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Aberfan

Aberfan
[1973]
Parole e musica di David Ackles (1937-1999), cantautore e pianista statunitense
Nel disco intitolato “Five & Dime”

David Ackles è stato un grandissimo cantautore e musicista, purtroppo molto sottovalutato e sfortunato.
Tra il 1968 ed il 1973 fece quattro dischi (“Five & Dime” è l'ultimo) che non ebbero nessun successo di pubblico.
Nel 1981 ebbe un brutto incidente d'auto, travolto da un altro conducente ubriaco, e quasi perse un braccio. Non glielo amputarono, con una grande forza di volontà, esercizio e disciplina lui tornò a suonare, ma non fu più come prima.
Un cancro se l'è portato via nel 1999.

“Aberfan” racconta di un disastro accaduto in quella cittadina mineraria gallese nel 1966.
Per 50 anni i detriti di lavorazione provenienti da una vicina miniera di carbone erano stati depositati a monte del villaggio, a formare poco alla volta un'enorme collina. Nei... (continua)
It was rainy in the morning as the men left for the mine,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/11/2016 - 23:30
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Nessuna conseguenza

Nessuna conseguenza
(2016)
dall'album "Combattente"
Parole di Cheope, paroliere italiano figlio di Mogol
Musica di Federica Abbate

Il nuovo singolo di Fiorella Mannoia, accompagnato da un bellissimo video, esce oggi nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Le donne senza paura

Ci sono criminali che proclamano, così pieni di sé, « l’ho uccisa perché era mia ». Così, come se niente fosse. Come se si trattasse di una questione di buon senso, equa per la giustizia e per il diritto alla proprietà privata, che rende l’uomo padrone delle donne. Però nessuno, nessuno, nemmeno il più macho dei super-machi ha il coraggio di dire « l’ho ammazzata per paura ». Perché dopo tutto la paura della donna della violenza maschile è lo specchio della paura dell’uomo della donna senza paura.

Eduardo Galeano
A te che mi dicevi
(continua)
inviata da Lorenzo 25/11/2016 - 22:44

Dhudhummada aan jaraa

Il solitario lavoro di guardiano di notte è proprio quello che fa Geedi, quando riesce trovarlo. La solitudine dei migranti è correlativa alla separazione dalla famiglia, e al senso di risentimento di chi resta e si sente abbandonato da chi parte.[12] La seconda canzone composta da Geedi, che registrammo qualche tempo dopo, una dialogo fra l’emigrato e la moglie rimasta a casa, parla precisamente di questo.

Impronte digitali, frammenti significanti di essere umano. In un racconto di Cristiana Caldas Brito, scrittrice brasiliana che vive in Italia e scrive in italiano, si immagina che “cinquemila quattrocento ventidue polpastrelli, tutti imbrattati di inchiostro” si presentano un giorno alla Questura di Roma: “siamo entrati in questura in modo assolutamente pacifico e in ordinata fila, come si usa dalle nostre parti. Se proprio devo dire la verità, erano loro, i poliziotti, ad essere nervosi.... (continua)
Dhulkii hooyo iyo hilmihii aad dhashiyo waxaad dhaafsatay
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2016 - 19:00

Vengo da lontano

Vengo da lontano
Artisti Vari - We are not going back (Nota, 2016)

ancora più interessante la terza delle voci a cui è dedicato questo intervento, quella di Jagjit Rai Mehta, bracciante di stalla indiano in un’azienda agricola di Piadena, in provincia di Cremona: la voce di un’esperienza quasi utopica di condivisione e integrazione senz’altro insolita ma anche per questo segno di una possibilità alternativa. Tanto per cominciare, Jagjit, figlio di un cantore sacro Punjabi, canta su una specie di monodia affine a quelle del padre, ma in italiano:

Jagjit ha composto questa canzone (che di volta in volta improvvisa aggiungendo altri versi) in occasione della Festa della Lega di Cultura di Piadena a Pontirolo di Drizzona. Si tratta di un evento annuale al quale partecipano centinaia di persone venute letteralmente da tutta Europa, per cantare, chiacchierare, mangiare insieme sull’aia e nel prato della casa... (continua)
Vengo da lontano
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2016 - 18:51

Istaranyieri baan ahai

Istaranyieri baan ahai
Artisti Vari - We are not going back (Nota, 2016)

In un articolo del novembre 2009 sulla rivista Internazionale, la scrittrice italo-somala Cristina Ali Farah parlava di Geedi, un giovane migrante somalo, allievo della scuola di italiano per stranieri Asinitas, che aveva scritto una canzone intitolata “Istaranyieri baan ahai”, sono straniero. Da tempo, nel Circolo Gianni Bosio (un’organizzazione romana indipendente di ricerca sulle culture popolari, la musica popolare, la storia orale) ci stavamo chiedendo se la musica dei migranti che ascoltavamo nelle strade, nei tram, nelle metropolitane di Roma, non fosse davvero la nuova musica popolare della città multietnica e multiculturale. La notizia su Geedi, insieme ad altri incontri avvenuti in quei giorni, ci convinse che si poteva fare. L’incontro con lui qualche tempo dopo grazie a Cristina Ali Farah fu l’inizio di un progetto che va avanti... (continua)
Istaranyeeri baan ahayoo
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2016 - 18:35
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Anak

Anak
1978
Anak

Freddie Aguilar compose questa canzone sul rapporto conflittuale tra padre e figlio, in seguito alla sua fuga da casa a 18 anni.
Questa canzone è una CCG nella misura in cui compare nell'album We are not going back nell'interpretazione di Camilo Cosmecio.
Anak è una semplice canzone sul rapporto conflittuale padre figlio... sull'album we are not coming back, ne viene data una reinterpretazione che tronca alcune strofe finali, diventando quindi il lamento di un emigrato per la lontananza del figlio, secondo il principio che la musica dei migranti diviene materia terza rispetto sia al paese di provenienza che a quello di arrivo.
Noong isilang ka sa mundong ito
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2016 - 18:07
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Poor Murdered Woman

anonimo
Poor Murdered Woman
[183?]
Una canzone il cui autore si dice sia stato tal Mr. Fairs, un fabbricante di mattoni di Leatherhead, nel Surrey inglese. Ma l’attribuzione è incerta.
Interpretata da diversi artisti inglesi, tra i quali Martin Carthy con Dave Swarbrick nel loro disco “But Two Came By” del 1968, e Shirley Collins in “No Roses” del 1971, con The Albion Country Band.
Testo trovato su English Folk Music.

Non ho voluto proporre la versione di Martin Carthy, che pure è precedente, ma quella di una donna, Shirley Collins, per il motivo che il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Eppure credo che anche oggi saranno numerose le uccise, le ferite, le stuprate, che purtroppo It's a Man's Man's Man's World, un mondo in mano alla violenza dei maschi, potenti e/o impotenti, dove i più deboli (i maschi che rifiutano la violenza, e le donne non complici dei maschi aguzzini, e i bambini,... (continua)
It was Hankey the Squire as I've heard men say
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/11/2016 - 14:31
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The Weary Cutters

anonimo
The Weary Cutters
[18° secolo]
Testo che compare in diversi pubblicazioni ottocentesche, come “Northumbrian Minstrelsy. A Collection of the Ballads, Melodies and Small-Pipe Tunes of Northumbria”, a cura di J. Collingwood Bruce e John Stokoe, pubblicata dalla Society of Antiquaries of Newcastle-upon-Tyne nel 1882.
Testo trovato su 52 Folk Songs interpretate da Phil Edwards.
Nel suo album “52 Folk Songs: Red”

Ma certamente il brano è da datarsi anteriormente, per via dell’esplicito riferimento all’ammiraglio britannico Horatio Nelson (1758-1805), uno che per mare cominciò ad andarci che non aveva ancora dieci anni e che a cavallo tra 700 e 800 combattè tante battaglie navali contro i francesi, fino all’ultima di Trafalgar del 1805, dove trovò la morte per mano di un cecchino.
E’ proprio durante la seconda metà del 700 che il sistema dell’“impressment”, dell’arruolamento forzato, cui ricorsero in particolare... (continua)
Oh, the weary cutters and oh, the weary sea,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/11/2016 - 13:25
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Ja njewěm

Ja njewěm
[2009]
Uta Šwejdźic / Paul Nagel (Berlinska Dróha)
Album: Berlinska Dróha

Il più piccolo dei popoli slavi (se si escludono i Croati del Molise) è anche quello, probabilmente, che ha più nomi. Storicamente si chiamano “Vendi”, il nome con cui erano noti nel Medioevo; pare che tale denominazione debba essere ricondotta a quella di Veneti, onnipresente nell'antichità e di origine celtica (come il Gwened di Vannes in Bretagna, e come anche i Veneti di casa nostra). Insomma, un popolo celtico poi slavizzato stanziato in quella plaga dell'Europa orientale che è stata interamente slava nell'Alto Medioevo e che poi è stata germanizzata con le buone e con le cattive (più con le cattive). Accanto a altri popoli slavi dai nomi fantasmagorici (Slovinzi, Obodriti, Polabi...), formarono un tempo dei temibili popoli guerrieri che, verso il IX secolo, prima di essere schiacciati e ridotti pressoché in... (continua)
Sym ja serb sym ja němc
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/11/2016 - 23:25
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Rifiuto

Rifiuto
[1984-86]
“Topi Puzzolenti”, HC Punk band torinese, dai profondi anni 80.
Dal MiniLP intitolato “Vergognati”, pubblicato nel 1986.
La produzione era della Chaos (l'etichetta dei Wretched) e della Blu Bus (l'etichetta dei Kina)
Nel 2009 è stata riproposta una compilation con la loro opera omnia, consistente in una sola demo e in questo MLP, un pugno di canzoni brutte ma incazzate.
Testo trovato su Punk4Free
Ti hanno ammaestrato a dir sempre di sì
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/11/2016 - 23:08
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I fabbricanti d'armi

I fabbricanti d'armi
Parole e musica di Valter Vaioli.
Lyrics and music by Valter Vaioli.

Testo trovato sul sito ufficiale di Valter Vaioli, ma non risulta sia stato pubblicato, né l'anno in cui è stata scritta.
I fabbricanti d’armi
(continua)
inviata da dq82 24/11/2016 - 10:43
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Drenica

Drenica
Parole e musica di Valter Vaioli.
Lyrics and music by Valter Vaioli.

La versione dal vivo è cantata da Giacomo Gentiluomo, con Giulia Lorimer (voce dei Whisky Trail).
Al violino una ragazza americana "Hellison"

Febbraio 1998. Il TG della sera manda in onda un servizio che si è impresso indelebilmente nella mia memoria: un paesaggio di campagna coperta di neve; sulla strada segni di pneumatici di camion. Dalle case si leva del fumo. Qua e là si scorgono, ai lati della strada e vicino alle case, delle macchie scure sulla neve. Ecco lo zoom della telecamera che lentamente avvicina la scena. In mezzo al fumo compaiono delle fiamme: le case stanno bruciando. L’ immagine si avvicina ancora e diventa più definita: le macchie scure sono i corpi immobili di persone uccise, uomini, donne, bambini e vecchi, ed ovunque sangue. In mezzo al massacro ti accorgi di quel silenzio assoluto dove non si... (continua)
Fa freddo e nevica a Drenica
(continua)
inviata da dq82 24/11/2016 - 10:33
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Il violino di Vik

Il violino di Vik
2016
"Viva la lotta partigiana"
Soffia il grido della Nakba*
(continua)
inviata da Dq82 23/11/2016 - 17:04

Matty Rentz (Child #306)

anonimo
Matty Rentz (Child #306)
Child #306
[ca. XVII secolo]
From Percy's Folio / Dal manoscritto del Percy
Unreleased / Inedita

Ci scrive l'Anonimo Toscano del XXI Secolo: “Gentile Staff di 'Canzoni Contro la Guerra', ho assistito in questi giorni al consueto e periodico revival delle 'Child Ballads', e mi sono per l'ennesima volta chiesto come mai ancora (e qui mi rivolgo specificamente al sig. Riccardo Venturi, che sembra essere piuttosto addentro nella materia) non abbiate inserito Matty Rentz. Matty Rentz, scoperta in una pagina a lungo dimenticata del celebre Percy Folio (ma dal medesimo antiquario mai inserita nelle sue altrettanto celebri Reliques of Ancient English Poetry). Ugualmente mi stupisco del fatto che il sig. Venturi continui imperterrito ad affermare che le Child Ballads siano in numero di 305, quando oramai da tempo al canone Childiano Matty Rentz, riconosciuta come autentica già da Sir Arthur Quiller-Couch... (continua)
Hi ho, hi ho, holy day,
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 23/11/2016 - 16:16
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Turing

Turing
2015
Geni dominanti
2015
Geni dominanti

Per la storia di Alan Turing si veda The Apple
Fascino
(continua)
inviata da Dq82 23/11/2016 - 16:16
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Restiamo umani (piombo fuso)

Restiamo umani  (piombo fuso)
2015
Geni dominanti
Sono tornato ieri
(continua)
inviata da Dq82 23/11/2016 - 14:59
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La Sposa

La Sposa
2016
Ultreya

Il video è ispirato al multi premiato docu-film IO STO CON LA SPOSA (presentato alla mostra del cinema di Venezia e vincitore tra gli altri del David di Donatello) e ai fatti di cronaca riferiti alla protesta dei profughi fermati dala polizia francese alla frontiera di Ventimiglia. Dopo la realizzazione del brano, contenuto nell'album "Ultreya" IRMA Records, prima dell'uscita è stato inviato al regista Antonio Augugliaro, che con entusiasmo ha concesso in esclusiva le immagini per la realizzazione di un videoclip. Il progetto musicale nasce come autonoma opera di denuncia del tema di stringente attualità dell'immigrazione ottenendo in seguito anche il riconoscimento di stima degli stessi autori del film, dando vita a questa prestigiosa collaborazione artistica. Maggiori informazioni al sito http://www.iostoconlasposa.com
Quante belle case lungomare vorrei abitarci con te
(continua)
inviata da Dq82 23/11/2016 - 14:31
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Cotton Fields

Cotton Fields
Enhän ollut vielä kovin vanha,
(continua)
inviata da Juha Rämö 23/11/2016 - 10:39
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Zobi la mouche

Zobi la mouche
Ne esiste un'atroce versione dance fatta dai Modello n. 4 nel 1988 con una citazione di
Giddyap A Gogo” di Ad Visser & Daniel Sahuleka
Alla voce un giovane Giorgio Panariello

Dq82 23/11/2016 - 10:29
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Il giorno di San Patrizio

Il giorno di San Patrizio
In questo video un noto esponente del neofascismo britannico (credo defunto nel frattempo) inneggia alla distruzione dell'I.R.A. ostentando una "croce cerchiata delle ss francesi" (parente stretta della svastica tonda) identica a quella della Charlemagne, dell'OAS e di tutto il neofascismo europeo (e non) che spesso, strumentalmente, ci (e si) racconta di sostenere la lotta di liberazione del popolo irlandese.
Altro che "CELTICA"...

22/11/2016 - 22:49
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Il pazzo che ride

Il pazzo che ride
Chanson italienne – Il pazzo che ride – Litfiba – 2000

Vois-tu, Lucien l’âne mon ami, en faisant la version française de ce « fou qui rit », il m’est venu à l’esprit que Victor Hugo avait écrit – il y a de cela bien longtemps sans doute, un roman gigantesque intitulé : « L’Homme qui rit », dont je n’ai certes pas l’intention de te raconter l’histoire, si la chose t’en dit, il te suffit de trouver le livre et de lire. Lire Hugo n’est certes pas une perte de temps.

Alors, Marco Valdo M.I. mon ami, pourquoi me parles-tu de Hugo et son « Homme qui rit » ?

D’abord, comme je te l’ai signalé, par l’étrange similitude, la curieuse proximité des deux titres. Ensuite, comme tu me connais, simplement pour dire quelque chose, car, comme toi, je cause, je cause, c’est tout ce que sais faire. Cependant, j’ai des raisons plus précises de le faire. Les deux personnages se ressemblent ; tous les deux sont... (continua)
LE FOU QUI RIT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/11/2016 - 22:22
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La mauvaise réputation

La mauvaise réputation
LA CATTIVA REPUTAZIONE
(continua)
inviata da R. Solari 22/11/2016 - 17:29
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La Marì del söcher, staffetta partigiana

La Marì del söcher, staffetta partigiana
2015
rESISTENZA liberi di cantare

Poesia di Massimo Mahem Pintossi

La Marì del söcher staffetta partigiana, il cui testo è di “Mahem” Pintossi, poeta prima che cantautore, scomparso nel gennaio 2014. Un brano in versione live che vuole essere un omaggio alle staffette partigiane ed inevitabilmente a tutte le donne che hanno contribuito alla liberazione del nostro paese.
La storia è nata
(continua)
inviata da Dq82 22/11/2016 - 12:23
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Il general Cadorna

anonimo
Il general Cadorna
Variante del ritornello:

"Bombe a man, carezze di pugnal"

Versione riportata da mio nonno, Cosimo Miccoli, classe 1890, combattente sul Carso.

Questo dovrebbe essere il ritornello dell'inno degli Arditi, divenuto poi inno fascista

CCG/AWS staff
Gino L. Di Mitri 22/11/2016 - 08:40
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Farewell Angelina

Farewell Angelina

NO NOBEL? NO PARTY
(Gianni Sartori)

“...keep a clean nose / watch the plain clothes / you dont't need a weatherman / to know which way the wind blows” 1)
(subterranean homesick blues)


Alla fine sembra che Robert Zimmerman (nato nel 1941 e diventato Bob Dylan, in onore del poeta Dylan Thomas, solo nel 1962 ) questo premio Nobel andrà a prenderselo, magari l'anno prossimo in occasione di un concerto a Stoccolma.

Legittimi, per quanto scontati, gli “atroci dubbi” alla Nanni Moretti: per farsi maggiormente notare è meglio presenziare a qualche cerimoniale o evitare di andarci?
Scarterei invece il paragone con gli illustri precedenti di Jean-Paul Sartre (nel 1964) e di George Bernard Shaw (nel 1925) 2).

Anche perché il primo avrebbe comunque ritirato il premio in denaro in un secondo tempo, forse per devolverlo a qualche nobile causa o per rimediare ad un periodo di ristrettezze finanziarie.... (continua)
Gianni Sartori 21/11/2016 - 22:03
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Песня про низкорослого человека, который остановил ночью девушку возле метро «Электрозаводская»

Песня про низкорослого человека, который остановил ночью девушку возле метро «Электрозаводская»
SONG ABOUT THE UNDERSIZED PERSON, WHO ONES STOPPED A GIRL AT NIGHT NEAR UNDERGROUND STATION "ELECTROZAVODSKAYA" [IN MOSCOW]
(continua)
inviata da A.Grishin 21/11/2016 - 19:47
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Цветы на могиле

Цветы на могиле
FLOWERS ON A GRAVE
(continua)
inviata da A.Grishin 21/11/2016 - 19:39




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