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It's Enough to Be Young

It's Enough to Be Young
[1966]
Parole e musica di Malvina Reynolds
Una canzone inedita su disco. Il testo fu pubblicato sul n. 73 di Broadside Magazine, agosto 1966.

“Fuzz”, letteralmente peluria, è uno dei tanti termini in slang statunitense ad indicare la polizia...
It's enough to be young and walking two by two,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/11/2017 - 08:13
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Đại bác ru đêm

Traduzione inglese di Rich Fuller da TCS Home, sito dedicato all’opera di Trịnh Công Sơn.
Đại bác ru đêm
LULLABY OF THE ARTILLERY
(continua)
inviata da B.B. 28/11/2017 - 14:50
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Hát trên những xác người

Traduzione inglese di Patrick Gallagher da TCS Home, sito dedicato all’opera di Trịnh Công Sơn.
Hát trên những xác người
NOW I SING THE DEAD
(continua)
inviata da B.B. 28/11/2017 - 14:15

Give a Boy a Gun

Give a Boy a Gun
[2013]
Parole e musica di Harvey Andrews
nell’album intitolato “Encore”
Give a boy a gun, give a boy a knife
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2017 - 10:13

Kids Colour Bar

Kids Colour Bar
[1965]
Parole e musica di Harvey Andrews
In una raccolta intitolata “Second Wave”, con Harvey Andrews, Bob & Carole Pegg, Spike Woods e Dave Sless
Testo trovato su Mudcat Café
You hear the sound of laughter ringing in your ears
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2017 - 08:18
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Exploitation Blues

Exploitation Blues
[1967]
Parole e musica di Bill Frederick, che nei primi anni 60 era un giovane studente ed obiettore di coscienza al servizio militare in Vietnam.
Contribuì diverse canzoni su Broadside Magazine, alcune delle quali sono già presenti sulle CCG/AWS
Nel 1967 le canzoni di Bill Frederick vennero raccolte nel disco intitolato “Hey, Hey… LBJ! Songs of the U.S. Anti-War Movement”

Il testo di “Exploitation Blues” l'ho trovato per caso sull'imprescindibile Mudcat Café, dove ho anche appreso che Bill Frederick non ha di fatto mai smesso di scrivere e di proporre canzoni, anche se in tempi più recenti si firma col suo vero nome, ossia Fred Stanton, classe 1943.

So bene che incasinerò la vita ai perfidi Admins, ma pare proprio che Bill Frederick e Fred Stanton siano la stessa persona.
Years ago in the Belgian Congo mine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/11/2017 - 22:12
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The Falcon

The Falcon
[1965]
Parole di Richard Fariña
Sulla melodia de “The Cuckoo”, canzone tradizionale risalente al XVII Secolo, ripresa in quegli stessi anni anche dai Pentangle
Nell’album di Mimi & Richard Fariña intitolato “Celebrations For A Grey Day”
Testo trovato su Mudcat Café
Oh, the falcon was a pretty bird, wandered as she flew.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/11/2017 - 08:45
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Going Down to Liverpool

Going Down to Liverpool
Canzone scritta da Kimberley Rew per il suo gruppo "Katrina and the waves" nel 1984. E' una canzone di critica sociale che parla della disoccupazione causata dalle politiche economiche devastanti della famigerata prima ministra Inglese Margaret Thatcher che colpirono in maniera molto dura molte città operaie britanniche, tra cui appunto Liverpool. E' ricordata soprattutto per via della cover fatta dalla banda "The Bangles", cover che nel video includeva la partecipazione dell'attore Leonard Nimoy, interprete del signor Spock nella famosissima serie tv Star Trek.
Hey there...
(continua)
inviata da Leonardo Saponara 26/11/2017 - 21:41
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Dodgin' the Draft

Dodgin' the Draft
[1966]
Parole di Allan Sherman (1924-1973), comico statunitense celebre per le sue canzoni parodistiche
Sulla melodia della popolare “Ballin' The Jack” (1913) di Jim Burris e Chris Smith.
Nel disco dal vivo “Allan Sherman ‎Live!!! (Hoping You Are The Same)”

Divertente manualetto ad uso dei giovani maschi americani che cercavano di scampare al Vietnam, anche se – così come chiude il brano – il più delle volte non c'era scampo, a meno di non fuggire all'estero o di passare un bel po' di tempo in un carcere militare.
First you tell your draft board you're hooked on dope.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/11/2017 - 21:04
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Pro-Life?

Pro-Life?
Album War On Women (2015)

Sono tutti pro-life con l'utero delle altre, almeno finché il bimbo non nasce... poi appoggiano la pena di morte e la guerra!
Something stinks in this delivery room
(continua)
26/11/2017 - 00:37
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Say It!

Say It!
(2015)
Album: War On Women

Se sono stata stuprata vuoi sapere dove stavo passeggiando? come ero vestita? se avevo bevuto?

Efficace canzone sul colpevolizzare la donna vittima di violenza. E se per caso il presunto violentatore è un carabiniere, sono le presunte vittime a essere interrogate per dodici ore!
Daddy, Daddy if I was raped would you wanna know where I walked?
(continua)
26/11/2017 - 00:30
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Hallelujah Money

Hallelujah Money
Featuring Benjamin Clementine
Album Humanz (2017)
Testo da genius

Pubblicata il 19 gennaio 2017

Il brano non esce a caso prima della cerimonia di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca: vuole essere una critica aperta al presidente neo-eletto e alla sua famosa sete di denaro.
Rolling Stone
[Verse 1: Benjamin Clementine]
(continua)
26/11/2017 - 00:19
Percorsi: Donald Trump
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Saffiyah Smiles

Saffiyah Smiles
(2017)
Album: Bridges Not Walls

"Following the shocking scenes of white supremacists marching through the streets of Charlottesville this past summer, my mind went back to an image of a young woman facing down a ranting fascist with nothing but a serene smile. Saffiyah Khan had been taking part in a counter demonstration against the neo-fascist English Defence League in Birmingham, England, in April this year when she saw a woman being surrounded by taunting EDL supporters.

Saira Zafar had been verbally opposing the racists and a number of them had left the demo to turn on her. When the police struggled to protect her, Saffiyah stepped up and got in the face of the loudest aggressor, holding him at bay with nothing more than a smile until police intervened. A press photographer captured the moment and the picture went viral. Local Labour MP Jess Phillips memorably tweeted the image with... (continua)
Angry white men dressed like Elmer Fudd
(continua)
25/11/2017 - 23:57
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The Sleep of Reason

The Sleep of Reason
(2017)
Album: Bridges Not Walls

Il sonno della ragione produce i mostri del nazionalismo e dell'intolleranza, come spiega Billy Bragg nella sua nuova canzone direttamente ispirata all'incisione di Francisco Goya.

'The Sleep Of Reason’, inspired by a visit to The Prado gallery in Madrid where Billy saw Goya’s etching ‘The Sleep Of Reason Produces Monsters’, is an impassioned polemical anthem set to a stark buzzsaw melody. Written in response to the events of 2016, it is the first of several songs Billy plans to release over the course of the coming months.


Says Billy: “Life comes at you real fast these days. What’s a singer-songwriter to do when events keep challenging the way that we see the world? Before we’ve had a chance to digest one startling development, along comes another to throw us off balance again. I’ve been grubbing up songs for the past 12 months, but without the time... (continua)
One by one
(continua)
25/11/2017 - 23:44
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I Bury the Living

I Bury the Living
2017
Low In High School

Un'invettiva contro chi accetta di fare il militare
A wretched outcast with no point of view
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2017 - 19:45
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Laissez Passer

Laissez Passer
2017
Laissez Passer

Written By Rami Nakhleh & Hasan Nakhleh
Lyrics Translated by Rifaa' Abu Jabal

Dopo un primo album i TootArd nel 2017 si lanciano sul mercato internazionale con l'etichetta Glitterbeat, come però spesso avviene con i dischi di questa etichetta, il prodotto è per un mercato anglo/francofono e spesso i testi sono irreperibili nella loro lingua originale, in questo caso in arabo, ma solo in traduzione.

"A string and a piece of wood are my gunpowder"
Una corda e un pezzo di legno sono la mia polvere da sparo
non ricorda forse: "Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia ciò che penso della vita?

TootArd are a band from the village of Majdal Shams in the Israeli occupied Golan Heights. The area, originally Syrian territory, has been part of Israel since 1967, but the inhabitants don’t have Israeli citizenship. Instead of a passport, they have a ‘laissez-passer’,... (continua)
I do not exist on the ID card
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2017 - 19:27
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وين الناس

وين الناس
WHERE THE PEOPLE
(continua)
inviata da Dq82 25/11/2017 - 19:11
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The Black Friday Song

The Black Friday Song
(2017)
from Really Stupid Bad Songs That I Made

La guerra del consumismo, la follia dello shopping, i lavoratori sfruttati... buon Black Friday a tutti!
Blaaaaaaaack Friday, Time to go to the mall.
(continua)
24/11/2017 - 23:12
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Big Parade

Big Parade
"So, how do you write an anti-War song, and inspect man's avarice, stupidity and ultimate extinction in song?
Well, with humour naturally! I wanted to deliver a dark message tongue-in-cheek with a jaunty, foot tapping rhythm...
Done in more of a Vaudeville style than true PROG! (Whatever that is)

When we played Summers End festival in 2016, some of the band members were a tad skeptical about performing this one live...but I stuck to my guns (no pun intended) and in the end, it turned out to be the most talked about piece that we performed on the day when it came to the reviews!" (Guy)

Damanek
Sticks and stones may break my bones but words will never hurt me
(continua)
24/11/2017 - 21:59
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Oh! Breathe Not His Name

Oh! Breathe Not His Name
Testo di Thomas Moore
“Irish Melodies”, la raccolta di canzoni arrangiate da John S. Stevenson per pianoforte, pubblicate in dieci volumi tra il 1807 e il 1834.

Poi rimusicata anche da Herbert Hughes (A purse of Gold, 2007) e da Eleanor McEvoy (The Thomas Moore Project, 2017)

Dedicata a Robert Emmet, stato un patriota irlandese. Membro dell'associazione United Irishmen, incontrò Napoleone e Talleyrand a Parigi nel 1802, dai quali seppe dell'ipotesi di invasione dell'Inghilterra. Rientrato a Dublino, organizzò un'insurrezione armata, che scoppiò il 23 luglio 1803, con l'uccisione del viceré Arthur Wolfe Kilwarden e del nipote. La rivolta fallì ed Emmet fu arrestato, processato e impiccato.
Oh! breathe not his name, let it sleep in the shade, 
(continua)
inviata da Dq82 24/11/2017 - 13:02
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The Politician

The Politician
[1972]
Scritta da Mac Davis, songwriter texano, bianco, autore di grandi successi come In The Ghetto per Elvis Presley
Singolo dall'album di Lou Rawls (1933-2006), grandissima voce afroamericana, intitolato “A Man of Value”
Il testo l'ho trovato un po' su Genius e un po' su RateYourMusic, poi ho provato a sistemarlo all'ascolto ma mi sono rimasti due o tre dubbi, che ho indicati col punto interrogativo... Se qualcuno volesse dire la sua, si faccia avanti.

Peccato che solo qualche anno dopo Lou Rawls si facesse ritrarre in una serie di fotografie tutto pappa & ciccia con Ronald Reagan...
See the politician
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/11/2017 - 22:28
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Synthetic World

Synthetic World
[1970]
Scritta da Jerry Williams Jr., in arte Swamp Dogg
Nell'album intitolato “Total Destruction to Your Mind”

What a song! What a voice!
Hey you, I'm up from the bayou
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/11/2017 - 21:31
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The War Song

The War Song
[1973]
Scritta da Jon Lucien con Dave Grusin e la sua orchestra
Nell’album intitolato “Rashida”

Una post-Vietnam CCG/AWS, assolutamente DOCG, che mancava…
Children lose their lives in the war
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/11/2017 - 13:52
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God Bless America (for What)

God Bless America (for What)
[1971]
Scritta da Jerry Williams, Jr., in arte Swamp Dogg, con Troy Davis
Nell’album “Rat On!”
Testo trovato su YouTube

Ancora mancava un brano di Swamp Dogg sulle CCG/AWS…

“Oltraggioso come George Clinton, immediato come un Little Richard in versione punk e selvaggio come Dyke & The Blazers, Swamp Dogg suonava come avrebbe potuto suonare Otis Redding se dopo Monterey si fosse calato un acido con i figli dei fiori”: memorabili parole del critico inglese Peter Shapiro che così anni fa raccontava colui che altri descrissero come un Frank Zappa afroamericano ed era quello un paragone con poche attinenze musicali ma molte per l’intelligenza del personaggio, la lucidità delle analisi sociopolitiche, il gusto per l’oltraggio […] (dal blog Venerato Maestro Oppure)
Oh lord, is this the land of the free?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/11/2017 - 09:12
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Ohio

La versione de The Isley Brothers, dall’album “Givin' It Back” del 1971
Ohio
Si tratta di un medley tra la canzone di Crosby, Stills, Nash & Young e Machine Gun di Jimi Hendrix
Testo trovato su Genius

Ohio /Machine Gun
OHIO / MACHINE GUN
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/11/2017 - 08:35
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Am I Ever Gonna See My Baby Again

Am I Ever Gonna See My Baby Again
[1968]
Scritta da Ralph Bartey, Johnny Northern e Rudy Clark (?)
Interpretata da uno dei più importanti gruppi vocali femminili afroamericani degli anni 60/70, The Sweet Inspirations, composto da Estelle Brown, Sylvia Shemwell, Myrna Smith e la leader Cissy Drinkard Houston, la madre di Whitney Houston.
La canzone fa parte dell'album intitolato What the World Needs Now Is Love e contenente pure la cover di quel brano di Burt Bacharach
Testo trovato su questo sito giapponese e controllato all'ascolto

Niente più che una bella canzone d'amore, ma davvero straziante, che dall'inizio alla fine aleggia lo spettro della morte e dell'infelicità, a causa del possibile, probabile, non ritorno dell'uomo amato dalla guerra in Vietnam... Alla fine del 1968 i morti fra i soldati americani in quel conflitto ammontavano già ad oltre 37.000...
Am I ever gonna see my baby again?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/11/2017 - 21:13
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Where Did the Peace Go

Where Did the Peace Go
[1970-73?]
Scritta da tal Dickie Diamond (?)
Interpretata da tal Larry Sanders (o Saunders), un cantante nero che si faceva chiamare “The Prophet of Soul”

Una canzone dichiaratamente contro la guerra in Vietnam, interpretata da un artista, oggi misconosciuto, che doveva essere vicino all'ala più radicale del movimento di lotta degli afroamericani. Infatti fu sempre lui nel 1972 ad interpretare “Free Angela!”, una canzone dedicata ad Angela Davis, comunista e black panther allora sotto processo con pesantissime accuse.

Su parecchi siti il brano viene datato al 1968 ma, considerati i dati citati della seconda e terza strofa (una guerra che dura da 10 anni e ha già mietuto 50.000 tra i soldati americani), credo che debba situarsi nei primissimi anni 70. In effetti i morti statunitensi in quel conflitto furono, tra il 1960 ed il 1975, oltre 58.000.
All my brothers been shipped to the South
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/11/2017 - 23:31
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Don't Cry My Love

Don't Cry My Love
[1968]
Parole di Oscar Brown Jr.
Musica di Curtis Mayfield
Un singolo del 1968 poi incluso in diversi album successivi, a partire da “Big Sixteen Vol. 2”

Una canzone in cui la condanna dell’ingiusta ed inutile guerra in Vietnam si accompagna parallelamente alla celebrazione della giusta ed importante lotta degli afroamericani per i loro diritti civili.
Mi viene in mente la famosa frase di Mohammad Ali: “No VietCong ever called me nigger”...
Don't cry my love, I'll be back
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/11/2017 - 16:45
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Zoot Suit Riot

Zoot Suit Riot
The Zoot Suit Riots were a series of violent clashes during which mobs of U.S. servicemen, off-duty police officers and civilians brawled with young Latinos and other minorities in Los Angeles. The June 1943 riots took their name from the baggy suits worn by many minority youths during that era, but the violence was more about racial tension than fashion.

http://www.history.com/topics/zoot-sui...
Who's that whisperin' in the trees?
(continua)
20/11/2017 - 17:14
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On Receiving News of the War

On Receiving News of the War
[Cape Town, 1914]
Versi del poeta inglese di origine lettone Isaac Rosenberg (Bristol, 1890 – Fampoux, Nord Passo di ‎Calais, 1918)‎. Nella raccolta “Poems by Isaac Rosenberg”, Heinemann, 1922
Musica per voce e pianoforte di Gary Bachlund, compositore statunitense di natali tedeschi.‎
Snow is a strange word;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/11/2017 - 08:46
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Cornelis Vreeswijk: Somliga går med trasiga skor

Cornelis Vreeswijk: Somliga går med trasiga skor
From Lyricstranslate

Note. Lyricstranslate include two English translations of this song. The 1st one is a fairly literal translation (by Daniel Aljec Owen) which we do not include here.
SOME WALK IN TATTERED SHOES
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/11/2017 - 07:02
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Mill-Doors

Mill-Doors
[1916]
Versi di Carl Sandburg (1878-1967) poeta, nella sua raccolta intitolata “Chicago Poems” pubblicata nel 1916
Musica per voce e pianoforte scritta nel 1948 da Nicodemo DeGioio, in arte Norman Dello Joio (1913-2008), importante compositore statunitense di origine italiana
You never come back.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2017 - 21:50
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Choose

Choose
[1916]
Versi di Carl Sandburg (1878-1967) poeta, nella sua raccolta intitolata “Chicago Poems” pubblicata nel 1916
Musica di Gary Bachlund, prolifico compositore tedesco-americano. Per voce e pianoforte, 2008
The single clenched fist lifted and ready,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2017 - 20:19

Preparedness

Preparedness
[1916]
Una poesia canzone che Ralph Chaplin contribuì sulla rivista “Solidarity” il 24 giugno 1916 e poi incluse nella sua raccolta “When the Leaves Come Out” pubblicata l'anno seguente, poco prima di essere arrestato e condannato a 20 anni di carcere per “spionaggio”, “sedizione” ed “attività antiamericane”. Lo stesso destino toccò a quasi tutti i dirigenti e a molti militanti dell'IWW. L'organizzazione venne disarticolata proprio con il pretesto della sua opposizione all'ingresso degli USA nella guerra in Europa. Ralph Chaplin venne liberato solo nel 1923.
For freedom die? but we were never free
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2017 - 18:32

November Nineteenth

November Nineteenth
[1916]
Versi di John E. Nordquist, cantautore e militante dell'IWW (Industrial Workers of the World), di origini svedesi, come lo stesso Joe Hill cui la canzone è dedicata, a pochi mesi dal suo assassinio.
Sull'aria de The Red Flag
They've shot Joe Hill, his life has fled
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2017 - 17:08
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Mladic

Mladic
[2012]
Prima traccia di “Allelujah! Don't Bend! Ascend!”, quarto album in studio per i GY!BE, uscito a 10 anni dal precedente “Yanqui U.X.O”

I GY!BE, canadesi apocalittici, fanno musica strumentale, per cui non mi resta che ricordare brevemente a chi è dedicato questo brano dall’incedere marziale...

Ratko Mladić è stato il comandante delle truppe serbo-bosniache durante la guerra in Bosnia (1992-95) ed il responsabile dell'assedio della città di Srebrenica e del successivo massacro di circa 8.000 uomini e ragazzi bosniaci musulmani.

Ricercato fin dal 1995 dalla giustizia internazionale con le pesantissime accuse di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità, Mladić è stato latitante per 16 anni, venendo arrestato solo nel 2011 in un paese non distante da Belgrado dove viveva tranquillamente sotto falso nome.
Da allora Ratko Mladić è sotto processo davanti al tribunale penale... (continua)
- With his arms outstretched...
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2017 - 23:32
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Luciferian Towers

Luciferian Towers
[2017]
“Luciferian Towers” è il sesto album di questo gruppo canadese dedito alla musica sperimentale (qualcuno dice che facciano Post-rock-experimental-drone-dark-ambient...)
Il lavoro è costituito da 4 tracce, tutte strumentali, la seconda e la quarta articolate in tre movimenti.
Contribuisco in introduzione la chiara recensione dell'album fatta su OndaRock da Valerio D'Onofrio.
Al posto del testo, in corrispondenza di ogni traccia, riporto i rispettivi commenti presenti sul libretto del CD, così come tratti da Genius (e confermati dalla parziale traduzione italiana nella recensione di D'Onofrio)


“This, this long-playing record, a thing we made in the midst of communal mess, raising dogs and children. eyes up and filled with dreadful joy – we aimed for wrong notes that explode, a quiet muttering amplified heavenward. we recorded it all in a burning motorboat” (GY!BE)

I GY!BE indicano... (continua)
[Instrumental]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2017 - 22:05
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Isabelle

Isabelle
(1991)

"For years people have asked who Isabelle was: 'were you shagging her'? But no. It was the height of the Bosnian war and I remember seeing a TV interview with some kids who were stuck in Sarajevo at the height of the bombing and thinking how utterly removed from that situation we were in New Zealand, thankfully.

"And I wondered what it would be like to sit down at have a chat to those kids: people who looked like us, and should have been having fun and playing music but were running the gauntlet of snipers. So essentially, it's an anti-war song, but I wanted to give it a personal face. That's kind of my schtick when it comes to songwriting: to take bigger pictures and bring them in close. That's the only way you can really understand these things.

Greg Johnson
Hey I'm stuck on an island and I couldn't care less
(continua)
17/11/2017 - 20:19

The Indian’s Lament

The Indian’s Lament
[1846]
Parole e musica di J. W. Hutchinson
Arrangiamento di Edward Little White
Canzone pubblicata a Boston dall’editore musicale Stephen W. Marsh
Testo trovato su Protest Song Lyrics
Alas, alas, said the Indian, I once had a home,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2017 - 10:23
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Song of the Shirt

Song of the Shirt
[1843]
Versi di Thomas Hood (1799-1845), poeta londinese
Pubblicati anonimamente sul settimanale “Punch; or, The London Charivari”, su cui Hood regolarmente pubblicava, nell’edizione del Natale 1843.

Thomas Hood in questa sua poesia raccontò la storia vera della signora Biddell, una sarta rimasta vedova con figli ancora piccoli, una famiglia che viveva in condizioni miserabili. In base ad una pratica di sfruttamento semi-schiavistico assai praticata all’epoca, e che nessuno metteva in discussione, la signora Biddell cuciva capi di abbigliamento a casa sua ed il padrone le forniva il materiale necessario, imponendole un salato deposito. La Biddell – e con lei una miriade di lavoratori e lavoratrici di allora - pur lavorando tutto il giorno, non era nemmeno in grado di sopperire alla cauzione e finì così con l’indebitarsi ed essere condannata sostanzialmente ai lavori forzati. Spedita in... (continua)
With fingers weary and worn,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2017 - 09:23
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Three Chords and the Truth

Three Chords and the Truth
[2007]
Scritta da Ry Cooder ed il figlio Joachim, musicista polistrumentista
Nell’album intitolato “My Name Is Buddy: Another Record by Ry Cooder”
I'm going to tell you a story right here.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2017 - 08:14
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This Country's Going to War

This Country's Going to War
[1933]
Testo di Bert Kalmar (1884-1947), liricista
Musica di Harry Ruby (1895-1974), compositore e sceneggiatore
Nel brano sono parodiate le popolari "All God's Chillun Got Wings" e "Oh! Susanna".

Dal film “Duck Soup” (“La guerra lampo dei fratelli Marx”), diretto da Leo McCarey (1898-1969) e interpretato dai Marx Brothers, con Groucho nella parte del protagonista, Rufus T. Firefly, il folle dittatore dello Stato di Freedonia.

Un apologo antiautoritario e antimilitarista che ovviamente valse al film il bando in Germania e in Italia. Ma l'ironia e la satira dei Marx era troppo avanti per i tempi anche negli USA, tant'è che “Duck Soup” fu un mezzo flop commerciale. Venne invece rivalutato in seguito, nell'ambito del movimento di protesta contro la guerra in Vietnam.

La storia è ambientata a Freedonia, immaginario Stato dell'Europa centrale. Per far fronte alla grave situazione economica... (continua)
[Firefly]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 20:47
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The Laws of My Administration

The Laws of My Administration
[1933]
Testo di Bert Kalmar (1884-1947), liricista
Musica di Harry Ruby (1895-1974), compositore e sceneggiatore

Dal film “Duck Soup” (“La guerra lampo dei fratelli Marx”), diretto da Leo McCarey (1898-1969) e interpretato dai Marx Brothers, con Groucho nella parte del protagonista, Rufus T. Firefly, il folle dittatore dello Stato di Freedonia.

Un apologo antiautoritario e antimilitarista che ovviamente valse al film il bando in Germania e in Italia. Ma l'ironia e la satira dei Marx era troppo avanti per i tempi anche negli USA, tant'è che “Duck Soup” fu un mezzo flop commerciale. Venne invece rivalutato in seguito, nell'ambito del movimento di protesta contro la guerra in Vietnam.

“La prima cosa a sparire quando un paese viene trasformato in uno stato totalitario è la commedia e i comici. Poiché le persone ridono di noi, non credo che capiscano davvero quanto siamo essenziali per la... (continua)
[Mrs. Teasdale]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 20:09
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Livin’ in the City

Livin’ in the City
[2013]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nell’album intitolato “Flesh & Blood”, pubblicato nel 2014
Bells are ringing on your alarm clock
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:51
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I’d Do Anything (Soldier’s Lament)

I’d Do Anything (Soldier’s Lament)
[2010]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nell’album intitolato “April Uprising”
Tell me what you want girl, you tell me what you need.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:41
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One Way Road

One Way Road
[2010]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nell’album intitolato “April Uprising”
They come, they take
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:35
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Revolution

Revolution
[2010]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nell’album intitolato “April Uprising”
So tell me family now what do you think ?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:29
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Home Is Where the Heart Is

Home Is Where the Heart Is
[2001-02]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nella raccolta dal vivo “Living 2001–2002”, dove il brano è il solo in versione da studio
Hard working people from another land
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:06
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Help Is Coming

Help Is Coming
[1985-95]
Scritta da Neil Finn, Mark Hart, Nick Seymour e Peter Jones
Nella raccolta intitolata “Afterglow”, pubblicata nel 1999
Help is coming
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 13:31
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Illegally

Illegally
[1996]
Parole e musica di Javier Vargas, chitarrista blues spagnolo ma di rilievo internazionale.
Un singolo poi incluso nell’album del 1997 intitolato “Gipsy Boogie”
Picture the other side
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 10:57
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Flight of the Earls

Flight of the Earls
[1980s]
Credo che testo e musica siano di Liam Reilly, musicista associato al gruppo irlandese Bagatelle e attivo solo fino ai primi anni 90.
I Wolfe Tones l’hanno interpretata nel loro album “Sing Out For Ireland” del 1987

Con lo stesso titolo esistono altre canzoni, come quella di Phil Coulter, che probabilmente si riferiscono allo specifico episodio della Flight of the Earls (Imeacht na nIarlaí), quando il 4 settembre del 1607 alcuni nobili gaelici irlandesi, che avevano perduto la guerra dei 9 anni (1594-1603) contro gli inglesi, fuggirono precipitosamente dalle loro contee del nord, divenendo esuli in Roma (accolti dal Papa) e senza far mai più ritorno in patria.

Qui invece a quell’episodio storico ci si riferisce per raccontare dell’emigrazione irlandese nel mondo.
I can hear the bells of Dublin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 08:44
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Blues för en arbetarkvinna som hängt sig

Blues för en arbetarkvinna som hängt sig
November 16, 2017
BLUES FOR A WOMAN WORKER WHO HANGED HERSELF
(continua)
16/11/2017 - 08:39
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Battle Cry

Battle Cry
As the mist floats away what do we see
(continua)
16/11/2017 - 08:28
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Home

Home
[201?]
Versi di Warsan Shire, poetessa britannica di origini somale ma nata in Kenya nel 1988
Musica di Renato Folgado
no one leaves home unless
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 22:49
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Higher Wall

Higher Wall
[1987]
Scritta da Justin Sullivan e Michael Dean
Nell’album “Thunder and Consolation” pubblicato nel 1989

Parlate di pace, di riposo, di vacanze... e intanto rinforzate il muro. No! Non ci fermerete mai, nemmeno con il vostro muro più alto!
We're out here on the borders with our favourite few possessions
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 22:02
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A Place in the Sun

A Place in the Sun
[1966]
Scritta da Ronald Miller e Bryan Wells
La traccia che apre l'album “Down to Earth”
Nle 1968 Stevie Wonder ne rese anche una versione italiana, intitolata “Il sole è di tutti”, il cui testo (ad opera di tal Giuseppe Cassia) però tradiva completamente la portata di critica sociale dell'originale, facendone una canzonetta d'amore come tante.
Like a long lonely stream
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 21:47
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Another Imperial Day

Another Imperial Day
[2005]
Scritta da Justin Sullivan e Michael Dean
Nell’album “Carnival”
You could be there - on a dark October night
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 13:17
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Nothing but the Same Old Story

Nothing but the Same Old Story
[1981]
Parole e musica di Paul Brady
Nel suo album intitolato “Hard Station”
I was just about nineteen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 12:58
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The Immigrant

The Immigrant
[1978]
Scritta da Merle Haggard e Dave Kirby
Nell’album “I'm Always on a Mountain When I Fall”
American ranching consists of a mansion
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 12:42
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Generalens visa

Generalens visa
November 15, 2017 09:45


Marie Bergman, Cornelis Vreeswijk's "Generalens Visa" (Live @ Telegram från Cornelis Kulturfestivalen 2010)
GENERAL'S SONG
(continua)
15/11/2017 - 09:45
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Shah Mot (the Shah Is Dead / Checkmate)

Shah Mot (the Shah Is Dead / Checkmate)
[1980]
Parole di Gil Scott-Heron
Musica di Gil Scott-Heron e Brian Jackson, compositore con cui collaborò per tutti gli anni 70
Nell’album intitolato “1980”
Testo trovato su Genius

“Shah Mot”, nella traslitterazione dall’arabo, starebbe per “Lo Scià è morto”. La traduzione in inglese sarebbe assonante con il termine “checkmate”, scacco matto…
In questa canzone Gil Scott-Heron voleva assimilare la lotta dei neri americani negli USA contro il “regime” dominato dai bianchi alla rivoluzione iraniana del 1979…
Non mi pare che sia stata proprio la stessa cosa, ma tant’è… Comunque, tanto per la cronaca, se nel 1953 un golpe ordito dalla CIA aveva deposto il legittimo e laico presidente Mossadeq, nel 1979 il sanguinario fantoccio americano, lo Shah Reza Pahlavi, fu deposto (ma non ucciso, morì in esilio in Egitto l’anno seguente) in favore di una repubblica islamica largamente improntata alla legge coranica… Quali similitudini ci vedesse Scott-Heron, lo sapeva solo lui…
My name is what's your name
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 16:05
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Shut 'Um Down

Shut 'Um Down
[1980]
Parole di Gil Scott-Heron
Musica di Gil Scott-Heron e Brian Jackson, compositore con cui collaborò per tutti gli anni 70
Nell’album intitolato “1980”
Testo trovato su Genius

Una canzone sullo stesso tema di We Almost Lost Detroit, la necessaria lotta contro le centrali nucleari. Gil Scott-Heron fu molto impegnato sul tema in quegli anni.
Did you feel that rumble? Did you hear that sound?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 15:42
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أمي

أمي
Translated by A.Z. Foreman
Dearly I yearn for my mother's bread,
(continua)
inviata da Dq82 14/11/2017 - 10:47
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Alien (Hold on to Your Dreams)

Alien (Hold on to Your Dreams)
[1980]
Scritta da Gil Scott-Heron
Nell’album intitolato “1980”, con Brian Jackson, compositore che ha collaborato con Scott-Heron per tutti gli anni 70.
Midnight near the border trying to cross the Rio Grande
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 08:38
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Risk to Exist

Risk to Exist
[2016]
La traccia che dà il titolo all’ultimo album di questa band inglese, pubblicato all’inizio del 2017
I proventi della vendita del singolo sono stati destinati al sostegno dell’organizzazione Migrant Offshore Aid Station (MOAS) che si occupa del salvataggio dei migranti nel Mediterraneo.
Ever felt like you're going nowhere, and you need a little help
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 08:21
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A L I E N S

A L I E N S
[2017]
The third track of Coldplay’s 2017 EP “Kaleidoscope”, A L I E N S is a song about refugees fleeing their home from a war-torn planet and trying to seek refuge somewhere else.
The proceeds of this song go to the Migrant Offshore Aid Station (MOAS) to help save migrants on the Mediterranean Sea. (Genius)
We were just about to lose our home
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 08:05
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Sarajevo

Sarajevo
1997
Voodo vibes
Families worlds apart
(continua)
inviata da Dq82 13/11/2017 - 10:41




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