Certo non è bella come Holy War e se vogliamo il testo è un po' più banalotto ma comunque una bella ballata soul che ha tutto il diritto di stare qui. Sono d'accordo con Bartleby sul discorso sui pregiudizi contro il pop. Pop significa semplicemente popular e molte canzoni belle e importanti sono canzoni pop in tutto e per tutto.
Sono anche convinto che Freedom di Beyoncé sia un'ottima canzone anche se proviene da un album che ha venduto oltre mezzo milione di copie solo nella prima settimana....
D'altra parte anche i Beatles erano pop e Imagine è stata prodotta da Phil Spector.
Detto questo c'è pop e pop e Laura Pausini non sarà mai Alicia Keys...
“Little Sir Hugh”, “Fatal Flower Garden”, “Sir Hugh, or the Jew’s Daughter” è una antica ballata registrata al numero 155 dal professor Francis James Child, una murder ballad incentrata apparentemente su un “omicidio rituale“; siamo alle radici delle leggende metropolitane sui rapimenti dei bambini a sfondo religioso, così in Inghilterra la morte di Hugh di Lincoln nel 1255 riportata ne “The Annals of Waverly” scatena l’odio razziale contro gli Ebrei: il corpo del bambino viene ritrovato un mese dopo la sua scomparsa in un pozzo e la “vox populi” addita gli Ebrei; uno di loro sotto tortura confessa l’assassinio e per buona misura una ventina di ebrei sono impiccati con l’accusa di omicidio rituale (e ovviamente i loro beni sono incamerati dalla Corona). Manco a dirlo il bambino viene venerato e chiamato" il piccolo Ugo di Lincoln" (non proprio un santo ma... (continua)
Cattia Salto 17/4/2017 - 02:20
LITTLE SIR HUGH - Steeleye Span
Steeleye Span in Commoners Crown, 1975 con il titolo di Little Sir Hugh preferiscono la versione americana della ballata senza riferimento diretto alla figlia dell’ebreo.
Little Sir Hugh
Traduzione italiana di Cattia Salto
James Orchard Halliwell in Popular Rhymes and Nursery Tales of England (London, 1849) cita Child Roland and the King of Elfland come ballata antecedente: là i giovanetti giocano a palla nella città di Carlisle e con un tiro maldestro la gettano "o'er the kirk he gar'd it flee"; i bambini che la vanno a cercare finiscono uno per volta in una terra incantata; così guardando ancora alle fiabe troviamo "la Principessa e il Ranocchio" in cui la ragazzina giocando con la palla la getta maldestramente nello stagno. Ed ecco apparire il secondo elemento sempre tipico delle fiabe che raccontano di amore e di sesso (iniziazione sessuale): l'archetipo del "seduttore" o del "predatore sessuale", sia esso il Principe Ranocchio o il Cavaliere Elfo o la Sirena/Fata.
Non mi è sfuggito che Cattia abbia inserito il suo prezioso (come sempre) intervento, su questo macabro testo
proprio nel giorno di Pasqua........il brano non è stato molto eseguito nei dischi o almeno io non l'ho trovato spesso, a parte la versione americana scelta dagli S. Span.(Questi ultimi la cantavano anche dal vivo nel tour del 1982 e l'esecuzione alla Royal Opera Theatre in Adelaide, Australia la troviamo infatti nel loro Live "On tour"). Più recentemente è stata inserita da Eliza, figlia di Martin Carthy con the Kings of Calicutt (Andi Wells, Barnaby Stradling, Saul Rose and Maclaine Colston)nel loro omonimo disco del 1997. La versione reca il titolo "Sang Mother, Go Make My Bed" (ed è seguita da "Flower of Swiss Cottage"). Viene in seguito inserita nel 2003 anche nella raccolta The Definitive Collection. Non conoscevo invece l'interpretazione di Sam Lee e di questo ringrazio Cattia.
E io non conoscevo la versione di Eliza Carthy, grazie Flavio..
In effetti sulla ballata e i suoi addentellati mi sto documentando solo ora e quanto scritto è in via provvisoria, intanto continuo a far girare nelle mie orecchie la versione di Sam Lee con quello scacciapensieri che mi rimbomba nel cervello.. devo ancora venire a capo del testo non riuscendo a ricostruire la fonte da cui Sam l'ha preso, la versione del suo mentore Stanley Robertson è diversa oltre che cantata su una melodia diversa (su Ye Banks & Braes).
Allora è stato uno scambio "equo e solidale", a riguardo la versione di Eliza:
This is a note about the origins of this song which Malcolm Douglas kindly sent to the Mudcat Café thread Child and Waterson/Carthy:
This is a bit complicated. Versions of the song, all pretty similar, seem to have been quite common in the south of England; I don't know where Eliza got hers.
There was some discussion of the song's possible roots in The Journal of the Folk Song Society (vol. III, no. 11, 1907). H.E.D. Hammond thought it primarily derived from Child #65 (Lady Maisry) with some apparent input from #75 (Lord Lovel). Anne Gilchrist considered a Lady Maisry connection unlikely, and inclined toward the Lord Lovel group, though noting, “The elements of ballads are shifting, and no hard and fast line can be drawn between their various groups; at the same time it is well to remember that such... (continua)
Bentornata a Cattia Salto, anche da parte mia. Ho naturalmente rimesso un po' in ordine tutto il materiale inserito in questa pagina e apprezzato particolarmente l'osservazione sulla dressing-table: evidentemente, a suo tempo non avevo colto il significato di dress come "conciare il cibo" o addirittura "condire" (e dire che nei supermercati si vendono comunemente le salsine dette "salad dressing"...). Dovrei ripigliare tutte le traduzioni di Child Ballads e sottoporle a una revisione, mi sa: quelle più recenti (come questa) risalgono a una trentina di anni fa circa, e quelle più antiche vanno per i quarant'anni o quasi, ricordandomi delle acrobazie che facevo all'epoca per trovare qualcosa che mi aiutasse. Ad ogni modo, mi piacerebbe prima o poi fare un elenco ed un'analisi dei Ballad commonplaces, come quello del gioco della palla, o pallone; ho perso il conto delle ballate nelle quali ci... (continua)
Ben contenta di aver dato un piccolo contributo, ho ripreso mano alle ballate cercando di ripulirle da errori e sviste; oggi è tutto più semplice con le traduzioni con tutto il supporto di internet..
In merito al gioco della palla anch'io l'ho archiviato nel cervello come un grosso punto interrogativo: suggestionata dalla mia esperienza sulla danza medievale, mi veniva da prenderlo come un passatempo delle giovinette e dei fanciulli che si esercitavano (un po' per divertimento e un po' come lezioni di galateo) appunto nelle danze di corte; poi quando invece ho trovato la descrizione più dettagliata al gioco della palla ho pensato che anche dove non veniva descritto il riferimento però fosse sempre quello, e come osservi tu di giochi con la palla ce n'erano di molti tipi nel medioevo... sono certa che adesso non ci dormirò più la notte per andare a spulciare in merito!!
Segnalo che, con la nuova introduzione a questa canzone (q.v.) e con la traduzione italiana è stato istituito il Percorso sul Luddismo, rigorosamente riservato a canzoni storiche e moderne incentrate su tale movimento e su sue eventuali riproposizioni attuali, ideali e/o fattive.
Grazie Riccardo per la citazione e naturalmente sei autorizzato a ogni "furto" dal sito e dal blog. Tu mi delizi con le tue traduzione in stile, una vera gioia del core. Nel passare l'articolo sul blog ho apportato delle integrazioni e nell'ultima rilettura delle Ballate ho integrato a mia volta il post con le tue argomentazioni, nel frattempo ho pubblicato anche un video con le tracce live del mio vecchio gruppo. aggiornamento in Terre Celtiche.
"Leggende e false attribuzioni a parte - che non citerò per non dar loro credibilità storica - è certo che quella di "Greensleeves" sia una delle melodie più celebri tramandateci dal XVI secolo inglese. Come tutte le melodie, che viaggiano fra le voci di tanti diversi cantori e suonatori, ne esistono diverse e varie versioni testuali. Chi può dire dove e quando sia nata la melodia originale? Inizialmente aveva già un testo o c'era solo una melodia?
Lasciando ad altre voci e ad altri spazi la risposta, senza addentrarmi nella ricerca e nella conseguente discussione (che renderebbe ancor più interminabile la descrizione di questo video-brano), mi interessa affermare invece, per l'economia di questa pubblicazione, che non tutte le versioni testuali arrivate fino a noi facciano riferimento alla "Dama dalle verdi Maniche", Lady Greensleeves.
Una versione italiana che traducesse ritmicamente... (continua)
Complimenti per la traduzione, solo una precisazione, da santermano di madre lingua, utile a sciogliere l'intraducibilità dell'unica frase dubbia. In realtà dice esattamente: da quann so zaraff vonn ch la pstol man. Cioè: Da quando sono ragazzini vanno con la pistola in mano...Buona Pasqua a tutti voi. Raf
Raf 15/4/2017 - 23:02
Perfetto Raf, ma ti si potrebbe chiedere un favore? Visto che sei santermano di madre lingua, non è che potresti trascrivere l'introvabile testo originale intero...? Ti si chiede troppo? Facci sapere e comunque grazie!
Theodorakis in questo video spiega la storia dell'album ''Epitafios''. Che praticamente inizialmente lo doveva fare con l'aiuto di Chatzidakis e cantante la Mouschouri. Doveva avere uno stile europeo con la partecipazione di Chatzidakis ma dopo una lite con Mouschouri Theodorakis decide di ritirarsi e fare l'album col cantante popolare Bithikotsis e uno stile di musica popolare. Chatzidakis e Mouschouri pubblicano l'album e una settimana dopo lo pubblica anche Theodorakis...Ovviamente quello di Theodorakis ha avuto più successo ..
Anche questa pagina è stata, al pari di quella della Diggers' Song del 1649, sottoposta a una robusta ristrutturazione; in particolare, l'introduzione è stata del tutto rifatta in modo da chiarire che cosa sia effettivamente questa canzone, le sue intricate relazioni con il canto di Winstanley e tutti gli autentici pateracchi storici cui è stata sottoposta, particolarmente dai Chumbawamba. Oltre al rifacimento dell'introduzione, è stata aggiunta la traduzione italiana e sono stati eliminati tutti i commenti che, nel tempo, facevano presente una situazione di caos che è stata, almeno si spera, eliminata definitivamente. La canzone è stata anche, ovviamente, tolta dai percorsi sulle Ballate Tradizionali Britanniche e sulle Più Antiche Canzoni contro la guerra.
Larry Beckett dice che questa non fu una canzone composta specificatamente contro la guerra nel Vietnam (come qualcuno scrisse) ma contro TUTTE le guerre, che hanno sempre una sorgente e finchè non si blocca quella, non finiranno mai, è inutile semplicemente protestare o essere contenti quando ne finisce una...
Non mi lancio nell'interpretazione di questa canzone piuttosto complessa, che inizia con una citazione da “Dar” (“Il dono”), scritto tra il 1935 ed il 1937 da Vladimir Nabokov nella Berlino hitleriana, e con un riferimento a “La Coterie”, un circolo aristocratico inglese guidato da tal Lady Diana Cooper, nata Manners, attivo negli anni che precedettero la Grande Guerra...
Resta il fatto che si tratta inequivocabilmente di una CCG/AWS: “Preferirei essere strafatto, preferirei volare, prefeirei essere morto o pazzo piuttosto che puntare questi fucili addosso a quegli uomini nella sabbia”; e ancora: “Il Tamigi era nero, la torre scura. Volai al Cairo per raggiungere il mio reggimento. La città (il Cairo o Londra?) è piena di generali, e i generali sono bugiardi (letteralmente, pieni di merda)”
Bernart Bartleby 15/4/2017 - 22:34
"Alticcio" non mi pare una buona traduzione. "Be high" significa piuttosto "strafatto", con una ben altra valenza...
Ciao dq82, spiegati meglio. Io della gara ho sentito parlare sulle reti della radio nazionale... In che senso ha rischiato seriamente di non essere organizzata?
Saluti
B.B. 15/4/2017 - 21:45
Un’altra corsa sparisce: nel 2017 niente GP della Liberazione
24 marzo 2017
Dal 1946 è stata la vetrina per i giovani ciclisti, quella in cui nomi come Gianni Bugno e Dmitriy Konyshev fino ai più recenti Sacha Modolo e Matteo Trentin hanno conquistato vittorie importanti per il salto verso il professionismo. Per quest’anno non sarà così, perché il Gran Premio della Liberazione non si terrà.
Come spiega Andrea Novelli, presidente del Velo Club Primavera Ciclistica che si è incaricato di organizzare nelle ultime stagioni la prova, «non ci sono le condizioni per organizzare la corsa. Le solite e ripetitive frasi di circostanza non sono sufficienti. Inutile che continuino a ripetere: il Liberazione non può morire dopo che tanti hanno contribuito a togliergli ossigeno anno dopo anno con un’ostinazione degna di miglior causa. In pochi hanno mostrato di avere per davvero a cuore la corsa.
Questo canto è stato titolare di una sorta di bizzarro "record" fino ad oggi: probabilmente a causa dell'intrico dei suoi titoli, e della presenza della canzone di Leon Rosselson ad esso ispirata, era presente nel sito (tra pagine e commenti vari) ben cinque volte. E' stato fatto quindi finalmente un po' d'ordine ("L'anarchia è l'ordine meno il potere" - Léo Ferré):
- Tutti i commenti accumulatisi nel tempo contenenti il testo della Diggers' Song originale sono stati eliminati.
- E' stata eliminata l'intera pagina "Digger's Song (The World Turned Upside Down)" dalla sezione del Greenham Camp ecc., prelevandone però materiale di interesse;
Sono anche convinto che Freedom di Beyoncé sia un'ottima canzone anche se proviene da un album che ha venduto oltre mezzo milione di copie solo nella prima settimana....
D'altra parte anche i Beatles erano pop e Imagine è stata prodotta da Phil Spector.
Detto questo c'è pop e pop e Laura Pausini non sarà mai Alicia Keys...