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La recensione di antiwarsongs.org mandata in onda da RSI-Rete Due (Radiotelevisione Svizzera Italiana) il 3.5.2024.

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Riccardo Venturi 16/10/2024 - 06:43

Chanson de nature

Chanson de nature
Versi di Charles-Maurice Couyba (1866-1931), deputato e senatore nella III Repubblica, che si firmava Maurice Boukay come poeta e chansonnier
Musica di Marcel Legay (1851-1915), chansonnier
Nella loro famosa raccolta del 1896 intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen

Canzone dedicata a Octave Mirbeau (1848-1917), scrittore, pamphlettista e critico d'arte sovversivo e libertario.
La nature, ma mère, un jour m'est apparue.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/5/2017 - 09:40

En face!

En face!
Versi di Charles-Maurice Couyba (1866-1931), deputato e senatore nella III Repubblica, che si firmava Maurice Boukay come poeta e chansonnier
Musica di Marcel Legay (1851-1915), chansonnier
Nella loro famosa raccolta del 1896 intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen

Ognuna delle “Canzoni rosse” di Boukay è dedicata a qualcuno, senza che vi sia necessariamente relazione tra testo e dedica. In questa – sul tema del prigioniero cinico e disilluso che attende la morte quasi come una liberazione – Boukay omaggia Lucien Descaves (1861-1949), che fu uno scrittore di sentimento libertario, tra i fondatori del cenacolo letterario dell'Académie Goncourt.

Lucien Descaves, disegnato per la pubblicità del suo “Sous-Offs”

Descaves fu autore di un paio di romanzi antimilitaristi, “La Caserne, misères du sabre” del 1887 e “Sous-Offs”... (continua)
J'ai regardé le monde en face.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/5/2017 - 09:16

Fermez la porte

Fermez la porte
Versi di Charles-Maurice Couyba (1866-1931), deputato e senatore nella III Repubblica, che si firmava Maurice Boukay come poeta e chansonnier
Musica di Marcel Legay (1851-1915), chansonnier
Nella loro famosa raccolta del 1896 intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen
Je voudrais dire aux doigts-calleux,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/5/2017 - 08:28

Aubade rouge

Aubade rouge
Versi di Charles-Maurice Couyba (1866-1931), deputato e senatore nella III Repubblica, che si firmava Maurice Boukay come poeta e chansonnier
Musica di Marcel Legay (1851-1915), chansonnier
Nella loro famosa raccolta del 1896 intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen

Anatole Deibler (1863-1939), citato nell'ultima strofa, era figlio di Louis Deibler, boia di Parigi per oltre 40 anni. Anatole successe al padre e fu boia per altri 50 anni, collezionando quasi 400 esecuzioni.
Dans le brouillard gris de l'aube qui pleure,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/5/2017 - 13:40

Noël rouge

Noël rouge
Versi di Charles-Maurice Couyba (1866-1931), deputato e senatore nella III Repubblica, che si firmava Maurice Boukay come poeta e chansonnier
Musica di Marcel Legay (1851-1915), chansonnier
Nella loro famosa raccolta del 1896 intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen
Noël ! Noël ! Je te maudis :
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/5/2017 - 13:12

Le Moulin Rouge

Le Moulin Rouge
[1896]
Versi di Maurice Boukay
Musica di Marcel Legay
Nella loro famosa raccolta intitolata “Chansons rouges”, illustrata dall'artista anarchico svizzero francese Théophile-Alexandre Steinlen
Interpretata all'epoca dallo stesso Marcel Legay e dalla grande chanteuse Yvette Guilbert e, più recentemente, da Claude Sylvain (nei primi anni 70) e Nathalie Joly (nel suo album “Chansons sans gêne - Nathalie Joly chante Yvette Guilbert”, pubblicato l'anno scorso)
Testo trovato sul sito dedicato a Marcel Legay
Sur la hauteur, tout près des cieux,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/5/2017 - 10:46
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Love and War

Love and War
(2017)
Featuring John Fogerty
Album: Love and War

Una collaborazione con il cantante dei Creedence Clearwater Revival per denunciare il trattamento riservato negli Stati Uniti ai veterani del Vietnam ma anche dell'Iraq.
He was nineteen
(continua)
21/5/2017 - 22:48
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Maria Consuelo

Maria Consuelo
[1968]
Parole e musica di Henri Destraz, in arte Henri Dès, cantautore svizzero noto soprattutto per la sua produzione dedicata ai bambini
Ho trovato il testo di questa canzone dimenticata (forse con qualche ragione...) soltanto su tekstowo.pl, perchè nel 1969 Henri Dès con questo brano si aggiudicò il festival di Sopot, che si è tenuto in quella città della Pomerania dall'inizio degli anni 60 e fino in tempi recenti.
Maria Consuelo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/5/2017 - 22:48
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Le maledizioni

Le maledizioni
"Canzone, forse" di Ivan Della Mea
(Febbraio-marzo 2000)
Inedita, ma pubblicata nel 2004
"Prima di dire", Edizioni Jaca Book / Alce Nero / Circolo il Grandevetro", Milano.

Questa Canzone, forse, così l'ha chiamata lui stesso, Ivan Della Mea l'ha scritta nel febbraio o marzo del 2000. Era qualificata come “inedita”, ma il realtà il testo fu pubblicato quattro anni dopo nel volume Prima di dire, Cantate dalla caduta del Muro di Berlino alla Seconda guerra del Golfo, edizioni Jaca Book. Canzone,forse, dunque. Era il famoso “Dumila”, come lo chiamo sempre. Stavano nascendo i Millennials, perché ora come ora una definizione a base d'idiotissimo inglese non la si nega nemmeno a dei diciassettenni che, loro malgrado, si ritrovano bersagli di vendite, di “mode”, di trends, di categorizzazione obbligata nei meccanismi del sistema di potere. Era il celebre “Dumila”, come continuerò a chiamarlo,... (continua)
E maledico l'amore briaco
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/5/2017 - 20:39
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Ma zat

Ma zat
[2009]
Parole e musica di Alan Simon
Paroles et musique: Alan Simon
Dall'opera rock Anne de Bretagne
Tiré du rock opéra Anne de Bretagne



"Oggi, sono rimaste qualche decina di corrispondenze tra la duchessa ed i grandi di questo tempo. Sono rimaste alcune cronache disseminate attraverso tutta l'Europa. Ed infine, è rimasto questo commovente reliquiario dove riposava un tempo il suo cuore. In quanto originario di Nantes, sono orgoglioso oggi di presentarvi questo nuovo opus. Questo primo album dedicato alla storia di questa giovane donna dal coraggio straordinario, simbolo di una Bretagna col cuore aperto sul mondo!" - Alan Simon

Anne de Bretagne est un opéra rock français d'Alan Simon, créé en 2009.
Les deux premières de l'opéra-rock ont eu lieu, les 29 et 30 juin 2009, à Nantes, dans la cour du Château des Ducs de Bretagne. À cette occasion, le spectacle fut joué devant près de 6000... (continua)
Tenval an eur
(continua)
inviata da dq82 21/5/2017 - 18:09
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Il grande freddo

Il grande freddo
[2017]

Album : Il grande freddo
E quanto amore sprecato negli autobus,
(continua)
inviata da adriana 20/5/2017 - 18:40
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Papa, Mum

Papa, Mum
Le chanteur Jann Halexander y évoque en filigranes la difficulté des enfants issus de couples mixtes à se faire une place dans un monde en proie aux conflits, aux tensions communautaires, ethniques. Il évoque l'enfance qui file trop vite, l'innocence des enfants qui cède le pas devant les brutalités et les préjugés des adultes.
Maman couleur porcelaine
(continua)
inviata da Bruno 20/5/2017 - 17:02
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The Promise

The Promise
(2016)
dalla colonna sonora del film di Terry George The Promise
Orchestrazione di Paul Buckmaster

L'ultima canzone registrata da Chris Cornell prima della sua morte. Pubblicata come singolo il 10 marzo 2017.

La canzone di chiusura del film The Promise, dedicato al genocidio armeno.
Quando il produttore cinematografico Eric Esrailian contattò il cantante perché scrivesse una canzone per il film, Cornell accettò subito perché l'argomento lo aveva toccato. Inoltre la famiglia della moglie di Cornell, che è di origine greca, era stata vittima delle persecuzioni ottomane, che non avevano toccato solo gli armeni ma anche altre popolazioni non turche.

All'inizio Cornell pensò che Serj Tankian dei System Of A Down (che è di origine armena e che aveva già scritto varie canzoni che parlavano del genocidio) sarebbe stata la persona più adatta a scrivere una canzone per il film. Poi si convinse... (continua)
If I had nothing to my name
(continua)
inviata da Lorenzo 19/5/2017 - 22:34
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Beajet ’m eus

Beajet ’m eus
[2015]
Dal cd: An Enchanting Garden - Ul liorzh vurzhudus
Coop Breizh

Dopo tanto silenzio discografico, disperavo in sincerità che Denez Prigent registrasse un altro cd...vorrei sbagliarmi ma credo che nella sua vita ci sia stata purtroppo una grave perdita.... parecchie di queste canzoni sono presenti in scena già da qualche anno, anche in compagnia di Mari Boine, dell'altrettanto meravigliosa interprete ungherese Szilvia Bognár o del coro gallese Flint Male Voice Choir. Tutte composizioni originali per un bel cambio totale di sonorità e addirittura un brano composto e cantato in inglese, segnalo inoltre in apertura Krediñ 'raen, che dovrebbe far piacere al nostro eroe "Riccardo il greco"
Beajet ’m eus tro-dro d’ar bed
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 19/5/2017 - 19:51
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One Small Voice

One Small Voice
1982
Re-released in 2017


I wrote the words and music for the song “One Small Voice” in 1982. More than two decades later I re-recorded it because I wanted a version without synthesizers. I had forgotten about the second recording until January 20, 2017.

On January 21, 2017 men, women, and children of all ages with a variety of political views marched peacefully in “Women’s Marches” on seven continents around the world. I marched in a snowstorm in Stanley, Idaho (pop. 63) with 29 other people comprising half the town. I carried a handmade sign that said “One Small Voice” because I’ve never stopped believing that one small voice plus millions of other small voices is exactly how we change the world.

I’m making the updated recording of “One Small Voice” available to everyone because it will take the strength and persistence of many small voices to overcome the lies of the loudest voice with our message of truth, dignity, and decency.

huffington post
The Emperor’s got no clothes on
(continua)
inviata da Dq82 19/5/2017 - 17:37
Percorsi: Donald Trump
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Josh White: Jesus Make Up My Dying Bed

Josh White: Jesus Make Up My Dying Bed
[1933]
Un gospel/blues di autore anonimo. La prima incisione fu di Blind Willie Johnson nel 1928 ma la versione che qui propongo è quella di Josh White del 1933. Bob Dylan fece risorgere dall'oblio questo struggente brano nel suo disco d'esordio del 1962. La versione più famosa è senz'altro quella dei Led Zeppelin, intitolata “In My Time of Dying”, nell'album “Physical Graffiti” del 1975.

La morte è spesso consolatrice, spazza via il dolore e fa sì che l'uomo termini con la sua perenne guerra interiore, conficcando per sempre la spada nella sabbia vicino al fiume...

Chris Cornell, che si è dato la morte l'altro ieri a Detroit, aveva l'abitudine di inserire “In My Time of Dying” nella scaletta dei suoi concerti. Così ha fatto anche l'altra sera in chiusura della sua ultima esibizione, interpolando il brano con “Slaves & Bulldozers”, un vecchio pezzo dei Soundgarden...
In the time of dying
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2017 - 11:40
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Les poètes de sept ans

Les poètes de sept ans
[1871]
Versi composti da Rimbaud all'età di 17 anni, quando stava per chiudersi la sua fase “giovanile” (la permanenza presso il collegio municipale di Charleville-Mézières che avrebbe abbandonato di lì a poco) e al poeta si schiudeva l'età adulta, in una Parigi in fermento, prima sotto l'assedio prussiano e poi nella rivoluzione della Comune.

Contribuisco questa poesia – messa in musica da Léo Ferré e da egli interpretata a partire almeno dall'album “Verlaine et Rimbaud” del 1964 – perchè si tratta di un bellissimo, torbido, potente, violento e feroce urlo di rivolta.
Et la Mère, fermant le livre du devoir,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2017 - 09:32

Riccardo Venturi: Noticiário do estrangeiro

Riccardo Venturi: Noticiário do estrangeiro
[Agosto 1993.]
(La si trova anche qui)

Qua dentro, come si sa, esiste un “percorso” sugli esili e sugli esiliati. Avete mai immaginato, anche per un momento, un esilio? Un esilio non è soltanto essere costretti a vivere, per varie ragioni, lontani dai luoghi che hanno formato e plasmato l'esistenza; un esilio può essere anche un esilio da se stessi. Mi è venuto, o tornato, a mente in questa notte regolarmente silenziosa e insonne.

Per tutto il 1993 e buona parte del 1994, per qualche motivo che non sto nemmeno a raccontare anche perché oramai non me ne ricordo, quel che scrivevo lo scrivevo quasi tutto in portoghese. Mi veniva così, in un periodo in cui l'esilio da me stesso era molto forte, presente, quotidiano. Una domanda che mi è sempre stata chiesta è la famosa “quante lingue parlo”; non mi è mai piaciuto rispondere, anche perché la domanda dovrebbe essere più correttamente posta... (continua)
Os dias passam nesta ilha prisioneira dum vento leve
(continua)
19/5/2017 - 03:33
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Στη χώρα των Λωτοφάγων

Στη χώρα των Λωτοφάγων
feat. Christos Thivaios / Χρήστος Θηβαίος

Sti hóra ton Lotofágon
[2013]
Στίχοι: Σπύρος Γραμμένος
Μουσική: Σπύρος Γραμμένος
Tύμπανα: Jim Μποσινάκος
Μπάσο: Andre Nikakis
Κιθάρα: Γιώργος Καρδιανός
Κιθάρα: Σπύρος Γραμμένος
Ηχοληψία: Γιώργος Θεοφάνους (Kollektiva)
Μίξη: Μάνος Στάγιας
Διεύθυνση Παραγωγής: Stray Music - www.straymusic.gr

Testo: Spyros Grammenos
Musica: Spyros Grammenos
Percussioni: Jim Bosinakos
Basso: Andre Nikakis
Chitarra: Giorgos Kardianòs
Chitarra: Spyros Grammenos
Fonico: Giorgos Theofanous (Kollektiva)
Mixage: Manos Stagias
Direzione di produziuone: Stray Music - www.straymusic.gr

Το τραγούδι ηχογραφήθηκε για τη συλλογή τραγουδιών "Μια Απάντηση", μια πρωτοβουλία της Ελληνοφρένειας και των Kollektiva, ενάντια στο φασισμό.



La canzone è stata incisa per la compilation di canzoni "Μια Απάντηση" ("Una risposta"), un'iniziativa di Ellinofrénia (trasmissione satirica radiotelevisiva) contro il fascismo. [RV]
Λάντζα στην Αμέρικα
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα "Gian Piero Testa" 19/5/2017 - 01:57
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Ground Zero

Ground Zero
Album: "Scream" (2009)

"To me, it's sort of about the lingering aspect of [9/11] that is used to kind of create support for things that haven't been very good for our country or the citizens of our country. I've felt like, with the Bush administration, whenever they're in crisis, they'll suddenly pull out a terror alert - a code orange scenario, which I run into constantly, because I'm in airports so often. They don't ever have to say why, just that it's a matter of national security. And with the conservative right, part of the platform right now in the election is 'Be afraid of terror, be afraid of terrorists. Look at 9/11 - we need an administration and a president who knows how to go out, kick ass, take names and keep us safe.' That's what got us into Iraq in the first place. [That tactic] certainly helped, and I think [9/11 was] a key factor in Bush winning a second term. To me, the song is about how awful 9/11 was, but stresses that we've got to let go of that to move on peacefully."


(Chris Cornell)
The speaker on?
(continua)
19/5/2017 - 00:01
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Lota

Lota
[1995]
Nell'album intitolato “Hueveuz”

Lota è un comune nella provincia di Concepción, Cile.
Sin dalla fine dell'800 nell'area di Lota si sviluppò l'estrazione del carbone. Le condizioni di vita e di lavoro dei minatori sono state sempre terribili. Tra la fine gli anni 80 e l'inizio dei 90, in America come in Europa l'industria del carbone andò in crisi. Anche a Lota vi furono conflitti sociali e scioperi talora violenti, con vittime. Le miniere di carbone di Lota furono chiuse definitivamente nel 1997. A distanza di 20 anni quella di Lota rimane ancora oggi una delle aree più povere del Cile.
No existe melodía que consuele tus viudas
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2017 - 13:50
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Como tú...

Como tú...
[1920?]
Versi di Felipe Camino Galicia de la Rosa, in arte León Felipe (1884-1968), poeta spagnolo.
Messi in musica da Paco Ibáñez nel suo disco “Paco Ibáñez 3” del 1969

Esiste anche una versione francese di Annie Nobel con Philippe Richeux risalente al 1973 e dedicata al Cile sotto dittatura, nel singolo intitolato “Chili” (con la copertina disegnata da Plantu)
Así es mi vida,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2017 - 13:30
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The Times They Are a-Changing Back

The Times They Are a-Changing Back
2017
Sulla musica di The Times They Are A-Changin'

"I wrote these lyrics within half an hour of seeing Donald Trump's inaugural speech last Friday evening and played it in Salisbury that night. With apologies to Bob Dylan."
Come gather around people wherever you roam
(continua)
inviata da Dq82 18/5/2017 - 12:50
Percorsi: Donald Trump
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Moi qui suis une femme

Moi qui suis une femme
[1979?]
Parole e musica di Annie Nobel
Nel suo disco intitolato “Mon unique planète”
Testotrovato sul sito dell'autrice
On n’est pas v’nues au monde
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2017 - 11:51

Canzone della Pace

"Pax"
Canzone della Pace
[1918]
Raccolta da Cesare Bermani
Pubblicata nel saggio Spegni la luce che passa Pippo
Edizioni Odradek, Roma 1996, pp. 37/38
(Sezione “Magia, leggendario e prima guerra mondiale”)

“Il 15 febbraio 1918 Vittorio Emanuele Orlando avrebbe ricevuto il foglio volante La canzone della pace, firmato “Pax”: […] Sul foglio volante era scritto a penna: 'Orlando! Pensa al sangue che fai spargere...il popolo è stanco e sta per rivoluzionare. Per carità risparmia all'Italia la guerra civile, che certamente sarà inevitabile se non darai alle popolazioni nostre dissanguate una pronta pace...pensa alla grande responsabilità davanti a Dio!... Brescia 15-2-18[*]

[*] Foglio volante a stampa allegato a lettera di [Ubaldo] Comandini a [Vittorio Emanuele] Orlando, Roma 5 luglio 1918, cit. [nota originale di Cesare Bermani. Nel volume è la n° 95]
Vidi la pace scender su la terra
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/5/2017 - 09:52

Supplica a Maria Santissima

anonimo
Supplica a Maria Santissima
[1917]
Raccolta da Cesare Bermani
Pubblicata nel saggio Spegni la luce che passa Pippo
Edizioni Odradek, Roma 1996, pp. 35/37
(Sezione “Magia, leggendario e prima guerra mondiale”)

“In Italia circolano però anche numerose canzoni religiose che chiedono la pace. In alcuni pellegrinaggi mariani, per esempio quelli dell'8 settembre 1917 da Viareggio alla Madonna del Montenero a Livorno e quello del 17 dicembre 1917 da Lucca alla Madonna di Loreto, si canta questa Supplica a Maria Santissima, di cui verrà nel luglio 1918 vietata la riproduzione a stampa.” [*]

[*]Testo allegato a R[egia] Prefettura di Genova, Divisione Gab., “On.le Ministro dell'Interno. Direzione Generale di P.S. Roma, n. 15.447, oggetto: Stampa religiosa disfattista, Genova 26 luglio 1918”, firmata dal Prefetto”, in ACS, A5G Prima guerra mondiale, busta 3, fascicolo 7, sottofascicolo 23. [nota originale di Cesare Bermani. E', nel volume, la n° 94]
Vergine Santa Immacolata
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 18/5/2017 - 09:23
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I nomadi della notte

I nomadi della notte
[1981?]
Parole e musica di Carlo Caddia, in arte Carlo Credi (ma si firmava anche Kredy, quando agiva con il gruppo beat dei Misteriani), cantautore torinese sconosciuto ai più, ricordato ancora oggi da alcuni. Nacque nel 1947 e visse solo fino al 1986, portato via dall'inquietudine e dall'alcol e dalla droga

Realizzò un solo album, intitolato “Chi è Carlo Credi?”, pubblicato nel 1976 dalla Shirak Records del musicista Johnny Betti
Questa canzone però è successiva, risalente forse al 1981, inedita.
Ho provato a trascriverla all'ascolto. Ho solo un dubbio verso la metà del testo, che ho segnalato con un punto interrogativo

Una canzone bella e disperata, piena di vita e di morte, profondamente anarchica.
Pensavo di contribuirla coma Extra ma invece ora la propongo come CCG vera e propria.
I nomadi della notte vincono i fantasmi del silenzio
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2017 - 23:41
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La Regina

La Regina
[1976]
Parole e musica di Carlo Caddia, in arte Carlo Credi (ma si firmava anche Kredy, quando agiva con il gruppo beat dei Misteriani), cantautore torinese sconosciuto ai più, ricordato ancora oggi da alcuni. Nacque nel 1947 e visse solo fino al 1986, portato via dall'inquietudine e dall'alcol e dalla droga
In “Chi è Carlo Credi?”, il suo unico disco pubblicato nel 1976 dalla Shirak Records del musicista Johnny Betti
Il testo l'ho trovato su Lyrics Wikia, trascritto da qualcuno che ringrazio di cuore. Io mi sono limitato a riascoltarlo e a provare a completare due passaggi incompleti. Spero di averci azzeccato.

Inutile che mi metta a scrivere qui di Carlo Credi, scomparso insieme a tanti altri nella spessa nebbia grigia dell'irrequieta Torino degli anni 70 e 80. Lascio la parola ad altri che l'hanno conosciuto e/o apprezzato. E anche a me alcune sue canzoni, come questa che propongo,... (continua)
“Si tagli:
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2017 - 22:55
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Les six couleurs du monde (ou L’Arc-en-ciel de Gwenola)

Les six couleurs du monde (ou L’Arc-en-ciel de Gwenola)
da « La Belle enchantée »

2016

I Tri Yann hanno da poco realizzato un disco che avevo già segnalato in un mio precedente intervento, in cui mi stupivo della censura da parte di Amazon.com all'immagine di copertina nella quale veniva "vestita" perchè offensiva "La Conception" di Georges Lacombe, dipinto di fine ottocento che si trova al Museo delle Belle Arti di Quimper, città a cui io sono particolarmente affezionato.

Nel libretto allegato al cd questa canzone purtroppo non è completa per un errore di stampa, proprio oggi la Segreteria dei Tri Yann mi ha inviato una mail con il testo integrale che condivido immediatamente con tutti Voi, sperando che oltre a Riccardo, la cosa interessi anche qualcun altro.

Flavio Poltronieri

dialogo filosofico tra un fratello e una sorellina sulle bellezze e sulle schifezze che i colori dell'arcobaleno possono rappresentare e sul posto che essi occupano nella vita terrena
Gwenola petite sœur,
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 17/5/2017 - 22:22
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Los muros

Los muros
2016
Abbar el Hamada

This song is a protest against all the kinds of walls that there are in the world because they are a cruel infringement on human rights. And it is a clear reference to the largest sand wall in the world that Morocco built to divide the Western Sahara in order to prevent the return of the Saharawi refugees. This song also is a reflection on all the metaphoric walls that are a part of our society. For example, the prejudices that divide the people, like racism and intolerance.

Nota: il testo arabo è stato passato all'OCR, potrebbe necessitare una revisione
ذا حجب الجدار
(continua)
inviata da Dq82 17/5/2017 - 18:58
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Antes de que nos olviden

Antes de que nos olviden
[1990]
Parole di Saúl Hernández
Musica di Saúl Hernández e Caifanes
Nell'album “Caifanes II”, conosciuto anche come “El Diablito”

Saúl Hernández, leader della storica rock band messicana, scrisse questa canzone in memoria degli studenti assassinati a Tlatelolco nel 1968 ma poi, nel tempo e in particolare dopo la reunion del gruppo nel 2011, il brano è stato variamente dedicato: ai popoli indigeni, agli studenti di Ayotzinapa, Guerrero, che nel 2014 furono aggrediti, assassinati e desaparecidos da parte di membri della polizia locale in combutta con un gruppo di narcotrafficanti, su mandato del sindaco di Iguala Josè Luis Abarca, e, infine, alle decine di giornalisti che ogni anno vengono uccisi in Messico per via delle loro coraggiose inchieste sulla criminalità organizzata ed il sostegno di cui gode da parte di molti politici.

Io vorrei dedicare “Antes de que nos olviden” alla memoria... (continua)
Antes de que nos olviden
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2017 - 14:46
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Violetas populares

Violetas populares
[1974]
Versi di Mario César Trejo (1926-2012), poeta, drammaturgo, regista, sceneggiatore e giornalista argentino. Nella raccolta intitolata “El uso de la palabra”, pubblicata nel 1979
Musica di Astor Piazzolla (1921-1992), grande bandoneónista e compositore argentino
Interpretata dalla cantante argentina Amelita Baltar in un suo disco del 1975

Una canzone dedicata alla grande cantrice di un Cile e di un'America Latina liberi.
Fue la noche de Santiago
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2017 - 13:54
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Preludio para un canillita

Preludio para un canillita
[1970?]
Versi di Horacio Arturo Ferrer Ezcurra (1933-2014), scrittore, poeta e storico del tango, nato a Montevideo in Uruguay ma argentino di adozione
Musica di Astor Piazzolla (1921-1992), grande bandoneónista e compositore argentino (suo il mitico Libertango, cui l'amico Horacio Ferrer aggiunse le parole anni dopo)
Testo trovato su Todotango

Originariamente interpretata dalla cantante argentina Amelita Baltar nell'album “Amelita Baltar interpreta a Piazzolla – Ferrer” (1970)

Nel 1974 il brano fu adattato in italiano da Angela Tarenzi e Duilio Del Prete con il titolo “Ultime notizie” e fu interpretato da Edmonda Aldini nel suo disco “Rabbia e Tango”.

Come spiega molto bene Chiara sul blog FAITango, la figura del ragazzino che vende i giornali in strada fu inventata nella seconda metà dell'800 tra Argentina ed Uruguay. Quello che divenne poi anche da noi lo “strillone” si chiamava... (continua)
Vendeme un diario con noticas, canillita,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2017 - 09:34
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حيوا [Hayu]

حيوا [Hayu]
2009
Shouka

Canzone popolare Sahrawi riproposta dalla famosa cantante Mariem Hassan
حيوا يا الثوار حيوا
(continua)
inviata da Dq82 15/5/2017 - 20:56

Enduring Peace [20 marzo 2003]

Enduring Peace [20 marzo 2003]
Scritta da Ivan della Mea il 20 marzo 2003
a Sesto Fiorentino
Pubblicata su "L'Unità" del 23 marzo 2003
e poi nel volume "Prima di Dire - Dalla caduta del muro di Berlino alla Seconda guerra del Golfo"
(Edizioni Jaca Book - Circolo il Grandevetro, Milano 2004)

Si tratta in realtà di una poesia; ma chi può dire che una poesia di Ivan Della Mea non trovi una musica? Lui non gliela scrisse, ma non fa nulla.
La scrisse a Sesto Fiorentino, al De Martino, il 20 marzo 2003.
Il 20 marzo 2003, circa duecento anni fa, iniziarono i bombardamenti su Bagdad. Il capolavoro USA di cui i frutti si vedono ancor meglio oggi.
Il 20 marzo 2003 io stavo a Bruay-sur-l'Escaut, Dipartimento del Nord, Francia.
Il 20 marzo 2003 Lorenzo Masetti mise in rete questo sito.

La data apposta accanto al titolo non fa parte del titolo originale. Ce l'ho messa io. [RV]
Nessuno mi ha insegnato come si muore
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/5/2017 - 15:41
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Sangre y arena

Sangre y arena
2011

Canzone dedicata alla lotta del Fronte Polisario, per l'indipendenza del popolo Saharawi
Gocce di sabbia intorno a Tindouf
(continua)
inviata da dq82 15/5/2017 - 15:26
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Canzone della speranza sahrawi

Canzone della speranza sahrawi
2012
Metamorfosi

"Canzone della speranza sahrawi" è stata scritta da Andrea Carri per testimoniare il viaggio umanitario compiuto da un suo familiare nei campi profughi sahrawi.
inviata da Dq82 15/5/2017 - 15:05
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Talk About the Passion

Talk About the Passion
[1983]
Scritta da Bill Berry, Peter Buck, Mike Mills e Michael Stipe
In “Murmur”, album d'esordio della band di Athens, Georgia

Una canzone sull'ingiustizia che domina il mondo e, più precisamente – come ebbe a dire lo stesso Michael Stipe - sulla fame che attanaglia tanti esseri umani privi di tutto mentre “una nave da guerra costa 910 milioni di dollari” (nel 1987)
Il video del brano fu girato alcuni anni dopo e mostra immagini di degrado urbano, di reietti e di homeless che si accompagnano a quelle di navi da guerra all'ormeggio.
Empty prayer, empty mouths combien reaction
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2017 - 13:55
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Povera Italia

Povera Italia
[2011]
Testo e Musica di Giacomo Lariccia
Album: Colpo di sole

Canzone dedicata all'emigrazione italiana, non si parte più con le valigie di cartone, ma si continua a partire...
Svanisci
(continua)
inviata da dq82 15/5/2017 - 12:20
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Dafne sa contare

Dafne sa contare
Dafne è senza più sorriso
(continua)
inviata da leoskini 14/5/2017 - 12:02
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Primavere arabe

Primavere arabe
[2014]

Album: Troppo bassi per i podi

Primavere arabe: “Mi piace pensarla come il continuo de Il prezzo delle arance, prima traccia di Greenwich. Una rivoluzione in atto, condotta da persone che hanno abbracciato la follia, e che sarà risolta da un gesto femminile, una nascita sulla piazza. La resistenza è donna”.
fonte
Sono donna, nella piazza
(continua)
inviata da adriana 14/5/2017 - 11:02
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Il prezzo delle arance

Il prezzo delle arance
[2011]

Album : Greenwich
Lentamente muore nei mercati generali
(continua)
inviata da adriana 14/5/2017 - 10:51
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Dio non è morto per caso

Dio non è morto per caso
[2011]

Album : Greenwich
Chiuso nello stomaco il disprezzo che non riesci a vomitare
(continua)
inviata da adriana 14/5/2017 - 10:39
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Gdeim Izik

Gdeim Izik
2014
Soutak

A Gdeim Izik attivisti Saharawi posero un campo di protesta il 9 ottobre 2010. Durante la protesta si passò da qualche centinaio di tende ad alcune migliaia. Se inizialmente le istanze erano solo contro la povertà, la discriminazione e le violazioni dei diritti umani contro il popolo Saharawi successivamente la protesta si è evoluta in una vera e propria richiesta di indipendenza. Il 24 ottobre la polizia marocchina sparò contro un mezzo che stava entrando nel campo uccidendo un ragazzo di 14 anni. L'8 novembre il campo fu smantellato, sgombero che si concluse con 18 morti e 176 feriti, oltre a 3000 arresti. Alcuni processi sono ancora in corso

شفت العذاب
(continua)
inviata da Dq82 13/5/2017 - 23:35
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L'armata perduta di re Cambise

L'armata perduta di re Cambise
Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
(continua)
inviata da Leoskini 13/5/2017 - 21:41
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L'uomo che viaggiò nel tempo

Guardando le dita muoversi compose nuovi codici,
(continua)
inviata da Leoskini 13/5/2017 - 21:38
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Martino e il ciliegio

….e Martino che da bimbo s’era fatto guerriero
(continua)
inviata da Leoskini 13/5/2017 - 21:32
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لاجئ [Lagi]

لاجئ [Lagi]
2014
Album: Soutak

Nata in Algeria in un campo profughi Saharawi, presto orfana di padre, rimasto in Marocco, educata a Cuba e poi tornata nel campo profughi. Canta un po' in spagnolo un po' nella sua lingua natia, vale a dire il dialetto berbero hassanya, parlato dai Saharawi. [DQ82 + RV]

La canzone che qui presentiamo è tratta dall'album Soutak, del 2014; il suo titolo significa "Profugo, rifugiato".

Dopo oltre un anno dal suo inserimento viene reperito il testo originale che pertanto viene inserito. Lasciamo l'immagine dal libretto dell'album, anche se scarsamente leggibile, a memoria dell'inserimento del brano.
[DQ82 16/07/2018]
من يوم ترعرعت في الدنيا وانا لاجئ
(continua)
inviata da Dq82 + CCG/AWS Staff 13/5/2017 - 21:19
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Alghafiyat

Alghafiyat
2013

La lingua tuareg, detta Tamasheq, viene scritta con l'alfabeto Tifinagh (o tamazight). I testi che si trovano on line (a dire il vero ben pochi se si esclude questo bel canale Youtube con tanto di testi e sottotitoli in inglese/francese) sono tutti in caratteri latini, con notevoli modifiche della trascrizione anche nello stesso testo. Ad esempio il titolo di questo brano Alghafiyat (Pace), che nel primo verso è trascritto Alghafet.
Lascio a Riccardo qualche delucidazione in più
Alghafiyat ibad itala ibaness
(continua)
inviata da dq82 13/5/2017 - 20:17
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Imidiwan win Sahara

Imidiwan win Sahara
2011
Tassili
Imidiwan win Sahara ibas negraw elhuria
(continua)
inviata da dq82 13/5/2017 - 19:08
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Την αντίσταση βαρέθηκα

Την αντίσταση βαρέθηκα
Tin andístasi varéthika
[1979]
Στίχοι και μουσική: Νικόλας 'Ασιμος
Από τη "Παράνομη Κασέτα 0000001"
"Η κασέτα με το Βαρέλι που για να Βγει το Σπάει"

Testo e musica di Nikolas Asimos
Dalla "Cassetta illegale n° 0000001"

Ci avete presenti certi nostri personaggi che, a distanza di settanta e rotti anni parlano ancora, magari il “25 aprile”, di “resistenza”? Ma non importa nemmeno ricorrere a certi personaggi più o meno improponibili; occorrerebbe dare un'occhiatina anche dentro noi stessi, per così dire. È tanto bello, e anche abbastanza facile, dichiararsi “resistenti” o roba del genere; in realtà non si “resiste” proprio a un bel nulla, pur illudendosene in modo più o meno consistente. Figurarsi come si doveva sentire un Nikolas Asimos (Gian Piero Testa scriveva sempre “Assimos”, che in greco suona: “insignificante”...) uscito da non molto di galera; vi era entrato nell'ottobre del... (continua)
Επειδής με ρωτήσαν πολλοί
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 13/5/2017 - 10:34
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Problem, Reaction, Solution

Problem, Reaction, Solution
(2008)
Album: Sharing Space
Through my heart
(continua)
13/5/2017 - 00:34
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Ni Dieu ni maître

Ni Dieu ni maître
Album: Une Goutte de miel dans un litre de Plomb (2009)

Né Dio, né padrone, come cantava Léo Ferré. Contro tutte le religioni che trasformano le loro menzogne in strumenti di oppressione e di morte.
Dis moi à quoi ça sert vraiment d'avoir la foi éperdument
(continua)
13/5/2017 - 00:07
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Sir Aldingar

Sir Aldingar
Child #59
Dal Percy's Folio
From the Percy's Folio
1. Thomas Percy, Reliques of Ancient English Poetry (1765)
2. Sir Walter Scott, Minstrelsy of the Scottish Border (1803)
Nessuna melodia tradizionale è pervenuta.
No traditional tune is extant.
Musica non originale e interpretazione / Non-original music and performance:
a. 1985, Kornog, Ar seizh avel ("Sui sette vènti / On Seven Winds)
b. Francis Elder, 2013.

Nei miei « salti all'indietro » eccomi arrivato, o tornato, a Sir Aldingar (da pronunciarsi Òldingar). Dico « tornato » , perché, nella mia storia personale, questa ballata ha uno status del tutto particolare. Talmente particolare, perché legato ad un particolarissimo periodo della mia vita, da avermi fatto assumere, per un certo tempo, lo pseudonimo (o « nickname ») di "Aldingar" nelle prime cose che scrivevo in Rete (una Rete pressoché preistorica, e che non esiste più).... (continua)
Our king he kept a ffalse steward
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/5/2017 - 22:11
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The lies que vous disiez

The lies que vous disiez
[1995]
Parole e musica di Marco Ongaro
Nell'album intitolato “Certi sogni non si avverano”
In questa e altre tre canzoni contenute nel disco alla voce c'è Dodi Moscati, che firma anche il ritratto di Ongaro in copertina.
Lavoravo a Glasgow
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/5/2017 - 17:22
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Factory

Factory
[1982]
Parole di Stan Ridgway
Musica dei Wall of Voodoo (Joe Nanini, Chas T. Gray, Stan Ridgway, Marc Moreland)
Nell'album intitolato “Call of the West”, lo stesso della hit “Mexican Radio” che quell'anno le radio mettevano a palla.
Now, I know I had something to say
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/5/2017 - 17:02
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Terra

Terra
1993

Terra” non è altro che un’onesta traccia in stile eurodance corredata da qualche elemento trance, caratterizzata però da una componente alquanto bizzarra: è cantata (o forse sarebbe meglio dire recitata) in italiano. Con uno strano accento, è vero, ma pur sempre italiano.

Questo in barba all’imperante moda dell’epoca che imponeva anzitutto l’inglese come lingua abbligatoria, una strofa rappata da voce maschile e il ritornello cantato da voce femminile. Ma qui il mistero s’infittisce perché, se ai tempi l’Italia si ritrovava al centro dell’attenzione per le produzioni di musica dance (sic!) ed era in grado di attrarre ed esportare i suoi prodotti in modo molto influente anche sui mercati esteri, sugli Onda del Futuro non si sa molto, le notizie sono poche e confuse eppure, a parte il linguaggio utilizzato, nulla sembra indicare una loro provenienza dalla nostra penisola.

Dietro questo... (continua)
Terra
(continua)
inviata da Dq82 11/5/2017 - 17:03
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Dopo finito di vendemmiare

Dopo finito di vendemmiare
Canto di fine vendemmia

nel disco "Sole sole vieni" pubblicato nel 1979.
Poi (con il titolo Si ballerà) nell'ultimo album dell'artista toscana scomparsa nel febbraio del 1998, intitolato “Bacio di cane bacio di gatto” (1997), con il gruppo tosco romagnolo dei Mazapegul (che si sciolsero nel 1999 in seguito alla scomparsa in un incidente stradale del frontman Daniele “Dido” Di Domenico).
Il testo corretto ci è stato fornito da Flavio Poltronieri.
Dopo finito di vendemmiare
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/5/2017 - 11:31
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Padroni e religiosi

Padroni e religiosi
[1997]
Non so se il testo sia della Dodi Moscati oppure popolare...
Nell'ultimo album dell'artista toscana scomparsa nel febbraio del 1998, intitolato “Bacio di cane bacio di gatto”, con il gruppo tosco romagnolo dei Mazapegul (che si sciolsero nel 1999 in seguito alla scomparsa in un incidente stradale del frontman Daniele “Dido” Di Domenico).
Il testo corretto è stato fornito da Flavio Poltronieri
Ascoltate, amici, amanti
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/5/2017 - 10:53

Coro dell’ultimo atto

Coro dell’ultimo atto
[1945]
La poesia che significativamente chiude la prima edizione della raccolta “Foglio di via e altri versi”, pubblicata nel 1946 e contenente versi composti da Fortini tra il 1938 ed il 1945.
Il testo l'ho trovato in una recente tesi di laurea, quella di Bernardo De Luca intitolata “Foglio di via e altri versi di Franco Fortini. Edizione critica e commentata”, discussa nel 2016 presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II.

L’ultima poesia della prima edizione di Foglio di via, sin dal titolo allude alla sua funzione conclusiva, suggerendo, attraverso la metafora drammatica, la chiusura di un percorso narrativo. Inoltre, sempre nel titolo abbiamo una seconda indicazione particolarmente significativa: la raccolta, infatti, si conclude con un componimento dall’impostazione corale, sulla scorta di testi quali il Coro dei deportati e il Canto degli ultimi partigiani.
Datata 1945,... (continua)
Dunque fra poco tutto sarà compiuto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/5/2017 - 09:14
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Avec les Pompiers

Avec les Pompiers
Avec les Pompiers

Chanson française – Avec les Pompiers – Fred Adison – 1934
Paroles : Charlys et Couvé
Musique : Henry Himmel

Interprètes : Fred Adison, Georges Milton 



Donc, Lucien l’âne mon ami, nous sommes en 1934, année quasiment liminaire de la consolidation du parti nazi à la tête de l’Allemagne et du renforcement de la dictature d’Adolf Hitler sur le-dit parti – par l’élimination de tous ses concurrents nationalistes et même de la SA, milice nazie, par la SS milice hitlérienne, sorte de garde prétorienne du Führer. Les choses prennent tournure et même, mauvaise tournure. Comme tu pourras aisément le comprendre, on était là devant le début d’un formidable incendie qui va embraser le monde entier quelques années plus tard.
C’est à ce moment que Charlys et Couvé pour les paroles et Henry Himmel pour la musique lancent par la voix de Fred Adison, cette chanson qui raconte l’étrange... (continua)
Chez nous au village,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 10/5/2017 - 21:49

Franco Fortini: Per un compagno ucciso

Franco Fortini: Per un compagno ucciso
[1945]
Una poesia di Franco Fortini presente nella raccolta “Foglio di via e altri versi”, pubblicata per la prima volta nel 1946 e contenente versi composti da Fortini tra il 1938 ed il 1945.
Il testo l'ho trovato in una recente tesi di laurea, quella di Bernardo De Luca intitolata “Foglio di via e altri versi di Franco Fortini. Edizione critica e commentata”, discussa nel 2016 presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Come precisa De Luca nella sua tesi, nella raccolta la poesia è datata 1944 ma si tratta di un'erronea retrodatazione, perchè è dedicata al partigiano Luciano Bolis, un militante del Partito d'Azione che, catturato dai nazisti a Genova nel febbraio del 1945, venne sottoposto a giorni di sevizie. Si sparse poi la notizia che fosse stato ucciso e Fortini, che l'aveva conosciuto in Svizzera, gli dedicò questi versi. In realtà fu Bolis stesso a tentare il suicidio per scampare alla tortura: si tagliò la gola e i polsi, stette per parecchi giorni tra la vita e la morte ma sopravvisse, menomato nella voce.
Eri ogni ora dentro la quieta letizia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/5/2017 - 15:40

Tombeau pour la patrie

Tombeau pour la patrie
Una poesia di Yacoub, un brano musicalmente inedito che si rifà alla tradizione dei “tombeaux” di epoca barocca, un genere con cui i musicisti rendevamo omaggio a defunti importanti. Penso al “Tombeau des regrets” del Monsieur de Sainte-Colombe, uno dei magnifici brani dal film “Tous les matins du monde” diretto nel 1991 da Alain Corneau.
Testo trovato sul sito di Yacoub

“Les tombeaux étaient des pièces musicales composées à l'occasion du décès d'un personnage influent au XVIIème siècle, pour honorer sa mémoire ou pour rendre hommage à sa valeur. J'ai adapté ce concept afin d'évoquer certaines idées, ou certaines situations, pour lesquelles je ressens du mépris, ou de l'amertume, et que j'espère condamner à un déclin imminent. Je souhaite que cette humble poésie y contribuera.” (Gabriel Yacoub)
Il m'est arrivé plus souvent qu'à mon tour
(continua)
inviata da Bernart Bartelby 10/5/2017 - 12:18

Mon père m'y marie (ou Le crapaud)

Mon père m'y marie (<em>ou</em> Le crapaud)
Canzone tradizionale ripresa e riarrangiata da Yacoub
Il brano è contenuto nel disco “Trad. Arr.”, pubblicato nel 1978
Testo trovato sul sito di Yacoub
Mon père m'y marie
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/5/2017 - 11:35

Sandrine

Sandrine
“Xandrine” è una canzone tradizionale che Yacoub conobbe nel Vivarés, regione storica francese della Linguadoca, oggi nel dipartimento dell'Ardèche, Massiccio Centrale.
Il brano è contenuto nel disco “Trad. Arr.”, pubblicato nel 1978
Testo trovato sul sito di Yacoub
Adieu ma Sandrine, adieu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/5/2017 - 11:28

Dans la ville où je suis (ou La fille du boucher)

Dans la ville où je suis (<em>ou</em> La fille du boucher)
Valse tradizionale del Corrèze (Nuova Aquitania) che Yacoub apprese dall'amico musicista Jean Blanchard, il quale collaborò anche all'album in cui il brano è contenuto, “Trad. Arr.”, pubblicato nel 1978
Testo trovato sul sito di Yacoub
Dans la ville où je suis là où j'ai resté
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/5/2017 - 11:20
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Morire per i vostri errori

Morire per i vostri errori
1998

1982

L'album viene pubblicato nel 1998 e propone brani del primo periodo dei primi anni '80, da cui il titolo
Morire per i vostri fottutissimi errori
(continua)
inviata da Dq82 10/5/2017 - 09:01
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Rifiuto

Rifiuto
1998

1982

L'album viene pubblicato nel 1998 e propone brani del primo periodo dei primi anni '80, da cui il titolo
Fiumi, sangue
(continua)
inviata da Dq82 10/5/2017 - 06:41
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Παυσίλυπον

Παυσίλυπον
Pafsílypon
[1996]
Στίχοι: Νίκος Τσακνής
Μουσικἠ και ερμηνεία: Λαυρέντης Μαχαιρίτσας
'Αλμπουμ: Παυσίλυπον

Testo: Nikos Tsaknìs
Musica e interpretazione: Lavrendis Maheritsas
Album: Παυσίλυπον ("Consolazione del dolore")

E' tutta colpa di Pattakòs. Sì, lui, Stylianos Pattakòs, il fascista greco morto a 104 anni di età lo scorso ottobre, l'anima più nera della dittatura dei colonnelli, e quant'altro. Quello cui Melina Mercouri, quando fu privata della cittadinanza ellenica, rivolse le famose parole: “Io sono nata e morirò greca, tu sei nato e morirai fascista”. Cercando nel “mare magnum” di stixoi.info, che rischia di essere oramai il più grosso sito di canzoni del mondo (seguito dal nostro sito, probabilmente), canzoni sulla dittatura greca, oggi mi era venuto di impostare la ricerca a partire da Pattakòs, sic. Così ho digitato Παττακός sulla tastiera greca, e l'unica canzone che conteneva... (continua)
Ήταν ένας άνθρωπος
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 9/5/2017 - 23:26




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