Visto che proprio in questa canzone se ne parla, e con tanto di dedica, ho pensato di far vedere la Gramàtica catalana di Pompeu Fabra, ma nell'edizione che ho io, in lingua catalana:
Nota linguistica. Il testo è presentato nella cosiddetta "Grafia Z", vale a dire quella che, fino al 4 settembre 1973, prescriveva nella lingua islandese l'uso (per motivi storici) della lettera "z". Essendo però del tutto omofona di "s", la "z" fu abolita per decreto (è per questo che in molti testi di questa canzone, la parola "samvizka" (coscienza) è scritta "samviska". In realtà, poco dopo il decreto fu ritirato avendo provocato quasi una sollevazione: moltissimi continuano ancora, in Islanda, a usare la "z".
Ríkarður V. Albertsson [Riccardo Venturi's Twin Brother from Iceland] 19/7/2015 - 02:15
What's Iceland, as far as music is concerned? Björk, Sigur Rós, the Sugarcubes. Well, let's also mention Emilíana Torrini, with her rather un-Icelandic name. If we turn, say, to Bubbi Morthens, we're quite sure many will start asking some questions; just fancy now an Icelandic progressive band formed in 1966. In 1966, and not only in Italy, it was common belief that Iceland was a huge, out-of-the-way island somewhere in the Arctic ocean, mostly populated by polar bears, walruses and other mysterious beasts called sagas. On the contrary, Iceland (that would soon celebrate the 1100th anniversary of its settlement, occurred in the year 874) was also populated by young musicians and progressive rock bands: Óðmenn.
Óðmenn's story is told in detail by its founder and leader, Jóhannes Jóhannesson, in this long interview in English: though mostly unknown to the rest of the world,... (continua)
“Anche conosciuta con il titolo di The Famine Song (La canzone della carestia). Nel 1846 il raccolto delle patate (dieta base degli irlandesi) fu disastroso; sopravvenne La Grande Carestia che dimezzò la popolazione. Praties è l'anglicizzazione della parola gaelica pratai, per patate."
Potrà fare piacere al webmaster Lorenzo che Stan Kelly abbia realizzato, oltre a molti testi sulla programmazione informatica, anche un album intitolato “I Chose Friden – Songs for Cybernetic Lovers. Computer humour songs” (1963). “Friden” – da Carl Friden, ingegnere ed imprenditore californiano di origine svedese – era una marca di macchine da scrivere e calcolatori elettromeccanici famosa nella prima metà del secolo scorso e fino agli anni 60.
Il fatto di accettare e postare tutti i commenti vi rende onore. Un atto democratico e divulgativo. Poi come dici tu , il vecchio Bobby me lo immagino proprio con l'AR10, molto incazzato e poco intellettuale ,lontano sicuramente da certi commenti .
Inutile dire che amo Springsteen e soprattutto l'intensità della sua musica. A volte gli appassionati sono meglio dei critici di professione come ho letto nei commenti precedenti. Secondo me il Boss è una contraddizione in termini, in quanto si dichiara il contrario di quello che pensa. Non solo in questo brano ma anche in The Ghost of Tom joad, perché viene fuori il suo individualismo e, per quanto si sforzi di compiacere i meno fortunati, che, però, comprano i dischi, non ce la fa ad esprimere il suo vero pensiero politico. Insomma non riesce ad essere demagogo e populista come un Bob Dylano o altri di quel genere. Questa è una canzone che dovrebbe far riflettere molti Italiani, che non sanno far altro che piangersi addosso.