È cominciata la ristrutturazione di questa (impervia) pagina. Poiché sono oltremodo convinto che tale testo un senso ce lo abbia eccome, anche al di là di quello riconosciuto e già abbondantemente spiegato, lo ho sottoposto ad una vera e propria analisi testuale e linguistica servendomi di materiale in mio possesso.
Si tratta in primis di ricostruire l'esatto testo nella grafia serba e romanes; cosa che è stata fatta servendomi soprattutto del Romsko-český a česko-romský kapesní slovník (Dizionario tascabile romanes-ceco e ceco-romanes) di Milena Hübschmannová, Hana Šebková e Anna Žigová, pubblicato dalla Štátní Pedagogické Nakladatelství (Casa editrice pedagogica statale) di Praga nel 1991. Tale dizionario, in realtà tutt'altro che "tascabile" e fornito di un'amplissima appendice contenente un'estesa grammatica normativa del romanes, si basa ovviamente sul romanes in uso nell'allora Cecoslovacchia;... (continua)
Ed ecco la traduzione, con tutta la probabilità la prima in una qualsiasi lingua. È stata fornita di note esplicative e linguistiche che fanno riferimento anche al testo originale. Ad una prima impressione, l'interpretazione come "esplosione di gioia" è confermata; essendo stato in Jugoslavia durante la guerra, e più volte, mi viene a mente in modo preciso la banda jazz di vicino Knin, che si era portata dietro gli strumenti musicali e con la quale mi feci fotografare assieme, appunto, a otto bei Kalashnikov. E qui il Kalashnikov sembra praticmente,anhe lui, uno strumento musicale, assieme ai "campanelli" e ai proiettili. Impressioni, ma alquanto vive. [RV]
A mio parere, tutt'altro che un' "accozzaglia di parole serbe, bosniache, croate e romane senza alcun senso"; in questo non posso essere d'accordo con nessuno che ha scritto queste cose.
Peraltro, il commento di Nicole mi sembra pertinente: la canzone sembra raccontare una specie di "spedizione zingaresca" sia per questuare (cercare soldi) sia per fare casino in città, per bere e per procurarsi armi. Probabilmente senza fare distinzioni tra serbi, zingari e quant'altri. Quanto alle armi, e in particolare al "Kalashnikov", mi sembra che lo si debba intendere più come un modo per fare detto casino, che per ammazzare. E' la funzione dell'arma per vari popoli balcanici e orientali: spesso si sparano raffiche di mitra in aria ai matrimoni o alle feste, ad esempio. Molti anni fa nello Yemen mi è capitato di vedere di persona praticamente tutti... (continua)
Non avrei potuto fare mai questa pagina senza il "Dizionario rom-ceco e ceco-rom" di cui ho parlato:
Mi fu regalato molti anni fa, assieme a tanti altri libri incredibili, da un caro amico, il prof. Pier Francesco Poli. Il prof. Poli, importante slavista e lettore di ceco e slovacco alla facoltà di lettere dell'Università di Firenze, è morto all'improvviso nel 1998.
Il prof. Poli è stato co-autore, tra le altre cose, anche di un importante dizionario italiano-ceco. Parlava perfettamente il russo, il ceco e lo slovacco (sua moglie era slovacca di Bratislava; ella stessa parlava correntemente otto lingue). Della stessa collana del dizionario rom-ceco, mi regalò anche un dizionario ceco-mongolo e mongolo-ceco. È una delle persone a cui ho voluto più bene in vita mia.
Anni fa ebbi a ricordarlo, assieme alla nostra comune passione per le lingue, in una cosa che scrissi.... (continua)
Grande! Riccardo. Nel caso delle pistole non escluderei un'allusione erotica (tipo "pistolino" o "la pistola fumante"), che comunque non guasta, vista l'atmosfera del brano : D
solo adesso leggo il tuo messasggio. tinna e' inserita dal vivo (nel contesto di un concerto tenuto dal gruppo viento in francia in occasione di un festival internazionale di musica etnica)nel cd da titolo: saunitaj (sanniti in lingua greca). purtroppo non ci sono piu' copie originali disponibili.
se vuoi posso inviarti una masterizzione.
il mio numero tf e': 333 26 88 949 oppure 328 455 98 90.
se mi contatti e mi dai il tuo indirizzo te lo spedisco volentieri.
saluti Enzo
P.S.: saluti a tutti gli amici del sito
Chanson allemande – Wer hütet uns bei Tag und Nacht (Der Posten) – Alfred Schrappel – 1933
Sur la mélodie populaire du dix-huitième “Das Wandern ist des Müllers Lust”.
Texte tiré de Volksliederarchiv
Chanson présentée dans le volume édité par Guido Fackler intitulé“Des Lagers Stimme - Musik im KZ - Alltag und Häftlingskultur in den Konzentrationslagern 1933-1936”, pubblicato nel 2000.
Nella raccolta in 3 CD “O bittre Zeit - Lagerlieder 1933-1945”.
Bello il paginone, Riccardo. Mi pare che ne sia rimasto qualcuno da sistemare: te li cerco, a avrai ancora da passare una delle tue Noctes Atticae. Sul preteso anacronismo, hai tutte le ragioni. Il conclamato progresso è tutto un andare a culo indietro.
Il libro di Tachtsìs era uscito in traduzione da Ponte alle Grazie, se ben ricordo: e in traduzione l'avevo letto, prima di prestarlo a una signorina, sicché poi chi s'è visto s'è visto. Ma ora ce l'ho in greco, donatomi dalla nostra Giuseppina Dilillo. Sarà bene che lo legga, perché oggi forse riuscirei a cogliere qualcosa della sua portata linguistica. Ho finito di leggere le Ricordanze di Makriyannis, della cui lingua demoticissima Seferis scrisse abbastanza da renderla fondamentale; mentre molti la ripugnavano. Una lettura durata due mesi...
Gian Piero Testa 12/2/2014 - 06:04
Ce lo avevo anch'io in greco, ohimè; e dico "ohimè" perché è una lettura difficile (o meglio, lo fu per me: ad esempio per la caterva di modi di dire che mi spinsero a comprare persino un repertorio degli "ellenismi" scritto da tale Delicostopoulos, con traduzione in inglese). Chissà in quale desolata landa dorme il suo eterno sonno, quel libro. In italiano comunque fu pubblicato dalla casa editrice Aletheia (nientepopodimeno che la Verità in persona), sempre a Firenze. La traduzione è di Paola Maria Minucci. In compenso, stamani su YouTube ho trovato l'intero (!!!) sceneggiato televisivo, in 16 puntate (!!!!), molto ben fatto e interpretato da Lida Protopsalti (con la sigla cantata da Alkistis Protopsalti); se ti capita, dacci un'occhiata anche se ho dovuto farci l'orecchio: parlano talmente veloce da capirci "il giusto", come si suol dire...
Si tratta in primis di ricostruire l'esatto testo nella grafia serba e romanes; cosa che è stata fatta servendomi soprattutto del Romsko-český a česko-romský kapesní slovník (Dizionario tascabile romanes-ceco e ceco-romanes) di Milena Hübschmannová, Hana Šebková e Anna Žigová, pubblicato dalla Štátní Pedagogické Nakladatelství (Casa editrice pedagogica statale) di Praga nel 1991. Tale dizionario, in realtà tutt'altro che "tascabile" e fornito di un'amplissima appendice contenente un'estesa grammatica normativa del romanes, si basa ovviamente sul romanes in uso nell'allora Cecoslovacchia;... (continua)