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Mordechai Anielewicz

Mordechai Anielewicz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Se io potessi incontrarti
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 15:34
Percorsi: Ghetti
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Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)

Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Uomini di von Sammern,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 14:02
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Umschlagplatz

Umschlagplatz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Tra le casse, i sospiri e i gusci d'uovo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 10:59
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Devarìm (dal Deuteronomio)

Devarìm (<em>dal Deuteronomio</em>)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Contro di te
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 10:24
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Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht

Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Certo, l’aria che tira
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 09:37
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L'inno di Papele

L'inno di Papele
[2013]
Testo e musica (?) di Federico Salvatore
sulle note di "Disamistade" di Fabrizio de André
Dall'album "Pulcine'Hell"
Testo da qui,
Me sapite cunta' senza fa chiu' e ruffian,
(continua)
inviata da Cristòfer' V(e)rona 'o polacc' 20/3/2014 - 00:21
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Napocalisse

Napocalisse
[2013]
Testo e musica di Federico Salvatore
Dall'album "Pulcin'Hell"
Testo da http://www.angolotesti.it/
Nero comm a na maschera ca nun pòrt chiù nisciùn
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 19/3/2014 - 20:41

Der Bücherkarren

Der Bücherkarren
[1931]
Versi di Hellmuth Kruger (1890-1955), scrittore tedesco, attore e comico molto attivo nel cabaret berlinese negli anni d’oro di Weimar.
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

“Chiamiamo Adolf ‘Salvatore della Patria’… o non sarà piuttosto il contrario?”

In questa canzone – per quello che sono riuscito a capire - Hellmuth Kruger pone ironicamente i propri dubbi sull’ormai dilagante nazismo e prefigura quasi profticamente quello che sarebbe successo di lì a poco (e che in parte stava già sordidamente succedendo), la campagne di “pulizia” contro cittadini ed intellettuali ebrei (viene citato, per esempio, Emil Ludwig, noto scrittore e giornalista che nel 1932 sarà costretto a fuggire prima in Svizzera e poi negli USA) ed i Bücherverbrennungen, i roghi di libri degli autori vietati che inaugurarono tristemente l’avvento al potere di Hitler nel 1933.
Ich baue meinen Karren um, weil ich so langsam spüre,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2014 - 16:30

Die Nationalstrolchisten

Die Nationalstrolchisten
[1932]
Versi di Eberhard Friedrich Worm, detto Hardy (1896-1973), scrittore e giornalista satirico berlinese che negli ultimi anni dell Repubblica di Weimar si dedicò anche molto alla scrittura per il cabaret (ebbe pure un suo locale, il “Die rote Nachtigall”).
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

Così come su questo sito compaiono molte canzoni in Yiddish, la lingua degli ebrei d’Europa che i nazisti tentarono di cancellare insieme a coloro che la parlavano, vorrei che comparissero anche tante canzoni in tedesco provenienti dall’epoca in cui il nazismo crebbe e si affermò, piccoli squarci di luce e di resistenza in quegli anni squallidi e bui in cui si preparava l’orrore di un’altra guerra mondiale, dell’Olocausto ebraico e delle stragi di oppositori, zingari, omosessuali... (continua)
Anjetreten! Held markieren!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2014 - 12:01
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Silvano Fedi 29/7/1944

Silvano Fedi 29/7/1944
Testo e musica di Luca Vivarelli
arrangiamenti di "di terra in terra"

Tratta dal CD "Danzastorie"

Canzone dedicata al partigiano pistoiese Silvano Fedi e al suo ideale di libertà e di lotta al nazifascismo.

Antonello Minnei, voce
Andrea Geri, organetto, backing vocal
Quirino Trovato, chitarra, irish bouzuki, spoons, backing vocal
Savino Pantone, violino, backing vocal
Gaspare Bartelloni, whistle e flauto
Maurizio Morosi, bodhran
Non pensavo così la mia sorte,
(continua)
inviata da Luca Vivarelli 18/3/2014 - 21:59
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Riprendiamoci la Corsica!!!

Riprendiamoci la Corsica!!!
[2005]
Nell’album intitolato “Sogno improbabile”

In questi giorni in cui soffiano nuovi venti secessionisti e di guerra in puro stile balcanico, ma dal Mar Nero (che nero, che nero!), perchè lasciare lo zar Putin e i neonazisti ucraini agire da soli e da soli spartirsi il bottino? Diamoci da fare anche noi! Tiriamo fuori le nostre beneamate palle nazionaliste e... RIPRENDIAMOCI LA CORSICA!!! (se poi va male, possiamo sempre provare con la Svizzera...)
Bonaparte era italiano
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 21:34
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Una vita spesa a skivar la fresa

Una vita spesa a skivar la fresa
[2008]
Nell’album intitolato “Dio ci deve delle spiegazioni*” del 2009

La canzone si apre con l’etimologia della parola lavoro e si chiude con un motto popolare antichissimo, detto che il verbo manducare per mangiare è già presente nella Divina Commedia (alla fine del canto XXXII dell’Inferno, dove Dante Alighieri introduce l’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, carnefice di Ugolino della Gherardesca, condannato alla tribolazione di vedersi il cranio manducato dal conte Ugolino che lui aveva catturato a tradimento, rinchiuso e fatto morire di fame insieme ai suoi figli...)
Lavoro è parola che deriva dal latino labor, laboris: fatica, sofferenza, pena.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 21:10
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Difendiamo i territori

Difendiamo i territori
Inno rugby team NO TAV - NO PONTE - NO MUOS

Parole di Francesco "Kento" Carlo,
Musica di Francesco "Shiva" Creazzo (Kalafro).
Registrato e mixato da Daniele Zazza al Dirty Hubs Studio
Da Niscemi alla Clarea tu scendi in campo che ti aspetto
(continua)
inviata da adriana 18/3/2014 - 16:32

Herbst 1932

Herbst 1932
[1932]
Parole di Werner Finck (1902-1978), cabarettista, attore e scrittore.
Ignoro se la musica sia sua, ma comunque è una delle sue canzoncine satiriche per gli spettacoli di cabaret al “Die Katakombe” di Berlino, teatro da lui stesso fondato nel 1927 insieme ad Hans Deppe (1897-1960), regista, attore e produttore cinematografico.

Inizialmente Werner Finck non si interessava di politica, il suo era un talento comico puro. Di sé stesso diceva di essere un “inguaribile individualista”. Ma dalla fine degli anni 20 fu la “politica” ad entrare in rotta di collisione con Finck ed il suo “Die Katakombe”: “Ci sono alcuni oggi che dicono che io ero contro i nazisti. Ma io vorrei che fosse chiaro questo: sono calunnie. La questione era ben diversa: erano i nazisti ad essere contro di me!”

A partire dal 1932 – l’autunno 1932 cui si riferisce questa sarcastica canzoncina – gli spettacoli di Finck... (continua)
Wie es so regnet heut' nacht,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 15:51
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Höchste Eisenbahn!

Höchste Eisenbahn!
[1932]
Parole e musica di Friedrich Hollaender.

Questa canzone dava il titolo all’ultima delle riviste di cabaret composte da Hollaender prima di fuggire dalla Germania nazista, quando – come recita il refrain – c’era ormai poco tempo da perdere, poco tempo per fare tutto quello che non si era fatto fino a quel momento… Solo il tempo di fare le valigie e saltare sul primo treno per lasciare quel pestilenziale e tetro paese ostaggio delle camicie brune.

E’ dai cabaret, come il “Tingel-Tangel” fondato dallo stesso Hollaender nel 1931, che arrivò l’ultima e disperata battaglia contro il nazismo che stava per guadagnare il potere. Non è un caso se nell’autunno del 1932 le SA irruppero al Tingel-Tangel distruggendo tutto e picchiando gli attori impegnati proprio in “Höchste Eisenbahn”…

Friedrich Hollaender fuggì da Berlino di gran corsa, poche ore dopo l’incendio del Reichstag (che fu, come... (continua)
Höchste, höchste, allerhöchste Eisenbahn!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 13:23
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Lumpenlied

Lumpenlied
[1909]
Versi di Erich Mühsam, nella raccolta intitolata “Wüste, Krater, Wolken” pubblicata nel 1914.
Musica di Béla Reinitz (1878-1943), compositore, militante della sinistra magiara.
Nella colonna sonora del film “Mephisto” diretto nel 1981 dal regista ungherese István Szabó, interpretato da Klaus Maria Brandauer, da un racconto di Klaus Mann.
Più recentemente messa in musica da Frank Spilker e Knarf Rellöm.

Una canzone in stile cabarettistico che Mühsam scrisse all’epoca del suo soggiorno a Monaco, dove fondò una cellula socialista rivoluzionaria chiamata “Gruppe Tat” con cui si prefiggeva di coscientizzare e coinvolgere nel processo rivoluzionario il cosiddetto “Lumpenproletariat”, il sottoproletariato urbano. L’esperimento fallì, anche perché i “lumpen” non erano tanto interessati alla propaganda socialista quanto al cibo e alle bevande disponibili durante i meeting del Tat…
E infatti... (continua)
Kein Schlips am Hals, kein Geld im Sack.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 11:20
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Crimes

Crimes
[1998]
Interprétée avec Khaled
Musique: Alan Stivell
Paroles: Alan Stivell, Khaled
Interpretata assieme a Khaled
Musica: Alan Stivell
Testo: Alan Stivell, Khaled
Album: 1Douar

"1 Douar (One Earth en anglais) est le dix-neuvième album d'Alan Stivell, paru en mars 1998. Le titre signifie indifféremment « une terre » en breton et « un village » en arabe et en kabyle. La musique se joue des frontières pour aller à la rencontre des autres cultures, formant une unité. [...] Ce deuxième duo avec Khaled, en anglais, breton et français, entremêlant lui aussi les deux voix, l'électro et les instruments traditionnels, est un avertissement aux dictateurs et « chiens de guerre », renforcé par le final a cappella d'Alan Stivell : « Dans ce monde ou ailleurs / Vous n'aurez ni repos ni bonheur ». Bien sûr, cette dénonciation s'applique à tous les temps, mais au moment où était enregistré le disque,... (continua)
Never
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/3/2014 - 10:10
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Universal Soldier

Universal Soldier
Mia madre, ascoltatrice di Radio3, mi riferisce che ieri, durante il programma "Tutta la città ne parla", il conduttore Giorgio Zanchini, affrontando il tema delle spese militari e degli F35 in particolare, ad un certo punto ha introdotto "Universal Soldier" di Donovan dicendo di fare riferimento "al grande bacino del sito Canzoni Contro la Guerra"...
Forse si può risentire il podcast per le parole precise...
Per vostra informazione.
Bernart Bartleby 18/3/2014 - 08:43

די שבועה

די שבועה
18 marzo 2014

Come sempre, la traduzione è stata (ri)condotta sul testo originale yiddish, senza tenere conto delle traduzioni già presenti nella pagina (naturalmente non per dispregiarle, ma per non esserne influenzati). In questo modo la traduzione che ne risulta è assolutamente letterale e fedele al testo originale. [RV]
IL GIURAMENTO
(continua)
18/3/2014 - 07:18
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Venezia 1948

Venezia 1948
Cari Guido, Lorenzo e Riccardo,
grazie a voi e a tutti i collaboratori di Antiwar songs per avere ancora una volta ascoltato una mia canzone.

"Venezia 1948" indaga il cosiddetto esodo dei profughi istriano-dalmati attraverso l'unica prospettiva per me percorribile: non quella della strumentalizzazione ideologica (che è stata terribile da ogni parte), ma quella della presa di coscienza del dolore che c'è stato. Questo ciò che io so. Non c'è stato un eroe, non c'è stato un Omero, non è stata una storia esemplare, ma io so: c'è stato dolore.

Vi incollo qua sotto il link al cortometraggio legato alla canzone, girato a Venezia lo scorso novembre dal regista Enrico Fappani.
E' stato girato proprio nella zona dove, nel 1948, era ubicato il campo profughi all'interno del quale furono collocati i miei familiari.
Ancor oggi è una zona povera e marginale di Venezia: niente palazzi o turisti; solo... (continua)
DonQuijote82 18/3/2014 - 06:54
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Człowiek

Człowiek
volevo scrivere una cosa un po' piu' inteligente, ma il vostro sistema mi ha bloccato : D
krzyś 18/3/2014 - 06:01
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Jałta

Jałta
NOTE:

(1) Il Leone dell'Albion(e), ovvero, Winston Churchill http://it.wikipedia.org/wiki/Winston_C...
(2) Il Democrata (o lo Storpio) Franklin Delano Roosevelt http://it.wikipedia.org/wiki/Roosvelt
(3) Il Montanaro, cioe', Iosif Vissarionovič Džugašvili http://it.wikipedia.org/wiki/Stalin
(4) Una cittadina in Crimea (fra le curiosita' turistiche vanta di essere il luogo in cui, il 21 agosto 1964, morì Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista Italiano per un'emorragia cerebrale) http://it.wikipedia.org/wiki/Jalta
(5) La Trojka d'allora, vedi punto (6)
(6) Jalta, nel senso della http://it.wikipedia.org/wiki/Conferenz...
(7) Lavrentij Pavlovič Berija http://it.wikipedia.org/wiki/Beria
(8) I campi dimenticati http://it.wikipedia.org/wiki/GULag
(9) Nell'originale balto, inteso come un abitante dei Paesi Baltici http://it.wikipedia.org/wiki/Balti_%28...
Krzysztof Wrona 18/3/2014 - 02:27
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װער עס האָט אין בלאַט געלעזן

anonimo
װער עס האָט אין בלאַט געלעזן
La trascrizione del testo in caratteri latini.

Rispetto a quella proposta originariamente (v. introduzione), è stata corretta in alcuni punti (eliminazione delle scritture tupo "gefli-en" e "messer", chiaramente tedeschizzanti, al posto di quelle YIVO "geflien" e "meser"). Interezzante, a partire dal titolo, il germanismo gelezn "letto" (gelesen) al posto dell'antica parola yiddish geleyent (infinito: leyenen), di origine romanza e forse addirittura italiana. [RV]
VER ES HOT IN BLAT GELEZN?
(continua)
17/3/2014 - 19:52

Das Lied von den zwei Ochsen

Das Lied von den zwei Ochsen
[1944]
Versi di Manfred Greiffenhagen (1896-1945), ebreo tedesco, berlinese, autore di cabaret.
Musica di Martin Roman (1913-1996), anche lui ebreo tedesco, pianista jazz.
Recentemente (2007) riproposta al grande pubblico dal basso baritono tedesco Christian Gerhaher e dalla ‎mezzo-soprano svedese Anne Sofie von Otter nella raccolta intitolata “Terezín/Theresienstadt”, pubblicata nel 2008 dalla Deutsche Grammophon.‎
Testo trovato su “Und Die Musik Spielt Dazu! Kabarett in Theresienstadt”, titolo di un concerto tenutosi nel 2009 presso la sinagoga di Vöhl, nell’Assia.

Internato a Theresienstadt, Manfred Greiffenhagen scrisse molti dei testi delle piéces teatrali e musicali messe in scena nel campo-ghetto. Come molti artisti ebrei lì rinchiusi – tra i quali il noto attore Kurt Gerron – fu costretto dagli aguzzini a prestarsi nel documentario di propaganda “Der Führer schenkt den Juden... (continua)
Ihr naht Euch wieder, schwankende Gestalten,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/3/2014 - 13:53
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Das Lied von Theresienstadt

Das Lied von Theresienstadt
[1943 o 1944]
Parole di Walter Lindenbaum.
Musica dello stesso Lindenbaum o di ignoto compositore presente a Theresienstadt
Testo trovato qui

Viennese, ebreo, giornalita e scrittore, fondatore dell’associazione degli autori socialisti austriaci, Walter Lindenbaum fu da subito apertamente schierato contro il nazionalsocialismo, ben prima e anche dopo l'annessione (Anschluss) dell'Austria alla Germania nel 1938. Nella primavera del 1943, Walter, la moglie Rachel e la figlia Ruth di soli 5 anni furono arrestati e internati nel campo-ghetto di Theresienstadt, alla cui vita artistica Lindenbaum partecipò attivamente scrivendo canzoni per gli spettacoli di cabaret.

“Qui siamo 40.000 ebrei, credo che di più non potremmo starci. Quelli che non vengono spediti in Polonia, vengono portati via chiusi in una cassa. Quando la notte scende, noi stiamo nei cortili fra le baracche, inquieti. Guardiamo... (continua)
Wir sind hier 40.000 Juden,
(continua)
inviata da Bernart bartleby 17/3/2014 - 09:55
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The Crimean War

anonimo
The Crimean War
The soldier's last letter to his mother

Crimean War, Roud Number: V2994

Imprint: E. Hodges, Printer, (from Pitts') Toy and Marble Warehouse, 26 Grafton Street, Soho; London
Date between 1855 and 1861
- http://ballads.bodleian.ox.ac.uk/searc...

Crimean War - As I roved down through Irish town one evening last July...
Holger Terp 16/3/2014 - 23:47
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Das goldene Herz der Bourgeoisie

Das goldene Herz der Bourgeoisie
Chanson allemande - Das goldene Herz der Bourgeoisie – Robert Gilbert – 1931

Texte de David Weber, pseudonyme de Robert Gilbert (1899-1978), musicien, chanteur et acteur allemand.
Musique de Herbert Breth-Mildner.
Interprétée par Ernst Busch, disque “Es kommt der Tag”, huitième publication de la série Rote Reihe” d'Aurora-Schallplatten (1974).
Plus récemment par Christoph Holzhöfer, chanteur allemand.
De Robert Gilbert alias David Weber voir aussi Ballade Vom Neger Jim.
LE CŒUR DORÉ DE LA BOURGEOISIE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/3/2014 - 21:45
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Między nami

Między nami
Ma che ne so, manco un cortese: "Ma va a cagare" ?
krzyś tripartisan 15/3/2014 - 23:46
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Tränen des Vaterlandes / Anno 1636

Tränen des Vaterlandes / Anno 1636
C'è anche la storia di un Capestrano, abruzzese , ma chissà perché, la Italian Wiki omette il passo sottostante:

John was known as the "Scourge of the Jews" for his fanatical anti-semitism[citation needed]. In 1447 he offered the Pope a small fleet on which to load all the Jews of the papal states in order to ship them to some faraway land[citation needed]. Between 1451 and 1453, his fiery sermons against Jews persuaded[citation needed] many southern German regions to expel their entire Jewish population, and in Silesia, then Kingdom of Bohemia, at Breslau some were burned at the stake.[2][3] http://en.wikipedia.org/wiki/John_of_C...

Ma si sa, non si parla male dei santi (e in più, se so' morti).
Compiaciuto, krzyś
krzyś 15/3/2014 - 23:35
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Anarchista

Anarchista
[2001]
Testo e musica di Dezerter
Dall'album "Decydujące starcie"
Da http://www.tekstowo.pl/
Sito ufficiale http://www.dezerter.art.pl/
Może powinienem zabić prezydenta
(continua)
inviata da krzyś 15/3/2014 - 21:26
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Eve Of Destruction

Eve Of Destruction
Un saluto a Gino Santercole che ci scrisse nel lontano 2009.
Comme raccontò lui stesso, "Questo vecchio pazzo mondo" è sua, non di Celentano, e risale alla fine degli anni 60 (Santercole dice 1964, ma in realtà è all'edizione 1967 del Cantagiro che la presentò).

Gino Santercole - Questo Vecchio Pazzo Mondo
Bernart Bartleby 15/3/2014 - 21:01
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Vladimir

Vladimir
marzo 2014
Testo e musica di Maciej Maleńczuk
Sito ufficiale http://www.malenczuk.art.pl/index_2.html

Maleńczuk mówi "NI CHUJA!"
Vladimir
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 15/3/2014 - 20:01
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La città delle vecchie

La città delle vecchie
[2011]
Nell’album significativamente intitolato “Faccie da cazzo”

Oltraggiosi Fucktotum! Pensate che aprendo la loro pagina, per un attimo è comparso un “fuck-simile” degli avvisi di sequestro di polizia, ma era una trovata di questa banda di coprolalici affetti dalla sindrome di Tourette...
Il divertente scambio di cordialità introduttivo è tratto da “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” (“Blazing Saddles”), mitico film diretto nel 1974 da Mel Brooks... E’ una delle scene in cui lo sceriffo afroamericano Bart (Cleavon Little), appena assegnato alla cittadina di Rock Ridge, incontra qualche difficoltà a farsi benvolere dalla popolazione locale...
“Ah, buon giorno signora, non trova che è una giornata stupenda?”
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/3/2014 - 18:21
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Se il papa è andato via

anonimo
Se il papa è andato via
Dopo “Il mio cane”...

... e “Il mio gatto”...

... ecco un nuovo, avvincente settimanale:

Il primo settimanale interamente dedicato a Papa Francesco Bergoglio, Mondadori edizioni.

MAI PIU’ SENZA!
Bernart Bartleby 15/3/2014 - 15:27
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Crazy Baldheads

Crazy Baldheads
La canzone per "crazy boldheads" intende i coloni bianchi occidentali ed i bianchi di oggi che continuano a colonizzare attraverso il sistema scolastico, impregnato di una visione propria della supremazia bianca ed eurocentrico. Attraverso il mercato, la cultura, il turismo ecc. Identificare di chi si parla precisamente è fondamentale. E' un lamento post coloniale contro la cultura ed il sistema civile occidentale dei bianchi, imposto prima con la schiavitù e la colonizzazione ed adesso con il neocolonialismo culturale, economico e religioso. Sempre attualissimo...in tutto il mondo non occidentale che ha subito colonizzazione da parte dell'uomo occidentale (il riferimento all'uomo occidentale cristiano è chiaro direi nel testo quando dice "Parlandoci del vostro Dio lassù") e continua a farlo.
PAZZE TESTE PELATE
(continua)
inviata da Raffaele 15/3/2014 - 12:14
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Zwiewność

Zwiewność
Cantata dai tempi del primo disco del gruppo che allora si chiamò Kant

Testo di Bolesław Leśmian
Musica di Zbigniew Stefański
Dall'album "Z chórem i orkiestrą"
Dal sito ufficiale http://bezjacka.art.pl/

Nel tema di Ramadan :)
Brzęk muchy w pustym dzbanie, co stoi na półce
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 14/3/2014 - 23:42
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Ballade des Vergessens

Ballade des Vergessens
Chanson allemande – Ballade des Vergessens – Klabund (Alfred Henscke) – 1925
Texte d'Alfred Henschke, alias Klabund (http://fr.wikipedia.org/wiki/Klabund)
Musique de Hanns Eisler
Interprétée par Ernst Busch

La BALLADE DES OUBLIS est une invective contre le revanchisme très répandu en Allemagne entre les deux guerres, sentiment qui aurait lourdement contribué à l'affirmation du national-socialisme… Klabund mourut très jeune en 1928, à cause d'une tuberculose contractée dans l'enfance, mais il avait déjà clairement compris les futurs développements… Qui sait ce qu'il aurait écrit s'il avait été vivant en 1933 !
Le pseudonyme Klabund avec lequel Alfred Henschke signait signifie « esprit vagabond », de la fusion de « Klabautermann », l'esprit protecteur des bateaux, et « vagabund »…

Il est bon de préciser que Klabund, âgé d'un peu plus de vingt ans au début de la Grande Guerre, fut comme beaucoup... (continua)
BALLADE DES OUBLIS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/3/2014 - 22:14
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Immigrant Song

Immigrant Song
Per me è semplicemente la più grande canzone sulla guerra. In poche parole c'è tutto. Invasori vichinghi che arrivano, distruggono e sottomettono altri invasori (sassoni), che a loro volta avevano soppiantato altri invasori (romani) ecc… Si parla dell'Inghilterra ma potrebbe valere per tutti. Bravo Plant.
Paul 14/3/2014 - 20:05
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Inno a Oberdan

anonimo
Inno a Oberdan
Che scambio interessante. E anche avvincente!
L'unico guaio è che corre tra troppi anni diversi e lontani.
A questo punto, ci si dovrebbe attendere o qualche opposizione da parte di Sandi, ma solo con particolari e diffuse citazioni, oppure Malatesta, che cita fonti autorevoli a non finire, ha la netta preminenza.
Le posizioni di Sandi sembrano, a questo punto, particolarmente sbiadite ed ispirate solamente da argomenti dietrologici e del sospetto.
E' sconcertante come, anche a distanza di più di cent'anni, ci possano essere posizioni così divaricate, le quali evidentemente sono testimonianza di tensioni e interessi pratici ancora non risolti.
L'Italia, forse, non è mai nata.
Matteo 14/3/2014 - 19:56
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Εγώ με τις ιδέες μου

Εγώ με τις ιδέες μου
Va ripristinato il video. Qui ce n'è uno con più di 700.000 "passaggi". Quanta strada hanno fatto nel cuore di una certa Grecia le povere musicassette che Asimos vendeva nelle strade. Leggo cosa scriveva Riccardo poco più di tre anni fa, quando si postò questa canzone: la n° 200 della sezione greca. Poco fa ho visto che siamo a 444. Anche noi abbiamo fatto un po' di strada, si parva licet.
Gian Piero Testa 14/3/2014 - 16:57




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