo riservato a tutti i non-ariani. Lei, che avrebbe voluto diventare una ballerina, ad 11 anni fu costretta al servizio obbligatorio nelle cucine del campo di concentramento di Neuengamme, provando sulla sua pelle, troppo scura per quei tempi, la brutalità delle SS e la disperazione dei prigionieri. In seguito Fasia Jansen divenne cantautrice e militante pacifista, partecipando a tutti i principali eventi del movimento tedesco, essendo arrestata più volte per sedizione e resistenza alle forze dell’ordine.
Mein Mann darf jetzt in den Schacht nicht mehr rein
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/6/2019 - 21:53
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Unreal World

Unreal World
[1991]
La traccia che dà il titolo all'album del 1991
I heard women crying everywhere
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/6/2019 - 22:02
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Workin' Woman Blues

Workin' Woman Blues
[2012]
Nell'album "Pushin' Against a Stone", pubblicato nel 2013
I ain't fit to be no mother
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/6/2019 - 22:20
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Trollfolk på bygden

Trollfolk på bygden
[1974]
Parole e musica / Text och ord / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel
Album / Albumi : Baskervilles hund

Kjell Höglund prese come simbolo (e titolo) del suo album del 1974, il quarto in studio, il famoso racconto di Arthur Conan Doyle The Hound of the Baskervilles, che in italiano si chiama Il mastino dei Baskerville. Come tutti sapranno, dal simpatico cagnolino del racconto (per il quale Conan Doyle aveva “resuscitato” Sherlock Holmes, fatto morire nel racconto precedente), Umberto Eco trasse il nome del frate francescano investigatore del suo “Nome della rosa”, Ma chi sarebbe il “mastino dei Baskerville” per Kjell Höglund? Lo spiega forse la copertina dell'album, un'immagine appositamente creata e dipinta da Pieter de Groot Boersma (1932-2006), un pittore olandese (di Amsterdam) che aveva fatto il medesimo cammino di Cornelis Vreeswijk trasferendosi nel 1952... (continua)
Mjölken har surnat
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/6/2019 - 13:55
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Man vänjer sig

Man vänjer sig
[1974]
Parole e musica di Kjell Höglund
Nel suo album "Baskervilles hund"
Testo trovato su LyricWiki
Man vaknar varje morgon med en hemskhet i sitt bröst
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/6/2019 - 13:47
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Privilegierad man

Privilegierad man
[1975]
Parole e musica di Kjell Höglund
Nel suo album "Hjärtat sitter till vänster"
Testo trovato su LyricWiki
Jag är en privilegierad man
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/6/2019 - 13:29
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Plastic People

Plastic People
[2007]
Parole di Jonathan Chandra Pandy, in arte JC-001
Musica de Le Peuple de l'Herbe
Singolo estratto dall'album "Radio Blood Money"
Featuring C. Di Vita

Credo che questo brano costituisca anche un omaggio al Frank Zappa e alla sua canzone omonima...
Real life still seedy, for the poor sick and needy
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/6/2019 - 11:31
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Movimiento

Movimiento
(2017)
Album: Salvavidas de Hielo

Il movimento come caratteristica essenziale della specie umana, che si muove per cercare una vita migliore, per fuggire dalle guerre.

Il videoclip mostra Lorena Ramírez, una corridora del popolo Tarahumara. I Tarahumara, (o nella loro lingua: Rarámuri, “il popolo dai piedi leggeri”), sono un popolo indigeno dello stato di Chihuahua in Messico, conosciuti per la loro resistenza nella corsa, capaci di correre per varie centinaia di chilometri. Non si allenano né utilizzano vestiti sportivi. Correre è la loro cultura e a volte superano i 200 km senza fermarsi.

"Ho pensato che la storia di Lorena e del popolo Tarahumaras sarebbe stato un contributo meraviglioso per la resa visiva della mia canzone. Un popolo che è sopravvissuto muovendosi e che mette in discussione la nostra visione contemporanea urbana sullo sport e la cultura. Che vede l'atto di muoversi,... (continua)
Apenas nos pusimos en dos pies,
(continua)
2/6/2019 - 00:12
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Il faro

Il faro
tratto dall'album dei Petralana "Fernet" uscito il 7 febbraio 2019

Proprio perché parli di attualità e Siria, un pezzo che mi ha ricordato molto ciò che succede oggi è Il Faro. Attuale perché ci parla dell’immigrazione, dell’attraversata in mare che avveniva ieri, all’epoca di Pietro, verso l’America, e quella di oggi verso l’Italia.

“Beh, il paragone è presto fatto. Gli italiani venivano trattati in America esattamente come gli stranieri vengono trattati oggi in Italia, ovvero come bestie. Proporre queste tematiche all’ascoltatore ha l’obiettivo di empatizzare di più rispetto alle solitudini e le realtà difficile che vivono gli stranieri che arrivano. Il Faro racconta della solitudine che hanno provato gli italiani all’estero, lasciando la loro casa. Ed è una solitudine che ancora oggi molti nostri connazionali vivono, in Europa. Lo dico da italiano all’estero. La comunità italiana in... (continua)
Il campo del mare come una pianura contro i sollevatori
(continua)
inviata da Adriana e Lorenzo 1/6/2019 - 18:58
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Parler le fracas

Parler le fracas
[2012]
Nell'album "A Matter of Time"
Featuring Marc Nammour
J'aime quand les pages bavent quand le groove est grave
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/6/2019 - 17:22
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La fille d'usine

La fille d'usine
[1978]
Paroles et musique / Testo e musica / Lyrics and music / Sanat ja sävel: Jean Blanchard
Album / Albumi: La saison de l'amour


Ah, dites-moi, ma mère,
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI secolo 29/5/2019 - 20:41
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I musicanti di Brema

I musicanti di Brema
(2019)
da "Ballate per uomini e bestie"
Arrangiamento di Daniele Sepe

con Daniele Sepe al sax, Marc Ribot alla chitarra
ispirata alla favola dei Fratelli Grimm

Espulsi dal mondo dell’utile e della produzione si salvano compiendo un gesto inutile: formare una banda musicale. È una storia veramente pedagogica, afferma che non importa se sei stato licenziato, esodato, esuberato o scartato: puoi sempre trovare qualcuno come te. E non solo l’unione fa la forza, ma anche il divertimento. Trovo sia fortificante. Nella sua realizzazione musicale sono stato molto gratificato dal lavorare con Daniele Sepe. Il pezzo ha una sua ironia, c’è del grottesco, c’è una speranza. In fondo i musicanti sono dei disgraziati che, insieme, si aggiustano. E Sepe ha dato un’orchestrazione che rende il senso.

Vinicio Capossela
Un asino fatto vecchio
(continua)
29/5/2019 - 00:19
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Qui pleure pour moi

Qui pleure pour moi
Chanson sur les migrants africain
Je suis la mère Africa
(continua)
inviata da Stef 25/5/2019 - 19:01

Addio Ninetta

anonimo
Testo ripreso da questa pagina
Addio Ninetta
(continua)
inviata da adriana 25/5/2019 - 11:03
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Scented Enemy

Scented Enemy
Ivan Guillaume Cosenza (2019)
Creative Commons - Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported

Siamo in tanti oggi a volere la pace, la libertà, salari adeguati per tutti, il rispetto per la Terra, la fine delle ingiustizie e della sperequazione economica. Tuttavia coloro che imperano sanno benissimo come tenere salde le redini: basta munirsi di una maschera dal carattere etico ed umanitario. Ragion per cui, nella "democratica" globalizzazione occidentale, anche i guerrafondai ostentano pacifismo, gli schiavisti umanitarismo, gli sfruttatori diritti civili, i lobbisti ecologismo, i corrotti legalità e i banksters* progressismo.

Costoro, oltre a riaccreditarsi e a demonizzare gli Stati che non stanno al gioco, si assicurano che le aspirazioni popolari vengano considerate in modo superficiale e improduttivo, al fine di limitare i diritti sociali e neutralizzare qualunque percorso che abbia un autentico carattere socialista ed internazionalista.

*bankster: termine che deriva dalla fusione tra banker e gangster
Straddling a white dove
(continua)
inviata da Ivan Guillaume Cosenza 21/5/2019 - 18:22
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Mandela

Mandela
(2019)

Una canzone pop fresca e ironica, ma con un messaggio importante. Contro lo spauracchio dello straniero stupratore, ricorda che a volte può essere molto più pericoloso incontrare i carabinieri, come è successo a Firenze la notte del 6 settembre 2017 a due studentesse americane.

Mandela, questo il soprannome del suo… benzinaio indiano “di fiducia”, Ali Sawkat, un cittadino del mondo come lo siamo tutti, diventa un simbolo dell'umanità multiforme e multiculturale delle nostre città dove quelli che dormon per strada sono i più sereni. E a un disperato può capitare di nascere in Angola per morire in Padania...

I benzinai a Roma alle 8 [di sera] chiudono. In alcuni c'è il self service, ma nella maggior parte subentrano dei lavoratori indiani, pakistani. Questa canzone nasce da questo tipo d'incontro. Avendo io solo il motorino, faccio benzina la maggior parte delle volte di notte... (continua)
[Intro]
(continua)
18/5/2019 - 20:49
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Different Freestyle

Canzone prodotta dagli allievi del CSF EnAIP Borgosesia per il concorso "Rime contro il razzismo" organizzato da EnAIP Piemonte in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale.
Mi sono rotto del conflitto che c’è in questa terra,
(continua)
inviata da adriana 18/5/2019 - 10:37
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Tutti i colori

Canzone prodotta dagli allievi della Prima Operatore dei servizi di promozione e accoglienza del CSF EnAIP Arona per il concorso "Rime contro il razzismo" organizzato da EnAIP Piemonte in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale.
Nella mia classe facce di tutti i colori tutti i colori
(continua)
inviata da adriana 18/5/2019 - 10:20
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Senza dirlo

Questo estratto multimediale è stato realizzato attraverso il format LABORATORIORAP®️ dell’associazione"Large Motive" in sinergia e collaborazione con gli studenti del CSF Enaip di Nichelino (TO).
Il progetto è partecipante alla rassegna Audio/Video Interno di ENAIP PIEMONTE “CONTRO OGNI DISCRIMINAZIONE” , in occasione della giornata mondiale contro il razzismo.
Avevo solo il bisogno di sentirmi a casa mia
(continua)
inviata da adriana 18/5/2019 - 09:49
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Mai arrendersi

Mai arrendersi
Canzone prodotta dagli allievi del CSF EnAIP Domodossola per il concorso "Rime contro il razzismo" organizzato da EnAIP Piemonte in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale.
“Nessuno è nato per odiare un’altra persona a causa del colore della sua pelle, o il suo passato o la sua religione. La gente deve imparare a odiare, e se si può imparare ad odiare, si può insegnare ad amare, perché l’amore è più naturale per il cuore umano che il suo contrario.”
(continua)
inviata da adriana 18/5/2019 - 09:32
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Arbetare och förtryckta

Arbetare och förtryckta
[1971]
Text och musik / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja Sävel: Knutna Nävar
Album / Albumi: Internationalen och andra revolutionära arbetarsånger
Arbetare här i Sverige
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/5/2019 - 18:52
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La città dei bianchi

La città dei bianchi
[2013]
In “Süden II” con Werner Schimdbauer e Martin Kälberer (2019)
Padre ma è vero che nelle città dei bianchi
(continua)
inviata da adriana 15/5/2019 - 07:59
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Good Morning Revolution

Good Morning Revolution
[1932]
Versi di Langston Hughes, pubblicati nell'omonima raccolta di suoi inediti ("Good Morning Revolution: Uncollected Writings of Social Protest", 1976)
Li trovo messi in musica da tal William Bender Jr. (forse parente del musicologo e critico musicale William Bender, scomparso nel 2014) nel suo album "As Is Tape" (2016)
Testo trovato qui

Un testo potentissimo, scritto da colui che all'epoca fu definito "a red devil in a black skin"...
E a quei tempi ci voleva molto coraggio ad essere negro e comunista...
Good-morning, Revolution:
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/5/2019 - 22:20
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One Better Day

One Better Day
[1984]
Scritta da Graham McPherson
Singolo estratto dall'album dei Madness intitolato "Keep Moving"
Testo trovato su Genius

"We grew up in Thatchers Britain BUT we had some great and politically aware bands and not the X Fucktor manufactured shit. Where are the new movement bands. We had The Specials, UB40, Madness and many more. The voice of disenchanted youth. It saddens me that there is none if that. Christ, even simply red were political." (commento di jools Pirog su YouTube)

Il video fu girato in Arlington Road a Camden Town, Londra, dove ha sede la Arlington House, storico ostello per gli homeless attivo dal 1905... Vi soggiornarono anche George Orwell e Brendan Behan.
Arlington house, address: no fixed abode
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/5/2019 - 11:39
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Confine

Confine
(2019)
Ginevra Di Marco e Cristina Donà

Testo di Francesco Gazzè (fratello e autore dei testi delle canzoni di Max Gazzè)
Musica di Ginevra di Marco, Cristina Donà, Francesco Magnelli

Dal nuovo album nato dalla collaborazione di due bellissime voci della musica italiana una canzone sui migranti che tentano di passare il muro tra Messico e USA
Passi come una scia di ombre
(continua)
8/5/2019 - 23:45
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Lavorare per il male

Lavorare per il male
[2019]
Singolo : Lavorare per il male
Feat : Pierpaolo Capovilla

'Lavorare per il male' è la nostra nuova canzone con Pierpaolo
La canzone offre diversi punti di vista sull'argomento 'lavoro'. Quello dell'azienda, quello del lavoratore e quello del narratore. Una commedia cantata che ricorda per acume Giorgio Gaber ma anche le canzoni più ironiche de Il Teatro degli Orrori.
Nessuno è innocente in questa diatriba che vede l'esigenza di lavorare contro l'etica dell'esistere. Per questa ragione il brano è uscito il Primo Maggio.
Illustrazione di Davide Toffolo, grafica di Vinyl From Italy Est 1982.
Fonte
Signore e signori, buona sera
(continua)
inviata da adriana 5/5/2019 - 09:11
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Prima di tutto

Prima di tutto
2013
Tuttinpiedi

Libera reinterpretazione di un testo del pastore Martin Niemöller, ripreso anche da Christy Moore in Yellow Triangle e Songgruppe Regensburg in Als die Nazis die Kommunisten holten
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
(continua)
inviata da Dq82 2/5/2019 - 14:11
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Il mare in mezzo ("Sul perché hanno i cellulari")

Il mare in mezzo (
2019
"Medioevo digitale"

Il mare in mezzo - “Ti prendi cura di te, chissà che grande e che bella l’Italia, chissà se in tutto quel mondo ogni tanto ti ricordi di me”.
Il tema centrale ci è caro: i migranti. Abbiamo deciso di raccontarlo con una canzone che parla "solo" di sentimenti. Niente provocazioni, perché il cuore ha un solo colore!
Pagina ufficiale facebook
C'è una macchia sul muro, una foto sul letto
(continua)
inviata da Dq82 29/4/2019 - 18:10
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Le pauvre laboureur

anonimo
Le pauvre laboureur
Una canzone tradizionale del Jura francese (Bourgogne-Franche-Comté)
Come tutte le canzoni popolari, anche questa è riscontrabile in molteplici versioni
La registrazione più vecchia che mi è riuscito di trovare è datata 1930, interpretata da tal Reynaldo Hahn nella raccolta "Anthologie sonore du socialisme [1789-1939]" edita da Frémeaux nel 1998.
Sta anche nel secondo LP de La Bamboche, "Jeu à monter sans colle" del 1976
Qui veut savoir la vie
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/4/2019 - 13:58




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