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Percorso Resistenza al Nazifascismo in Italia e in Europa

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Figli di Nessuno

anonimo
Leggo con una certa sorpresa che qualcuno ha creduto di poter cantare «Figli dell'officina» sull'aria di «Figli di nessuno». Quest'ultima canzone, da qualsiasi parte si colgan le parole, si compone di un tema d'una quartina di endecasillabi, seguita dal ritornello di un'alternanza di quinari e settenari : uno schema metrico non banale, poco rappresentato nella letteratura della canzone popolare (a partire dalle mie conoscenze, potrei addirittura azzardare che si tratti del sincretismo di due canzoni diverse, cosa frequentissima nel canto popolare - pensiamo a "Bandiera rossa"; ma lasciamo perdere).

«Figli dell'officina» invece è infinitamente più semplice ed usuale : entrambi gli schemi delle due strofe ("figli d.officina"; "avanti siam ribelli") son tutti in settenari (uno dei due versi principali della lirica italiana, assieme all'endecasillabo).
Non c'è bisogno di essere raffinati cultori di metrica e prosodia, né musicisti esperti per rendersi conto che è impossibile far collimare le due melodie.
Pardo 2/6/2024 - 09:55
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Partigiani

Partigiani
OMAGGIO AL COMPAGNO PARTIGIANO EUGENIO MAGRI
Gianni Sartori

NEL CORSO DELLA SUA LUNGA VITA MILITANTE, L’ANTIFASCISTA VICENTINO EUGENIO MAGRI (morto a 96 anni) HA CONTRIBUITO COME POCHI AL RECUPERO DELLA MEMORIA STORICA SIA DELLA RESISTENZA AL FASCISMO NOSTRANO, SIADELLA LOTTA ANTIFRANCHISTA

E così anche Eugenio se n’è andato. Era nato nel 1928 e quindi un po’ me l’aspettavo. L’ultima volta che ne avevo chiesto notizie al suo amico fraterno Moret, lui aveva scosso il capo.

Eugenio, operaio autodidatta e artista, negli ultimi tempi soffriva per seri problemi alla vista che gli impedivano di proseguire nelle sue inesauste ricerche storiche. Se non proprio l’ultimo superstite del movimento partigiano vicentino, con lui perdiamo una delle voci più autentiche e significative, in grado ancora di dare testimonianza.

Nell’estremo saluto (28 maggio), tra bandiere dell’ANPI, della CGIL, dell’USB…e... (continua)
Gianni Sartori 30/5/2024 - 14:33
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Un vessillo

anonimo
Canzone che veniva cantata la mattina all'alza bandiera dai componenti della Divisione d'Assalto "Garibaldi-Natisone". Per testimonianza diretta del partigano Walter Zorzenone "Vipera" già componente della stessa Divisione, gli stessi partigiani la chiamavano scherzosamente "il caffè" in quanto era in qualche modo sostitutivo della bevanda logicamente non disponibile (Luciano Marcolini Provenza , segretario ANPI di Cividale del Friuli)
Un vessillo in alto sventola, (continua)
inviata da Dq82 29/4/2024 - 10:33
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Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio

Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 28-4-2024 23:10

“La cosa veramente divertente è che c’è stato un tempo in cui i fascisti erano più autentici, più spavaldi, erano leoni, anche se solo per un giorno. Rivendicavano la loro identità senza paura di essere accusati di essere traditori e assassini della patria. Oggi, invece, hanno paura di definirsi, di rivendicare la loro fede”, scrive l’attore, che è anche direttore artistico del concertone del Primo Maggio di Taranto, nel post. E poi, si legge ancora: “Tradiscono la loro identità giurando sulla Costituzione antifascista e poi per stare seduti sulla poltrona diventano campioni della super Cazzola, cintura nera di arrampicata sugli specchi”. Infine: “Lo dico sinceramente: non ci sono più i fascisti di una volta. Solo pecore. Ecco cosa sono i fascisti di ieri che sono diventati i governanti di oggi. Meglio una vita da pecora che un giorno da leoni. Viva la Resistenza”. - Michele Riondino, 28 aprile 2024.
Comrade Lazlo’s Letter to Colonel Valerio
(continua)
28/4/2024 - 23:07




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