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Il 25 aprile 1974, cinquant’anni fa, in Portogallo arrivò finalmente il Giorno delle sorprese (José Saramago, 1966). Per questo motivo abbiamo voluto rifare completamente la pagina della sua canzone-simbolo, che diventa una “Pagina Speciale”. Che possa servire, e parecchio, anche a un altro 25 aprile: il nostro. Quest’anno più che mai!
Riccardo Venturi 24/4/2024 - 12:13
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Been in the Storm So Long

anonimo
Been in the Storm So Long
Uno spiritual afroamericano ottocentesco, che intitola il disco realizzato dalla Smithsonian Folkways nel 1967, dove i brani sono interpretati da un gruppo storico che si rinnova di generazione in generazione, The Moving Star Hall Singers di Johns Island, Charleston County, South Carolina.
La registrazione fu curata da Guy Carawan, celebre musicista e ricercatore folklorico.
I been in the storm so long
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 22:17
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The Freedom Rider

The Freedom Rider
[1961]
Brano composto dal batterista e bandleader afroamericano Arthur "Art" Blakey (1919-1990)
Dà il titolo al suo album con la band de The Jazz Messengers, pubblicato nel 1964 (Blue Note)
Del gruppo facevano parte Wayne Shorter (sax tenore), Lee Morgan (tromba), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso)

“The Freedom Rider” è un brano per sola batteria che celebra il convoglio del CORE (Congress of Racial Equality) che nel 1961 attraversò Virginia, Carolinas, Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana per denunciare che la segregazione razziale, bandita dalla Corte Suprema degli USA, continuava a persistere. Nonostante i continui, violentissimi attacchi armati da parte di segregazionisti e membri del KKK, i Freedom Riders portarono a termine con successo il loro viaggio a New Orleans.
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 21:46
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Hymn to Freedom

Hymn to Freedom
[1962]
Capolavoro del grande pianista jazz Oscar Emmanuel Peterson, detto semplicemente O.P., canadese ma figlio di genitori immigrati dai Caraibi.
Nel suo disco intitolato “Night Train”, pubblicato nel 1963, con Ray Brown al contrabbasso e Edmund Thigpen alla batteria.
“Hymn To Freedom” è il brano che chiude l'album.

Un inno alla libertà di una chiarezza e semplicità sconvolgenti, nonostante il virtuosismo della scrittura e dell'esecuzione.
Sulla copertina, realizzata dal fotografo Pete Turner, la motrice di un treno in corsa, un'immagine da sempre così importante ed evocativa per tutti quelli – come i neri d'America - allora come oggi in cerca del cambiamento e della libertà.
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 20:57
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Madame Hermann

Madame Hermann
Ce titre paru initialement sur l'album LE MARGINAL en 2008 (Midi 52 / Socadisc distribution) évoque la seconde guerre mondiale à travers les yeux d'une femme juive, avec cette idée que l'histoire peut se répéter pour le pire. Ce titre fut repris par Monique Hottier sur le disque ELLES ET EUX CHANTENT JANN HALEXANDER en 2015.
J'ai vu ce que je n'voulais pas voir
(continua)
inviata da Jeff Bonnenfant 17/2/2017 - 01:25
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Papa et les singes fous

Papa et les singes fous
L'artiste évoque dans ce titre son enfance au Gabon, lors de la guerre civile larvée au Gabon, englué dans des émeutes pour la démocratie et contre la dictature d'Omar Bongo. La démocratie fut officialisée en 1991. Depuis août dernier et des élections sanglantes, les observateurs internationaux ont noté un brusque retour en arrière.
Souviens-toi Papa
(continua)
inviata da Jeff Bonnenfant 17/2/2017 - 01:19
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The Black Liberation Movement Suite

The Black Liberation Movement Suite
[1970]
Composizione jazz in nove movimenti scritta da Calvin “Cal” Massey (1928-1972), trombettista e compositore afroamericano

1 - Prayer (4:01)
2 - (Hey God-damn-it) Things Have Got to Change (7:10)
3 - Man at Peace in Algiers (for Eldridge Cleaver) (5:12)
4 - The Black Saint (for Malcolm X) (3:56)
5 - The Peaceful Warrior (for Martin Luther King, Jr.) (5:31)
6 - The Damned Don’t Cry (for Huey P. Newton) (4:50)
7 - Reminiscing About Dear John (for John Coltrane) (2:14)
8 - Babylon (2:00)
9 - Back to Africa (for Marcus Garvey) (6:21)

Cal Massey è oggi sconosciuto ai più, anche perchè morì giovane – un infarto, a 43 anni – nel pieno della sua migliore stagione artistica. Inoltre – com'è chiaro da questa sua composizione – fu molto vicino ai movimenti radicali e in particolare alle Black Panthers e per questo fu blacklisted (anzi, “whitelisted”) dal mondo della produzione musicale,... (continua)
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 22:41
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Seize the Time

Seize the Time
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza, di resistenza armata. Allora era un'opzione che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.
“Seize The Time” è stato uno degli slogan più famosi del BPP, coniato in quegli anni da Robert George "Bobby" Seale, uno dei pochi suoi dirigenti che non sia morto ammazzato.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla... (continua)
You tell me that the sun belongs
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 21:21
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The End of Silence

The End of Silence
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza: “Tutto questo silenzio finirà, non ci resta che prendere le armi e comportarci da uomini”. Allora era un'opzione che che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla madre - fu una dirigente delle Black Panthers, prima una sorta di ministro della cultura, poi la referente... (continua)
Have you ever stood
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 20:53
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Elaine Brown (Interlude)

Elaine Brown  (Interlude)
2016
Here

Canzone dedicata a Elaine Brown, attivista per i diritti dei neri e dei carcerati, membro del Black Panther party, dal quale fuoriuscì per l'eccessivo sessismo e maschilismo, scrittrice e cantante Seize the Time (Vault, 1969) e Until We're Free (Motown Records, 1973)
Okay, can I do one more? It's really quick.
(continua)
inviata da Dq82 16/2/2017 - 10:59
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This Little Light of Mine

This Little Light of Mine
“This Little Light of Mine” è un gospel per bambini scritto intorno al 1920 da Harry Dixon Loes (1895-1965), un compositore di inni cristiani, un bianco.
Ma nei primi anni 50 l'inno venne adottato dal movimento per i diritti civili, in seno al quale il testo venne elaborato da attiviste afroamericane come Zilphia Horton e Fannie Lou Hamer.
Celebri le esecuzioni di Betty Fikes, The Seekers e Odetta.

Ma ho voluto attribuire il brano a Sam Cooke – che ne diede una magnifica interpretazione nello splendido “Live at The Copa”, 1964, uno dei miei dischi preferiti – perchè il grande cantautore, troppo presto scomparso, volle portare una canzone intonata nelle marce per i diritti civili all'interno dei nightclub, facendo in modo che il movimento e le sue rivendicazioni di giustizia e di pace acquistassero un audience maggiore rispetto a quella sua propria.
Una sensibilità che l'autore di A Change... (continua)
A-amen a-amen a-amen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2017 - 23:39
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Promised Land

Promised Land
[1964]
Versi di Chuck Berry
Sulla melodia della folk song “The Wabash Cannonball”
Nell'album intitolato “St. Louis to Liverpool”



The biblical story of the Exodus had long been a source of hope and inspiration for African Americans dating back to the era of slavery. In 1965 rock & roll pioneer Chuck Berry released a song called “Promised Land” that tells the story of a “poor boy” who leaves his home in Norfolk, Virginia to try and make it big in Los Angeles. He boards a Greyhound bus that takes him through many of the cities and towns where the Freedom Riders had encountered resistance and violence a few years before the song’s release. The bus on which Berry’s protagonist rides bypasses the town of Rock Hill, South Carolina where the Riders first encountered armed white resistance but makes a note of Alabama where the worst violence was experienced in Anniston, Birmingham, and... (continua)
I left my home in Norfolk Virginia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2017 - 22:46
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Richard and Linda Thompson: The Great Valerio

Richard and Linda Thompson: The Great Valerio
[1974]
Written by Richard Thompson
Performed by Richard and Linda Thompson
(Solo voice: Linda Thompson)
Albums: I Want to See the Bright Lights Tonight [1974]
Live (More or Less) [1976] & others
Also performed by Maggie Holland [Still Pause, 1983] & other artists

Scritta da Richard Thompson
Eseguita da Richard e Linda Thompson
(Voce solista: Linda Thompson)
Album: I Want to See the Bright Lights Tonight [1974]
Live (More or Less) [1976] e altri
Interpretata anche da Maggie Holland [Still Pause, 1983] e altri artisti

Ancora una volta, per la conoscenza di questa canzone debbo tornare a Maggie Holland e al suo album di “cover” del 1983, Still Pause. A lungo, in epoche di mezzi precari e improvvisati, per me questa è stata una canzone di Maggie Holland senza sapere che la canzone era stata, in realtà, scritta nel 1974 da Richard Thompson, membro della prima ora dei Fairport... (continua)
High up above the crowd
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/2/2017 - 12:33
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Forest

Forest
da "Cuckooland"
Hannibal/Rykodisc
2003

Apparentemente sembra la trasognante canzoncina di una zingarella che canta in riva al fiume, mentre la luna dà un'occhiata e il canto si alza come fumo verso il cielo, dal buio verso la luce come il sole sulla foresta. Ma i presagi sono cattivi…. e infatti è una metafora allucinante, perché quello non è solo fumo e la nuvola che passa sopra la luna non è una nuvola qualsiasi. Invero subito dopo nel testo entrano il campo di sterminio per zingari di Lety, nella Repubblica Ceca e quello più tristemente noto di Auschwitz, dove più volte è stato ricordato non ci fu solo il genocidio degli ebrei. Nei tre anni tra il 1941 e il 1944, i rom deportati furono all'incirca 23.000 di cui ne sopravvissero appena 2.000. Lety è attualmente una fattoria per l'allevamento di maiali e nulla in quel luogo commemora o testimonia di quello di atroce che avvenne nel passato.

... (continua)
Deep in the forest
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 15/2/2017 - 12:09
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Nel mare ci sono i coccodrilli

Nel mare ci sono i coccodrilli
2017
Trsparente

tra le Nuove Proposte Sanremo 2017

"La canzone con cui partecipo al festival di Sanremo, scritta in totale onestà e senza retorica, è la migliore risposta a Matteo Salvini, che mi ha attaccato. Scrivo canzoni, faccio il cantante e la politica non c'entra. Racconto di uomini" dice il ragazzo che continua: "Essere qui è un sogno che si realizza. Ho letto il libro ‘Nel mare ci sono i coccodrilli' di Fabio Geda e mi sono innamorato di quel testo. Ho usato lo stesso titolo del volume perché la mia canzone richiama lo stesso argomento, con una storia sullo sfondo che è la stessa. Si parla di persone che di notte attraversano il mare su un gommone, con le loro vite e i loro sogni".

Il racconto di Braschi è autobiografico, racconta di sé e della fortuna di essere nati essere nati da questa parte del mare: "Ma io sono nato e vivo qui per caso e sono figlio di un medico, di un tossico, di un mago. Sono venuto fuori qui tra i gelati e le bandiere e non ho mai visto un cacciabombardiere"

fanpage.it
Nel mare ci sono i coccodrilli
(continua)
inviata da dq82 15/2/2017 - 10:56
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Aziz

Aziz
2016
Nuova Gianturco

feat. Luca O'Zulu Persico

I 99 Posse hanno partecipato alla stesura di Aziz con Luca “O’Zulù” Persico che da la voce al migrante parlando della sua condizione che deriva dalle guerre per i confini e dai giochi di poteri che non gli danno voce, diventando solo un "permesso scaduto a che ce pozzo fa / esco fore e me arrestano / tenite troppa cazzimma a parlà de` migranti", realizzando il brano più interessante e completo dell`intero lavoro.
mescalina.it
Me chiammo Aziz e tengo 'na malincunia
(continua)
inviata da dq82 15/2/2017 - 10:14
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Edoardo Bennato: Il gatto e la volpe

Edoardo Bennato: Il gatto e la volpe
[1977]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: Burattino senza fili


Edoardo Bennato: Burattino senza Fili (1977)



"Burattino senza fili" è un concept album di Edoardo Bennato uscito nel 1977, che ha venduto circa un milione di copie, risultando l'album più venduto in Italia nel 1977. [...] Il disco ripropone le vicissitudini di Pinocchio in chiave metaforica e mostra un doppio piano di lettura; la storia di Carlo Collodi tal quale e la riproposizione allegorica dei modelli dei personaggi in chiave moderna. Registrato negli studi Ricordi di Milano i tecnici del suono sono Walter Patergnani, Mario Carulli, Gianluigi Pezzera e Carlo Martenet, mentre il tecnico del missaggio è Arun Chakraverty. Tra i musicisti del disco, vi sono tre componenti dei Maxophone: Sandro Lorenzetti, Alberto Ravasini e Maurizio Bianchini. Tutta la poetica di "Burattino senza... (continua)
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai ?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/2/2017 - 09:30
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Los Angeles

Los Angeles
[1980]
Scritta da John Doe ed Exene Cervenka
Celeberrima traccia che dà il titolo all'album di questa punk rock band losangelina, prodotto dall'ex Doors Ray Manzarek

Descrizione di una tizia in cui Exene Cervenka si era imbattuta, il prototipo dell'americano bianco di classe media, razzista integrale intollerante di ogni forma di vita che non sia la propria. La tizia in questione raccontava di non vedere l'ora di andarsene da quel per lei insopportabile crogiolo di razze e di culture, come in effetti fecero tanti bianchi statunitensi soprattutto negli anni tra i 50 e i 70, un fenomeno complesso noto come white flight che conosciamo bene anche da noi in Europa...

Iconograficamente, il testo di questo brano è tutto condensato nell'immagine in copertina, così chiaramente allusiva alle “vecchie, care” croci infuocate del Ku Klux Klan...
Già, pure loro hanno sostenuto apertamente Trump alle ultime elezioni...
She had to leave Los Angeles
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 23:07
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Look in Their Eyes

Look in Their Eyes
[2016]
Parole e musica di David Crosby
Nell'album “Lighthouse”

“I have a friend, Marsha Williams, who went repeatedly on her own dime to Greece and went to the beach where the boats come. And pulled people out of the water. And she told me about a day when she pulled hundreds and hundreds of people out of the water. Which is, wrap a blanket around them, give them some water, give them some hot coffee, give them some food, try to find them a place to sleep, see if they need medicine. She tries to help them. Now she does that and these people she doesn’t know. They’re a different color, different religion, different country, different everything, but she knows they’re human beings. I know they’re human beings, you know they’re human beings. And the people who deny that, what I’m tellin’ them is, if you look into their eyes, you will see another human being – in anguish, in desperate anguish,... (continua)
Friend of the shadows
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 22:30
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Embarrassment

Embarrassment
[1980]
Scritta da Lee "Kix" Thompson e Mike Barson
Un celeberrimo singolo, tratto dal secondo album della ska band inglese, “Absolutely”
Testo trovato su Songfacts

Canzone che racconta di quando Tracy, la sorella di Lee Thompson, rimase incinta. Solo che il suo partner era un nero, e in famiglia non la presero molto bene, anzi... Pare che ai Thompson ci sia voluto un paio di anni per riprendersi e accettare la cosa...
Come già cantava Gaber, in Un'idea: “In Virginia il signor Brown era l’uomo più antirazzista. Un giorno sua figlia sposò un uomo di colore... Lui disse, bene, ma non era di buon umore...”

Curioso che “embarrassment” in inglese significhi imbarazzo, disagio ma in spagnolo “embarazada”, stessa radice, voglia dire incinta... D'altra parte in passato anche da noi si usava dire imbarazzata di una donna gravida... La lingua racconta sempre una storia, qui forse quella di tempi... (continua)
Received a letter just the other day,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 21:56
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Brother Louie

Brother Louie
[1973]
Scritta da Lester Errol Brown ed Anthony Wilson
L'hit più nota – seconda solo all'immortale “You Sexy Thing” - per questo gruppo interraziale inglese.
Testo trovato su Songfacts e sistemato un po' all'ascolto.

Sintesi di “Guess Who's Coming to Dinner”, in salsa inglese.
Il ritornello strizza l'occhio a Louie Louie, quella originale di Richard Berry/The Kingsmen.
She was black as the night
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 20:46
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Black Pearl

Black Pearl
[1969]
Scritta da Irwin Levine, Phil Spector e Toni Wine
Interpretata da Sonny Charles, voce e leader di questa band R&B di musicisti bianchi e neri originaria di Fort Wayne, Indiana
Nel loro album intitolato “Love Is All We Have To Give”
Testo trovato su Songfacts
Ooh-ooh
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 18:47
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Bakai

Bakai
[1957]
Brano scritto da Calvin "Cal" Massey (1928-1972), compositore e trombettista jazz afroamericano
Nell'esordio come band leader di John Coltrane, intitolato semplicemente “Coltrane” (Prestige 7105)

Cal Massey, nella sua breve vita, è stato soprattutto un grande compositore, avendo lavorato per grandi interpreti come Coltrane, Freddie Hubbard, Archie Shepp e molti altri. La sua visione musicale e anche politica era radicale. Fu vicino al movimento per i diritti civili e ancor più a quello delle Black Panthers, per il quale scrisse “The Black Liberation Movement Suite”.

Su Songfacts si sostiene che “Bakai” sia la traslitterazione di un termine arabo per “Cry”, grido o pianto... Non ne sono così sicuro e lascio semmai a Riccardo l'ultima parola... Però, facendo qualche ricerca in Rete, ho avuto l'impressione che possa trattarsi di una lingua africana e allora potrebbe significare “figlio... (continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 18:28
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Σε περιβόλι μοναχός

Σε περιβόλι μοναχός
(continua)
14/2/2017 - 10:41
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Tu grillo parlante

Tu grillo parlante
[1977]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: Burattino senza Fili


Edoardo Bennato: Burattino senza Fili (1977)



"Burattino senza fili" è un concept album di Edoardo Bennato uscito nel 1977, che ha venduto circa un milione di copie, risultando l'album più venduto in Italia nel 1977. [...] Il disco ripropone le vicissitudini di Pinocchio in chiave metaforica e mostra un doppio piano di lettura; la storia di Carlo Collodi tal quale e la riproposizione allegorica dei modelli dei personaggi in chiave moderna. Registrato negli studi Ricordi di Milano i tecnici del suono sono Walter Patergnani, Mario Carulli, Gianluigi Pezzera e Carlo Martenet, mentre il tecnico del missaggio è Arun Chakraverty. Tra i musicisti del disco, vi sono tre componenti dei Maxophone: Sandro Lorenzetti, Alberto Ravasini e Maurizio Bianchini. Tutta la poetica di "Burattino senza... (continua)
Spegnate la luce
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/2/2017 - 06:54
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Dotti, medici e sapienti

Dotti, medici e sapienti
[1977]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: Burattino senza Fili


Edoardo Bennato: Burattino senza Fili (1977)



"Burattino senza fili" è un concept album di Edoardo Bennato uscito nel 1977, che ha venduto circa un milione di copie, risultando l'album più venduto in Italia nel 1977. [...] Il disco ripropone le vicissitudini di Pinocchio in chiave metaforica e mostra un doppio piano di lettura; la storia di Carlo Collodi tal quale e la riproposizione allegorica dei modelli dei personaggi in chiave moderna. Registrato negli studi Ricordi di Milano i tecnici del suono sono Walter Patergnani, Mario Carulli, Gianluigi Pezzera e Carlo Martenet, mentre il tecnico del missaggio è Arun Chakraverty. Tra i musicisti del disco, vi sono tre componenti dei Maxophone: Sandro Lorenzetti, Alberto Ravasini e Maurizio Bianchini. Tutta la poetica di "Burattino senza... (continua)
E nel nome del progresso
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/2/2017 - 06:43
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Mangiafuoco

Mangiafuoco
[1977]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: Burattino senza fili


Edoardo Bennato: Burattino senza Fili (1977)



"Burattino senza fili" è un concept album di Edoardo Bennato uscito nel 1977, che ha venduto circa un milione di copie, risultando l'album più venduto in Italia nel 1977. [...] Il disco ripropone le vicissitudini di Pinocchio in chiave metaforica e mostra un doppio piano di lettura; la storia di Carlo Collodi tal quale e la riproposizione allegorica dei modelli dei personaggi in chiave moderna. Registrato negli studi Ricordi di Milano i tecnici del suono sono Walter Patergnani, Mario Carulli, Gianluigi Pezzera e Carlo Martenet, mentre il tecnico del missaggio è Arun Chakraverty. Tra i musicisti del disco, vi sono tre componenti dei Maxophone: Sandro Lorenzetti, Alberto Ravasini e Maurizio Bianchini. Tutta la poetica di "Burattino senza... (continua)
Non si scherza, non è un gioco
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/2/2017 - 05:57
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If You're Out There

If You're Out There
[2008]
Scritta da Marcus John Bryant, Devon Harris e Trevor Horn
Singolo estratto dall'album “Evolver”

Una decente CCG, peccato solo che quell'anno John Legend andò a cantarla pure alla convention del Partito Democratico a Denver... “No more broken promises, no more call to war”, mentre quelli continuavano la guerra in Afghanista e Iraq e si preparavano ai nuovi bagni di sangue in nord Africa...
If you hear this message, wherever you stand
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 21:16
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Your Racist Friend

Your Racist Friend
[1990]
Scritta da John Flansburgh e John Linnell
Nell'album intitolato “Flood”

Quante volte sarà capitato ad ognuno di trovarsi inaspettatamente ad ascoltare qualcuno che biascica discorsi razzisti o fascisti... Mandarlo a cagare subito ed allontanarsi, anche fosse amico del tuo amico, che non si può stringere la mano al diavolo e riderci su...

Se ne sono accorti anche la Merkel e i suoi, che volevano medagliare i due poliziotti italiani che hanno fermato per sempre Anis Amri, il terrorista tunisino autore della strage al mercatino di Natale a Berlino nel dicembre scorso... I tedeschi hanno scoperto che sui profili social dei due eroici “servitori dello Stato” (dipendenti pubblici, è bene ricordarlo) era tutto un fiorire di saluti romani, busti de Dvce e frasi violente e razziste contro gli immigrati...

La medaglia verrà invece giustamente assegnata alla memoria del camionista polacco ucciso da Amri nel tentativo di opporsi al furto del mezzo con cui poi il tunisino avrebbe seminato la morte.
This is where the party ends
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 20:47
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Dancing in the Street

Dancing in the Street
(1964)

Scritta da Marvin Gaye, William "Mickey" Stevenson e Ivy Jo Hunter.

Possibile che quella che sembrava un'innocente party song danzereccia venga considerata un inno del movimento dei diritti civili e un appello a scendere in piazza e ribellarsi? Sì se la canzone, un vero e proprio classico della produzione della Motown, ha tra gli autori un giovane Marvin Gaye ed è interpretata da un trascinante gruppo femminile capitanato dalla grande Martha Reeves.

La canzone nasce dalla collaborazione tra Marvin Gaye, Ivy Jo Hunter e William (Mickey) Stevenson, tre songwriters di punta dell'etichetta Motown di Detroit, che giocò negli anni '60 un ruolo fondamentale nella diffusione della musica nera, creando un'originale combinazione di soul e pop, capace di rompere le barriere razziali rendendo popolare un genere afroamericano anche tra i giovani bianchi. L'ispirazione arriva un caldo giorno... (continua)
Calling out around the world
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 12/2/2017 - 19:58
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Tarantella dei baraccati

Tarantella dei baraccati
1973
Quando nascesti tune

Brano registrato da Sandro Portelli il 14 marzo 1970 sulla piazza del Campidoglio a Roma occupata dai baraccati, stabilitisi e poi espulsi dalle case di via Serpentara. Si tratta di alcuni stornelli improvvisati dagli occupanti e cantati ballando la tarantella per scaldarsi (la polizia non permetteva l'accensione di falò).
da il deposito.org

Interpretata anche da Enrico Capuano in Onda d'Urto (1997)
Stanotte ci su statu,
(continua)
inviata da dq82 12/2/2017 - 18:52
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World Without Borders

World Without Borders
1982
Danseparc
Living life as if life were safe
(continua)
inviata da dq82 12/2/2017 - 18:43
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Were You There When They Crucified My Lord

anonimo
Were You There When They Crucified My Lord
[19° secolo]
Uno degli spiritual, gli inni religiosi degli schiavi afro americani, più famosi
Il testo fu trascritto per la prima volta in “Old Plantation Hymns”, raccolta realizzata e pubblicata nel 1899 da William Eleazar Barton (1861-1931), ministro della Chiesa congregazionalista (protestante, tra puritanesimo e calvinismo)
Testo trovato su en.wikipedia

Negli anni 60 e 70 del 900 “Were You There When They Crucified My Lord” divenne un inno del movimento per i diritti civili. Molti artisti afroamericani e non vi si sono cimentati, a partire dalla splendida versione di Max Roach del 1971 (in “Max Roach With The J.C. White Singers ‎– Lift Every Voice and Sing”), dedicata nel sottotitolo a “Malcolm, Martin, Medgar And Many More”, Malcolm X, Martin Luther King, Medgar Evers e tutti gli altri neri che hanno dato la vita per la loro gente.
Were you there when they crucified my Lord? (Were you there?)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 18:42
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Go Tell It on the Mountain

Go Tell It on the Mountain
[1865 ca / 1963]
Parole di Fannie Lou Hamer, combinando, insieme a versi originali, le strofe dell'omonimo inno religioso natalizio ottocentesco e l'invocazione “Let my people go” tratta da un altro spiritual, “Go down, Moses”.
La melodia è quella dell'originale, il cui testo - risalente all'epoca della guerra civile o anche prima - fu trascritto per la prima volta nel volume “New Jubilee Songs and Folk Songs of the American Negro”, pubblicato nel 1907 da John Wesley Work, Jr. (1871-1925), il primo afro-americano ad occuparsi di ricerca sulle canzoni popolari ed inni religiosi dei neri d'America.
Testo ed informazioni a cura di Azizi Powell

Fannie Lou Hamer (1917-1977), famosa ed instancabile attivista per i diritti civili, scrisse questa versione a Greenwood, Mississippi, nel 1963, durante una delle campagne di registrazione dei neri finalizzate all'esercizio del diritto di voto, allora... (continua)
Go tell it on the mountain,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 18:08
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Inno della gioventù della pace

anonimo
Inno della gioventù della pace
Inno pacifista dell'Associazione Pionieri d'Italia (i boy-scout rossi...)

Questo inno è presente in un canzoniere della FGCI di Reggio E. in mio possesso; il titolo riportato è "Gioventù nel mondo" ed era l'Inno della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica.

Testo trovato su il deposito.org

Mariposa
2010
Materiali Resistenti
Sulle voci di guerra
(continua)
inviata da dq82 12/2/2017 - 16:29
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Bufera

Bufera
2010
Materiali Resistenti

feat. Angela Baraldi

La canzone cita Per i morti di Reggio Emilia di Fausto Amodei (che a sua volta citava Fischia il vento)
Sangue del nostro sangue,
(continua)
inviata da dq82 12/2/2017 - 16:23
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Operai

Operai
1993
Fai la cosa giusta

Musicalmente ricorda/cita Luglio, agosto, settembre (nero) degli AreA
Onestamente non sono ben riuscito a capire i fatti storici a cui fa riferimento: "ragazzi di Reggio ammazzati" (i famosi "Morti di Reggio Emilia del 1960?) cosa c'entra con il 25 aprile '48?...
Una vita di stento e di miserie
(continua)
inviata da dq82 12/2/2017 - 16:05
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Sole d'Europa

Sole d'Europa
1993

Testo e musica di Enrico Ruggeri
Arrangiamento di Vittorio Cosma

Canzone multilingue di Ruggeri che portò all'Eurovision Song Contest del 1993. Una preghiera al Sole che illumini l'Europa con tutti i suoi problemi... son passati 20 anni e i problemi dell'Europa sono moltiplicati e incancreniti.
Corrono in macchina, giocano a prendersi
(continua)
inviata da dq82 12/2/2017 - 13:06
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The Train From Washington

The Train From Washington
[1980]
Parole e musica di Gil Scott-Heron
Nell'album “Real Eyes”

“40 acri (circa 16 ettari) e un mulo” è quanto il generale unionista Sherman promise agli schiavi neri liberati alla fine della guerra civile. Loro credettero ciecamante in quella promessa, soprattutto quei tanti che tra le fila dell'Unione avevano combattuto. La riforma agraria, basata sulla confisca dei latifondi e la loro parcellizzazione per garantire la redistribuzione delle terre alle famiglie degli schiavi liberati, iniziò in South Carolina, Georgia e Florida in base al Special Field Orders No. 15 emesso da Sherman nel 1865, ma ebbe vita brevissima. Nel giro di poco le terre confiscate tornarono ai loro precedenti proprietari bianchi e moltissimi furono i casi di raggiro nei confronti dei neri ad opera di truffatori che si spacciavano per agenti del governo e chiedevano soldi per facilitare il disbrigo delle pratiche... (continua)
During reconstruction time they were folks who have been promised 40 acres and a mule.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 12:45
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Imagine World Peace

Imagine World Peace
"Imagine World Peace" is Italian rock noir band BELLADONNA's tribute to John Lennon and to all victims of human violence.
I am prone to fantasize
(continua)
inviata da Andrea 11/2/2017 - 21:56
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Die drei Soldaten und die Reichen

Die drei Soldaten und die Reichen
[1930-31]
Versi di Bertolt Brecht, seconda poesia da “Die drei Soldaten. Ein Kinderbuch”, volumetto pubblicato nel 1932 con le illustrazioni di George Grosz (1893-1959), grande pittore espressionista berlinese, comunista.
Non ho trovato grandi tracce di qualche esecuzione famosa, ma il brano – forse solo recitato – sta in mezzo a tanti lieder brechtiani nello spettacolo musicale "Wie gehts? Danke, brechtig!" della cantante viennese Helga Porpaczy-Zdenek.

“I tre soldati” è tutt'altro che un'opera per bambini, o forse sì, che le sue rime baciate dicono in modo semplice molte verità.
Come quella che la guerra non è mai finita, perchè è la guerra dei 100.000 anni che i ricchi fanno ai poveri, come direbbe il nostro Marco Valdo M.I.

Qui, finita la guerra propriamente detta, nonostante il grande sfoltimento operato dal cannone, i ricchi non si sentono ancora sicuri nelle loro belle case perchè... (continua)
Die Reichen saßen in ihrem schönen Haus
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/2/2017 - 19:19
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No borders

No borders
2016
Hate & hope
No one! No one! No one is illegal!
(continua)
inviata da dq82 10/2/2017 - 17:31
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Eroi senza volto

Eroi senza volto
2011
Eroi senza volto

Il singolo "EROI SENZA VOLTO" è il racconto degli NH3 di una realtà in cui il precariato rappresenta il denominatore comune di situazioni differenti. In particolare, il singolo racconta in maniera cruda e sincera della condizione di migliaia di lavoratori, precari su tutti i fronti, dalla sicurezza sul lavoro alla sicurezza salariale.
Il brano è impreziosito dalla voce di Olly, già cantante degli Shandon e dei Madbones ed attualmente voce dei The Fire.
piange solo il sindacato, io cadevo e non mi ha preso
(continua)
inviata da dq82 10/2/2017 - 17:27
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Malcolm X

Malcolm X
2013
Rise up!

Malcolm X, nato Malcolm Little, anche noto come Detroit Red, El-Hajj Malik El-Shabazz e Omowale (Omaha, 19 maggio 1925 – New York, 21 febbraio 1965), è stato un attivista statunitense a favore dei diritti degli afroamericani e dei diritti umani in genere. Disertore durante la seconda guerra mondiale (psichicamente non adatto; in seguito, Malcolm X sostenne di aver finto una patologia mentale per evitare le armi.)
In prigione a 20 per furto e rapina, rimase affascinato dallla Nation of Islam (NOI). La NOI si autodefiniva una "setta islamica militante". La sua tesi centrale era che la maggior parte degli schiavi africani erano musulmani prima di venire catturati e che quindi i neri avrebbero dovuto riconvertirsi all'Islam. La NOI era inoltre un gruppo "nazionalista nero", ossia auspicava la creazione di una nazione nera separata all'interno degli Stati Uniti.
Nel 1950 l'FBI... (continua)
La dignità di una vita che lotta
(continua)
inviata da dq82 10/2/2017 - 17:08
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Against racism

Against racism
2013
Rise up!

feat. Los fastidos & Redska
La sola preghiera in cui io credo
(continua)
inviata da dq82 10/2/2017 - 16:52
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Lied der Galgenvögel

Lied der Galgenvögel
[1918]
Versi e musica di Bertolt Brecht, in un taccuino intitolato “Lieder zur Klampfe von Bert Brecht und seinen Freunden” (“Canzoni per chitarra di Bert Brecht e i suoi amici”)
Testo trovato su Der Funke

Una canzone giovanile decisamente poco nota (non trovo registrazioni del brano su Discogs) ma che in italiano, con il titolo “Canzone dei pendagli da forca”, è stata interpretata da Milva (in “Milva canta un nuovo Brecht", 1996) e dal duo queer post-industrial Black Sun Productions, ossia gli svizzeri Massimo e Pierce, noti anche come Anarcocks (in “OperettAmorale”, 2005)
Dass euer schlechtes Brot uns nicht tut drunken
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/2/2017 - 09:51
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Terra desolata

Terra desolata
Musica: Roby Facchinetti
Parole: Valerio Negrini

Quarta treccia di “Opera prima” del 1971, la canzone ricorda i drammatici tre anni della “guerra nel deserto” (’40 – ’43) in Africa settentrionale, combattuta sui territori dell’Egitto, Libia, Algeria, Marocco e Tunisia, dall’esercito nazifascista tedesco, francese e italiano da un lato, e dall’altro, lo schieramento dei comandanti inglesi e statunitensi su tutti, con la partecipazione dell’africa francese, la Polonia, l’Australia, il Sudafrica, la Nuova Zelanda.

Tra aeroplani come rondini di platino, elicotteri in fiamme come carri d’argento che bruciano sopra le piramidi, e le carovane degli sfollati che attraverseranno “ponti senza fiumi”, significativi sono i versi “Statue che/ somigliano a noi/ contro il cielo piangono”. Si rimarca l’estraneità delle civiltà che assistevano a quel conflitto sul proprio suolo, senza prenderne parte... (continua)
Volano
(continua)
inviata da Salvo Lo Galbo 10/2/2017 - 08:26
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Odio l'America

Odio l'America
Rispondendo all'appello di Riccardo, un nostro visitatore, Paolo, ci ha fornito le parole di questa canzone dei Destir. Abbiamo rimesso un po' a posto il testo e ricontrollato all'ascolto. Visto che gli stessi Destir sono intervenuti sul nostro sito aspettiamo dal gruppo qualche notizia in più anche su questa canzone (date, album....).
Candy sfida questo vento,
(continua)
inviata da Paolo + CCG Staff 9/2/2017 - 23:40
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Moderne Legende

Moderne Legende
[1914]
Versi di Bertolt Brecht, pubblicati sotto lo pseudonimo di Berthold Eugen su “Die Ernte”, un giornale studentesco stampato ad Augsburg che ebbe vita breve: sei solo numeri tra il 1913 ed il 1914.
Messi in musica sia da Ernst Busch che da Hanns Eisler
Interpretata molte volte da Busch, a cominciare dal disco “Legenden, Lieder Balladen 1914-1934” pubblicato nel 1965. Poi anche da Gisela May, su musica di Eisler, in “Gisela May Singt Brecht - Eisler – Dessau”, 1968.
Testo trovato su Erinnerungsort.de
Als der Abend übers Schlachtfeld wehte
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/2/2017 - 22:55

Leur bon Président

Leur bon Président
Chanson parodique de langue française – Leur bon Président – Marco Valdo M.I. – 2017
inspirée par Eugène Pottier et sa chanson Leur bon Dieu – 1884

L’autre soir, Lucien l’âne mon ami, j’ai reçu moi aussi la visite d’un revenant inquiet. Souviens-toi de la Commune, souviens-toi de Nuremberg, il est des massacreurs, il est des assassins qu’il vaut mieux arrêter avant qu’ils ne sévissent.

Un revenant, un fantôme, tu en as d’étranges visiteurs nocturnes ? Marco Valdo M.I. mon ami. Je me demande qui ça peut être et pourquoi tu en parles ici.

Il m’a dit : prends une de mes chansons et fais-en une bigarade contre ce gros balourd étazunien. Peut-être, lui demandai-je, veux-tu dire une arlequinade, une pasquinade, enfin bref, un pasquin.
Et il m’incite plus encore : fais-en une moquerie, une raillerie, un brocard, une goguenardise, une ironie, envoie-lui des lazzi et des gros mots. Cet... (continua)
Au citoyen Donald Trump de New-York.
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/2/2017 - 21:01
Percorsi: Donald Trump
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Ballade vom ertrunkenen Mädchen

Ballade vom ertrunkenen Mädchen
[1919]
Versi di Bertolt Brecht, nella raccolta intitolata “Hauspostille” (“Il libro di devozioni domestiche”), pubblicata nel 1927
Musica di Kurt Weill, nella cantata per tenore, baritono, coro di tre voci maschili e orchestra intitolata “Das Berliner Requiem”, da lui composta nel 1928

Questa “Ballata della ragazza annegata” è una delle poesie più note di Brecht.
Racconta semplicemente del corpo di una donna annegata, trasportato dalle acque del fiume, che col passare del tempo lentamente e dolcemente si disgrega e si perde nella natura. Una giovane donna, uccisa forse, o suicida, che rimane sconosciuta, proprio come il soldato protagonista delle due ballate comprese da Weill nella stessa cantata.
Se fosse solo per questo, avrei potuto proporre questo bellissimo brano – magistralmente interpretato da Therese Giehse, da Gisela May, da Lotte Lenya e anche dalla nostra Milva – semplicemente... (continua)
Als sie ertrunken war und hinunter schwamm
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/2/2017 - 21:40
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Zweiter Bericht über den Unbekannten Soldaten unter dem Triumphbogen

Zweiter Bericht über den Unbekannten Soldaten unter dem Triumphbogen
[192?]
Versi di Bertolt Brecht, nella raccolta “Lieder Gedichte Chöre, 1918-1933”, pubblicata nel 1934
Musica di Kurt Weill, quinto movimento della cantata per tenore, baritono, coro di tre voci maschili e orchestra intitolata “Das Berliner Requiem”, da lui composta nel 1928.

Seconda parte della canzone del “Milite ignoto sotto l'Arco di Trionfo”, cui rimando per l'introduzione.

Qui Brecht abbandona il grottesco e ammette che mai potrà esserci resurrezione per quel soldato assassinato, massacrato, dilaniato, smembrato e reso così ignoto. Non ci sarà mai un Giorno del Giudizio. E allora voi, maledetti che l'avete ucciso, potete star tranquilli, ma almeno rimuovete quella pietra tombale, quell'arco di trionfo, e smettetela coi vostri inutili ed oltraggiosi inni di vittoria che mi feriscono, io che ogni giorno continuo a chiedermi: perchè non siete voi ad essere morti, perchè non siete stati uccisi voi? Perchè no?
Alles was ich euch sagte
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/2/2017 - 20:12
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Gardien de la paix

Luciole
Una canzone sulla "ZAD" (Zone à defendre) ovvero i territori occupati in protesta alla costruzione di una pista d'aereoporto a Notre Dame des Landes
Gardien de la paix
(continua)
inviata da leoskini 8/2/2017 - 17:59
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Alla patria

anonimo
Ben poche notizie si sanno di questo bellissimo canto popolare certamente nato, come tanti altri di questo genere, nel periodo delle grandi guerre e forse anche prima. Il tema è sempre quello della tragedia dell'addio e l'incertezza del ritorno dalla guerra. Questi canti sembravano un ricordo di un tempo lontano, ma la triste realtà della cronaca di questi giorni rende quanto mai attuale il sentimento di precarietà di ogni partenza per il fronte, ugualmente oggi come tanti anni fa.
Tra le canzoni del repertorio del Coro Edelweiss
Alla Patria vola il mio pensiero,
(continua)
inviata da Dq82 8/2/2017 - 15:46
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Erster Bericht über den Unbekannten Soldaten unter dem Triumphbogen

Erster Bericht über den Unbekannten Soldaten unter dem Triumphbogen
[192?]
Versi di Bertolt Brecht, nella raccolta “Lieder Gedichte Chöre, 1918-1933”, pubblicata nel 1934
Musica di Kurt Weill, quarto movimento della cantata per tenore, baritono, coro di tre voci maschili e orchestra intitolata “Das Berliner Requiem”, da lui composta nel 1928.

Una poesia, trasformata da Weill in canzone, che fa il paio con la Legende vom toten Soldaten del 1918 e la supera nella già inarrivabile feroce e grottesca ironia. Là il soldato morto veniva “resuscitato” a guerra quasi finita per farlo partecipare alla grancassa della propaganda e morire eroicamente una seconda volta; qui invece un soldato qualunque, un poveraccio, viene scelto ed ucciso dagli altri – di tutte le nazionalità, si badi bene – il suo corpo viene orrendamente massacrato in modo da renderlo irriconoscibile e farne così il “milite ignoto”, per poi seppellirlo con tutti gli onori sono una pesante pietra... (continua)
Wir kamen von den Gebirgen und vom Weltmeer,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/2/2017 - 22:37
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Divide and Conquer

Divide and Conquer
This song is a commentary on the ongoing conflicts in the middle east. Listen out for some soundbytes from western leaders such as David Cameron, John Kerry, Hillary Clinton, Barack Obama and Nicolas Sarkozy concerning the war in Libya that provide additional context as to what this song is specifically condemning.

From the songwriter:

"It deals with what’s really going on in the Middle East. The media only give us one side of the story, but when you dig deeper, you find layers of truth about natural resources, like oil, that are influencing the region. The media report on how the new political regime has brought democracy to the region but maybe the inhabitants were better off before. What the West are really delivering is mainly destruction. They’re making people fight each other and when the West conquers, the big companies come in and make money.”
Divide and conquer
(continua)
7/2/2017 - 15:28
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Dancing in a Hurricane

Dancing in a Hurricane
This song is about the children living amidst warzones, attempting to have a childhood in spite of the chaos. It is written from the perspective of the mother of one of these children, who watches her "rays of light" play, while reflecting on the state of their home.

From the songwriter:
"The title comes from a line in Spectre [the James Bond film] and the lyrics were inspired by the current refugee crisis around the world. It’s the idea of children trying to enjoy their childhood in an unsafe environment; they’re literally dancing in a hurricane and I find it very sad. As a mother, I’m concerned about the well-being of children around the world. Here, our children are fed and they have a roof over their heads and I think we maybe take it for granted.”
We are force to live in silence
(continua)
7/2/2017 - 15:10
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Supernature

Supernature
[1977]
Scitta da Alain Wisniak e Marc Cerrone (1952-), compositore e produttore musicale francese tra i più importanti nella stagione d'oro della disco music.
Celeberrimo brano riempipista che intitolava il terzo album di Cerrone
Al primo posto nelle US disco/dance charts nelle prime settimane del 1978.

Chi l'ha detto che la disco music celebrava soltanto il disimpegno dopo l'ubriacatura politica degli anni della contestazione?

Un brano seminale che ritroviamo nelle sonorità di parecchi brani attuali, soprattutto in quelli realizzati dal mitico duo Daft Punk (che - guarda caso - sono francesi).
Once upon a time science opened up the door
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/2/2017 - 14:11
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Großer Dankchoral (Lobet die Nacht)

Großer Dankchoral (Lobet die Nacht)
[192?]
Versi di Bertolt Brecht, nella raccolta intitolata “Hauspostille” (“Il libro di devozioni domestiche”), pubblicata nel 1927
Musica di Kurt Weill, in apertura della cantata per tenore, baritono, coro di tre voci maschili e orchestra intitolata “Das Berliner Requiem”, da lui composta nel 1928

Questo Requiem fu commissionato a Weill dalla radio di Francoforte e lui lo compose pensando al decimo anniversario della cosiddetta Rivoluzione di Novembre del 1918, quando socialisti e spartachisti tedeschi, dopo aver sostenuto scioperi nell'industria bellica e ammutinamenti in ambienti militari, proclamarono una “libera repubblica socialista tedesca” contro il capitalismo militarista e imperialista. Un anno dopo sarebbero stati tutti sterminati dai Freikorps, antesignani delle SA, i paramilitari protonazisti di Ernst Röhm, e la debole socialdemocrazia di Weimar avrebbe cominciato la sua inesorabile discesa verso gli inferi della dittatura e della guerra.

Chiaro che la cantata di Brecht/Weill non venne trasmessa...
Lobet die Nacht und die Finsternis, die euch umfangen!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/2/2017 - 23:42
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Carmen Arvale

anonimo
Carmen Arvale
[V/IV secolo a.C. / 5th / 4th century b.C.]
Redazione nota / Known version:
Acta Fratrum Arvalium, I sec. d.C. / 1st century.
Armonizzazioni moderne:
a) Paulo Stekel, Qadosh, 2009
b) Hildigunnur Runarsdóttir, per coro / choir, 2013



L'iscrizione degli Acta Fratrum Arvalium ritrovata nel 1778. Il Carmen Arvale è nella parte evidenziata.



A proposito di Marte e di guerra per la capezzagna.
dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo, 6 febbraio 2017.

“C'è chi la capezzagna difende”; così ha tradotto Krzystof Wrona nella Piosenka walcząca, dalla sua lingua materna, obbligandomi a andare a vedere che cosa fosse, questa “capezzagna”. "Ciascuna delle due strisce di terreno che rimangono da arare alle estremità del campo, dove l'aratro inverte la marcia; anche capitagna, cavedagna.". E così, poiché si procede sempre per associazione d'idee (la quale è, in generale, la più fertile attività dell'intelletto... (continua)
Enos Lases iuuate.
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 6/2/2017 - 11:30

De rerum natura Liber V, 1283-1307

<i>De rerum natura</i> Liber V, 1283-1307
[I secolo a.C / 1st Century b.C. / 1er siècle a.Ch.]
De rerum natura 1283-1307

Non è qui, naturalmente, questione di addentrarci nella natura ritmica della poesia classica, e ancor di meno sul suo legame comunque indissolubile con la musica; se almeno un'intera parte della poesia antica era fin nel suo nome connessa con il canto e con l'accompagnamento musicale (sto ovviamente parlando della poesia lirica, destinata alla recitazione con la lira o altro strumento consimilare), si deve comunque ricordare che ogni tipo di componimento in versi era recitato ad alta voce (la lettura silente e personale cominciò a diffondersi in periodi molto tardi) ed anche che la natura prosodica stessa delle lingue classiche era basata su accenti non percussivi ma tonali, quindi musicali, e che la versificazione e la recitazione obbedivano a criteri di canto, o di cantillazione. Lo stesso nome della “poesia”... (continua)
[1283] Arma antiqua manus ungues dentesque fuerunt
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 6/2/2017 - 09:01

Ferramonti Walzer

Ferramonti Walzer
[1940-43]
Parole e musica di Kurt Sonnenfeld (1921-1997), compositore austriaco, viennese, ebreo.
Brano compreso nel programma della “Serata Colorata – Musiche dal campo di internamento di Ferramonti”, concerto tenutosi il 26 gennaio scorso all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione del Giorno della Memoria e interamente dedicato alle canzoni e alle musiche intonate e suonate dai prigionieri, in gran parte ebrei, in quel campo di concentramento che sorse nel comune di Tarsia in provincia di Cosenza.

L'intera famiglia di Kurt Sonnenfeld fu trucidata dai nazisti a Maly Trostenets, vicino a Minsk, un campo di sterminio il cui nome è poco conosciuto ma dove tra il 1941 ed il 1944 vennero assassinate non meno di 200.000 persone, in gran parte prigionieri di guerra sovietici ma circa 60.000 furono i civili ebrei. Quello di Maly Trostenets fu un campo molto efficiente, dove i nazisti... (continua)
Ganz abgesehn von den schrecklichen Leb’n
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/2/2017 - 21:54
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Hope for the Future

Hope for the Future
[2012]
Parole di Paul McCartney
Musica di Paul McCartney, Marty O'Donnell, Michael Salvatori.
Nella colonna sonora del videogame “Destiny”, composta da Martin O'Donnell, Michael Salvatori e altri, con il contributo di Paul McCartney per questo brano (che credo l'unico non strumentale dell'intera soundtrack)
La strofa tra parentesi non viene cantata da Paul McCartney, ma si trova nella cover del brano realizzata da Jillian Aversa (cantante) ed Andrew Aversa, compositore di colonne sonore per videogames più noto con il nome d'arte di Zircon.

E' curioso che questa canzone sicuramente pacifista sia stata scritta proprio per quello che in gergo tecnico viene definito videogame FPS, acronimo di First-person shooter, letteralmente “sparatutto in prima persona”...
Ma è anche vero che se gli Obama, le Clinton, i Bush, i Trump, i Putin e tanti altri del pari loro passassero più tempo alla playstation a giocare con gli sparatutto, invece di seminare morte e distruzione per il mondo per davvero, forse sarebbe meglio per tutti...
Some hope for the future
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/2/2017 - 18:28
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Italia

Italia
1965
Pubblicata in "L'Aria" 1981
interpretata dai Barabàn nell'album :Terre di passo (2002)
… padrun de can che lecca el cü a la serva,
(continua)
inviata da dq82 4/2/2017 - 17:20
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La prima stella

La prima stella
(2017)
Parole e musica di Gigi D'Alessio
la canzone sarà presentata al prossimo festival di Sanremo

Visto che il mitico e splendido Gigi D'Alessio non è presente su questo sito provvedo io con questa canzone sulla mamma, quella dell'immenso cantautore, rimasto, poverino, orfano da piccolo, ma sulla mamma in generale, una mamma lontana come può essere quella di un immigrato che attraversa il mare su un barcone.
Potessi avere io le ali e scavalcare il cielo
(continua)
inviata da Diletta 4/2/2017 - 17:10
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Cavaddu cecu de la minera

Cavaddu cecu de la minera
1954
45 giri: Cavaddu cecu de la minera/Ventu de sciroccu

È una canzone che parla di un cavallo, appunto si intitola ‟Cavallo cieco della miniera”. La storia è questa, la storia riguarda i cavalli che lavoravano anticamente nelle miniere in Sicilia, nelle miniere di zolfo, perché, in quei tempi, tiravano i carrelli i cavalli. Oggi è diverso, ci sono altri mezzi. E siccome stavano molto tempo sotto le miniere, i cavalli diventavano ciechi. E in Sicilia, anticamente, c’era questa festa tragica, che si chiamava appunto ‟La Pasqua dei cavalli”, ed era il padrone stesso del cavallo che lo portava su, al sole, e con un gesto tragico e pietoso lo eliminava.
wikipedia
«A Peppì, iuh, come si stanco, Peppì, iih-ah, beddo, auh.»
(continua)
inviata da dq82 4/2/2017 - 16:50
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Miniere

Miniere
2014
Ottavia
Uhm che maniere, dai le maniere
(continua)
inviata da dq82 4/2/2017 - 16:39
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Truth about

Truth about
3 febbraio 2017
Da cantarsi con accento romanesco
(vero o finto che sia)
sull'aria di Lella
di Edoardo De Angelis (1971)
(interpretata da Lando Fiorini)

In questa canzoncina, détournement di un celebre successo romanesco di qualche anno fa dove er protagonista svela di avere avuto una relazione con la moje de Projetti er cravattaro, se parla della misteriosa morte sotto tortura di un giovane ricercatore italiano, avvenuta circa un anno fa in Eggitto, e de ben artre relazzioni che intercorrono tra er governo italiano e quello eggizziano.

Se pregherebbe de legge attentamente anche questo


Articolo de Lorenzo Declich
(pubblicato da Giap - Wu Ming Foundation)


ar quale la canzoncina deve non poco pur nella sua palese semplificazione.

Se dovrebbe immagginà che a parlà è un alto membro dello stato italiano, forse addirittura er presidente der consijo.

Te lo ricordi gGiulio er friulano,
(continua)
3/2/2017 - 20:32
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Malicorne: Dormeur

Malicorne: Dormeur
[1986]
Paroles et musique: Gabriel Yacoub / Malicorne
Testo e musica: Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: Les cathédrales de l'industrie





Come ho detto in questo commento, domani 4 febbraio è il compleanno di Gabriel Yacoub, che compie 64 anni (when I am 64...). Vorrei continuare questo particolare e personale hommage d'anniversaire proponendo questa canzone, che mi ossessiona non so da quanti anni. Mi ossessiona perché, come tutte le cose della mia vita, al tempo stesso mi rimanda ad altro e a me stesso, al lontano e al vicino, all'incomprensione costellata di bagliori di comprensione; Gabriel Yacoub, in breve. Che cos'è, insomma, Dormeur? Potrebbe, chissà, sembrare una sorta di parallelo, o di séguito, del Fannullone di De André (e Paolo Villaggio); ma non è una favola. E' un testo cupo, e duro in alcuni punti, che della favola non ha niente e che invece ha tutto della tragedia umana... (continua)
Il y a les dormeurs ceux qui dorment tout le temps
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 3/2/2017 - 16:51
Video!

Il aurait dû

Il aurait dû
[2008]
"Il aurait dû" di Gabriel Yacoub
dal cd: "De la nature des choses"
Le Roseau | Harmonia Mundi

Ciao a tutti, propongo questa protest song, anche considerato:

1- l'incondizionato amore nei confronti di Malicorne che il sottoscritto condivide con Sir Riccardo

2- che finora non era presente nell'elenco nessuna canzone contro la guerra a nome di Gabriel Yacoub e la cosa mi dispiace

3- che in rete c'è un video simpaticissimo della canzone dal titolo "Il aurait dû, Gabriel Yacoub et Arthur" che si contrappone perfettamente all'argomento della canzone

4- che probabilmente non molti sono a conoscenza che la suddetta canzone si riferisce a George W. Bush e al suo maledetto ordine di guerra in Irak.

Flavio Poltronieri
Il avait dit quelques jours et c’est fini
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 3/2/2017 - 11:00




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