Autore Bob Dylan
God
(1969)
Album: John Lennon/Plastic Ono Band
Questa canzone è un capolavoro. È una canzone contro tutti gli idoli, a partire da Dio e dai suoi profeti. Una canzone che parla della possibilità di mettere da parte Dio per arrivare all'Io. La canzone che è costata la vita a John Lennon.
Ma partiamo dall'inizio. I primi versi sono nati durante una seduta di psicoanalisi. All'epoca Lennon si era infatti affidato alle teorie del Dr Arthur Janov inventore della terapia dell'urlo primario (Primal Scream) che sosteneva che l'uso della voce attraverso l'urlo primordiale o primario, riconducendo alle origini, porta l'individuo che lo compie a ricongiungersi, in una sorta di rinascita, con la propria psiche liberandola dalle proprie paure e traumi attraverso l'esternazione di rabbia ed emozioni. Cosa che Lennon mette in pratica in questa canzone.
Durante una delle conversazioni con Janov, Lennon... (continua)
Album: John Lennon/Plastic Ono Band
Questa canzone è un capolavoro. È una canzone contro tutti gli idoli, a partire da Dio e dai suoi profeti. Una canzone che parla della possibilità di mettere da parte Dio per arrivare all'Io. La canzone che è costata la vita a John Lennon.
Ma partiamo dall'inizio. I primi versi sono nati durante una seduta di psicoanalisi. All'epoca Lennon si era infatti affidato alle teorie del Dr Arthur Janov inventore della terapia dell'urlo primario (Primal Scream) che sosteneva che l'uso della voce attraverso l'urlo primordiale o primario, riconducendo alle origini, porta l'individuo che lo compie a ricongiungersi, in una sorta di rinascita, con la propria psiche liberandola dalle proprie paure e traumi attraverso l'esternazione di rabbia ed emozioni. Cosa che Lennon mette in pratica in questa canzone.
Durante una delle conversazioni con Janov, Lennon... (continua)
God is a concept
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 10/11/2017 - 22:21
The Maid and the Palmer and the Well Below the Valley
anonimo
Child #21
a. The Maid and the Palmer
Da / From: Percy Folio Manuscript, XVII secolo / 17th Century (senza titolo / untitled)
Child #21B.: Charles Kirkpatrick Sharpe, 1851, Scots Musical Museum communicated by Walter Scott around 1825
b. The Well Below the Valley
First recorded by / Registrata originariamente da Tom Munnelly, 1965
Cantore / Folksinger: John Reilly (1925-1969)
Incisa da vari artisti e gruppi / Recorded by various artists and bands
Maddalene.
Nel famoso manoscritto del Percy (il Percy Folio probabilmente seicentesco), le ballate che vi sono contenute a volte non hanno un titolo ben preciso. Fu quindi Francis James Child a dare a questa oscura, cupa e controversa ballata il titolo di The Maid and the Palmer (Child #21). Il prof. Bronson, l'importantissimo raccoglitore e studioso delle melodie delle ballate tradizionali britanniche, a proposito di King Orfeo (ballata... (continua)
a. The Maid and the Palmer
Da / From: Percy Folio Manuscript, XVII secolo / 17th Century (senza titolo / untitled)
Child #21B.: Charles Kirkpatrick Sharpe, 1851, Scots Musical Museum communicated by Walter Scott around 1825
b. The Well Below the Valley
First recorded by / Registrata originariamente da Tom Munnelly, 1965
Cantore / Folksinger: John Reilly (1925-1969)
Incisa da vari artisti e gruppi / Recorded by various artists and bands
Maddalene.
Nel famoso manoscritto del Percy (il Percy Folio probabilmente seicentesco), le ballate che vi sono contenute a volte non hanno un titolo ben preciso. Fu quindi Francis James Child a dare a questa oscura, cupa e controversa ballata il titolo di The Maid and the Palmer (Child #21). Il prof. Bronson, l'importantissimo raccoglitore e studioso delle melodie delle ballate tradizionali britanniche, a proposito di King Orfeo (ballata... (continua)
THE maid shee went to the well to washe,
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/9/2017 - 12:51
A Love Supreme
(1965)
The John Coltrane Quartet
John Coltrane – bandleader, liner notes, vocals, tenor saxophone, soprano saxophone
Jimmy Garrison – double bass
Elvin Jones – drums, gong, timpani
McCoy Tyner – piano
Ieri erano cinquant'anni che ci ha lasciato il grande John Coltrane e per ricordarlo ancora una volta ci siamo decisi ad inserire quello che è considerato il suo capolavoro assoluto nel nostro sito.
Come scrive Valerio Mattioli su Internazionale:
Nel dicembre del 1964, il “quartetto classico” guidato da John Coltrane (McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al basso ed Elvin Jones alla batteria) entrava ai Van Gelder Studios di Englewood Cliffs, New Jersey, per registrare A love supreme.
Lʼalbum sarebbe stato pubblicato dalla Impulse! qualche tempo dopo, nel febbraio del 1965, e da allora è rimasto non solo il disco-simbolo di quello che fan e devoti chiamano semplicemente... (continua)
The John Coltrane Quartet
John Coltrane – bandleader, liner notes, vocals, tenor saxophone, soprano saxophone
Jimmy Garrison – double bass
Elvin Jones – drums, gong, timpani
McCoy Tyner – piano
Ieri erano cinquant'anni che ci ha lasciato il grande John Coltrane e per ricordarlo ancora una volta ci siamo decisi ad inserire quello che è considerato il suo capolavoro assoluto nel nostro sito.
Come scrive Valerio Mattioli su Internazionale:
Nel dicembre del 1964, il “quartetto classico” guidato da John Coltrane (McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al basso ed Elvin Jones alla batteria) entrava ai Van Gelder Studios di Englewood Cliffs, New Jersey, per registrare A love supreme.
Lʼalbum sarebbe stato pubblicato dalla Impulse! qualche tempo dopo, nel febbraio del 1965, e da allora è rimasto non solo il disco-simbolo di quello che fan e devoti chiamano semplicemente... (continua)
"Acknowledgement" – 7:42
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 18/7/2017 - 23:06
Percorsi:
Jazz contro la guerra
Se per caso andate alla fiera di Scarborough assieme a Simon & Garfunkel, ci dovreste anche andare insieme a un Cavaliere Elfo, a un Cantico contro la guerra, a un minatore di carbone, a Martin Carthy, Ewan McColl e Peggy Seeger, a Bob Dylan, al grande studioso americano Francis James Child, a Edipo e alla Sfinge, a Sansone, all'Indovinello Veronese, a un Laureato, ai Muppets e persino al Diavolo in persona... Una canzone dalla storia millenaria per la quale abbiamo voluto completamente rifare una pagina composita ed esauriente, con una nuova introduzione (per ora soltanto in italiano): Una storia molto, molto lunga...
Riccardo Venturi 2/7/2017 - 00:54
You Ain't Talkin' to Me
Hai ragione! You are right!
"You Ain't Talkin to Me" di Charlie Poole sembra avere un testo diverso.
Ma la versione antimilitarista sopra riportata - che non ricordo dove il mio alias Alessandro prese ormai quasi 10 anni fa - viene attribuita a Charlie Poole persino da Bob Dylan nella sua lezione di letteratura per la Nobel Foundation avvenuta proprio ieri, 4 giugno 2017, a Los Angeles...
Il mistero resta da approfondire...
"You Ain't Talkin to Me" di Charlie Poole sembra avere un testo diverso.
Ma la versione antimilitarista sopra riportata - che non ricordo dove il mio alias Alessandro prese ormai quasi 10 anni fa - viene attribuita a Charlie Poole persino da Bob Dylan nella sua lezione di letteratura per la Nobel Foundation avvenuta proprio ieri, 4 giugno 2017, a Los Angeles...
Il mistero resta da approfondire...
Alessandro/Bernart Bartleby 5/6/2017 - 22:20
Josh White: Jesus Make Up My Dying Bed
[1933]
Un gospel/blues di autore anonimo. La prima incisione fu di Blind Willie Johnson nel 1928 ma la versione che qui propongo è quella di Josh White del 1933. Bob Dylan fece risorgere dall'oblio questo struggente brano nel suo disco d'esordio del 1962. La versione più famosa è senz'altro quella dei Led Zeppelin, intitolata “In My Time of Dying”, nell'album “Physical Graffiti” del 1975.
La morte è spesso consolatrice, spazza via il dolore e fa sì che l'uomo termini con la sua perenne guerra interiore, conficcando per sempre la spada nella sabbia vicino al fiume...
Chris Cornell, che si è dato la morte l'altro ieri a Detroit, aveva l'abitudine di inserire “In My Time of Dying” nella scaletta dei suoi concerti. Così ha fatto anche l'altra sera in chiusura della sua ultima esibizione, interpolando il brano con “Slaves & Bulldozers”, un vecchio pezzo dei Soundgarden...
Un gospel/blues di autore anonimo. La prima incisione fu di Blind Willie Johnson nel 1928 ma la versione che qui propongo è quella di Josh White del 1933. Bob Dylan fece risorgere dall'oblio questo struggente brano nel suo disco d'esordio del 1962. La versione più famosa è senz'altro quella dei Led Zeppelin, intitolata “In My Time of Dying”, nell'album “Physical Graffiti” del 1975.
La morte è spesso consolatrice, spazza via il dolore e fa sì che l'uomo termini con la sua perenne guerra interiore, conficcando per sempre la spada nella sabbia vicino al fiume...
Chris Cornell, che si è dato la morte l'altro ieri a Detroit, aveva l'abitudine di inserire “In My Time of Dying” nella scaletta dei suoi concerti. Così ha fatto anche l'altra sera in chiusura della sua ultima esibizione, interpolando il brano con “Slaves & Bulldozers”, un vecchio pezzo dei Soundgarden...
In the time of dying
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2017 - 11:40
The Lonesome Death Of Hattie Carroll
Versione francese di Hugues Aufray sull'album Chante Dylan (1965)
William Zanzinger a tué Hattie Carroll
(continua)
(continua)
inviata da dq82 13/5/2017 - 18:44
Ballad Of Hollis Brown
Versione francese di Hugues Aufray sull'album Chante Dylan (1965)
LA BALLADE DE HOLLIS BROWN
(continua)
(continua)
inviata da dq82 13/5/2017 - 18:39
Seven Curses
E’ una storia che ha conosciuto una grande fortuna nell’Europa medievale in particolare la ritroviamo in una tra le più note ballate italiane “Cecilia” riportata da Costantino Nigra al numero 3 (vedi)
Così la ballata popolare ungherese “Feher Anna” narra la storia di un uomo condannato a morte per aver rubato un cavallo. La sorella nel tentativo di salvarlo passa la notte a letto con il giudice ma al mattino scopre che il fratello è stato ugualmente impiccato.
“The subject, is probably Italian in origin, and passed on into French and English collections of tales through Latin transmission. This ballad probably came to Hungary from the Italians, perhaps through Dalmatian transmission, after the middle of the 16th century” (tratto da Ballads of Wandering and Captivity)
Le versioni che la fanno circolare nei circuiti folk degli anni 60 portano il titolo di “Anathea” e di “Seven Courses”.... (continua)
Così la ballata popolare ungherese “Feher Anna” narra la storia di un uomo condannato a morte per aver rubato un cavallo. La sorella nel tentativo di salvarlo passa la notte a letto con il giudice ma al mattino scopre che il fratello è stato ugualmente impiccato.
“The subject, is probably Italian in origin, and passed on into French and English collections of tales through Latin transmission. This ballad probably came to Hungary from the Italians, perhaps through Dalmatian transmission, after the middle of the 16th century” (tratto da Ballads of Wandering and Captivity)
Le versioni che la fanno circolare nei circuiti folk degli anni 60 portano il titolo di “Anathea” e di “Seven Courses”.... (continua)
Cattia Salto 5/5/2017 - 11:33
I've Laid Around Vietnam Too Long
anonimo
[1967?]
Testo di autore anonimo, certamente un militare USA direttamente coinvolto nella guerra in Vietnam
Sull'aria di “Gotta Travel On”, una canzone tradizionale riscoperta e riproposta negli anni 50 da Paul Clayton (1931-1967), un folksinger misconosciuto ma piuttosto importante, protagonista della scena del Greenwich Village negli anni che videro la nascita e l'ascesa di Bob Dylan.
Testo trovato su Mudcat Café
Ho datato questa parodia al 1967 per via del riferimento a Robert McNamara contenuto nella seconda strofa. Infatti il 1967 fu un anno di svolta perchè il Segretario della Difesa, fautore dell'escalation della guerra nel sud-est asiatico e dei bombardamenti a tappeto sul Vietnam del Nord, si convinse della necessità di elaborare una strategia d'uscita dal conflitto. E infatti entrò in rotta di collisione con il presidente Lyndon B. Johnson e all'inizio del 1968 si dimise da ogni... (continua)
Testo di autore anonimo, certamente un militare USA direttamente coinvolto nella guerra in Vietnam
Sull'aria di “Gotta Travel On”, una canzone tradizionale riscoperta e riproposta negli anni 50 da Paul Clayton (1931-1967), un folksinger misconosciuto ma piuttosto importante, protagonista della scena del Greenwich Village negli anni che videro la nascita e l'ascesa di Bob Dylan.
Testo trovato su Mudcat Café
Ho datato questa parodia al 1967 per via del riferimento a Robert McNamara contenuto nella seconda strofa. Infatti il 1967 fu un anno di svolta perchè il Segretario della Difesa, fautore dell'escalation della guerra nel sud-est asiatico e dei bombardamenti a tappeto sul Vietnam del Nord, si convinse della necessità di elaborare una strategia d'uscita dal conflitto. E infatti entrò in rotta di collisione con il presidente Lyndon B. Johnson e all'inizio del 1968 si dimise da ogni... (continua)
LBJ and Ho Chi Minh, they don't get along
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/4/2017 - 14:35
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
I Shall Be Released
Versione svedese di Mikael Wiehe da Totta & Wiehe – Dylan (2006)
JAG SKA BLI FRI
(continua)
(continua)
inviata da dq82 21/3/2017 - 12:27
Things Have Changed
Versione svedese di Mikael Wiehe da Totta & Wiehe – Dylan (2006)
LÄNGESEN
(continua)
(continua)
inviata da dq82 21/3/2017 - 12:24
Ramblin' Round
[1941]
Parole di Woody Guthrie
Sulla melodia di "Goodnight, Irene" incisa da Leadbelly nel 1933.
Il brano si trova in parecchie raccolte, a partire da “Columbia River Ballads” (o “Columbia River Collection”)
Interpretata anche da Bob Dylan, Odetta e Barbara Dane.
Testo trovato su woodyguthrie.org
Parole di Woody Guthrie
Sulla melodia di "Goodnight, Irene" incisa da Leadbelly nel 1933.
Il brano si trova in parecchie raccolte, a partire da “Columbia River Ballads” (o “Columbia River Collection”)
Interpretata anche da Bob Dylan, Odetta e Barbara Dane.
Testo trovato su woodyguthrie.org
Ramblin' around your city,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 17:25
Blowin' in the Wind
ALFANIANO / ALFANIAN
Nota linguistica. Nonostante certuni asseriscano che l'Alfaniano abbia qualche somiglianza con la lingua inglese, è opinione accreditata tra i più seri studiosi che si tratti di un linguaggio di origine non chiara, forse da accostare al bats parlato nel Caucaso. Da escludere comunque categoricamente che abbia qualcosa a che fare con l'inglese, neppure con quello straziato dalla maggior parte degli italiani. Diffusosi ultimamente presso il Ministero degli Esteri italiano, anche ai più alti livelli (si veda il video), l'Alfaniano trova qui una sua applicazione fattiva con questa traduzione della notissima canzone di Bob Dàilan, neo premio Nòbol per la letteratura. [AT-XII]
Nota linguistica. Nonostante certuni asseriscano che l'Alfaniano abbia qualche somiglianza con la lingua inglese, è opinione accreditata tra i più seri studiosi che si tratti di un linguaggio di origine non chiara, forse da accostare al bats parlato nel Caucaso. Da escludere comunque categoricamente che abbia qualcosa a che fare con l'inglese, neppure con quello straziato dalla maggior parte degli italiani. Diffusosi ultimamente presso il Ministero degli Esteri italiano, anche ai più alti livelli (si veda il video), l'Alfaniano trova qui una sua applicazione fattiva con questa traduzione della notissima canzone di Bob Dàilan, neo premio Nòbol per la letteratura. [AT-XII]
BLOWAIN IN DE WAIND
(continua)
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 21/12/2016 - 22:18
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