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Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù

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La rivolta dell'Arneo

La rivolta dell'Arneo
2014
Psychedelic trance tarantella

L'occupazione dell'Arneo è stato un momento di lotta e protesta che i contadini del Salento ingaggiarono perché venisse incluso nel progetto di riforma agraria anche l'agro di Arneo. Questa serie di occupazioni simboliche si snodò in due fasi: la prima fra il 1944 e 1949, la seconda fra il 1950 e 1951. Generalmente quando si parla di Occupazione dell'Arneo ci si riferisce a questa seconda fase.
Ne simu straccati allu sule ogni giurnu a faticare
(continua)
inviata da Dq82 31/10/2018 - 15:11
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Canto degli emigranti

Canto degli emigranti
2014
Psychedelic trance tarantella
Scurdammene du sule, scurdammene du mare
(continua)
inviata da Dq82 31/10/2018 - 14:59
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Ifall dom många går ihop

Ifall dom många går ihop
[1997]
Text och musik/Lyrics and music Björn Afzelius
Album: Tankar vid 50

"Ifall dom många går ihop" is on the Tankar vid 50 (Thoughts at 50) album, released 2 years before his death at the age of 52. A passionate cry for change, it is thematically consistent with the protest songs he wrote throughout his career,
Tro inte på dom
(continua)
inviata da Ceil Herman 20/10/2018 - 00:10
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Amerika

Amerika
[1990]
Text och musik/Lyrics and music: Björn Afzelius
Album / Albumi: Tusen Bitar

Björn Afzelius wrote the following comments about this song in his 95 Sånger (95 Songs) book:
Björn Afzelius commentò cosí la canzone nel suo libro “95 Sånger” (95 canzoni):

"När spanjorerna 1492 kom till Karibien grundlades ett terrorvälde mot indianerna i nästan hela Latinamerika som man tydligt kan se följderna av än idag. Sången skrevs inför 500-årsminnet av detta förödande europeiska plundringståg."

"When the Spaniards in 1492 came to the Caribbean, they founded a Terrorist Empire against the Indians in almost all of Latin America which one can clearly see the consequences of even today. The song was written before the 500 year's anniversary of this devastating European foray."

“Quando gli spagnoli nel 1492 arrivarono nei Caraibi, fondarono un impero del terrore contro gli Indios in quasi tutta... (continua)
Båten är liten men sikten är god,
(continua)
inviata da Ceil Herman 18/10/2018 - 00:09
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Islands of Soul

Islands of Soul
(1991)
dall'album "The Soul Cages"
Parole e musica di Sting
Words and music by Sting

«Per tre anni non sono riuscito a scrivere canzoni. Niente, dalla mia testa non usciva nulla ed ero molto spaventato. Ho considerato la mia vita e mi sono detto: non ho più nulla da dire o ho paura di dire qualcosa? Ho ripensato alla mia vita dall'inizio chiedendomi qual'è stato il mio primo ricordo. La prima immagine che ricordi è una grande nave, e con quella immagine in mente le parole sono arrivate come un fiume in piena. In tre settimane ho scritto i testi di The Soul Cages, un disco molto personale.»
(Sting, 14 gennaio 1991)

La traccia di apertura dell'album, Island of Souls, racconta la storia di Billy, il primogenito di una famiglia di rivettatori. Mentre guarda salpare le navi che suo padre ha contribuito a costruire, Billy sogna di prenderlo con sé e fuggire assieme a lui via mare; i suoi... (continua)
Billy was born within sight of the shipyard
(continua)
14/10/2018 - 23:46
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Kampen kräver många år

Kampen kräver många år
[1974]
Parole e musica / Text och musik
Lyrics and music / Paroles et musique
Sanat ja sävel: Björn Afzelius
Album: Vem är det som är rädd?


English translation by Ceil Herman

Björn Afzelius' "Kampen kräver många år" on his very first album, "Vem är det som är rädd?" (1974), is consistent with the anti-war and protest Folk/Rock songs he wrote during his 25 year career. Often coupling strong lyrics with catchy tunes, this song is a good example.
[Ceil Herman]
Kampen kräver många år
(continua)
inviata da Ceil Herman 13/10/2018 - 20:17
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Can't Truss It

Can't Truss It
[1990]
Scritta da Carlton Ridenhour, Stuart Robertz, Gary "G-Wiz" Rinaldo e Cerwin "C-Dawg" Depper.
Nell'album "Apocalypse 91… The Enemy Strikes Black", pubblicato nel 1991
Testo trovato su Genius

Il sistema di sfruttamento capitalistico non è tanto diverso da quello schiavistico, è una sua evoluzione. E in America quelli che hanno sempre pagato un caro prezzo, sotto entrambi i sistemi, sono i neri. Si parla sempre dell'Olocausto ebraico ma nessuno parla mai dell'Olocausto dei neri in America... così diceva Carlton Ridenhour, in arte Chuck D, in un'intervista dell'epoca...
Here come the drums, music
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/10/2018 - 22:08
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Ho visto gente lavorare

Ho visto gente lavorare
Album: Che aria tira (2013)

Testi: Salvatore De Siena
Musica: Salvatore De Siena, Amerigo Sirianni, Mimmo Crudo

Prende spunto dalla tragedia della fabbrica ThyssenKrupp di Torino per denunciare la strage di lavoratori sui luoghi di lavoro.
Ho visto gente che andava sempre a lavorar
(continua)
9/10/2018 - 21:23
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Até quando esperar

Até quando esperar
[1985]
Scritta da Philippe Seabra, André X e Gutje
Canzone che apre "O Concreto Já Rachou", l'album d'esordio di questa punk rock band da Brasilia
Não é nossa culpa nascemos já com uma bênção
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/10/2018 - 13:06
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L'emigrant

L'emigrant
1911
Testo e musica di Arturo Zardini
Un dolôr dal cûr mi ven
(continua)
inviata da Dq82 8/10/2018 - 13:05
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A Riace

A Riace
(2018)


Sentite io vi devo dire una cosa a cui tengo molto, sta accadendo una cosa che dobbiamo seguire assolutamente, Mimmo Lucano sindaco di Riace sta facendo sciopero della fame, lo sapete perché?
Lui ha fatto un esperienza, la più bella del mondo osannata da tutti, lui ha fatto un accoglienza di migranti da anni e ha salvato il suo paese e ha salvato i migranti. Loro hanno ricostruito le case e il paese ora e’ nuovo e son tutti contenti, e che facciamo noi? gli tagliamo i fondi, lui ha fatto attività culturali di tutti i tipi, è un'esperienza simbolo che gira per il mondo, tranne che in Italia e che facciamo gli tagliamo i fondi….

Giovanna Marini


Così scriveva un mese fa Giovanna Marini. Ora lo Stato fa molto peggio che tagliare i fondi, il sindaco Domenico Lucano è stato arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nell'Italia di oggi chi pratica accoglienza e solidarietà... (continua)
In Calabria è un paese che sa sperare bene,
(continua)
inviata da Lorenzo 2/10/2018 - 22:29
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Mare Nostrum (Don't Leave Shore)

2016
Written by Allan J Begg, performed by Elvers

Written whilst on holiday in Cyprus in spring 2015 just after the UK announced that they were withdrawing naval support for an Italian-led search and rescue operation in the Mediterranean called Mare Nostrum ("Our Sea'). The reasoning was that the likelihood of rescue was deemed a "pull-factor" for refugees and migrants to set sail. The inference being that if we let enough drown they'll soon get the message and decide to stay on shore. I suppose it seemed like a good idea at the time.

Of course desperate people fleeing genocide, brutal civil wars and extreme poverty will take pretty short odds if there's a chance of reaching safety or comfort and the people taking their money to send them out to sea in leaking wrecks don't care where the passengers end up.

Shortly thereafter a boat carrying almost a thousand refugees sank whilst being... (continua)
Oh the end here it comes
(continua)
inviata da Dq82 25/9/2018 - 17:29
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Solcare il mare

Solcare il mare
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)

Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continua)
Vorrei solcare il mare
(continua)
inviata da Dq82 25/9/2018 - 15:05
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Douce France

Douce France
Versione ripresa nel 1984-85 (incisa in studio nel 1986) dal gruppo Carte de séjour della famosa canzone di Charles Trénet scritta nel 1943 e incisa nel 1947.


Il vero significato della cover di "Douce France" dei Carte de séjour non ha proprio niente di dolce

traduzione parziale di un articolo di Manuel Perreux

Il cantante Rachid Taha, morto lo scorso 12 settembre, ha conosciuto grandi momenti di gloria nella sua carriera, ma la sua idea più provocatoria e originale non è stata ben compresa, quando negli anni '80 incide una versione di Douce France con il suo grupppo Carte de séjour.

La band si era formata a Lione nel 1981 e comprendeva Rachid Taha, paroliere, cantante, percussionista e porta parola del gruppo. In un periodo in cui la Francia rinforzava le sue leggi sull'immigrazione, dove i magrebini erano rappresentati mediaticamente come dei fannulloni, ambigui e potenzialmente... (continua)
Il revient à ma mémoire des souvenirs familiers
(continua)
23/9/2018 - 10:09
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I Am So Weary (Song for Refugees)

2012
I am so weary, so very tired. I Can’t even say my name.
(continua)
inviata da Dq82 19/9/2018 - 17:08
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Semira

Semira
(1998)

Testo e commento tratti da Il Deposito

Canzone composta dopo la morte di Semira Adamu, rifugiata nigeriana in fuga da un matrimonio forzato, rimpatriata a forza su un aereo su cui sarà uccisa, soffocata con un cuscino, da un poliziotto nel tentativo di impedirle di urlare.



Semira Adamu, venne uccisa il 22 settembre 1998 alle ore 21, all’età di 20 anni, durante un tentativo di deportazione verso la Nigeria, a bordo di un aereo di linea belga. È stata soffocata durante l’imbarco forzato del volo Bruxelles-Lomé: Semira urlava, non voleva saperne di rientrare in Nigeria ed allora i poliziotti, dopo averla ammanettata, le hanno tenuto premuto sulla faccia un cuscino che le ha tolto il respiro mandandola in coma profondo per 11 ore prima della morte. Semira Adamu fuggiva dalla Nigeria perché, contro la sua volontà, avrebbe dovuto sposare un uomo di 65 anni di cui sarebbe stata la... (continua)
Dis-moi Sémira
(continua)
18/9/2018 - 09:24
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C.P.T.

C.P.T.
2012
Ulteriori
Le senti quelle urla?
(continua)
inviata da Dq82 5/9/2018 - 20:00
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Avevi sempre in mente il vento

Avevi sempre in mente il vento
2017

Samìa Yusuf Omar è una ragazza somala che sfidando intimidazioni, minacce di morte, rischi e i limiti imposti dai fondamentalismi islamici del suo paese, arrivò a correre (magrissima e con le scarpe regalatele dalla squadra di atletica sudanese) i 200 metri alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.

Rientra in Somalia nell'indifferenza più totale costretta a nascondere e a negare pubblicamente il fatto di essere un'atleta, ma con quel pensiero fisso e quella gran voglia di tornare a correre.
Samìa morirà annegata nell'aprile del 2012 cercando di raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti per inseguire il suo sogno: partecipare alle Olimpiadi di Londra.
La vita di Saamiya Yusuf Omar è stata raccontata nel romanzo Non dirmi che hai paura, scritto da Giuseppe Catozzella.
Dove porta questo vento Samìa
(continua)
inviata da Dq82 2/9/2018 - 12:21
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Sora un treno

Sora un treno
1975
Mi Voria Saver
«Can come de mi
(continua)
inviata da Dq82 1/9/2018 - 17:01

Quando Bepi l'è vegnesto

Quando Bepi l'è vegnesto
[?]
Gualtiero Bertelli - Quando emigranti (2003)

Tra la seconda metà dell'800 e l'inizio del '900 gran parte dell'emigrazione italiana, era rivolta al Sud America, dove si stavano colonizzando territori immensi. Molti lavoratori del nord Italia, in particolare dal Veneto e dal Friuli, si diressero verso le regione del sud del Brasile, dove dissodarono ampie aree forestale (il Mato) e fondarono colonie che ancor oggi portano nomi italiani. Oltre il cinquanta per cento della popolazione del sud del Brasile è di origine italiana e parla una lingua, il Talian, che è un miscuglio di dialetti veneti con qualche parola tratta da altri idiomi. Questa è la lingua dei discendenti dei nostri emigranti che ancora oggi conservano larga parte del patrimonio di canti popolari, alcuni dei quali da noi ormai dimenticati, che cantano in pubblico in molte occasioni. Ci sono poi dei "cantautori brasiliani... (continua)
Quando Bepi l'è vegnesto de la Italia al Brasil
(continua)
inviata da Dq82 27/8/2018 - 13:44
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La ballata del bracciante

La ballata del bracciante
[2018]

Testo reperito in questa pagina

2022
Klandestino
Ritorno a casa questa sera
(continua)
inviata da adriana 14/8/2018 - 08:10
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L'amaro sapore del sale

L'amaro sapore del sale
(2018)
feat. Silvia

Registrazione e Mixaggio a cura di Suhan Bullet Studio Saronno Illustrazione a cura di Andrea Spinelli Art


“L’ispirazione per la stesura del brano è venuta in modo naturale – racconta Daniele Maiellaro in arte FLOD – perché le migrazioni ci appartengono come cittadini del mondo e come italiani. Siamo stati migranti anche noi e troppo spesso lo dimentichiamo. Questi ragazzi e ragazze sono costretti a scappare da situazioni terribili, ho avuto modo di conoscerne diversi che mi hanno raccontato la loro esperienza. Tutto quello che succede in questi giorni è incredibile, ormai siamo a un livello di fomentazione del razzismo pericoloso. Sono sempre convinto che esista solo la razza umana e non altre 10 o 100 razze.

L’Amaro sapore del sale è una canzone che vuole trasmettere speranza. Ne son si sa se si arriva o meno alla fine del viaggio nessuno lo sa quando parte ma è necessario farlo: deve cercare un posto migliore. Andrea ha impreziosito il messaggio del brano con il suo bellissimo lavoro.”
Mamma dove sei? sai mi brucia la salsedine
(continua)
10/8/2018 - 13:35
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Balesh tebsni (بلاش تبوسني) 

Balesh tebsni (بلاش تبوسني) 
2006
Sona

Testo e musica di Mohammed Abdel Wahab

Come già osservato altre volte, un brano può avere uno "slittamento" di significato. È il caso di questo brano di Addio di Mohammed Abdel Wahab, quella che potrebbe essere una semplice canzone d'amore. Ma se a interpretarla è l'Orchestra di Piazza Vittorio, orchestra multietnica fondata da Mario Tronco e Pino Pecorelli della Piccola Orchestra Avion Travel e che vanta membri di diverse nazionalità migrati a Roma dai luoghi più lontani, allora acquista un significato molto più preciso, l'addio alla donna amata o alla madre prima di partire.
بلاش تبوسني في عينيّ
(continua)
inviata da Dq82 29/7/2018 - 09:55
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By Foot, By Boat, By Train

By Foot, By Boat, By Train
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
Worki o rabdit ka baso ha!
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 13:54
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Moj e bukura More

anonimo
Moj e bukura More
O e Bukura More. Questa canzone arbёresh che in italiano vuole dire “O Bellissima Morea“ è una canzone che risale a 600 anni fa e parla di una storia triste , storia di un esilio di rifugiati di Arbёria (Albania di oggi) verso le terre italiane. Questa è una canzone molto popolare che viene cantata da tutti, sia nel Sud Italia ( zone popolate dagli arbёresh), sia dagli albanesi che vivono in Grecia che li chiamano Arvanit e da tutti gli albanesi ovunque siano.

O Bellissima More.

Ma chi e More? Un amore lasciato lontano, una bella donna e un interiezione usato tanto nei versi Omerici per esprimere meglio i sentimenti dei cantatori popolari;? si More si identifica in tutti e tre . Morea è il nome di Poleponneso dei giorni moderni , che fu cambiato dai greci. Per questo “O Bellissima More” racconta la nostalgia , il dolore e il ricordo della patria persa per sempre; More è il luogo da cui... (continua)
Moj e bukura More
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 13:03
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Matri i l'emigranti

Matri i l'emigranti
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
Sunnu passati ormai tant'anni
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 12:45
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Maman

Maman
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
Natena sa ma robe bii yaye diotatouma yaye
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 12:29
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Taranta migrante

Taranta migrante
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
Quante aspirazioni tutte ammucchiate sui barconi
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 12:08
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Diventano mare

Diventano mare
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
Porterò solo le mie mani, per accarezzarti
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 10:38
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Itaca o Milano

Itaca o Milano
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
La mia terra oggi è sabbia nelle tasche
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 10:32
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Antiche rotte

Antiche rotte
2018
Yayla musiche ospitali




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che,... (continua)
Ti sento qui nell'aria co sta luce
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 10:15
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Nuova terra

Nuova terra
2018
Yayla musiche ospitali
(D. Fossati, A. Ruggiero, R. Colombo)




Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero,... (continua)
Si vivrà di nuova terra e nuove città
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2018 - 10:10
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Trabau

Trabau
[2008]

Album : Bartàs
CNE, emplois précaires
(continua)
inviata da adriana 19/7/2018 - 08:12
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Les fiancés du Nord

Les fiancés du Nord
[1891]
"Romance créée par Marius Richard, de la Scala"
Paroles / Testo / Lyrics / Sanat : René Esse
Musique / Musica / Music / Musiikki: Gaston Maquis
Interprétation / Interpretazione / Performed by / Laulun esittäjä: Aurore Beaulé

La fusillade de Fourmies est un évènement qui s'est déroulé le 1er mai 1891 à Fourmies (Nord). Ce jour-là, la troupe met fin dans le sang à une manifestation pacifique d'ouvriers clamant : « C'est les huit heures qu'il nous faut ! ». Le bilan est de neuf morts et de 35 blessés. Cet événement fournit un écho national aux socialistes.



Le contexte
Vieille cité industrielle du Nord de la France, la ville de Fourmies atteint son apogée industrielle et démographique à la fin du XIXe siècle grâce au textile. Elle compte alors 37 filatures de coton et de laine, 15 000 habitants, en majorité des ouvriers. Le centre lainier représente alors près d'un cinquième... (continua)
Ils étaient du même village
(continua)
inviata da adriana 18/7/2018 - 13:57

Les Martyrs de Fourmies : Romance, Souvenir du 1er Mai 1891

Les Martyrs de Fourmies : Romance, Souvenir du 1er Mai 1891
[1892]
Paroles / Testo / Lyrics / Sanat: Ernest Voillequin
Musique / Musica / Music / Musiikki: Georges Poivilliers

La fusillade de Fourmies est un évènement qui s'est déroulé le 1er mai 1891 à Fourmies (Nord). Ce jour-là, la troupe met fin dans le sang à une manifestation pacifique d'ouvriers clamant : « C'est les huit heures qu'il nous faut ! ». Le bilan est de neuf morts et de 35 blessés. Cet événement fournit un écho national aux socialistes.



Le contexte
Vieille cité industrielle du Nord de la France, la ville de Fourmies atteint son apogée industrielle et démographique à la fin du XIXe siècle grâce au textile. Elle compte alors 37 filatures de coton et de laine, 15 000 habitants, en majorité des ouvriers. Le centre lainier représente alors près d'un cinquième de l'industrie lainière française et la région fourmisienne est le premier centre mondial de la laine peignée jusqu'en... (continua)
Dans la commune, c'était fête
(continua)
inviata da adriana 18/7/2018 - 13:49
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Magliette rosse

Magliette rosse
Ivan Guillaume Cosenza (2018)
https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/deed.it

Il brano si concentra sulla progressiva involuzione della sinistra e del pacifismo di fronte al deterioramento delle condizioni sociali, alla guerra sia militare che economica, principale causa di povertà e flussi migratori, ed alla conseguente ascesa delle destre, in Italia così come nel resto dell'Occidente. L'unica risposta che l'odierna società civile è in grado di fornire sono le vuote e "spettacolari" campagne di sensibilizzazione, in cui si rimuovono le cause e si considerano esclusivamente le conseguenze.
I nomi dei fautori della guerra e dello sfruttamento vengono così sostituiti con la retorica e con azioni simboliche, i metodi classici di dibattito e di lotta vengono soffocati da autorevoli hashtag e da cortei carnevaleschi, mentre la difesa dei popoli e dei rispettivi Paesi di origine viene... (continua)
Come mai ci è mancato il coraggio di mostrargli le colpe
(continua)
inviata da Ivan Guillaume Cosenza 15/7/2018 - 18:48
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Miseria

Miseria
[2016]

Album : Resisténcia
Tota la jornada acacha la testa
(continua)
inviata da adriana 12/7/2018 - 07:31
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Ice

Ice
[2018]

State terror. For the children and their parents.
She left late at night out of sight of the gangs
(continua)
inviata da adriana 11/7/2018 - 10:43
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Keops pyramid

Keops pyramid
[1972]
Scritta e composta da / Written and composed by / Écrite et composée par / Skriven och komponerad av / Sanat ja sävel: Mikael Wiehe
Album: Vem kan man lita på?



"Keops pyramid" är en sång skriven av Mikael Wiehe, medlem i det svenska proggbandet Hoola Bandoola Band som spelade in låten på albumet Vem kan man lita på? 1972. I låten använder Wiehe historien om byggandet av kung Keops pyramid som en parallell till andra samhällen genom tiderna där många har arbetat för att få ska ha det bra. Låten är en av många Hoola Bandoola Band-låtar med ett klart vänsterbudskap. Förutom byggandet av kung Keops pyramid innehåller låten även referenser till Babels torn, i mittensektionen. "Keops pyramid" har sedan den skrevs framförts live många gånger och finns med på Hoola Bandoola Bands enda officiella liveskiva, För dom som kommer sen. I den versionen är arrangemanget något förändrat och introt... (continua)
Jag är en av dom som slavar på kung Keops pyramid,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 9/7/2018 - 19:44
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Refugee

Refugee
[2015]

Album: Buena Medicina
70 Jahre sind so wenig und so viel,
(continua)
inviata da adriana 6/7/2018 - 12:17
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L’Europe de Frontex

L’Europe de Frontex
Paroles et musique : la parisienne libérée
Dans l’Europe de Frontex
(continua)
inviata da adriana 6/7/2018 - 12:09

No border

No border
Paroles : Louise Mimie et Lucrèce pour Esprit68

Album: d'Esprit68 (2008-2010)
Le pouvoir trace ses lignes sur la terre,
(continua)
inviata da adriana 5/7/2018 - 08:24
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Un altro me

Un altro me
[2012]

Album : Un altro me
Un altro me, ed altri guai, 
(continua)
inviata da Dq82 1/7/2018 - 02:06
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Oltremare

Oltremare
2018
Oltremare

feat. Danno, al secolo Simone Eleuteri, voce storica di Colle der fomento



La musica di Raffaele Casarano, fiore all’occhiello della Tuk Music diretta da Paolo Fresu, si fonde con le parole di Simone "Danno" Eleutheri dei Colle Der Fomento per Oltremare, il racconto del viaggio dei migranti alla ricerca della salvezza, "oltre un mondo feroce lasciato alle spalle da dimenticare", "oltre un sogno rubato e pagato col sangue che ti riga le guance, ci sta un mare che inghiotte la vita di notte, c’è una bocca che piange". Una collaborazione inedita per il rapper, considerato una vera e propria leggenda per la scena hip hop italiana di cui fa parte dagli anni Novanta. E che non è nuovo a sperimentazioni simili, da poco salito sul palco accompagnato dalla Piccola Orchestra di Torpignattara, un inno alla multiculturalità. Oltremare racconta il viaggio dei migranti e si fa metafora... (continua)
Oltre un sogno rubato e pagato col sangue
(continua)
inviata da Dq82 26/6/2018 - 18:37
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Canto di accoglienza

Canto di accoglienza
Da "Trama Tenue" (1999)
Testo di Ginevra Di Marco
Musica di Francesco Magnelli

Chissà se Ginevra di Marco quando ha scritto questa canzone 20 anni fa pensava a questa accoglienza. Ma oggi parlare di accoglienza è diventato rivoluzionario, e quindi per me questa è una CCG.
Lasciati avvicinare
(continua)
inviata da Dq82 26/6/2018 - 18:28
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'E Quatte Notte

'E Quatte Notte
[2018]

Album :Rúa San Giacomo (Marocco Music/Aquadia)
Dint' a 'stu lagno sole e sudore
(continua)
inviata da adriana 21/6/2018 - 15:26
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E la femina impîs ch'a lu cjala

E la femina impîs ch'a lu cjala
Musicata da Lino Straulino
Ogni sera. Lino Straulino al cjante Leonardo Zanier (2018)
vêso mai jodût
(continua)
inviata da Dq82 21/6/2018 - 10:10
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Praying for Time

Praying for Time
[1990]
Album: "Listen Without Prejudice Vol. 1"

Testo, musica, arrangiamento e produzione di George Michael

Dopo le "prove generali" fatte con Hand to Mouth e Crazyman Dance, due canzoni dense di sensibilità e di attenzione al sociale composte entrambe attorno al 1987 (anche se la seconda venne pubblicata solo nel 1992), George Michael nel 1990 completa il percorso dando alla luce la sola canzone davvero conosciuta - anzi immensamente popolare - di questo pregevole trittico.
Che le tre canzoni tra loro siano legate da un filo rosso emerge anche dal riferimento, nel testo di ognuna di esse, alla scusa principale di chi è solito voltare la testa dall'altra parte: il "non avere tempo".

Praying For Time è un brano dedicato al tema della povertà; dell'egoismo avido di chi ha già molto; della forbice sempre più ampia ed impietosa tra ricchi e poveri (tra i quali, in costante aumento, proprio... (continua)
These are the days of the open hand
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 19/6/2018 - 16:47
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Affermativo

Affermativo
[2017]
Scritta da Lorenzo Cherubini Jovanotti
Nell'album "Oh, vita!"
Pubblicato come singolo nella versione remix di Takagi & Ketra Gipsy Trap
Mi ricordo il rumore del vento
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/6/2018 - 11:20
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Lu Fiju a Milano

Lu Fiju a Milano
[2016]

Album : Petipitugna
Nce do cristiani, maritu e muiere
(continua)
inviata da adriana 15/6/2018 - 16:07
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Fordre niemand, mein Schicksal zu hören

anonimo
Fordre niemand, mein Schicksal zu hören
[metà 800]
Canzone di autore anonimo, probabilmente sulla melodia della popolare francese “D’un héros que la France revére”
Interpretata dal duo folk tedesco Zupfgeigenhansel, nel loro album del 1978 intitolato “Volkslieder 3 - Im Krug Zum Grünen Kranze”.
Fordre niemand, mein Schicksal zu hören
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/6/2018 - 13:30
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Ein Krampenschlag vor Tag

Ein Krampenschlag vor Tag
[1934]
Versi di Theodor Kramer (1897-1958), uno dei più importanti poeti austriaci del 900.

Musica del duo folk tedesco Zupfgeigenhansel, in “Andre, die das Land so sehr nicht liebten”, loro ultimo album prima dello scioglimento nel 1985. Il lavoro è interamento dedicato alle opere di Theodor Kramer

La semplicità della quotidianità contadina e artigiana della Bassa Austria, la ricerca istintiva del colorito locale in tutte le sue sfumature e la quasi maniacale insistenza descrittiva del particolare in forma lirica non rimangono mai circoscritte al solo mondo della campagna austriaca, ma si estendono anche alla sfera della periferia industriale di una metropoli come Vienna dove Kramer, silenziosamente, senza perdersi in digressioni autoriali, ritrae la miseria del proletariato e del suo vivere incerto.
È il caso della poesia “Ein Krampenschlag vor Tag” (Una picconata in pieno giorno,... (continua)
Was bin ich nur so jäh erwacht?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/6/2018 - 13:18
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Ellerinize ve Yalana Dair

Ellerinize ve Yalana Dair
[1949]
Versi di Nâzım Hikmet
Una poesia messa in musica da Maksut Göksu in un album del 1977 intitolato “Bağımsızlığa Ezgiler”, interpretato dal cantante e musicista Yusuf Dağüstün (1947-1999).
Più recentemente (2017), nell’album di Metin Belgin ‎intitolato “Rüzgara Karşı Yürüyen Adam : Nazım Hikmet”
Bütün taşlar gibi vekarlı,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/6/2018 - 13:04
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Il valore del lavoro vero

Il valore del lavoro vero
[2018]

Album : Fuego y corazon
Il valore del lavoro vero, il valore del lavoro vero, il vero oro del lavoro è in un futuro meno nero!
(continua)
inviata da Dq82 11/6/2018 - 19:05
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Büyük insanlık

Büyük insanlık
[1958]
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Zülfü Livaneli, nel suo album del 1979 intitolato “Atlının Türküsü”
Büyük insanlık gemide güverte yolcusu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/6/2018 - 08:29

Danzica e Poznam come Detroit

Danzica e Poznam come Detroit
[anno imprecisato, forse 1971?]
Testo di Joe Fallisi, dall'archivio personale
Musica: non pervenuta

"Dicembre 1970: a Danzica, Stettino e nei grandi centri operai polacchi un possente movimento di lotta dei lavoratori scuote il paese protestando contro la politica del partito comunista al potere che ha appena concluso una serie di accordi con la Germania Occidentale per "convertire" l'economia polacca e raggiungere la competitività del MEC. Il prezzo degli accordi viene fatto pagare ai lavoratori attraverso l'intensificazione dei ritmi sui luoghi di lavoro, e un massiccio aumento dei prezzi alimentari con la decurtazione dei salari. La rivolta operaia è diretta contro la burocrazia e il capitalismo di Stato: al canto dell'Internazionale i lavoratori attaccano il quartier generale del Partito Comunista e nel corso delle manifestazioni di strada, seguite allo sciopero, la polizia spara sui... (continua)
Danzica e Poznam come Detroit
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/6/2018 - 21:42
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In Harm's Way

In Harm's Way
Scritta da Amanda Palmer
Videoclip di Abel Azcona

rewind a year or so…to septemer 3rd, 2015.
remember this?

if you weren’t living out of the news cycle, you saw this.
this is aylan kurdi, a 3-year-old boy who was lying dead, face down on the shores of turkey during the crisis of 2015…and just happened to be captured by a news photographer.
but children were dying daily, hourly, minutely.

the world turned its attention to the crisis because of the photo, but the news cycle fades, and crisis didn’t go away. it persists.

when i saw the photo, like most people (i assume), my heart skipped a beat and i found myself crying.

how could all of us in this world be taking such poor care of one another?
what the fuck is happening?

i was due to give birth in two weeks.

my womb hurt.

two weeks later, i gave birth to ash in the woods of tenessee, far away from the news, far away from everything.... (continua)
What i cannot see cannot be not untrue
(continua)
10/6/2018 - 10:27
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Padre Nostro

Padre Nostro
2018
nuoveCanzoni

PADRE NOSTRO è una preghiera laica, scoppiata come una tempesta in mare, un grido lacerante e necessario, quando gli occhi vedono quello che non vogliono guardare, e si cerca una ragione in una logica inesistente, e per poter sopravvivere si cercano forza e ricchezza nel dolore del nostro tempo, in attesa di un rinascimento.
Dio della tempesta dio delle barche rotte
(continua)
inviata da Dq82 9/6/2018 - 22:27
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Mohamed

Mohamed
Adattamento di Alessio Lega di una canzone di Dario Muci

Questa canzone mi viene da Dario Muci, che considero la più bella voce (non un cantante, ma un uomo che canta) non solo del Salento. Gliel’ho sentita fare una volta, e da allora la melodia e il tema mi hanno ossessionato. Non ricordando il suo, ho scritto un mio testo che dice più o meno le stesse cose in italiano (il suo è in leccese).
L’ho fatta qualche volta nei concerti e ho visto che commuoveva il pubblico quanto me, che mi si spezza la voce ogni volta.

Oggi non riesco più a tenerla per me, e la rendo pubblica qui. È un atto d’amore per i nostri fratelli stranieri oggi in pericolo, come ieri i nostri padri. È un atto di stima per Dario. È un atto di memoria per noi che l’abbiamo persa. Spero sia un atto di speranza per tutti.
Così cacciati da queste parti
(continua)
7/6/2018 - 19:33
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70 persone

70 persone
[1968]
Parole e musica di Enzo Jannacci
Nell’album “Vengo anch'io? No, tu no!
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su LyricsWikia
Ho visto un mare di gente
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 13:23
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O desespero da piedade

O desespero da piedade
[1969]
Parole e musica di Vinicius de Moraes
Nell’album “Em Portugal”, registrato dal vivo a Lisbona

Sulle prime ero incerto se contribuire questa splendida preghiera laica come Extra, ma alcuni suoi passaggi – sui poveri, sugli sfruttati, sulle donne,... – mi hanno convinto a proporla come CCG/AWS Docg… La versione di Enzo Jannacci – incisa addirittura prima di quella del Maestro – mi ha convinto definitivamente della bontà della mia decisione...
Meu senhor, tende piedade dos que andam de bonde
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 12:51
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La mia gente

La mia gente
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia

“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
La mia gente,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 11:27
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Sta terra nun fa pi mia

Sta terra nun fa pi mia
[1928]
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Cu dici ca l’America
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 15:39

Sciùur padrón cun la bùrsa dedré

anonimo
Sciùur padrón cun la bùrsa dedré
Canto di filanda lombardo che ha più di un’assonanza con Sciur padrun da li beli braghi bianchi
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
[PARL.: E la cantàvem quàant i me dàven mai i danée: pasàa i dées, pasàa i vündes, pasàa i dùdes, a muménti l’éva sià ‘l quìndes del mées éven gnamò de pagòm. Alùra cüràvem quàant el vegnéva’l padrón in filònda, cunt ul diretùur, i nàven in sö e in giö e i discuréven di sö ròp e nögn la cuminciava vüna:]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 14:27

Passégian per la sala

anonimo
Passégian per la sala
Canto di filanda dalla provincia di Lecco, raccolto da Oliviero Biella, chitarrista, compositore e musicologo.
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate

Il canto parla dello stretto controllo cui erano sottoposte le giovani operaie sfruttate in filanda. Padrone ed assistenti stavano sempre loro addosso e appena la produzione calava un poco, ecco che fioccavano le trattenute sulla già povera paga… I bachi da seta, una volta puliti e selezionati, venivano portati alle filande dove venivano pesati per determinare il compenso da dare alle lavoratrici… Naturalmente le operaie non avevano nessuna voce in capitolo sulla pesatura, per cui venivano facilmente ingannate...
Passégian per la sala
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 13:04

O che canatòri l'è mai quest!

anonimo
O che canatòri l'è mai quest!
Canto di filanda raccolto a Seregno (Monza e Brianza) da M. A. Spreafico
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
O che canatòri l'è mai quest!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 12:48

Quaranta ghei d'inverno

anonimo
E anche questa una canzone di protesta dei contadini dell'Alto Milanese risalente agli anni 1885-1889. Le agitazioni dei braccianti agricoli, iniziatesi nel Mantovano al grido de "la boje", si erano estese presto a tutta la Lombardia, poiché la situazione economica dei lavoratori della terra era in quegli anni ovunque insostenibile. E’ di quel periodo infatti il grande esodo verso le Americhe dei contadini del Nord, come testimoniano anche gli ultimi due versi di questa canzone. Il termine "pendizzi" è stato tradotto da vari raccoglitori con "debiti" che in effetti è una delle accezioni del vocabolo lombardo. Nel contesto della canzone però ci sembra piú giusto attribuirgli il significato di "appendici", cioè appendice dei contratti agrari. Citiamo ancora dal classico Cherubini (v.): "Quei regali, consistenti per lo piú in lino, pollami, uova, selvaggiumi o simili, che il conduttore di beni... (continua)
B.B. 5/6/2018 - 10:28
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Ma va là tí contadin

anonimo
Ma va là tí contadin
Polenta e scigolòtt: lettermente polenta con le cicale, ma ci si riferisce a pesci d'acqua dolce tipo agoni e missoltini...
B.B. 5/6/2018 - 10:02




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