Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù
Oltremare
2018
Oltremare
feat. Danno, al secolo Simone Eleuteri, voce storica di Colle der fomento
La musica di Raffaele Casarano, fiore all’occhiello della Tuk Music diretta da Paolo Fresu, si fonde con le parole di Simone "Danno" Eleutheri dei Colle Der Fomento per Oltremare, il racconto del viaggio dei migranti alla ricerca della salvezza, "oltre un mondo feroce lasciato alle spalle da dimenticare", "oltre un sogno rubato e pagato col sangue che ti riga le guance, ci sta un mare che inghiotte la vita di notte, c’è una bocca che piange". Una collaborazione inedita per il rapper, considerato una vera e propria leggenda per la scena hip hop italiana di cui fa parte dagli anni Novanta. E che non è nuovo a sperimentazioni simili, da poco salito sul palco accompagnato dalla Piccola Orchestra di Torpignattara, un inno alla multiculturalità. Oltremare racconta il viaggio dei migranti e si fa metafora... (continua)
Oltremare
feat. Danno, al secolo Simone Eleuteri, voce storica di Colle der fomento
La musica di Raffaele Casarano, fiore all’occhiello della Tuk Music diretta da Paolo Fresu, si fonde con le parole di Simone "Danno" Eleutheri dei Colle Der Fomento per Oltremare, il racconto del viaggio dei migranti alla ricerca della salvezza, "oltre un mondo feroce lasciato alle spalle da dimenticare", "oltre un sogno rubato e pagato col sangue che ti riga le guance, ci sta un mare che inghiotte la vita di notte, c’è una bocca che piange". Una collaborazione inedita per il rapper, considerato una vera e propria leggenda per la scena hip hop italiana di cui fa parte dagli anni Novanta. E che non è nuovo a sperimentazioni simili, da poco salito sul palco accompagnato dalla Piccola Orchestra di Torpignattara, un inno alla multiculturalità. Oltremare racconta il viaggio dei migranti e si fa metafora... (continua)
Oltre un sogno rubato e pagato col sangue
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/6/2018 - 18:37
Canto di accoglienza
Da "Trama Tenue" (1999)
Testo di Ginevra Di Marco
Musica di Francesco Magnelli
Chissà se Ginevra di Marco quando ha scritto questa canzone 20 anni fa pensava a questa accoglienza. Ma oggi parlare di accoglienza è diventato rivoluzionario, e quindi per me questa è una CCG.
Testo di Ginevra Di Marco
Musica di Francesco Magnelli
Chissà se Ginevra di Marco quando ha scritto questa canzone 20 anni fa pensava a questa accoglienza. Ma oggi parlare di accoglienza è diventato rivoluzionario, e quindi per me questa è una CCG.
Lasciati avvicinare
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/6/2018 - 18:28
'E Quatte Notte
[2018]
Album :Rúa San Giacomo (Marocco Music/Aquadia)
Album :Rúa San Giacomo (Marocco Music/Aquadia)
Dint' a 'stu lagno sole e sudore
(continua)
(continua)
inviata da adriana 21/6/2018 - 15:26
E la femina impîs ch'a lu cjala
Musicata da Lino Straulino
Ogni sera. Lino Straulino al cjante Leonardo Zanier (2018)
Ogni sera. Lino Straulino al cjante Leonardo Zanier (2018)
vêso mai jodût
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 21/6/2018 - 10:10
Praying for Time
[1990]
Album: "Listen Without Prejudice Vol. 1"
Testo, musica, arrangiamento e produzione di George Michael
Dopo le "prove generali" fatte con Hand to Mouth e Crazyman Dance, due canzoni dense di sensibilità e di attenzione al sociale composte entrambe attorno al 1987 (anche se la seconda venne pubblicata solo nel 1992), George Michael nel 1990 completa il percorso dando alla luce la sola canzone davvero conosciuta - anzi immensamente popolare - di questo pregevole trittico.
Che le tre canzoni tra loro siano legate da un filo rosso emerge anche dal riferimento, nel testo di ognuna di esse, alla scusa principale di chi è solito voltare la testa dall'altra parte: il "non avere tempo".
Praying For Time è un brano dedicato al tema della povertà; dell'egoismo avido di chi ha già molto; della forbice sempre più ampia ed impietosa tra ricchi e poveri (tra i quali, in costante aumento, proprio... (continua)
Album: "Listen Without Prejudice Vol. 1"
Testo, musica, arrangiamento e produzione di George Michael
Dopo le "prove generali" fatte con Hand to Mouth e Crazyman Dance, due canzoni dense di sensibilità e di attenzione al sociale composte entrambe attorno al 1987 (anche se la seconda venne pubblicata solo nel 1992), George Michael nel 1990 completa il percorso dando alla luce la sola canzone davvero conosciuta - anzi immensamente popolare - di questo pregevole trittico.
Che le tre canzoni tra loro siano legate da un filo rosso emerge anche dal riferimento, nel testo di ognuna di esse, alla scusa principale di chi è solito voltare la testa dall'altra parte: il "non avere tempo".
Praying For Time è un brano dedicato al tema della povertà; dell'egoismo avido di chi ha già molto; della forbice sempre più ampia ed impietosa tra ricchi e poveri (tra i quali, in costante aumento, proprio... (continua)
These are the days of the open hand
(continua)
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 19/6/2018 - 16:47
Affermativo
[2017]
Scritta da Lorenzo Cherubini Jovanotti
Nell'album "Oh, vita!"
Pubblicato come singolo nella versione remix di Takagi & Ketra Gipsy Trap
Scritta da Lorenzo Cherubini Jovanotti
Nell'album "Oh, vita!"
Pubblicato come singolo nella versione remix di Takagi & Ketra Gipsy Trap
Mi ricordo il rumore del vento
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/6/2018 - 11:20
Lu Fiju a Milano
[2016]
Album : Petipitugna
Album : Petipitugna
Nce do cristiani, maritu e muiere
(continua)
(continua)
inviata da adriana 15/6/2018 - 16:07
Fordre niemand, mein Schicksal zu hören
anonimo
[metà 800]
Canzone di autore anonimo, probabilmente sulla melodia della popolare francese “D’un héros que la France revére”
Interpretata dal duo folk tedesco Zupfgeigenhansel, nel loro album del 1978 intitolato “Volkslieder 3 - Im Krug Zum Grünen Kranze”.
Canzone di autore anonimo, probabilmente sulla melodia della popolare francese “D’un héros que la France revére”
Interpretata dal duo folk tedesco Zupfgeigenhansel, nel loro album del 1978 intitolato “Volkslieder 3 - Im Krug Zum Grünen Kranze”.
Fordre niemand, mein Schicksal zu hören
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/6/2018 - 13:30
Ein Krampenschlag vor Tag
[1934]
Versi di Theodor Kramer (1897-1958), uno dei più importanti poeti austriaci del 900.
Musica del duo folk tedesco Zupfgeigenhansel, in “Andre, die das Land so sehr nicht liebten”, loro ultimo album prima dello scioglimento nel 1985. Il lavoro è interamento dedicato alle opere di Theodor Kramer
La semplicità della quotidianità contadina e artigiana della Bassa Austria, la ricerca istintiva del colorito locale in tutte le sue sfumature e la quasi maniacale insistenza descrittiva del particolare in forma lirica non rimangono mai circoscritte al solo mondo della campagna austriaca, ma si estendono anche alla sfera della periferia industriale di una metropoli come Vienna dove Kramer, silenziosamente, senza perdersi in digressioni autoriali, ritrae la miseria del proletariato e del suo vivere incerto.
È il caso della poesia “Ein Krampenschlag vor Tag” (Una picconata in pieno giorno,... (continua)
Versi di Theodor Kramer (1897-1958), uno dei più importanti poeti austriaci del 900.
Musica del duo folk tedesco Zupfgeigenhansel, in “Andre, die das Land so sehr nicht liebten”, loro ultimo album prima dello scioglimento nel 1985. Il lavoro è interamento dedicato alle opere di Theodor Kramer
La semplicità della quotidianità contadina e artigiana della Bassa Austria, la ricerca istintiva del colorito locale in tutte le sue sfumature e la quasi maniacale insistenza descrittiva del particolare in forma lirica non rimangono mai circoscritte al solo mondo della campagna austriaca, ma si estendono anche alla sfera della periferia industriale di una metropoli come Vienna dove Kramer, silenziosamente, senza perdersi in digressioni autoriali, ritrae la miseria del proletariato e del suo vivere incerto.
È il caso della poesia “Ein Krampenschlag vor Tag” (Una picconata in pieno giorno,... (continua)
Was bin ich nur so jäh erwacht?
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/6/2018 - 13:18
Ellerinize ve Yalana Dair
[1949]
Versi di Nâzım Hikmet
Una poesia messa in musica da Maksut Göksu in un album del 1977 intitolato “Bağımsızlığa Ezgiler”, interpretato dal cantante e musicista Yusuf Dağüstün (1947-1999).
Più recentemente (2017), nell’album di Metin Belgin intitolato “Rüzgara Karşı Yürüyen Adam : Nazım Hikmet”
Versi di Nâzım Hikmet
Una poesia messa in musica da Maksut Göksu in un album del 1977 intitolato “Bağımsızlığa Ezgiler”, interpretato dal cantante e musicista Yusuf Dağüstün (1947-1999).
Più recentemente (2017), nell’album di Metin Belgin intitolato “Rüzgara Karşı Yürüyen Adam : Nazım Hikmet”
Bütün taşlar gibi vekarlı,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/6/2018 - 13:04
Il valore del lavoro vero
[2018]
Album : Fuego y corazon
Album : Fuego y corazon
Il valore del lavoro vero, il valore del lavoro vero, il vero oro del lavoro è in un futuro meno nero!
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 11/6/2018 - 19:05
Büyük insanlık
[1958]
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Zülfü Livaneli, nel suo album del 1979 intitolato “Atlının Türküsü”
Versi di Nâzım Hikmet
Musica di Zülfü Livaneli, nel suo album del 1979 intitolato “Atlının Türküsü”
Büyük insanlık gemide güverte yolcusu
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/6/2018 - 08:29
Danzica e Poznam come Detroit
[anno imprecisato, forse 1971?]
Testo di Joe Fallisi, dall'archivio personale
Musica: non pervenuta
"Dicembre 1970: a Danzica, Stettino e nei grandi centri operai polacchi un possente movimento di lotta dei lavoratori scuote il paese protestando contro la politica del partito comunista al potere che ha appena concluso una serie di accordi con la Germania Occidentale per "convertire" l'economia polacca e raggiungere la competitività del MEC. Il prezzo degli accordi viene fatto pagare ai lavoratori attraverso l'intensificazione dei ritmi sui luoghi di lavoro, e un massiccio aumento dei prezzi alimentari con la decurtazione dei salari. La rivolta operaia è diretta contro la burocrazia e il capitalismo di Stato: al canto dell'Internazionale i lavoratori attaccano il quartier generale del Partito Comunista e nel corso delle manifestazioni di strada, seguite allo sciopero, la polizia spara sui... (continua)
Testo di Joe Fallisi, dall'archivio personale
Musica: non pervenuta
"Dicembre 1970: a Danzica, Stettino e nei grandi centri operai polacchi un possente movimento di lotta dei lavoratori scuote il paese protestando contro la politica del partito comunista al potere che ha appena concluso una serie di accordi con la Germania Occidentale per "convertire" l'economia polacca e raggiungere la competitività del MEC. Il prezzo degli accordi viene fatto pagare ai lavoratori attraverso l'intensificazione dei ritmi sui luoghi di lavoro, e un massiccio aumento dei prezzi alimentari con la decurtazione dei salari. La rivolta operaia è diretta contro la burocrazia e il capitalismo di Stato: al canto dell'Internazionale i lavoratori attaccano il quartier generale del Partito Comunista e nel corso delle manifestazioni di strada, seguite allo sciopero, la polizia spara sui... (continua)
Danzica e Poznam come Detroit
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/6/2018 - 21:42
In Harm's Way
Scritta da Amanda Palmer
Videoclip di Abel Azcona
rewind a year or so…to septemer 3rd, 2015.
remember this?
if you weren’t living out of the news cycle, you saw this.
this is aylan kurdi, a 3-year-old boy who was lying dead, face down on the shores of turkey during the crisis of 2015…and just happened to be captured by a news photographer.
but children were dying daily, hourly, minutely.
the world turned its attention to the crisis because of the photo, but the news cycle fades, and crisis didn’t go away. it persists.
when i saw the photo, like most people (i assume), my heart skipped a beat and i found myself crying.
how could all of us in this world be taking such poor care of one another?
what the fuck is happening?
i was due to give birth in two weeks.
my womb hurt.
two weeks later, i gave birth to ash in the woods of tenessee, far away from the news, far away from everything.... (continua)
Videoclip di Abel Azcona
rewind a year or so…to septemer 3rd, 2015.
remember this?
if you weren’t living out of the news cycle, you saw this.
this is aylan kurdi, a 3-year-old boy who was lying dead, face down on the shores of turkey during the crisis of 2015…and just happened to be captured by a news photographer.
but children were dying daily, hourly, minutely.
the world turned its attention to the crisis because of the photo, but the news cycle fades, and crisis didn’t go away. it persists.
when i saw the photo, like most people (i assume), my heart skipped a beat and i found myself crying.
how could all of us in this world be taking such poor care of one another?
what the fuck is happening?
i was due to give birth in two weeks.
my womb hurt.
two weeks later, i gave birth to ash in the woods of tenessee, far away from the news, far away from everything.... (continua)
What i cannot see cannot be not untrue
(continua)
(continua)
10/6/2018 - 10:27
Padre Nostro
2018
nuoveCanzoni
PADRE NOSTRO è una preghiera laica, scoppiata come una tempesta in mare, un grido lacerante e necessario, quando gli occhi vedono quello che non vogliono guardare, e si cerca una ragione in una logica inesistente, e per poter sopravvivere si cercano forza e ricchezza nel dolore del nostro tempo, in attesa di un rinascimento.
nuoveCanzoni
PADRE NOSTRO è una preghiera laica, scoppiata come una tempesta in mare, un grido lacerante e necessario, quando gli occhi vedono quello che non vogliono guardare, e si cerca una ragione in una logica inesistente, e per poter sopravvivere si cercano forza e ricchezza nel dolore del nostro tempo, in attesa di un rinascimento.
Dio della tempesta dio delle barche rotte
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 9/6/2018 - 22:27
Mohamed
Adattamento di Alessio Lega di una canzone di Dario Muci
Questa canzone mi viene da Dario Muci, che considero la più bella voce (non un cantante, ma un uomo che canta) non solo del Salento. Gliel’ho sentita fare una volta, e da allora la melodia e il tema mi hanno ossessionato. Non ricordando il suo, ho scritto un mio testo che dice più o meno le stesse cose in italiano (il suo è in leccese).
L’ho fatta qualche volta nei concerti e ho visto che commuoveva il pubblico quanto me, che mi si spezza la voce ogni volta.
Oggi non riesco più a tenerla per me, e la rendo pubblica qui. È un atto d’amore per i nostri fratelli stranieri oggi in pericolo, come ieri i nostri padri. È un atto di stima per Dario. È un atto di memoria per noi che l’abbiamo persa. Spero sia un atto di speranza per tutti.
Questa canzone mi viene da Dario Muci, che considero la più bella voce (non un cantante, ma un uomo che canta) non solo del Salento. Gliel’ho sentita fare una volta, e da allora la melodia e il tema mi hanno ossessionato. Non ricordando il suo, ho scritto un mio testo che dice più o meno le stesse cose in italiano (il suo è in leccese).
L’ho fatta qualche volta nei concerti e ho visto che commuoveva il pubblico quanto me, che mi si spezza la voce ogni volta.
Oggi non riesco più a tenerla per me, e la rendo pubblica qui. È un atto d’amore per i nostri fratelli stranieri oggi in pericolo, come ieri i nostri padri. È un atto di stima per Dario. È un atto di memoria per noi che l’abbiamo persa. Spero sia un atto di speranza per tutti.
Così cacciati da queste parti
(continua)
(continua)
7/6/2018 - 19:33
70 persone
[1968]
Parole e musica di Enzo Jannacci
Nell’album “Vengo anch'io? No, tu no!”
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su LyricsWikia
Parole e musica di Enzo Jannacci
Nell’album “Vengo anch'io? No, tu no!”
Con l’accompagnamento dell’orchestra di Luis Enriquez Bacalov
Testo trovato su LyricsWikia
Ho visto un mare di gente
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 13:23
O desespero da piedade
[1969]
Parole e musica di Vinicius de Moraes
Nell’album “Em Portugal”, registrato dal vivo a Lisbona
Sulle prime ero incerto se contribuire questa splendida preghiera laica come Extra, ma alcuni suoi passaggi – sui poveri, sugli sfruttati, sulle donne,... – mi hanno convinto a proporla come CCG/AWS Docg… La versione di Enzo Jannacci – incisa addirittura prima di quella del Maestro – mi ha convinto definitivamente della bontà della mia decisione...
Parole e musica di Vinicius de Moraes
Nell’album “Em Portugal”, registrato dal vivo a Lisbona
Sulle prime ero incerto se contribuire questa splendida preghiera laica come Extra, ma alcuni suoi passaggi – sui poveri, sugli sfruttati, sulle donne,... – mi hanno convinto a proporla come CCG/AWS Docg… La versione di Enzo Jannacci – incisa addirittura prima di quella del Maestro – mi ha convinto definitivamente della bontà della mia decisione...
Meu senhor, tende piedade dos que andam de bonde
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 12:51
La mia gente
[1970]
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia
“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
Parole e musica di Enzo Jannacci
La traccia che dà il titolo all’album del 1970
Testo trovato su LyricsWikia
“… Gli amori di Jannacci, sbocciati fra i pendolari che fanno la spola tra la periferia milanese e le fabbriche del miracolo economico, hanno tutti un triste epilogo; o se l’hanno lieto, nessuno se ne accorge, perché i «poveri cristi» fanno parte della moltitudine anonima descritta in La mia gente (1970): «La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge»; personaggi che «li han lasciati accoppare dietro a una ciminiera». Evidente in questa canzone, e peraltro dichiarato, è il debito che Jannacci contrae con Jacques Brel...”
(dal Dizionario Biografico degli Italiani, di Stefano Pivato, Treccani, 2017)
La mia gente,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/6/2018 - 11:27
Sta terra nun fa pi mia
[1928]
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Parole e musica di Rosina Gioiosa Trubia, voce soprano, cantante ed autrice emigrata negli USA dalla Sicilia.
Con accompagnamento d’orchestra.
Questa sua canzone – solo 3 in tutto quelle sue note – fu pubblicata dall’americana Brunswick Records, negli USA, in Canada, Argentina e Italia.
Trovo il brano in “Cartoline dal Little Italy vol. 2”, raccolta del Fonografo Italiano, Serie IV, Vol. 2, pubblicata dalla Fonit Cetra nel 1978, curata da Ugo Gregoretti
Testo trovato su sito del Musée canadien de l’histoire
Cu dici ca l’America
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 15:39
Sciùur padrón cun la bùrsa dedré
anonimo
Canto di filanda lombardo che ha più di un’assonanza con Sciur padrun da li beli braghi bianchi
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
[PARL.: E la cantàvem quàant i me dàven mai i danée: pasàa i dées, pasàa i vündes, pasàa i dùdes, a muménti l’éva sià ‘l quìndes del mées éven gnamò de pagòm. Alùra cüràvem quàant el vegnéva’l padrón in filònda, cunt ul diretùur, i nàven in sö e in giö e i discuréven di sö ròp e nögn la cuminciava vüna:]
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 14:27
Passégian per la sala
anonimo
Canto di filanda dalla provincia di Lecco, raccolto da Oliviero Biella, chitarrista, compositore e musicologo.
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Il canto parla dello stretto controllo cui erano sottoposte le giovani operaie sfruttate in filanda. Padrone ed assistenti stavano sempre loro addosso e appena la produzione calava un poco, ecco che fioccavano le trattenute sulla già povera paga… I bachi da seta, una volta puliti e selezionati, venivano portati alle filande dove venivano pesati per determinare il compenso da dare alle lavoratrici… Naturalmente le operaie non avevano nessuna voce in capitolo sulla pesatura, per cui venivano facilmente ingannate...
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Il canto parla dello stretto controllo cui erano sottoposte le giovani operaie sfruttate in filanda. Padrone ed assistenti stavano sempre loro addosso e appena la produzione calava un poco, ecco che fioccavano le trattenute sulla già povera paga… I bachi da seta, una volta puliti e selezionati, venivano portati alle filande dove venivano pesati per determinare il compenso da dare alle lavoratrici… Naturalmente le operaie non avevano nessuna voce in capitolo sulla pesatura, per cui venivano facilmente ingannate...
Passégian per la sala
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 13:04
O che canatòri l'è mai quest!
anonimo
Canto di filanda raccolto a Seregno (Monza e Brianza) da M. A. Spreafico
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
Testo trovato sul sito del Museo della seta di Garlate
O che canatòri l'è mai quest!
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/6/2018 - 12:48
Ciappa la rocca e 'l fus
anonimo
Di origine brianzola, questa canzone sull'emigrazione è diffusissima in tutta la Lombardia e cantata ancora oggi. Specie la prima strofa entra spesso a far parte dei vari "risotti” d'osteria. Questa versione di due strofe è riportata in “Canti dell'emigrazione” (1976), curato da Anton Virgilio Savona e Michele L. Straniero.
Il problema dell'emigrazione verso un paese tanto lontano e ignoto come la California è qui affrontato scherzosamente, ma la seconda strofa indica chiaramente che i contadini pensavano sl all'emigrazione come ad una necessità, ma la consideravano un episodio temporaneo: - tornarèmm con rocca e fusa, cioè torneremo a casa, alla nostra vita di sempre. E questo un motivo comune a molti canti di emigrati di tutte le regioni italiane. Sappiamo purtroppo che per molti non fu cosí: quello che trovarono nei paesi d'oltre Oceano fu spesso solo un lavoro appena sufficiente a sopravvivere.... (continua)
Il problema dell'emigrazione verso un paese tanto lontano e ignoto come la California è qui affrontato scherzosamente, ma la seconda strofa indica chiaramente che i contadini pensavano sl all'emigrazione come ad una necessità, ma la consideravano un episodio temporaneo: - tornarèmm con rocca e fusa, cioè torneremo a casa, alla nostra vita di sempre. E questo un motivo comune a molti canti di emigrati di tutte le regioni italiane. Sappiamo purtroppo che per molti non fu cosí: quello che trovarono nei paesi d'oltre Oceano fu spesso solo un lavoro appena sufficiente a sopravvivere.... (continua)
Ciappa la rocca e 'l fus
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 10:57
E ven quel més
anonimo
Un brano raccolto ad Arluno, nell’Alto Milanese, e inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Végna quel més
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 09:59
O scior padrón, i cavalée van male
anonimo
[1885-89?]
Canzone di protesta dei coltivatori di bachi da seta (cavalée in lombardo) della Brianza. Sembra sia nata durante il periodo delle agitazioni contadine nell'Alto Milanese (1885-1889).
Un brano inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
Canzone di protesta dei coltivatori di bachi da seta (cavalée in lombardo) della Brianza. Sembra sia nata durante il periodo delle agitazioni contadine nell'Alto Milanese (1885-1889).
Un brano inciso dal Nuovo Canzoniere Milanese nell’LP “Il bosco degli alberi : Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari”, a cura di Gianni Bosio e Francesco Coggiola, I Dischi del Sole, 1971.
Testo trovato nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.
O scior padrón, i cavalée van male,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 08:57
Ma va là tí contadin
anonimo
[1962?]
Cantano Andreina Fortunati, Clara Benedusi ed Ebe Dalmaschio nel disco “Le mondine di Villa Garibaldi”, nella serie “Documenti originali del folklore musicale europeo”, Albatros, 1975.
Probabilmente in origine raccolto da Gianni Bosio nel 1962 a Roncoferraro in provincia di Mantova.
Cantano Andreina Fortunati, Clara Benedusi ed Ebe Dalmaschio nel disco “Le mondine di Villa Garibaldi”, nella serie “Documenti originali del folklore musicale europeo”, Albatros, 1975.
Probabilmente in origine raccolto da Gianni Bosio nel 1962 a Roncoferraro in provincia di Mantova.
Un canto di braccianti agricoli raccolto nel mantovano. Il tono è al contempo di lamento e di autoderisione del contadino "giornaliero" che non ha nemmeno il vino per consolarsi delle sue fatiche. Negli ultimi due versi ritorna la figura del padrone che passeggia con "la sua sciora", comune ad altre canzoni di protesta contadina e di risaia. "El fer", cioè il ferro, è termine usato in dialetto per falce.
(nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.)
(nel volume di Nanni Svampa "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi”, 1977, ultima edizione 2007.)
Ma va là tí contadin
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/6/2018 - 08:26
Italiani nel mondo
[2018]
All'Italia (riedizione 2018)
All'Italia (riedizione 2018)
Partimmo un bel giorno di sole non so più di quanti anni fa
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 16:49
The Law of the Sea
2017
Songs of the sea
Songs of the sea
All my brothers now live in the sea
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/6/2018 - 12:26
Mare nostro
2018
Il coraggio della rivoluzione
Il coraggio della rivoluzione
Non lo sapevo che in Italia si potesse arrivare anche per mare
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 2/6/2018 - 10:50
Viaggiatori senza memoria
2015
Viaggiatori senza memoria
Viaggiatori senza memoria
Ci vogliono raccontare una storia a lieto fine
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 1/6/2018 - 12:48
B.H.S.
[2017]
Scritta da Andrew Fearn e Jason Williamson
Nell’album intitolato “English Tapas”
Testo trovato su Genius
Era tempo che cercavo il modo di infilare nelle CCG/AWS un brano di questo “inqualificabile” duo elektro-minimalist-rap-punk di Nottingham, ma finora i miei tentativi si erano infranti un po’ sullo slang un po’ su testi certo duri, acidi, descrittivi dello squallore della società inglese vista dal basso, ma non certo canzoni contro la guerra…
Questa “B.H.S.” sta invece a pennello nel percorso della “Guerra del lavoro” perché racconta di quanto nell’estate del 2016 venne dichiarata fallita la grande catena commerciale British Home Stores, di proprietà fino al 2015 del magnate Philip Green. Costui, un imprenditore miliardario in quota al partito conservatore, comprò l’azienda – fondata negli anni 20 del secolo scorso - nel 2000 per 200 milioni di sterline e la rivendette a 1... (continua)
Scritta da Andrew Fearn e Jason Williamson
Nell’album intitolato “English Tapas”
Testo trovato su Genius
Era tempo che cercavo il modo di infilare nelle CCG/AWS un brano di questo “inqualificabile” duo elektro-minimalist-rap-punk di Nottingham, ma finora i miei tentativi si erano infranti un po’ sullo slang un po’ su testi certo duri, acidi, descrittivi dello squallore della società inglese vista dal basso, ma non certo canzoni contro la guerra…
Questa “B.H.S.” sta invece a pennello nel percorso della “Guerra del lavoro” perché racconta di quanto nell’estate del 2016 venne dichiarata fallita la grande catena commerciale British Home Stores, di proprietà fino al 2015 del magnate Philip Green. Costui, un imprenditore miliardario in quota al partito conservatore, comprò l’azienda – fondata negli anni 20 del secolo scorso - nel 2000 per 200 milioni di sterline e la rivendette a 1... (continua)
It's at night when they come,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/5/2018 - 09:46
Living For The City
Una grintosissima versione eseguita live dall'autore nel 1997 in duetto con George Michael, grande ammiratore di Stevie Wonder (del quale Michael incise e/o cantò dal vivo parecchi brani lungo tutto l'arco della sua carriera, per l'appunto anche duettando con lui in alcune occasioni inclusa questa).
Da notare, nella band, la presenza pure di Steve Winwood alle tastiere e di Nile Rodgers alla chitarra. :-)
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Questa invece è una cover "in solitaria" dello stesso brano da parte di un George Michael più giovane nel "Cover To Cover Tour" (1991).
Da notare, nella band, la presenza pure di Steve Winwood alle tastiere e di Nile Rodgers alla chitarra. :-)
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Questa invece è una cover "in solitaria" dello stesso brano da parte di un George Michael più giovane nel "Cover To Cover Tour" (1991).
Alberta Beccaro - Venezia 24/5/2018 - 01:55
Les communistes
[1974]
Parole e musica di Maurice Fanon, che di Pia Colombo fu brevemente marito e amico per tutta la vita.
Singolo del 1974.
Testo trovato su Paroles-Musique
Parole e musica di Maurice Fanon, che di Pia Colombo fu brevemente marito e amico per tutta la vita.
Singolo del 1974.
Testo trovato su Paroles-Musique
Ils sont de notre temps, conçus sous les outrages
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/5/2018 - 16:19
The Pogues & Kirsty MacColl: Fairytale of New York
La versione di Tomek "Kowal" Kowalski in duetto con Marta Lenart e supporto del gruppo folk ceco Benjaming`s Clan.
Krzysiek 20/5/2018 - 18:00
Le Poisson dans mon assiette
Paroles et musique : Jann Halexander
Le franco-gabonais Jann Halexander chante pour la première fois cette chanson le 26 juin 2016 au théâtre Nout, en région parisienne. Absente sur disque, elle est devenue, malgré son aspect 'anecdotique', un classique des tours de chant de l'artiste, qu évoque avec ironie et désespoir les milliers de migrants morts dans les eaux de la méditerranée. La question de l'exil faisant partie des thématiques du chanteur.
Le franco-gabonais Jann Halexander chante pour la première fois cette chanson le 26 juin 2016 au théâtre Nout, en région parisienne. Absente sur disque, elle est devenue, malgré son aspect 'anecdotique', un classique des tours de chant de l'artiste, qu évoque avec ironie et désespoir les milliers de migrants morts dans les eaux de la méditerranée. La question de l'exil faisant partie des thématiques du chanteur.
Il y a un poisson dans mon assiette
(continua)
(continua)
inviata da Bruno 20/5/2018 - 14:29
I Hate Wogs
[1980]
Parole e musica di Eric Bogle
Nell’album “Now I'm Easy”
Wogs è un termine spregiativo rivolto a chi non ha la pelle bianca ma, evidentemente, il protagonista di questo brano lo utilizza per tutti gli immigrati di qualunque colore e provenienza, europei compresi, dimenticando bellamente di non essere certo pure lui un aborigeno (sporchi wogs pure essi, peraltro...)!
Parole e musica di Eric Bogle
Nell’album “Now I'm Easy”
Wogs è un termine spregiativo rivolto a chi non ha la pelle bianca ma, evidentemente, il protagonista di questo brano lo utilizza per tutti gli immigrati di qualunque colore e provenienza, europei compresi, dimenticando bellamente di non essere certo pure lui un aborigeno (sporchi wogs pure essi, peraltro...)!
I'm a dicky-dye Australian guy and me name is Billy Schmidt.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2018 - 11:53
Ibrahim
[2002]
Parole e musica di Eric Bogle
Nell’album “The Colour Of Dreams”
Parole e musica di Eric Bogle
Nell’album “The Colour Of Dreams”
Hey Ibrahim, tell me what do you think of Australia?
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2018 - 11:22
Les Nouveaux Partisans
17 maggio 2018 01:07
Due parole del traduttore. Nelle note, un particolare rilievo assume la numero [9] dedicata all'Incendio di Aubervilliers del 1° gennaio 1970. Tale episodio è importante anche per l'effettiva datazione della canzone, sulla quale sussistono dei problemi (che, magari, Dominique Grange stessa, che ha inviato a suo tempo questa sua canzone al nostro sito, potrà risolvere se qualche volta ancora ci legge -cosa che speriamo vivamente). Tutte le questioni sulla datazione sono state spostate nella nuova introduzione.
Due parole del traduttore. Nelle note, un particolare rilievo assume la numero [9] dedicata all'Incendio di Aubervilliers del 1° gennaio 1970. Tale episodio è importante anche per l'effettiva datazione della canzone, sulla quale sussistono dei problemi (che, magari, Dominique Grange stessa, che ha inviato a suo tempo questa sua canzone al nostro sito, potrà risolvere se qualche volta ancora ci legge -cosa che speriamo vivamente). Tutte le questioni sulla datazione sono state spostate nella nuova introduzione.
I NUOVI PARTIGIANI
(continua)
(continua)
17/5/2018 - 01:08
Te Deum (o Te Deum de’ Calabresi)
La schizofrenia ideologica della narrazione di regime tende ad escludere un dettaglio importantissimo: i giacobini e i loro amichetti francesi uccisero più di 60.000 napolitani! Forse è per questo che i cosiddetti "lazzari" per qualche strano motivo decisero di combatter per il Trono e per l'Altare?!
Che siano per sempre maledetti tutti i giacobini e tutti i pennivendoli di regime.
Che siano per sempre maledetti tutti i giacobini e tutti i pennivendoli di regime.
Aniello Balestrieri 14/5/2018 - 13:17
Aremu rindineddha
Trascrizione dei versi nell'ortografia greca standard
Μεταγραφή των στίχων στη κανονική ελληνική ορθογραφία
Η μεταγραφή των στίχων αυτού του διαλεκτικού τραγουδιού στη κανονική ελληνική ορθογραφία δε μπορεί να είναι τέλεια, αλλά και η ιταλική (ή “ιταλο-ελληνική”) ορθογραφία με την οποία γράφεται το Γκρίκο παρουσιάζει προβλήματα. Εφόσον η πάρουσα μεταγραφή απευθύνεται στους Έλληνες ή στις Ελληνίδες που επιθυμούν να τραγουδούνε όλο το τραγούδι, μία επιστημονική μεταγραφή με φωνητικούς χαρακτήρες θα ήταν δυσανάγνωστη. Σε κάθε περίπτωση, η ελληνική ορθογραφία αποδίδει αρκετά καλά τους φθόγγους του Γκρίκου, με την προειδοποίηση ότι τα διπλά σύμφωνα (π.χ. δδ, ττ κτλ.) προφέρονται δίπλα, πραγματικά και όχι όπως στα Ελληνικά Ελλάδας, και ότι το “δδ” είναι “εγκεφαλικός” φθόγγος που δεν υπάρχει στα Ελληνικά Ελλάδας, αλλά μόνο σε κάποιες διάλεκτους Ιταλίας και Ελλάδας (προφέρεται με την άκρη της γλώσσας... (continua)
Μεταγραφή των στίχων στη κανονική ελληνική ορθογραφία
Η μεταγραφή των στίχων αυτού του διαλεκτικού τραγουδιού στη κανονική ελληνική ορθογραφία δε μπορεί να είναι τέλεια, αλλά και η ιταλική (ή “ιταλο-ελληνική”) ορθογραφία με την οποία γράφεται το Γκρίκο παρουσιάζει προβλήματα. Εφόσον η πάρουσα μεταγραφή απευθύνεται στους Έλληνες ή στις Ελληνίδες που επιθυμούν να τραγουδούνε όλο το τραγούδι, μία επιστημονική μεταγραφή με φωνητικούς χαρακτήρες θα ήταν δυσανάγνωστη. Σε κάθε περίπτωση, η ελληνική ορθογραφία αποδίδει αρκετά καλά τους φθόγγους του Γκρίκου, με την προειδοποίηση ότι τα διπλά σύμφωνα (π.χ. δδ, ττ κτλ.) προφέρονται δίπλα, πραγματικά και όχι όπως στα Ελληνικά Ελλάδας, και ότι το “δδ” είναι “εγκεφαλικός” φθόγγος που δεν υπάρχει στα Ελληνικά Ελλάδας, αλλά μόνο σε κάποιες διάλεκτους Ιταλίας και Ελλάδας (προφέρεται με την άκρη της γλώσσας... (continua)
ΑΡΕΜΟΥ ΡΙΝΤΙΝΕΔΔΑ
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 11/5/2018 - 10:51
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Album : Un altro me